Fractional Orbital Bombardment System: differenze tra le versioni

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|Max_vel =
|Max_g =
|Motore = razzo RD-251 <br> ''(1°º stadio)''<br /> razzo RD-252 <br> ''(2°º stadio)''<br /> razzo RD-854 ''(OGCh)''
|Testata =singola
|Spoletta =
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Il '''Sistema di Bombardamento Orbitale Frazionale''' o '''Fractional Orbital Bombardment System''' (in [[Alfabeto cirillico|cirillico]]: '''Система частично-орбитального бомбометания'''; [[Nome in codice NATO|nome in codice NATO:]]: '''FOBS''') è stato un sistema orbitale di attacco nucleare di origine [[Unione Sovietica|sovietica]] sviluppato negli [[anni 1960|anni sessanta]] dall'OKB-586, entrato in servizio nel 1969 nei ranghi delle [[forze armate sovietiche]] ed il cui nome in codice è divenuto, in [[Civiltà occidentale|Occidente]], più noto dell'originale denominazione di progetto.
 
Progettato per colpire obiettivi collocati su qualsiasi punto sulla superficie terrestre, il sistema era costituito da un vettore missilistico '''[[R-36|R-36O]]''' abbinato ad un veicolo di rientro dotato di [[Arma nucleare|testata nucleare]] monoblocco, denominato '''OGCh''', il quale poteva essere rilasciato [[orbita|in orbita]] terrestre e mantenuto latente fino a ricezione dell'ordine di attacco.
 
Unico sistema di impiego di armi nucleari orbitale ad essere mai entrato in servizio,<ref name="OGCh">[http://www.astronautix.com/craft/ogch.htm OGCh] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091130012922/http://www.astronautix.com/craft/ogch.htm|data=30 novembre 2009}}.</ref> nel corso della sua vita operativa ha effettuato 3 lanci senza mai impiegare munizioni vive, in virtù della ratifica da parte sovietica del [[Trattato sullo spazio extra-atmosferico]] del 1967 col quale i firmatari rinunciavano ad immettere in orbita testate nucleari.
 
Venne radiato nel 1983 a seguito della ratifica dell'URSS dei trattati [[SALT II]] nei quali, di questi sistemi d'arma, si vieta anche solo lo sviluppo.
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=== Sviluppo ===
L'esigenza per le [[forze armate sovietiche]] di disporre di un sistema missilistico a lunghissimo raggio emerse nei primi anni 60. Infatti, all'epoca la [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] disponeva di basi di lancio missilistiche in [[Turchia]] ed [[Europa]], che gli consentivano di colpire il territorio sovietico con un preavviso minimo. Nel tentativo di porre rimedio a questa situazione di svantaggio, i vertici sovietici decisero di sviluppare un sistema d'attacco orbitale: in pratica, si trattava di mettere in orbita alcune testate nucleari, che potessero essere fatte rientrare sulla [[Terra]] in caso di conflitto armato.<br />Nel [[1961]], fu quindi emesso il requisito '''GR-1''' (Razzo Globale 1), che in pratica richiedeva lo sviluppo di un sistema in grado di mettere una testata nucleare del peso di 1.500&nbsp;kg in una [[orbita terrestre bassa]] di 150&nbsp;km. La testata avrebbe dovuto essere in grado di rientrare ed attaccare gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] continentali in ogni direzione, prima che questa fosse individuata dai radar d'allerta missilistico della difesa americana<ref name="GR-1">[http://www.astronautix.com/lvs/gr1.htm GR-1] {{webarchiveWebarchive|url=https://wwwweb.webcitationarchive.org/6JOELCkoQ?url=web/20140209165616/http://www.astronautix.com/lvs/gr1.htm |datadate=49 settembrefebbraio 20132014 }}.</ref>.<br />Le proposte furono tre.
#'''R-36O''': proposto da [[Michail Kuz'mič Jangel']], si trattava di una versione per impiego orbitale del missile balistico intercontinentale [[R-36]]
#'''[[8K713|GR-1]]''': proposto da [[Sergej Pavlovič Korolëv]], si trattava di una soluzione a basso rischio tecnologico, perché utilizzava soluzioni tecniche già usate con successo sull'[[R-9]]
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{{Portale|astronautica|aviazione|guerra}}
 
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