Centro antiviolenza: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m typo
Funzionalità collegamenti suggeriti: 3 collegamenti inseriti.
 
(34 versioni intermedie di 22 utenti non mostrate)
Riga 1:
Un '''centro antiviolenza''', abbreviato in '''CAV'''<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=I centri antiviolenza|autore=Lorenza Razzi|rivista=Rivista AIAF|numero=3|editore=Associazione Italiana degli Avvocati per la famiglia e per i minori|anno=2016|url=https://www.aiafrivista.it/centri-antiviolenza|accesso=6 gennaio 2025|abstract=si}}</ref>, è una struttura in cui vengono accolte le donne che subiscono o che sono minacciate da qualsiasi forma di [[violenza]]. Offre diversi servizi alle vittime di [[violenza domestica]], [[violenza sessuale]], [[violenza economica]], [[stalking]]: accoglienza telefonica, colloqui personali, ospitalità nelle cosiddette ''[[case rifugio]]'', assistendo così le vittime ed eventualmente i figli [[violenza assistita|minori coinvolti]] nel percorso di uscita dalla violenza.
 
== Storia ==
{{S sezione|diritto|società}}
In Europa già tra il XVI e il XVII secolo esistevano rifugi per donne<ref name= SherrillCohen85>{{Cita pubblicazione|titolo = "Convertite e malmaritate. Donne "irregolari" e ordini religiosi nella Firenze rinascimentale" |autore = Sherril Cohen|rivista = "Memoria. Rivista di storia delle donne" |numero = 5 |data = |anno = 1982 |pp = 46-63}}</ref><ref name= "Chojnacka98">{{Cita pubblicazione|titolo = "Women, charity and community in early modern Venice: the Casa delle Zitelle" |autore = Monica Chojnacka|rivista = "Renaissance Quarterly" |volume = 51|numero = 1|editore = The University of Chicago Press Books|data = 22 |anno = 1998 |mese = marzo |lingua = en |doi = 10.2307/2901663|url = https://www.thefreelibrary.com/Women%2c+charity+and+community+in+early+modern+Venice%3a+the+Casa+delle...-a020602492|accesso = 5 giugno 2017}}</ref><ref name= SherrillCohen92>{{Cita libro|titolo = "The Evolution of Women's Asylums Since 1500: From Refuges for Ex-Prostitutes to Shelters for Battered Women" |url = https://archive.org/details/evolutionofwomen0000cohe |autore = Sherrill Cohen|editore = Oxford University Press |città = |anno = 1992 |lingua = en|annooriginale = 1992|edizione = 1|p = 288 |ISBN = 0-19-505164-5}} </ref>. Negli anni settanta e ottanta del Novecento, sull'onda delle mobilitazioni [[femminismo|femministe]] e grazie alle analisi sviluppate dal [[movimento femminista]], la [[violenza domestica]] iniziò ad emergere come fenomeno strutturale, si iniziò a nominarla e a cercare di definirne i contorni nella sua complessità. Da allora si iniziarono a creare strutture per aiutare e sostenere donne e minori nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. La questione della violenza di genere si iniziò a presentare alle istituzioni come un vero e proprio problema sociale. Le donne, non solo in [[Italia]], ma in tutti paesi<ref name= Freeman75>{{Cita libro|titolo = "Women, a feminist perspective" |autore = Jo Freeman|editore = Mayfield Publishing Company |città = Mountain View, California|anno = 1995 |lingua = en|annooriginale = 1975|edizione = 5|capitolo = "The revolution for women in law and public policy" |url_capitolo = http://www.jofreeman.com/lawandpolicy/revlaw1.htm|pp = 365-404|accesso = 6 giugno 2017|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20161118205607/http://www.jofreeman.com/lawandpolicy/revlaw1.htm |dataarchivio = 18 novembre 2016 }} </ref>, anche con [[Riforma del diritto di famiglia italiano del 1975|la riforma]] del [[diritto di famiglia]], hanno iniziato un percorso di [[liberazione]]. Parlare di [[violenza di genere]] non è stato più un tabù di cui vergognarsi e rompere il silenzio per molte donne è diventata realtà quotidiana. Anche i centri antiviolenza hanno contribuito a rompere il silenzio delle donne esistente da migliaia di anni. Il primo rifugio "moderno", mutuando la pratica del [[self-help]], è stato "Haven House" fondato nel [[1964]] in California da donne dei [[Al-Anon/Alateen|gruppi Al-Anon]] (gruppi per familiari e amici di [[alcolisti anonimi]])<ref name= Schechter1982>Alle pagine 55 e 127, {{Cita libro|titolo = "Women and Male Violence: The Visions and Struggles of the Battered Women's Movement"|url = https://archive.org/details/womenmaleviolenc0000sche|autore = Susan Schechter |editore = South End Press|città = |anno = 1982 |lingua = en|p = [https://archive.org/details/womenmaleviolenc0000sche/page/367 367] |ISBN = 0-89608-159-1}}</ref>. [[Erin Pizzey]], con la sua associazione Women's Aid di [[Chiswick]], fondò il primo rifugio a Londra nel 1971. La violenza domestica e i maltrattamenti in Gran Bretagna e nel mondo {{chiarire|non erano un problema non visibile|perché la doppia negazione?}} e sommerso<ref>{{Cita libro|autore=Erin Pizzey|wkautore =Erin Pizzey|titolo=Grida piano, che i vicini ti sentono|data=1977|editore=Limenetimena edizioni|città=Roma|sbn=IT\ICCU\LO1\0622616}}</ref>.
In Europa già tra il XVI e il XVII secolo esistevano rifugi per donne<ref>{{Cita libro|titolo=Grida piano i vicini di sentono, Erin Pizzey, Roma Limenetimena, 1977}}</ref><ref name= SherrillCohen85>{{Cita pubblicazione|titolo = "Convertite e malmaritate. Donne "irregolari" e ordini religiosi nella Firenze rinascimentale" |autore = Sherril Cohen|rivista = "Memoria. Rivista di storia delle donne" |numero = 5 |data = |anno = 1982 |pp = 46-63}}</ref><ref name= "Chojnacka98">{{Cita pubblicazione|titolo = "Women, charity and community in early modern Venice: the Casa delle Zitelle" |autore = Monica Chojnacka|rivista = "Renaissance Quarterly" |volume = 51|numero = 1|editore = The University of Chicago Press Books|data = 22 |anno = 1998 |mese = marzo |lingua = en |doi = 10.2307/2901663|url = https://www.thefreelibrary.com/Women%2c+charity+and+community+in+early+modern+Venice%3a+the+Casa+delle...-a020602492|accesso = 5 giugno 2017}}</ref><ref name= SherrillCohen92>{{Cita libro|titolo = "The Evolution of Women's Asylums Since 1500: From Refuges for Ex-Prostitutes to Shelters for Battered Women" |url = https://archive.org/details/evolutionofwomen0000cohe |autore = Sherrill Cohen|editore = Oxford University Press |città = |anno = 1992 |lingua = en|annooriginale = 1992|edizione = 1|p = 288 |ISBN = 0-19-505164-5}}</ref>. Negli anni settanta e ottanta del Novecento, sull'onda delle mobilitazioni [[femminismo|femministe]] e grazie alle analisi sviluppate dal [[movimento femminista]], la [[violenza domestica]] iniziò ad emergere come fenomeno strutturale, si iniziò a nominarla e a cercare di definirne i contorni nella sua complessità.
 
Da allora si iniziarono a creare strutture per aiutare e sostenere donne e minori nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. La questione della violenza di genere si iniziò a presentare alle istituzioni come un vero e proprio problema sociale. Le donne, non solo in [[Italia]], ma in tutti paesi<ref name="Freeman75">{{Cita libro|titolo = "Women, a feminist perspective" |autore-capitolo = Jo Freeman|editore = Mayfield Publishing Company |città = Mountain View, California|anno = 1995 |lingua = en|annooriginale = 1975|edizione = 5|capitolo = "The revolution for women in law and public policy" |url=http://www.jofreeman.com/lawandpolicy/revlaw1.htm|pp = 365-404|accesso = 6 giugno 2017|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20161118205607/http://www.jofreeman.com/lawandpolicy/revlaw1.htm }}</ref>, anche con [[Riforma del diritto di famiglia italiano del 1975|la riforma]] del [[diritto di famiglia]], hanno iniziato un percorso di liberazione.
 
Parlare di [[Violenza contro le donne|violenza di genere]] non è stato più un tabù di cui vergognarsi e rompere il silenzio per molte donne è diventata realtà quotidiana. Anche i centri antiviolenza hanno contribuito a rompere il silenzio delle donne esistente da migliaia di anni. Il primo rifugio "moderno", mutuando la pratica del [[self-help]], è stato "Haven House" fondato nel [[1964]] in [[California]] da donne dei [[Al-Anon/Alateen|gruppi Al-Anon]] (gruppi per familiari e amici di [[alcolisti anonimi]])<ref name="Schechter1982">Alle pagine 55 e 127, {{Cita libro|titolo = "Women and Male Violence: The Visions and Struggles of the Battered Women's Movement"|url = https://archive.org/details/womenmaleviolenc0000sche|autore = Susan Schechter |editore = South End Press|città = |anno = 1982 |lingua = en|p = [https://archive.org/details/womenmaleviolenc0000sche/page/367 367] |ISBN = 0-89608-159-1}}</ref>.
 
Uno dei primi rifugi fu fondato da [[Erin Pizzey]] e dalla sua associazione Women's Aid di [[Chiswick]] a Londra nel 1971<ref>{{Cita libro|autore=Erin Pizzey|wkautore =Erin Pizzey|titolo=Grida piano, che i vicini ti sentono|curatore=Carmela Paloschi|data=1977|editore=Limenetimena edizioni|città=Roma|sbn=LO10622616}}</ref>. La violenza domestica e i maltrattamenti in Gran Bretagna e nel mondo erano un problema non visibile e sommerso.
 
== In Italia ==
[[File:WDG - March for Elimination of Violence Against Women in Rome (2018) 30.jpg|thumb|Il centro antiviolenza di Brindisi alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne di Roma nel 2018.]]
Il primo centro antiviolenza in Italia è stato fondato da [[Grazia Negrini]] nel [[1990]] a [[Bologna]].<ref>{{cita news|autore=Marina Amaduzzi|url=https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/politica/21_ottobre_24/grazia-negrini-addio-femminista-che-fondo-casa-donne-1c64f5aa-349e-11ec-a877-09f6774707ca.shtml|titolo=Grazia Negrini, addio alla femminista che fondò la Casa delle donne|pubblicazione=Corriere della Sera|data=24 ottobre 2021|accesso=21 novembre 2021}}</ref> Nel 1991, quando i centri erano ancora pochi e alle prime armi nell'accoglienza si è costruita la Rete dei centri antiviolenza. Una rete informale, costruita sugli scambi, un'esperienza che man mano cresceva e con essa aumentava la voglia di fare politica<ref>{{cita web|url=http://www.direcontrolaviolenza.it/chi-siamo/la-nostra-storia/|titolo=La nostra storia|sito=DiRe. Donne in rete contro la violenza|accesso=12 luglio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160630102748/http://www.direcontrolaviolenza.it/chi-siamo/la-nostra-storia/|dataarchivio=30 giugno 2016|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.direcontrolaviolenza.it/chi-siamo/|titolo=Chi siamo|sito=D.i.Re - Donne in Rete Contro la Violenza|accesso=2021-11-21}}</ref>. Sono stati organizzati due convegni importanti a Marina di Ravenna e tanti seminari e incontri<ref name=AttiConvegno2003>{{Cita pubblicazione|titolo=Le donne producono sapere, salute, cambiamento: centri in movimento, il movimento dei centri antiviolenza|autore= AAVV|rivista=Atti del Convegno, 28-29 novembre 2003, Marina di Ravenna|editore=Patron Editore|città=Bologna|anno=2005|p=140|ISBN=978-88-555-2811-5|url = http://www.patroneditore.com/volumi/1272/le_donne_producono.html|accesso=5 giugno 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180624151128/http://www.patroneditore.com/volumi/1272/le_donne_producono.html|dataarchivio=24 giugno 2018|urlmorto=sì}} con la partecipazione di 58 centri antiviolenza ed è stato organizzato dalla Rete delle case delle donne e dei centri antiviolenza</ref>. Una svolta notevole è avvenuta il 21 gennaio 2006, quando è stata siglata a [[Roma]], da parte di 56 centri antiviolenza autonomi, la Carta dei centri antiviolenza<ref name="Carta">{{cita web|url=http://www.direcontrolaviolenza.it/wp-content/uploads/2015/03/Carta_della_Rete_Nazionale_dei_Centri_antiviolenza_e_delle_Case_delle_donne.pdf|titolo=Carta della Rete Nazionale
Il primo centro antiviolenza in Italia è stato fondato nel [[1990]] dal ''Gruppo di lavoro e ricerca sulla violenza alle donne'', un'associazione di donne creata a [[Bologna]], alla quale partecipó oltre [[Grazia Negrini]]<ref>{{cita news|autore=Marina Amaduzzi|url=https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/politica/21_ottobre_24/grazia-negrini-addio-femminista-che-fondo-casa-donne-1c64f5aa-349e-11ec-a877-09f6774707ca.shtml|titolo=Grazia Negrini, addio alla femminista che fondò la Casa delle donne|pubblicazione=Corriere della Sera|data=24 ottobre 2021|accesso=21 novembre 2021}}</ref> un gruppo di donne femministe di differente esperienze.
dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne|data=marzo 2015|sito=DiRe. Donne in rete contro la violenza|accesso=21 novembre 2021}}</ref>, al fine di dotarsi di valori comuni sulla base dei quali orientare il proprio operato. La Carta si riferisce ad alcuni dei principi che identificano l'identità e la metodologia dei centri, tra i quali: il considerare la violenza maschile alle donne come un fenomeno che ha radici nella disparità di potere tra i sessi; che i centri sono costituiti e gestiti solo da donne; che viene garantito alle donne anonimato e sicurezza<ref>{{Cita web|url=http://www.direcontrolaviolenza.it/wp-content/uploads/2014/03/I-centri-antiviolenza-sulla-carta.pdf|titolo=I centri antiviolenza sulla carta}}</ref>.
 
Nel 1991, quando i centri erano ancora pochi e alle prime armi nell'accoglienza si è costruita la Rete nazionale dei centri antiviolenza. Una rete informale, costruita sugli scambi, un'esperienza che man mano cresceva e con essa aumentava la voglia di fare politica<ref>{{cita web|url=http://www.direcontrolaviolenza.it/chi-siamo/la-nostra-storia/|titolo=La nostra storia|sito=DiRe. Donne in rete contro la violenza|accesso=12 luglio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160630102748/http://www.direcontrolaviolenza.it/chi-siamo/la-nostra-storia/|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.direcontrolaviolenza.it/chi-siamo/|titolo=Chi siamo|sito=D.i.Re - Donne in Rete Contro la Violenza|accesso=21 novembre 2021}}</ref>.
 
Negli anni sono stati organizzati due convegni importanti a [[Marina di Ravenna]], tanti seminari e incontri a livello nazionale<ref name="AttiConvegno2003">{{Cita pubblicazione|titolo=Le donne producono sapere, salute, cambiamento: centri in movimento, il movimento dei centri antiviolenza|autore= AAVV|rivista=Atti del Convegno, 28-29 novembre 2003, Marina di Ravenna|editore=Patron Editore|città=Bologna|anno=2005|p=140|ISBN=978-88-555-2811-5|url = http://www.patroneditore.com/volumi/1272/le_donne_producono.html|accesso=5 giugno 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180624151128/http://www.patroneditore.com/volumi/1272/le_donne_producono.html|urlmorto=sì}} con la partecipazione di 58 centri antiviolenza ed è stato organizzato dalla Rete delle case delle donne e dei centri antiviolenza</ref>.
 
Una svolta notevole è avvenuta il 21 gennaio 2006, quando è stata siglata a [[Roma]], da parte di 56 centri antiviolenza autonomi, la ''Carta dei centri antiviolenza''<ref name="Carta">{{cita web|url=http://www.direcontrolaviolenza.it/wp-content/uploads/2015/03/Carta_della_Rete_Nazionale_dei_Centri_antiviolenza_e_delle_Case_delle_donne.pdf|titolo=Carta della Rete Nazionale
dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne|data=marzo 2015|sito=DiRe. Donne in rete contro la violenza|accesso=21 novembre 2021}}</ref>, al fine di dotarsi di valori comuni sulla base dei quali orientare il proprio operato.
 
dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne|data=marzo 2015|sito=DiRe. Donne in rete contro la violenza|accesso=21 novembre 2021}}</ref>, al fine di dotarsi di valori comuni sulla base dei quali orientare il proprio operato. La Carta si riferisce ad alcuni dei principi che identificano l'identità e la metodologia dei centri, tra i quali: il considerare la violenza maschile alle donne come un fenomeno che ha radici nella disparità di potere tra i sessi; che i centri sono costituiti e gestiti solo da donne; che viene garantito alle donne anonimato e sicurezza<ref>{{Cita web|url=http://www.direcontrolaviolenza.it/wp-content/uploads/2014/03/I-centri-antiviolenza-sulla-carta.pdf|titolo=I centri antiviolenza sulla carta}}</ref>.
 
Tuttavia ancora oggi, per quanto riguarda la situazione in Italia la materia non è mai stata regolamentata da una normativa nazionale, esistono invece molte leggi regionali che si sono occupate di sostenere i centri antiviolenza.
 
TuttaviaIl ancoradecreto oggi,legge pern. quanto11 riguardadel la23 situazionefebbraio in2009, Italiaart. la12<ref>{{Cita materialegge nonitaliana|tipo=decreto èlegge|anno=2009|mese=02|giorno=23|numero=11|titolo=Misure maiurgenti statain regolamentatamateria dadi unasicurezza normativapubblica nazionale,e esistonodi invececontrasto moltealla leggiviolenza regionalisessuale, chenonchè siin sono occupatetema di sostenereatti ipersecutori.|articolo=12}}</ref>, centriconvertito antiviolenzain legge n. La38 leggedel 23 aprile 2009 n. 38<ref>{{citaCita weblegge italiana|urltipo=legge|anno=http://gazzette.comune.jesi.an.it/2009/95/3.htm|mese=04|giorno=23|numero=38|titolo=Conversione Testoin coordinatolegge, con modificazioni, del decreto -legge 23 febbraio 2009, n. 11, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonchè in tema di atti persecutori.}}</ref>, ha istituito, presso la [[Presidenza del Consiglio dei ministri]] - [[Dipartimento per le pari opportunità]], un [[numero verde]] di pubblica utilità, il 1522 per tutelare vittime di violenza e di atti persecutori ([[stalking]])<ref>{{citaCita web|url=httphttps://www.pariopportunita.gov.it/controit/numeri-lautili/1522-violenzanumero-sessualeantiviolenza-e-di-genere/numero-verde-1522antistalking/|titolo=1522 - Numero verdeAntiviolenza -e 1522Antistalking|sitoeditore=http://www.pariopportunita.gov.it/[[Dipartimento per le pari opportunità]]|accesso=6 gennaio 2025}}</ref>.
 
Con l'entrata in vigore della [[Convenzione di Istanbul]] e l'adozione del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne (2017-2020), il Dipartimento per le pari opportunità ha messo in atto politiche in contrasto alla violenza contro le donne che sostengono parzialmente i centri antiviolenza come aiuto concreto alle donne che subiscono violenza.
Riga 17 ⟶ 35:
 
=== Caratteristiche e attività ===
I centri antiviolenza, le [[case rifugio]] e le case in semiautonomia<ref name= "socialeLazio1"> Centri antiviolenza, case rifugio, [[casaCasa di semiautonomia|semi-autonomia]] sono i tre tipi di strutture disciplinati dalla Legge Regionale del 19 marzo 2014, n. 4 {{Cita web|url autore=Regione Lazio|url=http://www.socialelazio.it/prtl_socialelazio/?vw=contenutiDettaglio&idarg=117&idargP=56|titolo = "Centri antiviolenza, case rifugio, semi-autonomia"|autore = Regione Lazio|sito = http://www.socialelazio.it|data = |accesso = 5 giugno 2017 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170504093238/http://www.socialelazio.it/prtl_socialelazio/?vw=contenutiDettaglio&idarg=117&idargP=56|dataarchivio = 4 maggio 2017}}</ref> sono in genere gestite da [[Associazione (diritto)|associazioni]], [[cooperativa sociale|cooperative sociali]] e [[ONLUS]], ma talvolta anche da soggetti pubblici, con l'obiettivo di dare supporto ed assistenza alle donne vittime di violenza ed abusi nonché di contrastare efficacemente la [[violenza contro le donne|violenza di genere]] e la [[violenza assistita]].
 
I centri svolgono diverse attività a cominciare dal primo ascolto telefonico, anonimo e gratuito, spesso disponibile 24 ore su 24. Dopo il primo contatto le donne possono decidere di avviare un percorso di uscita dalla violenza, avvalersi di consulenze legali, informazioni e aiuto nella ricerca lavoro e ricerca casa. In alcuni centri si sono formati specifici gruppi di [[auto mutuo aiuto]]<ref name=
"brochureRegLazio2013" > {{Cita web|url = http://www.regione.lazio.it/binary/rl_main/tbl_evidenza/opuscolo_informativo.pdf |titolo = "Vinci sulla violenza. Verso una Rete regionale per il contrasto della violenza di genere" |autore = Regione Lazio |data = 2013|pagine p= 113|accesso = 5 giugno 2017|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151123053414/http://www.regione.lazio.it/binary/rl_main/tbl_evidenza/opuscolo_informativo.pdf|dataarchivio = 23 novembre 2015}} Elenco tipologia servizi e attività alla pagina 35</ref>.

In caso di emergenza i centri offrono delle "case rifugio" o nelle "case di semiautonomia", luoghi sicuri dove le donne coi loro figli possono ricostituirsiricostruirsi una vita autonoma, garantendo un posto sicuro<ref name= "socialeLazio1" />.
 
Molto spesso le associazioni che gestiscono i centri si occupano anche di formazione, promozione, sensibilizzazione e prevenzione, raccolta ed elaborazione dati, orientamento ed accompagnamento al lavoro, raccolta materiale bibliografico e documentario sui temi della violenza<ref name=
"brochureRegLazio2013" /> .
 
I centri antiviolenza si sono organizzati costituendo una rete nazionale che organizza 80 associazioni (nel 2017) in un'unica grande organizzazione denominata DiRe, donne in rete contro la violenza<ref>http://www.direcontrolaviolenza.it</ref>.

Anche a livello territoriale si sono costituite reti per favorire il coordinamento di tutti gli enti che sono coinvolte in accoglienza di donne che subiscono violenza, i centri antiviolenza, le forze dell'ordine, i pronto soccorsi, i servizi sociali ed altri enti competenti sul tema<ref name="Carta" /><ref name="brochureRegLazio2013" />.
"brochureRegLazio2013" />.
 
=== I rapporti con gli enti pubblici in Italia ===
Solo a partire dagli ultimi dieci anni le istituzioni pubbliche (Regioni, Province, Comuni, Aziende Sanitarie, etc.) si sono attivate predisponendo leggi regionali in sostegno ai centri antiviolenza, offrendo le strutture alle associazioni, portando avanti delle convenzioni per poter gestire i Centri e, in alcune realtà, condividendo obiettivi e strategie di lavoro comuni. Gli enti pubblici spesso collaborano con le Reti territoriali come partner, spesso attivano progetti e talvolta sono parte attiva nel promuovere iniziative contro la violenza (ad esempio contribuendo ai percorsi formativi per operatrici/operatori dei servizi pubblici, finalizzati alla costruzione di un network locale contro la violenza sulle donne).
 
Gli enti pubblici spesso collaborano con le Reti territoriali come partner, spesso attivano progetti e talvolta sono parte attiva nel promuovere iniziative contro la violenza (ad esempio contribuendo ai percorsi formativi per operatrici/operatori dei servizi pubblici, finalizzati alla costruzione di un network locale contro la violenza sulle donne).
In molte città sono nati dei tavoli interisituzionali, promossi dai centri antiviolenza che coinvolgono enti pubblici (come ad esempio i comuni), tesi a elaborare protocolli operativi e progetti coordinati di rete per aiutare le donne a uscire dalla violenza. In alcune città (p.e. Venezia, Forlì) gli stessi Comuni gestiscono i centi antiviolenza, mentre il modello prevalente è quello di gestione del centro da parte di associazione di donne, impegnate politicamente nella lotta contro la violenza di genere.
 
In molte città sono nati dei tavoli interisitiuzionali, promossi dai centri antiviolenza che coinvolgono enti pubblici (come ad esempio i comuni), tesi a elaborare protocolli operativi e progetti coordinati di rete per aiutare le donne a uscire dalla violenza.
 
In molte città sono nati dei tavoli interisituzionali, promossi dai centri antiviolenza che coinvolgono enti pubblici (come ad esempio i comuni), tesi a elaborare protocolli operativi e progetti coordinati di rete per aiutare le donne a uscire dalla violenza. In alcune città (p.e. Venezia, Forlì) gli stessi Comuni gestiscono i centi antiviolenza, mentre il modello prevalente è quello di gestione del centro da parte di associazione di donne, impegnate politicamente nella lotta contro la violenza di genere.
 
Il 16 maggio 2013 è stato sottoscritto un Protocollo di intesa [[Associazione Nazionale Comuni Italiani|ANCI]] - D.i.Re. con l'obiettivo di "collaborare per promuovere e sviluppare azioni, progetti o iniziative finalizzate alla prevenzione e al contrasto della violenza maschile contro le donne, attuando azioni di sensibilizzazione ed informazione sulla violenza di genere"<ref>{{cita web|url=http://www.direcontrolaviolenza.it/wp-content/uploads/2014/03/protocollo_intesa_anci-dire.pdf|titolo=Protocollo di intesa|sito=direcontrolaviolenza.it|accesso=6 gennaio 2017}}</ref>. A seguito di tale protocollo sono state prodotte delle ''Linee guida per i servizi sociali''<ref>{{cita web|url=http://www.direcontrolaviolenza.it/wp-content/uploads/2014/03/ANCI_DIRE_LINEE_-GUIDA_ASSISTENTI_SOCIALI.pdf|titolo=Le Linee Guida per i Servizi Sociali|data=17 marzo 2014|sito=direcontrolaviolenza.it}}</ref>.
 
== Associazioni rilevanti ==
A livello mondiale esiste la rete [[Global Network of Women's Shelter]] (GNWS)<ref>[http://gnws.org/ Global Network of Women's Shelter]</ref>, nata nel 2008 a [[Edmonton]] ([[Canada]]) durante il primo convegno mondiale dei centri di donne contro la violenza.
 
A livello mondiale esiste la rete [[Global Network of Women's Shelter]] (GNWS)<ref>[http://gnws.org/ Global Network of Women's Shelter]</ref>, nata nel 2008 a [[Edmonton]] (Canada) durante il primo convegno mondiale dei centri di donne contro la violenza.
 
A livello europeo esiste invece l'associazione [[Women Against Violence Europe]] (WAVE)<ref>[https://wave-network.org/ WAVE]</ref>, che riunisce oltre 5000 centri antiviolenza di donne di 46 paesi dell'Europa (compresi paesi dell'Est europea), organizzate a sua volta in federazioni nazionali.
Riga 49 ⟶ 73:
* {{cita libro|Associazione Nondasola||Cosa c'entra l'amore?: ragazzi, ragazze e la prevenzione della violenza sulle donne| 2014|Carocci|Roma|ISBN=978-88-430-7349-8}}
* {{cita libro|Associazione Nondasola||Dal silenzio alla parola: la violenza sofferta e il desiderio di fermarla|2012| Angeli|Milano| ISBN=978-88-568-3891-6}}
* {{en}} {{cita libro|Sherrill|Cohen|The evolution of women's asylums since 1500: from refuges for ex-prostitutes to shelters for battered women|1992|Oxford University Press|New York| ISBN=0-19-505164-5|lingua=en}}
* {{cita libro|lingua=it|titolo=Dalla violenza all'empowerment: manuale breve per operatrici e operatori dei centri antiviolenza e dei servizi pubblici,|città= Pristina :|editore= RTM,|anno= 2014}}
* {{cita libro|||Rompere il silenzio: l'esperienza del Centro aiuto donne maltrattate|2005|Franco Angeli|Milano |curatore=Bona Gavazzi|ISBN=88-464-6270-X}}
* {{cita libro|Ilaria|Boiano|Femminismo e processo penale : come può cambiare il discorso giuridico sulla violenza maschile contro le donne|2015|Ediesse|Roma|ISBN=978-88-230-1963-8}}
* {{cita libro|||I Centri si raccontano: Il lavoro e le esperienzaesperienze delle Case delle donne e dei Centri antiviolenza dell'Emilia Romagna|2007| |Rimini|curatore= Elena De Concini|SBN=IT\ICCU\UBO\3342249UBO3342249}}
* {{cita libro|Chiara|Cretella|Voci dal verbo violare: analisi e sfide educative contro la violenza sulle donne|2010|I libri di Emil| Bologna |autore2=Cinzia Venturali|ISBN=978-88-96026-47-2}}
* {{cita libro|Chiara|Cretella|[https://www.casadonne.it/wp-content/uploads/2014/04/QUADERNO-CASA-DONNE.pdf Un posto per ricominciare: un ventennio con la Casa delle donne]|2011| La linea|Bologna|ISBN=978-88-97462-08-8}}
Riga 63 ⟶ 87:
* {{Cita libro|D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza|Ri-scrivere : principi, pratiche e tratti fondanti dei Centri antiviolenza dieci anni dopo la redazione della Carta nazionale| a cura di Chiara Veltri|Cagli : Settenove| 2018|ISBN=9788898947294}}
* {{Cita pubblicazione|titolo = "Le donne producono sapere, salute, cambiamento: centri in movimento, il movimento dei centri antiviolenza"|autore = AAVV|rivista = Atti del Convegno, 28-29 novembre 2003, Marina di Ravenna |editore = Patron Editore|città = Bologna|anno = 2005|p = 140|ISBN = 978-88-555-2811-5}}
* {{cita libro|Lucia|Ferrante|L'onore ritrovato. Donne nella casa del Soccorso di S. Paolo a Bologna (sec.XVI-VII)| opera= Quaderni storici|volume= 18| paginepp=499–528499-528|anno=1983}}
* {{cita libro|Luca|Martini|Altre stelle : un viaggio nei centri antiviolenza ; prefazione di Riccardo Iacona ; postfazione di Anna Pramstrahler|Milano|Udine|Mimesis|anno=2017|ISBN=9788857538617}}
* {{cita libro|Luca|Martini|Io sono mia : donne e Centri antiviolenza, storie di rinascita| Alessandria : Capovolte, 2020|ISBN=9788894418934}}
Riga 69 ⟶ 93:
* {{cita libro|autore=Nicoletta Livi Bacci|titolo=Riprendersi la vita: dieci scritti di politica con le donne|città=Firenze|editore=Le Lettere|anno=2019|ISBN=9788893660969}}
* {{cita libro|Giuliana|Ponzio|Crimini segreti: maltrattamento e violenza alle donne nella relazione di coppia|2004| Baldini Castoldi Dalai|Milano|ISBN=88-8490-506-0}}
* {{cita libro|autore=Giuliana Ponzio|titolo=Un mondo sovvertito: esperienze di lavoro in case rifugio per vittime di violenza domestica|editore=Le Lettere|città=Firenze|anno=2010
|ISBN=9788860873217}}
* {{cita libro|Lisa |S. Price|Feminist frameworks: building theory on violence against women|2005|Fernwood Publishing|Halifax| ISBN=1-55266-157-1}}
* {{cita libro|Patrizia|Romito|La violenza di genere su donne minori|2011|Franco Angeli|Milano|ISBN=978-88-568-3548-9}}
* {{cita libro|Patrizia|Romito|Un silenzio assordante. La violenza occultata su donne e minori|2016|Franco Angeli|Milano|ISBN=9788846468130}}
* {{cita libro|curatore=Daniela Bagattini |curatore2=Valentina Pedani|editore=Osservatorio Sociale Regionale - Regione Toscana|titolo=Sesto rapporto sulla violenza di genere in Toscana: un'analisi dei dati dei centri antiviolenza: anno 2014|città=Firenze|anno= 2015}}
* {{en}} [[Leonore Walker]], ''The battered woman'', New York, Harper and Row, 1980. ISBN 0-06-090742-8
* Violence against women: an EU-wide survey: results at a glance / European Union Agency for fundamental rights, Luxembourg : Publications office of the European Union, 2014. ISBN 978-92-9239-379-3
* {{cita pubblicazione|sito=Istat|titolo=Report di analisi dei dati del numero verde contro la violenza e lo stalking 1522|url=https://www.istat.it/it/files//2018/04/Report-di-analisi-dei-dati-del-numero-verde-contro-la-violenza-e-lo-stalking-1522-22112020.pdf|data=30 ottobre 2020|accesso=21 novembre 2021}}
* {{cita pubblicazione|autore=Viviana Garbagnoli|titolo=Aspetti metodologici e organizzativi dei Centri Antiviolenza: sociologia e psicoanalisi nelle donne violate|editore=FrancoAngeli|anno= 2001|rivista=Gruppi|numero=1. Culture femminili e gruppo|ISSN=1972-4837}}
 
== Voci correlate ==
 
{{div col|2}}
* [[Violenza contro le donne]]
Riga 93 ⟶ 119:
* [[Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne]]
{{div col end}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.direcontrolaviolenza.it|titolo=D.i.Re Donne in Rete contro la violenza}}
* {{cita web|url=http://www.wave-network.org/|titolo=Wave: Women Against Violence Europe|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://gnws.org/|titolo=GNWS: Global Network of Women's Shelter|lingua=en}}
* {{Cita web|url = https://people.uvawise.edu/pww8y/Supplement/-ConceptsSup/Gender/HerstoryDomV.html|titolo = Herstory of Domestic Violence: A Timeline of the Battered Women's Movement |autore = California Department of Health Services, Maternal and Child Health Branch, Domestic Violence Section, and Intervace Children Family Services|editore = SafeNetwork: California's Domestic Violence Resource|data = 1999 |lingua = en|accesso =6 giugno 2017 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100728034842/https://people.uvawise.edu/pww8y/Supplement/-ConceptsSup/Gender/HerstoryDomV.html|dataarchivio =28 luglio 2010 }}
* {{cita web|url=https://www.coe.int/en/web/conventions/full-list/-/conventions/treaty/210/|titolo=Convenzione di Istanbul|lingua=en}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{portale|diritto|femminismo|sociologia}}