Forte di Fortezza: differenze tra le versioni

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{{Infobox struttura militare
| Nome = Forte di Fortezza
| Nome originale = Festung Franzensfeste
| Parte di = [[Fortificazioni austriache al confine italiano]]
| Posizione geografica =
| Struttura = Forte
| Immagine = Fortezza_da_Spinga.JPG
| Didascalia = Il L{{'}}''Höhenwerk'' (Forte Alto'') visto dal paese di [[Spinga]]
| Stato = {{AUT-HUN}}
| Stato attuale = {{ITA}}
| Suddivisione = {{IT[[Trentino-TAA}}Alto Adige]]
| Città = [[Fortezza (Italia)|Fortezza]], {{IT-BZ}}[[Provincia autonoma di Bolzano|Bolzano]]
| Nomemappa = NordItalia
| LatGradi = 46
| LatPrimi = 46
| LatSecondi = 38.72
| LatNS = N
| LongGradi =11 11
| LongPrimi = 37
| LongSecondi = 42.40
| LongEW = E
| Tipologia = [[Fortezza]]
| Utilizzatore = [[Impero austro-ungarico]]
| Primo proprietario = [[Imperial regio Esercito]]
| Stile = [[Neoclassicismo|stile neoclassico]]
| Funzione strategica = Controllo della [[val Pusteria]] e [[valle Isarco]]
| Termine funzione strategica = successivamente alla [[prima guerra mondiale]] con l'annessione del territorio al Regno d'Italia<br />Quindi riadoperato prima dal Regio Esercito poi dall'Esercito Italiano come magazzino fino al 1991
| Inizio costruzione = 1833
| Termine costruzione = 1838
| Costruttore =
| Materiale =
| Armamento =
| Altezza = 750 [[m s.l.m.]]
| Demolizione =
| Condizione attuale = Restaurato
| Proprietario attuale = Agenzia del Demanio di Bolzano
| Visitabile = Si
| Presidio = associazione Oppidum
| Comandante attuale =
| Comandanti storici =
| Occupanti =
| Azioni di guerra =
| Eventi =
| Note =
| Ref =
|Sito web = http://www.oppidum.bz.it/
|Ref =
}}
[[File:FortezzaLagoeForte.JPG|thumb|Il [[lago di Fortezza]] con: sullo sfondo il lato nord del "Forte Medio" e del "Forte Basso" e in alto a destra il "Forte Alto"]]
Il '''forte di Fortezza''' (in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Festung Franzensfeste'', in [[Lingua latina|latino]] ''Francisci Oppidum'') è un forte [[Impero austriaco|austriaco]] (solo successivamente divenne [[Impero austro-ungarico|austro-ungarico]]) che sorge ad una quota di 750&nbsp;m [[s.l.m.]], in [[Val d'Isarco]] all'incrocio con la [[Val Pusteria]], in [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] e appartiene al grande sistema di [[fortificazioni austriache al confine italiano]]. Il forte si trova al limite del comune di [[Fortezza (Italia)|Fortezza]] e vicino ad [[Naz-Sciaves#Aica|Aica]], frazione del comune di [[Naz-Sciaves]].
 
Il forte, costruito tra il 1833 e il 1838 a "prova di bomba" adottando soluzioni ingegnose fin nei minimi dettagli, doveva rappresentare uno sbarramento invalicabile per qualunque esercito, ma non subì mai nessunalcun attacco, e quindi si trasformò in una ''cattedrale nel deserto''.
 
{{citazione
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}}
 
== Cenni StoriciStoria ==
[[File:Forte di Fortezza.jpg|thumb|Forte di Fortezza (nello specifico la parte media e bassa)]]
[[File:FortezzaForteAlto6.JPG|thumb|Il "Forte Alto" visto dall'omonimo paese limitrofe di [[Fortezza (Italia)|Fortezza]]]]
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[[File:Panoramica del forte di fortezza.jpg|thumb|Panoramica del forte basso e medio]]
=== Prima della realizzazione ===
La decisione della costruzione del forte in questo punto della Val d'Isarco è dovuta a fatti risalenti tra il '700 e l'800, quali la politica di espansione di [[Napoleone]]. Come per la costruzione delle [[fortezze del Quadrilatero]] (nel [[1830]]), si decise di mettere in sicurezza due delle vie di comunicazione più importanti dell'Impero, la [[val Pusteria]] e la via del [[Brennero]]. Oltre a queste motivazioni, la scelta di costruire il forte in questo preciso punto fu presa dall'Arciduca [[Giovanni d'Asburgo-Lorena|Giovanni d'Austria]], profondo conoscitore della terra dell'attuale [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]], e quindi anche dei fatti accaduti in località ''Oberau-Pra di sopra'' (poco più a nord di Fortezza), dove nel [[1809]] un pugno di 500 contadini delle milizie di [[Andreas Hofer]], guidati da [[Peter Mayr]], riuscirono a respingere l'avanzata delle truppe francesi e sassoni guidate dal generale napoleonico [[François Joseph Lefebvre|Lefebvre]].
 
Oltre a queste motivazioni, la scelta di costruire il forte in questo preciso punto fu presa dall'Arciduca [[Giovanni d'Asburgo-Lorena|Giovanni d'Austria]], profondo conoscitore della terra dell'attuale [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]], e quindi anche dei fatti accaduti in località ''Oberau-Pra di sopra'' (poco più a nord di Fortezza), dove nel [[1809]] un pugno di 500 contadini delle milizie di [[Andreas Hofer]], guidati da [[Peter Mayr]], riuscirono a respingere l'avanzata delle truppe francesi e sassoni guidate dal generale napoleonico [[François Joseph Lefebvre|Lefebvre]]. Fu quindi deciso di costruire la fortezza dove sorgeva in antichità il ''ponte Ladritsch''-''Ladritscher Brücke'', di probabile origine romana (da non confondere con quello attuale, 100&nbsp;m più a valle). Un altro motivo per cui fu scelta l'attuale posizione è la vicinanza alle materie prime necessarie alla sua costruzione: il [[granito]] a [[Falzes]], per l'[[argilla]] dei mattoni vi era la sottostante [[Riggertal-valle di Riga]], e a [[Brunico]], [[Maranza (Rio di Pusteria)|Maranza]] e [[San Vigilio di Marebbe]] vi erano mulini e forni per la [[calce]]. L'acqua inoltre era reperibile dal fiume [[Isarco]] che passava proprio per di lì. Il trasporto del materiale comportò comunque non poche difficoltà, e fu quindi effettuato con i mezzi disponibili all'epoca, ad esempio carri trainati da cavalli e muli.
 
=== La realizzazione ===
[[File:ForteFortezzaScalinata.JPG|thumb|Una delle tante scalinate a chiocciola, nella parte del ''Forte Basso'']]
[[Franz von Scholl]] (lo stesso che progettò il [[forte Nauders]], poco oltre il [[passo Resia]]) fu incaricato di progettare la costruzione del forte. Questo era di nuova concezione, in stile neoclassico, articolato su tre livelli. Il forte fu realizzato a tempo di record, i lavori ebbero inizio il 17 giugno [[1833]], e venne inaugurato soltanto il 18 agosto [[1838]], alla presenza dell'Imperatore d'Austria [[Ferdinando I d'Austria|Ferdinando I]] (il progetto iniziale prevedeva il compimento dell'opera in soli 3 anni, ma problemi economici lo ritardarono). Durante la fase di costruzione furono ritrovati numerosi cadaveri, a dimostrazione che fin dall'antichità questo luogo era un punto di lotta per il confine.
 
A Fortezza furono estratti 900.000{{formatnum:900000}} metri cubi di argilla, con cui furono costruiti qualcosa come 20.000.000{{formatnum:20000000}} di mattoni (trasportati con 120.000{{formatnum:120000}} carri; i mattoni di dimensioni 31 x 15,5 x 7&nbsp;cm, erano tutti firmati con l'acronimo ''KKF'' ''Kaiserlich-königliche Festung'', e pesanti 5&nbsp;kg ciascuno), andando a disboscare i boschi adiacenti per la loro cottura. Furono usati inoltre 190 metri cubi di calce, {{citazioneSenza necessariafonte|2.844.000{{formatnum:2844000}} di metri cubi di sabbia}}, 250.000{{formatnum:250000}} metri cubi di granito (trasportato con 795.000{{formatnum:795000}} carri)<ref>Joseph Rohrer, ''La fortezza'', opuscolo della Ripartizione 13 Beni Culturali della Provincia Autonoma di Bolzano</ref> e 297.500{{formatnum:297500}} metri di legno. Per la sua costruzione vennero impiegati 1.700{{formatnum:1700}} specialisti, 4.600{{formatnum:4600}} operai, circa 4 volte l'allora popolazione di [[Bressanone]]. Per la sua realizzazione furono spesi molti soldi: 2,6 milioni di fiorini (l'equivalente di 400 milioni di Euro) tanto che alla fine dei lavori, l'allora imperatore Ferdinando Primo, constatando le enormi cifre spese per la realizzazione del forte, esclamò la celebre frase: "''Considerati i costi mi aspettavo una fortezza completamente in argento''". Molti operai morirono durante la costruzione del forte e furono seppelliti vicino all'ex-sanatorio di Bressanone in una fossa comune. Oltre alle morti bianche si aggiunse il colera.<ref>Dario Massimo, ''La Fortezza'', Bressanone:, A. Weger, 2007.</ref>
 
Il forte era formato da tre blocchi, progettati per essere indipendenti in toto:
* il "Forte Basso" (''Talwerk''): articolato in diverse costruzioni erette sul fondo della [[Val d'Isarco]], ospitava gli uffici del Comando, due serie di camere di combattimento, i forni per il pane. Il suo accesso dà attualmente sul [[lago di Fortezza]];
* il "Forte Medio" (''Mittelwerk'' o ''Blockhaus''), contenente la ''Kaiser-Villa''; guardava verso la [[Val Pusteria]];
* il "Forte Alto" (''Höhenwerk''), la "[[Cittadella (fortezza)|Cittadella]]": parte completamente separata dagli altri due blocchi, si erigeerge sul fianco occidentale della montagna, 75 metri più in alto. Raggiungibile attraverso una scalinata di 451 scalini, alloggiata in una galleria coperta a volta, o una strada di accesso di 2&nbsp;km.
Ogni blocco era a sua volta suddivisibile in sottosettori, che all'interno del complesso del forte potevano risultare autonomi per la difesa e sussistenza. Anche gli accessi ai singoli livelli avevano due o tre livelli di protezione: se anche si riuscivafosse riusciti a passare un primo accesso, ci si sarebbe ritrovati davanti ad un muro di cinta interna.
 
Il forte era inoltre formato da una parte esterna alla fortezza, il ''Blockhaus'', un edificio sito alla base del pilastro del ponte stradale (il nuovo ponte di Ladritsch-''Ladritscher Brucke'') che qui, ai margini orientali della fortezza, oltrepassa il fiume [[Isarco]]. Oltre a ciò, bisogna anche considerare che a est della fortezza si trovava una forra profonda, e quindi invalicabile, dove scorreva l'[[Isarco]]. Oggi al suo posto si trova il [[lago di Fortezza]], costruito nel [[1940]].
 
Il forte rappresenta la più antica fortificazione costruita dall'Austria in [[Tirolo]] (le odierne province di [[Trento]] e [[Bolzano]] e il [[Distretto di Innsbruck-Land|distretto di Innsbruck]] e [[Distretto di Lienz|Lienz]]), e sia nella parte alta che quella bassa aveva le sue [[caponiera|caponiere]] di difesa.
Nonostante la sua grande potenza di fuoco, il forte non fu mai usato in prima linea, e venne quindi quasi subito adibito alla funzione di deposito.
 
Tutte le componenti del forte sono munite di numerose feritoie disposte su più livelli. Il forte poteva alloggiare con tranquillità 1.200{{formatnum:1200}} soldati (tutte le parti del forte sono infatti disposte ognuna su più livelli, anche sino a 3 livelli e oggi il più basso è nascosto da un pavimento in legno).
 
Il rifornimento idrico del forte era assicurato da alcune grandi cisterne, dato che non era possibile avere acquedotti o sorgenti. Le cisterne venivano riempite con l'acqua piovana raccolta dai tetti dei vari edifici del forte che erano ricoperti di terra, oltre che per il mimetismo e protezione, anche per depurare l'acqua.
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==== Armamenti principali ====
Al tempo della progettazione del forte, le armi d'artiglieria erano ancora ad avancarica e senza canna rigata (quindi con minor gittata), nonostante ciò la fortezza era progettata per ospitare 90 bocche da fuoco:
* 28 cannoni da difesa da 6 libbre<ref>1 libbra allora equivaleva a 394,3 grammi</ref>
* 44 cannoni da difesa da 12 libbre
* 4 [[cannone da campagna|cannoni da campagna]] da 6 libbre
* 3 cannoni da difesa da 18 libbre
* 4 obici da 7 libbre
* 7 mortai da 30 libbre<ref>1 libbra allora equivaleva a 394,3 grammi</ref>
Ogni cannone era ospitato in una camera da combattimento che aveva una forma leggermente assottigliata verso la feritoia. Ogni camera aveva il suo camino per l'evacuazione dei fumi, e sul lato opposto due finestre per l'illuminazione.
Un terzo dei 1200 soldati previsti al forte era addetto all'artiglieria.
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[[File:FortezzaTagliataStradale.JPG|thumb|La "nuova" tagliata della strada statale, vista dal lato nord]]
[[File:ForteFortezza46.JPG|thumb|La parte che, a causa della costruzione della diga, oggi risulta spesso allagata nel "Forte Basso"]]
 
Nel corso della sua storia il forte subì diverse risistemazioni e ammodernamenti, in totale furono creati 4 varchi attraverso la fortezza (2 linee ferroviarie, una strada ed un'autostrada).
Verso la seconda metà dell'Ottocento si iniziarono a progettare le costruzioni delle linee ferroviarie. Per Fortezza passavano sia la [[ferrovia del Brennero]] che la [[ferrovia della Val Pusteria]]. La prima fu fatta passare a fianco del forte comportando solamente una piccola modifica alle mura di cinta del forte basso. Per il passaggio della seconda invece fu necessaria una modifica sostanziale del forte. La linea infatti fu fatta passare proprio in mezzo al forte (basso e medio), ma allocostruita stessoin tempo,modo da impedire la vista del suo interno dai convogli ferroviari. La linea una volta uscita dal forte doveva attraversare la forra dell'Isarco; per superare tale ostacolo fu costruito un imponente ponte (alto 80 metri), che aveva la particolarità di poter ritrarre all'interno della fortezza un tratto di 20 metri dei binari, ciò naturalmente per motivi strategici.
 
Durante la [[Primaprima guerra mondiale]] il forte fu però utilizzato come magazzino e non come fortezza attiva (in realtà il forte era già stato declassato a "deposito" nel [[1882]]), anche perché la linea di confine era ben lontana (ad esempio nelle [[Dolomiti]] o sull'[[Ortler]]). Dopo la grande guerra il forte ebbe una sua fase di importanza prima della [[seconda guerra mondiale]], precisamente nel [[1940]] quando fu costruita la diga del [[lago di Fortezza]] (iniziata formalmente nel [[1935]]), che dopo due anni di lavori cambiarono faccia alla vallata, facendo scomparire il paese di Prà di Sotto. A causa della diga alcuni accessi al forte ora danno sulle sponde del lago, e quindi alcuni depositi rimangono a volte parzialmente sommersi. La costruzione dello sbarramento fluviale ha comportato anche un primo spostamento della sede stradale.
 
Prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale attorno al forte vennero costruiti dal [[Regio Esercito]] 5 [[bunker]] difensivi, facenti parte del [[Vallo Alpino in Alto Adige]], e precisamente dello [[Sbarramento di Fortezza|Sbarramento "Imene" di Fortezza]], con lo scopo di difendere i confini italiani dall'alleato tedesco. Durante la guerra il forte non subi'subì danni se non un'esplosione nei pressi della chiesetta, dove una piccola parte del forte medio è crollata.
 
Dopo il conflitto, alcuni di questi bunker furono riattivati, per fronteggiare la nuova minaccia della [[guerra fredda]]. Il forte e le relative postazioni difensive passarono in mano dell'[[Esercito Italiano]], che adibì e utilizzò il forte come [[polveriera]], fino al [[2003]], quando lo dismise. Durante questi anni i soldati quando montavano la guardia nel forte alto dovevano caricarsi di zaino pesante, fucile e materasso e risalire la lunga scalinata. Dato che il forte conteneva una polveriera molti dei tetti furono adattati, costruendo anche attorno agli edifici delle [[Gabbia di Faraday|gabbie di Faraday]], e dislocando in diversi punti delle postazioni antincendio.
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Un'ulteriore modifica avvenne nel [[1965]]-[[1970|70]] con la costruzione dell'[[Autostrada A22 (Italia)|autostrada A22]]. In poche decine di metri dovevano aver spazio l'autostrada, la [[ferrovia del Brennero]], a doppio binario, la [[ferrovia della Val Pusteria|linea ferroviaria Fortezza - San Candido]] e la [[Strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero|Strada Statale 12]]. Per aumentare lo spazio transitabile una parte del forte basso e medio venne demolita, e venne nuovamente spostata la sede della strada statale.
 
=== La Fortezzafortezza oggi ===
[[File:Palestra di roccia Fortezza.JPG|thumb|La [[palestra di roccia]] allestita appena fuori dal forte alto]]
Attualmente attraversano la struttura del forte l'[[Autostrada A22 (Italia)|autostrada del Brennero]], la [[Strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero|strada statale 12]], la [[Jakobsweg in Alto Adige|pista ciclabile]] e la ferrovia, sia la [[ferrovia del Brennero|linea del Brennero]] che quella della [[Ferrovia della Val Pusteria|Pusteria]].
 
La fortezza è stata una base militare ([[polveriera]], ovvero per la costruzione e il deposito di materiale esplosivo) fino alla fine del [[1991]] (era tra l'altro proibito fotografarla e visitarla), dopo di che è stata dismessa. Successivamente la proprietà è passata all'Agenzia del [[Demanio]] di [[Bolzano]], la quale il 2 maggio [[2005]] l'ha concessa in affitto al comune di Fortezza per 20 anni. Nella fortezza vengono organizzate visite guidate, mostre ed eventi culturali, da parte dell'associazione [https://web.archive.org/web/20110429004754/http://www.oppidum.bz.it/ OPPIDUM] a partire dal 16 maggio [[2005]].
 
Presso il forte si sono tenute, durante il [[2008]], la mostra internazionale dell'arte ''[[Manifesta|Manifesta 7]]'' (esposizione incentrata sui suoni nel forte basso) e, nel [[2009]], la mostra congiunta interregionale ''Labirinto Libertà'' nel forte basso e medio.<ref>[{{Cita web |url=http://www.lab09.net/ |titolo=Labyrinth: Freiheit - Landesausstellung 2009 - Franzenfeste, Bozen - Südtirol] |accesso=30 giugno 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180327141110/http://lab09.net/ |urlmorto=sì }}</ref> Anche per questi motivi, a ottobre 2007 sono iniziati i lavori di risistemazione e restauro della fortezza, per un costo di 9,3 milioni di euro, con la costruzione di ulteriori scale ed ascensori per facilitare la visita alle future esposizioni, una realizzazione di uno spazio espositivo di 15.500{{formatnum:15500}}&nbsp;m², di cui circa 5.000{{formatnum:5000}} al coperto, un parcheggio di 350 posti auto. Nella vecchia mensa ufficiali è oggi allestito un bistrò che può contenere fino a 100 ospiti. Nel forte basso, presso la cassa, è stato allestito anche un piccolo shop di circa 100&nbsp;m². Per effettuare questi lavori in una ex-polveriera sono stati necessari dei lavori di bonifica del terreno, che hanno portato al ritrovamento di 1.306{{formatnum:1306}} fumogeni, 218 proiettili, 39 bombe a mano, 200 granate, circa 18.000{{formatnum:18000}} pallottole, bombe da mortaio, 440 bombe da fucile e 6 bottiglie incendiarie.
 
Questo progetto di recupero, a cura degli architetti locali Markus Scherer e Walter Dietl, nel [[2010]] vinse il primo premio del rinomato ''[[Oderzo#Premio di architettura "Città di Oderzo"|Premio di architettura "Città di Oderzo"]]''.<ref>http://www.oderzocultura.it/index.php?topic=news_dett&page=3&newsTitle=PREMIO ARCHITETTURA CITTA' DI ODERZO - XII edizione</ref>
 
La Fortezzafortezza ospiterà successivamente il punto informativo per la [[galleria di base del Brennero]].
 
Accanto alla parte del forte alto è stata recentemente allestita una [[palestra di roccia|palestra naturale di roccia]], dove un giovane è caduto nel maggio 2013 da un'altezza di oltre 7 metri.<ref>[{{Cita web|url=http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2013/05/30/news/fortezza-precipita-per-sette-metri-1.7164467 |titolo=Fortezza, precipita per sette metri|sito=[[Alto Adige (quotidiano)|Alto Adige]]|data=30 sumaggio 2013|accesso=9 maggio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151031075756/http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2013/05/30/news/fortezza-precipita-per-sette-metri-1.7164467|urlmorto=sì}}</ref>
 
Nel [[2012]] è stata inaugurata una mostra permanente, con il titolo ''franzensfeste. la fortezza'' che mette in risalto le peculiarità della fortezza.<ref>[http://www.provinz.bz.it/de/aktuelles/news-landespresseamt.asp?aktuelles_action=4&aktuelles_article_id=392881 Inaugurata la mostra permanente ''franzensfeste. la fortezza'']</ref>
 
A dicembre 2013 la provincia ha acquisito in anticipo definitivamente dall'agenzia del demanio la fortezza austro-ungarica; con tale ottenimento la giunta provinciale ha da ora la possibilità di decidere il futuro per il forte.<ref>[{{Cita web|url=http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/12/18/news/fortezza-il-forte-alla-provincia-1.8324538 |titolo=Fortezza, il forte alla Provincia|sito=[[Alto Adige (quotidiano)|Alto Adige]]|data=18 sudicembre Altoadige2013|accesso=9 maggio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131219180123/http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/12/18/news/fortezza-il-forte-alla-provincia-1.8324538|urlmorto=sì}}</ref> Nel 2017 decise di istituirvi un museo storico-culturale commissionandone il progetto.<ref>Hannes Obermair, ''Cartografie del cosmo regionale – un modulo espositivo per il progettando Museo storico-politico del Sudtirolo/Alto Adige'', in Beatrice Borghi (a cura di), ''La storia siamo noi: Eredi e protagonisti della storia. Studi offerti a Rolando Dondarini'', Argelato (Bologna), Minerva, 2020, pp. 97 e ss.</ref>
 
== Principali edifici ==
=== Forte Basso (''Talwerk'') ===
==== Il portone d'ingresso ====
L'attuale accesso al forte era una volta costituita da due portoni (simili a quello rimasto nel forte alto, ma più grande), ma il secondo portone venne demolito dagli occupanti durante la seconda guerra mondiale per facilitare il passaggio di pesanti automezzi.
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==== La cappella ====
[[File:ForteFortezza-Chiesa.JPG|left|thumb|La chiesetta nella [[Piazza d'armi]]. Dietro la chiesa a sinistra il pezzo di forte crollato per l'esplosione di bombe durante la seconda guerra mondiale]]
Nell'ampia [[piazza d'armi]] del forte basso si trova una cappella in stile neogotico, dedicata a [[S. Barbara]], progettata dall'ingegner capitano Gedeon von Radò e costruita nel [[1845]] (sette anni dopo la costruzione del forte), per andare incontro alle necessità religiose della guarnigione. Questa particolarità è unica nelle fortezzafortezze austriache.
 
Guardando il soffitto viene subito in mente la struttura del Pantheon di Roma. allAll'esterno della chiesetta si trovavano le statue dei generali [[Josef Radetzky|Radetzky]] e [[Heinrich Hermann von Hess|von Hess]] (attualmente non più in loco; probabilmente fuse per ricavarne dei bossoli oppure si pensa possano essere quelle bronzee custodite presso il museo di Innsbruck. Tra gli altri elementi scomparsi dal forte, si ha notizia del simbolo dell'aquila del Tirolo, affisso sopra l'ingresso principale, ora invece si trova presso una caserma dell'aeronautica a Roma).
 
L'interno della chiesa è molto piccolo, infatti era in grado di ospitare una trentina di persone a malapena (praticamente gli ufficiali); poche rispetto ai 1.200{{formatnum:1200}} soldati della guarnigione originariamente previsti). Anche per questo motivo la chiesa presenta una volta cilindrica a cassettoni (i quali erano in grado di portare all'esterno la voce del celebrante durante una funzione religiosa) ed un tetto a prova di bomba. Essa rappresenta un'affascinante mescolanza di stili architettonici: l'interno ricorda la basilica romana di Costantino, mentre l'esterno è nel tipico stile tedesco medioevale.
 
Nell'agosto del [[2006]] al forte si tenne un concerto, che però si trasformò in un [[rave party]] all'interno della cappella, tanto che dovettero intervenire alcune ambulanze per casi estremi di alcol e droga. Dopo poco più di tre anni, il 4 dicembre [[2009]], alla presenza del vicario del vescovo Josef Matzneller e dei parroci Gottfried Ugolini e Alfons Habicher, la cappella del forte è stata riconsacrata e dedicata a [[san Giovanni Battista]] e a [[santa Barbara]], dopo che gli artisti Annemarie Laner e Manfred Mureda ne hanno seguito il restauro, e fatto aggiungere tre opere d'arte.<ref>[http://www.provincia.bz.it/usp/285.asp?redas=yes&aktuelles_action=4&aktuelles_article_id=315804 4 dicembre: nuova cappella a Fortezza, ultimo atto della mostra interregionale - Comunicati stampa - Provincia autonoma di Bolzano]</ref>
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==== L'obelisco ====
[[File:Obelisco geodetico Fortezza.JPG|thumb|L'obelisco geodetico<ref>{{Cita web|url=https://blogcamminarenellastoria.wordpress.com/2017/11/16/il-forte-asburgico-di-fortezza-sullisarco/|titolo=Il forte asburgico di Fortezza sull’Isarco|sito=Camminare nella storia|data=16 novembre 2017|accesso=9 maggio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240509192417/https://blogcamminarenellastoria.wordpress.com/2017/11/16/il-forte-asburgico-di-fortezza-sullisarco/|urlmorto=no}}</ref>]]
[[File:Obelisco geodetico Fortezza.JPG|thumb|L'obelisco geodetico]]
All'interno del forte si trova anche un punto geodetico ''"locus perennis"'', che riveste una grande importanza: sotto l'obelisco infatti si cela la piccola placca in ottone. Si tratta infatti di uno dei sette punti di rilevamento che nell'imperial-regia monarchia danubiana furono adottati per indicare l'esatta altitudine sul livello del [[mar Adriatico]]. Gli altri sette punti fissi principali sussistono tutt'oggi in [[Ungheria]], [[Romania]], [[Slovenia]] e [[Cechia]]; nel territorio della repubblica austriaca invece non ce ne sono.
 
Furono sistemati su un basamento solido, a prova di vibrazione; da loro l'[[Istituto Geografico Militare di Vienna]] fissava l'ulteriore livello sul mare del territorio a 736,4520&nbsp;m.<ref>{{Cita web|url=http://www.provinz.bz.it/denkmalpflege/themen/veroeffentlichungen-info.asp?somepubl_action=300&somepubl_image_id=171687|titolo=die franzens feste|lingua=de|p=30|accesso=9 maggio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140417032727/http://www.provinz.bz.it/denkmalpflege/themen/veroeffentlichungen-info.asp?somepubl_action=300&somepubl_image_id=171687|urlmorto=sì}}</ref> La scritta latina dell'obelisco recita: {{citazione|Luogo perenne di precisa misurazione dell'altitudine realizzato con un teodolite europeo in Austria ed Ungheria. Allestito: [[1839]].}}
 
==== La mensa ufficiali ====
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L'edificio si trova anch'esso nel forte basso, ed è libero, infatti esso è ben accessibile da ogni lato; servì soprattutto da deposito per equipaggiamenti e provviste. Era di comodo accesso ai carri e, grazie a numerose porte, permetteva un rapido carico e scarico.
 
=== Forte Medio (''Mittelwerk'') ===
Orientato ad est il corpo mediano della fortificazione controlla la zona verso la Pusteria. Una particolare attenzione era riservata al "ponte alto" che permetteva il traffico verso oriente. Anche questa parte è stata costruita per poter sopravvivere in maniera autonoma. Esso conferiva un'elevata potenza di fuoco verso sud, nord-ovest ed est. Ad oriente, inoltre, erano piazzate delle ampie opere difensive che, però, risultano diffusamente diroccate.
 
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In realtà l'accesso al bunker (oggi non resta che la galleria d'accesso e quella d'uscita) si trova nel forte basso, ma sostanzialmente si può affermare che esso stia sotto il forte medio.
 
Dopo l'armistizio dell'8 settembre [[1943]], i tedeschi decisero di far costruire un [[bunker]] nelle viscere del forte ad opera dei prigionieri russi per poter ospitare l'oro in arrivo dalla Banca d'Italia, il ''Nazi-Gold''. Il bunker era raggiungibile da un lungo corridoio, sbarrato da un muro in cemento armato e sigillato da una doppia porta blindata, con uno spessore di 40&nbsp;cm, e dotata di tre serrature differenti, con relative chiavi, custodite da tre differenti personaggi.
 
La costruzione di questo bunker pare però del tutto inutile, dato che il forte era già dotato di numerosi luoghi impenetrabili e ben sicuri.
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==== Batteria esterna ====
Dall'elevata postazione del forte medio la batteria dominava il teatro di combattimento verso sud. A metà del [[XIX secolo]] le pesanti bocche da fuoco erano in grado di centrare con precisione un bersaglio distante circa {{formatnum:1000}} metri. Nel [[1862]] contro la fortificazione si fecero prove di tiro con numerosi colpi d'artiglieria pesante che, però, rimbalzarono senza efficacia contro i muraglioni di granito.
 
==== La Kaiservilla ====
[[File:Kaiservilla Fortezza.JPG|thumb|La ''Kaiservilla'']]
Una prima ipotesi su questo particolare edificio è che si possa trattare di una polveriera, una delle più vistose della fortificazione: la ''Kaiservilla'' (ovvero la villa imperiale). La posizione protetta a nord-est del forte con cortile interno e la vegetazione pittoresca ha portato a questa denominazione - un puro prodotto della fantasia - poiché nessun imperatore vi ha mai pernottato. Il pavimento rialzato assieme aglialle intercapedini nei muri poteva mantenere la polveriera asciutta.
 
Ma questa ipotesi è poco credibile, in quanto l'edificio si trova lontano dalle postazioni di combattimento; altra ipotesi poteva essere quella di un luogo di detenzione speciale, infatti il portone d'ingresso era bloccabile dall'esterno.
 
=== Forte Alto (''Höhenwerk'') ===
[[File:Forte alto scalinate.JPG|thumb|Le scalinate "confusionarie" del forte alto]]
Questa fortezza in quota, anche chiamata [[acropoli]] o [[Cittadella (fortezza)|cittadella]], troneggia a circa 75 metri sopra il forte in valle. ilIl suo cortile interno, con rampe e gradinate, assicura grandi vantaggi ai difensori. Infatti a est è accessibile solo attraverso la scalinata sotterranea, mentre a ovest è accessibile attraverso il sentiero carreggiabile, ma entrambi gli accessi erano sbarrati da portoni massicci.
 
Anche questa parte del forte era autonoma, infatti era dotata di cucina, fontana e camerate per la guarnigione. Da questa parte superiore della fortezza si poteva tranquillamente tenere sotto controllo le due parti inferiori, e quindi difendersi ulteriormente.
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== L'oro di Fortezza ==
=== La vicenda dell'oro ===
Già nel settembre del 1943 il governatore della [[Banca d'Italia]] [[Vincenzo Azzolini]] manifestò il timore che i tedeschi volessero impadronirsi delle [[Riserva monetaria|riserve aurifereauree]] italiane ed infatti, non a torto, il 16 dicembre [[1943]] 12 vagoni con 127,5 tonnellate d'oro in lingotti, monete e una piccola quantità di platino custoditi in barilotti e sacchi, giungono stranamente a Fortezza da Milano (in realtà parte di quest'oro in parte era stato nascosto dallo stesso Azzolini dietro un muro in una cassaforte, falsificando i documenti per poter giustificare il trasporto dell'oro da Roma a Potenza nel [[1942]]. Nel 1943 invece [[Herbert Kappler]], scortato dal maggiore delle [[SS]] [[Karl Hass]], fece sequestrare l'intera riserva aurea e trasferito a Milano nella notte tra il 22 ed il 23 settembre. Da qui, in un secondo momento, sempre attraverso treni blindati, l'oro giunse poi a Fortezza.
 
Questo prezioso carico era parte delle riserve auree della Banca d'Italia, e fu scaricato da prigionieri russi del forte in un [[bunker]] sotterraneo, chiuso da tre differenti chiavi, e custodite dal comandante del forte, dal funzionario della Banca d'Italia e dall'allora borgomastro del paese Josef Wild. Allo stesso tempo la [[Wehrmacht]] aveva posizionato tutt'attorno alla fortezza alcune batterie contraeree.
 
Alcuni mesi successivi dal forte ripartirono tre convogli:
* Il 29 febbraio [[1944]] un convoglio verso il Ministero degli Esteri del Reich a [[Berlino]], contenente 55 tonnellate;
* Il 19 aprile [[1944]] un convoglio verso le banche svizzere di [[Berna]], contenente 23,5 tonnellate;
* Il 21 ottobre [[1944]] un convoglio verso Berlino, contenente 24 tonnellate;
Quindi per un totale di 102,5 tonnellate d'oro.
 
Quando la [[United States Army North|V armata americana]] giungegiunse a Fortezza il 17 maggio [[1945]], conquistandola senza sparare un sol colpo, trovaronotrovò nella camera blindata ancora 25 tonnellate d'oro (circa 7 miliardi di dollari), i resti dell'oro italiano (che gli alleati restituirono però solo tre anni più tardi). L'oro rimasto era disposto in 153 barili e 55 cassette.
 
Già allora i conti a loro non tornavano, infatti, i documenti delle 79 tonnellate che dovevano raggiungere Berlino, nella confusione degli ultimi giorni di guerra, sono andati perduti; si sospettò inoltre che alcuni documenti che segnalavano la partenza dei carichi d'oro fossero stati contraffatti. A prova di ciò, il borgomastro (uno dei tre detentori di una delle tre chiavi) fu arrestato, eed i suoi terreni furono ispezionati con il ''metal detector''. Negli anni a seguire vi furono diverse spedizioni (anche una ufficiale della Banca d'Italia) per sondare il terreno circostante il forte e per esplorare cunicoli murati, ma senza alcun successo.
 
Nella leggenda dell'oro di Fortezza, si mescolano diverse storie, legate anche ad altri carichi d'oro svaniti nella storia, a cui si interseca anche la storia dell'oro jugoslavo (ad esempio un trenocarico proveniente da [[Cattaro]], nell'attuale [[Montenegro]], passò su di un treno per il forte prima della fine della guerraSeconda Guerra Mondiale) e ritrovato a casa di [[Licio Gelli]], il quale si recò a Fortezza almeno tre volte prima degli anni settantaSettanta.
 
Negli anni 1980Ottanta la leggenda dell'oro subì una nuova svolta: l'ingegner [[Luigi Cavalloni]] affermò con sua assoluta certezza che a Fortezza doveva esserci ancora dell'oro. Lui stesso aveva già iniziato a ricercarlo nel [[1977]], ma ci vollero alcuni anni per ottenere le dovute licenze e permessi per accedere al forte che ai tempi era sotto il controllo del [[Ministero della difesa|Ministero della Difesa]] ed utilizzato dall'Esercito Italiano come polveriera. La coincidenza volle che, sempre durante lo stesso anno, il colonnello [[Herbert Kappler]] (tristemente noto per la [[Eccidio delle Fosse Ardeatine|strage delle fosse Ardeatine]], ma anche esecutore del trasporto dell'oro), scappòriuscì dala scappare dall'ospedale militare del Celio. L'allora giudice istruttore di Trento, Carlo Palermo, aprì nel [[1983]] aprì un'inchiesta giudiziaria, dovenella quale si ipotizzava che l'ingegnere Cavalloni avesse barattato l'evasione di Kappler con i segreti dell'oro di Fortezza. Ma ilIl tutto si concluse con un nulla di fatto.
 
A validazionevalidare dila tesi sulla sparizione dell'orodel prezioso metallo, fu ritrovato, il 15 novembre [[2005]] nel bunker che custodiva l'oro, uno stampo per lingotti, senza il marchio per punzonarepunzonatura ildel lingotto, oltrestesso. cheSullo lastampo presenzafurono diritrovati sedimenti di carbone e di piombo (testimonianzaprova che all'interno del bunker, si è certamente fuso del materiale), e di piombo.
 
=== Un'altra versione ===
Un'altra versione vederiporta cifre diverse: si parla di 117 tonnellate d'oro in lingotti e monete. In questa versione si dice che le tre chiavi furono affidate, 2una aiciascuna, a due funzionari della succursale di Bolzano della Banca d'Italia, e la terza al comando tedesco.
 
Nell'aprile del 1943, 23 tonnellate di oro in lingotti furono spedite in Svizzera,. 10 servivanosarebbero servite a pagare i debiti contratti prima della guerraGuerra dall'industria di Stato italiana, altre 12 finirono a [[Basilea]], sul conto dei Regolamenti internazionaliInternazionali. La [[Repubblica Sociale Italiana]] aveva accordato al ''Reich'' di trasferire a Berlino una parte della riserva aurea nazionale, e quindied altre 50 tonnellate partirono da Fortezza. Una seconda spedizione era prevista nell'ottobre del '441944, ma saputolo, il funzionario della Banca d'Italia, signor Bombasaro, si recò a Trento e inviò a Bari un messaggio cifrato al Comando Alleato, che subito rispose bombardando Fortezzail pressoForte laed cuiil stazionepaese. sembravaPresso fossela giàlocale stazione l'oro era già stato caricato su vagoni blindati. Qualche giorno più tardi, un sedicente Comitato della Croce Rossa Internazionale prese in consegna l'oro per portarlo in Svizzera dove, pare, non arrivò mai.
 
Tirando le somme traTra realtà e leggenda, a Fortezza dovevanosarebbero dovute rimanere circa 24 tonnellate d'oro. Da un rapporto segreto dell'agosto del '46,1946 sembra che il Comando Alleato, che aveva raggiunto Fortezza i primi di maggio del '451945, alla presenza dei funzionari della Banca d'Italia che possedevano 2 delle tre chiavi, procedettero al ritiro dell'oro;: ne ritrovarono 22{{formatnum:22941}} tonnellate e 941 chili,chilogrammi dei 117 iniziali{{formatnum:117000}} partiti da Roma.
Nell'aprile del 1943, 23 tonnellate furono spedite in Svizzera, 10 servivano a pagare i debiti contratti prima della guerra dall'industria di Stato italiana, altre 12 finirono a [[Basilea]], sul conto dei Regolamenti internazionali. La [[Repubblica Sociale Italiana]] aveva accordato al ''Reich'' di trasferire a Berlino una parte della riserva aurea nazionale, e quindi altre 50 tonnellate partirono da Fortezza. Una seconda spedizione era prevista nell'ottobre del '44, ma saputolo, il funzionario della Banca d'Italia, signor Bombasaro, si recò a Trento e inviò a Bari un messaggio cifrato al Comando Alleato, che subito rispose bombardando Fortezza presso la cui stazione sembrava fosse già l'oro caricato su vagoni blindati. Qualche giorno più tardi, un sedicente Comitato della Croce Rossa Internazionale prese in consegna l'oro per portarlo in Svizzera dove, pare, non arrivò mai.
 
Testimonianze riportarono, a più riprese nel corso degli anni, la presenza di ingenti quantità di oro fuso in lingotti nascosto in tunnel e cunicoli murati, gli ingressi celati alla vista.
Tirando le somme tra realtà e leggenda, a Fortezza dovevano rimanere circa 24 tonnellate d'oro. Da un rapporto segreto dell'agosto del '46, sembra che il Comando Alleato, che aveva raggiunto Fortezza i primi di maggio del '45, alla presenza dei funzionari della Banca d'Italia che possedevano 2 delle tre chiavi, procedettero al ritiro dell'oro; ne ritrovarono 22 tonnellate e 941 chili, dei 117 iniziali partiti da Roma.
 
I lingotti con marchio del ''Reich'' vennero ottenuti non soltanto tramite fusione di monete e lingotti proprietari della Banca d'Italia, ma anche tramite fusione di gioielli, protesi dentali, ed altri possedimenti trafugati ai detenuti nei campi di concentramento.
Quindi anche secondo questa versione i conti tornerebbero; ma testimoni nel corso degli anni sostenevano di aver visto oro in cunicoli nascosti e poi murati. Anche che oltre all'oro di Roma, facesse parte del tesoro anche i preziosi trafugati agli ebrei.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{de}} Christoph Hackelsberger, ''Die k.k. Franzensfeste: ein Monumentalwerk der Befestigungskunst des 19. Jahrhunderts''., Monaco di Baviera, Deutscher Kunstverlag, 1986., ISBN 978-3-422-00795-6
* Dario Massimo, ''La Fortezza'', Bressanone, A. Weger, 2007
* Sergio Cardarelli, Renata Martano, ''I nazisti e l'oro della Banca d'Italia'', Roma, 2001
* Flavio Schimenti, ''Fortezza-Franzensfeste. La fortificazione, la ferrovia, il paese''. 1998
* Sergio Cardarelli, Renata Martano ''I nazisti e l'oro della Banca d'Italia'', Roma 2001
* Stefano Poddi, ''L'oro della Banca d'Italia'', CN Cronaca Numismatica, n.29 luglio/agosto 2008
* Romano Girardi e Giuseppe Girardi, ''Il forte d'oro. I segreti del tesoro d'Italia, Fortezza 1944-45'', Bressanone, editore Weger, 1999. ISBN 88-88910-21-2
* [[Hannes Obermair]], ''Cartografie del cosmo regionale – un modulo espositivo per il progettando Museo storico-politico del Sudtirolo/Alto Adige'', in Beatrice Borghi (a cura di), ''La storia siamo noi: Eredi e protagonisti della storia. Studi offerti a Rolando Dondarini'', Argelato (Bologna), Minerva, 2020, ISBN 978-88-332-4320-7, pp.&nbsp;97–123.
* Stefano Poddi, ''L'oro della Banca d'Italia'', CN Cronaca Numismatica, n. 29, luglio/agosto 2008
* Flavio Schimenti, ''Fortezza-Franzensfeste. La fortificazione, la ferrovia, il paese''., 1998
 
== Voci correlate ==
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{{Forti austriaci in Italia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Alto Adige|Grande Guerra}}
 
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[[Categoria:Fortezze della provincia di Bolzano|Fortezza]]
[[Categoria:Fortezze austro-ungariche|Fortezza]]
[[Categoria:Musei provinciali altoatesini]]