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{{nota disambigua}}
[[File:Robertcarteriii.jpg|thumb|''Robert Carter III di Nomini Hall''. Ritratto di [[Thomas Hudson]], 1753. I ''planters'' vestivano coi costumi tipici dell'aristocrazia europea di cui rappresentavano la controparte americana.]]
Un '''''planter''''' (traducibile impropriamente in italiano come ''piantatore'' o più propriamente come "proprietario terriero di una piantagione") era membro della classe sociale dei ''planters'' o, come è nota alternativamente negli Stati Uniti, come dell' "aristocrazia del sud". Questi erano i membri di una [[casta]] socio-economica della società panamericana che dominò il mercato e l'agricoltura degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] tra il XVII secolo e sino alla metà del XIX secolo, grazie al possesso di vasti terreni ed al lavoro forzato degli schiavi africani importati. La [[tratta atlantica degli schiavi]] permetteva ai ''planters'' di avere lavoro gratuito per poter gestire le proprietà che possedevano dove disponevano di colture di [[Cotone (fibra)|cotone]], [[caffè]], [[]], cacao, zucchero di canna, agave, olio di girasole, olio di palma, alberi della gomma e frutta.
 
Negli [[Stati Uniti meridionali]], i ''planters'' mantennero una cultura distinta caratterizzata da abitudini simili a quelle dell'aristocrazia di campagna europea, soprattutto britannica, enfatizzando la cavalleria, il gentilato, l'ospitalità e tracciando quindi i tratti della moderna società del sud americano.
 
Dopo la [[guerra civile americana]], molti ''planters'' videro le loro ricchezze ridursi sempre più dal momento che venne abolita la schiavitù in tutti gli Stati Uniti, gli ex schiavi liberati e molte terre vennero confiscate. Altre piantagioni vennero convertite in terreni a [[mezzadria]]. Alcune piantagioni divennero in seguito dei musei, e spesso sono state incluse nel [[National Register of Historic Places]].
 
I ''planters'' si diffusero tra i coloni inglesi, olandesi, francesi e spagnoli nelle colonie del nord e del sud America e nelle [[Indie occidentali]]. Personaggi appartenenti a questa classe che divennero poi famosi furono [[William Byrd II|William Byrd]], [[Mary Chesnut]], [[Jefferson Davis]], [[Thomas Jefferson]], [[Robert E. Lee]], [[Jacques Villeré]], [[Sallie Ward]], [[George Washington]] ed il personaggio di finzione [[ScarlettRossella O'Hara]].
 
I ''planters'' furono quasi tutti membri della [[gentry americana]], ma non necessariamente dovevano esserlo per poter essere qualificati come ''planters''.
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==Storia==
La ricerca di oro ed argento fu un tema costante nell'espansione oltremare delle colonie, ma vi erano altre richieste provenienti dall'Europa che il Nuovo Mondo poteva facilmente soddisfare, che contribuirono alla crescita dell'economia occidentale. Mentre l'[[America spagnola]] si concentrava ancora esclusivamente sulla ricerca dell'oro, il [[Brasile]] divenne una delle prime [[colonie di piantagione]] nel 1532, organizzata per produrre colture tropicali - in particolare la [[canna da zucchero]] - molto richiesti in Europa dove non crescevano correttamente o dove vi era scarsità di tali beni.<ref name="PlanterColony1999">{{Cita web |url=http://history-world.org/Latin%20America,%20Plantation%20Colony.htm |titolo=The First Plantation Colony |cognome=Stearns |nome=Peter |data=1999 |editore=International World History Project |accesso=2 luglio 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180701073158/http://history-world.org/Latin%20America,%20Plantation%20Colony.htm |dataarchivio=1 luglio 2018 |urlmorto=sì }}</ref> Le altre maggiori potenze che si impegnarono in questo settore furono Inghilterra, Francia e Paesi Bassi che poco dopo istituirono proprie colonie nelle Americhe. Al presentarsi di nuove opportunità, gli europei che avevano da sempre vissuto nelle rigide strutture del [[feudalesimo]], emigrarono verso le terre intonse della frontiera coloniale.
 
Giunti tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, i primi coloni sbarcarono sulle coste di un paese nuovo di cui non conoscevano nulla. I primi ''planters'' iniziarono come agricoltori veri e propri, provvedendosi il necessario per sfuggire alle carestie, alle malattie ed ai raid degli indiani locali. I nativi americani, però, si dimostrarono in molti casi anche amici dei coloni, insegnando loro a coltivare piante locali come tabacco, zucchero e piante da frutta precedentemente sconosciute. I coloni nel giro di un secolo superarono i nativi nelle loro produzioni, servendosi anche del lavoro degli schiavi importati appositamente dall'Africa. I ''planters'' erano interessati allo sviluppo delle nuove terre per scopi commerciali e per poter estendere il loro dominio personale ed espandere ulteriormente le loro ricchezze.<ref name="PlanterColony1999" />
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[[John Rolfe]], colono di [[Jamestown (Virginia)|Jamestown]], fu il primo colono a coltivare tabacco in Nord America. Egli giunse in Virginia con dei semi di tabacco che si era procurato in un suo precedente viaggio a [[Trinidad (isola)|Trinidad]], e nel 1612 iniziò a coltivare la nuova specie per venderla poi al mercato europeo.<ref>Brandt, 2007, p.20</ref> Nel corso del XVII secolo, l'area di [[Chesapeake Bay]] divenne particolarmente ideale per le coltivazioni del tabacco. Le navi annualmente trasportavano 680.000 kg di tabacco dalla baia negli anni '30 del Seicento, saliti vertiginosamente a 18.000.000 kg alla fine del secolo. I ''planters'' di tabacco finanziavano le loro operazioni anche grazie a prestiti ottenuti in madrepatria. Coi prezzi del tabacco crollati vertiginosamente a metà del Settecento, molte piantagioni ebbero problemi. Nello sforzo di combattere la rovina finanziaria, i ''planters'' si dedicarono anche ad altre coltivazioni ma pur sempre redditizie, come ad esempio il cotone.
 
Nel 1720, il caffè venne per la prima volta introdotto nelle Indie Occidentali dall'ufficiale navale francese [[Gabriel de Clieu]], il quale si era procurato dei semi di caffè dal [[Jardin des plantes|Giardino Botanico Reale]] di Parigi e li aveva trasportati in [[Martinica]]. Egli trapiantò alcune piante a [[Mount Pelée]] e fu in grado di ricavare il primo raccolto ideale nel 1726. In cinquant'anni in Martinica si contarono 18.000 piante di caffè e la sua coltivazione iniziò ad espandersi anche a [[Santo Domingo]], in [[Nuova Spagna]] e nelle altre isole dei Caraibi. Il territorio francese di Saint-Domingue iniziò a coltivare caffè nel 1734, e dal 1788 già suppliva metà del mercato globale di questa merce. Le piantagioni coloniali francesi si servivano fortemente di schiavi africani. Ad ogni modo le pessime condizioni in cui gli schiavi dei francesi erano tenuti portarono alla [[rivoluzione haitiana]]. Il caffè ebbe un'influenza particolare nella geografia dell'America Latina.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=A Place Unbecoming: The Coffee Farm of Northern Latin America|url=https://archive.org/details/sim_geographical-review_1999-10_89_4/page/554|nome=Robert A.|cognome=Rice|rivista=Geographical Review|volume=89|numero=4|anno=1999|pp=554–579554-579|jstor=216102|doi=10.2307/216102}}</ref>
 
===Rivoluzione e abolizionismo===
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L'[[architettura georgiana]] si diffuse un po' in tutte le colonie inglesi durante l'[[età georgiana]]. Le costruzioni americane del periodo georgiano erano spesso costruite in legno. All'epoca infatti risultava complesso trasportare o produrre mattoni o pietra e pertanto il legno si presentava come l'alternativa più semplice da ottenere localmente.
[[File:Westover Virginia, 1865, Edward Lamson Henry.jpg|thumb|La Westover Plantation occupata dai soldati dell'Unione durante la guerra civile americana, nel 1865.]]
Uno dei più fulgidi esempi di architettura georgiana abbinata alle piantagioni è considerata ancora oggi [[Westover Plantation]], costruita a metà del XVIII secolo come residenza per William Byrd II, fondatore della [[Città di Richmond]]. L'entrata principale è adornata con decorazioni, mentre il resto della costruzione si presenta in forme semplici ma eleganti.<ref name="Westover">{{Cita web|url=http://westover-plantation.com/index.htm |titolo=Westover Plantation: Official website |autore=<!--Not stated--> |data=<!--Not stated--> |editore=Westover Plantation |accesso=24 giugno 2018 }}</ref><ref>{{Cita web|url=https://npgallery.nps.gov/NRHP/AssetDetail?assetID=ba9bf0d2-ddb0-429f-8452-4ac426952077 |titolo=Westover |autore=<!--Not stated--> |data=1966 |sito=U.S. National Register of Historic Places |editore=U.S. National Park Service |accesso=24 giugno 2018 }}</ref> Durante la guerra civile americana la casa fu quartier generale del generale unionista [[Fitz John Porter]], protetto di [[George McClellan]], che era di sede nella vicina [[Berkeley Plantation]], e che si vide colpire l'ala est della costruzione con una palla di cannone confederata sparata dall'altra riva del [[James River]]. L'ala prese fuoco e cadde in rovina sino a quando Mrs. Clarise Sears Ramsey, una discendente della [[Famiglia Byrd della Virginia|famiglia Byrd]], non ottenne la proprietà nel 1899. Fu lei a modernizzare la casa, ricostruendo l'ala est ed aggiungendo dei porticati per collegare le dependancesdépendance esterne con la casa padronale principale.<ref name="Westover" />
 
===Architettura palladiana===
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*{{Cita libro|cognome=Dunn |nome=Richard S. |data=1972 |titolo=Sugar and Slaves: The Rise of the Planter Class in the English West Indies, 1624-1713 |url=https://books.google.com/books/about/Sugar_and_Slaves.html?id=nGAei2HGoosC |città=Chapel Hill |editore=University of North Carolina Press |isbn=978-1-4696-0042-0}}
*{{Cita libro|cognome=Laborie |nome=P. J. |data=1798 |titolo=The Coffee Planter of Saint Domingo |url=https://archive.org/details/coffeeplanterofs00labo |città=London |editore=Printed for T. Cadell & W. Davies }}
 
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