Minigonna: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|descrizione= le minigonne laterali delle automobili (componenti estetici e aerodinamici della carrozzeria)|titolo=Minigonne}}
[[File:Minirock (Lack) Photo Model 1.jpg|thumb|Modella con minigonna nera in [[PVC]]]]
La '''minigonna''', sovente detta semplicemente '''mini'''<ref>[http://www.sapere.it/sapere/dizionari/dizionari/Italiano/M/MI/minigonna.html Voce Minigonna], dal Dizionario Italiano di sapere.it, [[De Agostini]]</ref> (in questo caso il termine viene applicato genericamente anche agli abiti corti<ref name="MiniVocabolarioTreccani">{{Cita libro|capitolo=mini|titolo=Il Vocabolario Treccani|data= 1992|città=Roma|editore=
== La "lotta" per la riduzione della gonna ==
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A partire dalla fine del [[XIX secolo]] i primi movimenti [[femminismo|femministi]] iniziarono a ritenere le gonne portate allora troppo scomode: queste erano costituite da tessuti pesanti, lunghe fino a terra o poco meno, e spesso indossate sopra a [[sottoveste|sottovesti]] altrettanto lunghe<ref name=gonnaprigione>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/05/16/la-gonna-da-prigione-bandiera-di-liberta.html La gonna da prigione a bandiera di libertà], articolo de [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], del 16 maggio 2010</ref>. Con l'approssimarsi alla fine del secolo la [[femminista]] francese [[Hubertine Auclert]] arrivò a creare la ''Lega per le gonne corte'', raccogliendo la rivendicazione di molte donne per un abbigliamento più comodo, che potesse garantire una maggiore autonomia di movimento<ref name=gonnaprigione />.
[[File:Lana Turner, Judy Garland, Hedy Lamarr - Ziegfeld Girl - 1941.png|thumb|upright|left|Da sinistra a destra: [[Lana Turner]], [[Judy Garland]] e [[Hedy Lamarr]], in una foto promozionale dal set del film ''[[Le fanciulle delle follie]]'' (1941), che raccontava la storia di tre [[Ziegfeld girl]].]]
[[File:Frances Rafferty.jpg|thumb|upright|left|L'attrice statunitense [[Frances Rafferty]] indossa un corto miniabito in questa copertina del settimanale ''[[Yank, the Army Weekly]]'' del 12 ottobre 1945. La rivista, in cui spesso comparivano [[pin-up]] in abiti succinti, era pubblicata dall'[[United States Armed Forces]] ed era destinata alla distribuzione tra le truppe che combattevano nella seconda Guerra Mondiale.]]
Durante la [[prima guerra mondiale]] si iniziò a diffondere l'uso dei pantaloni tra le donne che lavoravano in fabbrica al posto dei mariti partiti per il fronte<ref name=gonnaprigione />, ed al termine di questa la lunghezza delle gonne si accorciò rapidamente<ref>{{de}}[http://parapluie.de/archiv/haut/minirock/ Der Minirock -- die Enthüllung des Frauenbeins]</ref>, nell'ambito di una forte evoluzione della moda femminile (questo stile divenne noto come [[flapper]]): negli [[anni 1920|anni venti]] del XX secolo (passati alla storia come gli "[[anni ruggenti]]") i vestiti indossati dalle giovani donne arrivavano in alcuni casi sopra il ginocchio, ma erano ancora ampiamente diffuse gonne più lunghe. In risposta a questi primi timidi cambiamenti negli Stati Uniti vennero varate leggi per regolare la lunghezza minima delle gonne<ref name=gonnaprigione />. La rivoluzione nel vestiario e in generale nel ''look'' femminile continuò comunque ad avanzare anche dopo la guerra: la stilista [[Coco Chanel]], tra le protagoniste di questa fase, individuava proprio la lunghezza dei capelli e della gonna tra i principali parametri di questo cambiamento<ref name="Massmoda">Patrizia Calefato, ''Mass moda. Linguaggio e immaginario del corpo vestito'', Meltemi Editore, 2007, ISBN 978-88-8353-548-2, [http://books.google.it/books?id=ri_l0QIoGb4C&pg=PT44&dq=minigonna&cd=5#v=onepage&q=minigonna&f=false pp. 89 e sgg]</ref>. Nei modelli presentati da Chanel, molto più semplici come disegno rispetto alla moda precedente, si abbandona l'uso dei [[Corsetto|corsetti]] e la gonna si riduce fin sotto il ginocchio, impiegando per questa anche il [[tessuto Jersey]] (di [[lana]] e [[Cotone (tessuto)|cotone]]), ritenuto fino ad allora caratteristico delle classi più proletarie. L'uso di una minore quantità di tessuto impiegato e il disegno semplice, che gli permette di adattarsi facilmente a più [[Taglia dei vestiti|taglie]], assicura a questo tipo di vestiario lanciato da Chanel una più facile diffusione commerciale.<ref>Giulia Mafai, ''Storia della moda'', [[Editori Riuniti]] 1998, ISBN 88-359-4606-9, pp. 109-110</ref> Secondo la storica della moda [[Valerie Steele]], direttrice del museo del [[Fashion Institute of Technology]] di [[
Indumenti simili a minigonne iniziano a fare la loro comparsa, seppur in campi che esulano l'abbigliamento di tutti i giorni, come nel caso delle uniformi ginniche: durante i [[Giochi della VII Olimpiade]] del 1920 la [[tennis]]ta [[Francia|francese]] [[Suzanne Lenglen]] indossò un abito prodotto dallo stilista [[Jean Patou]] in cui la gonna arrivava fino al [[ginocchio]]<ref>{{fr}}[[Thierry Terret]] e Phillipe Liotard, ''Sport et genre: Volume 2, Excellence féminine et masculinité hégémonique'', Paris, L'Harmattan, p. 87, ISBN 2-7475-9564-1</ref>, mentre pochi anni dopo, nei [[II Giochi olimpici invernali]] del 1928, fu la quindicenne [[Pattinaggio di figura|pattinatrice]] [[Norvegia|norvegese]] [[Sonja Henie]] ad indossare per prima in quello sport un abbigliamento dotato di gonna corta<ref>{{fr}}[http://www.cnosf.com/art/16-saint-moritz_1928.html#para_6 Saint-Moritz 1928 - Les anecdotes] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110514052622/http://www.cnosf.com/art/16-saint-moritz_1928.html#para_6 |date=14 maggio 2011 }}</ref>, che permetteva una maggiore libertà di movimento alle atlete<ref>{{en}}[http://sportsillustrated.cnn.com/siforwomen/top_100/4/ Scheda di Sonja Henie] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060911201834/http://sportsillustrated.cnn.com/siforwomen/top_100/4/ |date=11 settembre 2006 }}, nella classifica delle ''100 migliori atlete femminili'' di [[Sports Illustrated]]</ref>.
[[File:Space Patrol cast 1950.JPG|thumb|upright|I costumi di scena usati nel cinema e in televisione anticiparono di diversi anni l'uso di minigonne e miniabiti. Nella foto il cast della serie statunitense ''[[Space Patrol]]'' (1950-1955).]]
Nel mondo dello spettacolo si diffondono abiti corti che scoprono le gambe e non solo: la ballerina e cantante [[Joséphine Baker]] si esibisce già negli durante gli [[anni 1920|anni venti]] con un costume che la lascia quasi in [[topless]], munito di un corto gonnellino composto da un casco di [[banana|banane]] (ideato da un giovanissimo [[Paul Seltenhammer]]). Allo stesso modo anche le attrici e ballerine del [[Ziegfeld Follies]] si esibiscono con abiti minimali e rivelanti e spesso posano per foto glamour con simile abbigliamento, quando non compaiono in servizi di vero e proprio [[nudo artistico]]. Nel mondo della danza classica invece alcune versioni di [[tutù]] erano arrivate a scoprire le gambe, sopra il ginocchio o anche completamente, fin dalla fine del [[XIX secolo]], mentre gruppi di ballo come le inglesi [[Tiller Girls]] già negli [[Anni 1920|anni venti]] avevano costumi che prevedevano gonne molto corte<ref>Si veda per es la foto relativa allo spettacolo di Berlino del 1920 dal sito [http://www.tillergirls.com/Tiller_Page_2.htm The Tiller Girls] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121108001420/http://www.tillergirls.com/Tiller_Page_2.htm |data=8 novembre 2012 }}</ref>. Pochi anni dopo miniabiti o abiti da mare con corti gonnellini o pantaloncini sono tra gli abbigliamenti tipici delle [[pin-up]], mentre negli [[anni 1940|anni quaranta]] e [[anni 1950|cinquanta]] diverse attrici [[sex symbol]] come [[Marilyn Monroe]] e [[Ava Gardner]] si fanno fotografare in posa con abiti muniti di corti gonnellini.
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=== La diffusione internazionale ===
[[File:BrideMiniskirt1968.jpg|thumb|upright|Sposa in minigonna ad [[Auckland]], nel 1968. La diffusione della "mini" influenzò anche indumenti generalmente più casti, come gli [[Abito nuziale|abiti da sposa]], i [[tailleur]] con gonna o il [[tubino]]]]
Il periodo di forte rinnovamento sociale, che portava ad una ricerca di discontinuità con il passato tra i più giovani, la facilità di produzione di questo capo di vestiario (e l'economicità nei modelli più semplici)<ref name=randomhistory>{{en}}[http://www.randomhistory.com/2009/05/25_miniskirt.html A History of the Miniskirt] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100124145425/http://www.randomhistory.com/2009/05/25_miniskirt.html |data=24 gennaio 2010 }}, dal sito Random History</ref>, garantirono un notevole interesse per l'indumento da parte dei media, degli stilisti e degli esperti di moda, che a loro volta contribuirono ad aumentarne la diffusione sia nell'abbigliamento quotidiano che nella moda più elitaria. Il già citato André Courrèges incluse per esempio una minigonna, meno aderente e portata con stivaletti (i ''[[Go-go boots]]''), per la sua collezione [[Mod (subcultura)|mod]] della primavera estate del 1965, introducendola quindi nella cosiddetta [[alta moda]], mentre tra i primi stilisti a vestire nelle sfilate le modelle con delle minigonne vi fu il suo connazionale [[Pierre Cardin]]<ref>[http://books.google.com/books?id=2pg_xh064FUC&lpg=PA223&dq=miniabito&pg=PA214#v=onepage&q&f=false Voce "Pierre Cardin"], nel ''Dizionario della moda 2010'', [[Baldini Castoldi Dalai Editore]], 2009, ISBN 978-88-6073-608-6, p. 214</ref>.
Diversi fotografi come [[Helmut Newton]] o [[Richard Avedon]] immortalarono nelle loro opere le più famose modelle del momento ([[Twiggy]], [[Jean Shrimpton]], [[Amanda Lear]], ecc.) in foto che evidenziavano le loro [[gamba|gambe]], ampiamente lasciate in vista da minigonne o abiti molto corti<ref name=Massmoda />. La stessa Jean Shrimpton fu al centro di un piccolo scandalo mediatico relativo alla nuova moda: il 30 ottobre del 1965, durante un tour promozionale sponsorizzato dal [[Victoria Racing Club]] e da un produttore locale di tessuti, si presentò all'[[ippodromo]] [[Flemington Racecourse]] di [[Melbourne]], dove si svolgeva il [[Victoria Derby]] (parte del [[Melbourne Spring Racing Carnival]], un evento [[ippica|ippico]] che funge da principale "vetrina" per la moda australiana<ref>{{en}}Laurie Clancy, ''Culture and Customs of Australia'', Greenwood Publishing Group, 2004, ISBN 978-0-313-32169-6, [http://books.google.it/books?id=REN8gTardCUC&pg=PA93&hl=it&sa=X&ei=vk6mUs_sM6e7ygOiiYCoDQ&ved=0CD4Q6AEwAjhG#v=onepage&q&f=false pp. 93-94]</ref>), con un mini-abito (realizzato da [[Colin Rolfe]]) che lasciava scoperte le gambe per una decine di centimetri sopra il ginocchio. Oltre a questo, a causa della giornata particolarmente calda, era senza calze, né guanti, né cappello (tre degli accessori considerati quasi obbligatori dalla moda tradizionale del momento). La reazione dei media fu particolarmente critica verso questo tipo di abbigliamento e il caso divenne noto come ''The Miniskirt Affair'' (traducibile in italiano come "''Il caso Minigonna''")<ref>È da notare che in realtà si trattava di un mini-abito e non di una minigonna, a dimostrazione di come sovente i media usino "minigonna" (l'inglese "''miniskirt''" nel caso in oggetto) anche per i miniabiti ("''minidress''" in lingua inglese).</ref>.
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Nel 1966 Mary Quant ricevette il titolo di Ufficiale dell'[[Ordine dell'Impero Britannico]] per via dell'importanza che la minigonna (e in generale lo stile londinese) aveva rapidamente assunto nel mondo della moda.<ref>{{en}}[http://www.icons.org.uk/theicons/collection/miniskirt/features/mary-quant-in-progress Scheda su Mary Quant] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20091212035829/http://www.icons.org.uk/theicons/collection/miniskirt/features/mary-quant-in-progress |data=12 dicembre 2009 }}, sul sito ICONS - A Portrait of England</ref>
L'uso della "mini", che scopriva le gambe, ha reso in questo periodo sempre meno diffuso l'impiego di [[calze]] e [[giarrettiere]], a cui venivano preferite la [[calzamaglia]] (soprattutto nei primi anni<ref>Bianca Lang, Tina Schraml, Lena Elster, ''La minigonna. La rivoluzione, gli stilisti, le icone'', White Star, 2011, ISBN 978-88-540-2057-3, pp. 15, 92</ref><ref name=Rossetti1966 />), i [[collant]] (realizzati in [[nylon]]<ref>{{en}}Doreen Yarwood, [https://www.britannica.com/EBchecked/topic/171379/dress/14030/Post-World-War-II#ref168881 Voce "Dress", capitolo "Post World War II"], sulla versione online dell'[[Enciclopedia Britannica]]</ref> ed introdotti sul mercato alla fine degli anni cinquanta)<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/03/08/50-anni-di-collant-la-calza-rivoluzionaria.html 50 anni di Collant La calza rivoluzionaria che inventò le gambe], articolo de [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], del 9 marzo 2009</ref><ref>Giulia Mafai, ''Storia della moda'', [[Editori Riuniti]] 1998, ISBN 88-359-4606-9, p. 115</ref> o, più recentemente, i [[fuseaux]] e i [[leggings]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/12/10/il-fuseaux-diventa-legging-segna-il-passaggio.html Il fuseaux diventa legging e segna il passaggio alla moda postmoderna], articolo de [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], del 10 dicembre 2007</ref>. Mary Quant citò proprio la presenza di collant e simili, che rappresentavano un
{{Citazione|Nelle nazioni europee dove vengono vietate le minigonne nelle strade, dicendo che sono un invito allo stupro, non comprendono l'uso delle calze|Alison Adburgham, ''Mary Quant. Interview with Alison Adburgham'', [[The Guardian]], 10 October 1967<ref name="Adburgham" />|lingua=en|In European countries where they ban mini-skirts in the streets and say they're an invitation to rape, they don't understand about stocking tights underneath.|}}
L'accorciamento delle gonne si produsse fin dall'inizio anche in quello di altri capi, come i più tradizionali [[abito da donna|abiti da donna]], facendo nascere i ''mini-abiti'', che di fatto univano magliette e maglioni al concetto di minigonna, anche questi spesso indossati con i collant.
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La diffusione della minigonna (e in generale delle mode legate alla ''Swinging London''), partita dai paesi europei del [[blocco occidentale]], da lì passata (seppur non immediatamente<ref name=SeeninVogue95 />) negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] (e dopo alcuni anni in quest'area più o meno tacitamente accettata), non ebbe la stessa facilità di diffusione altrove: in [[Cina]] per esempio, dove si era nel pieno della [[Rivoluzione Culturale]], venne considerata uno dei simboli della "depravazione" dell'occidente capitalista<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0003/articleid,1052_04_1981_0280_0003_21728956/ Mary Quant, madre della mini ha regalato un vestito a Milano], articolo de [[La Stampa]], del 24 ottobre 1981</ref>, mentre in [[Australia]] le gonne rimasero sotto al ginocchio per buona parte degli anni sessanta<ref>{{en}}[http://www.icons.org.uk/theicons/collection/miniskirt/biography/biography-in-progress The Mini Takes Off] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070526235838/http://www.icons.org.uk/theicons/collection/miniskirt/biography/biography-in-progress |data=26 maggio 2007 }}, sul sito ICONS - A Portrait of England</ref>.
Anche in diverse nazioni dell'[[Africa]] la minigonna venne vista come un simbolo della decadenza del mondo occidentale che avrebbe corrotto i costumi locali<ref name=randomhistory />. La problematica al tempo, più che al concetto di pubblica decenza, in diversi casi era legata al fatto che molte nazioni avevano da poco ottenuto l'indipendenza, dopo il periodo [[Colonialismo|coloniale]], e gli indumenti legati alle mode occidentali, come le gonne corte o i [[pantaloni]] aderenti<ref name=ross>{{cita libro|cognome1=Ross |nome1=Robert |titolo=Clothing: A Global History |data=2008 |editore=Polity |isbn=9780745631868 |pp=
Tra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta l'indumento si diffonde anche in paesi a maggioranza [[islam]]ica che successivamente l'avrebbero vietato o comunque osteggiato, come l'[[Afghanistan]]<ref>{{en}}Michael Hughes, ''[http://www.huffingtonpost.com/michael-hughes/miniskirts-in-kabul_b_591478.html Miniskirts in Kabul]'', articolo di [[The Huffington Post]], del 28 maggio 2010</ref><ref>{{en}}[[Elisabeth Bumiller]], ''[https://www.nytimes.com/2009/10/18/weekinreview/18bumiller.html Remembering Afghanistan's Golden Age]'', articolo del [[The New York Times]], del 17 ottobre 2009</ref>.
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{{doppia immagine verticale|right|Mini-skirts at wedding - c1972.JPG|1970sgirls.jpg|220px|In alto donne in miniabito, indossato dalle ospiti ad un matrimonio nell'[[Inghilterra]] meridionale nel 1972. In basso ragazze al Rhodes College di [[Memphis]] ([[Tennessee]], [[USA]]) nel 1973. Durante gli [[anni '70]] alla minigonna si affiancarono i pantaloncini corti ([[short]], [[hot pants]] e simili), spesso di lunghezza inferiore a quella delle stesse minigonne, come quelli indossati dalla ragazza sulla sinistra.|}}
Le previsioni sulla fine definitiva della minigonna proseguono anche in questo decennio<ref>Per es nell'[https://www.flickr.com/photos/25450800@N05/3167920177 agosto] del 1970 il settimanale francese ''[[
{{doppia immagine verticale|left|Pacific Southwest Airlines female flight attendants.jpg|Air Hostess Uniform 1970 Lollipop 005 (9626672704).jpg|220px|In diversi paesi, a partire dagli anni '70 le uniformi del personale femminile delle [[compagnia aerea|compagnie aeree]] si adattarono alla moda del tempo a base di abiti corti. In alto le [[hostess]] della [[Pacific Southwest Airlines]], la compagnia [[california]]na puntò anche sulla loro per conquistare nuovi clienti: l'uniforme, che riprendeva i colori della livrea dei mezzi, comprendeva minigonne, miniabiti e pantaloncini estremamente corti.<ref>{{fr}}[http://www.blenheimgang.com/blenheim-icons-pacific-southwest-airlines/ Blenheim Icons: Pacific Southwest Airlines] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121220175659/http://www.blenheimgang.com/blenheim-icons-pacific-southwest-airlines/ |data=20 dicembre 2012 }}, dal sito web ''the Blenheim Gang: essais et culture automobile, youngtimers, formule 1 et musique pop''</ref> In basso hostess della [[New Zealand National Airways Corporation]], in una foto promozionale.}}
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sia per l'impressione di essere oggetti plasticosi o "'''dolly birds'"''<ref>Termine inglese che significa "giovane donna sexy", ma che può avere valenza denigratoria, indicando una donna vestita in maniera eccessivamente provocante, si veda {{en}}[http://www.sex-lexis.com/Sex-Dictionary/dolly+bird la definizione] su sex-lexis.com</ref>, che rischiavano di suscitare le ragazze vestite in minigonna e soprabito [[Mackintosh]] di [[PVC]] (l'accoppiata dettata dalla moda del periodo).<ref>Christopher Booker, ''The Seventies: portrait of a decade'', Penguin Books Ltd, 1980, ISBN 978-0-14-005783-6</ref>
Un
In questo periodo, con l'eclissarsi della minigonna, si diffonde la moda degli [[short]] (letteralmente "''corto''"), spesso di jeans, come quelli indossati dall'attrice [[Catherine Bach]] nella serie televisiva [[Hazzard]] (1979-1985), che divennero noti proprio come ''Jeans Daisy-Duke'' (dal nome del suo personaggio<ref>Come raccontato dalla stessa attrice Catherine Bach (inizialmente restia ad usare un simile capo di abbigliamento) in un'intervista dell'ottobre 1981, a convincerla ad a girare le scene in cui lavora come cameriera con pantaloncini così ridotti, fu proprio lo scoprire che le divise delle vere cameriere dei ristoranti comprendevano minigonne altrettanto corte ("''Indossavano tutte delle piccole minigonne che arrivavano alla tovaglia!''"). Si veda {{cita web|lingua=en|url=https://news.google.ca/newspapers?id=3VYuAAAAIBAJ&sjid=QdoFAAAAIBAJ&pg=4352,2540768&dq=catherine+bach&hl=en |titolo= Catherine Bach Defends the Dukes|editore=Beaver Country Times |accesso= 15 agosto 2014|data=11 ottobre 1981}}</ref>) e degli [[hot pants]]<ref name="FrancoAngeli">Daniele Pittèri, ''L'intensità e la distrazione. Industrie, creatività e tattiche nella comunicazione'' - Volume 16 di Cultura della comunicazione, [[FrancoAngeli]], 2006, ISBN 978-88-464-7300-4, [http://books.google.it/books?id=_kE1g8u3NxAC&pg=PA124&dq=Mary+Quant+1965&lr=&cd=13#v=onepage&q=Mary%20Quant%201965&f=false p. 124]</ref> (anche questi ultimi vedono tra i loro inventori la stilista Mary Quant<ref name="Masi">Carlo Masi, ''Love generation: l'amore al tempo degli hippies'' - Volume 28 di Contatti Nuova serie, [[Castelvecchi]], 2005, ISBN 978-88-7615-087-6 [http://books.google.it/books?id=3qs4M_JYbkUC&pg=PA118&dq=Mary+Quant+minigonna&lr=&as_drrb_is=q&as_minm_is=0&as_miny_is=&as_maxm_is=0&as_maxy_is=&as_brr=3&cd=8#v=onepage&q=Mary%20Quant%20minigonna&f=false p. 118]</ref>): entrambi scoprivano le gambe come, se non più, delle minigonne, ma risultavano più pratici in quanto permettevano una maggiore libertà di movimento, oltre a proteggere e coprire maggiormente la zona intima. Nel tempo ci furono anche dei tentativi di unificare i due indumenti, [[Gianni Versace|lo stilista Versace]] per esempio provò ad introdurre abiti dotati sì di gonna corta, ma da indossare sopra a dei (parzialmente visibili) pantaloncini<ref>[[Natalia Aspesi]], a cura di [[Andrea Gentile (scrittore)|Andrea Gentile]] e [[Aurelio Pino]], ''Festival e funerali: dai costumi ai malcostumi: una storia italiana'', [[Il Saggiatore (casa editrice)|Il Saggiatore]], 2011, ISBN 978-88-428-1653-9, [http://books.google.it/books?id=y50YywapoIsC&lpg=PA139&dq=minigonna&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false pp. 148-149]</ref>.
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== Gli anni 2000 ==
[[File:Amy Pond.jpg|thumb|upright|left|L'attrice [[Karen Gillan]] nel ruolo di [[Amy Pond]], durante le riprese del primo episodio della [[Episodi di Doctor Who (nuova serie) (quinta stagione)|quinta stagione]]
Con il nuovo secolo le mode provenienti dall'oriente che prevedono l'uso di gonne sopra il ginocchio, come il già citato [[Gothic Lolita]], iniziano a diffondersi [[Civiltà occidentale|anche in occidente]], ma in modo marginale, pur divenendo molto note tra i giovani grazie ai protagonisti di [[anime]] e [[manga]] che vestono seguendo quegli stili. Nel 2005 in Gran Bretagna la catena di grandi magazzini [[Harvey Nichols]] effettuò un sondaggio tra i suoi clienti per individuare il capo di vestiario più amato: la minigonna ottenne il primo posto<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/02/22/la-microgonna-di-mary-quant.html E la microgonna di Mary Quant l'indumento più amato di tutti i tempi], articolo di Repubblica, 22 febbraio 2005</ref><ref>[http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/spettacoli_e_cultura/minigonna/minigonna/minigonna.html?ref=search Alle donne piace cortissima È la minigonna il capo più amato], articolo di Repubblica, del 21 febbraio 2005</ref>.
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[[File:MakiriCropped.JPG|thumb|La [[tennis]]ta [[Marija Kirilenko]] agli [[US Open (tennis)|U.S. Open]] del 2006: la minigonna si è diffusa anche nell'uniforme femminile di questo sport, non senza critiche da parte di alcuni organizzatori dei principali tornei, in quanto ritenute possibile fonte di distrazione per il pubblico<ref>Si veda per es [http://ubitennis.quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/01/15/144535-multe_mostra_troppo.shtml Multe a chi mostra troppo] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090116175922/http://ubitennis.quotidianonet.ilsole24ore.com/2009/01/15/144535-multe_mostra_troppo.shtml |data=16 gennaio 2009 }}, articolo relativo agli [[Australian Open]]</ref>.]]
Nella moda la gonna ha continuato ad essere diffusa e, nella seconda metà
[[File:Julia Dunstall.jpg|thumb|La modella [[Canada|canadese]] [[Julia Dunstall]] in microgonna e [[collant]], alla [[Settimana della moda|settimana della moda di New York]] nel 2007. Le minigonne estremamente corte, pur essendo poco diffuse nell'abbigliamento comune, sono quasi una costante delle sfilate dell'inizio XXI secolo. I modelli hanno solitamente "lunghezze" inferiori ai 20 cm.]]
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