Sovrani di Milano: differenze tra le versioni
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[[File:Arms of the House of Visconti (1395).svg|thumb|Stemma della dinastia dei [[Visconti]], i primi duchi della città. Lo stemma è ancora oggi uno dei simboli più storici di [[Milano]].|210x210px]]
Quello che segue è un elenco dei '''sovrani di Milano''' che hanno governato l'omonima entità statuale ([[Signoria di Milano|signoria]] e poi [[Ducato di Milano|ducato]]) dal [[Medioevo]] fino al finire del [[XVIII secolo]].
Tale elenco esclude sia i [[governatori di Milano]], che detennero il governo effettivo del ducato dalla dominazione spagnola nel [[1500]] fino alla dissoluzione del ducato nel [[1796]], sia i sovrani dello stato successore al ducato milanese, ovvero il [[Regno Lombardo-Veneto]] (in quanto coincidenti ai sovrani dell'[[Impero austriaco]]).
== Note riguardo a titoli e numerazione ==
* La prima forma statuale, che può essere considerata precorritrice del futuro [[Ducato di Milano]], fu la [[Marca
* Nel [[1117]], la città di [[Milano]] si diede definitivamente lo statuto di libero comune, affidando il governo cittadino ad un [[console (storia medievale)|consolato biennale]].<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8000343/|titolo=comune di Milano, 1117-1329|sito=Lombardia Beni Culturali|data=19 gennaio 2005}}</ref> Nell'ambito dei crescenti conflitti fra la [[Santa Sede]] e il [[Sacro Romano Impero]] ([[Lotta per le investiture]]), nonché il desiderio di ques'ultimo attore di consolidare il proprio dominio sull'[[Italia settentrionale]], Milano si schierò contro l'Impero, venendo quindi posto sotto assedio (vedi [[Assedio di Milano (1162)]]) dall'allora Imperatore [[Federico Barbarossa]], che decise di distruggere la città come monito per le altre città lombarde.<ref>{{cita libro|nome1=Giorgio|cognome1=D'Ilario|nome2=Egidio|cognome2=Gianazza|nome3=Augusto|cognome3=Marinoni|titolo=Legnano e la battaglia|editore=Landoni|data=1976|pagina=155}}</ref> La partecipazione di Milano alla [[Lega Lombarda]] che sconfisse definitivamente il Barbarossa nella [[battaglia di Legnano]] del [[1176]] consolidò nella popolazione milanese un sentimento anti-imperiale e, nel secolo successivo, pro-[[guelfo]]. Tale assetto si concretizzò con la nascita della prima [[signoria cittadina]], ovvero quella dei [[Della Torre]] (o Torriani). Un loro esponente, [[Pagano della Torre (XIII secolo)|Pagano]], ospitando gli sconfitti guelfi della [[battaglia di Cortenuova]] del [[1237]], ottenne dal [[Consiglio comunale|Consiglio degli Ottocento]] (l'assemblea comunale di Milano), il titolo di ''Anziano della [[Credenza di Sant'Ambrogio]]'' nel [[1240]], titolo che trasmise ai suoi discendenti prossimi che detennero di fatto, da allora fino al [[1277]], una signoria "occulta" sulla città.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/pagano-della-torre_(Dizionario-Biografico)|nome=Giulia L.|cognome=Fantoni|titolo=Della Torre, Pagano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=89|editore=Treccani|data=1989}}</ref>
* La prima [[signoria di Milano|signoria vera e propria]] fu, tuttavia, quella dei [[Visconti]], già esponente del partito [[ghibellino]] milanese. Nel [[1277]], nell'ambito delle lotte interne fra guelfi e ghibellini, [[Ottone Visconti]] era riuscito a far valere i suoi diritti come [[arcivescovo di Milano]] dopo la sconfitta torriana nella [[battaglia di Desio]].<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ottone-visconti_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Luigi|cognome=Simeoni|titolo=Visconti, Ottone|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1937}}</ref> Stranamente, in questo caso il Visconti era stato appoggiato da [[Papa Urbano IV]], in virtù della sua supremazia sulle questioni ecclesiastiche, mentre il signore torriano [[Napoleone della Torre|Napoleone]] si era avvalso della nomina del re tedesco [[Rodolfo I d'Asburgo]] come [[vicario imperiale]]. Benché Ottone venne riconosciuto dal Consiglio degli Ottocento come nuovo signore di Milano, tale titolo venne formalizzato dal nipote [[Matteo I Visconti|Matteo I]], succedutogli nel [[1281]] con la sua dimissione dagli affari pubblici, che ottenne nel [[1311]] dall'Imperatore [[Enrico VII di Lussemburgo|Enrico VII]] il titolo di vicario imperiale, trasmesso a tutti i suoi successori.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/matteo-i-visconti_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Luigi|cognome=Simeoni|titolo=Visconti, Matteo I|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1937}}</ref>
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I Visconti detennero, salvo una breve parentesi dal [[1302]] al [[1311]] durante la quale [[Guido della Torre]] riuscì a riappropriarsi della città,<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/guido-della-torre_%28Dizionario-Biografico%29/|nome=Anna|cognome=Caso|titolo=Della Torre, Guido|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=37|editore=Treccani|data=1989}}</ref> ininterrottamente la signoria, associata al "titolo di [[vicario imperiale]] della Lombardia". Verso la fine del [[XIV secolo]], le faide all'interno della famiglia si erano acuite, sfociando in morti sospette e cospirazioni e portando ad un progressivo declino della signoria frenato dal [[colpo di Stato]] di [[Gian Galeazzo Visconti]] contro lo zio [[Bernabò Visconti|Bernabò]], che pianificava l'eliminazione del nipote di cui aveva usurpato l'eredità paterna.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/bernabo-visconti_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Luigi|cognome=Simeoni|titolo=Visconti, Bernabò|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1937}}</ref>
Con la presa di potere di Gian Galeazzo, la signoria subì un'evoluzione territoriale: dal [[1387]] al [[
La prematura morte di Gian Galeazzo nel [[1402]], poco dopo l'avvio dell'espansione verso la Toscana (nel [[1399]] era stata acquisita [[Repubblica di Pisa|Pisa]]), sancì la fine dei disegni espansionistici viscontei.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/gian-galeazzo-visconti-duca-di-milano_%28Dizionario-Biografico%29/|nome=Andrea|cognome=Gamberini|titolo=Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=54|editore=Treccani|data=2000}}</ref> [[Giovanni Maria Visconti]], figlio e successore di Gian Galeazzo, cercò di arginare lo sfaldamento dello "stato visconteo" attraverso tattiche brutali, incluse razzie, espropri, omicidi e sacchi contro città e opponenti, aumentando per effetto contrario i disordini e le cospirazioni che portarono nel [[1412]] al suo assassinio.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-maria-visconti-duca-di-milano_(Dizionario-Biografico)|nome=Andrea|cognome=Gamberini|titolo=Giovanni Maria Visconti, duca di Milano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=56|editore=Treccani|data=2001}}</ref> Di conseguenza, la corona ducale passò a suo fratello [[Filippo Maria Visconti|Filippo Maria]], che preferì ricorrere all'astuzia diplomatica e a militari esperti per ricostituire il ducato, che non riuscì però ad arginare la limitazione del ducato alla sola [[Lombardia]] (eccetto [[Brescia]] e [[Mantova]]). Le sconfitte e la pressione crescente di vicini ambiziosi portarono il Visconti ad un crollo psicologico, che afflisse anche il governo del ducato e la sua vita privata, non generando alcuna prole legittima dal matrimonio e di conseguenza assicurando l'estinzione della dinastia viscontea, così come una [[guerra di successione]], alla sua morte nel [[1447]].<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/filippo-maria-visconti-duca-di-milano_%28Dizionario-Biografico%29/|nome=Gigliola|cognome=Soldi Rondinini|titolo=Filippo Maria Visconti, duca di Milano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=47|editore=Treccani|data=1997}}</ref>
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== Interregno (1447–1450) ==
{{Vedi anche|Aurea Repubblica Ambrosiana}}
Il 14 agosto [[1447]], ovvero il giorno seguente alla morte del duca [[Filippo Maria Visconti]], un gruppo di giuristi dell'[[Università di Pavia]], una [[consorteria]] di nobili e l'[[arcivescovado]], rappresentati rispettivamente da [[Giorgio Lampugnano]], [[Vitaliano I Borromeo]] e [[Antonio Trivulzio (morto nel 1454)|Antonio Trivulzio]] (?-1454), approfittò del vuoto di potere per restaurare uno stato repubblicano basato sulla limitrofa e ostile [[Repubblica di Venezia]]. Tale stato, chiamato poeticamente '''Aurea Repubblica Ambrosiana''' in onore del santo patrono di Milano, si trovò tuttavia stritolata dalle rinnovate lotte fra guelfi e ghibellini, nonché dagli attacchi degli stati vicini, in primis Venezia.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/repubblica-ambrosiana_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Ettore|cognome=Verga|titolo=Ambrosiana, Repubblica|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1929}}</ref>
Durante questo periodo di vuoto di potere, si manifestarono diversi pretendenti al ducato, causando una vera [[Guerra di successione milanese|guerra di successione]]:
* [[Francesco Sforza]], [[condottiero]] a capo di una [[compagnia di ventura]] e genero di Filippo Maria, sposo della sua figlia legittimata [[Bianca Maria Visconti|Bianca Maria]], nonché comandante delle milizie milanesi e alleato di [[Repubblica di Firenze|Firenze]];<ref>{{
* [[Carlo di Valois-Orléans|Carlo d'Orléans]], figlio di [[Valentina Visconti]], figlia di [[Gian Galeazzo Visconti|Gian Galeazzo]], che si avvaleva del testamento di questi come erede al ducato in caso di estinzione della dinastia viscontea. Essendo già [[Contea di Asti (età bassomedievale)|conte di Asti]] (e sostenuto dal cugino, re [[Carlo VII di Francia]]), incaricò il governo cittadino di lanciare un'offensiva sulla debole repubblica, venendo tuttavia sconfitto dallo Sforza e privato di Asti;<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/charles-duca-d-orleans|titolo=Orléans, Charles duca d'|sito=Treccani.it|accesso=5 febbraio 2020}}</ref>
* [[Ludovico di Savoia]], fratello della defunta duchessa [[Maria di Savoia (1411-1469)|Maria]], non vantava solide pretese e si trovava in conflitto con la nobiltà piemontese, mancando anche di ingegno militare e muovendosi solo verso la fine della guerra nel [[1449]];<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ludovico-i-di-savoia-duca-di-savoia_(Dizionario-Biografico)|nome=François C.|cognome=Uginet|titolo=Ludovico I di Savoia, duca di Savoia|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=66|editore=Treccani|data=2006}}</ref>
* [[Alfonso V d'Aragona]], già [[re di Napoli]] [[
Grazie a risvolti sia militari che diplomatici, solo lo Sforza rimase pretendente al ducato e, approfittando di una rivolta popolare sobillata a Milano da [[Gaspare da Vimercate]], riuscì nel [[1450]] a conquistare Milano e restaurare il ducato per elezione da parte del Consiglio dei Novecento ed acclamazione popolare.
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Gli '''Sforza''' non avevano origini illustri: il capostipite del ramo milanese, [[Francesco Sforza|Francesco]], era figlio di [[Giacomo Attendolo]] (detto "Sforza"), piccolo nobile romagnolo e [[condottiero]], e della sua amante [[Lucia Terzani]].<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/muzio-attendolo-detto-lo-sforza_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Piero|cognome=Pieri|titolo=Sforza, Muzio Attendolo detto lo|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1936}}</ref> Le fortune della famiglia furono avviate già da Attendolo, che aveva ricevuto come compenso per i suoi servigi militari la contea di [[Cotignola]] dall'[[Antipapa Giovanni XXIII]], diversi feudi in [[Puglia]] dalla regina [[Giovanna II di Napoli]] e, grazie al primo matrimonio di Francesco con [[Polissena Ruffo]], ulteriori feudi in [[Calabria]]. Fu proprio Francesco a divenire, uscendo vittorioso nella [[guerra di successione]] seguente alla morte di [[Filippo Maria Visconti]], nuovo Duca di Milano nel [[1450]], quando fece ingresso in città il giorno dell'[[Annunciazione]] al fianco della terza moglie [[Bianca Maria Visconti]], figlia legittimata di Filippo.<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/sforza_%28Enciclopedia-Italiana%29/|nome=Giovanni Battista|cognome=Picotti|titolo=Sforza|opera=Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|data=1936}}</ref>
Gli Sforza milanesi furono attivi protagonisti delle vicende del [[Rinascimento]] italiano, facendosi patroni di artisti e impegnandosi con la [[Pace di Lodi]] ([[1454]]) ad una pace quasi quarantennale in Italia. L'assassinio di [[Galeazzo Maria Sforza]] nel [[1476]] aveva tuttavia incrinato la stabilità del ducato, permettendo al fratello [[Ludovico il Moro]] di usurpare progressivamente il potere ducale, appropriandosene definitivamente alla sospetta morte del nipote nel [[1494]].<ref>{{cita libro|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/ludovico-sforza-detto-il-moro-duca-di-milano_%28Dizionario-Biografico%29/|nome=Gino|cognome=Benzoni|titolo=Ludovico Sforza, detto il Moro, duca di Milano|opera=Dizionario Biografico degli Italiani|volume=66|editore=Treccani|data=2006}}</ref> La sua ambizione, accostata ad una sprovvedutezza diplomatica, contribuì alla [[Guerra d'Italia del 1494-1498|guerra di Carlo VIII di Francia]] nel [[1494]], e istigò le contese che scatenarono le [[guerre d'Italia]] tra il [[Regno di Francia]] ed il [[Sacro Romano Impero]] e che si rivoltarono contro gli Sforza, privati più volte del ducato (rivendicato dai re francesi in virtù della discendenza da [[Valentina Visconti]]), che alla morte dell'ultimo discendente [[Francesco II Sforza|Francesco II]] venne incamerato ai domini dell'Imperatore [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], in ottemperanza al [[Congresso di Bologna (1529)|Congresso di Bologna]].<ref>{{cita libro|lingua=Inglese|nome=Michael E.|cognome=Mallett|capitolo=Legacies of the Italian Wars|opera=The Italian Wars 1494-1559: War, State and Society in Early Modern Europe|editore=Routledge|data=2014}}</ref>
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{{Vedi anche|Asburgo di Spagna}}
La morte di [[Francesco II Sforza]] nel [[1535]] aveva permesso all'Imperatore [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], in ottemperanza a quanto stabilito dal [[Congresso di Bologna (1529)|Congresso di Bologna]], di assorbire il Ducato di Milano nei suoi possedimenti.<ref>{{cita libro|nome=Pietro|cognome=Ravasio|titolo=Nozioni di storia antica: media e moderna ad uso delle scuole secondarie|editore=G. B. Paravia|data=1874|pagine=254-255}}</ref> Tuttavia, l'11 ottobre [[1540]] questi aveva segretamente elevato suo figlio [[Filippo II di Spagna|Filippo, Principe delle Asturie]], a Duca di Milano, che era ancora rivendicato dai [[Sovrani di Francia|sovrani francesi]]. Filippo ebbe una seconda investitura, stavolta resa pubblica, nel 1554. Fu solo con la [[Pace di Cateau-Cambrésis]] (3 aprile [[1559]]) che i francesi cessarono ogni pretesa al ducato, consolidando quindi il dominio del '''ramo spagnolo degli Asburgo'''
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| [[File:Martin van Meytens (attrib.) - Porträt Kaiser Karl VI.jpg|120px]]
| [[File:Greater Arms of Charles VI, Holy Roman Emperor.svg|50px]]<br/>'''[[Carlo VI d'Asburgo|Carlo II]]'''<br/><small>''Duca di Milano<br/>Imperatore Carlo
| 1º ottobre [[1685]]<hr/>Figlio dell'Imperatore [[Leopoldo I d'Asburgo|Leopoldo I]]<br/>e [[Eleonora del Palatinato-Neuburg|Eleonora di Neuburg]]
| 7 marzo '''[[1714]]'''
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Il matrimonio tra [[Maria Teresa d'Austria]] (ultima degli [[Asburgo]]) e [[Francesco I di Lorena|Francesco III di Lorena]] (ultimo dei Lorena), celebrato nel [[1736]], aveva portato ad un cambio "virtuale" della dinastia asburgica, ribattezzata '''Asburgo-Lorena''' in virtù della duplice discendenza (e rivendicazioni). Di conseguenza, il controllo austriaco su Milano rimase sostanzialmente inalterato, se non per una rinascita culturale portata dall'[[Illuminismo in Italia|Illuminismo italiano]], incentivato dal [[dispotismo illuminato]] e dal [[giurisdizionalismo]] dei sovrani asburgici.<ref>{{cita libro|lingua=Inglese|nome=Derek|cognome=Beales|titolo=In the Shadow of Maria Theresa, 1741-1780|opera=Joseph II: Volume 1|editore=Cambridge University Press|data=1987|pagina=65}}</ref><ref>{{cita libro|lingua=Inglese|nome=Eberhard|cognome=Weis|titolo=Enlightenment and Absolutism in the Holy Roman Empire: Thoughts on Enlightened Absolutism in Germany|opera=The Journal of Modern History|volume=58|editore=Supplement|data=1986|pagine=181-197}}</ref>
La [[Rivoluzione francese]] del [[1789]] portò, tuttavia, un'ondata di diffidenza verso le idee illuministiche, accostate ormai al [[repubblicanesimo]] e al [[giacobinismo]], che all'ascesa nel [[1792]] di [[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco
Contemporaneamente, nell'ambito delle [[Guerre rivoluzionarie francesi]], la [[Prima Repubblica francese|Repubblica francese]] aveva lanciato un'offensiva sull'Italia settentrionale, i cui stati principali (Milano, [[Regno di Sardegna|Sardegna-Piemonte]], [[Ducato di Parma|Parma]] e [[Ducato di Modena|Modena]]) si erano coalizzati nell'orbita austriaca contro l'espansione della [[rivoluzione francese]]. Nel [[1796]] l'esercito francese, guidato da [[Napoleone Bonaparte]], sconfisse decisamente gli austriaci nella [[Battaglia di Lodi]] (10 maggio),<ref>{{cita libro|lingua=Inglese|nome=Philip G.|cognome=Dwyer|titolo=Napoleon Bonaparte as Hero and Saviour: Image, Rhetoric and Behaviour in the Construction of a Legend|anno=2008|url=https://archive.org/details/napoleonpathtopo0000dwye|opera=French History|volume=28|data=2004|pagina=p.382}}</ref> portando ad un'occupazione del Ducato di Milano e alla sua assimilazione nella [[repubblica sorella]] detta "[[Repubblica Transpadana]]" (15 novembre). Di conseguenza, da lì al [[Congresso di Vienna]] (11 aprile [[1814]]), Francesco III rimase solo Duca "titolare" di Milano, che dopo la chiusura del Congresso venne assimilato assieme ai territori dell'ex-[[Repubblica di Venezia]] all'interno del [[Regno Lombardo-Veneto]] (7 aprile [[1815]]), sotto la dominazione austriaca.<ref name="Monti"/>
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| 1º marzo '''[[1792]]'''
| 15 novembre '''[[1796]]'''
| (1) [[Elisabetta Guglielmina di Württemberg|Elisabetta di Württemberg]]<br/><small>1 figlia (morta giovane)</small><br/>(2) [[Maria Teresa di Borbone-Napoli|Maria Teresa di Napoli e Sicilia]]<br/><small>3 figli (superstiti), 5 figlie (superstiti)</small><br/>(3) [[Maria Ludovica d'Asburgo-Este|Maria Ludovica
| [[Ordine di successione#Successione agnatica (o semi-salica)|Successione agnatica]]<br/><small>(Primogenito di [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena|Leopoldo]])</small>
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[[Categoria:Ducato di Milano]]
[[Categoria:Liste di nobili]]
[[Categoria:Ludovico il Moro]]
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