Magna Carta: differenze tra le versioni

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{{Legge
Bella a tutti
|nome = ''Magna Carta''
|immagine = Magna Carta (British Library Cotton MS Augustus II.106).jpg
|didascalia = Una delle sole quattro esemplificazioni (esemplari o copie conformi) sopravvissute del testo del 1215. ''Cotton MS. Augustus II. 106'', conservato presso la [[British Library]]
|titolo esteso = ''Magna Charta Libertatum''
|tipo legge = [[Carta reale]]
|stato = [[Inghilterra]]
|legislatura = <!-- [[numero della legislatura]] -->
|autore = [[Giovanni d'Inghilterra]]
|schieramento =
|data_1 = 15 giugno 1215
|promulgante = <!-- [[nome del promulgante]] -->
|vigore = <!-- [[data di entrata in vigore, se diversa dalla promulgazione]] -->
|precedente = <!-- [[legge/i superate da questa]] -->
|data_2 = <!-- [[data in cui è stata abrogata la legge]] -->
|abrogante = <!-- [[nome di chi l'ha abrogata]] -->
|successiva = <!-- [[legge/i che hanno superato questa]] -->
|link = <!-- [url_esterno nome_sito] -->
}}
 
La '''''Magna Charta Libertatum''''' (dal [[latino medievale]], ''Grande Carta delle Libertà''), comunemente chiamata '''''Magna Carta''''' (o ''Magna Charta''), è una [[carta reale]] dei diritti accettata il 15 giugno 1215 dal re [[Giovanni d'Inghilterra]] a [[Runnymede]], nei pressi di [[Windsor (Regno Unito)|Windsor]]. Redatta dall'[[arcivescovo di Canterbury]] [[Stephen Langton]] per cercare, senza successo, di raggiungere la pace tra l'impopolare re e un gruppo di [[Barone|nobili]] ribelli, essa doveva garantire la tutela dei diritti della chiesa, la protezione dei civili dalla detenzione ingiustificata, offrire una rapida giustizia e limitare i diritti di tassazione [[feudalesimo|feudali]] della Corona. Nessuna delle due parti mantenne i propri impegni e la Carta fu annullata dal [[papa Innocenzo III]], facendo precipitare il Paese nella [[prima guerra dei baroni]].
 
Dopo la morte di Giovanni il governo di [[Guglielmo il Maresciallo]], reggente del giovane [[Enrico III d'Inghilterra|Enrico III]], emanò nuovamente la Carta nel 1216, priva tuttavia di alcuni dei suoi contenuti più radicali, in un tentativo fallito di ottenere un sostegno politico; l'anno seguente, alla fine della guerra, la Carta fece parte del [[Trattato di Lambeth|trattato di pace concordato a Lambeth]]. A corto di fondi, Enrico la ripubblicò ancora una volta nel 1225 in cambio di nuove tasse; suo figlio, [[Edoardo I d'Inghilterra|Edoardo I]], lo fece nel 1297, questa volta confermandola come parte della [[legge]] [[Costituzione del Regno Unito|statutaria dell'Inghilterra]]. La carta confluì dunque nella vita politica inglese venendo rinnovata da ogni sovrano, sebbene il passare del tempo e le nuove leggi del [[Parlamento d'Inghilterra]] l'avessero privata di una fetta del suo significato pratico.
 
Alla fine del XVI secolo vi fu una notevole crescita nell'interesse verso la ''Magna Carta''. All'epoca si diffuse l'ipotesi tra avvocati e storici che esistesse un'antica costituzione inglese, risalente ai tempi degli [[anglosassoni]], volta a proteggere le libertà individuali dei cittadini dell'isola. Stando a questa tesi, l'[[conquista normanna dell'Inghilterra|invasione normanna del 1066]] si era resa responsabile della cancellazione di questi diritti, ragion per cui la ''Magna Carta'' nacque verosimilmente con l'intento di ripristinarli su una spinta popolare. Sebbene tale ricostruzione fosse largamente lontana dalla realtà, giuristi come Sir [[Edward Coke]] ricorsero ampiamente alle disposizioni della ''Magna Carta'' all'inizio del XVII secolo, allo scopo di confutare il [[diritto divino dei re]] promosso dai sovrani della [[dinastia Stuart]]. Il mito politico della ''Magna Carta'' e la sua protezione delle antiche libertà personali persistettero anche dopo la [[Gloriosa Rivoluzione]] del 1688 e fino al XIX secolo inoltrato, influenzando pure i primi [[coloni americani]] delle [[tredici colonie]] e la redazione della [[Costituzione degli Stati Uniti]]. Gli studi degli storici di [[epoca vittoriana]] dimostrarono come la carta originale del 1215 riguardasse il rapporto medievale tra monarca e nobiltà, piuttosto che i diritti del popolo comune. Ciononostante, l'atto rimase un documento dal valore iconico e culturale assai forte, benché quasi tutte le sue clausole fossero abrogate nel XIX e XX secolo. Considerata comunque Carta fondamentale della [[monarchia britannica]], al 2021 restano in vigore le clausole 1, 9 e 29 dell'ultima versione, quella del 1297.
 
La ''Magna Carta'' costituisce ancora oggi un importante simbolo della [[libertà]], spesso citata da politici e attivisti, gode di un grande rispetto nelle comunità giuridiche britanniche e statunitensi. Nel XXI secolo sopravvivono quattro esemplari, o copie conformi, della carta originale del 1215, due conservate nella [[British Library]], una presso il [[castello di Lincoln]] e una nella [[Cattedrale di Salisbury]]. Le carte originali furono scritte su fogli di [[pergamena]] usando [[penna d'oca|penne d'oca]] in un [[latino medievale]] fortemente abbreviato, un'abitudine per i documenti legali a quel tempo. Ciascun esemplare era autenticato con il grande sigillo reale (realizzato in [[cera d'api]] e [[ceralacca]] in resina), ma pochissimi di questi sono sopravvissuti. Sebbene gli studiosi facciano solitamente riferimento alle 63 "clausole" numerate della ''Magna Carta'', si tratta di un moderno sistema di classificazione, introdotto da Sir [[William Blackstone]] nel 1759; la carta originale era costituita da un unico e lungo testo ininterrotto.
 
== Storia ==
=== XIII secolo ===
==== Antefatti e Bella a tuti ====
{{Vedi anche|Giovanni d'Inghilterra}}
[[File:King John from De Rege Johanne.jpg|miniatura|sinistra|Re [[Giovanni d'Inghilterra]] mentre si dedica alla [[caccia al cervo]], [[manoscritto miniato]] del XIV secolo]]
 
La ''Magna Carta'' venne concepita nel 1215 come un tentativo di raggiungere la pace tra la [[monarchia inglese]] e le fazioni ribelli dei [[baronia feudale inglese|baroni del regno]]. A quel tempo l'[[Inghilterra]] era governata da [[Giovanni d'Inghilterra|re Giovanni]], il terzo monarca della casa dei [[Plantageneti]], e nonostante il [[regno d'Inghilterra|regno]] godesse di un sistema amministrativo robusto, la natura e le prerogative della dinastia dei plantageneti apparivano mal definite e incerte.<ref>{{cita|Carpenter, 1990|p. 8}}; {{cita|Turner, 2009|p. 149}}.</ref> Essi governarono sulla base principio della ''vis et voluntas'' (o "forza e volontà"), in virtù del quale i regnanti disponevano del potere esecutivo e arbitrario poiché ritenuti al di sopra della legge.<ref name="Turner149">{{cita|Turner, 2009|p. 149}}.</ref> Già i predecessori di Giovanni avevano sperimentato gravi momenti di tensione con i propri nobili: se il primo sovrano plantageneto, [[Enrico II d'Inghilterra]], aveva dovuto fronteggiare i nobili insorti contro le sue riforme giuridiche che avevano conferito uno smisurato potere alla Corona ai danni dei feudatari, il figlio [[Riccardo I d'Inghilterra|Riccardo I]] aveva suscitato malcontenti a causa della pesante pressione fiscale da lui imposta per finanziare la [[terza crociata]].<ref>{{cita|Baucero, 2016|pp. 35-37}}; {{cita|Morgan, 1998|pp. 115-118}}.</ref><ref name=Montanari147/>
 
Allo scopo di difendere e poi riconquistare gli antichi possedimenti dei Plantageneti in [[Normandia]] Giovanni dovette ingaggiare una guerra con il [[regno di Francia]] finanziata grazie a una sostanziale tassazione dei suoi baroni che ne denunciarono pubblicamente l'arbitrarietà, segnalando in particolare gravi abusi nell'applicazione dello ''[[scutagium]]'', l'imposta dovuta da chi non partecipava personalmente al servizio militare. A causa della dura disfatta delle truppe inglesi, alleate a quelle dell'imperatore tedesco [[Ottone IV di Brunswick|Ottone IV]], nella [[battaglia di Bouvines]] nel 1214,<ref>{{cita|Carpenter, 1990|p. 7}}; {{cita|Danziger e Gillingham, 2004|p. 168}}.</ref> Giovanni si trovò obbligato a pagare un consistente risarcimento per ottenere la pace. In quella fase la popolarità del monarca tra i suoi baroni, già bassa, calò ancora maggiormente, alimentando una situazione di forte sfiducia tra le parti.<ref>{{cita|Turner, 2009|p. 139}}; {{cita|Warren, 1990|p. 181}}; {{cita|Carpenter, 1990|pp. 6-7}}.</ref> Rientrato sconfitto dalla Francia, re Giovanni scoprì che i baroni ribelli nel nord e nell'est dell'Inghilterra si erano coalizzati contro di lui.<ref>{{cita|Carpenter, 1990|p. 9}}; {{cita|Baucero, 2016|pp. 41-42}}.</ref><ref name="Turner174">{{cita|Turner, 2009|p. 174}}.</ref>
 
[[File:Innozenz3.jpg|miniatura|Un affresco coevo del [[papa Innocenzo III]]]]
 
Al fine di cercare di alleggerire la situazione, Giovanni tenne un consiglio a [[Londra]] nel gennaio 1215 per discutere di possibili riforme, mentre in primavera, a [[Oxford]], si confrontarono i suoi delegati con i ribelli.<ref name="Turner178">{{cita|Turner, 2009|p. 178}}.</ref> Entrambe le parti fecero appello al [[papa Innocenzo III]] perché potesse fare da arbitro nella disputa.<ref name="McGlynn132">{{cita|McGlynn, 2013|p. 132}}.</ref> Durante i negoziati, i baroni insorti redassero un primo documento, chiamato dagli storici "[[Ignota Carta delle libertà]]", in cui vennero messe per iscritto, in 12 clausole, le richieste da sottoporre a Giovanni gran parte delle quali già presenti nello [[statuto delle libertà]] concesso da [[Enrico I d'Inghilterra]] nel 1100. Tale documento, successivamente riproposto nella [[carta dei Baroni]], rappresentò un prototipo di quella che sarà la ''Magna Carta''.<ref>{{cita|Holt, 1992a|p. 115}}.</ref><ref>{{cita|Poole, 1993|pp. 471-472}}.</ref><ref>{{cita|Vincent, 2012|pp. 59-60}}; {{cita|Baucero, 2016|pp. 42, 46-47}}.</ref>
 
Giovanni sperava che il papato gli potesse fornire assistenza giuridica e morale e, di conseguenza, lo coinvolse; una simile strategia fu dovuta anche al fatto che il re stesso, due anni prima, si era dichiarato [[vassallo]] della massima autorità del [[cristianesimo]] mettendosi così sotto la sua protezione.<ref name="McGlynn132" /><ref>{{cita|Turner, 2009|p. 179}}.</ref> In un ulteriore tentativo volto ad assicurarsi il sostegno del pontefice, Giovanni fece voto di diventare un [[crociati|crociato]], una mossa che gli diede una protezione politica aggiuntiva ai sensi del [[diritto ecclesiastico]], anche se in molti dubitano della sincerità di tale proposito.<ref>{{cita|Warren, 1990|p. 233}}; {{cita|Danziger e Gillingham, 2004|pp. 258-259}}; {{cita|Baucero, 2016|pp. 41, 43}}.</ref>
 
Le lettere di sostegno a Giovanni da parte di Innocenzo III giunsero nel mese di aprile, ma a quel punto i baroni ribelli si erano già organizzati in una fazione militare. A maggio si riunirono a [[Northampton]], dove sciolsero i loro legami [[feudalesimo|feudali]] con Giovanni e marciarono verso Londra, [[Lincoln (Regno Unito)|Lincoln]] ed [[Exeter]].<ref>{{cita|Turner, 2009|pp. 174, 179–180}}.</ref> Messo alle strette, re Giovanni cercò di apparire moderato e conciliante,<ref name="Turner180">{{cita|Turner, 2009|p. 180}}.</ref> proponendo di sottoporre la questione a un comitato di [[arbitraggio]] con a capo il papa Innocenzo, ma ciò non riuscì a scalfire la determinazione della fazione a lui avversa.<ref>{{cita|Holt, 1992a|p. 112}}.</ref> [[Stephen Langton]], [[arcivescovo di Canterbury]], si confrontò con i baroni sulle loro richieste e, dopo che fu esperito ogni tentativo di arbitrato, ricevette dallo stesso re Giovanni l'incarico di proporre un trattato di pace.<ref name="Turner180" /><ref>{{cita|McGlynn, 2013|p. 137}}.</ref>
 
==== La Carta del 1215 ====
[[File:Article-barons-add-ms-4838.jpg|miniatura|upright|sinistra|La "[[Carta dei Baroni]]" concessa nel giugno 1215, oggi conservata presso la [[British Library]], fu il prototipo della ''Magna Carta''<ref>{{cita|Baucero, 2016|p. 44}}.</ref>]]
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[[File:John of England vs Louis VIII of France.jpg|miniatura|Re Giovanni combatte [[Filippo II di Francia]] nella [[prima guerra dei baroni]]]]
 
Una volta fallita la pace scoppiarono violenze tra le due fazioni, che portarono alla [[prima guerra dei baroni]].<ref>{{cita|Holt, 1992a|p. 1}}; {{cita|Crouch, 1996|p. 114}}; {{cita|Carpenter, 1990|p. 12}}.</ref> I nobili ribelli dedussero che instaurare un dialogo con Giovanni fosse impossibile e si rivolsero al figlio del re [[Filippo II di Francia]], il futuro [[Luigi VIII di Francia|Luigi VIII]], per chiedere aiuto, offrendogli nel contempo il trono inglese di cui poteva vantare delle legittime, sebbene flebili, rivendicazioni.<ref>{{cita|Carpenter, 2004|pp. 264-267}}; {{cita|Carpenter, 1990|p. 12}}; {{cita|Baucero, 2016|p. 46}}.</ref> La guerra presto si tramutò in una situazione di stallo. Il re si ammalò e morì nella notte del 18 ottobre 1216, lasciando [[Enrico III d'Inghilterra|Enrico III]], di soli nove anni, come suo erede.<ref>{{cita|Warren, 1990|pp. 254-255}}; {{cita|Baucero, 2016|pp. 46- 47}}.</ref>
 
==== Sotto il governo di Enrico III: la Carta del 1216 ====
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[[File:John Lilburne.jpg|thumb|upright|[[John Lilburne]] criticò la ''Magna Carta'' come una definizione inadeguata delle libertà inglesi]]
 
La Carta fu spesso al centro del dibattito giuridico inglese. Nel 1621, venne presentato un disegno di legge al Parlamento al fine di rinnovare la ''Magna Carta'', un tentativo tuttavia infruttuoso. Il giurista [[John Selden]] sostenne che i diritti dell{{'}}''[[habeas corpus]]'' trovassero una loro ragion d'essere già nella Carta.<ref>{{cita|Turner, 2003b|p. 156}}; {{cita|Hindley, 1990|p. 189}}.</ref> Coke, dal canto suo, promosse la ''[[Petition of Right]]'' del 1628, in cui citò la ''Magna Carta'' nel suo preambolo, sperando di estendere le sue disposizioni e renderle vincolanti per la magistratura.<ref>{{cita|Hindley, 1990|pp. 189-190}}; {{cita|Turner, 2003b|p. 157}}.</ref> Tale proposta sollevò l'opposizione della monarchia che rispose asserendo che la situazione giuridica coeva fosse molto meno netta rispetto a quella che si presentava all'epoca della promulgazione della Carta; in seguito, la Corona scelse di limitare lo studio della ''Magna Carta'' ai soli aspetti storici e ordinò l'arresto di Coke per tradimento.<ref>{{cita|Hindley, 1990|p. 189}}; {{cita|Danziger e Gillingham, 2004|pp. 280-281}}.</ref>
 
Nel 1640 l'Inghilterra sprofondò nella [[guerra civile inglese|guerra civile]] che portò all'esecuzione del re Carlo I nove anni più tardi. Sotto il successivo [[protettorato di Cromwell]] alcuni giuristi misero in dubbio se la ''Magna Carta'' fosse ancora vigente in quanto frutto di un accordo raggiunto con un monarca.<ref>{{cita|Danziger e Gillingham, 2004|p. 271}}.</ref> Un ''[[pamphlet]]'' pubblicato nel 1660 e intitolato ''The English devil'', indirizzato contro Cromwell e la sua scelta di condannare il documento all'oblio, criticò molto questa posizione.<ref>{{cita|Woolwrych, 2003|p. 95}}.</ref>
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Quando i coloni inglesi partirono per il [[Nuovo Mondo]] portarono con sé carte reali per giustificare il proprio insediamento nei territori d'oltreoceano. Per esempio la Carta della [[colonia della Massachusetts Bay]] dichiarava che i suoi abitanti avrebbero «avuto e goduto di tutte le libertà e le immunità dei soggetti liberi e naturali».<ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Brink|nome1=Robert J.|titolo=History on display: one lawyer's musings on Magna Carta|rivista=Massachusetts Lawyers Weekly|data=18 agosto 2014|url=http://masslawyersweekly.com/reprints/history-on-display-one-lawyers-musings-on-the-magna-carta/|accesso=20 novembre 2014|lingua=en|dataarchivio=20 dicembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141220063532/http://masslawyersweekly.com/reprints/history-on-display-one-lawyers-musings-on-the-magna-carta/|urlmorto=no}}</ref> Similmente, la [[Virginia Company|Carta della Virginia]] del 1606, per gran parte redatta da Sir [[Edward Coke]], dichiarava che i coloni avrebbero goduto della stessa «libertà, diritto di voto e immunità», delle persone nate in Inghilterra.<ref>{{cita|Howard, 2008|p. 28}}.</ref> Poiché nel ''[[Massachusetts Body of Liberties]]'' del 1641, il primo codice di leggi compilato nelle colonie, vi erano delle somiglianze con la clausola 29 della ''Magna Carta'', la Corte Generale del Massachusetts interpretò il documento medievale come la base della ''[[common law]]'' inglese; le altre colonie avrebbero poi seguito tale esempio.<ref>{{cita|Hazeltine, 1917|p. 194}}.</ref> Nel 1638 il [[Maryland]] tentò di riconoscere la ''Magna Carta'' come parte della sua costituzione, ma tale proposito venne respinto dal re Carlo I.<ref>{{cita|Hazeltine, 1917|p. 195}}.</ref>
 
Nel 1687 il politico e fondatore della [[Provincia di Pennsylvania]] [[William Penn]] pubblicò un'opera in cui era contenuta la prima copia della ''Magna Carta'' stampata sul suolo americano. I commenti di Penn riprendevano l'idea già formulata da Coke riguardo alla convinzione che la Carta potesse essere considerata una legge fondamentale.<ref>{{cita|Turner, 2003b|p. 210}}.</ref> I coloni fecero spesso riferimento ai libri di legge inglese e ciò li condusse a un'interpretazione anacronistica della ''Magna Carta'', ritenendo che essa garantisse il processo con giuria e l{{'}}''habeas corpus''.<ref>{{cita|Turner, 2003b|p. 211}}.</ref>
 
Lo sviluppo della supremazia parlamentare nelle isole britanniche non influenzò costituzionalmente le [[Tredici Colonie]] che mantennero un'aderenza alla ''common law'' inglese, ma interessò direttamente il rapporto con Londra.<ref>{{cita|Hazeltine, 1917|pp. 183-184}}.</ref> Per spiegare meglio il fenomeno, quando i coloni americani [[guerra di indipendenza americana|combatterono contro la Gran Bretagna]], essi ritennero di battersi non tanto per la nuova libertà, quanto per preservare i diritti che essi ritenevano sanciti nella ''Magna Carta''.<ref name="NARA-legacy">{{Cita web|titolo=Magna Carta and Its American Legacy|url=http://www.archives.gov/exhibits/featured_documents/magna_carta/legacy.html|editore=[[National Archives and Records Administration]]|accesso=30 gennaio 2015|lingua=en|dataarchivio=16 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130216101520/http://www.archives.gov/exhibits/featured_documents/magna_carta/legacy.html|urlmorto=no}}</ref>
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La Carta rimane anche un argomento di grande interesse per gli storici: Natalie Fryde l'ha descritta pittorescamente come «una delle vacche più sacre nella storia medievale inglese», rilevando come sia improbabile che possano terminare i dibattiti sulla sua interpretazione e significato.<ref name="cita|Fryde, 2001|p. 1"/> Per molti versi ancora un "testo sacro", la ''Magna Carta'' è generalmente considerata parte della [[costituzione non codificata]] [[Costituzione del Regno Unito|del Regno Unito]]; in un discorso del 2005, il [[Lord Chief Justice]], Lord Harry Woolf, la descrisse come «il primo di una serie di strumenti oggi ritenuti dotati di uno status costituzionale speciale».<ref name=woolfspeech>{{cita web|url=http://magnacarta800th.com/wp-content/uploads/2011/10/Precedent_Recent_Constitutional_Change.pdf|titolo=Magna Carta: a precedent for recent constitutional change|opera=Judiciary of England and Wales Speeches|data=15 giugno 2005|accesso=4 novembre 2014|lingua=en|dataarchivio=4 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141104200742/http://magnacarta800th.com/wp-content/uploads/2011/10/Precedent_Recent_Constitutional_Change.pdf|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita|Holt, 1992b|p. 21}}.</ref>
 
La ''Magna Carta'' venne ristampata in [[Nuova Zelanda]] nel 1881 come uno degli Atti imperiali in vigore.<ref>{{cita web |url= http://www.nzlii.org/nz/legis/imp_act_1881/mc25ei84/ |titolo= Magna Carta (25 Ed I) |editore= New Zealand Law online |accesso= 22 ottobre 2021 |dataarchivio= 22 ottobre 2021 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20211022072651/http://www.nzlii.org/nz/legis/imp_act_1881/mc25ei84/ |urlmorto= no }}</ref> La clausola 29 del documento rimane ancora valida come parte del diritto neozelandese.<ref>{{Cita web|url=http://www.legislation.govt.nz/act/imperial/1297/0029/latest/whole.html#DLM10926|titolo=Magna Carta 1297 No 29 (as at 03 September 2007), Imperial Act – New Zealand Legislation|lingua=en|accesso=3 dicembre 2018|dataarchivio=3 dicembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181203152105/http://www.legislation.govt.nz/act/imperial/1297/0029/latest/whole.html#DLM10926|urlmorto=no}}</ref>
 
Negli Stati Uniti la Carta continua a essere considerata il precursore della [[costituzione degli Stati Uniti|Costituzione]] e del ''[[United States Bill of Rights|Bill of Rights]]''.<ref name=ChartersOfFreedom>{{cita web|url=https://www.archives.gov/exhibits/charters/constitution_q_and_a.html|titolo=United States Constitution Q + A|opera=The Charters of Freedom|editore=National Archives and Records Administration|accesso=4 novembre 2014|dataarchivio=16 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160316053614/http://www.archives.gov/exhibits/charters/constitution_q_and_a.html|urlmorto=no}}</ref> Nel 1976, il Regno Unito prestò una delle quattro copie sopravvissute della ''Magna Carta'' del 1215 agli Stati Uniti per le celebrazioni del bicentenario, donandogli per l'occasione una vetrina decorata. Il documento originale è stato restituito dopo un anno, ma una replica e la vetrina sono ancora in mostra nella cripta del [[Campidoglio (Washington)|Campidoglio]] a [[Washington]].<ref>{{cita web|titolo=Magna Carta Replica and Display|url=http://www.aoc.gov/capitol-hill/other/magna-carta-replica-and-display|editore=Architect of the Capitol|accesso=20 novembre 2014|lingua=en|dataarchivio=4 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141104165002/http://www.aoc.gov/capitol-hill/other/magna-carta-replica-and-display|urlmorto=no}}</ref>
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[[File:Magna Carta - John Pine engraving 1733.jpg|miniatura|upright|sinistra|Riproduzione della Carta del 1215, realizzata nel 1733 da John Pine]]
 
Si presume che almeno tredici esemplari (copie conformi) della Carta del 1215 furono emesse dalla cancelleria reale in quello stesso anno, di cui sette distribuite il 24 giugno e altre sei successivamente. Queste vennero inviate agli [[sceriffo|sceriffi]] e ai vescovi delle contee, probabilmente incaricati del privilegio.<ref>{{cita|Breay, 2010|pp. 34–3534-35}}; {{cita|Baucero, 2016|p. 70}}.</ref> Esistono lievi variazioni tra le copie sopravvissute e probabilmente non esisteva una singola "copia principale".<ref>{{cita|Breay, 2010|ppp. 34}}.</ref> Di questi esemplari, solo quattro esistono ancora al 2021, tutti conservati in Inghilterra: due alla [[British Library]], uno presso la [[Cattedrale di Salisbury]] e uno, di proprietà della [[Cattedrale di Lincoln]], in prestito permanente al [[castello di Lincoln]].<ref name="cita|Breay, 2010|p. 35">{{cita|Breay, 2010|ppp. 35}}.</ref> Ognuna di queste versioni è leggermente diversa per dimensioni e contenuto del testo e ciascuna di esse è considerata dagli storici ugualmente autorevole.<ref>{{cita|Breay, 2010|pp. 34–3634-36}}.</ref>
 
Le due copie del 1215 di proprietà della British Library, note come ''Cotton MS. Augustus II.106'' e ''Cotton Charter XIII.31A'', furono acquistate dall'antiquario Sir [[Robert Bruce Cotton]] nel XVII secolo.<ref>{{cita|Breay, 2010|pp. 35–3635-36}}.</ref> La prima era stata trovata da Humphrey Wyems, un avvocato londinese, che potrebbe averla scoperta in una sartoria e che poi la diede a Cotton nel gennaio 1629.<ref>{{cita|Breay, 2010|ppp. 36}}.</ref> La seconda fu trovata nel [[castello di Dover]] nel 1630 da Sir [[Edward Dering]]. La carta di Dering era tradizionalmente ritenuta la copia inviata nel 1215 ai [[Cinque Ports]],<ref>{{cita|Turner, 2003b|p. 65}}.</ref> ma nel 2015 lo storico David Carpenter ha sostenuto che più probabilmente si trattasse di quella inviata alla [[Cattedrale di Canterbury]], in quanto il suo contenuto era identico a una trascrizione del 1290 eseguita nella cattedrale.<ref>{{cita web|url=http://www.canterbury.ac.uk/news/newsRelease.asp?newsPk=2372|titolo=Canterbury's Magna Carta rediscovered in time for 800th anniversary|editore=Canterbury Christ Church University|accesso=31 gennaio 2015|lingua=en|dataarchivio=23 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150123005702/http://www.canterbury.ac.uk/news/newsRelease.asp?newsPk=2372|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.kentnews.co.uk/news/remarkable_discovery_says_copy_of_magna_carta_in_british_library_was_canterbury_charter_1_3923530|titolo=Remarkable discovery says copy of Magna Carta in British Library was 'Canterbury charter'|editore=kentnews|accesso=31 gennaio 2015|lingua=en|dataarchivio=23 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150123010037/http://www.kentnews.co.uk/news/remarkable_discovery_says_copy_of_magna_carta_in_british_library_was_canterbury_charter_1_3923530|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita|Breay e Harrison, 2015|pp. 57, 66}}.</ref> Un incendio, divampato nel 1731 nella [[biblioteca Cotton]], ne compromise il sigillo, pur lasciando sostanzialmente illesa la pergamena anche se un po' raggrinzita. Due anni più tardi, [[John Pine]], ne realizzò una copia del tutto identica. Nel 1830 un tentativo maldestro di pulizia e conservazione rese il manoscritto in gran parte illeggibile a occhio nudo.<ref>{{cita|Breay e Harrison, 2015|pp. 66, 216–19}}; {{cita|Baucero, 2016|p. 72}}.</ref> Nonostante tali difetti, questa è comunque l'unica copia sopravvissuta del 1215 ad avere ancora applicato il suo grande sigillo.<ref>{{cita|Breay, 2010|pp. 36–3736-37}}; {{cita|Davis, 1963|p. 36}}; {{cita|Baucero, 2016|p. 39}}.</ref>
 
La copia della Cattedrale di Lincoln era quella indirizzata alla contea. Fino al 1846 era esposta nella cattedrale per poi essere trasferita in un altro edificio.<ref>{{ name="cita|Breay, 2010|p. 35}}.<"/ref><ref name=NationalSocietyMagna>{{cita web|url=http://www.magnacharta.org/DeanofLincolnsRemarks2004.htm|editore=National Society Magna Charta Dames and Barons|titolo=Magna Charta: Our Heritage and Yours|cognome=Knight|nome=Alec|data=17 aprile 2004|accesso=2 settembre 2007|lingua=en|dataarchivio=21 agosto 2004|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040821184913/http://www.magnacharta.org/DeanofLincolnsRemarks2004.htm|urlmorto=sì}}</ref> Tra il 1939 e il 1940 fu esposta nel Padiglione Britannico all'[[esposizione universale]] del 1939 a [[New York]] e alla [[Biblioteca del Congresso]].<ref name=":0"/> Quando scoppiò la [[seconda guerra mondiale]], [[Winston Churchill]] era intenzionato a donarla al popolo americano, sperando che questo avrebbe incoraggiato gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], allora neutrali, a entrare nel conflitto contro le [[potenze dell'Asse]], ma i vertici della cattedrale si opposero e l'idea venne abbandonata.<ref name="Vincent107">{{cita|Vincent, 2012|p. 107}}.</ref> Dopo il dicembre 1941, la copia fu conservata per motivi di sicurezza a [[Fort Knox]], nel [[Kentucky]], prima di essere rimessa in mostra nel 1944 e restituita, due anni più tardi, alla Cattedrale di Lincoln.<ref name=":0">{{Cita web|url=https://loc.gov/exhibits/magna-carta-muse-and-mentor/magna-carta-comes-to-america.html|titolo=Magna Carta: Muse and Mentor Magna Carta Comes to America|data=6 novembre 2014|lingua=en|accesso=22 ottobre 2021|dataarchivio=22 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211022191114/https://loc.gov/exhibits/magna-carta-muse-and-mentor/magna-carta-comes-to-america.html|urlmorto=no}}</ref><ref name="Vincent107"/><ref>{{Cita web|url=http://www.britishpathe.com/video/magna-carta-as-exhibit-for-new-york-world-fair|titolo=Magna Carta As Exhibit For New York World Fair|cognome=Pathé|nome=British|accesso=15 settembre 2016|lingua=en|dataarchivio=20 settembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160920095220/http://www.britishpathe.com/video/magna-carta-as-exhibit-for-new-york-world-fair|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://blogs.loc.gov/law/2014/04/magna-carta-in-the-us-part-i-the-british-pavilion-of-the-1939-new-york-worlds-fair/|titolo=Magna Carta in the US, Part I: The British Pavilion of the 1939 New York World's Fair|data=30 aprile 2014|lingua=en|accesso=22 ottobre 2021|dataarchivio=22 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211022191117/https://blogs.loc.gov/law/2014/04/magna-carta-in-the-us-part-i-the-british-pavilion-of-the-1939-new-york-worlds-fair/|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita|Baucero, 2016|pp. 73-74}}.</ref> Nel 1976 venne esposta nella biblioteca medievale della cattedrale.<ref name=NationalSocietyMagna/> Successivamente è stata messa in mostra a [[San Francisco]] per poi trascorrere un periodo di restauro conservativo prima di un'altra esposizione negli Stati Uniti nel 2007, prima al [[Contemporary Art Center of Virginia]] e poi al [[National Constitution Center di Philadelphia]].<ref name=NationalSocietyMagna/><ref>{{Cita web|url=http://www.constitutioncenter.org/PressRoom/PressReleases/2007_05_30_17687.shtml|editore=National Constitution Center|titolo=Magna Carta on Display Beginning 4 July|data=30 maggio 2007|accesso=2 settembre 2007|lingua=en|dataarchivio=27 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927032707/http://www.constitutioncenter.org/PressRoom/PressReleases/2007_05_30_17687.shtml|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.virginiamoca.org/magna-carta-four-foundations-freedom|titolo=Magna Carta & Four Foundations of Freedom|editore=Contemporary Art Center of Virginia|anno=2007|accesso=4 novembre 2014|lingua=en|dataarchivio=4 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141104191845/http://www.virginiamoca.org/magna-carta-four-foundations-freedom|urlmorto=no}}</ref> Nel 2009 è tornata a New York per essere esposta al [[Fraunces Tavern|Fraunces Tavern Museum]].<ref>{{cita news|url=https://www.nytimes.com/2009/09/14/nyregion/14magna.html|titolo=Copy of Magna Carta Travels to New York in Style|autore=Kahn, Eve M|opera=[[The New York Times]]|data=13 settembre 2009|accesso=4 gennaio 2015|lingua=en|pubblicazione=|dataarchivio=4 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141104141658/http://www.nytimes.com/2009/09/14/nyregion/14magna.html|urlmorto=no}}</ref> Attualmente (2022) è in prestito permanente al David P. J. Ross Vault presso il castello di Lincoln, insieme a una copia originale della [[carta della Foresta]] del 1217.<ref>{{cita web|titolo=Magna Carta|url=https://www.lincolncastle.com/content/magna-carta|sito=Lincoln Castle|accesso=11 aprile 2018|data=12 febbraio 2015|lingua=en|dataarchivio=12 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180412001407/https://www.lincolncastle.com/content/magna-carta|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|titolo=Magna Carta|url=https://lincolncathedral.com/education-learning/magna-carta/|sito=Lincoln Cathedral|accesso=11 aprile 2018|lingua=en|dataarchivio=12 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180412001325/https://lincolncathedral.com/education-learning/magna-carta/|urlmorto=no}}</ref>
 
La quarta copia, ritrovata nel 1812, fu consegnata per la prima volta nel 1215 alla [[Cattedrale di Old Sarum]] e poi spostata [[Cattedrale di Salisbury|in quella di Salisbury]] che ne ha preso il posto.<ref>{{cita web|autore=Salisbury Cathedral|titolo=The Salisbury Connection|url=http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta-how-did-magna-carta-come-about/salisbury-connection|accesso=13 novembre 2014|data=2013|lingua=en|dataarchivio=15 dicembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141215182419/http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta-how-did-magna-carta-come-about/salisbury-connection|urlmorto=no}}</ref><ref name="Vincent104">{{cita|Vincent, 2012|p. 104}}.</ref><ref name="Salisbury Cathedral 2013">{{cita web|autore=Salisbury Cathedral|titolo=The Document|url=http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta-what-magna-carta/document|accesso=13 novembre 2014|data=2013|lingua=en|dataarchivio=8 ottobre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141008043634/http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta-what-magna-carta/document|urlmorto=no}}</ref> È forse la meglio conservata delle quattro, grazie anche a un restauro avvenuto negli anni 1940, tuttavia si possono notare piccoli fori di spillo probabilmente causati da una sua affissione.<ref name="Salisbury Cathedral 2013"/><ref name=Baucero75/><ref>{{cita news|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/england/wiltshire/8182987.stm|titolo=Award for cathedral Magna Carta|opera=[[BBC News Online]]|data=4 agosto 2009|accesso=4 gennaio 2015|lingua=en|pubblicazione=|dataarchivio=16 ottobre 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211016204538/http://news.bbc.co.uk/1/hi/england/wiltshire/8182987.stm|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|autore=Salisbury Cathedral|titolo=Visiting Magna Carta|url=http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta/visiting-magna-carta|accesso=13 novembre 2014|data=2013|lingua=en|dataarchivio=15 dicembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141215152418/http://www.salisburycathedral.org.uk/magna-carta/visiting-magna-carta|urlmorto=no}}</ref> La grafia su questa versione è diversa da quella delle altre tre, suggerendo che non sia stata scritta da uno scriba reale, ma piuttosto da un [[amanuense]] della cattedrale, avvezzo alla copiatura, che l'ha poi fatta autentificare dalla corte reale.<ref name="cita|Breay, 2010|p. 37"/><ref name="Vincent104"/><ref name=Baucero75>{{cita|Baucero, 2016|p. 75}}.</ref>
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Le clausole successive, fino all'ottava, regolano il diritto successorio con soluzioni distinte per coloro che ereditavano in minore età e chi fosse stato già maggiorenne, fissando anche le tasse che dovevano pagare. Si poneva attenzione affinché i tutori non potessero appropriarsi indebitamente degli averi di coloro che erano sotto la loro protezione, mentre particolari diritti vennero predisposti per le vedove a cui era concesso anche di risposarsi previo assenso del proprio signore. Dalla clausola 9 alla 11 veniva affrontata la questione dei debiti con una disciplina particolare per quelli verso gli ebrei.<ref name=Breay28/><ref>{{cita|Baucero, 2016|pp. 114-115}}.</ref>
 
Lo ''[[scutagium]]'' era una forma di tassazione medievale: tutti i cavalieri e i nobili erano obbligati a prestare servizio militare a favore della Corona in cambio delle proprie terre che, teoricamente, appartenevano al Re, ma molti di essi preferivano pagare del denaro per esserne esentati; con il denaro ricavato, spesso, la Corona pagava i [[mercenari]].<ref>{{cita|Poole, 1993|pp. 16–1716-17}}.</ref> A quanto dovesse ammontare lo ''scutage'' e le condizioni in cui il re lo potesse imporre erano incerte e controverse; le clausole 12 e 14 riguardavano proprio la gestione di tale diritto reale vietando al sovrano di imporre nuove tasse ai suoi vassalli diretti senza il previo consenso del consiglio comune del regno.<ref name=Breay28/>
 
[[File:John of England (John Lackland).jpg|miniatura|upright|sinistra|Re Giovanni tiene in mano una chiesa, illustrazione di [[Matthew Paris]] databile tra il 1250 e il 1259]]
 
Il sistema giudiziario inglese si era notevolmente modificato nel secolo precedente, con i giudici reali che andarono a svolgere un ruolo più importante nel garantire la giustizia in tutto il paese. Giovanni d'Inghilterra aveva più volte ricorso alle sue prerogative reali per estorcere ingenti somme di denaro ai baroni, richiedendo di fatto pagamenti per garantire la giustizia in casi particolari. Per mettere un freno a ciò, le clausole 39 e 40 richiedevano l'applicazione del giusto processo nel sistema di giustizia reale, mentre la clausola 45 prevedeva che il re nominasse funzionari reali competenti per i ruoli più importanti.<ref name=Breay29>{{cita|Breay, 2010|p. 29}}.</ref> Sebbene queste clausole non avessero alcun significato sostanziale nella carta originale, divennero particolarmente importanti nei secoli successivi.<ref name=Breay29/> Negli Stati Uniti, per esempio, la Corte Suprema della [[California]] ha interpretato la clausola 45 nel 1974 come un requisito di ''[[common law]]'' che garantisse a un imputato, di fronte alla possibilità di essere incarcerato, il diritto ad avere un processo supervisionato da un giudice legalmente riconosciuto.<ref>''Gordon v. Justice Court'', [http://online.ceb.com/calcases/C3/12C3d323.htm 12 Cal. 3d 323] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20211016211709/http://online.ceb.com/calcases/C3/12C3d323.htm |datedata=16 ottobre 2021 }} (1974).</ref>
 
Le [[foresta reale|foreste reali]] erano economicamente importanti nell'Inghilterra medievale ed erano sia protette che sfruttate dalla Corona, fornendo al re terreni per la caccia, per l'approvvigionamento di materie prime e per ottenere denaro.<ref name=Huscroft97>{{cita|Huscroft, 2005|p. 97}}; {{cita|Poole, 1993|pp. 29–3029-30}}.</ref> Queste erano soggette a una giurisdizione speciale che, secondo lo storico Richard Huscroft, era «aspra e arbitraria, una questione esclusivamente riguardante la volontà del re».<ref name=Huscroft97/> Inoltre, i confini delle foreste reali si erano ampliati sotto i re angioini, uno sviluppo che si era dimostrato impopolare.<ref>{{cita|Poole, 1993|p. 29}}.</ref>
 
Su questo tema la carta del 1215 annoverava diverse clausole: le clausole 47 e 48 promettevano di disboscare le terre aggiunte alle foreste reali sotto Giovanni e di indagare sull'uso dei diritti reali in queste zone, ma non prendevano in considerazione quelle dei sovrani precedenti, mentre la clausola 53 prometteva una qualche forma di riparazione per coloro che avevano subito gli effetti dalle recenti modifiche. La clausola 44 doveva garantire una certa giustizia da parte dei tribunali della Foresta.<ref name=Breay32/> Né la Magna Carta né la successiva [[carta della Foresta]] si dimostrarono, tuttavia, del tutto soddisfacenti come strumento per mitigare le tensioni politiche sorte nell'esercizio delle foreste reali.<ref name=Breay32/>
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* {{Cita libro|cognome=Turner|nome=Ralph|titolo=Magna Carta: Through the Ages|data=2003b|editore=Routledge|isbn=978-0-582-43826-2|cid=Turner, 2003b|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Turner|nome=Ralph|titolo= King John: England's Evil King?|data=2009|editore=History Press|città=Stroud, UK|isbn=978-0-7524-4850-3|cid=Turner, 2009|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Nicholas Vincent|titolo=Magna Carta: A Very Short Introduction|anno=2012|url=https://archive.org/details/magnacartaverysh0000vinc|data=2012|editore=Oxford University Press|città=Oxford|isbn=978-0-19-958287-7|cid=Vincent, 2012|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Lewis Warren|anno=1990|titolo=King John|città=Londra|editore=Methuen|isbn=0-413-45520-3|lingua=en|cid=Warren, 1990}}
* {{cita libro|autore=Björn Weiler|anno=2012|titolo=Henry III of England and the Staufen Empire, 1216–1272|editore=Royal Historical Society: Boydell Press|città=Parigi|isbn = 978-0-86193-319-8|lingua=en|cid=Weiler, 2012}}