Centro antiviolenza: differenze tra le versioni

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Un '''centro antiviolenza''', abbreviato in '''CAV'''<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=I centri antiviolenza|autore=Lorenza Razzi|rivista=Rivista AIAF|numero=3|editore=Associazione Italiana degli Avvocati per la famiglia e per i minori|anno=2016|url=https://www.aiafrivista.it/centri-antiviolenza|accesso=6 gennaio 2025|abstract=si}}</ref>, è una struttura in cui vengono accolte le donne che subiscono o che sono minacciate da qualsiasi forma di [[violenza]]. Offre diversi servizi alle vittime di [[violenza domestica]], [[violenza sessuale]], [[violenza economica]], [[stalking]]: accoglienza telefonica, colloqui personali, ospitalità nelle cosiddette ''[[case rifugio]]'', assistendo così le vittime ed eventualmente i figli [[violenza assistita|minori coinvolti]] nel percorso di uscita dalla violenza.
 
== Storia ==
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Da allora si iniziarono a creare strutture per aiutare e sostenere donne e minori nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. La questione della violenza di genere si iniziò a presentare alle istituzioni come un vero e proprio problema sociale. Le donne, non solo in [[Italia]], ma in tutti paesi<ref name="Freeman75">{{Cita libro|titolo = "Women, a feminist perspective" |autore-capitolo = Jo Freeman|editore = Mayfield Publishing Company |città = Mountain View, California|anno = 1995 |lingua = en|annooriginale = 1975|edizione = 5|capitolo = "The revolution for women in law and public policy" |url=http://www.jofreeman.com/lawandpolicy/revlaw1.htm|pp = 365-404|accesso = 6 giugno 2017|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20161118205607/http://www.jofreeman.com/lawandpolicy/revlaw1.htm }}</ref>, anche con [[Riforma del diritto di famiglia italiano del 1975|la riforma]] del [[diritto di famiglia]], hanno iniziato un percorso di liberazione.
 
Parlare di [[Violenza contro le donne|violenza di genere]] non è stato più un tabù di cui vergognarsi e rompere il silenzio per molte donne è diventata realtà quotidiana. Anche i centri antiviolenza hanno contribuito a rompere il silenzio delle donne esistente da migliaia di anni. Il primo rifugio "moderno", mutuando la pratica del [[self-help]], è stato "Haven House" fondato nel [[1964]] in [[California]] da donne dei [[Al-Anon/Alateen|gruppi Al-Anon]] (gruppi per familiari e amici di [[alcolisti anonimi]])<ref name="Schechter1982">Alle pagine 55 e 127, {{Cita libro|titolo = "Women and Male Violence: The Visions and Struggles of the Battered Women's Movement"|url = https://archive.org/details/womenmaleviolenc0000sche|autore = Susan Schechter |editore = South End Press|città = |anno = 1982 |lingua = en|p = [https://archive.org/details/womenmaleviolenc0000sche/page/367 367] |ISBN = 0-89608-159-1}}</ref>.
 
Uno dei primi rifugi fu fondato da [[Erin Pizzey]] e dalla sua associazione Women's Aid di [[Chiswick]] a Londra nel 1971<ref>{{Cita libro|autore=Erin Pizzey|wkautore =Erin Pizzey|titolo=Grida piano, che i vicini ti sentono|curatore=Carmela Paloschi|data=1977|editore=Limenetimena edizioni|città=Roma|sbn=LO10622616}}</ref>. La violenza domestica e i maltrattamenti in Gran Bretagna e nel mondo erano un problema non visibile e sommerso.
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Tuttavia ancora oggi, per quanto riguarda la situazione in Italia la materia non è mai stata regolamentata da una normativa nazionale, esistono invece molte leggi regionali che si sono occupate di sostenere i centri antiviolenza.
 
LaIl decreto legge n. 11 del 23 aprilefebbraio 2009, nart. 3812<ref>{{citaCita weblegge italiana|urltipo=http://gazzette.comunedecreto legge|anno=2009|mese=02|giorno=23|numero=11|titolo=Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonchè in tema di atti persecutori.jesi.an.it|articolo=12}}</2009/95/3ref>, convertito in legge n.htm 38 del 23 aprile 2009<ref>{{Cita legge italiana|tipo=legge|anno=2009|mese=04|giorno=23|numero=38|titolo=Conversione Testoin coordinatolegge, con modificazioni, del decreto -legge 23 febbraio 2009, n. 11, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonchè in tema di atti persecutori.}}</ref>, ha istituito, presso la [[Presidenza del Consiglio dei ministri]] - [[Dipartimento per le pari opportunità]], un [[numero verde]] di pubblica utilità, il 1522 per tutelare vittime di violenza e di atti persecutori ([[stalking]])<ref>{{citaCita web|url=httphttps://www.pariopportunita.gov.it/controit/numeri-lautili/1522-violenzanumero-sessualeantiviolenza-e-di-genere/numero-verde-1522antistalking/|titolo=1522 - Numero verdeAntiviolenza -e 1522Antistalking|urlmortoeditore=[[Dipartimento per le pari opportunità]]|accesso=6 gennaio 2025}}</ref>.
 
Con l'entrata in vigore della [[Convenzione di Istanbul]] e l'adozione del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne (2017-2020), il Dipartimento per le pari opportunità ha messo in atto politiche in contrasto alla violenza contro le donne che sostengono parzialmente i centri antiviolenza come aiuto concreto alle donne che subiscono violenza.
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=== Caratteristiche e attività ===
I centri antiviolenza, le [[case rifugio]] e le case in semiautonomia<ref name= "socialeLazio1">Centri antiviolenza, case rifugio, [[casaCasa di semiautonomia|semi-autonomia]] sono i tre tipi di strutture disciplinati dalla Legge Regionale del 19 marzo 2014, n. 4 {{Cita web|url autore=Regione Lazio|url=http://www.socialelazio.it/prtl_socialelazio/?vw=contenutiDettaglio&idarg=117&idargP=56|titolo = "Centri antiviolenza, case rifugio, semi-autonomia"|autore = Regione Lazio|data = |accesso = 5 giugno 2017 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170504093238/http://www.socialelazio.it/prtl_socialelazio/?vw=contenutiDettaglio&idarg=117&idargP=56}}</ref> sono in genere gestite da [[Associazione (diritto)|associazioni]], [[cooperativa sociale|cooperative sociali]] e [[ONLUS]], ma talvolta anche da soggetti pubblici, con l'obiettivo di dare supporto ed assistenza alle donne vittime di violenza ed abusi nonché di contrastare efficacemente la [[violenza contro le donne|violenza di genere]] e la [[violenza assistita]].
 
I centri svolgono diverse attività a cominciare dal primo ascolto telefonico, anonimo e gratuito, spesso disponibile 24 ore su 24. Dopo il primo contatto le donne possono decidere di avviare un percorso di uscita dalla violenza, avvalersi di consulenze legali, informazioni e aiuto nella ricerca lavoro e ricerca casa. In alcuni centri si sono formati specifici gruppi di [[auto mutuo aiuto]]<ref name=
"brochureRegLazio2013" >{{Cita web|url = http://www.regione.lazio.it/binary/rl_main/tbl_evidenza/opuscolo_informativo.pdf |titolo = "Vinci sulla violenza. Verso una Rete regionale per il contrasto della violenza di genere" |autore = Regione Lazio |data = 2013|ppp=113|accesso = 5 giugno 2017|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20151123053414/http://www.regione.lazio.it/binary/rl_main/tbl_evidenza/opuscolo_informativo.pdf}} Elenco tipologia servizi e attività alla pagina 35</ref>.
 
In caso di emergenza i centri offrono delle "case rifugio" o nelle "case di semiautonomia", luoghi sicuri dove le donne coi loro figli possono ricostruirsi una vita autonoma, garantendo un posto sicuro<ref name="socialeLazio1" />.
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== Associazioni rilevanti ==
A livello mondiale esiste la rete [[Global Network of Women's Shelter]] (GNWS)<ref>[http://gnws.org/ Global Network of Women's Shelter]</ref>, nata nel 2008 a [[Edmonton]] ([[Canada]]) durante il primo convegno mondiale dei centri di donne contro la violenza.
 
A livello europeo esiste invece l'associazione [[Women Against Violence Europe]] (WAVE)<ref>[https://wave-network.org/ WAVE]</ref>, che riunisce oltre 5000 centri antiviolenza di donne di 46 paesi dell'Europa (compresi paesi dell'Est europea), organizzate a sua volta in federazioni nazionali.
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* {{Cita libro|D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza|Ri-scrivere : principi, pratiche e tratti fondanti dei Centri antiviolenza dieci anni dopo la redazione della Carta nazionale| a cura di Chiara Veltri|Cagli : Settenove| 2018|ISBN=9788898947294}}
* {{Cita pubblicazione|titolo = "Le donne producono sapere, salute, cambiamento: centri in movimento, il movimento dei centri antiviolenza"|autore = AAVV|rivista = Atti del Convegno, 28-29 novembre 2003, Marina di Ravenna |editore = Patron Editore|città = Bologna|anno = 2005|p = 140|ISBN = 978-88-555-2811-5}}
* {{cita libro|Lucia|Ferrante|L'onore ritrovato. Donne nella casa del Soccorso di S. Paolo a Bologna (sec.XVI-VII)| opera= Quaderni storici|volume= 18|pp=499–528499-528|anno=1983}}
* {{cita libro|Luca|Martini|Altre stelle : un viaggio nei centri antiviolenza ; prefazione di Riccardo Iacona ; postfazione di Anna Pramstrahler|Milano|Udine|Mimesis|anno=2017|ISBN=9788857538617}}
* {{cita libro|Luca|Martini|Io sono mia : donne e Centri antiviolenza, storie di rinascita| Alessandria : Capovolte, 2020|ISBN=9788894418934}}