8,8 cm FlaK: differenze tra le versioni

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{{arma
|Arma = Artiglieria
|Nome = 8.8 cm FlaK
|Altra denominazione =
|Immagine = Flak18-36.jpg
|Didascalia = Un 8,8 cm FlaK attualmente in mostra al Museo della Luftwaffe di [[Berlino]]
|Tipo = Cannone
|Tipo di munizioni =
|Impiego = Contraerei
|Costruttore = Krupp
|Anno progettazione = 1933
|Entrata in servizio = [[1933]]
|Ritiro dal servizio = [[1945]]
|Costo unitario =
|Peso = assetto di marcia: {{M|6861|u=kg}}<br />in batteria: {{M|5150|u=kg}}
|Lunghezza = {{M|7.62|u=m}}
|Lunghezza canna = {{M|4.66|u=m}}
|Calibro = {{M|88|u=mm}}
|Peso proiettile = {{M|9.24|u=kg}}
|Angolo di tiro = 360°
|Elevazione = <nowiki>-</nowiki>3/+85°
|Gittata massima = {{M|8000|u=m}} (quota massima efficace)
|Velocità alla volata = {{M|820|u=m/s}}
|Carica =
|esemplari prodotti =
|Utilizzatori = {{DEU 1933-1945}} <br /> {{ITA 1861-1946}} <br /> {{FIN}} <br /> {{ROU 1881-1947}} <br /> {{Bandiera|ESP 1939-1945}} [[Spagna franchista|Spagna]] <br /> {{bandiera|BGR}} [[Regno di Bulgaria|Bulgaria]] <br /> {{SUN 1923-1955}} <br /> {{CHN 1928-1949}} <br /> {{USA 1912-1959}} <br /> {{GRC 1822-1978}}
|Note = Dati per {{M|8.8|u=cm}} FlaK 18
|Ref = Efour4ever<ref>[{{cita testo|url=http://efour4ever.com/88.htm |titolo=The "88"<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20060327181851/http://efour4ever.com/88.htm |data=27 marzo 2006 }}.</ref>
}}
Il cannone [[contraerea|contraerei]] '''{{M|8.8|u=cm}} Fliegabwehrkanone (FlaK)''', soprannominato '''Flak 88''', fu uno dei cannoni di maggior successo della [[seconda guerra mondiale]]. Venne utilizzato anche come cannone [[controcarri]] ed in questa funzione si dimostrò una delle armi meglio riuscite fra quelle prodotte nell'intervallo fra le due guerre mondiali.
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Nel corso della [[prima guerra mondiale]] era stato prodotto dalla [[Krupp]] e dalla Erhardt (successivamente [[Rheinmetall]]) un cannone contraereo del [[calibro (arma)|calibro]] di 88 [[Millimetro|mm]] ({{M|8.8|u=cm}} FlaK) destinato a difendere le città tedesche nelle zone della [[Regione della Ruhr|Ruhr]] e della [[Renania]] dalle incursioni aeree che, nel [[1917]], cominciavano a interessare quelle zone, prossime ai confini con la [[Francia]].
 
Dopo il [[trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles]] la Krupp, per eludere le clausole che limitavano la produzione di artiglierie in [[Germania]], inviò un gruppo di tecnici in [[Svezia]] per sviluppare cannoni contraerei in collaborazione con la [[Bofors]]: il prodotto finale fu il [[Bofors 75 mm (cannone contraerei)|Bofors {{M|75|u=mm}}]], ma l'esercito tedesco valutò le caratteristiche del pezzo ancora insufficienti e richiese la progettazione di un cannone di calibro superiore. Nel frattempo, nel [[1933]] la Germania aveva denunciato il Trattato di Versailles, quindi questo nuovo pezzo comparve direttamente con la denominazione tedesca, '''{{M|8.8|u=cm}} Flak Mod 18'''. Fu subito chiaro che si trattava di un cannone molto ben riuscito, e fu ordinato in un gran numero di esemplari per la ''[[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]],'' che aveva le competenze per la difesa aerea della [[Germania nazista|Germania]]. Il Mod 18 aveva la canna in un pezzo unico, caratteristica che rendeva necessaria la completa sostituzione di essa dopo un certo numero di tiri. Con il '''{{M|8.8|u=cm}} FlaK 36''' la canna fu costruita in sezioni separate, facilitando quindi la sostituzione delle canne usurate dal tiro e permettendo di sostituire solo la sezione adiacente alla [[culatta]] (quella che, a causa della maggiore temperatura, si usurava più facilmente).
 
Il modello '''{{M|8.8|u=cm}} FlaK Mod 37''' aveva un sistema di trasmissione dati ottimizzato per l'impiego da postazioni fisse (quindi per essere utilizzato per la difesa contraerea del territorio e non per quella delle unità da campagna). In pratica questi tre modelli erano intercambiabili, quindi non era difficile vedere canne del Mod 18 su affusti del Mod 37 e viceversa.
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Il cannone ''FlaK 18'' aveva una canna in due pezzi, incamiciati in modo da poter sostituire solo una parte della canna stessa, della lunghezza di 53 calibri (anche se il cannone era indicato come L/56) per una lunghezza totale di {{M|4664|u=mm}}. Il meccanismo di otturazione era a movimento orizzontale semiautomatico, attivato da una molla messa in tensione dal rinculo del pezzo. L'affusto era a crociera (''kreuzlafette'') su un piedistallo relativamente alto, per permettere il movimento dell'otturatore anche alla massima elevazione del pezzo. L'affusto a crociera permetteva un brandeggio per 360°, ma aumentava il peso e le difficoltà di messa in batteria rispetto agli affusti a cassone o a gambe divaricabili. In ordine di marcia due travi della crociera erano sollevate e le altre erano messe su carrelli a ruota singola (nei primi modelli le ruote erano con gomme piene invece che con pneumatici). Il movimento in elevazione era da -3° a 85°, permettendo quindi al cannone di impegnare anche bersagli terrestri. Il peso del pezzo in batteria era di {{M|4985|u=kg}}. I serventi erano protetti dal tiro delle armi leggere da una scudatura fissata all'affusto del pezzo.
 
Il pezzo dimostrò una notevole precisione sia nel tiro terrestre che in quello contraereo. Una squadra di serventi ben addestrata teoricamente poteva sparare 15 colpi al minuto, [[cadenza di tiro]] comunque limitata dalle esigenze logistiche. I colpi erano tutti a [[cartoccio proietto]] (cioè con la granata che veniva caricata come corpo unico col bossolo che conteneva la [[carica di lancio]], a differenza di quanto avveniva e avviene con gli obici in cui la granata viene caricata e successivamente si introduce la carica di lancio variabile) del peso di {{M|10.4|u=kg}} nel caso del proietto ad alto esplosivo (contro bersagli generici). Successivamente fu introdotto un [[proiettile perforante]] del peso di {{M|9.2|u=kg}} e con una velocità alla bocca di {{M|820|u=m/s}}. Il peso dei proiettili chiarisce le esigenze logistiche che limitavano la cadenza di tiro del pezzo: sparando a pieno ritmo praticamente sarebbe stato necessario un rifornimento di {{M|150|u=kg/min}} di munizioni.
 
Il proiettile ad alto esplosivo aveva una quota massima di {{M|9900|u=m}}, ma raggiungeva la massima efficacia a {{M|8000|u=m}}, la massima gittata nel tiro terrestre era di {{M|14|u=80014800|u=m}}. Utilizzato come arma anticarro poteva impegnare bersagli con il tiro nel primo arco (tiro diretto) fino a {{M|3000|u=m}}.
 
== {{M|8.8|u=cm}} FlaK 36 ==
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== {{M|8.8|u=cm}} FlaK 41 ==
Fin dall'inizio della guerra la Luftwaffe, a cui era demandata tutta la difesa aerea della Germania, si rese conto della necessità di avere un cannone con una maggiore quota operativa, e quindi una maggiore velocità alla bocca. La Rheinmetall-Borsig iniziò lo sviluppo di una nuova canna, producendo i nuovi prototipi nel [[1941]], ma producendo il cannone completo solo nel [[1943]]. Il meccanismo di recupero e di ammortizzazione del rinculo fu rivisto, spostando la culla in posizione orizzontale e sostituendo il piedistallo con un perno per abbassare l'altezza del pezzo. La nuova canna era lunga 72 calibri, cioè {{M|6.336|u=m}} (anche se era definito L/74), costruita in tre parti alesate tenute unite da un manicotto. Il proiettile pesava {{M|9.2|u=kg}} ed aveva una velocità alla bocca di {{M|1000|u=m/s}}, quindi per caricarlo era stato previsto un [[calcatoio]] automatico. La quota massima per il proiettile era di {{M|15000|u=m}}, mentre la quota di massima efficacia era di {{M|10000|u=m}}. I proiettili ad alto esplosivo per il tiro terrestre avevano un peso di {{M10.4|u=kg}} ed una gittata massima di {{M|19700|u=m}}. Il FlaK 41 aveva un peso di {{M|11240|u=kg}} in ordine di marcia e di {{M|7800|u=kg}} in batteria. L'angolo di tiro variava da -3° a 90°, mentre il brandeggio restava a 360°. La massima cadenza di tiro (teorica) era di 20 colpi al minuto.
 
== DKM 43 {{M|8.8|u=cm}} ==
Questo cannone si discosta totalmente dalla linea degli altri cannoni da {{M|88|u=mm}} ed a rigore non può essere considerato un cannone contraerei, ciononostante può essere inserito in questa voce, considerando che usava la testata dei proiettili antiaerei da {{M|88|u=mm}}. Il ''Dusenkanon'' (o ''DKM 43 {{M|8.8|u=cm}}'' o ''DUKA {{M|88|u=mm}}'', in altre fonti) era un [[cannone senza rinculo]] da {{M|88|u=mm}} che doveva essere caricato su un caccia pesante (i candidati erano il [[Messerschmitt Bf 110|Bf 110]] e lo [[Junkers Ju 88|Ju 88]]) per impegnare le formazioni aeree alleate. Il cannone aveva un singolo colpo, e due [[Effetto Venturi|tubi Venturi]] dopo l'otturatore, per ridurre le forze di rinculo sull'aereo. Il cannone era caricato a terra e, dopo il colpo, il caccia doveva rientrare per riutilizzare nuovamente l'arma. Il progetto era ancora in fase di studio alla fine della guerra.
 
== I semoventi ==
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Il primo impiego bellico dell'88 fu nella [[guerra di Spagna]], in dotazione alla [[Legione Condor]] (il reparto della Luftwaffe inviato in appoggio alle truppe nazionaliste). Usato inizialmente nel suo ruolo nominale (contraerei), nel [[1937]] fu considerato utile anche nel ruolo controcarri e da quel momento fu utilizzato anche nel ruolo terrestre, tanto che nell'offensiva contro la Catalogna (ultima grande offensiva della guerra) i colpi sparati contro bersagli aerei furono solo il 7% del totale.<ref>J. Norris op. cit. pag 8.</ref>
 
Nonostante questi risultati non tutti erano convinti della soluzione di utilizzare cannoni contraerei in funzione controcarri, tanto che questa modalità di impiego non era ancora stata codificata all'inizio della [[Secondaseconda guerra mondiale]]. Tuttavia la ''Waffenamt'' (Ispettorato per le armi) continuò a studiare proiettili perforanti per questa arma. Il 21 maggio [[1940]] la ''[[7. Panzer-Division (Wehrmacht)|7ª Panzerdivision]]'' fu attaccata da due divisioni di fanteria ([[5th Infantry Division (Gran Bretagna)|5ª]] e [[25th Infantry Division (Gran Bretagna)|25ª Divisione fanteria]]) britanniche, rinforzate da ununa brigata corazzata (''1st Army Tank Brigade'') nei pressi di [[Arras]] in [[Francia]]. I carri [[Matilda II (carro armato)|Matilda]] britannici ebbero presto ragione dei [[Panzer 38(t)]] che formavano la parte più consistente dei carri tedeschi, ed investirono direttamente le fanterie, senza che i [[3,7 cm PaK 36|{{M|3.7|u=cm}} PaK 36]] riuscissero a fermarli. A quel punto il comandante della divisione (generale [[Erwin Rommel|Rommel]]) ordinò di mettere in posizione gli 88 che, finalmente, ebbero ragione delle corazze dei carri britannici. Da quel momento l'utilità degli 88 nell'uso controcarri non fu più messa in discussione.
 
Rommel continuò ad usare gli 88 come arma controcarri per tutta la [[Campagna del Nord Africa]]. Particolarmente rilevante sotto questo aspetto è la difesa del [[Passo di Halfaya|Passo Halfaya]], noto fra i carristi britannici come ''Hellfire Pass'' (passo del fuoco dell'inferno). Fino alla fine della guerra gli 88 contraerei furono utilizzati su tutti i fronti anche come armi controcarri, anche dopo che erano stati sviluppati [[8,8 cm PaK|cannoni controcarri dello stesso calibro]].
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=== L'impiego nel Regio Esercito ===
{{finestra|allign=left|width=50%|logo=|border=1pxriquadro|col1=#605030|col2=#dddddd|col3=white|font-size=100%|titolo=Munizionamento dell'88/55 nel Regio Esercito<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 216, 217, stranamente non viene indicato munizionamento da esercitazione.</ref>|contenuto=
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* [[cartoccio-proietto]] contraerei (spoletta meccanica)
* granata perforante L/3.9
* granata dirompente L/4.5 (KE)
}}
 
</div>Nel giugno del [[1939]] l'[[Italia]] aveva forti crediti (circa 300 milioni di lire dell'epoca) nei confronti della [[Germania nazista|Germania]] per la cessione di materiali lavorati, quindi il Ministero della Guerra propose che venissero saldati con la cessione di 50 [[Compagnia (unità militare)|batterie]] di ''{{M|8.8|u=cm}} FlaK'' ('''88/55''' nella denominazione italiana), pari a 300 bocche da fuoco e relativo munizionamento. Mentre la proposta fu accettata in linea di massima, le autorità tedesche fecero presente di non avere a disposizione tanti pezzi, quindi saldarono il debito in parte con gli ''{{M|8.8|u=cm}} FlaK'' ed in parte con i ''[[7.5 cm kanon PL Vz. 37|{{M|7.5|u=cm}} M37(t)]]'' (75/50 nella denominazione italiana).<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 211.</ref> Nella proposta presentata dalle autorità tedesche era prevista anche la fornitura da parte italiana di parti meccaniche per cannoni contraerei e controcarri, quindi la produzione di componenti per artiglierie fu avviata nelle officine [[Ansaldo]] ([[Genova]] e [[Pozzuoli]]) e [[OTO Melara|OTO]].<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 216.</ref> Le batterie erano fornite complete di centrale di tiro Zeiss Mod. 36 e relative apparecchiature ausiliarie.
 
Le batterie cominciarono a giungere in Italia pochi giorni dopo l'ingresso dell'Italia in guerra, ed inizialmente furono assegnati in parte alla [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|MACA]] per la protezione delle principali città ed in parte inviate in [[Libia]] per la protezione dei porti. Alcuni gruppi furono successivamente assegnati a reparti mobili motocorazzati, ma fu subito evidente che il Regio Esercito non aveva a disposizione un [[Trattore d'artiglieria|trattore]] con caratteristiche adatte al traino del pezzo, dato che il compito era affidato ai [[Lancia 3Ro]], privi di trazione integrale.<ref>F. Cappellano, op. cit., nota 50 a pag 217.</ref> Alla fine del 1940 erano disponibili 44 pezzi e relative centrali di tiro.<ref name = autogenerato1>F. Cappellano, op. cit. pag 217.</ref> A partire dall'ottobre [[1942]] diverse batterie, pur restando tedesche, furono utilizzate da personale italiano per la protezione di infrastrutture militari e centri abitati, pratica ulteriormente intensificata nel 1943, arrivando ad interessare più di 100 batterie.<ref name=autogenerato1 /> Oltre ai cannoni che giungevano per i canali stabiliti nel 1940, nel 1943 furono trasferiti 24 pezzi e relativi trattori [[Sd.Kfz. 7]], destinati all'equipaggiamento della [[1ª Divisione corazzata "M"]]. L'88/55 nel Regio Esercito fu utilizzato nel suo ruolo naturale, cioè come arma contraerei, e l'utilizzo come cannone controcarri fu limitato all'Africa Settentrionale (Libia e Tunisia) per pochi gruppi autocampali.
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== Galleria fotografica: {{M|8.8|u=cm}} FlaK ==
<gallery align="center">
File:FLAK36-37L56.jpg|
File:880mm Flak D WWII db.jpg|
File:88mm gun helsinki side.jpg|
File:8,8-cm-Flugabwehrkanone 37.8.8 cm anti-aircraft cannon 37.JPG|
File:Flak 8.8cm.jpg|
File:El Alamein2.jpg|
</gallery>
 
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== Bibliografia ==
* Autori vari. ''War Machine''. Aerospace Publishing Ltd London (1985). Tradotto in italiano a cura di Mario Bucalossi, Carlo Maggiora, Pietro Rotundo, Pietro Scagliusi col titolo ''Armi da Guerra'', edito da Istituto Geografico De Agostini SpA Novara (1986).
* Eddy Bauer. ''Histoire controversée de la deuxième guerre mondiale'' tradotta da Achille Pelà e Rosanna Pelà come ''Storia controversa della seconda guerra mondiale''. Istituito Geografico De Agostini SpA (1976).
* Peter Chamberlain and Hilary L. Doyle. ''German Army Semi-Tracks 1939-45, Part 1 - Prime movers and self propelled carriages''. M.A.P. Publications (1971).
* Filippo Cappellano, ''Le artiglierie del Regio Esercito nella seconda guerra mondiale'', Albertelli Edizioni Speciali, Parma, 1998 ISBN 88-87372-03-9.
* John Norris. ''{{M|88|u=mm}} FlaK 18/36/37/41 & PaK 43 1936-45''. Osprey Publishing (2002).
* {{Citacita libro|cognome=Nowarra|nome=Heinz J.|titolo=Die Deutsche Luftrüstung 1933-1945|editore=Bernard & Graeffe Verlag|città=Koblenz|anno=1993|volume=Band 4|lingua=de|isbn=3-7637-5468-7|cid=Nowarra 1993}}
* Alberto Pirella. ''Proiettili, cannoni, semoventi controcarro e trattori dell'Esercito tedesco 1936-1945''. Intergest (1976).
 
== Voci correlate ==
* [[Armi contraerei]]
* [[Luftwaffe (Wehrmacht)#Flak]]
* [[FlaK]]
* [[8,8 cm PaK]]