Castello di Verrès: differenze tra le versioni
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|Nome = Castello di Verrès<br />{{fr}} ''Château de Verrès''
|Posizione geografica = Italia settentrionale
|Struttura = Castello
|Immagine =
|Larghezzaimmagine=280px
|Didascalia = Il castello di Verrès
|Stato attuale=ITA
|Suddivisione=
|Città=[[Verrès]]
|Nomemappa = NordItalia
|LatGradi = 45
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|Termine costruzione= XVI secolo
|Visitabile = Visitabile tramite visite guidate
|Sito web= {{lingue|it|fr}} [
|Ref=fonti indicate nel testo dell'articolo
}}
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=== Le origini ===
[[File:IbletoChallant.jpg|thumb|left|upright|Ritratto di Ibleto di Challant]]
I primi documenti che attestano l'esistenza a [[Verrès]] di un castello, di proprietà della famiglia [[De Verretio]], risalgono al 1287<ref>{{cita web|titolo=Cenni storici sul castello di Verrès su regione.vda.it|url=
Verso la metà del [[XIV secolo]] i De Verretio si estinsero senza lasciare possibili [[Erede|eredi]]: in tal modo le loro terre tornarono nelle mani dei conti di Savoia, i quali le concedettero nel 1372 a [[Ibleto di Challant]], essendosi costui distinto nel ricoprire diverse cariche al loro servizio<ref name="storiacomune"/><ref>Ibleto era già divenuto proprietario per via ereditaria delle terre dei De Arnado e dei De Turrilia. I primi infatti avevano ceduto i loro diritti a [[Ebalo I di Challant]] alla fine del XIII secolo, mentre il feudo dei secondi era stato affidato dai Savoia a Pietro di Challant-Chatillon nella prima metà del XIV secolo. {{Cita|''Verrès et son château
Ibleto ricostruì integralmente il castello, realizzando una fortezza militare praticamente inespugnabile e diversa dalla maggior parte dei castelli valdostani coevi, che consistevano in un insieme di edifici racchiusi da una cinta muraria.
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Francesco morì nel 1442 senza eredi maschi e lasciò i suoi beni alle figlie Margherita e [[Caterina di Challant|Caterina]]. Il castello di Verrès si trovò così al centro di una disputa ereditaria tra Caterina, che, brandendo il [[testamento]] del padre, lo rivendicava per sé, e alcuni cugini maschi tra cui [[Giacomo di Challant Aymavilles]], che contestavano l'eredità sulla base della [[legge salica]], che non permetteva la successione femminile<ref name="medioevovarasc"/>.
La fortezza di Verrès divenne così una delle roccaforti di Caterina e di suo marito [[Sarriod#Esponenti|Pietro Sarriod d'Introd]] durante la sua lotta con Giacomo. Secondo la tradizione, il [[Solennità della Santissima Trinità|giorno della SS. Trinità]] del 1449 Caterina e Pietro uscirono dal castello e scesero sulla piazza del [[Verrès|paese]], dove danzarono con i giovani del borgo. Questo episodio accrebbe notevolmente il sostegno degli abitanti verso Caterina ed è ogni anno ricordato nel [[carnevale]] storico di Verrès<ref>{{cita web|titolo=Il castello nel XV secolo su regione.vda.it|url=http://www.regione.vda.it/Cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_verres/cenni_storici_i/castello_quattrocento_i.asp|accesso=22 agosto 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121120092245/http://www.regione.vda.it/Cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_verres/cenni_storici_i/castello_quattrocento_i.asp
Nel 1456, morto il marito in un'imboscata, Caterina dovette arrendersi e i suoi beni, tra cui il feudo e il castello di Verrès, passarono al cugino Giacomo di Challant Aymavilles, che divenne così secondo [[conte di Challant]]<ref name="Issogne">{{cita web|nome=Sonia|cognome=Furlan|titolo=La storia del castello di Issogne|url=http://www.issogne.vda.it/castello/cenni%20storici.htm|accesso=18 aprile 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120126035306/http://www.issogne.vda.it/castello/cenni%20storici.htm
=== La fortezza cinquecentesca ===
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Il castello seguì quindi le vicende dei discendenti di Giacomo, passando prima a suo figlio [[Luigi di Challant|Luigi]], poi a suo nipote [[Filiberto di Challant|Filiberto]] e quindi al figlio di quest'ultimo [[Renato di Challant]], che adibirono però a residenza il vicino e più comodo [[castello di Issogne]]<ref name="Issogne"/>.
Dai tempi della sua costruzione da parte di Ibleto, circa centocinquanta anni prima, il castello non aveva subito particolari lavori di modifica o manutenzione. Nel 1536 Renato, con l'aiuto del capitano spagnolo [[Pietro de Valle]], famoso architetto militare, ingrandì la fortezza adattandola alle [[armi da fuoco]] dell'epoca. Fece così costruire alla base dell'edificio cubico una cinta muraria munita di [[contrafforte|contrafforti]] e di torrette poligonali, adatte all'uso dei [[cannone|cannoni]], che munì di pezzi di [[artiglieria]] provenienti dal suo feudo di [[Valangin]] in [[Svizzera]]. A Renato si devono anche l'attuale [[vestibolo (architettura)|antiporta]] accessibile tramite un [[ponte levatoio]], nuove finestre cinquecentesche a crociera e nuove porte ad [[Arco (architettura)#Arco rialzato|arco moresco]]<ref>{{cita web|titolo=La fortezza di Renato di Challant su regione.vda.it|url=
I lavori sono ricordati da una lapide in pietra situata sopra l'ingresso dell'antiporta, affiancata dagli [[stemmi]] di Renato di Challant (alla sinistra del testo) e della sua seconda moglie Mencia di
{{Citazione|Nell'anno di Cristo 1536, l'illustre Conte di Challant Renato, Barone di [[Beaufremont]], di [[Virieu-le-Grand]], di [[Aymavilles]] e di [[Coligny]], Signore di [[Châtillon (Italia)|Châtillon]], di [[Saint-Marcel (Italia)|Saint Marcel]], di [[Issogne]] e di [[Valangin]], di [[Montalto Dora]], di [[Castello di Graines|Graines]], di [[Verrès]] e di [[Castello di Ussel|Ussel]], cavaliere dell'[[Ordine supremo della Santissima Annunziata|Ordine dell'Annunziata]] e [[maresciallo di Savoia]], abbellì questa fortezza edificata da Ebalo di Challant e ne munì l'esterno di estensioni offensive<ref name="verresvarasc"/>.||Arcem per excellentissimum ebailum de challant editam illustris renatus challandi comes de baufremont viriaci magni ama ville et collogniaci baro. castellionis S. marcelli yssognie valangini montisalti grane verrecii usselli etc. dominus ordinis miles ac marescallus sabaudie. intus decorauit forasque structuris bellicis (muniu)it. anno Xpi. 1536<ref name="
=== Il declino e il recupero ottocentesco ===
[[File:Verresturletti.jpg|thumb|left|Il castello di Verrès in una incisione ottocentesca di [[Celestino Turletti]] ]]
Alla morte di Renato di Challant, senza eredi maschi, nel 1565, i suoi beni passarono al genero Giovanni Federico [[Madruzzo]], marito della figlia [[Renato di Challant#Vita familiare|Isabella]], ma nacque una lunga contesa legale con altri parenti maschi della [[Challant (famiglia)|famiglia Challant]], nuovamente a causa della [[legge salica]], che non prevedeva Isabella potesse ereditare i beni del padre<ref name="verresvarasc"/>.
I [[Casa Savoia|Savoia]] ripresero quindi il controllo diretto sul castello di Verrès, adibendolo a vedetta e presidio militare, ma nel 1661 il [[duca di Savoia]] [[Carlo Emanuele II di Savoia|Carlo Emanuele II]] fece smantellare gli armamenti del castello per trasferirli, insieme a quelli del [[castello di Montjovet]], al [[forte di Bard]], in una posizione più strategica per il controllo della [[Valle d'Aosta|Valle]], ed il maniero fu abbandonato<ref name="recuperoottocento">{{cita web|titolo=Il recupero ottocentesco su regione.vda.it|url=
Nel 1696 terminarono infine le dispute legali tra gli eredi di Isabella di Challant e Giovanni Federico Madruzzo e la famiglia Challant, e il castello tornò di proprietà di questi ultimi. Il castello rimase di proprietà della famiglia Challant fino all'estinzione della casata nel [[XIX secolo]], ma non fu più abitato ed andò in rovina<ref name="verresvarasc"/>. La robusta muratura esterna resistette bene ma il tetto in legno venne abbattuto per non pagare il canone erariale, lasciando i piani superiori esposti alle intemperie<ref name="recuperoottocento"/>.
Dopo una serie di passaggi di proprietà<ref>La famiglia Challant si estinse con la morte nel 1796 di Francesco Maurizio Gregorio e nel 1802 di suo figlio Giulio Giacinto. Gabriella Canalis di Cumiana, vedova di Francesco Maurizio Gregorio, si risposò con Amédée-Louis Passerin d'Entrèves, il quale alla morte della moglie divenne il nuovo proprietario, tra le altre cose, dei castelli di Verrès e di Issogne. I due manieri furono in seguito venduti a Alexandre Gaspard di Châtillon e da questi al barone Marius de Vautheleret. Nel 1872 Marius de Vautheleret, per fare fronte ai debiti, dovette vendere i due castelli: quello di Issogne fu acquistato dal pittore [[Vittorio Avondo]] e quello di Verrès dalla contessa Paolina Crotti di Castigliole, la quale lo cedette nel 1894 ad [[Alfredo d'Andrade]]. Vedi {{cita web|nome=Sonia|cognome=Furlan|titolo=La storia del castello di Issogne|url=http://www.issogne.vda.it/castello/cenni%20storici.htm|editore=''Issogne.VdA.it''|accesso=17 marzo 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120126035306/http://www.issogne.vda.it/castello/cenni%20storici.htm
Nel secondo dopoguerra il castello, dichiarato [[Elenco dei monumenti nazionali italiani|monumento nazionale]], passò alla Regione Valle d'Aosta, che negli [[anni 1980|anni ottanta]] ricostruì la copertura in lastre di pietra. Un ulteriore restauro ha avuto luogo nel 1994<ref name="verrescomune"/>.
Nel 2004 il castello è stato chiuso per permettere lavori di adeguamento e potenziamento degli impianti. In seguito alla riapertura nel 2007<ref>{{cita web|autore=Ufficio stampa Regione autonoma Valle d'Aosta|url=http://notes1.regione.vda.it/DBWeb/Comunicati.nsf/CambialingNews_i/DC83B18807CAE297C12572AE003617E8?OpenDocument&enav=no|titolo=Riapertura ufficiale del castello di Verrès|accesso=22 agosto 2009|data=30 marzo 2007|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20120719213322/http://notes1.regione.vda.it/DBWeb/Comunicati.nsf/CambialingNews_i/DC83B18807CAE297C12572AE003617E8?OpenDocument&enav=no#
== Descrizione ==
[[File:Castello di Verrès 02.jpg|thumb|Vista generale del castello, esempio di castello monoblocco]]
Il castello, costruito per essere una fortezza militare, sorge su un promontorio roccioso a picco sul torrente [[Evançon]] che domina l'abitato di [[Verrès]]. Oltre ad essere di difficile accesso e facilmente difendibile, la sua posizione gli consentiva di controllare il paese sottostante, la valle centrale e la strada che sale lungo la [[Val d'Ayas]], all'epoca importante via di comunicazione<ref name="verrescomune"/>.
Nel [[XVIII secolo]] lo storico valdostano [[Jean-Baptiste de Tillier]] nella sua ''Historique de la Vallée d'Aoste'' descrisse il castello di Verrès come ''«Et l'on peut dire sans exagération que c'est un des plus solides et plus fameux batiments qu'un vassal ait pu faire construire dans le domaine d'un prince souverain où celluy-cy tient le rang d'un des plus renommés»'', definendolo uno dei più solidi e più famosi edifici che un vassallo abbia potuto costruite nel dominio di un principe sovrano<ref name="verresvarasc"/><ref>Liberamente traducibile come "E si può dire senza esagerazione che si tratta di uno degli edifici più solidi e famosi che un vassallo abbia potuto costruire nel dominio di un principe sovrano, dove lo stesso ha la fama di uno dei più rinomati".</ref>.
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=== L'ingresso ===
[[File:Verresingresso.jpg|thumb|left|L'ingresso in salita dell'antiporta]]
Ogni elemento del castello sembra essere stato studiato per rendere la fortezza meglio difendibile. Vi si accede a piedi tramite una [[mulattiera]] che sale lungo la montagna fino a raggiungere l'ingresso della cinta muraria, una volta accessibile tramite un [[ponte levatoio]]. Questo ingresso, così come la cinta muraria esterna, fu realizzato da [[Renato di Challant]] nel [[XVI secolo]], come indicato nell'iscrizione posta sopra il portone di ingresso<ref name="verrescomune"/><ref>{{Cita|
Chi percorre il sentiero per salire al castello offre sempre alla fortezza il fianco destro. Questo era un ulteriore accorgimento per la difesa, dal momento che i soldati del tempo erano soliti portare lo [[scudo (difesa)|scudo]] con la mano sinistra e quindi il destro era il fianco più esposto<ref>{{Cita|
Oltrepassato il portone ci si ritrova in un'antiporta, in salita e in curva per rendere difficoltoso l'eventuale uso di un [[Ariete (arma)|ariete]]<ref name="verresvarasc"/>. Su questo spazio si apre il portone che conduce al parco interno e ai [[bastione|bastioni]], un tempo occupato dalle scuderie, non accessibile ai visitatori<ref name="verrescomune"/>.
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=== Il piano terra ===
[[File:Verres-stairway.JPG|thumb
Entrati nel castello ci si ritrova in un androne quadrato ricoperto da una volta a sesto acuto, ulteriore elemento di difesa del castello. Su di esso si aprono infatti diverse [[feritoia|feritoie]] ed una botola sul soffitto, dalle quali sarebbe stato possibile bersagliare eventuali invasori intrappolati all'interno<ref>{{Cita|
Per entrare veramente nel corpo centrale del maniero bisogna ancora oltrepassare un doppio portale sormontato da un arco a tutto sesto dal lato verso l'androne e da un arco a sesto acuto dal lato che dà sul cortile interno, un tempo protetto da una [[saracinesca]] che scorreva tra i due portali<ref name="verrescomune"/><ref name="castelloverresvda-1"/><ref>{{Cita|
[[File:Verresterra.gif|thumb|upright=0.85|left|La pianta del piano terra:<br />1. androne di accesso<br />2. magazzino lato ad oriente<br />3. sala d'armi ad occidente<br />4. cucina]]
Il cortile interno del castello è semplicemente uno spazio quadrato dal quale si accede ai due grandi saloni, posti ai lati orientale e occidentale del maniero. L'apertura del tetto in corrispondenza del cortile permetteva una migliore illuminazione dei locali e la raccolta dell'[[acqua piovana]] nella grande [[cisterna]] posta sotto di esso. Lo stesso pavimento del cortile è stato realizzato in pendenza in modo da convogliare tutta l'acqua verso il suo centro, dove si trova l'apertura della cisterna, in modo da poter disporre di una riserva d'acqua, preziosa in caso di assedio<ref name="verrescomune"/><ref>{{Cita|
La divisione interna del castello è semplice ed essenziale come il suo aspetto esteriore. Il piano terreno, oltre che dall'androne di ingresso, è composto da tre locali che circondano il cortile interno<ref name="castelloverresvda-1"/>.
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L'intero lato orientale del castello è occupato da una grande stanza rettangolare coperta da una [[volta a botte]] a tutto sesto. Questo era l'unico salone non riscaldato del castello e doveva probabilmente servire come magazzino ed armeria. È utilizzato come sala da ballo durante le celebrazioni del carnevale storico<ref name="verrescomune"/>.
Sul lato opposto si trova il grande salone occidentale, accessibile tramite un portale e coperto da una volta, entrambi a sesto acuto. Questo salone, probabilmente adibito ad alloggi e sala da pranzo per i soldati e per il personale di servizio, era riscaldato da due monumentali [[camino (edilizia)|camini]] e collegato tramite un passavivande alla cucina posta sul lato sud del piano terreno e, tramite una scala, con la cucina a nord ovest del piano superiore<ref name="verrescomune"/><ref>{{Cita|
Da questo salone si apre inoltre una feritoia che punta sull'androne di ingresso<ref name="verrescomune"/>. In alcuni punti emerge qui la roccia: il castello è infatti fondato sulla nuda roccia<ref>{{Cita|
=== Il primo piano ===
[[File:Verresfinestra.jpg|thumb|upright=0.85|Particolare di una delle finestre a bifora del primo piano]]
{{Citazione|Una scala da giganti assale dal cortile le muraglie, le cinge a mezza altezza di larghi ripiani e da questi si risospinge in alto per rifasciarle un'altra volta tutto all'ingiro. È un castello di archi, tutto [[granito]], che si spiccano uno dall'altro colla sveltezza di un [[Ercole]] diciottenne.|[[Giuseppe Giacosa]]<ref>{{Cita|
Il primo piano era riservato ai signori del maniero. Vi si accede salendo lungo il monumentale scalone ad [[arco rampante|archi rampanti]] della larghezza di circa due metri che, partendo dal cortile interno, si arrampica lungo le pareti interne dell'edificio<ref name="
L'[[architrave]] della prima porta che si incontra salendo lo scalone riporta l'incisione che ricorda [[Ibleto di Challant]] come costruttore del castello nel 1390. La porta immette in una stanza adibita a corpo di guardia, che si trova al di sopra dell'androne di ingresso. Sul pavimento della stanza si trova la botola dalla quale era possibile bersagliare i nemici sottostanti<ref name="annamariaferrero46">{{Cita|
[[File:Verresprimo.gif|thumb|left|upright=0.85|La pianta del primo piano (padronale): si notano l'ampio salone da pranzo (7) e la cucina (8), congiunti da un passavivande; la sala della botola (5), la cucina della guarnigione (6) e una delle camere da letto (9)]]
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Dalla cucina si accede a quella che era la sala da pranzo padronale, accessibile anche dallo scalone, che occupa il resto del lato occidentale del piano. La sala era riscaldata da due grandi [[braciere|bracieri]] posti ai suoi angoli ed era collegata tramite un passavivande alla cucina sul lato sud del castello. La stanza è illuminata da [[bifora|bifore]] gotiche che danno sull'esterno e da una [[quadrifora]] [[XIV secolo|trecentesca]] che si apre sul cortile interno<ref name="verrescomune"/><ref name="annamariaferrero46" />.
La cucina padronale, posta sul lato meridionale del piano, è dotata di tre grandi camini, di cui quello sul lato verso lo scalone di dimensioni eccezionali ed originariamente destinato alla cottura di animali interi. La stanza è coperta da una [[volta a vela|volta a vele]] multiple risalente ai tempi di [[Renato di Challant]] e che ne riporta al centro lo stemma insieme alle lettere R e M, iniziali di Renato e della moglie Mencia<ref name="annamariaferrero45">{{Cita|
Il lato orientale del castello è occupato da quelle che erano le camere da letto dei signori, riscaldate da grandi camini in pietra e coperte da [[soffitto a cassettoni|soffitti di legno a cassettoni]], e dotate di complessivamente cinque [[latrina|latrine]] a muro che scaricavano verso l'esterno sulle rocce sottostanti<ref name="verrescomune"/><ref name="annamariaferrero45" />.
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[[File:Verresbeccatelli.jpg|thumb|Particolare dei beccatelli e della caditoia che sovrastano le pareti]]
Il secondo piano del maniero,
Una scala in legno, completamente ricostruita, collega questo piano al [[sottotetto]]. La suddivisione delle stanze è uguale a quella dei piani sottostanti ed era probabilmente utilizzato dagli [[soldati|armigeri]] e dal personale di servizio del castello, oltre che come deposito pietre. Dal sottotetto è possibile accedere, verso l'esterno, al [[cammino di ronda]] che corre lungo i quattro lati dell'edificio per una lunghezza di circa 120 metri e che disponeva di 148 [[caditoia|caditoie]], e verso l'interno ad un [[ballatoio]] in legno che si affaccia sul cortile interno e la cui copertura aveva la funzione di [[Compluvium|compluvio]] per l'acqua piovana. Il tetto in pietra è stato completamente ricostruito negli [[anni 1980|anni ottanta]]<ref name="verrescomune"/><ref name="castelloverresvda-0"/><ref name="annamariaferrero46_48" />.
== Il castello nella cultura di massa ==
Il castello di Verrès è uno dei monumenti più visitati della Valle d'Aosta e nel triennio 2007-2009 ha contato circa {{formatnum:20000}} ingressi ogni anno<ref name="visitatori">{{cita web|titolo=Visitatori per tipologia di biglietto d'ingresso presso alcuni castelli della Regione Autonoma Valle d'Aosta - Anni 2007-2009
Nel 1884 il maniero venne utilizzato da [[Alfredo d'Andrade]] come uno dei modelli per la [[Borgo e Rocca medievali|Rocca del Borgo Medievale di Torino]], realizzata in occasione dell'Esposizione Generale Italiana Artistica e Industriale di quell'anno<ref name="borgotorino">{{cita web|titolo=I modelli del Borgo Medievale di Torino - il castello di Verrès|url=http://www.comune.torino.it/musei/civici/bm/italiano/modelli/verres.htm|accesso=22 marzo 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050411170320/http://www.comune.torino.it/musei/civici/bm/italiano/modelli/verres.htm
A partire dal 1949, ogni anno, a [[Verrès]], in occasione del carnevale, viene rievocato l'episodio durante il quale, il 31 maggio del 1449, [[Caterina di Challant]] e suo marito Pietro d'Introd scesero sulla piazza del paese e iniziarono a ballare con gli abitanti del borgo. Durante i quattro giorni del carnevale il castello ospita cene e balli in maschera e la rappresentazione dell'opera "Una partita a scacchi" di [[Giuseppe Giacosa]]<ref name="carnevale">{{cita web|titolo=Il carnevale storico di Verrès|url=
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=
* {{cita libro|cognome=Bona |nome=Enrico D. |coautori=Paola Costa Calcagno |titolo=Castelli della Valle d'Aosta|anno=1979 |editore=Istituto geografico De Agostini-Serie Görlich}}
* {{cita libro|cognome=Corni |nome=Francesco |wkautore=Francesco Corni |titolo=Segni di pietra. Torri, castelli, manieri e residenze della Valle d'Aosta |anno=2008 |editore=Associazione Forte di Bard |isbn=88-87677-33-6 | cid=
* {{cita libro | cognome= Ferrero| nome= Anna Maria| titolo= La rocca di Verrès| editore= Editoriale Pedrini| città= Torino| anno=1983| cid=Ferrero}}
* {{cita libro|cognome=Frutaz|nome=François-Gabriel|wkautore=François-Gabriel Frutaz|titolo=Le château de Verrès et l'inventaire de son mobilier en 1565|città=Torino|editore=Stamperia Reale della Ditta G. B. Paravia e C.|anno=1900|lingua=fr}}
* {{cita libro|cognome=Gatto Chanu |nome=Tersilla |coautori=Augusta Vittoria Cerutti |titolo=Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Valle d'Aosta |anno=2001 |editore=Newton & Compton Editori |isbn=88-8289-564-5 | cid=Gatto Chanu e Cerutti}}
* {{cita libro|cognome=Giacosa
* {{cita libro|cognome=
* {{cita libro
* {{cita libro|autore=Carlo
▲* {{Cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Verrès et son château : sei secoli di storia, 1390-1990 : atti della tavola rotonda, Verrès 15 giugno 1991|città=Issogne|editore=imprimerie paroissiale|anno=1993| cid=Verrès et son château : sei secoli di storia, 1390-1990 : atti della tavola rotonda}}
* {{cita libro|cognome=
▲* {{cita libro|cognome=Corni |nome=Francesco |wkautore=Francesco Corni |titolo=Segni di pietra. Torri, castelli, manieri e residenze della Valle d'Aosta |anno=2008 |editore=Associazione Forte di Bard |isbn=88-87677-33-6 | cid=Francesco Corni}}
▲* {{cita libro|Carlo|Nigra|wkautore=Carlo Nigra|titolo=Torri e castelli e case forti del Piemonte dal 1000 al secolo XVI. La Valle d'Aosta|città=Quart (AO)|editore=Musumeci|anno=1974|pp=62-68}}
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|lingua=it, fr|https://www.lovevda.it/it/banca-dati/8/castelli-e-torri/verres/castello-di-verres/864|Castello di Verrès|editore=sito del Turismo della Regione autonoma Valle d'Aosta}}
* {{cita web|
* {{cita web | url = https://www.carnevaleverres.it/la-storia/ | titolo = La rievocazione storica | editore= Carnevale di Verrès | accesso = 14 aprile 2023 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090211132825/http://www.carnevaleverres.it/carnevale.asp | urlmorto = no }}
* {{cita web|url=http://www.varasc.it/verrès.htm|titolo=Pagina dedicata a Verrès ed al suo castello |sito= Varasc.it}}
{{Castelli e fortezze e opere difensive sabaude}}
{{Controllo di autorità}}
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