8,8 cm FlaK: differenze tra le versioni
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Il cannone ''FlaK 18'' aveva una canna in due pezzi, incamiciati in modo da poter sostituire solo una parte della canna stessa, della lunghezza di 53 calibri (anche se il cannone era indicato come L/56) per una lunghezza totale di {{M|4664|u=mm}}. Il meccanismo di otturazione era a movimento orizzontale semiautomatico, attivato da una molla messa in tensione dal rinculo del pezzo. L'affusto era a crociera (''kreuzlafette'') su un piedistallo relativamente alto, per permettere il movimento dell'otturatore anche alla massima elevazione del pezzo. L'affusto a crociera permetteva un brandeggio per 360°, ma aumentava il peso e le difficoltà di messa in batteria rispetto agli affusti a cassone o a gambe divaricabili. In ordine di marcia due travi della crociera erano sollevate e le altre erano messe su carrelli a ruota singola (nei primi modelli le ruote erano con gomme piene invece che con pneumatici). Il movimento in elevazione era da -3° a 85°, permettendo quindi al cannone di impegnare anche bersagli terrestri. Il peso del pezzo in batteria era di {{M|4985|u=kg}}. I serventi erano protetti dal tiro delle armi leggere da una scudatura fissata all'affusto del pezzo.
Il pezzo dimostrò una notevole precisione sia nel tiro terrestre che in quello contraereo. Una squadra di serventi ben addestrata teoricamente poteva sparare 15 colpi al minuto, [[cadenza di tiro]] comunque limitata dalle esigenze logistiche. I colpi erano tutti a [[cartoccio proietto]] (cioè con la granata che veniva caricata come corpo unico col bossolo che conteneva la [[carica di lancio]], a differenza di quanto avveniva e avviene con gli obici in cui la granata viene caricata e successivamente si introduce la carica di lancio variabile) del peso di {{M|10.4|u=kg}} nel caso del proietto ad alto esplosivo (contro bersagli generici). Successivamente fu introdotto un [[proiettile perforante]] del peso di {{M|9.2|u=kg}} e con una velocità alla bocca di {{M|820|u=m/s}}. Il peso dei proiettili chiarisce le esigenze logistiche che limitavano la cadenza di tiro del pezzo: sparando a pieno ritmo praticamente sarebbe stato necessario un rifornimento di {{M|150|u=kg/min}} di munizioni.
Il proiettile ad alto esplosivo aveva una quota massima di {{M|9900|u=m}}, ma raggiungeva la massima efficacia a {{M|8000|u=m}}, la massima gittata nel tiro terrestre era di {{M|14800|u=m}}. Utilizzato come arma anticarro poteva impegnare bersagli con il tiro nel primo arco (tiro diretto) fino a {{M|3000|u=m}}.
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== DKM 43 {{M|8.8|u=cm}} ==
Questo cannone si discosta totalmente dalla linea degli altri cannoni da {{M|88|u=mm}} ed a rigore non può essere considerato un cannone contraerei, ciononostante può essere inserito in questa voce, considerando che usava la testata dei proiettili antiaerei da {{M|88|u=mm}}. Il ''Dusenkanon'' (o ''DKM 43 {{M|8.8|u=cm}}'' o ''DUKA {{M|88|u=mm}}'', in altre fonti) era un [[cannone senza rinculo]] da {{M|88|u=mm}} che doveva essere caricato su un caccia pesante (i candidati erano il [[Messerschmitt Bf 110|Bf 110]] e lo [[Junkers Ju 88|Ju 88]]) per impegnare le formazioni aeree alleate. Il cannone aveva un singolo colpo, e due [[Effetto Venturi|tubi Venturi]] dopo l'otturatore, per ridurre le forze di rinculo sull'aereo. Il cannone era caricato a terra e, dopo il colpo, il caccia doveva rientrare per riutilizzare nuovamente l'arma. Il progetto era ancora in fase di studio alla fine della guerra.
== I semoventi ==
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=== L'impiego nel Regio Esercito ===
{{
▲{{finestra|allign=left|width=50%|logo=|border=1px|col1=#605030|col2=#dddddd|col3=white|font-size=100%|titolo=Munizionamento dell'88/55 nel Regio Esercito<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 216, 217, stranamente non viene indicato munizionamento da esercitazione.</ref>|contenuto=
* [[cartoccio-proietto]] contraerei (spoletta meccanica)
* granata perforante L/3.9
* granata dirompente L/4.5 (KE)
}}
Le batterie cominciarono a giungere in Italia pochi giorni dopo l'ingresso dell'Italia in guerra, ed inizialmente furono assegnati in parte alla [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|MACA]] per la protezione delle principali città ed in parte inviate in [[Libia]] per la protezione dei porti. Alcuni gruppi furono successivamente assegnati a reparti mobili motocorazzati, ma fu subito evidente che il Regio Esercito non aveva a disposizione un [[Trattore d'artiglieria|trattore]] con caratteristiche adatte al traino del pezzo, dato che il compito era affidato ai [[Lancia 3Ro]], privi di trazione integrale.<ref>F. Cappellano, op. cit., nota 50 a pag 217.</ref> Alla fine del 1940 erano disponibili 44 pezzi e relative centrali di tiro.<ref name = autogenerato1>F. Cappellano, op. cit. pag 217.</ref> A partire dall'ottobre [[1942]] diverse batterie, pur restando tedesche, furono utilizzate da personale italiano per la protezione di infrastrutture militari e centri abitati, pratica ulteriormente intensificata nel 1943, arrivando ad interessare più di 100 batterie.<ref name=autogenerato1 /> Oltre ai cannoni che giungevano per i canali stabiliti nel 1940, nel 1943 furono trasferiti 24 pezzi e relativi trattori [[Sd.Kfz. 7]], destinati all'equipaggiamento della [[1ª Divisione corazzata "M"]]. L'88/55 nel Regio Esercito fu utilizzato nel suo ruolo naturale, cioè come arma contraerei, e l'utilizzo come cannone controcarri fu limitato all'Africa Settentrionale (Libia e Tunisia) per pochi gruppi autocampali.
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