Emilio Gnutti: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Emilio
|Cognome = Gnutti
|Sesso = M
|LuogoNascita = Brescia
|GiornoMeseNascita = 6 agosto
|AnnoNascita = 1947
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = imprenditore
|Attività2 = dirigente d'azienda
|Nazionalità = italiano
|Immagine = GnuttiEmilio.jpg
|Didascalia =Emilio Gnutti nel 2007
}}
È tra i finanzieri più conosciuti d'Italia, essendo stato uno dei protagonisti di varie operazioni importanti dell'[[economia italiana]].
È stato presente nella lista degli uomini più ricchi d'Italia, stilata dal giornale finanziario americano "Forbes", con un patrimonio stimato di circa 1 miliardo di dollari<ref name="for
==
Diploma di Perito Industriale e Laureato in Lettere e Filosofia, inizia la sua carriera imprenditoriale nel 1969 fondando la GI-EM, società di motori elettrici, che porterà a posizioni di leadership europea, attraverso operazioni di fusioni e acquisizioni con altre realtà (Siber, Vemer, Molveno, Dreefs) dello stesso segmento.
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Nel 1989 Gnutti esce da Fin-Eco e con la liquidazione ricevuta e l'esperienza acquisita nel mondo parabancario costituisce nel 1995 G.P. Partecipazioni S.p.A. divenuta nel 1997 Hopa S.p.A.
Hopa diventa nel giro di pochi anni la cosiddetta bicamerale della finanza poiché Gnutti riesce ad unire come soci [[Unipol]] e [[Banca Monte dei Paschi di Siena]] da una parte e la [[Fininvest]] di [[Berlusconi]] dall'altra.<ref name="bic
Emilio Gnutti conosce, nel consiglio di [[Banca Agricola Mantovana]], [[Roberto Colaninno]] ed insieme rafforzano il sodalizio in Hopa dove raccolgono l'adesione di centinaia di imprenditori italiani, che verranno definiti giornalisticamente la "razza padana".
Gnutti e Colaninno acquistano la società [[Olivetti]] e attraverso questa società compiono la "madre di tutte le scalate"<ref name=mad >Da ''Il Giornale'' del 21 gennaio 2006,[http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=58733&START=0&2col= "Chicco, dagli asciugacapelli alla madre di tutte le scalate"]</ref> lanciando la famosa [[opa]] ostile su [[Telecom Italia]], conquistandola.<ref name="opa
Colaninno e Gnutti verranno definiti
Un'altra importante operazione orchestrata da Gnutti è la vendita del Gruppo Colmark alla [[Rinascente]] della [[Famiglia Agnelli]].<ref name="col
Nel 2001 la Hopa dello scalatore<ref name="sca
▲Nel 2001 la Hopa dello scalatore<ref name=sca >Da ''Repubblica'' del 31 maggio 1999 [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/05/31/uno-scalatore-di-nome-gnutti.html "Uno scalatore di nome Gnutti"]</ref> Gnutti vende la partecipazione di Telecom Italia alla [[Olimpia (azienda)|Olimpia]] di [[Tronchetti Provera]],ma pochi giorni dopo l'accordo il crollo delle torri gemelle cambia le carte in tavola e il contratto da poco firmato viene modificato sostanzialmente con un importante sconto a favore di Tronchetti<ref name=sco >Da ''Repubblica'' del 18 settembre 2001, sezione Economia [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/09/18/tronchetti-vuole-rinegoziare-acquisto-di-olivetti-dalla.html "Tronchetti vuole rinegoziare l'acquisto di Olivetti dalla Bell"]</ref>.
Hopa quindi, in forza dai nuovi accordi, deve reinvestire buona parte delle plusvalenze derivanti dalla vendita della partecipazione in Telecom, nella cassaforte Olimpia che a sua volta possiede Telecom.
Da allora Hopa rimane quindi ancora azionista (con circa il 3,4%) di Telecom ancorché la partecipazione diventerà poi diretta dopo l'uscita da Olimpia.
Nel 2005 Gnutti si dimette dal consiglio Hopa e da quasi tutte le cariche ricoperte nelle società fino ad allora gestite poiché decide di ritirarsi dal mondo finanziario a seguito dei procedimenti giudiziari che lo hanno reso protagonista.<ref name="rit
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Nel
Nel
Nel
I fatti si svolsero tra il 2000 e 2003, quando la SHS passò da Srl a Spa accogliendo nuovi soci investitori che, in seguito a una crisi di governance, secondo l'accusa decisero di far fallire l'azienda svuotandola del patrimonio sociale.▼
Nel
I 10 imputati sono i soci Emilio Gnutti, Andrea Guerini, Ettore Lonati, Romano Marniga, Osvaldo Savoldi, Giancarlo Turati, Bruno Roma, il componente del collegio sindacale Matteo Bonalumi, il consulente dei nuovi soci Paolo Vavassori e quello dei vecchi soci Arrigo Bandera. Saranno davanti al giudice della seconda sezione penale del tribunale di Brescia il 22 marzo 2011.▼
Dal 1993 al
L'intera vicenda si innesta in quella più ampia e con numerosi intrecci e connivenze economiche e politiche, vicenda che tenne a lungo tempo le prime pagine dei giornali. Riguarda la scalata alla Banca Antonveneta da parte della banca Popolare di Lodi (allora Presieduta da Gianpiero Fiorani), sostenuto dall'allora Governatore della Banca d'Italia, alcuni immobiliaristi (Ricucci, Coppola) ed il finanziere bresciano Emilio Gnutti (già alleato di Consorte nella vicenda Telecom). L'insieme dei personaggi è stato consegnato alle cronache con la definizione emblematica dei [[furbetti del quartierino]].▼
Dal
Le dimissioni di [[Giovanni Consorte]] sono state causate dalle accuse di [[aggiotaggio]], [[associazione a delinquere]] e [[appropriazione indebita]] a lui rivolte in occasione dello scandalo finanziario relativo alla [[Offerta pubblica di acquisto|scalata]] della Banca popolare di Lodi, oggi Banca Popolare Italiana, alla [[Banca Antonveneta]]. L'[[aggiotaggio]] si concentra su 50 milioni di Euro ricevuti (insieme al proprio vice Ivano Sacchetti) dal finanziere Gnutti, per «consulenze» in proprio fatte a favore della Hopa di Gnutti. «Consulenze», però, pagate non con fatture ma dietro lo schermo di plusvalenze artificialmente create con operazioni borsistiche «blindate».▼
Dal
Questa è la versione che Consorte ha offerto agli inquirenti per giustificare questa consistente somma. Flussi creati con un particolare meccanismo, secondo quanto già rilevato dalle indagini e spiegato da Gnutti: Consorte e Sacchetti, attraverso intermediari spesso del gruppo del banchiere Gianpiero Fiorani, investivano su titoli o prodotti derivati ritenuti «promettenti» dal punto di vista del margine di incremento prevedibile, e subito li rivendevano a Gnutti a prezzi sensibilmente più alti, ricavandone quindi immediate plusvalenze a colpo sicuro, di dimensione pari all'apparente generosità di Gnutti.▼
Dal 1999 al 2005 è Amministratore di [[Fingruppo]] S.p.A. Dal 1999 al 2004 è consigliere di [[SNIA|Snia S.p.A.]], società quotata a [[Piazza Affari]]. Dal
In data 25 ottobre 2006, Consorte, [[Ivano Sacchetti]] (ex presidente Unipol Banca e vicepresidente di Unipol) e il finanziere Emilio Gnutti sono stati condannati a 6 mesi di reclusione dal giudice di Milano Elisabetta Meyer con l'accusa di [[insider trading]] su titoli Unipol, stabilendo in 92.500 euro i danni patrimoniali e non patrimoniali che andranno risarciti dai tre condannati, in solido tra loro, alla [[Consob]], parte civile nel processo. "Amareggiati e increduli" per l'esito della sentenza del Tribunale di Milano, Consorte e Sacchetti hanno sottolineato il fatto che si tratta comunque "solo del primo grado di giudizio".▼
Nel 2000 assume la carica di Amministratore in Sangemini Holding S.p.A. Nel 2001 assume la carica di Amministratore di [[Unipol|Unipol Assicurazioni S.p.A.]], società quotata a Piazza Affari. Nel 2002 viene nominatore Consigliere di Amministrazione dell'[[Università degli Studi di Brescia]]. Nel 2002 viene nominatore Consigliere della finanziaria Finsoe S.p.A.▼
Il 21 gennaio [[2009]] le condanne per Consorte, Sacchetti e gli altri dirigenti Unipol per insider trading vengono annullate senza rinvio dalla quinta sezione penale della Cassazione per incompetenza territoriale della procura di Milano. Gli atti vengono trasmessi a Bologna<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/22/unipol-annullata-la-condanna-consorte.html la Repubblica - Unipol, annullata la condanna a Consorte, 22 gennaio 2009, p. 15]</ref>.▼
Dal 2003 al 2005 è Amministratore di [[ASM Brescia|ASM Brescia S.p.a.]], società quotata a Piazza Affari, ora [[A2A|A2A S.p.a.]] Dal 2003 al 2005 è Vice Presidente della [[Banca Monte dei Paschi di Siena]], società quotata a Piazza Affari. Nel 2003 diviene Vice Presidente della [[Sorin Group|Sorin S.p.A.]], società quotata a Piazza Affari.▼
Nel mese di aprile del 2011 il Pubblico Ministero Luigi Orsi e Gaetano Ruta hanno chiesto l'assoluzione per Emilio Gnutti nell'ambito del processo della scalata Bnl-Unipol<ref>Da ''Sole 24 ore'' del 21 aprile 2011 [http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-04-21/fazio-consorte-devono-essere-085741.shtml?uuid=Aap3elQD il Sole 24 ore - Fazio e Consorte devono essere condannati, 21 aprile 2011]</ref>.▼
== Le inchieste e le relative assoluzioni ==
{{vedi anche|Bancopoli}}
▲Nel [[1969]] è tra i soci fondatori della società Gi-Em S.r.l., società che produce piccoli motori elettrici, portando l'azienda ad una posizione di leader a livello europeo. Nel [[1979]] fonda la [[Fin-Eco]] e ne assume la carica di Amministratore Delegato. Fin-Eco è un gruppo polifunzionale nell'ambito del parabancario e di servizi finanziari.
{{W|imprenditori|arg2=dirigenti d'azienda|ottobre 2021}}
Vicenda SHS: Assolto per non avere commesso il fatto. Corte di Appello di Brescia - Seconda Sezione Penale - Sentenza 1 ottobre 2013 n. 8125.<ref>{{Cita web|url=https://www.quibrescia.it/cronaca/2013/10/02/shs-gnutti-non-ha-commesso-il-fatto/444522/|titolo=Shs, Gnutti «non ha commesso il fatto»|sito=QuiBrescia|data=2 ottobre 2013|lingua=it|accesso=11 ottobre 2021}}</ref>
La vicenda che ha portato al fallimento della SHS multimedia, software house bresciana. L'accusa rivolta dai pm a 10 persone è stata il depauperamento del capitale sociale fino alla bancarotta.
▲Nel [[1982]] assume la carica di Presidente della società Fin-Eco Service S.r.l. divenuta ora Bitech S.p.A., società che opera nel settore dell'information Technology. Dal [[1984]] al [[1992]] è di Consigliere e Membro del Comitato Esecutivo della [[Bipop|Banca Popolare di Brescia]] (Bipop).
▲I fatti si svolsero tra il 2000 e 2003, quando la SHS passò da Srl a Spa accogliendo nuovi soci investitori che, in seguito a una crisi di governance, secondo l'accusa decisero di far fallire l'azienda svuotandola del patrimonio sociale.
▲Nel [[1986]] costituisce Fin-Eco Line S.p.A., società che svolge attività di organizzazione e gestione di servizi pubblicitari. Dal 1986 al [[2005]] è Presidente e Amministratore di G.P. Finanziaria S.p.A. che rappresenta da sempre la cassaforte di famiglia.
▲I 10 imputati sono i soci Emilio Gnutti, Andrea Guerini, Ettore Lonati, Romano Marniga, Osvaldo Savoldi, Giancarlo Turati, Bruno Roma, il componente del collegio sindacale Matteo Bonalumi, il consulente dei nuovi soci Paolo Vavassori e quello dei vecchi soci Arrigo Bandera. Saranno davanti al giudice della seconda sezione penale del tribunale di Brescia il 22 marzo 2011. Gnutti verrà poi assolto ad ottobre 2013 in appello per non aver commesso il fatto.
▲Nel [[1989]] diviene Presidente e Amministratore Delegato di F.Leasing S.p.A. e fino al 2001 è Amministratore di Bresciauno S.p.A. Dal [[1993]] al [[1998]] è Amministratore di Molveno Oem S.r.l., ora facente parte di Everel S.p.A., società che produce componenti per elettrodomestici.
Vicenda scalata Unipol a BNL: Assolto per non avere commesso il fatto. Corte di Appello di Milano – Terza Sezione Penale – Sentenza 6 dicembre 2013 n. 8125.<ref>{{Cita web|url=https://www.giornaledibrescia.it/italia-ed-estero/scalata-bnl-assolti-gnutti-e-i-fratelli-lonati-1.3014380|titolo=Scalata Bnl: assolti Gnutti e i fratelli Lonati|sito=Giornale di brescia|data=2015-05-07|lingua=it|accesso=2023-12-29}}</ref>
▲Dal 1993 al [[2003]] è Amministrazione della Siber S.p.A, ora fusa in Everel S.p.A., società leader europeo nella produzione di interruttori per elettrodomestici. Dal [[1994]] al [[1999]] è Amministratore di Colmark S.p.A., società operante nel settore della Grande distribuzione (ipermercati, supermercati, cash & carry).
▲L'intera vicenda si innesta in quella più ampia e con numerosi intrecci e connivenze economiche e politiche, vicenda che tenne a lungo tempo le prime pagine dei giornali. Riguarda la scalata alla Banca Antonveneta da parte della banca Popolare di Lodi (allora Presieduta da Gianpiero Fiorani), sostenuto dall'allora Governatore della Banca d'Italia, alcuni immobiliaristi (Ricucci, Coppola) ed il finanziere bresciano Emilio Gnutti (già alleato di Consorte nella vicenda Telecom). L'insieme dei personaggi è stato consegnato alle cronache con la definizione emblematica dei [[furbetti del quartierino]].
▲Dal [[1995]] al [[2002]] è sindaco effettivo nella società [[Thassos Insurance Brokers]] S.r.l. Dal 1996 al 2004 è consigliere di Banca C. Steinhauslin & C. S.p.A. Dal 1996 è Amministratore di Fingruppo S.r.l., fino al 1999 a seguito di fusione per incorporazione nella società [[Hopa|Hopa S.p.A.]].
▲Le dimissioni di [[Giovanni Consorte]] sono state causate dalle accuse di [[aggiotaggio]], [[associazione a delinquere]] e [[appropriazione indebita]] a lui rivolte in occasione dello scandalo finanziario relativo alla [[Offerta pubblica di acquisto|scalata]] della Banca popolare di Lodi, oggi Banca Popolare Italiana, alla [[Banca Antonveneta]]. L'[[aggiotaggio]] si concentra su 50 milioni di Euro ricevuti (insieme al proprio vice Ivano Sacchetti) dal finanziere Gnutti, per «consulenze» in proprio fatte a favore della Hopa di Gnutti. «Consulenze», però, pagate non con fatture ma dietro lo schermo di plusvalenze artificialmente create con operazioni borsistiche «blindate».
▲Dal [[1998]] al [[2001]] è consigliere di [[Olivetti|Olivetti S.p.A.]], società quotata a Piazza Affari. Dal 1998 al 2001 è consigliere di [[Telecom Italia|Telecom Italia S.p.A.]], società quotata a Piazza Affari. Dal 1999 al 2005 è Amministratore di [[Hopa|Hopa S.p.A.]], Holding di partecipazioni aziendali.
▲Questa è la versione che Consorte ha offerto agli inquirenti per giustificare questa consistente somma. Flussi creati con un particolare meccanismo, secondo quanto già rilevato dalle indagini e spiegato da Gnutti: Consorte e Sacchetti, attraverso intermediari spesso del gruppo del banchiere Gianpiero Fiorani, investivano su titoli o prodotti derivati ritenuti «promettenti» dal punto di vista del margine di incremento prevedibile, e subito li rivendevano a Gnutti a prezzi sensibilmente più alti, ricavandone quindi immediate plusvalenze a colpo sicuro, di dimensione pari all'apparente generosità di Gnutti.
▲Dal 1999 al 2005 è Amministratore di [[Fingruppo]] S.p.A. Dal 1999 al 2004 è consigliere di [[SNIA|Snia S.p.A.]], società quotata a [[Piazza Affari]]. Dal [[2000]] al [[2005]] è Presidente del Consiglio di Amministrazione di Earchimede S.p.A, società attiva nel private equity. Dal 2000 al 2005 è Presidente di Holinvest S.p.A. Dal 2000 al 2003 è Amministratore di [[Lloyd Adriatico|Lloyd Adriatico S.p.A]]
▲In data 25 ottobre 2006, Consorte, [[Ivano Sacchetti]] (ex presidente Unipol Banca e vicepresidente di Unipol) e il finanziere Emilio Gnutti sono stati condannati a 6 mesi di reclusione dal giudice di Milano Elisabetta Meyer con l'accusa di [[insider trading]] su titoli Unipol, stabilendo in 92.500 euro i danni patrimoniali e non patrimoniali che andranno risarciti dai tre condannati, in solido tra loro, alla [[Consob]], parte civile nel processo. "Amareggiati e increduli" per l'esito della sentenza del Tribunale di Milano, Consorte e Sacchetti hanno sottolineato il fatto che si tratta comunque "solo del primo grado di giudizio".
▲Nel 2000 assume la carica di Amministratore in Sangemini Holding S.p.A. Nel 2001 assume la carica di Amministratore di [[Unipol|Unipol Assicurazioni S.p.A.]], società quotata a Piazza Affari. Nel 2002 viene nominatore Consigliere di Amministrazione dell'[[Università degli Studi di Brescia]]. Nel 2002 viene nominatore Consigliere della finanziaria Finsoe S.p.A.
▲Il 21 gennaio
▲Dal 2003 al 2005 è Amministratore di [[ASM Brescia|ASM Brescia S.p.a.]], società quotata a Piazza Affari, ora [[A2A|A2A S.p.a.]] Dal 2003 al 2005 è Vice Presidente della [[Banca Monte dei Paschi di Siena]], società quotata a Piazza Affari. Nel 2003 diviene Vice Presidente della [[Sorin Group|Sorin S.p.A.]], società quotata a Piazza Affari.
▲Nel mese di aprile del 2011 il Pubblico Ministero Luigi Orsi e Gaetano Ruta hanno chiesto l'assoluzione per Emilio Gnutti nell'ambito del processo della scalata Bnl-Unipol<ref>
Nel mese di dicembre 2013 Emilio Gnutti verrà assolto in appello dalla Corte di Milano per non aver commesso il fatto<ref>{{Cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-05-06/bnl-unipol-la-cassazione-conferma-l-assoluzione-fazio-consorte-e-altri-10-co-imputati-214948.shtml?uuid=ABjM2obD|titolo=Bnl-Unipol: la Cassazione conferma l’assoluzione per Fazio, Consorte e gli altri co-imputati|sito=Il Sole 24 ORE|lingua=it|accesso=19 febbraio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lastampa.it/economia/2013/12/06/news/unipol-assolti-fazio-e-tutti-gli-imputati-1.35943547|titolo=Unipol, assolti Fazio e tutti gli imputati|sito=lastampa.it|data=6 dicembre 2013|lingua=it|accesso=19 febbraio 2021}}</ref>.
== Altri progetti ==
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Gnutti conserva una delle più belle collezioni di auto d'epoca del mondo.
Emilio Gnutti ha dedicato molte risorse alla causa sociale,
Molteplici le sue iniziative benefiche<ref name="scd
== Note ==
<references/>
==Altri progetti==
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{{interprogetto}}
[[Categoria:Persone legate alla SNIA]]
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