Cancel culture: differenze tra le versioni
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La locuzione '''''cancel culture''''' (in [[Lingua italiana|italiano]] '''cultura della cancellazione''' o '''cultura del boicottaggio''') è usata per indicare una forma moderna di [[ostracismo]] nella quale qualcuno diviene oggetto di indignate proteste e di conseguenza estromesso da cerchie sociali o professionali - sia ''online'' sui ''[[social media]]'', che nel mondo reale, o in entrambi.<ref>{{Cita news|cognome=McDermott|nome=John|data=2 novembre 2019|titolo=Those People We Tried to Cancel? They're All Hanging Out Together|sito=The New York Times|url=https://www.nytimes.com/2019/11/02/style/what-is-cancel-culture.html|lingua=en|accesso=4 gennaio 2021}}</ref>▼
La locuzione '''''cancel culture''''' (in [[Lingua italiana|italiano]], letteralmente, '''cultura della cancellazione''', reso a volte impropriamente come "'''cultura del boicottaggio'''") è usata per indicare una forma moderna di [[ostracismo]] e [[iconoclastia]].
==Differenze==▼
Si differenzia dalla '''''call-out culture''''' (''call-out'' significa "richiamare")<ref>{{en}} Ligaya Mishan, ''The Long and Tortured History of Cancel Culture'', New York Times, Dec. 3, 2020.</ref> perché, in questo caso, l'azione di pubblica [[stigmatizzazione (scienze sociali)|stigmatizzazione]] si limita a chiedere le pubbliche "scuse" e il "ravvedimento" della persona o dell'azienda colpita per fatti o espressioni ritenute "offensive" di cui è accusato<ref>{{Cita web|url=https://studybreaks.com/thoughts/cancel-or-call-out/|titolo=Cancel Culture and Call Out Culture Are Not the Same|sito=Study Breaks|data=27 luglio 2020|lingua=en|autore=Emma Tavangari|accesso=12 ottobre 2021}}</ref>.▼
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Si differenzia altresì dalla ''[[damnatio memoriae]]'' perché non deriva da una imposizione dei poteri pubblici dotati di coercitività, ma da comunità che operano secondo il principio dell'"economia dell'attenzione": esso prevede che "quando privi qualcuno della tua attenzione, lo stai privando di un sostentamento"<ref name="MW">{{Cita web|titolo=What It Means to Get 'Canceled'|url=https://www.merriam-webster.com/words-at-play/cancel-culture-words-were-watching|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200618080415/https://www.merriam-webster.com/words-at-play/cancel-culture-words-were-watching|lingua=en|accesso=4 gennaio 2021}}</ref>. In ogni caso, la dottrina evidenzia come queste scelte - quando impattano sul diritto all’accesso all’[[informazione]] - "ledano il principio di [[tolleranza]], pietra miliare di tutti gli Stati democratici"<ref name=NOMOS>{{cita web|url=https://www.nomos-leattualitaneldiritto.it/nomos/dimitri-de-rada-cancel-culture-e-diritto-allaccesso-allinformazione/|autore=Dimitri De Rada|titolo=''Cancel Culture e diritto all’accesso all’informazione''|data=febbraio 2022}}.</ref>.▼
Le medesime dinamiche applicate invece a personaggi storici, monumenti, opere d'arte ed altri ambiti culturali vengono invece a volte chiamate '''cultura della cancellazione''' o "dell'annullamento", con un'inversione dei termini nella traduzione italiana il cui scopo è evidenziare gli aspetti iconoclasti e di [[guerra culturale]] del fenomeno. <ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Centro Studi Machiavelli|url=https://www.centromachiavelli.com/2023/04/17/cancel-culture-spiegazione-origini/|titolo=Da dove viene la cancel culture --- EMANUELE MASTRANGELO|sito=MACHIAVELLI|data=2023-04-17|accesso=2025-03-30}}</ref>
==Origine del termine==▼
==Caratteristiche==
▲[[File:Robert E Lee statue removed from column New Orleans 19 May 2017 12.jpg|miniatura|Rimozione della statua del [[Confederate States Army|generale confederato]] [[Robert Edward Lee|Robert E. Lee]], a [[New Orleans]], 19 Maggio 2017 ]]
Nel 2020 il semiologo [[Noam Chomsky]] ha riconosciuto l'esistenza della cultura della cancellazione, contrapponendovisi; egli l'ha descritta come la prosecuzione - con i mezzi offerti dalla modernità - delle metodologie con cui le istituzioni mediatiche tradizionalmente modellano l’[[Opinione pubblica|opinione di massa]] ("sugli obiettivi della politica estera americana, mettendo a tacere i dissidenti che parlano apertamente", ovvero mediante il ''[[Mainstream#Mezzi di comunicazione|mainstream]]'' che fabbrica aziendalmente il consenso intorno a "libri ... editori, distruggendo carriere accademiche, mettendo a tacere le voci che non piacciono")<ref>{{Cita web|url=https://paradoxpolitics.com/2021/02/noam-chomsky-cancel-culture-harpers-letter/|titolo=Noam Chomsky Warns Against ‘Cancel Culture’ Establishing Itself in the United States|autore=Paradox|sito=Paradox Politics|data=4 febbraio 2021|lingua=en-AU|accesso=28 agosto 2021}}</ref>. Qui la peculiarità, rispetto alla [[manipolazione dell'informazione]], nasce però dal fatto che l'ostracismo proverrebbe "dal basso", da iniziative volontarie assunte da gruppi di persone socialmente o politicamente impegnate<ref>Si tratterebbe di [[Woke (ideologia)|persone ideologicamente motivate]] secondo ''Les nouveaux inquisiteurs'', in ''Humanisme'' 2021/3 (n° 332); in senso contrario, invece, Jean-Luc Nsengiyumva, ''De l’antiwokisme ou l’itération d’un réflexe colonial'', in ''La Revue Nouvelle'' 2023/3 (N° 3)</ref>.
Il termine si è diffuso a partire dal [[2017]] dal cosiddetto ''[[Black Twitter]]''<ref name="Hailey">{{Cita pubblicazione |url=https://www.jstor.org/stable/community.31638145 |autore=Roos Hailey |titolo=With(Stan)ding Cancel Culture: Stan Twitter and Reactionary Fandoms |editore= Muhlenberg College |data=aprile 2020}}</ref>, una comunità informale su Twitter composta per lo più da utenti afroamericani, attiva da almeno il 2009<ref>{{Cita news |url=https://www.theguardian.com/technology/2019/dec/23/ten-years-black-twitter-watchdog |titolo=Ten years of Black Twitter: a merciless watchdog for problematic behavior |rivista=The Guardian |data=23 dicembre 2019}}</ref> e che trae le sue origini dal [[Movimento Me Too]] del 2006<ref name="Hailey"/>. Tale termine definiva inizialmente lo "smettere di dare supporto a una determinata persona" con mezzi come il "boicottaggio" o la "mancata promozione" delle sue attività. Ciò nel tentativo di danneggiare anche economicamente quella persona, giudicata moralmente o socialmente deprecabile.▼
Anche tra chi ne riconosce l'esistenza, tuttavia, vi sono difformità di valutazione: la messa in discussione delle ingiustizie veicolate dall'ordine sociale ereditato dal passato, comportando l'abbattimento di statue e lo sfatamento di miti, è secondo alcuni "valorizzata quando si colloca nel prima o nell'altrove, ma è screditata come un pericoloso eccesso quando riguarda il qui e ora"<ref>Réjane Sénac, ''Féminismes et « convergence des luttes » au temps de la Covid-19 et de la cancel culture'', Diogène 2019/3-4 (n° 267-268), pp. 234-253.</ref>. Secondo altri, invece, "la sconnessione dal quadro ordinario del dibattito delle idee, che notoriamente impone la critica delle fonti e la possibilità di riconoscere un errore"<ref>Renaud Maes, ''La «cancel culture» à l’assaut du débat public'', in ''La Revue Nouvelle'' 2021/4 (n° 4).</ref>, grazie ai ''[[mass media]]'' (ed ai ''social media'') offre una possibilità maggiore di diffusione di fatti non verificati, inquinando il dibattito pubblico anche e soprattutto rispetto alle risultanze scientifiche consolidate<ref>V. Bernard Hours, ''Du culte des ancêtres‑médiateurs au renversement de leurs statues?'', in ''Journal des anthropologues 2021/4 (n° 166-167)''.</ref>. Inoltre, alcuni riconducono l'origine del termine al discorso online afroamericano<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Chiara|cognome=Venuto|data=2022-01-01|titolo=From minority reappropriation to political accusation: A corpus-assisted analysis of ‘cancel culture’ in traditional and ‘slow’ news|accesso=2025-03-10|url=https://www.academia.edu/87499219/From_minority_reappropriation_to_political_accusation_A_corpus_assisted_analysis_of_cancel_culture_in_traditional_and_slow_news}}</ref>, quando originariamente il modo di dire "cancellare [qualcuno]" si riferiva alla rimozione dal proprio ''feed'' di una persona per delusione riguardo a ciò che aveva detto o fatto: l'espressione è stata poi "presa" da giornalisti e politici e trasformata nel suo significato<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Meredith|cognome=D. Clark|data=2020-09-01|titolo=DRAG THEM: A brief etymology of so-called “cancel culture”|rivista=Communication and the Public|volume=5|numero=3-4|pp=88-92|lingua=EN|accesso=2025-03-10|doi=10.1177/2057047320961562|url=https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/2057047320961562}}</ref>.
Fra giugno e luglio 2020 prima il senatore repubblicano [[Tom Cotton]]<ref>{{Cita web|url=https://www.cotton.senate.gov/news/speeches/cotton-takes-on-cancel-culture|titolo=Cotton Takes on Cancel Culture|lingua=en|accesso=12 ottobre 2021}}</ref>, poi il presidente degli Stati Uniti [[Donald Trump]]<ref>{{Cita web|url=https://trumpwhitehouse.archives.gov/briefings-statements/remarks-president-trump-south-dakotas-2020-mount-rushmore-fireworks-celebration-keystone-south-dakota/|titolo=Remarks by President Trump at South Dakota’s 2020 Mount Rushmore Fireworks Celebration|sito=trumpwhitehouse.archives.gov|accesso=12 ottobre 2021|lingua=en|data=4 luglio 2020}}</ref> hanno accostato la cultura della cancellazione alle [[Rimozione dei memoriali e monumenti confederati|conseguenze del movimento ''Black Lives Matter'']] sulla coscienza storica americana.▼
===Valore euristico===
Di conseguenza la locuzione si è rapidamente estesa a tutti quegli ambiti di [[revisionismo]] e moderna [[iconoclastia]] che chiedono a vario titolo la rimozione di monumenti, riconoscimenti e toponomastica<ref>[http://www.nazionefutura.it/opinioni/cancel-culture-la-rinascita-dello-stalinismo-ai-giorni-nostri/ Cancel culture: la rinascita dello stalinismo ai giorni nostri - Nazione Futura]</ref> e in generale all'azione del [[politicamente corretto]]<ref name="Cancel culture, che cos'è davvero la cultura della cancellazione - la Repubblica">{{cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2021/06/11/news/cancel_culture_le_parole_per_dirlo-304598775/|titolo=Cancel culture, che cos'è davvero la "cultura della cancellazione"|autore=Paolo Rosa Adragna|data=9 giugno 2021|sito=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|accesso=12 giugno 2021}}</ref>.▼
▲===Differenze===
▲Si differenzia dalla '''''call-out culture''''' (''call-out'' significa "richiamare")<ref>{{en}} Ligaya Mishan, ''The Long and Tortured History of Cancel Culture'', New York Times, Dec. 3, 2020.</ref> perché, in questo caso, l'azione di pubblica [[stigmatizzazione (scienze sociali)|stigmatizzazione]] si limita a chiedere le pubbliche "scuse" e il "ravvedimento" della persona o dell'azienda colpita per fatti o espressioni ritenute "offensive" di cui è accusato<ref>{{Cita web|url=https://studybreaks.com/thoughts/cancel-or-call-out/|titolo=Cancel Culture and Call Out Culture Are Not the Same|sito=Study Breaks|data=27 luglio 2020|lingua=en|autore=Emma Tavangari|accesso=12 ottobre 2021}}</ref>.
▲Si differenzia altresì dalla ''[[damnatio memoriae]]'' perché non deriva da una imposizione dei poteri pubblici dotati di coercitività, ma da comunità che operano secondo il principio dell'"economia dell'attenzione": esso prevede che "quando privi qualcuno della tua attenzione, lo stai privando di un sostentamento"<ref name="MW">{{Cita web|titolo=What It Means to Get 'Canceled'|url=https://www.merriam-webster.com/words-at-play/cancel-culture-words-were-watching|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200618080415/https://www.merriam-webster.com/words-at-play/cancel-culture-words-were-watching|lingua=en|accesso=4 gennaio 2021}}</ref>. In ogni caso, la dottrina evidenzia come queste scelte - quando impattano sul diritto all’accesso all’[[informazione]] - "ledano il principio di [[tolleranza]], pietra miliare di tutti gli Stati democratici"<ref name=NOMOS>{{cita web|url=https://www.nomos-leattualitaneldiritto.it/nomos/dimitri-de-rada-cancel-culture-e-diritto-allaccesso-allinformazione/|autore=Dimitri De Rada|titolo=''Cancel Culture e diritto all’accesso all’informazione''|data=febbraio 2022}}
▲Nel 2020 il linguista [[Noam Chomsky]] ha riconosciuto l'esistenza della cultura della cancellazione<ref>{{Cita web|url=https://paradoxpolitics.com/2021/02/noam-chomsky-cancel-culture-harpers-letter/|titolo=Noam Chomsky Warns Against ‘Cancel Culture’ Establishing Itself in the United States|autore=Paradox|sito=Paradox Politics|data=4 febbraio 2021|lingua=en-AU|accesso=28 agosto 2021}}</ref>, contrapponendovisi. Anche in questo senso in [[Italia]] la locuzione è utilizzata per lo più come "termine ombrello in cui sono ricadute l'iconoclastia, la censura preventiva degli editori, le polemiche sulle favole"<ref name="Cancel culture, che cos'è davvero la cultura della cancellazione - la Repubblica" />, eccetera. Per converso, chi ne contesta il valore euristico sostiene che il sintagma "cancel culture" rende più difficili le conversazioni complesse, raggruppando varie situazioni sotto un unico termine<ref>Jonah E. Bromwich, ''Why ‘Cancel Culture’ Is a Distraction, A reporter’s last thoughts before putting the phrase to rest'', New York Times, Aug. 14, 2020, che prosegue: «sono ancora interessato alla varietà di modi in cui i ''social media'' stanno cambiando il comportamento sociale. Ma la frase ''cancel culture'' è troppo vaga: una distrazione da un esame più approfondito del potere nella società».</ref>.
▲Il termine si è diffuso
=== Una forma "rafforzata" di revisionismo ===▼
La denuncia della cultura della cancellazione viene contrastata da chi giudica il termine stesso come sproporzionato all'effettiva portata dei fenomeni descritti: secondo i critici del concetto di ''cancel culture'' non si sarebbero registrati casi effettivi di cancellazione di opere, né censure di artisti, intellettuali, autori, che possano essere oggettivamente attribuiti a una presunta “cultura” o fenomeno univoco e riconoscibile come tale.▼
▲Fra giugno e luglio 2020 prima il senatore repubblicano [[Tom Cotton]]<ref>{{Cita web|url=https://www.cotton.senate.gov/news/speeches/cotton-takes-on-cancel-culture|titolo=Cotton Takes on Cancel Culture|lingua=en|accesso=12 ottobre 2021}}</ref>, poi il presidente degli Stati Uniti [[Donald Trump]]<ref>{{Cita web|url=https://trumpwhitehouse.archives.gov/briefings-statements/remarks-president-trump-south-dakotas-2020-mount-rushmore-fireworks-celebration-keystone-south-dakota/|titolo=Remarks by President Trump at South Dakota’s 2020 Mount Rushmore Fireworks Celebration|sito=trumpwhitehouse.archives.gov|accesso=12 ottobre 2021|lingua=en|data=4 luglio 2020}}</ref> hanno accostato la cultura della cancellazione alle [[Rimozione dei memoriali e monumenti confederati|conseguenze del movimento ''Black Lives Matter'']] sulla coscienza storica americana.
A sostegno di queste tesi, chi contesta l'esistenza del fenomeno della ''cancel culture'' fa notare come ogni caso di cultura della cancellazione possa essere considerato una del tutto ordinaria critica o applicazione di scelte editoriali eseguita da soggetti privati.<ref>{{cita web|url=https://www.ilfoglio.it/cultura/2021/04/30/news/la-cancel-culture-e-la-banale-deriva-del-kitsch-2305676/|titolo=La cancel culture? È la banale deriva del Kitsch|autore=Francesco Gottardi|data=30 aprile 2021|sito=[[Il Foglio (quotidiano)|Il Foglio]]|accesso=12 giugno 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.valigiablu.it/lettera-150-intellettuali-cancel-culture/|titolo=La lettera dei 150 intellettuali contro la “cancel culture” è fuori dalla realtà|autore=Matteo Pascoletti|data=12 luglio 2020|accesso=12 giugno 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.corriere.it/esteri/20_luglio_10/contro-manifesto-cancel-culture-perche-non-pericolosa-anzi-4f723d12-c28b-11ea-8ea9-95041619a4a2.shtml|titolo=Un contro-manifesto sulla «cancel culture»: perché non è pericolosa (anzi)|sito=[[Corriere della Sera]]|accesso=12 giugno 2021|data=10 luglio 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.rivistastudio.com/cancel-culture-cosa-e/|titolo=Ma in Italia esiste la “cancel culture”?|autore=Silvia Schirinzi|data=13 luglio 2020|accesso=12 giugno 2021}}</ref> Quest'ultimo elemento è anche il principale argomento per chi condanna questo fenomeno, ovvero uno sproporzionato potere decisionale di piattaforme o enti privati sulla effettiva possibilità di comunicare, esprimersi o diffondere idee. In molte situazioni viene indicata come "cancel culture" anche la demonetizzazione di voci difformi dalle politiche della piattaforma ''social'' ospitante.▼
▲Di conseguenza la locuzione si è rapidamente estesa a tutti quegli ambiti di [[revisionismo]] e moderna [[iconoclastia]] che chiedono a vario titolo la rimozione di monumenti, riconoscimenti e toponomastica<ref>[http://www.nazionefutura.it/opinioni/cancel-culture-la-rinascita-dello-stalinismo-ai-giorni-nostri/ Cancel culture: la rinascita dello stalinismo ai giorni nostri - Nazione Futura]</ref> e in generale all'azione del [[politicamente corretto]]<ref name="Cancel culture, che cos'è davvero la cultura della cancellazione - la Repubblica">{{cita web|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2021/06/11/news/cancel_culture_le_parole_per_dirlo-304598775/|titolo=Cancel culture, che cos'è davvero la "cultura della cancellazione"|autore=Paolo Rosa Adragna|data=9 giugno 2021|sito=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|accesso=12 giugno 2021}}</ref>.
L'espressione cultura della cancellazione ha infatti connotati per lo più negativi e viene comunemente usata nei dibattiti che sostengono presunte minacce alla [[libertà d'espressione]] in nome del cosiddetto [[politicamente corretto]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilriformista.it/che-cosa-e-la-cancel-culture-al-centro-di-un-grande-dibattito-sulla-liberta-di-espressione-130629/|titolo=Che cosa è la cancel culture, al centro di un grande dibattito sulla libertà di espressione|sito=Il Riformista|data=14 luglio 2020|accesso=4 gennaio 2021}}</ref> Tuttavia spesso si tratta solo di minacce ipotetiche, spesso a opere o artisti regolarmente pubblicati e attivi. La misura di [[stigmatizzazione (scienze sociali)|stigmatizzazione]] viene utilizzata relativamente a figure pubbliche, ma anche aziende e film, dopo che hanno fatto o detto qualcosa considerato discutibile o offensivo, in forma di protesta e [[boicottaggio]], e dunque non in forma di effettiva “cancellazione”.▼
Talvolta viene utilizzata relativamente a figure pubbliche, ma anche aziende e film, dopo che hanno fatto o detto qualcosa considerato discutibile o offensivo, in forma di protesta e [[boicottaggio]], venendo rimosso dai cataloghi o, nel caso di opere, semplicemente subendo delle modifiche.<ref>{{cita web|url=https://www.dictionary.com/e/pop-culture/cancel-culture/|sito=dictionary.com|titolo=What Does Cancel Culture Mean?|lingua=en|accesso=4 gennaio 2021}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Sophie Sills, Chelsea Pickens, Karishma Beach, Lloyd Jones, Octavia Calder-Dawe, Paulette Benton-Greig, Nicola Gavey|data=23 marzo 2016|titolo=Rape culture and social media: young critics and a feminist counterpublic|pubblicazione=Feminist Media Studies|volume=16|numero=6|pp=935–951|doi=10.1080/14680777.2015.1137962|lingua=en}}</ref><ref name="Munro">{{Cita pubblicazione|cognome=Munro|nome=Ealasaid|data=23 agosto 2013|titolo=Feminism: A Fourth Wave?|url=https://www.psa.ac.uk/psa/news/feminism-fourth-wave|pubblicazione=Political Insight|volume=4|numero=2|pp=22–25|doi=10.1111/2041-9066.12021|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191210124315/https://www.psa.ac.uk/psa/news/feminism-fourth-wave|accesso=4 gennaio 2021}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Sanam Yar|autore2=Jonah Engel Bromwich|data=31 ottobre 2019|titolo=Tales From the Teenage Cancel Culture|sito=The New York Times|url=https://www.nytimes.com/2019/10/31/style/cancel-culture.html|urlmorto=no|accesso=4 gennaio 2021|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200601235105/https://www.nytimes.com/2019/10/31/style/cancel-culture.html|issn=0362-4331}}</ref><ref name=":0">{{Cita news|cognome=Bromwich|nome=Jonah Engel|data=28 giugno 2018|titolo=Everyone Is Canceled|sito=The New York Times|url=https://www.nytimes.com/2018/06/28/style/is-it-canceled.html|urlmorto=no|accesso=4 gennaio 2021|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190813135512/https://www.nytimes.com/2018/06/28/style/is-it-canceled.html|issn=0362-4331}}</ref>▼
Dopo la [[morte di George Floyd]], avvenuta il 25 maggio 2020 durante l'arresto da parte della polizia di [[Minneapolis]], si sono registrati (particolarmente negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e nel [[Regno Unito]]) numerosi episodi di [[iconoclastia]] volti a rimuovere statue o monumenti considerati simboli di un passato razzista e schiavista<ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/entry/nick-cave-e-gli-altri-quando-il-politically-correct-e-la-piu-infelice-delle-religioni_it_6002869cc5b6efae62f8be4d|titolo=Nick Cave e gli altri: quando il politically correct è "la più infelice delle religioni"|sito=L'HuffPost|data=17 gennaio 2021|accesso=17 gennaio 2021}}</ref>. In controtendenza, il 7 luglio 2020 circa 150 intellettuali (tra cui [[Noam Chomsky]], [[J. K. Rowling|J.K. Rowling]], [[Salman Rushdie]], [[Margaret Atwood]] e [[Francis Fukuyama]]) hanno pubblicato su ''[[Harper's Magazine]]'' una [[lettera aperta]] ([[Una lettera sulla giustizia e per un dibattito libero|''A Letter On Justice And Open Debate'']]<ref>{{Cita web|url=https://harpers.org/a-letter-on-justice-and-open-debate/|titolo=A Letter on Justice and Open Debate|sito=Harper's Magazine|data=7 luglio 2020|lingua=en|accesso=7 gennaio 2021}}</ref>) per lanciare un avvertimento sui pericoli di "una nuova serie di standard morali e schieramenti politici che tendono a indebolire il dibattito aperto in favore del conformismo ideologico". La lettera ha sollevato diverse critiche da sinistra<ref name=":1" />, fra le quali un'altra [[lettera aperta]] dal titolo ''A More Specific Letter on Justice and Open Debate''<ref>{{Cita web|url=https://www.objectivejournalism.org/p/a-more-specific-letter-on-justice|titolo=A More Specific Letter on Justice and Open Debate|accesso=7 gennaio 2021|data=10 luglio 2020}}</ref>.
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Il 31 dicembre 2020, il musicista australiano [[Nick Cave]] ha identificato la cancel culture come "opposto della pietà" e degenerazione del politicamente corretto, divenuto "la più infelice religione del mondo"<ref>{{Cita web|url=https://www.spectator.co.uk/article/why-cancel-culture-destroys-the-creative-soul|titolo=Why cancel culture destroys the creative soul |accesso=17 gennaio 2021}}</ref>.
==Il dibattito contemporaneo==
Sono state sollevate delle critiche sui limiti dei ''social media'', e in particolare di [[Twitter]], nel condurre delle campagne di [[Uguaglianza sociale|giustizia sociale]]. I social favoriscono lo scambio di commenti veloci, ma semplicistici e contraddittori, a svantaggio di un serio confronto sul tema. Il razzismo viene decontestualizzato e depoliticizzato; mentre la fruizione del ''social'' verte in favore di una condivisione edonistica e narcisistica della propria morale.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gwen|cognome=Bouvier|data=2020-12|titolo=Racist call-outs and cancel culture on Twitter: The limitations of the platform’s ability to define issues of social justice|rivista=Discourse, Context & Media|volume=38|pp=100431|lingua=inglese|accesso=2 giugno 2021|doi=10.1016/j.dcm.2020.100431|url=http://dx.doi.org/10.1016/j.dcm.2020.100431}}</ref>▼
==Rapporto con la storiografia==▼
▲La denuncia della cultura della cancellazione viene contrastata da chi giudica il termine stesso come sproporzionato all'effettiva portata dei fenomeni descritti: secondo i critici del concetto di ''cancel culture'' non si sarebbero registrati casi effettivi di cancellazione di opere, né censure di artisti, intellettuali, autori, che possano essere oggettivamente attribuiti a una presunta “cultura” o fenomeno univoco e riconoscibile come tale.
▲A sostegno di queste tesi, chi contesta l'esistenza del fenomeno della ''cancel culture'' fa notare come ogni caso di cultura della cancellazione possa essere considerato una del tutto ordinaria critica o applicazione di scelte editoriali eseguita da soggetti privati.<ref>{{cita web|url=https://www.ilfoglio.it/cultura/2021/04/30/news/la-cancel-culture-e-la-banale-deriva-del-kitsch-2305676/|titolo=La cancel culture? È la banale deriva del Kitsch|autore=Francesco Gottardi|data=30 aprile 2021|sito=[[Il Foglio (quotidiano)|Il Foglio]]|accesso=12 giugno 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.valigiablu.it/lettera-150-intellettuali-cancel-culture/|titolo=La lettera dei 150 intellettuali contro la “cancel culture” è fuori dalla realtà|autore=Matteo Pascoletti|data=12 luglio 2020|accesso=12 giugno 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.corriere.it/esteri/20_luglio_10/contro-manifesto-cancel-culture-perche-non-pericolosa-anzi-4f723d12-c28b-11ea-8ea9-95041619a4a2.shtml|titolo=Un contro-manifesto sulla «cancel culture»: perché non è pericolosa (anzi)|sito=[[Corriere della Sera]]|accesso=12 giugno 2021|data=10 luglio 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.rivistastudio.com/cancel-culture-cosa-e/|titolo=Ma in Italia esiste la “cancel culture”?|autore=Silvia Schirinzi|data=13 luglio 2020|accesso=12 giugno 2021}}</ref> Quest'ultimo elemento è anche il principale argomento per chi condanna questo fenomeno, ovvero uno sproporzionato potere decisionale di piattaforme o enti privati sulla effettiva possibilità di comunicare, esprimersi o diffondere idee. In molte situazioni viene indicata come "cancel culture" anche la demonetizzazione di voci difformi dalle politiche della piattaforma ''social'' ospitante.
▲L'espressione cultura della cancellazione ha infatti connotati per lo più negativi e viene comunemente usata nei dibattiti che sostengono presunte minacce alla [[libertà d'espressione]] in nome del cosiddetto [[politicamente corretto]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilriformista.it/che-cosa-e-la-cancel-culture-al-centro-di-un-grande-dibattito-sulla-liberta-di-espressione-130629/|titolo=Che cosa è la cancel culture, al centro di un grande dibattito sulla libertà di espressione|sito=Il Riformista|data=14 luglio 2020|accesso=4 gennaio 2021}}</ref> Tuttavia spesso si tratta solo di minacce ipotetiche, spesso a opere o artisti regolarmente pubblicati e attivi. La misura di [[stigmatizzazione (scienze sociali)|stigmatizzazione]] viene utilizzata relativamente a figure pubbliche, ma anche aziende e film, dopo che hanno fatto o detto qualcosa considerato discutibile o offensivo, in forma di protesta e [[boicottaggio]], e dunque non in forma di effettiva “cancellazione”.
▲Talvolta viene utilizzata relativamente a figure pubbliche, ma anche aziende e film, dopo che hanno fatto o detto qualcosa considerato discutibile o offensivo, in forma di protesta e
=== La caratterizzazione ''social'' ===
▲Sono state sollevate delle critiche sui limiti dei ''social media'', e in particolare di [[Twitter]], nel condurre delle campagne di [[Uguaglianza sociale|giustizia sociale]]. I ''social'' favoriscono lo scambio di commenti veloci, ma semplicistici e contraddittori, a svantaggio di un serio confronto sul tema. Il razzismo viene decontestualizzato e depoliticizzato; mentre la fruizione del ''social'' verte in favore di una condivisione edonistica e narcisistica della propria morale.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gwen|cognome=Bouvier|data=2020-12|titolo=Racist call-outs and cancel culture on Twitter: The limitations of the platform’s ability to define issues of social justice|rivista=Discourse, Context & Media|volume=38|
==Il dibattito sul passato==
▲===Rapporto con la storiografia===
Spesso viene detto che la cultura della cancellazione si manifesterebbe verso [[Opera d'ingegno|opere d'ingegno]] del passato, come [[libri]] e [[film]], sentite portatrici di valori deprecati e talvolta offensivi, togliendole dal contesto in cui sono state ambientate o scritte,<ref name=":1">{{Cita web|url=https://www.wired.it/attualita/politica/2020/07/17/cancel-culture-definizione-lettera-harpers/|titolo=Che cos'è davvero la cancel culture di cui avete letto in questi giorni|sito=Wired|data=17 luglio 2020|accesso=4 gennaio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://penntoday.upenn.edu/news/meta-mazaj-cancel-culture-silver-screen|titolo=Cancel culture on the silver screen|sito=Penn Today|lingua=en|accesso=4 gennaio 2021|data=23 luglio 2020|autore=Louisa Shepard}}</ref> oppure verso personaggi famosi (tra cui [[William Shakespeare]], [[Winston Churchill]] o [[Andrew Jackson]]), la cui opera è riproposta in modo meno elogiativo rispetto al ''canone classico''<ref>[https://www.lafionda.org/2021/04/27/elogio-del-canone-classico/ Umberto Vincenti, ''Elogio del canone classico'', 27 aprile 2021].</ref>.
In questi casi destano sconcerto i casi effettivi di [[censura]] o di cancellazione di memorie del passato<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfoglio.it/cultura/2021/09/25/news/-basta-insegnare-che-colombo-ha-scoperto-l-america--3008900/|titolo=“Basta insegnare che Colombo ha scoperto l'America”|accesso=12 ottobre 2021|data=25 settembre 2021|autore=Giulio Meotti}}</ref>, mentre le posizioni storiografiche che si limitano a propiziare un processo di [[revisionismo]] ([[revisionismo storico|storico]], ideologico, ecc.), sia pure con tesi più o meno autorevoli, non fuoriescono dall'ambito della legittima funzione della [[critica]]<ref>Per il progetto lanciato dal The New York Times Magazine, volto a ripristinare la centralità della schiavitù nella costruzione delle società americane, v. Paul Musselwhite, Peter C. Mancall, James Horn (dir.), ''Virginia 1619: Slavery and Freedom in the Making of English America'', UNC Press, 2019; Valentine Faure, «L’esclavage, acte fondateur de l’histoire des États-Unis? », Libération, 23 juillet 2020. Per la controversia sul ruolo dei nativi americani nel discorso [[Storiografia|storico]] e nella ricerca a seguito della conferenza ''online'' della ''Historical Society of Young America'' (SHEAR) v. ''Clash of the Historians: Paper on Andrew Jackson and Trump Causes Turmoil'', The New York Times, 24 luglio 2020.</ref>.
Anche le diverse [[scienze umane]] su cui l'operazione impatta hanno il loro valore<ref>Rocco Sciarrone, ''Tra storia e scienze sociali'', Meridiana, No. 100 (2021), pp. 9-34.</ref>: mentre il diverso giudizio [[estetico]] delle epoche successive a quella in cui l'opera fu prodotta ha un peso nella [[critica letteraria]], il ''presentismo''<ref>François Hartog, ''Régimes d’historicité'', 2004. Esso però va nettamente distinto dall'approccio
===Rapporto con la letteratura===
Questo
Uno dei casi più dibattuti, soprattutto come esempio di ''cancel culture'' tentata ma non andata a segno, riguarda l'autrice della famosa saga di "Harry Potter", [[J. K. Rowling|J.K. Rowling]], violentemente attaccata per le sue posizioni sui transessuali. La Rowling ha strenuamente ribattuto ai propri detrattori, ribadendo le sue posizioni e non arretrando né porgendo le scuse richieste. I tentativi di provocarne il tracollo economico da parte degli attivisti sono poi andati tutti a vuoto, e la Rowling è rimasta saldamente in cima alle classifiche coi suoi lavori.<ref>{{Cita news|lingua=it-IT|url=https://www.ilgiornale.it/news/cultura-non-si-cancella-2108531.html|titolo=Chi elimina la Rowling dai suoi libri|pubblicazione=ilGiornale.it|data=2023-01-24|accesso=2025-04-12}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.huffingtonpost.it/cultura/2021/04/17/news/contro_j_k_rowling_la_cancel_culture_ha_fallito-5091635/|titolo=Contro J.K. Rowling la cancel culture ha fallito (di A. Marrocco)|sito=HuffPost Italia|data=2021-04-17|accesso=2025-04-12}}</ref>
== Inquadramento giuridico ==
Nella dottrina giuridica italiana
Tale opinione appare conforme all'orientamento espresso dalla Corte Costituzionale con la sentenza 155/2002: «Il diritto all'informazione garantito dall'art. 21 Cost. deve essere caratterizzato sia dal pluralismo delle fonti cui attingere conoscenze e notizie In sede di diritto positivo, si segnala la modifica dell'articolo 4 comma 1 del decreto legislativo n. 208/2021, recante il [[TUSMAR|testo unico dei servizi di media audiovisivi]], contenuta nel [https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2024-03-25;50 decreto legislativo 25 marzo 2024, n. 50]: esso aggiunge tra i principi generali del sistema dei servizi di ''media'' audiovisivi e della radiofonia a garanzia degli utenti e in materia di servizi di ''media'' in ambito locale - una lettera h) secondo cui - ferma restando la libertà di espressione - va contrastata la tendenza contemporanea di
distruggere o comunque ridimensionare gli elementi o simboli della storia e della tradizione della [[Nazione]] (cancel culture)"<ref>[https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/429765.pdf XIX legislatura, Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 109], "Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, recante il testo unico dei servizi di media audiovisivi in considerazione dell’evoluzione delle realtà del mercato, in attuazione della direttiva (UE) 2018/1808 di modifica della direttiva 2010/13/UE", pagina 3 della relazione introduttiva; a pagina 28 del documento si rinviene poi, per la prima volta in un testo normativo, la locuzione ''cancel culture''.</ref>.
==Note==
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== Bibliografia ==
*{{Cita libro|autore=[[Alan Dershowitz]]|titolo=Cancel Culture: The Latest Attack on Free Speech and Due Process|url=https://archive.org/details/cancelculturelat0000alan|editore=Hot Books|lingua=
*{{Cita libro|autore=Guia Soncini|titolo=L'era della suscettibilità|anno=2021|editore=Marsilio|lingua=it|ISBN=978-8829709878}}
*{{Cita libro|autore=Emanuele Mastrangelo|autore2=Enrico Petrucci|titolo=Iconoclastia. La pazzia contagiosa della cancel culture che sta distruggendo la nostra storia|anno=2020|editore=Eclettica|lingua=it|ISBN=978-8832165562}}
*{{Cita libro|autore=Massimo L.Salvadori|titolo=In difesa della storia - Contro manipolatori e iconoclasti|anno=2021|editore=Donzelli|lingua=it|ISBN=978-8855222679}}
*{{Cita libro|autore=Costanza Rizzacasa D'Orsogna|titolo=Scorrettissimi. La cancel culture nella cultura americana|anno=2022|editore=Laterza|lingua=it|ISBN=978-8858146989
==Voci correlate==
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* [[Controversie su memoriali e monumenti negli Stati Uniti d'America]]
* [[Damnatio memoriae]]
* [[Ostracismo]]
* [[Iconoclastia]]
* [[Politicamente corretto]]
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sulla}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Cita news|lingua=ITA|url=https://www.ilpost.it/2021/05/12/cancel-culture/|titolo=Cosa vuol dire “cancel culture”|pubblicazione=[[Il Post]]|data=12 maggio 2021|accesso=4 giugno 2021}}
*{{Cita news|lingua=ITA|autore=Riccardo Angelini|url=https://www.secoloditalia.it/2021/05/cancel-culture-chi-sono-i-nuovi-barbari-che-seminano-odio-secondo-il-filosofo-liessmann/|titolo=Cancel culture, chi sono i nuovi barbari che seminano odio secondo il filosofo Liessmann|pubblicazione=[[Secolo d'Italia]]|data=6 maggio 2021|accesso=4 giugno 2021}}
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