Eccidio della famiglia Arduino: differenze tra le versioni

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== I fatti ==
La sera del 12 marzo [[1945]] elementi delle [[Brigate Nere]], spacciandosi per [[partigiani]]<ref>[http://intranet.istoreto.it/lapidi/cheilsilenziononsiasilenzio.pdf ISTITUTO PIEMONTESE PER LA STORIA DELLA RESISTENZA E DELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA “Giorgio Agosti” - CHE IL SILENZIO NON SIA SILENZIO - memoria civica dei caduti della resistenza a Torino di Nicola Adduci, Luciano Boccalatte, Giuliana Minute]</ref> prelevarono dalla loro abitazione, in via Moncrivello 1, in [[Barriera di Milano]] a [[Torino]]: Gaspare Arduino, le sue due figlie, Libera e Vera Arduino (di 1615 e di 1819 anni, rispettivamente), un loro ospite, Alberto Ellena ed una coppia di vicini degli Arduino, Rosa Ghizzone e Pierino Montarolo. Gli uomini furono portati alla Casa del Littorio, torturati e trucidati la notte stessa nei pressi dell'abitazione, in [[Corso Belgio]] angolo via Lessolo; Alberto Ellena, seppur ferito, riuscì a salvarsi mentre Vera e Libera furono trucidate nei pressi del canale della [[Parco della Pellerina|Pellerina]] e Rosa Ghizzone riuscì a fuggire gettandosi nel canale ma, a causa delle ferite riportate, morì pochi mesi dopo.
 
== Biografie ==
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* R. Luraghi, ''Il movimento operaio torinese durante la resistenza'', cit., p.&nbsp;270
* [[Bianca Guidetti Serra]], ''Compagne. Testimonianze di partecipazione politica''. Torino, Einaudi, 1977, vol. I, pp.&nbsp;4–6
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==