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Proprio il 9 giugno le residue forze dell'Armée de l'air cessarono virtualmente la loro resistenza, facendo ritirare alcuni aerei nel Nord Africa francese; la [[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]] ebbe così via libera per la prosecuzione della sua campagna di bombardamenti e di supporto alle unità terrestri.
L'Armée de l'air e la Royal Air Force subirono perdite decisive in questa fase della campagna, che per poco non minacciarono le possibilità di difesa britanniche nella seguente [[Battaglia d'Inghilterra]].
== Evacuazione del BEF ==
Dopo la disfatta sulla Somme e la conquista di [[Parigi]] alle forze inglesi del ''secondo BEF'' non rimase altra scelta che ripiegare e prepararsi a una nuova evacuazione dal continente. Si diede pertanto avvio all'[[Operazione Ariel]], che tra il 15 e il 25 giugno permise l'evacuazione di {{formatnum:200000}} uomini appartenenti all'esercito britannico e a quello francese.
La Luftwaffe si impegnò a fondo per evitare una nuova evacuazione di massa dopo [[Operazione Dinamo|Dunkerque]]. Il I. Fliegerkorps bombardò incessantemente i porti di [[Cherbourg]] e [[Le Havre]], ma ciò non impedì la buona riuscita dell'operazione.
== Il secondo armistizio di Compiègne ==
Già prima dell'occupazione di [[Parigi]] numerosi esponenti degli ambienti politici e militari spinsero affinché il governo francese siglasse una pace separata con la [[Terzo Reich|Germania]]. Il 7 giugno [[Maxime Weygand|Weygand]] consigliò al governo francese di firmare al più presto un armistizio, affermando che "''la battaglia della Somme è perduta''"<ref>{{cita|Liddell Hart|p. 119}}.</ref>.
Il primo ministro francese in carica, [[Paul Reynaud]], era però contrario a qualsiasi resa, dichiarandosi invece disposto a combattere senza sosta fino alla sconfitta dei tedeschi. L'evoluzione della [[Campagna di Francia]] e le pressioni degli ambienti militari fecero però emergere nei gruppi dirigenti francesi una tendenza sempre più favorevole a una resa. Per impedire tale resa, il primo ministro inglese [[Winston Churchill]] propose agli alleati la creazione di un'unione anglo-francese che avrebbe dovuto fronteggiare i tedeschi.
Questa proposta irritò gli ambienti politici francesi, che sentivano il peso degli scontri sul loro territorio. Il gabinetto francese discusse l'idea di [[Winston Churchill|Churchill]] e la bocciò a maggioranza. Dopo questa bocciatura, [[Paul Reynaud]] fu costretto alle dimissioni, mentre iniziava a maturare la decisione definitiva della resa. Al suo posto venne nominato l'anziano [[Maresciallo di Francia|Maresciallo]] [[Philippe Pétain]], assai più incline a porre fine alla guerra. I negoziati per l'[[secondo armistizio di Compiègne|armistizio]] si svolsero a [[Compiègne]], nella stessa località dove si erano svolti quelli che posero fine alla [[prima guerra mondiale]].
Il 22 giugno 1940 l'[[secondo armistizio di Compiègne|armistizio]] fu firmato dalle delegazioni francesi e tedesche. Nello stesso giorno le truppe del II Gruppo d'armate francese si arresero al nemico, mentre il cessate il fuoco entrò ufficialmente in vigore il 25 giugno 1940. La [[Francia]] fu divisa in due zone: quella nord-occidentale (comprendente [[Parigi]]) fu occupata direttamente dai tedeschi; quella meridionale rimase invece formalmente territorio francese indipendente e sovrano. In questa seconda zona nacque la [[Repubblica di Vichy]], che ebbe a capo il [[Maresciallo di Francia|Maresciallo]] [[Philippe Pétain|Pétain]].
[[Charles de Gaulle]] (e con lui altri uomini politici e militari che si opponevano al nuovo [[Repubblica di Vichy|regime]]) riparò a [[Londra]], da dove pronunciò il famoso [[appello del 18 giugno]].
Si rifiutò di riconoscere la legittimità del nuovo governo di [[Repubblica di Vichy|Vichy]] e l'armistizio con i tedeschi, organizzando le forze di combattimento della [[Francia libera]] al fianco dei britannici. == L'affondamento della flotta francese ==
{{Vedi anche|Distruzione della flotta francese a Mers-el-Kébir}}
Il comandante in capo della flotta francese ammiraglio [[François Darlan]] (nominato anche ministro della marina), aveva già dal 20 giugno diramato istruzioni affinché per nessun motivo le navi francesi avrebbero dovuto essere consegnate al nemico: ciò in ossequio a un impegno assunto dallo stesso [[François Darlan|Darlan]] con il premier britannico [[Winston Churchill]].
La risoluzione del comandante francese era netta, ma niente avrebbe potuto distogliere il governo britannico dal convincimento che, nel caso i tedeschi avessero tentato con un colpo di mano di impadronirsi della flotta francese, avrebbero ottenuto delle navi con cui rendere insostenibile la situazione britannica nel [[Mediterraneo]], e forse anche nell'[[Atlantico]]. Così la marina britannica ricevette l'ordine di affondare la flotta francese nei suoi porti europei e [[Distruzione della flotta francese a Mers-el-Kébir|africani]].
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