Magna Carta: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Ho aggiunto un'h a carta e messo la lettera maiuscola Etichette: Annullato Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
m Annullata la modifica di 94.34.213.12 (discussione), riportata alla versione precedente di Egidio24 Etichetta: Rollback |
||
(39 versioni intermedie di 25 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{Legge
[[File:Magna Charta (British Library Cotton MS Augustus II.106).jpg|miniatura|upright=1.2|Una delle sole quattro esemplificazioni (esemplari o copie conformi) sopravvissute del testo del 1215. ''Cotton MS. Augustus II. 106'', conservato alla [[British Library]]]]▼
|nome = ''Magna Carta''
|immagine = Magna Carta (British Library Cotton MS Augustus II.106).jpg
▲
|titolo esteso = ''Magna Charta Libertatum''
|tipo legge = [[Carta reale]]
|stato = [[Inghilterra]]
|legislatura = <!-- [[numero della legislatura]] -->
|autore = [[Giovanni d'Inghilterra]]
|schieramento =
|data_1 = 15 giugno 1215
|promulgante = <!-- [[nome del promulgante]] -->
|vigore = <!-- [[data di entrata in vigore, se diversa dalla promulgazione]] -->
|precedente = <!-- [[legge/i superate da questa]] -->
|data_2 = <!-- [[data in cui è stata abrogata la legge]] -->
|abrogante = <!-- [[nome di chi l'ha abrogata]] -->
|successiva = <!-- [[legge/i che hanno superato questa]] -->
|link = <!-- [url_esterno nome_sito] -->
}}
La '''''Magna Charta Libertatum''''' (dal [[latino medievale]],
Dopo la morte di Giovanni
Alla fine del
La ''Magna Carta'' costituisce ancora oggi un importante simbolo della [[libertà]], spesso citata da politici e attivisti, gode di un grande rispetto nelle comunità giuridiche britanniche e statunitensi. Nel
== Storia ==
Riga 13 ⟶ 31:
==== Antefatti ====
{{Vedi anche|Giovanni d'Inghilterra}}
[[File:King John from De Rege Johanne.jpg|miniatura|sinistra|Re [[Giovanni d'Inghilterra]] mentre si dedica alla [[caccia al cervo]], [[manoscritto miniato]] del
La ''Magna Carta'' venne concepita nel 1215 come un tentativo di raggiungere la pace tra la [[monarchia inglese]] e le fazioni ribelli dei [[baronia feudale inglese|baroni del regno]]. A quel tempo
Allo scopo di difendere e poi riconquistare gli antichi possedimenti dei Plantageneti in [[Normandia]]
[[File:Innozenz3.jpg|miniatura|Un affresco coevo
Al fine di cercare di alleggerire la situazione, Giovanni tenne un consiglio a [[Londra]] nel gennaio 1215 per discutere di possibili riforme, mentre in primavera,
Giovanni sperava che il papato gli potesse fornire assistenza giuridica e morale e, di conseguenza, lo coinvolse; una simile strategia fu dovuta anche al fatto che il re stesso, due anni prima, si era dichiarato [[vassallo]] della massima autorità del [[cristianesimo]] mettendosi così sotto la sua protezione.<ref name="McGlynn132" /><ref>{{cita|Turner, 2009|p. 179}}.</ref> In un ulteriore tentativo volto ad assicurarsi il sostegno del pontefice, Giovanni fece voto di diventare un [[crociati|crociato]], una mossa che gli diede una protezione politica aggiuntiva ai sensi del [[diritto ecclesiastico]], anche se in molti dubitano della sincerità di tale proposito.<ref>{{cita|Warren, 1990|p. 233}}; {{cita|Danziger e Gillingham, 2004|pp. 258-259}}; {{cita|Baucero, 2016|pp. 41, 43}}.</ref>
Le lettere di sostegno a Giovanni da parte di Innocenzo III giunsero nel mese di aprile, ma a quel punto i baroni ribelli si erano già organizzati in una fazione militare. A maggio si riunirono a [[Northampton]], dove sciolsero i loro legami [[feudalesimo|feudali]] con Giovanni e marciarono verso Londra, [[Lincoln (Regno Unito)|Lincoln]] ed [[Exeter]].<ref>{{cita|Turner, 2009|pp. 174, 179–180}}.</ref> Messo alle strette, re Giovanni cercò di apparire moderato e conciliante,<ref name="Turner180">{{cita|Turner, 2009|p. 180}}.</ref> proponendo di sottoporre la questione a un comitato di [[arbitraggio]] con a capo il papa Innocenzo, ma ciò non riuscì a scalfire la determinazione della fazione a lui avversa.<ref>{{cita|Holt, 1992a|p. 112}}.</ref> [[Stephen Langton]], [[arcivescovo di Canterbury]], si confrontò con i baroni sulle loro richieste e, dopo che fu esperito ogni tentativo di arbitrato, ricevette dallo stesso re Giovanni l'incarico di proporre un trattato di pace.<ref name="Turner180" /><ref>{{cita|McGlynn, 2013|p. 137}}.</ref>
==== La Carta del 1215 ====
[[File:Article-barons-add-ms-4838.jpg|miniatura|upright|sinistra|La "[[Carta dei Baroni]]" concessa nel giugno 1215, oggi conservata presso la [[British Library]], fu il prototipo della ''Magna Carta''<ref>{{cita|Baucero, 2016|p. 44}}.</ref>]]
Il 10 giugno 1215
Come ha notato lo storico David Carpenter, sebbene la Carta «non facesse perdere tempo occupandosi di teoria politica», essa andò oltre le semplici richieste baronali, costituendo invero una proposta più ampia di riforma politica.<ref>{{cita|Turner, 2009|p. 180}}; {{cita|Turner, 2009|p. 182}}.</ref> Con la stessa si garantivano la tutela dei diritti della Chiesa, la protezione dalla detenzione illegale, l'obbligo
Nella "clausola 61", o "clausola di sicurezza", si stabilì di istituire un consiglio di
Giovanni e gli aristocratici ribelli non si fidavano l'uno dell'altro e nessuna delle due parti tentò seriamente di rispettare l'accordo di pace.<ref>{{cita|Turner, 2009|p. 189}}; {{cita|Poole, 1993|p. 479}}.</ref> I 25 baroni nominati per il consiglio furono tutti rivoltosi scelti tra coloro che si erano posti nelle posizioni più estreme e molti di loro addussero svariate motivazioni per mantenere mobilitati i rispettivi eserciti a disposizione.<ref>{{cita|Turner, 2009|pp. 189-191}}; {{cita|Danziger e Gillingham, 2004|p. 262}}; {{cita|Warren, 1990|pp. 239, 242}}.</ref> Ulteriori controversie iniziarono presto a emergere anche tra i baroni ribelli e quelli della fazione realista.<ref>{{cita|Carpenter, 1990|p. 12}}.</ref>
La clausola 61 della ''Magna Carta'' conteneva anche l'impegno del re a chiedere «nulla a nessuno, né per noi [cioè la Corona] né per altri, per cui alcuna di queste concessioni o libertà possa essere revocata o diminuita».<ref>{{cita|Carpenter, 1996|p. 13}}; {{cita|Baucero, 2016|p. 134}}.</ref> Nonostante ciò, già il mese successivo alla promulgazione, il re fece appello
[[File:John of England vs Louis VIII of France.jpg|miniatura|Re Giovanni combatte [[Filippo II di Francia]] nella [[prima guerra dei baroni]]]]
==== Sotto il governo di Enrico III: la Carta del 1216 ====
[[File:Magna Carta (1216) 9305.JPG|miniatura|verticale|sinistra|La Carta del 1216 con i sigilli di
Nonostante la Carta del 1215 si fosse rivelata un fallimento come trattato di pace
Il giovane re ereditò una situazione difficile, con oltre la metà dell'Inghilterra occupata dai ribelli.<ref>{{cita|Weiler, 2012|p. 1}}; {{cita|Carpenter, 1990|p. 1}}.</ref> Tuttavia, egli poteva contare sul sostegno del cardinale Guala Bicchieri, intenzionato a vincere il conflitto e a punire gli insorti.<ref>{{cita|Mayr-Harting, 2011|pp. 259-260}}.</ref> Guala, dunque, cercò di rafforzare i legami tra l'Inghilterra e il papato iniziando dall'incoronazione, durante la quale Enrico [[
La guerra non progrediva bene per i lealisti, ma anche il principe Luigi e i baroni ribelli incontrarono sostanziali difficoltà.<ref>{{cita|Carpenter, 2004|p. 301}}; {{cita|Carpenter, 1990|pp. 19-21}}.</ref> Il governo di Enrico, desideroso di raggiungere una pace, provò a convincere i baroni ribelli a far ritorno alla fedeltà in cambio della restituzione delle loro terre. Come atto di pacificazione, venne emanata una nuova versione della Carta del 1215, anche se priva di alcune clausole come quelle sfavorevoli al papato e la clausola 61 con la quale era stato istituito il consiglio dei baroni.<ref>{{cita|Carpenter, 1990|pp. 21–22, 24–25}}; {{cita|Powicke, 1963|p. 5}}; {{cita|Baucero, 2016|p. 49}}.</ref> Essendo Enrico ancora troppo giovane e quindi privo del [[Gran Sigillo Reale]]
==== Terza stesura: la Carta del 1217 e la Carta della Foresta ====
Riga 57 ⟶ 75:
[[File:Forest-charter-1225-C13550-78.jpg|miniatura|La [[Carta della Foresta]] del 1217, conservata presso la [[British Library]]]]
Nel mese di febbraio 1217
Nel frattempo
Con i negoziati in stallo
Tra ottobre e novembre, per fare il punto della situazione post-bellica, si convocò a [[Westminster]] il ''[[Magnum Concilium]]''; si ritiene che questo ''concilium'' formulò ed emise la Carta del 1217, ovvero la terza stesura della ''Magna Carta''.<ref>{{cita|Carpenter, 1990|p. 60}}.</ref> Simile a quella del 1216, anche se si aggiunsero alcune clausole che proteggevano i diritti dei baroni sui loro sudditi, questa stemperava qualche restrizione sulla capacità della Corona di imporre tassazioni.<ref>{{cita|Carpenter, 1990|pp. 60-61}}.</ref> Restava, tuttavia, una serie di divergenze intorno alla gestione delle [[foreste reali]], le quali appartenevano a un sistema giuridico speciale e rappresentavano una fonte di reddito notevole per la suprema carica. Per ovviare al problema si emanò un emendamento complementare, la [[Carta della Foresta]], al fine di alleggerire le sanzioni previste per chi avesse cacciato di frodo nelle foreste del re a vantaggio della popolazione più povera; inoltre, si imposero maggiori controlli ai tribunali forestali per limitarne il potere e vennero rivisti i confini delle aree verdi della Corona.<ref>{{cita|Carpenter, 1990|pp. 61-62}}; {{cita|Baucero, 2016|pp. 50-51}}.</ref> Per distinguere le due carte, la designazione ''Magna Carta libertatum'' venne utilizzata per riferirsi al precedente e più vasto documento che, in seguito, divenne noto semplicemente come ''Magna Carta''.<ref>{{cita|White, 1915|pp. 472-475}}; {{cita|White, 1917|pp. 545-555}}; {{cita|Baucero, 2016|p. 56}}.</ref>
Riga 69 ⟶ 87:
[[File:Magna Carta (1225 version with seal).jpg|miniatura|upright|sinistra|La versione del 1225 della ''Magna Carta'', emessa da Enrico III, conservata negli [[Archivi nazionali (Regno Unito)|Archivi Nazionali]]]]
Durante la giovinezza di Enrico III
Due anni più tardi la questione dell'impegno di Enrico riemerse, cioè quando [[Luigi VIII di Francia]] invase le province inglesi in Francia: il [[Poitou]] e la [[Guascogna]].<ref>{{cita|Hallam e Everard, 2001|p. 176}}; {{cita|Weiler, 2012|p. 20}}.</ref> Le truppe di Enrico di stanza in Poitou, povere di risorse, capitolarono ben presto e la regione venne rapidamente persa.<ref>{{cita|Carpenter, 1990|pp. 371-373}}.</ref> Non fu difficile comprendere come la medesima sorte sarebbe presto toccata anche alla Guascogna in caso di mancato invio di rinforzi dall'oltremanica.<ref>{{cita|Carpenter, 1990|pp. 374-375}}.</ref> Per scongiurare questo scenario
I baroni, tuttavia, nutrirono dubbi riguardo al fatto che il monarca avrebbe sempre rispettato i dettami del documento, il quale imponeva peraltro di tenere in grande considerazione il parere della nobiltà.<ref>{{cita|Carpenter, 1990|pp. 2–3, 383, 386}}; {{cita|Carpenter, 2004|p. 307}}.</ref> L'incertezza continuò e, nel 1227, quando raggiunse la maggiore età e fu quindi in grado di governare autonomamente, la suprema autorità annunciò che le future carte avrebbero dovuto essere rilasciate con il proprio sigillo.<ref name="Clanchy p. 147">{{cita|Clanchy, 1997|p. 147}}; {{cita|Davis, 2013|p. 71}}.</ref> Questo portò a mettere in discussione la validità delle carte precedenti, ovvero quelle emesse durante la sua minore età.<ref name="Clanchy p. 147"/> Nel 1253, Enrico confermò ancora una volta i patti in cambio di ulteriori imposizioni fiscali.<ref>{{cita|Davis, 2013|p. 174}}.</ref>
Durante il suo regno
Nonostante le varie disposizioni
[[File:Rouget_-_Saint_Louis_médiateur_entre_le_roi_d'Angleterre_et_ses_barons_(23_janvier_1264).jpg|miniatura|Re [[Luigi IX di Francia]] tenta di mediare tra [[Enrico III d'Inghilterra]] e i suoi baroni ribelli nel ''[[dit d'Amiens]]'']]
Nel 1258
Con il ''[[dit d'Amiens]]''
==== Riconferma sotto Edoardo I: la Carta del 1297 e del 1300 ====
[[File:Magna Carta (1297 version with seal, owned by David M Rubenstein).png|miniatura|sinistra|upright|La versione del 1297 della ''Magna Carta'', esposta presso il ''[[National Archives Building]]'' a [[Washington]]]]
Nel 1297
Nello stesso anno fu pubblicata da Edoardo I la ''Confirmatio Cartarum'', un documento di conferma delle carte redatto in [[lingua normanna]].<ref>{{cita|Edwards, 1943}}.</ref> Avendo la costante necessità di recuperare denaro per la guerra, re Edoardo aveva imposto nuovi dazi alla nobiltà, la quale rispose prendendo le armi contro di lui e costringendolo
[[File:Magna Carta (Sandwich) 9295 (cropped).JPG|miniatura|verticale|Una copia della Carta del 1300]]
Nel 1300
Il [[
==== L'influenza della ''Magna Carta'' sul diritto medioevale inglese ====
Per tutto il corso del [[medioevo]] la ''Magna Carta'' venne richiamata durante il dibattimento dei casi legali.
Inoltre
=== XIV-XV secolo ===
[[File:Magna charta cum statutis angliae p1.jpg|upright|sinistra|miniatura|''Magna carta cum statutis angliae'' (''Magna carta'' con gli Statuti Inglesi), inizio del XIV secolo]]
Durante il regno di [[Edoardo III d'Inghilterra|Edoardo III]], a cavallo tra il 1331 e il 1369, vennero emessi i ''Sei Statuti'',
Secondo il celebre giurista dell'[[età elisabettiana]]
A partire dalla metà del XV secolo la ''Magna Carta'' cessò di occupare un ruolo centrale nella vita politica inglese,<ref>{{cita|Turner, 2003b|p. 132}}.</ref> rimanendo tuttavia un testo utilizzato dai giuristi, in particolare come garante dei [[Proprietà (diritto)|diritti di proprietà]].<ref>{{cita|Turner, 2003b|p. 133}}.</ref>
Riga 127 ⟶ 145:
[[File:Edward coke.jpg|miniatura|upright|sinistra|Il [[giurista]] [[Edward Coke]] fece un vasto uso politico della ''Magna Carta'']]
Nei primi anni del XVII secolo
Era usuale sostenere che la ''Magna Carta'' riconoscesse e proteggesse la libertà dei singoli cittadini inglesi, assoggettando il re al diritto comune e conferendo autorità al parlamento del regno.<ref>{{cita|Breay, 2010|p. 46}}; {{cita|Hindley, 1990|pp. 188-189}}; {{cita|Pocock, 1987|p. 300}}; {{cita|Greenberg, 2006|p. 148}}.</ref> Anche se talune di queste argomentazioni erano storicamente inesatte, esse le avevano conferito un potere simbolico, tanto che alcuni storici come Sir Henry Spelman la descrissero come «il più maestoso ancoraggio delle libertà degli inglesi».<ref>{{cita|Breay, 2010|p. 46}}; {{cita|Hindley, 1990|pp. 188-189}}; {{cita|Danziger e Gillingham, 2004|p. 280}}.</ref>
In tale contesto
[[File:John Lilburne.jpg|thumb|upright|[[John Lilburne]] criticò la ''Magna Carta'' come una definizione inadeguata delle libertà inglesi]]
Nel 1640
I gruppi radicali che fiorirono durante quest'epoca erano divisi dalle diverse opinioni sulla ''Magna Carta''. I [[Livellatori]] ne respinsero la storia e il significato giuridico come presentati dai loro contemporanei, favorendo invece un punto di vista «anti-normanno».<ref>{{cita|Pocock, 1987|p. 127}}.</ref> [[John Lilburne]], per esempio, ipotizzò che essa contenesse solo alcune delle libertà che presumibilmente esistevano già sotto gli [[anglosassoni]] e che poi vennero soppresse sotto il [[conquista normanna dell'Inghilterra|giogo dei Normanni]].<ref>{{cita|Kewes, 2006|p. 279}}.</ref> Richard Overton descrisse la Carta come «un lavoro meschino che contiene molti segni di intollerabile schiavitù».<ref>{{cita|Kewes, 2006|p. 226}}.</ref> Entrambi i partiti, tuttavia, intravidero nella Carta un'utile dichiarazione delle libertà che, in mala fede, poteva essere utilizzata contro i governi a loro avversi.<ref>{{cita|Danziger e Gillingham, 2004|pp. 281-282}}.</ref>
Riga 146 ⟶ 164:
Un primo tentativo di analizzare La Carta secondo metodologie più affini alla [[storiografia]] fu quello intrapreso nella seconda metà del XVII secolo da [[Robert Brady (scrittore)|Robert Brady]].<ref>{{cita|Pocock, 1987|pp. 182-228}}.</ref> Brady si rese conto che le libertà espresse erano assai limitate e che fossero sostanzialmente una concessione del re e non diritti naturali. Ponendo la ''Magna Carta'' nel contesto storico, instillò il dubbio circa la sua rilevanza politica contemporanea.<ref>{{cita|Turner, 2003b|p. 165}}.</ref> La sua interpretazione storica, tuttavia, non sopravvisse ai mutamenti della [[Gloriosa Rivoluzione]] la quale, secondo lo storico John Pocock, «segnò una battuta d'arresto nel corso della storiografia inglese».<ref>{{cita|Pocock, 1987|p. 228}}.</ref>
Secondo l'interpretazione della storia formulata dal partito dei ''[[Whig (Regno Unito)|Whig]]''
In generale
La ''Magna Carta'' fu oggetto di particolare interesse durante l'epoca [[illuminismo|illuministica]]. Nel 1759, sir [[William Blackstone]] pubblicò un'edizione critica dell'edizione del 1215, in cui utilizzò il sistema di numerazione ancora oggi consueto.<ref name="cita-Turner-2003b-pp67-68">{{cita|Turner, 2003b|pp. 67-68}}.</ref> Nel 1763, il membro del Parlamento [[John Wilkes]] venne arrestato per aver scritto un ''pamphlet'' accusatorio in cui la citò più volte<ref>{{cita|Fryde, 2001|p. 207}}.</ref> ricevendo il sostegno di Lord Camden che denunciò il trattamento subito da Wilkes come una violazione della Carta stessa.<ref>{{Cita web|cognome1=Goodrich|nome1=Chauncey A.|titolo=The Speeches of Lord Chatham|url=http://www.classicpersuasion.org/cbo/chatham/chat09.htm|editore=Classic Persuasion|accesso=5 gennaio 2017|lingua=en|dataarchivio=15 marzo 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040315220935/http://www.classicpersuasion.org/cbo/chatham/chat09.htm|urlmorto=sì}}</ref> [[Thomas Paine]], nel suo "''[[I diritti dell'uomo]]''", avrebbe ignorato la ''Magna Carta'' e i ''Bills of Rights'' per il fatto che essi non rappresentavano una costituzione scritta redatta da rappresentanti eletti, una necessità questa ritenuta una ''conditio sine qua non'' per una carta fondamentale propriamente detta.<ref>{{Cita web|titolo=Lord Irvine of Lairg 'The Spirit of Magna Carta Continues to Resonate in Modern Law'|url=http://www.aph.gov.au/About_Parliament/Senate/Research_and_Education/pops/pop39/lairg|editore=Parliament of Australia|accesso=7 novembre 2014|data=dicembre 2002|lingua=en|dataarchivio=6 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141106070809/http://www.aph.gov.au/About_Parliament/Senate/Research_and_Education/pops/pop39/lairg|urlmorto=sì}}</ref>
Riga 155 ⟶ 173:
[[File:Magna Carta replica and display in the rotunda of the United States Capitol, Washington, DC - 20070517.jpg|miniatura|sinistra|La replica della ''Magna Carta'' in esposizione presso il [[Campidoglio (Washington)|Campidoglio di Washington]]]]
Quando i coloni inglesi partirono per il [[Nuovo Mondo]]
Nel 1687
Lo sviluppo della supremazia parlamentare nelle isole britanniche non influenzò costituzionalmente le [[Tredici Colonie]] che mantennero un'aderenza alla ''common law'' inglese, ma interessò direttamente il rapporto con Londra.<ref>{{cita|Hazeltine, 1917|pp. 183-184}}.</ref> Per spiegare meglio il fenomeno, quando i coloni americani [[guerra di indipendenza americana|combatterono contro la Gran Bretagna]], essi ritennero di battersi non tanto per la nuova libertà, quanto per preservare i diritti che essi ritenevano sanciti nella ''Magna Carta''.<ref name="NARA-legacy">{{Cita web|titolo=Magna Carta and Its American Legacy|url=http://www.archives.gov/exhibits/featured_documents/magna_carta/legacy.html|editore=[[National Archives and Records Administration]]|accesso=30 gennaio 2015|lingua=en|dataarchivio=16 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130216101520/http://www.archives.gov/exhibits/featured_documents/magna_carta/legacy.html|urlmorto=no}}</ref>
Alla fine del XVIII secolo
=== Dal XIX al XXI secolo ===
Riga 167 ⟶ 185:
[[File:A Chronicle of England - Page 226 - John Signs the Great Charter.jpg|miniatura|Una rappresentazione romanzata del XIX secolo della firma da parte del re Giovanni della ''Magna Carta'']]
Durante il XIX secolo l'interpretazione formulata dai ''Whig'' della ''Magna Carta'' e del suo ruolo nella storia costituzionale rimase dominante. Lo storico [[William Stubbs]] nella sua ''Constitutional History of England'', pubblicata nel 1870, rafforzò questa visione, sostenendo che essa fosse stata un importante passo nella formazione della nazione inglese, ritenendo che i baroni del 1215 a Runnymede non rappresentassero solo la nobiltà ma tutto il popolo d'Inghilterra schierato contro la tirannia
Questo punto di vista divenne popolare anche in circoli più ampi e, nel 1930, Sellar e Yeatman pubblicarono una loro parodia sulla storia inglese, ''[[1066 and All That]]'', in cui derisero la presunta importanza della ''Magna Carta'' e le sue promesse di libertà universale scrivendo: «Orbene, la ''Magna Carta'' rappresentò una tappa principale nell'affermazione della democrazia in Inghilterra: pertanto, si rivelò una buona cosa per tutti (tranne che per la gente comune)».<ref>{{cita|Barnes, 2008|p. 23}}; {{cita|Danziger e Gillingham, 2004|p. 283}}.</ref> In
==== Abrogazione delle clausole ====
Alcuni giuristi di stampo radicale del XVIII e XIX secolo, incluso
==== Eredità moderna ====
[[File:ABA-wyrdlight-815935.jpg|miniatura|Il memoriale della ''Magna Carta'' A Runnymede, progettato da Sir Edward Maufe<ref>{{cita|Tatton-Brown, 2015|p. 36}}.</ref>]]
La ''Magna Carta'' continua a esercitare un notevole valore simbolico all'interno della società britannica, venendo frequentemente menzionata da politici e giuristi a sostegno delle proprie tesi.<ref name="Danziger e Gillingham p. 278"/><ref name="Breay48"/> Una recente affermazione particolarmente eclatante avvenne il 14 giugno del 2008, quando il politico [[Tony Benn]] etichettò quella data come «il giorno in cui la ''Magna Carta'' viene abrogata».<ref name="ind"/> In quel frangente era in corso un dibattito sull'opportunità di aumentare da 28 a 42 giorni la [[custodia cautelare in carcere]] per i sospettati di [[terrorismo]], ma Benn aveva fatto leva sul documento di epoca medievale sottolineando la presunta tutela che, in teoria, esso garantiva ad alcuni diritti civili.<ref name="ind">{{Cita news|url=https://www.independent.co.uk/news/uk/politics/so-will-the-revolution-start-in-haltemprice-and-howden-846938.html|titolo=So will the revolution start in Haltemprice and Howden?|opera=The Independent|città=UK|data=14 giugno 2008|accesso=16 giugno 2008|lingua=en|pubblicazione=|dataarchivio=14 giugno 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080614174317/http://www.independent.co.uk/news/uk/politics/so-will-the-revolution-start-in-haltemprice-and-howden-846938.html|urlmorto=no}}</ref> Benché raramente citata nei tribunali dell'era moderna, nel 2012 i manifestanti di ''[[Occupy London]]'' tentarono di ricorrere alla ''Magna Carta'' per resistere allo sgombero dal cimitero di St. Paul da parte delle autorità della [[Città di Londra]]. Tuttavia
La ''Magna Carta'' ha uno scarso valore giuridico nella Gran Bretagna moderna, poiché il grosso delle sue clausole è stato abrogato e i relativi diritti sono garantiti da altre disposizioni. Ciononostante
La Carta rimane anche un argomento di grande interesse per gli storici: Natalie Fryde l'ha descritta pittorescamente come «una delle vacche più sacre nella storia medievale inglese», rilevando come sia improbabile che possano terminare i dibattiti sulla sua interpretazione e significato.<ref name="cita|Fryde, 2001|p. 1"/> Per molti versi ancora un "testo sacro", la ''Magna Carta'' è generalmente considerata parte della [[costituzione non codificata]] [[Costituzione del Regno Unito|del Regno Unito]]; in un discorso del 2005, il [[Lord Chief Justice]], Lord Harry Woolf, la descrisse come «il primo di una serie di strumenti oggi ritenuti dotati di uno status costituzionale speciale».<ref name=woolfspeech>{{cita web|url=http://magnacarta800th.com/wp-content/uploads/2011/10/Precedent_Recent_Constitutional_Change.pdf|titolo=Magna Carta: a precedent for recent constitutional change|opera=Judiciary of England and Wales Speeches|data=15 giugno 2005|accesso=4 novembre 2014|lingua=en|dataarchivio=4 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141104200742/http://magnacarta800th.com/wp-content/uploads/2011/10/Precedent_Recent_Constitutional_Change.pdf|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita|Holt, 1992b|p. 21}}.</ref>
La ''Magna Carta'' venne ristampata in [[Nuova Zelanda]] nel 1881 come uno degli Atti imperiali in vigore.<ref>{{cita web |url= http://www.nzlii.org/nz/legis/imp_act_1881/mc25ei84/ |titolo= Magna Carta (25 Ed I) |editore= New Zealand Law online |accesso=
Negli Stati Uniti la Carta continua
== Descrizione ==
=== Formato ===
Numerosi esemplari delle varie edizioni, note come esemplificazioni (copie conformi), vennero realizzati al tempo dell'emissione e molte di essi esistono ancora oggi (2023).<ref name="cita|Breay, 2010|p. 37">{{cita|Breay, 2010|p. 37}}.</ref> Il loro stato di conservazione varia da esemplare
=== Esemplari ===
Riga 195 ⟶ 213:
[[File:Magna Carta - John Pine engraving 1733.jpg|miniatura|upright|sinistra|Riproduzione della Carta del 1215, realizzata nel 1733 da John Pine]]
Si presume che almeno tredici esemplari (copie conformi) della Carta del 1215 furono emesse dalla cancelleria reale in quello stesso anno, di cui sette distribuite il 24 giugno e altre sei successivamente. Queste vennero inviate agli [[sceriffo|sceriffi]] e ai vescovi delle contee, probabilmente incaricati del privilegio.<ref>{{cita|Breay, 2010|pp.
Le due copie del 1215 di proprietà della British Library, note come ''Cotton MS. Augustus II.106'' e ''Cotton Charter XIII.31A'', furono acquistate dall'antiquario Sir [[Robert Bruce Cotton]] nel XVII secolo.<ref>{{cita|Breay, 2010|pp.
La copia della Cattedrale di Lincoln era quella indirizzata alla contea. Fino al 1846 era esposta nella cattedrale per poi essere trasferita in un altro edificio.<ref
La quarta copia, ritrovata nel 1812, fu consegnata per la prima volta nel 1215 alla [[Cattedrale di Old Sarum]] e poi spostata [[Cattedrale di Salisbury|in quella di Salisbury]] che ne ha preso il posto.<ref>{{cita web|autore=Salisbury Cathedral|titolo=The Salisbury Connection|url=http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta-how-did-magna-carta-come-about/salisbury-connection|accesso=13 novembre 2014|data=2013|lingua=en|dataarchivio=15 dicembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141215182419/http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta-how-did-magna-carta-come-about/salisbury-connection|urlmorto=no}}</ref><ref name="Vincent104">{{cita|Vincent, 2012|p. 104}}.</ref><ref name="Salisbury Cathedral 2013">{{cita web|autore=Salisbury Cathedral|titolo=The Document|url=http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta-what-magna-carta/document|accesso=13 novembre 2014|data=2013|lingua=en|dataarchivio=8 ottobre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141008043634/http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta-what-magna-carta/document|urlmorto=no}}</ref> È forse la meglio conservata delle quattro, grazie anche
==== Esemplari delle carte successive ====
Riga 217 ⟶ 235:
== Contenuto della Carta del 1215 ==
[[File:Silver penny of King John (YORYM 2000 1458) obverse.jpg|miniatura|Un ''[[penny]]'' d'[[argento]]
La ''Magna Carta'' del 1215 inizia con una lunga introduzione nella quale «Giovanni, per grazia di Dio Re d'Inghilterra, ...» dichiara come intento «la salvezza della Nostra anima e di quella dei nostri predecessori e dei nostri successori, a maggior gloria di Dio,
La maggior parte del contenuto della Carta del 1215 e delle versioni successive intendeva disciplinare i diritti [[feudalesimo|feudali]] della Corona sui baroni.<ref name=Breay28>{{cita|Breay, 2010|p. 28}}.</ref> Sotto i re [[plantageneti]], e in particolare durante il regno di [[Giovanni d'Inghilterra|Giovanni]], le prerogative del monarca erano state spesso usate in modo fraudolento, talvolta nel tentativo di massimizzare le entrate finanziarie della Corona. Inoltre, si intendeva tornare a riconoscere le prerogative di città, chiese e nobili che erano state schiacciate dall'autorità imposta fin dai tempi
La prima clausola garantisce la libertà della chiesa inglese, tramite la prerogativa di scegliere i propri [[vescovo|vescovi]] senza ingerenze della Corona. Il ruolo dell'istituzione ecclesiastica era stato oggetto di grande dibattito negli anni precedenti alla Carta.<ref>{{cita|Baucero, 2016|p. 114}}.</ref> I re normanni e angioini avevano tradizionalmente esercitato un grande potere sulla chiesa all'interno dei loro territori. Dal 1040 in poi, nel contesto della [[riforma della Chiesa dell'XI secolo]], i pontefici avevano sottolineato l'importanza che la Chiesa fosse governata in modo più efficace da Roma e avevano stabilito un sistema giudiziario indipendente e una catena gerarchica di autorità.<ref>{{cita|Huscroft, 2005|p. 190}}.</ref> Dopo il 1140, questi principi erano stati ampiamente accettati all'interno della struttura clericale inglese, anche se accompagnati da alcune preoccupazioni circa la centralizzante autorità di Roma.<ref>{{cita|Huscroft, 2005|p. 189}}; {{cita|Turner, 2009|p. 121}}.</ref>
Le clausole successive, fino all'ottava, regolano il diritto successorio con soluzioni distinte per coloro che ereditavano in minore età e chi fosse stato già maggiorenne, fissando anche le tasse che dovevano pagare. Si poneva attenzione affinché i tutori non potessero appropriarsi indebitamente degli averi di coloro che erano sotto la loro protezione, mentre particolari diritti vennero predisposti per le vedove a cui era concesso anche di risposarsi previo assenso del proprio signore. Dalla clausola 9 alla 11 veniva affrontata la questione dei debiti con una disciplina particolare per quelli verso gli ebrei.<ref name=Breay28/><ref>{{cita|Baucero, 2016|pp. 114-115}}.</ref
Lo ''[[scutagium]]'' era una forma di tassazione medievale: tutti i cavalieri e i nobili erano obbligati a prestare servizio militare a favore della Corona in cambio delle proprie terre che, teoricamente, appartenevano al Re, ma molti di essi preferivano pagare del denaro per esserne esentati; con il denaro ricavato, spesso, la Corona pagava i [[mercenari]].<ref>{{cita|Poole, 1993|pp.
[[File:John of England (John Lackland).jpg|miniatura|upright|sinistra|Re Giovanni tiene in mano una chiesa, illustrazione di [[Matthew Paris]] databile tra il 1250 e il 1259]]
Il sistema giudiziario inglese si era notevolmente modificato nel secolo precedente, con i giudici reali che andarono a svolgere un ruolo più importante nel garantire la giustizia in tutto il paese. Giovanni d'Inghilterra aveva più volte ricorso alle sue prerogative reali per estorcere ingenti somme di denaro ai baroni, richiedendo di fatto pagamenti per garantire la giustizia in casi particolari. Per mettere un freno a ciò, le clausole 39 e 40 richiedevano l'applicazione del giusto processo nel sistema di giustizia reale, mentre la clausola 45 prevedeva che il re nominasse funzionari reali competenti per i ruoli più importanti.<ref name=Breay29>{{cita|Breay, 2010|p. 29}}.</ref> Sebbene queste clausole non avessero alcun significato sostanziale nella carta originale, divennero particolarmente importanti nei secoli successivi.<ref name=Breay29/> Negli Stati Uniti, per esempio, la Corte Suprema della [[California]] ha interpretato la clausola 45 nel 1974 come un requisito di ''[[common law]]'' che garantisse
Le [[foresta reale|foreste reali]] erano economicamente importanti nell'Inghilterra medievale ed erano sia protette che sfruttate dalla Corona, fornendo al re terreni per la caccia, per l'approvvigionamento di materie prime e per ottenere denaro.<ref name=Huscroft97>{{cita|Huscroft, 2005|p. 97}}; {{cita|Poole, 1993|pp.
Su questo tema
Alcune delle clausole riguardavano questioni economiche più ampie. Le preoccupazioni dei baroni per la gestione dei propri debiti verso gli [[usura]]i [[ebrei]], che occupavano una posizione speciale nell'Inghilterra medievale e per tradizione erano sotto la protezione del re, furono affrontate nelle clausole 10 e 11.<ref>{{cita|Poole, 1993|pp. 353, 474}}.</ref> La Carta concludeva questa sezione con la frase «i debiti verso altri che non fossero ebrei devono essere trattati allo stesso modo», quindi è discutibile fino a che punto gli ebrei fossero destinatari esclusivi di queste clausole.<ref>{{cita|Hillaby, 2013|p. 23}}.</ref> Alcune questioni erano relativamente specifiche, come la clausola 33 che ordinava la rimozione di tutte le dighe da pesca, un'importante e crescente fonte di reddito all'epoca, dai fiumi inglesi.<ref name=Breay32>{{cita|Breay, 2010|p. 32}}.</ref>
=== Clausole sopravvissute nell'ordinamento inglese ===
Nell'attuale (2022) [[ordinamento giuridico]] dell'Inghilterra e Galles
* I. In primo luogo abbiamo concesso a Dio
▲Nell'attuale (2022) [[ordinamento giuridico]] dell'Inghilterra e Galles, sopravvivono solo tre clausole della ''Magna Carta''.<ref name=Breay48/> Queste riguardano la libertà della [[chiesa anglicana|Chiesa inglese]], le "antiche libertà" della [[City di Londra]] (clausola 13 nello statuto del 1215, clausola 9 nello statuto del 1297), e il diritto a un giusto processo (clausole 39 e 40 dello statuto del 1215, clausola 29 dello statuto del 1297).<ref name=Breay48>{{cita|Breay, 2010|p. 48}}.</ref> In dettaglio, queste clausole (utilizzando il sistema di numerazione dello statuto 1297) affermano che:
▲* I. In primo luogo abbiamo concesso a Dio ed abbiamo confermato con questa nostra carta, per noi ed i nostri eredi in perpetuo, che la Chiesa inglese sia libera, ed abbia i suoi diritti integri e le sue libertà intatte [...] Abbiamo anche concesso a tutti gli uomini liberi e consenzienti del nostro regno, per noi ed i nostri eredi di sempre, tutte le libertà sottoscritte, che essi ed i loro eredi ricevano e conservino, da noi e dai nostri eredi.
* IX La città di Londra abbia tutte le sue antiche libertà e le sue libere consuetudini, sia per terre sia per acque. Inoltre vogliamo e concediamo che tutte le altre città, borghi, villaggi e porti abbiano tutte le loro libertà e libere consuetudini.
* XXIX. Nessun uomo libero sarà arrestato, imprigionato, multato, messo fuori legge, esiliato o molestato in alcun modo, né noi useremo la forza nei suoi confronti o demanderemo di farlo ad altre persone, se non per giudizio legale dei suoi pari e per la legge del regno.<ref name=UKStatute>{{cita web|url=http://www.statutelaw.gov.uk/content.aspx?activeTextDocId=1517519|titolo=(Magna Carta) (1297) (c. 9)|opera=UK Statute Law Database|accesso=2 settembre 2007|lingua=en|dataarchivio=5 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070905014018/http://www.statutelaw.gov.uk/content.aspx?activeTextDocId=1517519|urlmorto=sì}}</ref>
Riga 266 ⟶ 283:
* {{cita libro|autore=G. R. C. Davis|titolo=Magna Carta|anno=1963|editore=The British Library Publishing Division|isbn=0-7123-0014-7|lingua=en|cid=Davis, 1963}}
* {{cita libro|autore=John Paul Davis|anno=2013|titolo=The Gothic King: A Biography of Henry III|editore=Peter Owen|città=Londra|isbn=978-0-7206-1480-0|cid=Davis, 2013|lingua=en}}
* {{cita pubblicazione|autore=J. G. Edwards|titolo=Confirmatio Cartarum and Baronial Grievances in 1297|url=https://archive.org/details/sim_english-historical-review_1943-07_58_231/page/273|rivista=The English Historical Review|anno=1943|volume=58|numero=231|pp=273-300|doi=10.1093/ehr/lviii.ccxxxi.273|lingua=en|cid=Edwards, 1943 |issn=0013-8266}}
* {{Cita libro |autore=Carolin Eele|titolo=Perceptions of Magna Carta: Why has it been seen as significant? |url=http://magnacarta800th.com/wp-content/uploads/2011/08/Perceptions-of-Magna-Carta-C-Eele-Dissertation.pdf |anno=2013 |editore=2014 Magna Carta 2015 Committee |lingua=en|cid=Eele, 2013}}
* {{cita libro|autore=Natalie Fryde|titolo=Why Magna Carta? Angevin England Revisited|data=2001|editore=LiT|città=Münster|isbn=978-3-8258-5657-1|cid=Fryde, 2001|lingua=en}}
Riga 285 ⟶ 302:
* {{cita libro|autore=Paulina Kewes|titolo=The Uses of History in Early Modern England|data=2006|editore=University of California Press|città=Berkeley|isbn=978-0-87328-219-2|cid=Kewes, 2006|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Jacques Le Goff|wkautore=Jacques Le Goff|titolo=San Luigi|città=Torino|editore=Einaudi| anno=1996|isbn=978-88-06-12700-8|cid=Le Goff, 1996}}
* {{cita libro|autore=Peter Linebaugh|titolo=The Magna Carta Manifesto: Liberties and Commons for All|url=https://archive.org/details/magnacartamanife0000line|anno=2009|editore=University of California Press|città=Berkeley|isbn=978-0-520-26000-9|cid=Linebaugh, 2009|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Henry Mayr-Harting|titolo=Religion, Politics and Society in Britain, 1066–1272|anno=2011|editore=Longman|città=Harlow, UK|isbn=978-0-582-41413-6|lingua=en|cid=Mayr-Harting, 2011}}
* {{cita libro|cognome=McGlynn|nome=Sean|titolo=Blood Cries Afar: The Forgotten Invasion of England, 1216|anno=2011|url=https://archive.org/details/bloodcriesafarfo0000mcgl|data=2013|editore=Spellmount|città=Londra|isbn=978-0-7524-8831-8|cid=McGlynn, 2013|lingua=en}}
Riga 306 ⟶ 323:
* {{Cita libro|cognome=Turner|nome=Ralph|titolo=Magna Carta: Through the Ages|data=2003b|editore=Routledge|isbn=978-0-582-43826-2|cid=Turner, 2003b|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Turner|nome=Ralph|titolo= King John: England's Evil King?|data=2009|editore=History Press|città=Stroud, UK|isbn=978-0-7524-4850-3|cid=Turner, 2009|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Nicholas Vincent|titolo=Magna Carta: A Very Short Introduction|anno=2012|url=https://archive.org/details/magnacartaverysh0000vinc|data=2012|editore=Oxford University Press|città=Oxford|isbn=978-0-19-958287-7|cid=Vincent, 2012|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Lewis Warren|anno=1990|titolo=King John|città=Londra|editore=Methuen|isbn=0-413-45520-3|lingua=en|cid=Warren, 1990}}
* {{cita libro|autore=Björn Weiler|anno=2012|titolo=Henry III of England and the Staufen Empire, 1216–1272|editore=Royal Historical Society: Boydell Press|città=Parigi|isbn = 978-0-86193-319-8|lingua=en|cid=Weiler, 2012}}
Riga 320 ⟶ 337:
* [[Habeas corpus]]
* [[Statuto delle libertà]]
* [[Assolutismo monarchico]]
* [[Suzerain]]
Riga 334 ⟶ 350:
{{Portale|diritto|medioevo|Regno Unito}}
{{voce di qualità|giorno=22|mese=5|anno=2022|valutazione=Wikipedia:Riconoscimenti di qualità/Segnalazioni/Magna Carta|arg=storia|arg2=diritto}}
[[Categoria:Costituzione del Regno Unito]]
[[Categoria:Documenti sovrani]]
|