Minigonna: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|descrizione= le minigonne laterali delle automobili (componenti estetici e aerodinamici della carrozzeria)|titolo=Minigonne}}
[[File:Minirock (Lack) Photo Model 1.jpg|thumb|Modella con minigonna nera in [[PVC]]]]
La '''minigonna''', sovente detta semplicemente '''mini'''<ref>[http://www.sapere.it/sapere/dizionari/dizionari/Italiano/M/MI/minigonna.html Voce Minigonna], dal Dizionario Italiano di sapere.it, [[De Agostini]]</ref> (in questo caso il termine viene applicato genericamente anche agli abiti corti<ref name="MiniVocabolarioTreccani">{{Cita libro|capitolo=mini|titolo=Il Vocabolario Treccani|data=&#32;1992|città=Roma|editore=[[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]]|url=http://www.treccani.it/vocabolario/mini_res-079054c5-0026-11de-9d89-0016357eee51/t|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150214050617/http://www.treccani.it/vocabolario/mini_res-079054c5-0026-11de-9d89-0016357eee51/t/|dataarchivio=14 febbraio 2015}} e {{Cita libro|capitolo=minigonna|titolo=Il Vocabolario Treccani|data=&#32;1992|città=Roma|editore=[[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]]|url=http://www.treccani.it/vocabolario/minigonna}}</ref>), è un tipo di [[gonna]] con l'[[orlo (cucitura)|orlo]] inferiore che arriva molto sopra le [[ginocchio|ginocchia]] (lunghezza variabile a seconda dei modelli, nei primi introdotti 10/15&nbsp;cm o più sopra la linea delle [[Ginocchio|ginocchia]]<ref name=deago>Voce ''Minigonna'' sulla ''Grande Enciclopedia De Agostini'', volume XIII, [[De Agostini Editore]], 1986, p. 121</ref>, successivamente anche più corti), mostrando quindi parte della [[coscia]]. Può essere aderente (eventualmente con [[Spacco (indumento)|spacco]] centrale o laterale) o meno ed è realizzata in vari tessuti (jeans, similpelle, cotone, PVC, ecc.). Il termine ''mini'' è stato poi applicato anche ai vestiti che scoprono le gambe come le minigonne, nati nello stesso periodo, definiti ''mini-abiti''.
 
Generalmente la sua ideazione viene attribuita alla stilista del Regno Unito [[Mary Quant]] ([[#Gli anni '60, l'origine della "mini"|ma la vera origine è dibattuta e contesa da altri stilisti]]) e divenne popolare dagli [[anni 1960|anni sessanta]], per cui da molti è stata considerata uno dei simboli della ''[[Swinging London]]''. Durante i suoi decenni di esistenza è stata più volte dichiarata ''morta'' sia da critici di moda che da diversiimportanti stilisti ma, seppur con diverse variazioni nella sua diffusione, il capo è rimasto in uso in molti paesi del mondo ininterrottamente dal momento della sua creazione ad oggi.
 
== La "lotta" per la riduzione della gonna ==
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A partire dalla fine del [[XIX secolo]] i primi movimenti [[femminismo|femministi]] iniziarono a ritenere le gonne portate allora troppo scomode: queste erano costituite da tessuti pesanti, lunghe fino a terra o poco meno, e spesso indossate sopra a [[sottoveste|sottovesti]] altrettanto lunghe<ref name=gonnaprigione>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/05/16/la-gonna-da-prigione-bandiera-di-liberta.html La gonna da prigione a bandiera di libertà], articolo de [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], del 16 maggio 2010</ref>. Con l'approssimarsi alla fine del secolo la [[femminista]] francese [[Hubertine Auclert]] arrivò a creare la ''Lega per le gonne corte'', raccogliendo la rivendicazione di molte donne per un abbigliamento più comodo, che potesse garantire una maggiore autonomia di movimento<ref name=gonnaprigione />.
[[File:Lana Turner, Judy Garland, Hedy Lamarr - Ziegfeld Girl - 1941.png|thumb|upright|left|Da sinistra a destra: [[Lana Turner]], [[Judy Garland]] e [[Hedy Lamarr]], in una foto promozionale dal set del film ''[[Le fanciulle delle follie]]'' (1941), che raccontava la storia di tre [[Ziegfeld girl]].]]
[[File:Frances Rafferty.jpg|thumb|upright|left|L'attrice statunitense [[Frances Rafferty]] indossa un corto miniabito in questa copertina del settimanale ''[[Yank, the Army Weekly]]'' del 12 ottobre 1945. La rivista, in cui spesso comparivano [[pin-up]] in abiti succinti, era pubblicata dall'[[United States Armed Forces]] ed era destinata alla distribuzione tra le truppe che combattevano nella seconda Guerra Mondiale.]]
 
Durante la [[prima guerra mondiale]] si iniziò a diffondere l'uso dei pantaloni tra le donne che lavoravano in fabbrica al posto dei mariti partiti per il fronte<ref name=gonnaprigione />, ed al termine di questa la lunghezza delle gonne si accorciò rapidamente<ref>{{de}}[http://parapluie.de/archiv/haut/minirock/ Der Minirock -- die Enthüllung des Frauenbeins]</ref>, nell'ambito di una forte evoluzione della moda femminile (questo stile divenne noto come [[flapper]]): negli [[anni 1920|anni venti]] del XX secolo (passati alla storia come gli "[[anni ruggenti]]") i vestiti indossati dalle giovani donne arrivavano in alcuni casi sopra il ginocchio, ma erano ancora ampiamente diffuse gonne più lunghe. In risposta a questi primi timidi cambiamenti negli Stati Uniti vennero varate leggi per regolare la lunghezza minima delle gonne<ref name=gonnaprigione />. La rivoluzione nel vestiario e in generale nel ''look'' femminile continuò comunque ad avanzare anche dopo la guerra: la stilista [[Coco Chanel]], tra le protagoniste di questa fase, individuava proprio la lunghezza dei capelli e della gonna tra i principali parametri di questo cambiamento<ref name="Massmoda">Patrizia Calefato, ''Mass moda. Linguaggio e immaginario del corpo vestito'', Meltemi Editore, 2007, ISBN 978-88-8353-548-2, [http://books.google.it/books?id=ri_l0QIoGb4C&pg=PT44&dq=minigonna&cd=5#v=onepage&q=minigonna&f=false pp. 89 e sgg]</ref>. Nei modelli presentati da Chanel, molto più semplici come disegno rispetto alla moda precedente, si abbandona l'uso dei [[Corsetto|corsetti]] e la gonna si riduce fin sotto il ginocchio, impiegando per questa anche il [[tessuto Jersey]] (di [[lana]] e [[Cotone (tessuto)|cotone]]), ritenuto fino ad allora caratteristico delle classi più proletarie. L'uso di una minore quantità di tessuto impiegato e il disegno semplice, che gli permette di adattarsi facilmente a più [[Taglia dei vestiti|taglie]], assicura a questo tipo di vestiario lanciato da Chanel una più facile diffusione commerciale.<ref>Giulia Mafai, ''Storia della moda'', [[Editori Riuniti]] 1998, ISBN 88-359-4606-9, pp. 109-110</ref> Secondo la storica della moda [[Valerie Steele]], direttrice del museo del [[Fashion Institute of Technology]] di [[New York (stato)|New York]], questo cambio nel vestiario era un sintomo di una maggiore libertà sessuale per le donne dell'epoca, che tuttavia si restringerà nuovamente nei decenni successivi, perlomeno fino alla rivoluzione nelle abitudini e nella moda giovane degli anni sessanta<ref>{{en}}Katya Foreman, ''[https://www.bbc.com/culture/story/20140523-short-but-sweet-the-miniskirt Short but sweet: The miniskirt]'', articolo di bbc.com, del 21 ottobre 2014</ref>.
 
Indumenti simili a minigonne iniziano a fare la loro comparsa, seppur in campi che esulano l'abbigliamento di tutti i giorni, come nel caso delle uniformi ginniche: durante i [[Giochi della VII Olimpiade]] del 1920 la [[tennis]]ta [[Francia|francese]] [[Suzanne Lenglen]] indossò un abito prodotto dallo stilista [[Jean Patou]] in cui la gonna arrivava fino al [[ginocchio]]<ref>{{fr}}[[Thierry Terret]] e Phillipe Liotard, ''Sport et genre: Volume 2, Excellence féminine et masculinité hégémonique'', Paris, L'Harmattan, p. 87, ISBN 2-7475-9564-1</ref>, mentre pochi anni dopo, nei [[II Giochi olimpici invernali]] del 1928, fu la quindicenne [[Pattinaggio di figura|pattinatrice]] [[Norvegia|norvegese]] [[Sonja Henie]] ad indossare per prima in quello sport un abbigliamento dotato di gonna corta<ref>{{fr}}[http://www.cnosf.com/art/16-saint-moritz_1928.html#para_6 Saint-Moritz 1928 - Les anecdotes] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110514052622/http://www.cnosf.com/art/16-saint-moritz_1928.html#para_6 |date=14 maggio 2011 }}</ref>, che permetteva una maggiore libertà di movimento alle atlete<ref>{{en}}[http://sportsillustrated.cnn.com/siforwomen/top_100/4/ Scheda di Sonja Henie] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060911201834/http://sportsillustrated.cnn.com/siforwomen/top_100/4/ |date=11 settembre 2006 }}, nella classifica delle ''100 migliori atlete femminili'' di [[Sports Illustrated]]</ref>.
[[File:Space Patrol cast 1950.JPG|thumb|upright|I costumi di scena usati nel cinema e in televisione anticiparono di diversi anni l'uso di minigonne e miniabiti. Nella foto il cast della serie statunitense ''[[Space Patrol]]'' (1950-1955).]]
 
Nel mondo dello spettacolo si diffondono abiti corti che scoprono le gambe e non solo: la ballerina e cantante [[Joséphine Baker]] si esibisce già negli durante gli [[anni 1920|anni venti]] con un costume che la lascia quasi in [[topless]], munito di un corto gonnellino composto da un casco di [[banana|banane]] (ideato da un giovanissimo [[Paul Seltenhammer]]). Allo stesso modo anche le attrici e ballerine del [[Ziegfeld Follies]] si esibiscono con abiti minimali e rivelanti e spesso posano per foto glamour con simile abbigliamento, quando non compaiono in servizi di vero e proprio [[nudo artistico]]. Nel mondo della danza classica invece alcune versioni di [[tutù]] erano arrivate a scoprire le gambe, sopra il ginocchio o anche completamente, fin dalla fine del [[XIX secolo]], mentre gruppi di ballo come le inglesi [[Tiller Girls]] già negli [[Anni 1920|anni venti]] avevano costumi che prevedevano gonne molto corte<ref>Si veda per es la foto relativa allo spettacolo di Berlino del 1920 dal sito [http://www.tillergirls.com/Tiller_Page_2.htm The Tiller Girls] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121108001420/http://www.tillergirls.com/Tiller_Page_2.htm |data=8 novembre 2012 }}</ref>. Pochi anni dopo miniabiti o abiti da mare con corti gonnellini o pantaloncini sono tra gli abbigliamenti tipici delle [[pin-up]], mentre negli [[anni 1940|anni quaranta]] e [[anni 1950|cinquanta]] diverse attrici [[sex symbol]] come [[Marilyn Monroe]] e [[Ava Gardner]] si fanno fotografare in posa con abiti muniti di corti gonnellini.
 
Gli anni quaranta vedono una riduzione della lunghezza della gonne portate dalle donne comuni<ref>In Italia, ritenendo il [[Ventennio|regime fascista]] questa riduzione di lunghezza sconveniente, tramite una [[Velina (giornalismo)|veline]] del 4 maggio 1943, pubblicata dal [[Ministero della cultura popolare]] si arrivò ad indicare alle riviste di moda che "''Nei figurini di moda femminile le gonne vanno leggermente allungate oltre il ginocchio''", si veda a cura di Giancarlo Ottaviani, ''Le veline di Mussolini'', Stampa alternativa, 2008, ISBN 9788862220477, pag 13</ref>, dovuta però più alla carenza di [[Tessuto (materiale)|materiale tessile]] causata dalla [[seconda guerra mondiale]], che non a innovazioni nella moda, tant'è che nell'immediato [[dopoguerra]] stilisti come [[Christian Dior]] si affrettarono ad introdurre abiti con gonne molto lunghe con abbondante uso di tessuto, che diverranno tipici del decennio successivo<ref name="MiniModSixties24">Samantha Bleikorn, ''The Mini Mod Sixties Book'', Last Gasp, 2005, ISBN 978-0-86719-642-9, [http://books.google.it/books?id=6nW_XKgbSJIC&lpg=PT26&dq=miniskirt&pg=PT27#v=onepage&q&f=false pp. 24-25]</ref>. Ciò non toglie che la gonna corta e i miniabiti, seppur non ancora chiaramente definiti come indumenti a sé stanti, siano comunque già presenti nell'immaginario comune, vestendo le già citate pin-up e sex symbol nelle loro foto promozionali o comparendo in pellicole cinematografiche e serie televisive, come le corte uniformi scolastiche della commedia inglese [[Blue Murder at St Trinian's]] del 1957<ref>Bianca Lang, Tina Schraml, Lena Elster, ''La minigonna. La rivoluzione, gli stilisti, le icone'', White Star, 2011, ISBN 978-88-540-2057-3, p. 28</ref>, ispirata all'opera del vignettista satirico [[Ronald Searle]], le uniformi spaziali dei personaggi femminili del telefilm fantascientifico statunitense [[Space Patrol]], in onda sull'[[American Broadcasting Company]] nei primi anni cinquanta o i costumi [[Antichità classica|classicheggianti]] di alcune delle interpreti femminili dei film del genere [[peplum]].
 
== Gli anni '60, l'origine della "mini" ==
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=== La diffusione internazionale ===
[[File:BrideMiniskirt1968.jpg|thumb|upright|Sposa in minigonna ad [[Auckland]], nel 1968. La diffusione della "mini" influenzò anche indumenti generalmente più casti, come gli [[Abito nuziale|abiti da sposa]], i [[tailleur]] con gonna o il [[tubino]]]]
Il periodo di forte rinnovamento sociale, che portava ad una ricerca di discontinuità con il passato tra i più giovani, la facilità di produzione di questo capo di vestiario (e l'economicità nei modelli più semplici)<ref name=randomhistory>{{en}}[http://www.randomhistory.com/2009/05/25_miniskirt.html A History of the Miniskirt] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100124145425/http://www.randomhistory.com/2009/05/25_miniskirt.html |data=24 gennaio 2010 }}, dal sito Random History</ref>, garantirono un notevole interesse per l'indumento da parte dei media, degli stilisti e degli esperti di moda, che a loro volta contribuirono ad aumentarne la diffusione sia nell'abbigliamento quotidiano che nella moda più elitaria. Il già citato André Courrèges incluse per esempio una minigonna, meno aderente e portata con stivaletti (i ''[[Go-go boots]]''), per la sua collezione [[Mod (subcultura)|mod]] della primavera estate del 1965, introducendola quindi nella cosiddetta [[alta moda]], mentre tra i primi stilisti a vestire nelle sfilate le modelle con delle minigonne vi fu il suo connazionale [[Pierre Cardin]]<ref>[http://books.google.com/books?id=2pg_xh064FUC&lpg=PA223&dq=miniabito&pg=PA214#v=onepage&q&f=false Voce "Pierre Cardin"], nel ''Dizionario della moda 2010'', [[Baldini Castoldi Dalai Editore]], 2009, ISBN 978-88-6073-608-6, p. 214</ref>.
 
Diversi fotografi come [[Helmut Newton]] o [[Richard Avedon]] immortalarono nelle loro opere le più famose modelle del momento ([[Twiggy]], [[Jean Shrimpton]], [[Amanda Lear]], ecc.) in foto che evidenziavano le loro [[gamba|gambe]], ampiamente lasciate in vista da minigonne o abiti molto corti<ref name=Massmoda />. La stessa Jean Shrimpton fu al centro di un piccolo scandalo mediatico relativo alla nuova moda: il 30 ottobre del 1965, durante un tour promozionale sponsorizzato dal [[Victoria Racing Club]] e da un produttore locale di tessuti, si presentò all'[[ippodromo]] [[Flemington Racecourse]] di [[Melbourne]], dove si svolgeva il [[Victoria Derby]] (parte del [[Melbourne Spring Racing Carnival]], un evento [[ippica|ippico]] che funge da principale "vetrina" per la moda australiana<ref>{{en}}Laurie Clancy, ''Culture and Customs of Australia'', Greenwood Publishing Group, 2004, ISBN 978-0-313-32169-6, [http://books.google.it/books?id=REN8gTardCUC&pg=PA93&hl=it&sa=X&ei=vk6mUs_sM6e7ygOiiYCoDQ&ved=0CD4Q6AEwAjhG#v=onepage&q&f=false pp. 93-94]</ref>), con un mini-abito (realizzato da [[Colin Rolfe]]) che lasciava scoperte le gambe per una decine di centimetri sopra il ginocchio. Oltre a questo, a causa della giornata particolarmente calda, era senza calze, né guanti, né cappello (tre degli accessori considerati quasi obbligatori dalla moda tradizionale del momento). La reazione dei media fu particolarmente critica verso questo tipo di abbigliamento e il caso divenne noto come ''The Miniskirt Affair'' (traducibile in italiano come "''Il caso Minigonna''")<ref>È da notare che in realtà si trattava di un mini-abito e non di una minigonna, a dimostrazione di come sovente i media usino "minigonna" (l'inglese "''miniskirt''" nel caso in oggetto) anche per i miniabiti ("''minidress''" in lingua inglese).</ref>.
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Nel 1966 Mary Quant ricevette il titolo di Ufficiale dell'[[Ordine dell'Impero Britannico]] per via dell'importanza che la minigonna (e in generale lo stile londinese) aveva rapidamente assunto nel mondo della moda.<ref>{{en}}[http://www.icons.org.uk/theicons/collection/miniskirt/features/mary-quant-in-progress Scheda su Mary Quant] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091212035829/http://www.icons.org.uk/theicons/collection/miniskirt/features/mary-quant-in-progress |data=12 dicembre 2009 }}, sul sito ICONS - A Portrait of England</ref>
 
L'uso della "mini", che scopriva le gambe, ha reso in questo periodo sempre meno diffuso l'impiego di [[calze]] e [[giarrettiere]], a cui venivano preferite la [[calzamaglia]] (soprattutto nei primi anni<ref>Bianca Lang, Tina Schraml, Lena Elster, ''La minigonna. La rivoluzione, gli stilisti, le icone'', White Star, 2011, ISBN 978-88-540-2057-3, pp. 15, 92</ref><ref name=Rossetti1966 />), i [[collant]] (realizzati in [[nylon]]<ref>{{en}}Doreen Yarwood, [https://www.britannica.com/EBchecked/topic/171379/dress/14030/Post-World-War-II#ref168881 Voce "Dress", capitolo "Post World War II"], sulla versione online dell'[[Enciclopedia Britannica]]</ref> ed introdotti sul mercato alla fine degli anni cinquanta)<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/03/08/50-anni-di-collant-la-calza-rivoluzionaria.html 50 anni di Collant La calza rivoluzionaria che inventò le gambe], articolo de [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], del 9 marzo 2009</ref><ref>Giulia Mafai, ''Storia della moda'', [[Editori Riuniti]] 1998, ISBN 88-359-4606-9, p. 115</ref> o, più recentemente, i [[fuseaux]] e i [[leggings]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/12/10/il-fuseaux-diventa-legging-segna-il-passaggio.html Il fuseaux diventa legging e segna il passaggio alla moda postmoderna], articolo de [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], del 10 dicembre 2007</ref>. Mary Quant citò proprio la presenza di collant e simili, che rappresentavano un 'ulteriore copertura per le parti intime femminili, in una sua difesa della minigonna contro le legislazioni che volevano vietarla<ref name="Adburgham">{{en}}Alison Adburgham, [http://century.guardian.co.uk/1960-1969/Story/0,6051,106475,00.html Mary Quant. Interview with Alison Adburgham], [[The Guardian]], 10 October 1967</ref>:
 
{{Citazione|Nelle nazioni europee dove vengono vietate le minigonne nelle strade, dicendo che sono un invito allo stupro, non comprendono l'uso delle calze|Alison Adburgham, ''Mary Quant. Interview with Alison Adburgham'', [[The Guardian]], 10 October 1967<ref name="Adburgham" />|lingua=en|In European countries where they ban mini-skirts in the streets and say they're an invitation to rape, they don't understand about stocking tights underneath.|}}
[[File:Katty Line e Adriano Celentano.jpg|thumb|upright|La cantante francese [[Katty Line]] in minigonna nel 1969, insieme al cantante italiano [[Adriano Celentano]]. Minigonne particolarmente corte, portate in scena e nelle manifestazioni dal vivo (come il [[Cantagiro 1970]]), caratterizzarono la breve carriera dell'artista.<ref>Si vedano per esempio gli articoli [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0007/articleid,0132_01_1970_0138_0007_6269161/ Nel gran frastuono del Cantagiro] e [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0008/articleid,1524_02_1970_0132_0008_21366411/ Cantagiro droga per tutti] de [[La Stampa]], rispettivamente del 10 e 11 luglio 1970</ref>]]
 
L'accorciamento delle gonne si produsse fin dall'inizio anche in quello di altri capi, come i più tradizionali [[abito da donna|abiti da donna]], facendo nascere i ''mini-abiti'', che di fatto univano magliette e maglioni al concetto di minigonna, anche questi spesso indossati con i collant.
 
In parte per massimizzare una sorta di spirito di ribellione, dovuto al poter mostrare liberamente ciò che era considerato scandaloso e volgare (erano gli anni dei movimenti [[Il Sessantotto|sessantottini]]), in parte per i dettami di alcuni stilisti che puntavano molto all'effetto pubblicitario di questi scandali, le minigonne in breve si accorciarono drasticamente, fino ad arrivare in alcuni modelli a soli pochi centimetri dalla biancheria intima che copriva i genitali, divenendo anche un simbolo della conquistata libertà sessuale femminile. All'uso sempre più frequente di minigonne e miniabiti si associò, per un breve periodo, anche l'abbandono del [[reggiseno]], che spesso veniva bruciato dalle femministe come segno di protesta e di supporto ad una nuova idea della donna, non legata all'immagine precedente di cui i capi di vestiario tradizionale (abiti lunghi e reggiseno) erano un simbolo<ref>[[Tom Robbins]], ''Le anatre selvatiche volano al contrario'', [[Baldini Castoldi Dalai Editore]], 2007, ISBN 978-88-6073-056-5, [http://books.google.com/books?id=mq5Spg_jwfUC&lpg=PA114&dq=minigonna&pg=PA114#v=onepage&q&f=false pp. 114 e seg]</ref>.
 
Le ridotte dimensioni a cui arrivò la minigonna in Inghilterra furono anche al centro di un caso di potenziale "[[evasione fiscale]]": il sistema di tassazione di allora prevedeva un'[[imposta indiretta]] sull'acquisto solo per gli abiti per adulti, considerando come tali quelli di lunghezza superiore ai 24 pollici (circa 61&nbsp;cm), esentandone quindi quelli per bambini; le minigonne, pur essendo abiti per ragazze e donne adulte, con le loro lunghezze variabili tra i 13 e i 20 pollici (circa 33 e 50,8&nbsp;cm), risultavano nella fascia non tassata<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0013/articleid,1535_02_1968_0160A_0027_23492132/ Londra: la minigonna è un evasore fiscale], articolo de [[La Stampa]], del 15 luglio 1968</ref>.
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La diffusione della minigonna (e in generale delle mode legate alla ''Swinging London''), partita dai paesi europei del [[blocco occidentale]], da lì passata (seppur non immediatamente<ref name=SeeninVogue95 />) negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] (e dopo alcuni anni in quest'area più o meno tacitamente accettata), non ebbe la stessa facilità di diffusione altrove: in [[Cina]] per esempio, dove si era nel pieno della [[Rivoluzione Culturale]], venne considerata uno dei simboli della "depravazione" dell'occidente capitalista<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0003/articleid,1052_04_1981_0280_0003_21728956/ Mary Quant, madre della mini ha regalato un vestito a Milano], articolo de [[La Stampa]], del 24 ottobre 1981</ref>, mentre in [[Australia]] le gonne rimasero sotto al ginocchio per buona parte degli anni sessanta<ref>{{en}}[http://www.icons.org.uk/theicons/collection/miniskirt/biography/biography-in-progress The Mini Takes Off] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070526235838/http://www.icons.org.uk/theicons/collection/miniskirt/biography/biography-in-progress |data=26 maggio 2007 }}, sul sito ICONS - A Portrait of England</ref>.
 
Anche in diverse nazioni dell'[[Africa]] la minigonna venne vista come un simbolo della decadenza del mondo occidentale che avrebbe corrotto i costumi locali<ref name=randomhistory />. La problematica al tempo, più che al concetto di pubblica decenza, in diversi casi era legata al fatto che molte nazioni avevano da poco ottenuto l'indipendenza, dopo il periodo [[Colonialismo|coloniale]], e gli indumenti legati alle mode occidentali, come le gonne corte o i [[pantaloni]] aderenti<ref name=ross>{{cita libro|cognome1=Ross |nome1=Robert |titolo=Clothing: A Global History |data=2008 |editore=Polity |isbn=9780745631868 |pp=162–163162-163 |url_capitolo=https://books.google.com/books?id=iwprGRt3XkMC&pg=PA162 |lingua=en |capitolo=Engendered Acceptance and Rejection}}</ref>, erano visti come un protrarsi di questo controllo.<ref name=Kiruga>{{en}}Morris Kiruga, ''[https://web.archive.org/web/20180401162426/http://mgafrica.com/article/2014-12-04-understanding-africas-fashion-police/ Understanding Africa's 'fashion gestapo': Miniskirts, maxi skirts make-up and long beards]'', [[Mail & Guardian|Mail & Guardian Africa]], 5 dicembre 2014</ref> Del resto l'abbigliamento tipico pre-coloniale di molte di quelle zone, precedentemente contrastato dalle forze coloniali (e anche da alcune forze governative post-indipendenza<ref name=ross />) nell'ottica della [[Missione civilizzatrice|civilizzazione]] perché percepito come una quasi nudità, era minimalista: una ragazza di città in maglietta e minigonna negli anni '60 sarebbe stata comunque più coperta rispetto a una ragazza delle generazioni precedenti in abiti tradizionali. Questo ovviamente non impediva a molti governi o forze politiche di indicare comunque questo abbigliamento come sconveniente di per sé, con in alcuni casi campagne mediatiche e legali che sfociavano in vere e proprie aggressioni dei confronti delle donne che lo indossavano<ref name=ross /><ref name=ivaska>{{cita libro|cognome1=Ivaska |nome1=Andrew M. |curatore1=Jean Allman |titolo=Fashioning Africa: Power and the Politics of Dress |editore=Indiana University Press |isbn=0253111048 |pp=113–114113-114 |url_capitolo=https://books.google.com/books?id=_K9Zvt8kkkcC&pg=PA104 |lingua=en |capitolo='Anti-mini Militants Meet Modern Misses': Urban Style, Gender, and the Politics of 'National Culture' in 1960s Dar es Salaam, Tanzania|data=9 settembre 2004 }}</ref>.
 
Tra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta l'indumento si diffonde anche in paesi a maggioranza [[islam]]ica che successivamente l'avrebbero vietato o comunque osteggiato, come l'[[Afghanistan]]<ref>{{en}}Michael Hughes, ''[http://www.huffingtonpost.com/michael-hughes/miniskirts-in-kabul_b_591478.html Miniskirts in Kabul]'', articolo di [[The Huffington Post]], del 28 maggio 2010</ref><ref>{{en}}[[Elisabeth Bumiller]], ''[https://www.nytimes.com/2009/10/18/weekinreview/18bumiller.html Remembering Afghanistan's Golden Age]'', articolo del [[The New York Times]], del 17 ottobre 2009</ref>.
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{{doppia immagine verticale|right|Mini-skirts at wedding - c1972.JPG|1970sgirls.jpg|220px|In alto donne in miniabito, indossato dalle ospiti ad un matrimonio nell'[[Inghilterra]] meridionale nel 1972. In basso ragazze al Rhodes College di [[Memphis]] ([[Tennessee]], [[USA]]) nel 1973. Durante gli [[anni '70]] alla minigonna si affiancarono i pantaloncini corti ([[short]], [[hot pants]] e simili), spesso di lunghezza inferiore a quella delle stesse minigonne, come quelli indossati dalla ragazza sulla sinistra.|}}
 
Le previsioni sulla fine definitiva della minigonna proseguono anche in questo decennio<ref>Per es nell'[https://www.flickr.com/photos/25450800@N05/3167920177 agosto] del 1970 il settimanale francese ''[[Paris Match (periodico)|Paris Match]]'' la dava per "morta" già nella successiva collezione autunno inverno.</ref>, tuttavia si riveleranno fallaci. Nei primi anni settanta la minigonna continuò infatti a diffondersi e ad accorciarsi, ma con l'arrivo della metà degli [[anni 1970|anni settanta]] questa tendenza iniziò ad invertirsi.
 
{{doppia immagine verticale|left|Pacific Southwest Airlines female flight attendants.jpg|Air Hostess Uniform 1970 Lollipop 005 (9626672704).jpg|220px|In diversi paesi, a partire dagli anni '70 le uniformi del personale femminile delle [[compagnia aerea|compagnie aeree]] si adattarono alla moda del tempo a base di abiti corti. In alto le [[hostess]] della [[Pacific Southwest Airlines]], la compagnia [[california]]na puntò anche sulla loro per conquistare nuovi clienti: l'uniforme, che riprendeva i colori della livrea dei mezzi, comprendeva minigonne, miniabiti e pantaloncini estremamente corti.<ref>{{fr}}[http://www.blenheimgang.com/blenheim-icons-pacific-southwest-airlines/ Blenheim Icons: Pacific Southwest Airlines] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121220175659/http://www.blenheimgang.com/blenheim-icons-pacific-southwest-airlines/ |data=20 dicembre 2012 }}, dal sito web ''the Blenheim Gang: essais et culture automobile, youngtimers, formule 1 et musique pop''</ref> In basso hostess della [[New Zealand National Airways Corporation]], in una foto promozionale.}}
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sia per l'impressione di essere oggetti plasticosi o "'''dolly birds'"''<ref>Termine inglese che significa "giovane donna sexy", ma che può avere valenza denigratoria, indicando una donna vestita in maniera eccessivamente provocante, si veda {{en}}[http://www.sex-lexis.com/Sex-Dictionary/dolly+bird la definizione] su sex-lexis.com</ref>, che rischiavano di suscitare le ragazze vestite in minigonna e soprabito [[Mackintosh]] di [[PVC]] (l'accoppiata dettata dalla moda del periodo).<ref>Christopher Booker, ''The Seventies: portrait of a decade'', Penguin Books Ltd, 1980, ISBN 978-0-14-005783-6</ref>
 
Un 'ulteriore motivazione che spinse all'allungamento della gonna furono le proteste del movimento [[femminismo|femminista]]: se in un primo tempo le gonne e la possibilità di vestirsi in maniera [[Attrazione sessuale|sexy]] (oltre a poter vivere più [[Rivoluzione sessuale|liberamente le proprie esperienze sessuali]]) erano sembrate delle novità da indicare come un'evoluzione positiva nella condizione delle donne<ref name="Aspesi1978">[[Natalia Aspesi]], ''La libertà del ginocchio femminile'', nella raccolta ''Festival e funerali '', [[Il Saggiatore (casa editrice)|il Saggiatore]], 2011, ISBN 9788865761458, [https://books.google.it/books?id=y50YywapoIsC&lpg=PA139&hl=it&pg=PA138#v=onepage&q&f=false pp. 138-141] (originariamente pubblicato nel 1978)</ref>, col tempo questo abbigliamento rischiava (nell'ottica di alcuni gruppi femministi) di farle considerare solo come degli oggetti sessuali<ref name=randomhistory />. In quegli anni iniziavano peraltro ad essere poste sotto accusa anche [[Pubblicità sessista|diverse campagne pubblicitarie]], che puntavano sulla minigonna per evidenziare l'avvenenza delle modelle, richiamando così l'attenzione su prodotti che non avevano nulla a che fare né con l'abbigliamento, né con l'universo femminile<ref>Si vedano per esempio le pubblicità della [[Innocenti]] relative alla [[Innocenti Lambretta|Lambretta]] e alla [[Mini (1959)#Innocenti Mini|Mini]] rispettivamente del 1967 con la modella [[Jean Shrimpton]], e del 1972 con [[Raffaella Carrà]], [https://web.archive.org/web/20061010085243/http://www.cyberium.net/imagine/M/innocenti/index-innocenti.html riportate] dal sito Old Motorcycles Wallpapers</ref>. Oltre all'immagine sexy proposta, grazie all'indumento, da alcune pubblicità cartacee e televisive, anche diverse aziende avevano scelto minigonne e miniabiti particolarmente corti come uniformi del loro personale a contatto col pubblico (per esempio alcune [[Assistente di volo|assistenti di volo]]), scelta che, pur garantendo una sicura pubblicità, attirava anche critiche. Per diverse femministe la minigonna era quindi passata, in pochi anni, da simbolo delle nuove libertà e della conquistata indipendenza (anche economica) delle donne, indossata a volte in modo volontariamente eccessivo come forma di provocazione, a capo di vestiario da boicottare perché legato alla figura della donna-oggetto, un dualismo che a distanza di decenni anima ancora il dibattito del mondo femminista<ref>{{en}}Nermeen Shaikh , ''The Present as History. Critical Perspectives on Contemporary Global Power''", Columbia University Press, 2007, ISBN 9780231142991, [https://www.google.it/books/edition/The_Present_as_History/KyKtAgAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&pg=PA168&printsec=frontcover pag 168]</ref>.
 
In questo periodo, con l'eclissarsi della minigonna, si diffonde la moda degli [[short]] (letteralmente "''corto''"), spesso di jeans, come quelli indossati dall'attrice [[Catherine Bach]] nella serie televisiva [[Hazzard]] (1979-1985), che divennero noti proprio come ''Jeans Daisy-Duke'' (dal nome del suo personaggio<ref>Come raccontato dalla stessa attrice Catherine Bach (inizialmente restia ad usare un simile capo di abbigliamento) in un'intervista dell'ottobre 1981, a convincerla ad a girare le scene in cui lavora come cameriera con pantaloncini così ridotti, fu proprio lo scoprire che le divise delle vere cameriere dei ristoranti comprendevano minigonne altrettanto corte ("''Indossavano tutte delle piccole minigonne che arrivavano alla tovaglia!''"). Si veda {{cita web|lingua=en|url=https://news.google.ca/newspapers?id=3VYuAAAAIBAJ&sjid=QdoFAAAAIBAJ&pg=4352,2540768&dq=catherine+bach&hl=en |titolo= Catherine Bach Defends the Dukes|editore=Beaver Country Times |accesso= 15 agosto 2014|data=11 ottobre 1981}}</ref>) e degli [[hot pants]]<ref name="FrancoAngeli">Daniele Pittèri, ''L'intensità e la distrazione. Industrie, creatività e tattiche nella comunicazione'' - Volume 16 di Cultura della comunicazione, [[FrancoAngeli]], 2006, ISBN 978-88-464-7300-4, [http://books.google.it/books?id=_kE1g8u3NxAC&pg=PA124&dq=Mary+Quant+1965&lr=&cd=13#v=onepage&q=Mary%20Quant%201965&f=false p. 124]</ref> (anche questi ultimi vedono tra i loro inventori la stilista Mary Quant<ref name="Masi">Carlo Masi, ''Love generation: l'amore al tempo degli hippies'' - Volume 28 di Contatti Nuova serie, [[Castelvecchi]], 2005, ISBN 978-88-7615-087-6 [http://books.google.it/books?id=3qs4M_JYbkUC&pg=PA118&dq=Mary+Quant+minigonna&lr=&as_drrb_is=q&as_minm_is=0&as_miny_is=&as_maxm_is=0&as_maxy_is=&as_brr=3&cd=8#v=onepage&q=Mary%20Quant%20minigonna&f=false p. 118]</ref>): entrambi scoprivano le gambe come, se non più, delle minigonne, ma risultavano più pratici in quanto permettevano una maggiore libertà di movimento, oltre a proteggere e coprire maggiormente la zona intima. Nel tempo ci furono anche dei tentativi di unificare i due indumenti, [[Gianni Versace|lo stilista Versace]] per esempio provò ad introdurre abiti dotati sì di gonna corta, ma da indossare sopra a dei (parzialmente visibili) pantaloncini<ref>[[Natalia Aspesi]], a cura di [[Andrea Gentile (scrittore)|Andrea Gentile]] e [[Aurelio Pino]], ''Festival e funerali: dai costumi ai malcostumi: una storia italiana'', [[Il Saggiatore (casa editrice)|Il Saggiatore]], 2011, ISBN 978-88-428-1653-9, [http://books.google.it/books?id=y50YywapoIsC&lpg=PA139&dq=minigonna&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false pp. 148-149]</ref>.
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[[File:Vivienne Westwood Mini Crini.jpg|thumb|upright|Un abito con ''mini-crini'' disegnato da [[Vivienne Westwood]], esposto al [[NRW Forum]] di [[Düsseldorf]].]]
 
Con l'avanzare gli [[anni 1980|anni ottanta]] la minigonna tornò di moda nel mondo occidentale<ref name=Massmoda />, anche se in maniera altalenante e con tempistiche e diffusione diversa tra l'[[Europa]] e il [[Nord America]]<ref>Si veda per esempio l'articolo de [[La Stampa]] ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0010/articleid,1004_01_1985_0134_0010_13932626/ Un colpo di forbice alle gonne e gran ritorno dello spolverino]'', del 26 giugno 1985, relativo alla minore diffusione della minigonna in Europa rispetto all'America, nonostante le previsioni degli stilisti relative ad unaun suo possibile grande ritorno nella moda estiva di quell'anno</ref>, e si diversificò in modelli molto differenti (per tipo di tessuto, taglio, ecc.), pur non raggiungendo mai né una forma così corta, né la diffusione che aveva avuto nel suo primo decennio di vita. I due anni in cui si manifestò la maggiore diffusione della mini furono il 1982 e il 1987<ref name=mini126 />.
 
Proprio 1982 Valentino presagì un cambio di stile per le minigonne che, secondo lui, sarebbero state caratterizzate da una maggiore ampiezza e da una linea più morbida lungo le gambe, in grado di dare vita con il movimento del corpo ad un "''sexy vedo non vedo''". La previsione dello stilista si rivelerà in parte corretta, almeno fino a quando la moda per [[Esercizio aerobico|l'aerobica]] ed in generale per [[Fitness (sport)|gli sport atti a migliorare la forma fisica]], non riporterà in voga minigonne, miniabiti e corti tailleur nuovamente aderenti ed attillati.<ref name="mini7879">Bianca Lang, Tina Schraml, Lena Elster, ''La minigonna. La rivoluzione, gli stilisti, le icone'', White Star, 2011, ISBN 978-88-540-2057-3, pp. 78-79</ref> Tra questi ultimi tipi si distinsero le creazioni di [[Azzedine Alaïa]] e [[Hervé Leger|Herve Peugnet]] per le minigonne e gli abiti di [[Elastam|lycra]]<ref name=mini126 /> e di [[Thierry Mugler]] per i tailleur<ref name=mini7879 />.
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== Gli anni 2000 ==
[[File:Amy Pond.jpg|thumb|upright|left|L'attrice [[Karen Gillan]] nel ruolo di [[Amy Pond]], durante le riprese del primo episodio della [[Episodi di Doctor Who (nuova serie) (quinta stagione)|quinta stagione]] deldi ''[[Doctor Who]]'' (maggio 2009). Le minigonne saranno uno degli indumenti tipici del personaggio, fatto che, secondo alcuni commentatori, lo avrebbero reso troppo ''sexy'' per un telefilm destinato alle famiglie. L'attrice stessa difenderà più volte la scelta di quell'abbigliamento, ritenuto perfettamente in linea con quello indossato abitualmente dalle ragazze inglesi coetanee del personaggio.<ref>{{en}}[https://www.telegraph.co.uk/culture/tvandradio/doctor-who/7554825/Viewers-think-new-Doctor-Who-is-too-sexy.html Viewers think new Doctor Who is 'too sexy'], articolo di [[The Daily Telegraph]], del 5 aprile 2010</ref><ref>{{en}}[https://www.telegraph.co.uk/culture/tvandradio/doctor-who/7828765/Doctor-Who-star-Karen-Gillan-defends-too-sexy-Amy-Pond.html Doctor Who star Karen Gillan defends 'too sexy' Amy Pond], articolo di [[The Daily Telegraph]], del 15 giugno 2010</ref>]]
 
Nella prima decade degliNel [[anni 2000|primo decennio]] del XXI secolo i [[pantaloni a vita bassa]] hanno in parte scalzato la minigonna e gli hot pants dal podio dell'"abito più provocante", oltre ad attirare su di loro lo stesso tipo di critiche, relative alla supposta volgarità, che negli anni sessanta e settanta venivano indirizzate alle mini. Nell'abbigliamento di tutti i giorni le minigonne continuano tuttavia ad essere usate diffusamente, anche nei mesi invernali, dove sono sovente abbinate a pantaloni aderenti come i [[leggings]], i [[fuseaux]] o [[collant]] pesanti. La principale differenza, rispetto ai decenni precedenti, è l'abitudine tra le donne di indossare l'indumento anche sopra i 30 anni, cancellando quindi l'immagine che lo voleva capo di abbigliamento destinato solo alle ragazze più giovani<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2009/settembre/03/indice_della_minigonna_Piu_corta_co_8_090903050.shtml L'indice della minigonna Più corta dopo i 30 anni], dal Corriere della Sera del 3 settembre 2009</ref><ref>{{en}}[http://www.guardian.co.uk/lifeandstyle/2009/may/10/fashion-skirts-mimi-spencer Nice bit of skirt], dal The Observer del 10 maggio 2009</ref>.
 
Con il nuovo secolo le mode provenienti dall'oriente che prevedono l'uso di gonne sopra il ginocchio, come il già citato [[Gothic Lolita]], iniziano a diffondersi [[Civiltà occidentale|anche in occidente]], ma in modo marginale, pur divenendo molto note tra i giovani grazie ai protagonisti di [[anime]] e [[manga]] che vestono seguendo quegli stili. Nel 2005 in Gran Bretagna la catena di grandi magazzini [[Harvey Nichols]] effettuò un sondaggio tra i suoi clienti per individuare il capo di vestiario più amato: la minigonna ottenne il primo posto<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/02/22/la-microgonna-di-mary-quant.html E la microgonna di Mary Quant l'indumento più amato di tutti i tempi], articolo di Repubblica, 22 febbraio 2005</ref><ref>[http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/spettacoli_e_cultura/minigonna/minigonna/minigonna.html?ref=search Alle donne piace cortissima È la minigonna il capo più amato], articolo di Repubblica, del 21 febbraio 2005</ref>.
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[[File:MakiriCropped.JPG|thumb|La [[tennis]]ta [[Marija Kirilenko]] agli [[US Open (tennis)|U.S. Open]] del 2006: la minigonna si è diffusa anche nell'uniforme femminile di questo sport, non senza critiche da parte di alcuni organizzatori dei principali tornei, in quanto ritenute possibile fonte di distrazione per il pubblico<ref>Si veda per es [http://ubitennis.quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/01/15/144535-multe_mostra_troppo.shtml Multe a chi mostra troppo] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090116175922/http://ubitennis.quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/01/15/144535-multe_mostra_troppo.shtml |data=16 gennaio 2009 }}, articolo relativo agli [[Australian Open]]</ref>.]]
 
Nella moda la gonna ha continuato ad essere diffusa e, nella seconda metà delladel primaprimo decadedecennio del [[XXI secolo]], ha continuato ad accorciarsi ulteriormente, venendo però a volte sostituita dai più corti e meno impegnativi hot pants<ref name=Massmoda /><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/02/05/estate-della-vanita-ha-scoperto-le-gambe.html L'estate della vanità ha scoperto le gambe], articolo di Repubblica, del 5 febbraio 2007</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/03/19/donne-con-le-gonne-ma-soltanto-micro.html Donne con le gonne ma soltanto micro], articolo di Repubblica, del 19 marzo 2007</ref><ref>[http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Milano%20riscopre%20la%20minigonna/1394674 Milano riscopre la minigonna] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090614164420/http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Milano%20riscopre%20la%20minigonna/1394674 |date=14 giugno 2009 }}, articolo de [[L'Espresso]] moda, del 26 settembre 2006</ref>. Gli stilisti e le riviste di moda nelle collezioni 2009 e 2010 (soprattutto per i mesi invernali) propongono queste gonne più corte anche in abbinamento ad un altro ''revival'' della moda dei decenni passati, quello degli [[Stivale|stivali]] alti sopra il ginocchio, detti [[cuissarde]]<ref>Si veda per esempio [http://www.vogue.it/magazine/blog-del-direttore/2010/07/27-luglio Un'estate in minigonna... E quest autunno?], editoriale del 27 luglio 2010 di [[Franca Sozzani]], direttrice di [[Vogue (periodico)|Vogue Italia]], dal sito ufficiale della rivista</ref>. Non mancano in questi anni le variazioni sul materiale con cui è confezionato l'indumento, con un ritorno nelle collezioni presentate sulle passerelle della pelle<ref>[http://spettacoli.tiscali.it/gossip/feeds/11/09/26/t_45_20110926_CMG9fe5cead-02a3-4e7a-bf10-b6023e1b0a59.html?gossip La minigonna in pelle, capo irrinunciabile] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141129021228/http://spettacoli.tiscali.it/gossip/feeds/11/09/26/t_45_20110926_CMG9fe5cead-02a3-4e7a-bf10-b6023e1b0a59.html?gossip |data=29 novembre 2014 }}, articolo del 26 settembre 2011, dalla sezione ''Spettacoli&Cultura'' del [[portale web]] di [[Tiscali (azienda)|Tiscali]]</ref>, e di varianti più originali come quelle decorate con effetto "''metallico''"<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.bluewin.ch/it/index.php/1790,468311/Le_mini_diventano_metalliche/it/style/ Le mini diventano metalliche.] |data=maggio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}, articolo del 29 settembre 2011, da bluewin.ch</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.bluewin.ch/it/index.php/1790,467327/La_sofisticata_donna_di_Cavalli/it/style/ La sofisticata donna di Cavalli] |data=maggio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}, articolo del 27 settembre 2011, da bluewin.ch</ref>, così come il ritorno a forme già impiegate negli anni ottanta, come la ''puffball skirt'', molto presente nella primavera del 2005 nelle sfilate relative alla moda del successivo autunno/inverno<ref name="Puff it"/>.
 
[[File:Julia Dunstall.jpg|thumb|La modella [[Canada|canadese]] [[Julia Dunstall]] in microgonna e [[collant]], alla [[Settimana della moda|settimana della moda di New York]] nel 2007. Le minigonne estremamente corte, pur essendo poco diffuse nell'abbigliamento comune, sono quasi una costante delle sfilate dell'inizio XXI secolo. I modelli hanno solitamente "lunghezze" inferiori ai 20 cm.]]