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|politica = [[estrema destra]], [[antisemitismo]], [[nazionalismo]], [[anticomunisti]]
|sede = rue Marguerin, poi [[rue de Rivoli]] [[Parigi]]
|direttore = [[Pierre Gaxotte]],
poi [[Robert Brasillach]] (caporedattore),
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'''''Je suis partout''''' (''Io sono dappertutto'') è stato un periodico [[Francia|francese]] pubblicato da [[
== La fondazione ==▼
▲'''''Je suis partout''''' (''Io sono dappertutto'') è stato un periodico [[Francia|francese]] pubblicato da [[Fayard (editore)|Arthème Fayard]], il cui primo numero uscì il [[29 novembre]] [[1930]]. [[Pierre Gaxotte]] ne fu direttore responsabile fino al [[1939]]. L'ultimo numero apparve nell'agosto del [[1944]]. Fino al [[1942]], la redazione si trovava in rue Marguerin, prima di trasferirsi in [[rue de Rivoli]].
''Je suis partout'', come indica il titolo, è stato un settimanale fondato per coprire l'attualità internazionale.
▲==La fondazione==
''Je suis partout'' esprime ammirazione per [[Benito Mussolini|Mussolini]] fin dal 1932, tanto che nell'ottobre di quell'anno gli dedica un numero speciale. Sostiene numerosi movimenti della destra filofascista europea, come la [[Falange Española de las Juntas de Ofensiva Nacional Sindicalista|Falange spagnola]], la [[Guardia di Ferro|Guardia di ferro]] rumena e il piccolo [[
▲''Je suis partout'', come indica il titolo, è stato un settimanale fondato per coprire l'attualità internazionale. Alla partenza, il giornale non è né di [[estrema destra]], né [[antisemitismo|antisemita]], addirittura non è affatto politicamente uniforme. Ma un ''nocciolo duro'' dei redattori fortemente impregnati di [[maurrassismo]], il pensiero politico di [[Charles Maurras]], si forma rapidamente: [[Pierre Gaxotte]], [[Robert Brasillach]], [[Lucien Rebatet]], [[Pierre-Antoine Cousteau]], [[Claude Jeantet]], [[Bernard de Vaulx]] (ex-segretario di [[Charles Maurras]]), [[Maurice Bardèche]], [[Alain Laubreaux]], [[Claude Roy]], [[Miguel Zamacoïs]], [[Pierre Halévy]], [[Pierre Drieu La Rochelle]] e il disegnatore [[Ralph Soupault]]. I moderati lasciano allora la redazione. Il giornale diventa così sempre più antiparlamentare, antidemocratico, nazionalista e convinto della ''decadenza'' della Francia: radicalizza progressivamente le proprie posizioni, man mano che la redazione viene sedotta dal fascino dei partiti fascisti.
L'[[antisemitismo]] del periodico si scatena dopo i [[Terza Repubblica francese#Lo scandalo Stavisky e i fatti del 6 febbraio 1934|moti del febbraio 1934]] e ancor di più dopo l'elezione di [[Léon Blum]] alla testa del governo del [[Fronte popolare (Francia)|Fronte Popolare]] nel 1936. A partire dal 1938 il settimanale
▲==L'avvicinamento al fascismo negli [[anni 1930|anni trenta]]==
▲''Je suis partout'' esprime ammirazione per [[Benito Mussolini|Mussolini]] fin dal 1932, tanto che nell'ottobre di quell'anno gli dedica un numero speciale. Sostiene numerosi movimenti della destra filofascista europea, come la [[Falange spagnola]], la [[Guardia di ferro]] rumena e il piccolo [[British Union of Fascists|movimento fascista inglese]] di [[Oswald Mosley]]. Il giornale mostra grande interesse per [[Léon Degrelle]] e il suo movimento clerico-fascista, il "[[Rexismo|Christus Rex]]". Il corrispondente dal [[Belgio]] del settimanale è infatti un deputato del movimento rexista al [[Parlamento Federale del Belgio|parlamento]]. A partire dal 1936-37 ''Je suis partout'' si avvicina progressivamente anche al [[nazismo]].
Nel [[1940]], durante la [[Campagna di Francia|"''débâcle''" francese contro i tedeschi]], [[Alain Laubreaux]] e Charles Lesca sono arrestati per ordine di [[Georges Mandel]], nuovo [[
▲L'[[antisemitismo]] del periodico si scatena dopo i [[Terza Repubblica francese#Lo scandalo Stavisky e i fatti del 6 febbraio 1934|moti del febbraio 1934]] e ancor di più dopo l'elezione di [[Léon Blum]] alla testa del governo del [[Fronte popolare (Francia)]] nel 1936. A partire dal 1938 il settimanale raggiunge le pubblicazioni naziste, in quanto a violenza [[razzismo|razzista]], con i due numeri speciali «Les Juifs» («Gli Ebrei» - 1938) e «Les Juifs et la France» («Gli Ebrei e la Francia» - 1939). In quest'ultimo numero [[Lucien Rebatet]] è l'autore di un lungo articolo su ''L’[[Affaire Dreyfus]]'', nel quale lo scrittore dà per certa la colpevolezza del capitano [[Alfred Dreyfus|Dreyfus]] nella famosa vicenda, mentre già allora era stata stabilita con nettezza la sua innocenza. Questa radicalizzazione sconcerta la casa editrice [[Fayard (editore)|Fayard]] che nel 1936 vende la rivista a nuovi azionisti, tra cui il principale è il ricco possidente di origine [[argentina]] [[Charles Lesca]], che si definisce un «fascista autentico per quanto calmo».
▲sono arrestati per ordine di [[Georges Mandel]], nuovo [[ministro dell'Interno]] del governo presieduto da [[Paul Reynaud]], che fa arrestare i principali intellettuali di estrema destra favorevoli alla [[Germania]] [[nazismo|nazista]].
''Je suis partout'' auspica un "fascismo alla francese": «Non si potrà contrastare il [[fascismo]] straniero che con il fascismo francese, il solo vero fascismo.» (14 aprile 1939). Non nasconde la sua simpatia per il [[Front de la liberté (Francia)|Front de la liberté]], concordato da [[Jacques Doriot]] con i principali movimenti dell'estrema destra e il maggior partito conservatore dell'epoca, la Federazione Repubblicana.
Fino al [[1941]]
== Organo emblematico del
[[Robert Brasillach]] è caporedattore (in realtà con funzioni di direttore) dal giugno del [[1937]] al settembre [[1943]]. Questa nuova struttura comprende anche: [[Georges Blond]], [[
Trionfante per aver ottenuto di poter riapparire sotto l'occupazione tedesca, il settimanale moltiplica le polemiche e gli appelli all'uccisione degli ebrei e gli uomini politici della [[Terza Repubblica
▲[[Robert Brasillach]] è caporedattore (in realtà con funzioni di direttore) dal giugno del [[1937]] al settembre [[1943]]. Questa nuova struttura comprende anche: [[Georges Blond]], [[Kleber Haedens]], [[Jean de La Varende]], [[Camille Fégy|Jean Meillonnas]] e [[Morvan Lebesque]].
▲Trionfante per aver ottenuto di poter riapparire sotto l'occupazione tedesca, il settimanale moltiplica le polemiche e gli appelli all'uccisione degli ebrei e gli uomini politici della [[Terza Repubblica francese|III Repubblica]]. Così, nell'edizione del 6 settembre 1941, [[Robert Brasillach]] scrive che {{Quote|la mort des hommes à qui nous devons tant de deuils […] tous les Français la demandent.
([...] tutti i Francesi chiedono la morte degli uomini ai quali noi dobbiamo tanti lutti).}}
E in quella del 25 settembre 1942:{{
(Bisogna separarsi in blocco dagli ebrei e non fare eccezioni per i piccoli).}}
Se ''Je suis partout'' non è certamente il solo giornale collaborazionista, è tuttavia il più importante e il più influente. I suoi redattori rivendicano di essere stati i pionieri del fascismo in Francia, benché essi riconoscano altri precursori, come
I redattori e i collaboratori della rivista lavorano anche in altre testate della medesima area politica: ''[[La Gerbe]]'', il ''[[Journal de Rouen]]'', ''[[Paris-Soir]]'' e soprattutto al ''[[Le Petit Parisien|Petit Parisien]]''; in questo modo estendono ancora la propria influenza.
Il settimanale esercita una certa influenza su un pubblico piuttosto giovane e colto. La sua audience diventa sempre maggiore durante l'Occupazione
Dopo l'allontanamento di Brasillach, ritenuto troppo moderato, la direzione è assunta da [[Pierre-Antoine Cousteau]]. Questo cambiamento segna un ulteriore scivolamento: ''Je suis partout'' si allinea completamente al [[nazismo]], dimentica l'apertura agli intellettuali che aveva prodotto parte del successo degli [[anni 1930|anni trenta]] e sposa l'anti-intellettualismo dei nazisti e fascisti più fanatici: apre le sue colonne ad esponenti delle [[Waffen-SS]].
Molti redattori aderiscono al [[Partito Popolare Francese]] di [[Jacques Doriot]] e alla [[
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<references/>▼
* Pierre-Marie Dioudonnat, ''« Je suis partout » (1930-1944). Les maurrassiens devant la tentation fasciste'', La Table ronde, 1973, (sec. ed. 1987); ▼
== Bibliografia ==
▲* Pierre-Marie Dioudonnat, ''« Je suis partout » (1930-1944). Les maurrassiens devant la tentation fasciste'', La Table ronde, 1973, (sec. ed. 1987);
* Pierre-Marie Dioudonnat, ''Les 700 rédacteurs de « Je suis partout »'', SEDOPOLS, 1993
* Michel Dobry (dir.), ''Le Mythe de l'allergie française au fascisme'', Albin Michel, 2003
* [[Pascal Ory]], ''Les Collaborateurs'', Ed. du Seuil, «Points»-histoire, 1980
* [[Eugen Weber]], ''L'Action française'', Fayard, 1985, (sec. ed. Hachette, 1990)
* Alice Kaplan, ''The collaborator'', University of Chicago Press, 2000 (trad. franc. ''Intelligence avec l'ennemi. Le procès Brasillach'', Gallimard 2001)
* Moreno Marchi, ''Con il sangue e con l'inchiostro'', Edizioni Settimo Sigillo 1993
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▲<references/>
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