Cancel culture: differenze tra le versioni
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[[File:Robert E Lee statue removed from column New Orleans 19 May 2017 12.jpg|thumb|Esempio di ''cancel culture'': la rimozione della statua del [[Confederate States Army|generale confederato]] [[Robert Edward Lee]] a [[New Orleans]], 19 maggio 2017.]]
La locuzione '''''cancel culture''''' (in [[Lingua italiana|italiano]], letteralmente, '''cultura della cancellazione''',
Essa Le medesime dinamiche applicate invece a personaggi storici, monumenti, opere d'arte ed altri ambiti culturali vengono invece a volte chiamate '''cultura della cancellazione''' o "dell'annullamento", con un'inversione dei termini nella traduzione italiana il cui scopo è evidenziare gli aspetti iconoclasti e di [[guerra culturale]] del fenomeno. <ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Centro Studi Machiavelli|url=https://www.centromachiavelli.com/2023/04/17/cancel-culture-spiegazione-origini/|titolo=Da dove viene la cancel culture --- EMANUELE MASTRANGELO|sito=MACHIAVELLI|data=2023-04-17|accesso=2025-03-30}}</ref>
==Caratteristiche==
Nel 2020 il semiologo [[Noam Chomsky]] ha riconosciuto l'esistenza della cultura della cancellazione, contrapponendovisi; egli l'ha descritta come la prosecuzione - con i mezzi offerti dalla modernità - delle metodologie con cui le istituzioni mediatiche tradizionalmente modellano l’[[Opinione pubblica|opinione di massa]] ("sugli obiettivi della politica estera americana, mettendo a tacere i dissidenti che parlano apertamente", ovvero mediante il ''[[Mainstream#
Anche tra chi ne riconosce l'esistenza, tuttavia, vi sono difformità di valutazione: la messa in discussione delle ingiustizie veicolate dall'ordine sociale ereditato dal passato, comportando
▲Anche tra chi ne riconosce l'esistenza, tuttavia, vi sono difformità di valutazione: la messa in discussione delle ingiustizie veicolate dall'ordine sociale ereditato dal passato, comportando l'abbattimento di statue e lo sfatamento di miti, è secondo alcuni "valorizzata quando si colloca nel prima o nell'altrove, ma è screditata come un pericoloso eccesso quando riguarda il qui e ora"<ref>Réjane Sénac, ''Féminismes et « convergence des luttes » au temps de la Covid-19 et de la cancel culture'', Diogène 2019/3-4 (n° 267-268), pp. 234-253.</ref>. Secondo altri, invece, "la sconnessione dal quadro ordinario del dibattito delle idee, che notoriamente impone la critica delle fonti e la possibilità di riconoscere un errore"<ref>Renaud Maes, ''La «cancel culture» à l’assaut du débat public'', in ''La Revue Nouvelle'' 2021/4 (n° 4).</ref>, grazie ai ''[[mass media]]'' (ed ai ''social media'') offre una possibilità maggiore di diffusione di fatti non verificati, inquinando il dibattito pubblico anche e soprattutto rispetto alle risultanze scientifiche consolidate<ref>V. Bernard Hours, ''Du culte des ancêtres‑médiateurs au renversement de leurs statues?'', in ''Journal des anthropologues 2021/4 (n° 166-167)''.</ref>.
===Valore euristico===
In [[Italia]] la locuzione è utilizzata per lo più come "termine ombrello in cui sono ricadute l'[[iconoclastia]], la censura preventiva degli editori, le polemiche sulle favole"<ref name="Cancel culture, che cos'è davvero la cultura della cancellazione - la Repubblica" />, eccetera. Per converso, chi ne contesta il valore euristico sostiene che il sintagma "cancel culture" rende più difficili le conversazioni complesse, raggruppando varie situazioni sotto un unico termine<ref>Jonah E. Bromwich, ''Why ‘Cancel Culture’ Is a Distraction, A reporter’s last thoughts before putting the phrase to rest'', New York Times, Aug. 14, 2020, che prosegue: «sono ancora interessato alla varietà di modi in cui i ''social media'' stanno cambiando il comportamento sociale. Ma la frase ''cancel culture'' è troppo vaga: una distrazione da un esame più approfondito del potere nella società».</ref>.
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==Storia dell'uso del termine==
Il termine si è diffuso
Fra giugno e luglio 2020 prima il senatore repubblicano [[Tom Cotton]]<ref>{{Cita web|url=https://www.cotton.senate.gov/news/speeches/cotton-takes-on-cancel-culture|titolo=Cotton Takes on Cancel Culture|lingua=en|accesso=12 ottobre 2021}}</ref>, poi il presidente degli Stati Uniti [[Donald Trump]]<ref>{{Cita web|url=https://trumpwhitehouse.archives.gov/briefings-statements/remarks-president-trump-south-dakotas-2020-mount-rushmore-fireworks-celebration-keystone-south-dakota/|titolo=Remarks by President Trump at South Dakota’s 2020 Mount Rushmore Fireworks Celebration|sito=trumpwhitehouse.archives.gov|accesso=12 ottobre 2021|lingua=en|data=4 luglio 2020}}</ref> hanno accostato la cultura della cancellazione alle [[Rimozione dei memoriali e monumenti confederati|conseguenze del movimento ''Black Lives Matter'']] sulla coscienza storica americana.
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L'espressione cultura della cancellazione ha infatti connotati per lo più negativi e viene comunemente usata nei dibattiti che sostengono presunte minacce alla [[libertà d'espressione]] in nome del cosiddetto [[politicamente corretto]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ilriformista.it/che-cosa-e-la-cancel-culture-al-centro-di-un-grande-dibattito-sulla-liberta-di-espressione-130629/|titolo=Che cosa è la cancel culture, al centro di un grande dibattito sulla libertà di espressione|sito=Il Riformista|data=14 luglio 2020|accesso=4 gennaio 2021}}</ref> Tuttavia spesso si tratta solo di minacce ipotetiche, spesso a opere o artisti regolarmente pubblicati e attivi. La misura di [[stigmatizzazione (scienze sociali)|stigmatizzazione]] viene utilizzata relativamente a figure pubbliche, ma anche aziende e film, dopo che hanno fatto o detto qualcosa considerato discutibile o offensivo, in forma di protesta e [[boicottaggio]], e dunque non in forma di effettiva “cancellazione”.
Talvolta viene utilizzata relativamente a figure pubbliche, ma anche aziende e film, dopo che hanno fatto o detto qualcosa considerato discutibile o offensivo, in forma di protesta e
=== La caratterizzazione ''social'' ===
Sono state sollevate delle critiche sui limiti dei ''social media'', e in particolare di [[Twitter]], nel condurre delle campagne di [[Uguaglianza sociale|giustizia sociale]]. I ''social'' favoriscono lo scambio di commenti veloci, ma semplicistici e contraddittori, a svantaggio di un serio confronto sul tema. Il razzismo viene decontestualizzato e depoliticizzato; mentre la fruizione del ''social'' verte in favore di una condivisione edonistica e narcisistica della propria morale.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gwen|cognome=Bouvier|data=2020-12|titolo=Racist call-outs and cancel culture on Twitter: The limitations of the platform’s ability to define issues of social justice|rivista=Discourse, Context & Media|volume=38|
==Il dibattito sul passato==
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In questi casi destano sconcerto i casi effettivi di [[censura]] o di cancellazione di memorie del passato<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfoglio.it/cultura/2021/09/25/news/-basta-insegnare-che-colombo-ha-scoperto-l-america--3008900/|titolo=“Basta insegnare che Colombo ha scoperto l'America”|accesso=12 ottobre 2021|data=25 settembre 2021|autore=Giulio Meotti}}</ref>, mentre le posizioni storiografiche che si limitano a propiziare un processo di [[revisionismo]] ([[revisionismo storico|storico]], ideologico, ecc.), sia pure con tesi più o meno autorevoli, non fuoriescono dall'ambito della legittima funzione della [[critica]]<ref>Per il progetto lanciato dal The New York Times Magazine, volto a ripristinare la centralità della schiavitù nella costruzione delle società americane, v. Paul Musselwhite, Peter C. Mancall, James Horn (dir.), ''Virginia 1619: Slavery and Freedom in the Making of English America'', UNC Press, 2019; Valentine Faure, «L’esclavage, acte fondateur de l’histoire des États-Unis? », Libération, 23 juillet 2020. Per la controversia sul ruolo dei nativi americani nel discorso [[Storiografia|storico]] e nella ricerca a seguito della conferenza ''online'' della ''Historical Society of Young America'' (SHEAR) v. ''Clash of the Historians: Paper on Andrew Jackson and Trump Causes Turmoil'', The New York Times, 24 luglio 2020.</ref>.
Anche le diverse [[scienze umane]] su cui l'operazione impatta hanno il loro valore<ref>Rocco Sciarrone, ''Tra storia e scienze sociali'', Meridiana, No. 100 (2021), pp. 9-34.</ref>: mentre il diverso giudizio [[estetico]] delle epoche successive a quella in cui l'opera fu prodotta ha un peso nella [[critica letteraria]], il ''presentismo''<ref>François Hartog, ''Régimes d’historicité'', 2004. Esso però va nettamente distinto dall'approccio controfattuale che, contro l'insegnamento [[Benedetto Croce|crociano]] ma basandosi su solide tradizioni storiografiche, simula gli effetti di eventi non avvenuti, ma che sarebbero potuti verificarsi: Quentin Deluermoz et Pierre Singaravélou, «Explorer le champ des possibles. Approches contrefactuelles et futurs non advenus en histoire», Revue d’Histoire Moderne et Contemporaine, 59-3, 2012, p. 70-95.</ref> appare un vero e proprio [[paralogismo]], che viola la [[Giudizio di valore#Avalutatività|natura avalutativa]] delle [[scienze sociali]]<ref>[https://trafo.hypotheses.org/28808 Sabine Schülting, ''Shakespeare, History and ‘Cancel Culture’'', 3 giugno 2021].</ref> in quanto costituisce un “pregiudizio a
===Rapporto con la letteratura===
Questo ostracismo negli Stati Uniti ha colpito alcuni scrittori famosi come [[Mark Twain]], [[Ernest Hemingway]], [[Toni Morrison]], [[Margaret Atwood]], [[J. D. Salinger|Salinger]], [[Harper Lee]], [[William Faulkner]], ma anche [[Fëdor Dostoevskij]], [[John Steinbeck]], [[Omero]],
Uno dei casi più dibattuti, soprattutto come esempio di ''cancel culture'' tentata ma non andata a segno, riguarda l'autrice della famosa saga di "Harry Potter", [[J. K. Rowling|J.K. Rowling]], violentemente attaccata per le sue posizioni sui transessuali. La Rowling ha strenuamente ribattuto ai propri detrattori, ribadendo le sue posizioni e non arretrando né porgendo le scuse richieste. I tentativi di provocarne il tracollo economico da parte degli attivisti sono poi andati tutti a vuoto, e la Rowling è rimasta saldamente in cima alle classifiche coi suoi lavori.<ref>{{Cita news|lingua=it-IT|url=https://www.ilgiornale.it/news/cultura-non-si-cancella-2108531.html|titolo=Chi elimina la Rowling dai suoi libri|pubblicazione=ilGiornale.it|data=2023-01-24|accesso=2025-04-12}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.huffingtonpost.it/cultura/2021/04/17/news/contro_j_k_rowling_la_cancel_culture_ha_fallito-5091635/|titolo=Contro J.K. Rowling la cancel culture ha fallito (di A. Marrocco)|sito=HuffPost Italia|data=2021-04-17|accesso=2025-04-12}}</ref>
== Inquadramento giuridico ==
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Tale opinione appare conforme all'orientamento espresso dalla Corte Costituzionale con la sentenza 155/2002: «Il diritto all'informazione garantito dall'art. 21 Cost. deve essere caratterizzato sia dal pluralismo delle fonti cui attingere conoscenze e notizie così da porre il cittadino in condizione di compiere le proprie valutazioni avendo presenti punti di vista e orientamenti culturali e politici differenti sia dall'obiettività e dall'imparzialità dei dati forniti, sia infine dalla completezza, dalla correttezza e dalla continuità dell'attività di informazione erogata .[...] È in questa prospettiva di necessaria democraticità del processo continuo di informazione e formazione dell'opinione pubblica, che occorre dunque valutare la congruità del bilanciamento tra principi ed interessi diversi».
In sede di diritto positivo, si segnala la modifica dell'articolo 4 comma 1 del decreto legislativo n. 208/2021, recante il [[TUSMAR|testo unico dei servizi di media audiovisivi]], contenuta nel [https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2024-03-25;50 decreto legislativo 25 marzo 2024, n. 50]: esso aggiunge
distruggere o comunque ridimensionare gli elementi o simboli della storia e della tradizione della [[Nazione]] (cancel culture)"<ref>[https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/429765.pdf XIX legislatura, Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 109], "Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208, recante il testo unico dei servizi di media audiovisivi in considerazione dell’evoluzione delle realtà del mercato, in attuazione della direttiva (UE) 2018/1808 di modifica della direttiva 2010/13/UE", pagina 3 della relazione introduttiva; a pagina 28 del documento si rinviene poi, per la prima volta in un testo normativo, la locuzione ''cancel culture''.</ref>.
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== Bibliografia ==
*{{Cita libro|autore=[[Alan Dershowitz]]|titolo=Cancel Culture: The Latest Attack on Free Speech and Due Process
*{{Cita libro|autore=Guia Soncini|titolo=L'era della suscettibilità|anno=2021|editore=Marsilio|lingua=it|ISBN=978-8829709878}}
*{{Cita libro|autore=Emanuele Mastrangelo|autore2=Enrico Petrucci|titolo=Iconoclastia. La pazzia contagiosa della cancel culture che sta distruggendo la nostra storia|anno=2020|editore=Eclettica|lingua=it|ISBN=978-8832165562}}
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