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|Partito = [[lista civica]] Uniti per crescere
|Data elezione = 11-6-2017
|Data rielezione = 12-6-2022
|Data istituzione =
|Abitanti = 1273
|Note abitanti = {{Istat|076|30|2021}}
|Aggiornamento abitanti = 31-12-2021
|Sottodivisioni = Demanio, Fichi D'Antuono, Lago Angella, Manca di Basso, Manca di Sopra
|Divisioni confinanti = [[Carbone (Italia)|Carbone]], [[Chiaromonte]], [[Fardella]], [[Latronico]], [[San Severino Lucano]]
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}}
 
'''Episcopia''' (in [[dialetti lucani|lucano]] ''A Piscupìa''<ref>{{cita libro|autore1=Teresa Cappello|autore2=Carlo Tagliavini|wkautore2=Carlo Tagliavini|titolo=Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani|città=Bologna|editore=Pàtron|anno=1981|p=202|sbn=UMC0979712}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:1273Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Potenza]] in [[Basilicata]]. Il suo territorio fa parte del Parco Nazionale del Pollino.
 
== Geografia fisica ==
Il comune di Episcopia si estende nella [[Basilicata]] interna, sorge a {{M|530 |ul=m di altitudine s.l.m.slm}} nella parte meridionale della [[provincia di Potenza]]. Confina con i comuni di: [[Latronico]] ({{M|13&nbsp;|ul=km}}), [[Fardella]] ({{M|14&nbsp;|u=km}}), [[Carbone (Italia)|Carbone]] ({{M|15&nbsp;|u=km}}), [[San Severino Lucano]] ({{M|17&nbsp;|u=km}}) e [[Chiaromonte]] ({{M|20&nbsp;|u=km}}).
È uno dei comuni della Valle del Sinni, fiume che tocca anche questo comune, e che è stato il protagonista della sua storia.
 
== Origini del nome ==
Il nome ''Episcopia'' deriva dal [[Lingua greca bizantina|greco bizantino]] {{lang|grc|επισκοπία}}, a sua volta {{greco antico|ἐπισκοπέω|episkopéō|osservare|p=no|pp=no|da=si}}, quindi nel senso di "guardia, vedetta"<ref name="utet">{{cita libro|titolo=Dizionario di toponomastica|editore=UTET|città=Torino|anno=1990|p=304|isbn=88-02-07228-0}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=Giacomo Racioppi|titolo=Origini storiche investigate nei nomi geografici della Basilicata|pubblicazione=Archivio storico per le province napoletane|città=Napoli|editore=Detken & Rocholl/F. Giannini|volume=1|anno=1876|pp=435-495|sbn=NAP\0388612}}</ref>. Una leggenda locale fa riferimento alla protezione di Dio da parte dei santi monaci Cristoforo, Saba e Macario da Collesano, che qui giunsero nel 952 in fuga dalle persecuzioni saracene<ref>{{cita libro|autore=Alberto Maria Viceconte|titolo=Episcopia: storia e storie|città=Lagonegro|editore=Gagliardi|anno=2019|isbn=978-88-94263-26-8|p=29}}</ref>. Altri pensano al greco bizantino {{lang|grc|επισκοπή}}, "vescovado" o {{lang|grc|επισκοπείον}}, "città vescovile"; dal momento che Episcopia non è mai stata sede di vescovado, si è pensato che possa voler dire "luogo appartenente al vescovo"<ref>{{cita libro|autore=Giovanni Alessio|wkautore=Giovanni Alessio|titolo=Appunti sulla toponomastica pugliese|pubblicazione=Iapigia|volume=13|anno=1942|pp=178}}</ref><ref name="utet"/>.
 
== Storia ==
{{F|centri abitati della Basilicata|data=maggio 2010}}
Episcopia nacque come una fortezza bizantina per difendere i confini dell'Impero Romano d'Oriente contro le mire espansionistiche dei Longobardi.
Episcopia nacque come una fortezza bizantina per difendere i confini dell'Impero Romano d'Oriente contro le mire espansionistiche dei Longobardi. Il nome Episcopia potrebbe derivare dal greco επι – σκοπία ossia "dall'alto – guardata" perché il paese sarebbe stato affidato sotto la protezione di Dio da parte dei santi monaci Cristoforo, Saba e Macario da Collesano, che qui giunsero nel 952 in fuga dalle persecuzioni saracene<ref>Alberto Maria Viceconte, ''Episcopia, Storia e Storie'', Gagliardi Editore 2019, p. 29.</ref>, oppure una seconda ipotesi è l'origine da ἐπί - σκοπέω , ossia "vedo dall'alto", a testimonianza del fatto che dal paese si domina la valle del Sinni. Nel corso dei secoli fu feudo dei Chiaromonte e poi dei Sanseverino.
Nel 1456 Episcopia con il suo castello, vennero concessi da Giovanni Venceslao Sanseverino conte di Chiaromonte, in suffeudo al nobiluomo Tommaso Succurto di Senise ai suoi eredi e successori. Tommaso, lo trasmise a suo figlio Giovanni che ne era ancora barone nel 1508 quando stipulò i capitoli matrimoniali per sua figlia Sancia Succurto andata in moglie al nobile ''miles'' Angelillo Carrano di Diano e questi tennero il feudo per molti anni.
Dopo la [[congiura dei baroni]] del 1486 il feudo venne per qualche tempo assegnato dal re d'Aragona a Camillo Della Porta, Patrizio di Sorrento che lo tenne per breve tempo perché, come detto, nel 1508 ne era barone Giovanni Succurto di Senise. Nel 1515 Antonio Succurto risulta deceduto ed il feudo tenuto da Sancia Succurto e da Angelillo Carrano come tutori del fratello minore di Sancia, di nome Antonio.

Nel 1624 Episcopia divenne un marchesato e tale restò fino al 1788 quando la Cura Economica del defunto Marchese di Crucoli, consorte della marchesa di Episcopia Regale Della Porta, vendette il feudo ''retinenti titulo'' al barone Brancalassi<ref>{{google books|IjXRKKiEURAC|autore=Mariano Pasquale, ''|titolo=Memoria pel conte di Savallos, e figli minori del fu marchese di Castelluccia'', contro al signor barone Brancalasso|città=Napoli|editore=Tipografia 1824,di p.Giuseppe Severino|anno=1824|sbn=NAPE053361|via=Google Books|pagina=3.}}</ref>. Il titolo di Marchesi di Episcopia finì per successione nella famiglia Amalfitani di Crucoli a seguito del matrimonio di Regale, ultima della famiglia della Porta con Nicola 6º marchese di Crucoli<ref>{{google books|NUJKAAAAYAAJ|autore=Berardo Candida -Gonzaga B., ''|titolo=Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'',Italia|volume=6|città=Napoli|editore=G. 1965,De p.Angelis|anno=1882|sbn=NAP0041706|via=Google Books|pagina=55.}}</ref>. Patrono del paese è Sansan Nicola<ref>[[Gabriele De Rosa]],{{cita libro|curatore=Antonio Cestaro, [[Dinu Adameșteanu]], ''|titolo=Storia della Basilicata'', vol. III, |volume=3|città=Bari/Roma|editore=Laterza, 1999.|anno=2021|isbn=978-88-581-4658-3}}</ref>.
 
===Simboli===
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
* Il Castello venne edificato dai Bizantini nell'VIII secolo. Esso è impiantato sopra uno sperone roccioso e conserva due torri contrapposte e differenti. Fu utilizzato dapprima come fortezza, e venne poi adattato alle esigenze dei vari dominatori, dai normanni agli angioini. Sotto i Normanni (XI secolo) la fortezza fu trasformata in castello; esso fu ampliato e venne eretta una torre cilindrica oltre a quella quadrata. Queste due torri sono ancora oggi visibili ma entrambe non visitabili in quanto hanno subito gravi crolli. Un'ampia gradinata conduce al grande portale, su cui vi sono tracce di affreschi raffiguranti stemmi nobiliari delle famigliafamiglie feudatarie di Episcopia. In cima alla gradinata, si distinguono ancora i supporti del ponte levatoio.
* Monastero di Santa Maria del Piano, situato a circa tre chilometri dal centro abitato. Questo monastero è stato fondato nel 952 dai Santi Cristoforo, Saba e Macario, seguaci della regola di San Basilio, e venne abitato fino al XVIII secolo prima dai monaci cistercensi, che ne affrescarono la cappella e il refettorio, e poi dai monaci agostiniani colonetani. Le pitture, discretamente conservate, sono assai interessanti (sono presenti scene del Diluvio Universale e altre scene bibliche) e sono attribuite a Giovanni Todisco di Abriola. Annesso alla cappella si trova il chiostro, in condizioni di degrado e abbandono. All'interno di questo monastero, nel periodo compreso tra il 26 luglio e il 5 agosto, viene conservata e venerata la statua della Madonna del Piano, la cui festa si celebra il 5 agosto, quando si snoda una processione ricca di musica, balli, canti e preghiere, dal santuario al centro abitato.
* Il Convento di Sant'Antonio (XVI secolo) è compreso di chiostro e chiesa in ottimo stato. Possiede un campanile decorato a maioliche. La chiesa è caratterizzata da molti stucchi barocchi e nicchie.
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