Sovrani di Milano: differenze tra le versioni

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[[File:Arms of the House of Visconti (1395).svg|thumb|Stemma della dinastia dei [[Visconti]], i primi duchi della città. Lo stemma è ancora oggi uno dei simboli più storici di [[Milano]].|210x210px]]
Quello che segue è un elenco dei '''sovrani di Milano''' che hanno governato l'omonima entità statuale, dal [[Medioevo]] fino al [[XVIII secolo]]. Tale elenco esclude i sovrani dello stato successore al ducato milanese, ovvero il [[Regno Lombardo-Veneto]], quanto i [[Governatori di Milano]], che detennero il governo diretto sul ducato dalla dominazione spagnola nel [[1500]] fino alla dissoluzione del ducato nel [[1796]].
Quello che segue è un elenco dei '''sovrani di Milano''' che hanno governato l'omonima entità statuale ([[Signoria di Milano|signoria]] e poi [[Ducato di Milano|ducato]]) dal [[Medioevo]] fino al finire del [[XVIII secolo]].
 
Tale elenco esclude sia i [[governatori di Milano]], che detennero il governo effettivo del ducato dalla dominazione spagnola nel [[1500]] fino alla dissoluzione del ducato nel [[1796]], sia i sovrani dello stato successore al ducato milanese, ovvero il [[Regno Lombardo-Veneto]] (in quanto coincidenti ai sovrani dell'[[Impero austriaco]]).
 
== Note riguardo a titoli e numerazione ==
* La prima forma statuale, che può essere considerata precorritrice del futuro [[Ducato di Milano]], fu la [[Marca obertengaObertenga]] (o della Liguria), creata nel [[951]] da re [[Berengario II d'Ivrea]] e affidata al margravio [[Oberto I (nobile)|Oberto I]]. La marca, corrispondente quindi agli attuali territori di [[Lombardia]] e [[Liguria]], non aveva però una sede stabile e assumeva più le caratteristiche di una suddivisione amministrativa soggetta al [[Re d'Italia]], e quindi al [[Sacro Romano Impero]].<ref>{{cita libro|nome=Roberto|cognome=Ricci|titolo=La marca della Liguria orientale e gli Obertenghi, 945-1056: una storia complessa e una storiografia problematica|editore=[[Centro italiano di studi sull'alto medioevo|CISAM]]|data=2007}}</ref> Alla morte di [[Alberto Azzo II d'Este|Albertazzo II]] nel [[1097]], la marca passò titolarmente al figlio [[Folco I d'Este|Folco I, Signore d'Este]] (capostipite degli [[Estensi]]), venendo però ripartita tra le varie famiglie discendenti dagli Obertenghi (come i [[Malaspina]] e i [[Fieschi]]) e i vari [[liberi comuni]] che nel frattempo si erano resi autonomi da ogni entità esterna.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/obertenghi_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Silvio|cognome=Pivano|titolo=Obertenghi|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1935}}</ref>
* Nel [[1117]], la città di [[Milano]] si diede definitivamente lo statuto di libero comune, affidando il governo cittadino ad un [[console (storia medievale)|consolato biennale]].<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8000343/|titolo=comune di Milano, 1117-1329|sito=Lombardia Beni Culturali|data=19 gennaio 2005}}</ref> Nell'ambito dei crescenti conflitti fra la [[Santa Sede]] e il [[Sacro Romano Impero]] ([[Lotta per le investiture]]), nonché il desiderio di ques'ultimo attore di consolidare il proprio dominio sull'[[Italia settentrionale]], Milano si schierò contro l'Impero, venendo quindi posto sotto assedio (vedi [[Assedio di Milano (1162)]]) dall'allora Imperatore [[Federico Barbarossa]], che decise di distruggere la città come monito per le altre città lombarde.<ref>{{cita libro|nome1=Giorgio|cognome1=D'Ilario|nome2=Egidio|cognome2=Gianazza|nome3=Augusto|cognome3=Marinoni|titolo=Legnano e la battaglia|editore=Landoni|data=1976|pagina=155}}</ref> La partecipazione di Milano alla [[Lega Lombarda]] che sconfisse definitivamente il Barbarossa nella [[battaglia di Legnano]] del [[1176]] consolidò nella popolazione milanese un sentimento anti-imperiale e, nel secolo successivo, pro-[[guelfo]]. Tale assetto si concretizzò con la nascita della prima [[signoria cittadina]], ovvero quella dei [[Della Torre]] (o Torriani). Un loro esponente, [[Pagano della Torre (XIII secolo)|Pagano]], ospitando gli sconfitti guelfi della [[battaglia di Cortenuova]] del [[1237]], ottenne dal [[Consiglio comunale|Consiglio degli Ottocento]] (l'assemblea comunale di Milano), il titolo di ''Anziano della [[Credenza di Sant'Ambrogio]]'' nel [[1240]], titolo che trasmise ai suoi discendenti prossimi che detennero di fatto, da allora fino al [[1277]], una signoria "occulta" sulla città.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pagano-della-torre_(Dizionario-Biografico)|nome=Giulia L.|cognome=Fantoni|titolo=Della Torre, Pagano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=89|editore=Treccani|data=1989}}</ref>
* La prima [[signoria di Milano|signoria vera e propria]] fu, tuttavia, quella dei [[Visconti]], già esponente del partito [[ghibellino]] milanese. Nel [[1277]], nell'ambito delle lotte interne fra guelfi e ghibellini, [[Ottone Visconti]] era riuscito a far valere i suoi diritti come [[arcivescovo di Milano]] dopo la sconfitta torriana nella [[battaglia di Desio]].<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ottone-visconti_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Luigi|cognome=Simeoni|titolo=Visconti, Ottone|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1937}}</ref> Stranamente, in questo caso il Visconti era stato appoggiato da [[Papa Urbano IV]], in virtù della sua supremazia sulle questioni ecclesiastiche, mentre il signore torriano [[Napoleone della Torre|Napoleone]] si era avvalso della nomina del re tedesco [[Rodolfo I d'Asburgo]] come [[vicario imperiale]]. Benché Ottone venne riconosciuto dal Consiglio degli Ottocento come nuovo signore di Milano, tale titolo venne formalizzato dal nipote [[Matteo I Visconti|Matteo I]], succedutogli nel [[1281]] con la sua dimissione dagli affari pubblici, che ottenne nel [[1311]] dall'Imperatore [[Enrico VII di Lussemburgo|Enrico VII]] il titolo di vicario imperiale, trasmesso a tutti i suoi successori.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/matteo-i-visconti_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Luigi|cognome=Simeoni|titolo=Visconti, Matteo I|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1937}}</ref>
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I '''Visconti''' vantavano una lunga ascendenza comitale (da cui il cognome), ed un loro esponente Ottone era stato tra i primi ad arrendersi a [[Federico Barbarossa]] nel [[1162]], mantenendo da allora una costante fedeltà familiare al [[Sacro Romano Impero]] e, di conseguenza, al partito [[ghibellino]].<ref>{{cita libro|nome=Giuseppe|cognome=Gallavresi, Giuseppe|titolo=La riscossa dei guelfi in Lombardia dopo il 1260 e la politica di Filippo della Torre|editore=Archivio storico lombardo, 4ª sezione|data=1906}}</ref> Ciò li pose in contrasto con i signori occulti di Milano, ovvero i guelfi [[Della Torre]], che furono ostracizzati dai Visconti quando, nell'ambito della lotta interfamiliare esplosa nel [[1273]] con la nomina di [[Ottone Visconti]] ad [[Arcivescovo di Milano]], vennero sconfitti nella [[battaglia di Desio]] ([[1277]]), permettendo l'instaurarsi della signoria viscontea.<ref>{{cita libro|nome=Michela|cognome=Pugliese|titolo=All'ombra del castello|data=2017|pagina=76}}</ref>
 
I Visconti detennero, salvo una breve parentesi dal [[1302]] al [[1311]] durante la quale [[Guido della Torre]] riuscì a riappropriarsi della città,<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/guido-della-torre_%28Dizionario-Biografico%29/|nome=Anna|cognome=Caso|titolo=Della Torre, Guido|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=37|editore=Treccani|data=1989}}</ref> ininterrottamente la signoria, associata al "titolo di [[vicario imperiale]] della Lombardia". Verso la fine del [[XIV secolo]], le faide all'interno della famiglia si erano acuite, sfociando in morti sospette e cospirazioni e portando ad un progressivo declino della signoria frenato dal [[colpo di statoStato]] di [[Gian Galeazzo Visconti]] contro lo zio [[Bernabò Visconti|Bernabò]], che pianificava l'eliminazione del nipote di cui aveva usurpato l'eredità paterna.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/bernabo-visconti_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Luigi|cognome=Simeoni|titolo=Visconti, Bernabò|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1937}}</ref>
 
Con la presa di potere di Gian Galeazzo, la signoria subì un'evoluzione territoriale: dal [[1387]] al [[13551395]], una serie di campagne militari aveva portato alla destituzione di molteplici signorie e liberi comuni e l'acquisizione di tutta la [[Lombardia]] (eccetto [[Mantova]]), [[Veneto]] (escluso [[Treviso]], in mano alla [[Repubblica di Venezia]]), del [[Piemonte]] orientale e dell'[[Emilia]] (eccetto [[Modena]] e [[Ferrara]], in mano agli [[Estensi]]), oltre che il soggiogamento della [[Repubblica di Genova]], resa vassalla di Milano.<ref>{{cita libro|nome1=Biagio|cognome1=Salvemini|nome2=Francesco|cognome2=Benigno|titolo=Progetto storia – Tempi e problemi. Politica, istituzioni, società|volume=I (1350-1650)|editore=Laterza|data=2015|pagina=A48}}</ref> A ciò si aggiunse un duplice prestigio politico: nel [[1389]] il matrimonio tra la figlia [[Valentina Visconti|Valentina]] e [[Luigi I di Valois-Orléans|Luigi di Valois, Duca d'Orléans]], fratello del re francese [[Carlo VI di Francia|Carlo VI]], e nel [[1395]] l'acquisizione del titolo di '''Duca di Milano''' dal re tedesco [[Venceslao di Lussemburgo]].<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/venceslao-iv-re-di-boemia-e-di-germania_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=František|cognome=Bartos|titolo=Venceslao IV, re di Boemia e Germania|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1937}}</ref>
La prematura morte di Gian Galeazzo nel [[1402]], poco dopo l'avvio dell'espansione verso la Toscana (nel [[1399]] era stata acquisita [[Repubblica di Pisa|Pisa]]), sancì la fine dei disegni espansionistici viscontei.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/gian-galeazzo-visconti-duca-di-milano_%28Dizionario-Biografico%29/|nome=Andrea|cognome=Gamberini|titolo=Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=54|editore=Treccani|data=2000}}</ref> [[Giovanni Maria Visconti]], figlio e successore di Gian Galeazzo, cercò di arginare lo sfaldamento dello "stato visconteo" attraverso tattiche brutali, incluse razzie, espropri, omicidi e sacchi contro città e opponenti, aumentando per effetto contrario i disordini e le cospirazioni che portarono nel [[1412]] al suo assassinio.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-maria-visconti-duca-di-milano_(Dizionario-Biografico)|nome=Andrea|cognome=Gamberini|titolo=Giovanni Maria Visconti, duca di Milano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=56|editore=Treccani|data=2001}}</ref> Di conseguenza, la corona ducale passò a suasuo fratello [[Filippo Maria Visconti|Filippo Maria]], che preferì ricorrere all'astuzia diplomatica e a militari esperti per ricostituire il ducato, che non riuscì però ad arginare la limitazione del ducato alla sola [[Lombardia]] (eccetto [[Brescia]] e [[Mantova]]). Le sconfitte e la pressione crescente di vicini ambiziosi portarono il Visconti ad un crollo psicologico, che afflisse anche il governo del ducato e la sua vita privata, non generando alcuna prole legittima dal matrimonio e di conseguenza assicurando l'estinzione della dinastia viscontea, così come una [[guerra di successione]], alla sua morte nel [[1447]].<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/filippo-maria-visconti-duca-di-milano_%28Dizionario-Biografico%29/|nome=Gigliola|cognome=Soldi Rondinini|titolo=Filippo Maria Visconti, duca di Milano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=47|editore=Treccani|data=1997}}</ref>
 
{| class="wikitable" style="line-height:1.4em; text-align:center"
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| 6 maggio '''[[1385]]'''<br/><small>(Deposto)</small>
| [[Regina della Scala|Regina di Verona]]<br/><small>5 figli, 10 figlie</small>
| [[Ordine di successione#Successione agnatica (o semi-salica)|Successione agnatica]]<br/><small>(Bisnipote di [[Matteo I Visconti|Matteo I]])</small><hr/>Usurpazione della Signoria<br/><small>([[Colpo di statoStato]] di fatto)</small>
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| rowspan=2 | [[File:Gian Galeazzo ViscontiGiovAmbrogiodePredisattribGianGaleazzoVisconti.jpg|120px]]
| rowspan=2 |[[File:Arms of the House of Visconti (1395).svg|50px]]
'''[[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo I]]'''<br /><small>''Vicario di Milano<br />([[1385]]–[[1395]])<br />Duca di Milano<br />([[1395]]–[[1402]])''</small>
| rowspan=2 | 16 ottobre [[1351]]<hr/>Figlio di [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]]<br/>e [[Bianca di Savoia]]
| 6 maggio '''[[1385]]'''
| 5 settembre '''[[1395]]'''
| rowspan=2 | (1) [[Isabella di Valois|Isabella di Francia]]<br/><small>3 figli, 1 figlia</small><br/>(2) [[Caterina Visconti]]<br/><small>2 figli</small>
| [[Ordine di successione#Successione agnatica (o semi-salica)|Successione agnatica]]<br/><small>(Unigenito di [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]])</small><hr/>Restaurato da un [[colpoColpo di statoStato|putsch]]<br/><small>(Deposizione di [[Bernabò Visconti|Bernabò]])</small>
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| [[File:GiovanGiovanni Maria Visconti - Le vite de i dodeci visconti che signoreggiarono Milano (1645).pngjpg|120px]]
|[[File:Arms of the House of Visconti (1395).svg|50px]]
'''[[Giovanni Maria Visconti|Giovanni Maria]]'''<br /><small>''Duca di Milano''</small>
| 7 settembre [[1388]]<hr/>Figlio di [[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo I]]<br/>e [[Caterina Visconti]]
| 3 settembre '''[[1402]]'''
| 16 maggio '''[[1412]]'''<br/><small>([[Regicidio|Assassinato]])</small><br><ref>Come parte del [[colpo di Stato]], il giorno successivo [[Estorre Visconti]] si fece proclamare ''Signore di Milano'', ma venne sconfitto e messo in fuga dal duca Filippo Maria l'8 agosto successivo.</ref>
| [[Antonia Malatesta di Cesena|Antonia di Cesena]]<br/><small>Senza discendenza</small>
| [[Ordine di successione#Successione agnatica (o semi-salica)|Successione agnaticasalica]]<br/><small>(QuartogenitoPromogenito vivo di [[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo I]])</small>
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| [[File:FilippoPisanello Maria- ViscontiCodex Vallardi 2484.jpg|120px]]
|[[File:Arms of the House of Visconti (1395).svg|50px]]
'''[[Filippo Maria Visconti|Filippo I Maria]]'''<br /><small>''Duca di Milano''</small>
| 3 settembre [[1392]]<hr/>Figlio di [[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo I]]<br/>e [[Caterina Visconti]]
| 16 maggio '''[[1412]]'''
| 13 agosto '''[[1447]]'''
| (1) [[Beatrice Lascaris di Ventimiglia|Beatrice di Tenda]]<br/><small>Senza discendenza</small><br/>(2) [[Maria di Savoia (1411-1469)|Maria di Savoia]]<br/><small>Senza discendenza</small>
| [[Ordine di successione#Successione agnatica (o semi-salica)|Successione agnaticasalica]]<br/><small>(QuintogenitoSecondogenito vivo di [[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo I]])</small>
|}
 
== Interregno (1447–1450) ==
{{Vedi anche|Aurea Repubblica Ambrosiana}}
Il 14 agosto [[1447]], ovvero il giorno seguente alla morte del duca [[Filippo Maria Visconti]], un gruppo di giuristi dell'[[Università di Pavia]], una [[consorteria]] di nobili e l'[[arcivescovado]], rappresentati rispettivamente da [[Giorgio Lampugnano]], [[Vitaliano I Borromeo]] e [[Antonio Trivulzio (morto nel 1454)|Antonio Trivulzio]] (?-1454), approfittò del vuoto di potere per restaurare uno stato repubblicano basato sulla limitrofa e ostile [[Repubblica di Venezia]]. Tale stato, chiamato poeticamente '''Aurea Repubblica Ambrosiana''' in onore del santo patrono di Milano, si trovò tuttavia stritolata dalle rinnovate lotte fra guelfi e ghibellini, nonché dagli attacchi degli stati vicini, in primis Venezia.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/repubblica-ambrosiana_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Ettore|cognome=Verga|titolo=Ambrosiana, Repubblica|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1929}}</ref>
Durante questo periodo di vuoto di potere, si manifestarono diversi pretendenti al ducato, causando una vera [[Guerra di successione milanese|guerra di successione]]:
* [[Francesco Sforza]], [[condottiero]] a capo di una [[compagnia di ventura]] e genero di Filippo Maria, sposo della sua figlia legittimata [[Bianca Maria Visconti|Bianca Maria]], nonché comandante delle milizie milanesi e alleato di [[Repubblica di Firenze|Firenze]];<ref>{{cita libroDBI|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-i-sforza-duca-di-milano_(Dizionario-Biografico)|nomeautore=Antonio|cognome= Menniti Ippolito|titolonome=FrancescoFRANCESCO I Sforza, duca di Milano|operanomeurl=Dizionario Biografico degli Italianifrancesco-i-sforza-duca-di-milano|volume=50|editore=Treccani|dataanno=1998}}</ref>
* [[Carlo di Valois-Orléans|Carlo d'Orléans]], figlio di [[Valentina Visconti]], figlia di [[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo]], che si avvaleva del testamento di questi come erede al ducato in caso di estinzione della dinastia viscontea. Essendo già [[Contea di Asti (età bassomedievale)|conte di Asti]] (e sostenuto dal cugino, re [[Carlo VII di Francia]]), incaricò il governo cittadino di lanciare un'offensiva sulla debole repubblica, venendo tuttavia sconfitto dallo Sforza e privato di Asti;<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/charles-duca-d-orleans|titolo=Orléans, Charles duca d'|sito=Treccani.it|accesso=5 febbraio 2020}}</ref>
* [[Ludovico di Savoia]], fratello della defunta duchessa [[Maria di Savoia (1411-1469)|Maria]], non vantava solide pretese e si trovava in conflitto con la nobiltà piemontese, mancando anche di ingegno militare e muovendosi solo verso la fine della guerra nel [[1449]];<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ludovico-i-di-savoia-duca-di-savoia_(Dizionario-Biografico)|nome=François C.|cognome=Uginet|titolo=Ludovico I di Savoia, duca di Savoia|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=66|editore=Treccani|data=2006}}</ref>
* [[Alfonso V d'Aragona]], già [[re di Napoli]] [[sovraniRe di Sicilia|e Sicilia]], che basava le sue pretese su un presunto testamento di Filippo Maria, desideroso di consolidare una sorta di egemonia sulla penisola e soprattutto soggiogare la [[Repubblica di Genova]], rivale dell'Aragona nei commerci mediterranei.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/alfonso-v-d-aragona-re-di-sicilia-re-di-napoli_(Dizionario-Biografico)|nome=Ruggero|cognome=Moscati|titolo=Alfonso V d'Aragona, re di Sicilia, re di Napoli|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=2|editore=Treccani|data=1960}}</ref>
 
Grazie a risvolti sia militari che diplomatici, solo lo Sforza rimase pretendente al ducato e, approfittando di una rivolta popolare sobillata a Milano da [[Gaspare da Vimercate]], riuscì nel [[1450]] a conquistare Milano e restaurare il ducato per elezione da parte del Consiglio deglidei OttocentoNovecento ed acclamazione popolare.
 
== Sforza (1450–1535) ==
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Gli '''Sforza''' non avevano origini illustri: il capostipite del ramo milanese, [[Francesco Sforza|Francesco]], era figlio di [[Giacomo Attendolo]] (detto "Sforza"), piccolo nobile romagnolo e [[condottiero]], e della sua amante [[Lucia Terzani]].<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/muzio-attendolo-detto-lo-sforza_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Piero|cognome=Pieri|titolo=Sforza, Muzio Attendolo detto lo|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1936}}</ref> Le fortune della famiglia furono avviate già da Attendolo, che aveva ricevuto come compenso per i suoi servigi militari la contea di [[Cotignola]] dall'[[Antipapa Giovanni XXIII]], diversi feudi in [[Puglia]] dalla regina [[Giovanna II di Napoli]] e, grazie al primo matrimonio di Francesco con [[Polissena Ruffo]], ulteriori feudi in [[Calabria]]. Fu proprio Francesco a divenire, uscendo vittorioso nella [[guerra di successione]] seguente alla morte di [[Filippo Maria Visconti]], nuovo Duca di Milano nel [[1450]], quando fece ingresso in città il giorno dell'[[Annunciazione]] al fianco della terza moglie [[Bianca Maria Visconti]], figlia legittimata di Filippo.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/sforza_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Giovanni Battista|cognome=Picotti|titolo=Sforza|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1936}}</ref>
 
Gli Sforza milanesi furono attivi protagonisti delle vicende del [[Rinascimento]] italiano, facendosi patroni di artisti e impegnandosi con la [[Pace di Lodi]] ([[1454]]) ad una pace quasi quarantennale in Italia. L'assassinio di [[Galeazzo Maria Sforza]] nel [[1476]] aveva tuttavia incrinato la stabilità del ducato, permettendo al fratello [[Ludovico il Moro]] di usurpare progressivamente il potere ducale, appropriandosene definitivamente alla sospetta morte del nipote nel [[1494]].<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ludovico-sforza-detto-il-moro-duca-di-milano_%28Dizionario-Biografico%29/|nome=Gino|cognome=Benzoni|titolo=Ludovico Sforza, detto il Moro, duca di Milano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=66|editore=Treccani|data=2006}}</ref> La sua ambizione, accostata ad una sprovvedutezza diplomatica, contribuì alla [[Guerra d'Italia del 1494-1498|guerra di Carlo VIII di Francia]] nel [[1494]], e istigò le contese che scatenarono le [[guerre d'Italia]] tra il [[Regno di Francia]] ed il [[Sacro Romano Impero]] e che si rivoltarono contro gli Sforza, privati più volte del ducato (rivendicato dai re francesi in virtù della discendenza da [[Valentina Visconti]]), che alla morte dell'ultimo discendente [[Francesco II Sforza|Francesco II]] venne incamerato ai domini dell'Imperatore [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], in ottemperanza al [[Congresso di Bologna (1529)|Congresso di Bologna]].<ref>{{cita libro|lingua=Inglese|nome=Michael E.|cognome=Mallett|capitolo=Legacies of the Italian Wars|opera=The Italian Wars 1494-1559: War, State and Society in Early Modern Europe|editore=Routledge|data=2014}}</ref>
 
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| 8 marzo '''[[1466]]'''
| (1) [[Polissena Ruffo]]<br/><small>1 figlia (morta giovane)</small><br/>(2) [[Maria Caldora]]<br/><small>Nessuna discendenza</small><br/>(3) [[Bianca Maria Visconti]]<br/><small>6 figli, 2 figlie</small>
| Eletto dal [[Consiglio comunale|Consiglio deglidei OttocentoNovecento]]<br/><small>([[Monarchia elettiva|Principio elettivo]])</small><hr/>DirittiPretese ''[[jure uxoris]]''<br/><small>(Genero di [[Filippo Maria Visconti|Filippo I Maria]])</small><hr/>Riconosciuto dagli [[Antichi Stati italiani|Stati italiani]]<br/><small>([[Pace di Lodi]] del [[1454]])</small>
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| [[File:Piero Pollaiuolo - Portrait of Galeazzo Maria Sforza - Uffizi.jpg|120px]]
| [[File:Arms of the House of Sforza.svg|50px]]<br/>'''[[Galeazzo Maria Sforza|Galeazzo III Maria]]'''<br/><small>''Duca di Milano''</small>
| 24 gennaio [[1444]]<hr/>Figlio di [[Francesco Sforza|Francesco I]]<br/>e [[Bianca Maria Visconti]]
| 8 marzo '''[[1466]]'''
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| [[File:Young man (Gian Galeazzo Sforza?) by G.A. de Predis.jpg|120px]]
| [[File:Arms of the House of Sforza.svg|50px]]<br/>'''[[Gian Galeazzo Maria Sforza|Gian Galeazzo IIMaria]]'''<br/><small>''Duca di Milano''</small>
| 20 giugno [[1469]]<hr/>Figlio di [[Galeazzo Maria Sforza|Galeazzo III Maria]]<br/>e [[Bona di Savoia]]
| 26 dicembre '''[[1476]]'''
| 21 ottobre '''[[1494]]'''
| [[Isabella d'Aragona (1470-1524)|Isabella di Napoli]]<br/><small>1 figlio, 2 figlie</small>
| [[Ordine di successione#Successione agnatica (o semi-salica)|Successione agnatica]]<br/><small>(Primogenito di [[Galeazzo Maria Sforza|Galeazzo III Maria]])</small>
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| 10 aprile '''[[1500]]'''<br/><small>([[Assedio di Novara|Deposto]])</small>
| [[Beatrice d'Este|Beatrice di Ferrara]]<br/><small>2 figli</small>
| [[Ordine di successione#Successione agnatica (o semi-salica)|Successione agnaticaAcclamazione]] popolare<br/><small>(Quartogenito di [[Francesco Sforza|Francesco I]])</small><hr/>Usurpazione del Ducato<br/><small>(Stato [[Colpode facto|di statofatto]] di fatto)</small><hr/>Elevato per [[regio decreto]]<br/><small>([[bolla (documento imperiale)|Bolla]] dell'Imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo|Massimiliano I]])</small>
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| colspan=7 | [[File:Arms of Louis XII (Milan).svg|22px]] '''Occupazione francese ([[1500]]–[[1513]])''': governatorato di [[Carlo II d'Amboise]] ([[1500]]–[[1511]]) e [[Gaston de Foix-Nemours|GastoneGaston de Foix]] ([[1511]]–[[15131512]]) in vece di [[Luigi XII di Francia]].
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| [[File:Arms of the House of Sforza.svg|50px]]<br/>'''[[Massimiliano Sforza|Massimiliano]]'''<br/><small>''Duca di Milano''</small>
| 25 gennaio [[1493]]<hr/>Figlio di [[Ludovico il Moro|Ludovico Maria]]<br/>e [[Beatrice d'Este|Beatrice di Ferrara]]
| 616 giugno '''[[15131512]]'''
| 138 agostoottobre '''[[15161515]]'''<br/><small>([[Trattato di Noyon|Deposto]])</small>
| ''Morto celibe''
| [[Ordine di successione#Successione agnatica (o semi-salica)|Successione agnatica]]<br/><small>(Primogenito di [[Ludovico il Moro|Ludovico Maria]])</small><hr/>Restaurato dalla [[Lega Santa (1511)|Lega Santa]]<br/><small>([[Battaglia di Novara (1513)|Battaglia di Novara]])</small>
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| [[File:Arms of the House of Sforza.svg|50px]]<br/>'''[[Francesco II Sforza|Francesco II]]'''<br/><small>''Duca di Milano''</small>
| 4 febbraio [[1495]]<hr/>Figlio di [[Ludovico il Moro|Ludovico Maria]]<br/>e [[Beatrice d'Este|Beatrice di Ferrara]]
| 419 aprilenovembre '''[[15221521]]'''
| 2 novembre '''[[1535]]'''
| [[Cristina di Danimarca]]<br/><small>Nessuna discendenza</small>
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== Asburgo di Spagna (1540–17001554–1700) ==
{{Vedi anche|Asburgo di Spagna}}
 
La morte di [[Francesco II Sforza]] nel [[1535]] aveva permesso all'Imperatore [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], in ottemperanza a quanto stabilito dal [[Congresso di Bologna (1529)|Congresso di Bologna]], di assorbire il Ducato di Milano nei suoi possedimenti.<ref>{{cita libro|nome=Pietro|cognome=Ravasio|titolo=Nozioni di storia antica: media e moderna ad uso delle scuole secondarie|editore=G. B. Paravia|data=1874|pagine=254-255}}</ref> Tuttavia, l'11 ottobre [[1540]] questi aveva segretamente elevato suo figlio [[Filippo II di Spagna|Filippo, Principe delle Asturie]], a Duca di Milano, che era ancora rivendicato dai [[Sovrani di Francia|sovrani francesi]]. Filippo ebbe una seconda investitura, stavolta resa pubblica, nel 1554. Fu solo con la [[Pace di Cateau-Cambrésis]] (3 aprile [[1559]]) che i francesi cessarono ogni pretesa al ducato, consolidando quindi il dominio del '''ramo spagnolo degli Asburgo''' sull'Italiasu Milano, detenendo essi già i regni di Sardegna, Sicilia e Napoli.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pace-di-cateau-cambresis_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Rosario|cognome=Russo|titolo=Cateau-Cambrésis, Pace di|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1931}}</ref>
 
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{{Vedi anche|Borbone di Spagna}}
 
Nel settembre [[1700]], il re spagnolo [[Carlo II di Spagna|Carlo II]] (detentore del ducato) si ammalò gravemente e, dietro consiglio del primo ministro [[Luis Manuel Fernández de Portocarrero-Bocanegra y Moscoso-Osorio|Luis Manuel de Portocarrero]], indicò nel suo testamento il cugino [[Filippo V di Spagna|Filippo, Duca d'Angiò]] (nipote abiatico del re francese [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] e bisnipote di [[Filippo IV di Spagna]]) suo erede al trono.<ref>{{cita libro|lingua=Inglese|nome=Norman|cognome=Hargreaves-Mawdsley|titolo=Eighteenth-Century Spain 1700-1788: A Political, Diplomatic and Institutional History|anno=1979|url=https://archive.org/details/eighteenthcentur0000harg|editore=Macmillan|data=1979|pagine=15–16}}</ref> Alla morte di Carlo II, occorsa il 1º novembre dello stesso anno, a Filippo d'Angiò venne offerta la corona a patto che rinunciasse per se ed i suoi discendenti ad ogni eventuale rivendicazione al trono di Francia, acconsentendo e divenendo re il 16 novembre [[1700]]. Temendo un ulteriore accrescimento del potere francese, [[Regno di Gran Bretagna|Gran Bretagna]] e [[Repubblica delle Sette Province Unite|Paesi Bassi]] si coalizzarono l'anno seguente con l'Arciduca [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo]], pretendente austriaco, innescando la [[guerra di successione spagnola]], alla cui conclusione nel [[1714]] si stabilì il passaggio del ducato milanese a Carlo, nel frattempo divenuto [[Sacro Romano Imperatore]] come Carlo VI.<ref>{{cita libro|lingua=Inglese|nome=James|cognome=Falkner|titolo=The War of the Spanish Succession 1701-1714|editore=Kindle|data=2015|pagina=96}}</ref>
 
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| [[File:Martin van Meytens (attrib.) - Porträt Kaiser Karl VI.jpg|120px]]
| [[File:Greater Arms of Charles VI, Holy Roman Emperor.svg|50px]]<br/>'''[[Carlo VI d'Asburgo|Carlo II]]'''<br/><small>''Duca di Milano<br/>Imperatore Carlo IVVI<br/>Arciduca Carlo III''</small>
| 1º ottobre [[1685]]<hr/>Figlio dell'Imperatore [[Leopoldo I d'Asburgo|Leopoldo I]]<br/>e [[Eleonora del Palatinato-Neuburg|Eleonora di Neuburg]]
| 7 marzo '''[[1714]]'''
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Il matrimonio tra [[Maria Teresa d'Austria]] (ultima degli [[Asburgo]]) e [[Francesco I di Lorena|Francesco III di Lorena]] (ultimo dei Lorena), celebrato nel [[1736]], aveva portato ad un cambio "virtuale" della dinastia asburgica, ribattezzata '''Asburgo-Lorena''' in virtù della duplice discendenza (e rivendicazioni). Di conseguenza, il controllo austriaco su Milano rimase sostanzialmente inalterato, se non per una rinascita culturale portata dall'[[Illuminismo in Italia|Illuminismo italiano]], incentivato dal [[dispotismo illuminato]] e dal [[giurisdizionalismo]] dei sovrani asburgici.<ref>{{cita libro|lingua=Inglese|nome=Derek|cognome=Beales|titolo=In the Shadow of Maria Theresa, 1741-1780|opera=Joseph II: Volume 1|editore=Cambridge University Press|data=1987|pagina=65}}</ref><ref>{{cita libro|lingua=Inglese|nome=Eberhard|cognome=Weis|titolo=Enlightenment and Absolutism in the Holy Roman Empire: Thoughts on Enlightened Absolutism in Germany|opera=The Journal of Modern History|volume=58|editore=Supplement|data=1986|pagine=181-197}}</ref>
La [[Rivoluzione francese]] del [[1789]] portò, tuttavia, un'ondata di diffidenza verso le idee illuministiche, accostate ormai al [[repubblicanesimo]] e al [[giacobinismo]], che all'ascesa nel [[1792]] di [[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco IIII]] (già "Francesco II" come [[Sacro Romano Imperatore]]) si concretizzò in una svolta autoritaria e conservatrice del regime, avvalorata da un [[polizia segreta]] e da un clima di sospetto anche dentro la corte viennese.<ref>{{cita libro|lingua=Inglese|nome=Andrew|cognome=Wheatcroft, Andrew|titolo=The Habsburgs: Embodying Empire|editore=Penguin|data=1996|pagine=240-248}}</ref>
 
Contemporaneamente, nell'ambito delle [[Guerre rivoluzionarie francesi]], la [[Prima Repubblica francese|Repubblica francese]] aveva lanciato un'offensiva sull'Italia settentrionale, i cui stati principali (Milano, [[Regno di Sardegna|Sardegna-Piemonte]], [[Ducato di Parma|Parma]] e [[Ducato di Modena|Modena]]) si erano coalizzati nell'orbita austriaca contro l'espansione della [[rivoluzione francese]]. Nel [[1796]] l'esercito francese, guidato da [[Napoleone Bonaparte]], sconfisse decisamente gli austriaci nella [[Battaglia di Lodi]] (10 maggio),<ref>{{cita libro|lingua=Inglese|nome=Philip G.|cognome=Dwyer|titolo=Napoleon Bonaparte as Hero and Saviour: Image, Rhetoric and Behaviour in the Construction of a Legend|anno=2008|url=https://archive.org/details/napoleonpathtopo0000dwye|opera=French History|volume=28|data=2004|pagina=p.382}}</ref> portando ad un'occupazione del Ducato di Milano e alla sua assimilazione nella [[repubblica sorella]] detta "[[Repubblica Transpadana]]" (15 novembre). Di conseguenza, da lì al [[Congresso di Vienna]] (11 aprile [[1814]]), Francesco III rimase solo Duca "titolare" di Milano, che dopo la chiusura del Congresso venne assimilato assieme ai territori dell'ex-[[Repubblica di Venezia]] all'interno del [[Regno Lombardo-Veneto]] (7 aprile [[1815]]), sotto la dominazione austriaca.<ref name="Monti"/>
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| 1º marzo '''[[1792]]'''
| 15 novembre '''[[1796]]'''
| (1) [[Elisabetta Guglielmina di Württemberg|Elisabetta di Württemberg]]<br/><small>1 figlia (morta giovane)</small><br/>(2) [[Maria Teresa di Borbone-Napoli|Maria Teresa di Napoli e Sicilia]]<br/><small>3 figli (superstiti), 5 figlie (superstiti)</small><br/>(3) [[Maria Ludovica d'Asburgo-Este|Maria Ludovica di Modenad'Austria-Este]]<br/><small>Nessuna discendenza</small><br/>(4) [[Carolina Augusta di Baviera]]<br/><small>Nessuna discendenza</small>
| [[Ordine di successione#Successione agnatica (o semi-salica)|Successione agnatica]]<br/><small>(Primogenito di [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena|Leopoldo]])</small>
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[[Categoria:Ducato di Milano]]
[[Categoria:Liste di sovrani|Milano]]
[[Categoria:Liste di nobili]]
[[Categoria:Ludovico il Moro]]