Angelo Zarcone: differenze tra le versioni

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{{Bio
| Nome = Angelo
| Cognome = Zarcone
| PostCognomeVirgola = soprannominato '''"Il tedesco"'''
| Sesso = M
| LuogoNascita =
| GiornoMeseNascita =
| AnnoNascita =
| LuogoMorte =
| GiornoMeseMorte =
| AnnoMorte =
| Attività = fumettistapittore
| Nazionalità = italiano
| FineIncipit = è noto per essere stato il disegnatore del primo albo di ''[[Diabolik (fumetto)|Diabolik]]'', ''[[Il re del terrore]]''
|Epoca = 1900
}}
 
== Biografia ==
Di questo disegnatore si sa solamente che era italiano, di carnagione chiara, che negli anni sessanta aveva circa trent'anni, ed era soprannominato "Il tedesco" poiché si recava presso la redazione della casa editrice [[Astorina]] con il figlio, un bambino biondo avuto da una relazione con una donna tedesca; inoltre i redattori ricordano chee usava vestirsi con bermuda e zoccoli come i turisti tedeschi <ref>Come specificato nel film-documentario ''[[Diabolik sono io]]'' (2019)</ref>. Viveva in una pensione, sotto la quale [[Gino Sansoni]] e Pier Carpi erano costretti ad appostarsi per costringerlo a terminare le tavole di ''[[Alboromanzo- Vamp]]'' che consegnava sempre in ritardo pur avendo ricevuto il pagamento in anticipo<ref name="bono">{{cita web|autore=[[Gianni Bono]], ''[|url=http://www.giannibono.com/2011/01/06/il-misterioso-zarcone/ |titolo=Il misterioso Zarcone]'', |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140722094522/http://www.giannibono.com/2011/01/06/il-misterioso-zarcone/|data=6 gennaio 2011}}</ref>. Di questa pubblicazione disegnò i numeri 4 e 7<ref>Gianni{{cita Bono, ''[web|url=http://www.giannibono.com/2011/07/08/no-non-e-zarcone/ |titolo=No, non è Zarcone]'', |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111216144451/http://www.giannibono.com/2011/07/08/no-non-e-zarcone/|data=8 luglio 2011}}</ref>. Zarcone stava lavorandolavorò al numero di esordio di ''Diabolik'', scrittascritto da [[Angela Giussani]], moglie di Sansoni, senza che questi ne fosse al corrente<ref name="bono" />. All'epoca gli autori delle singole storie preferivano rimanere anonimi per poter sfuggire al fisco e venivano resi noti solo i creatori dell'intera serie<ref>Gianni Bono, ''Lente d'ingrandimento'', in ''Diabolik. Gli anni del terrore'' n. 1, Arnoldo Mondadori Editore, 2011, pp. 254</ref>. Consegnate le tavole all'Astorina, Zarcone sparì senza lasciare recapiti; le sorelle Giussani cercarono di rintracciarlo, ma al suo vecchio indirizzo non risultava nessuno con quel cognome<ref>''[[Il grande Diabolik]]'' n. 9, ''Il re del terrore: il remake'', 15 aprile 2004, p. 161</ref>. L'albo uscì nelle edicole nel novembre 1962 con una copertina disegnata da [[Brenno Fiumali]]<ref name="bono" />. Successivamente, il secondo numero dal titolo ''[[L'inafferrabile criminale]]'' fu disegnato da un'amica [[modista]] di Angela Giussani, Calissa Giacobini (in arte "Kalissa"), mentre gli albi seguenti da [[Luigi Marchesi (disegnatore)|Luigi Marchesi]]. Nell'agosto del 1964 vennero ristampati i primi 17 numeri della serie e, per l'occasione, le sorelle Giussani fecero ridisegnare il primo numero da Marchesi<ref name="bono" /> (il secondo albo fu rifatto invece da [[Aulo Brazzoduro]]<ref>Gianni Bono, ''Incredibile scoperta'', in ''Diabolik. Gli anni del terrore'' n. 1, Arnoldo Mondadori Editore, 2011, pp. 248-253</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.guidafumettoitaliano.com/protagonisti/testimonianze-kalissa-donna-del-mistero|titolo=Kalissa, donna del mistero|sito=www.guidafumettoitaliano.com|accesso=2019-11-13}}</ref>).
 
Nel 1982, in occasione del ventennale della testata, le sorelle Giussani assoldarono il famoso investigatore [[Tom Ponzi]] per ritrovare Zarcone, ma neanch'egli ebbe successo<ref>{{cita video|titolo=Diabolik|url=http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-0f01bdd5-39ec-4225-8a34-11d46d89ec3b.html|tempo=10:23|data=27 dicembre 2012|accesso=24 ottobre 2014|autore=''[[Fumettology]]''}}</ref>. Il nome di Zarcone venne fatto per la prima volta nel 1992, nel volume ''Diabolik'' della collana ''[[I quaderni del fumetto italiano]]''<ref name="bono" />; per molto tempo, tuttavia, fu noto solo il cognome del disegnatore, tanto che nell'editoriale de ''[[Il grande Diabolik]]'' 1/2004 egli viene erroneamente citato da [[Sandrone Dazieri]] col nome Francesco.
Di questo disegnatore si sa solamente che era italiano, di carnagione chiara, che negli anni sessanta aveva circa trent'anni, ed era soprannominato "Il tedesco" poiché si recava presso la redazione della casa editrice [[Astorina]] con il figlio, un bambino biondo avuto da una relazione con una donna tedesca; inoltre i redattori ricordano che usava vestirsi con bermuda e zoccoli come i turisti tedeschi <ref>Come specificato nel film-documentario ''Diabolik sono io'' (2019)</ref>. Viveva in una pensione, sotto la quale [[Gino Sansoni]] e Pier Carpi erano costretti ad appostarsi per costringerlo a terminare le tavole di ''Alboromanzo-Vamp'' che consegnava sempre in ritardo pur avendo ricevuto il pagamento in anticipo<ref name="bono">[[Gianni Bono]], ''[http://www.giannibono.com/2011/01/06/il-misterioso-zarcone/ Il misterioso Zarcone]'', 6 gennaio 2011</ref>. Di questa pubblicazione disegnò i numeri 4 e 7<ref>Gianni Bono, ''[http://www.giannibono.com/2011/07/08/no-non-e-zarcone/ No, non è Zarcone]'', 8 luglio 2011</ref>. Zarcone stava lavorando al numero di esordio di ''Diabolik'', scritta da [[Angela Giussani]], moglie di Sansoni, senza che questi ne fosse al corrente<ref name="bono" />. All'epoca gli autori delle singole storie preferivano rimanere anonimi per poter sfuggire al fisco e venivano resi noti solo i creatori dell'intera serie<ref>Gianni Bono, ''Lente d'ingrandimento'', in ''Diabolik. Gli anni del terrore'' n. 1, Arnoldo Mondadori Editore, 2011, pp. 254</ref>. Consegnate le tavole all'Astorina, Zarcone sparì senza lasciare recapiti; le sorelle Giussani cercarono di rintracciarlo, ma al suo vecchio indirizzo non risultava nessuno con quel cognome<ref>''[[Il grande Diabolik]]'' n. 9, ''Il re del terrore: il remake'', 15 aprile 2004, p. 161</ref>. L'albo uscì nelle edicole nel novembre 1962 con una copertina disegnata da [[Brenno Fiumali]]<ref name="bono" />. Successivamente, il secondo numero dal titolo ''[[L'inafferrabile criminale]]'' fu disegnato da un'amica [[modista]] di Angela Giussani, Calissa Giacobini (in arte "Kalissa"), mentre gli albi seguenti da [[Luigi Marchesi (disegnatore)|Luigi Marchesi]]. Nell'agosto del 1964 vennero ristampati i primi 17 numeri della serie e, per l'occasione, le sorelle Giussani fecero ridisegnare il primo numero da Marchesi<ref name="bono" /> (il secondo albo fu rifatto invece da [[Aulo Brazzoduro]]<ref>Gianni Bono, ''Incredibile scoperta'', in ''Diabolik. Gli anni del terrore'' n. 1, Arnoldo Mondadori Editore, 2011, pp. 248-253</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.guidafumettoitaliano.com/protagonisti/testimonianze-kalissa-donna-del-mistero|titolo=Kalissa, donna del mistero|sito=www.guidafumettoitaliano.com|accesso=2019-11-13}}</ref>).
 
Nel 1982, in occasione del ventennale della testata, le sorelle Giussani assoldarono il famoso investigatore [[Tom Ponzi]] per ritrovare Zarcone, ma neanche lui ebbe successo<ref>{{cita video|titolo=Diabolik|url=http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-0f01bdd5-39ec-4225-8a34-11d46d89ec3b.html|tempo=10:23|data=27 dicembre 2012|accesso=24 ottobre 2014|autore=''[[Fumettology]]''}}</ref>. Il nome di Zarcone venne fatto per la prima volta nel 1992, nel volume ''Diabolik'' della collana ''[[I quaderni del fumetto italiano]]''<ref name="bono" />. Nel 2005 Brenno Fiumali, che conobbe di persona Zarcone, ne disegnò due ritratti in seguito alla richiesta di [[Gianni Bono]], il quale li rese pubblici nel 2011<ref name="bono" /><ref>Gianni Bono, ''C'è mistero e mistero'', in ''Diabolik. Gli anni del terrore'' n. 1, Arnoldo Mondadori Editore, 2011, pp. 252-253</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.guidafumettoitaliano.com/protagonisti/il-mistero-di-zarcone|titolo=Guida Fumetto Italiano|autore=Guida Fumetto Italiano|sito=www.guidafumettoitaliano.com|accesso=2018-04-16}}</ref>. Fiumali chiarì inoltre che il nome proprio del disegnatore era Angelo.
 
AncoraNel oggi2019 leviene causerealizzato dellaun sua[[documentario]] scomparsadiretto nonda [[Giancarlo Soldi]], dal titolo ''[[Diabolik sono io]]'', all'interno del tuttoquale una drammatizzazione ricostruisce l'ipotetica vita di Zarcone dopo la cessazione della collaborazione con la chiaritetestata<ref name="La Repubblica">{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2019/02/19/news/diabolik-217691302/|titolo='Diabolik sono io': il primo albo e il mistero del disegnatore scomparso|sito=La Repubblica|data=19 febbraio 2019|accesso=20 febbraio 2019}}</ref>. NelNello stesso anno l'illustratore [[2019Bruno Prosdocimi]] vienedichiarò realizzato una [[documentarioLuca Boschi]] daldi titoloaver ''Diabolikconosciuto sonoe io'',frequentato all'internocontinuativamente delAngelo qualeZarcone<ref>{{cita unanews|url=https://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2019/03/26/risolto-il-mistero-zarcone/|titolo=RISOLTO drammatizzazioneIL ricostruisceMISTERO l'ipoteticaZARCONE!|pubblicazione=Il vitaSole di24 ZarconeORE|data=2019-03-26|autore=Luca dopo la sua scomparsaBoschi}}</ref>.
 
Nel 2024 è stato pubblicato il libro ''Non sono stato io'' di Gianni Bono, storico del fumetto, e Raffaele Mangano, scrittore, in cui viene ricostruita parte della biografia di Zarcone sulla base di testimonianze e documentazione inedite<ref>{{cita web|url=https://www.afnews.info/w22/2024/09/22/non-sono-stato-io-chi-era-angelo-zarcone-il-mystero-svelato-in-un-romanzo/|titolo=NON SONO STATO IO: chi era Angelo Zarcone, il mystero svelato in un romanzo}}</ref>. Gli autori hanno scoperto che Zarcone era un pittore che veniva dalla [[Sicilia]] e si guadagnava da vivere vendendo i propri quadri: alcuni dipinti firmati da Zarcone sono stati individuati quasi casualmente sul mercato antiquario. Era arrivato a Milano qualche anno prima del 1962 e cominciò a disegnare fumetti poiché aveva bisogno di guadagnare; questo lo portò a conoscere Gino Sansoni e di conseguenza le sorelle Giussani. Dal raffronto delle poche fotografie che lo ritraggono (fornite ai ricercatori da alcuni suoi conoscenti) con alcune vignette da lui realizzate risulta evidente che egli usasse dare ai personaggi le proprie sembianze o quelle di suoi conoscenti. In ogni caso, Zarcone non andava fiero di aver disegnato le storie velatamente [[pornografia|pornografiche]] di ''Alboromanzo Vamp'' e il primo numero di ''Diabolik'', poiché narrava le gesta di un assassino. Zarcone lasciò Milano alcuni anni dopo l'uscita de ''Il re del terrore''. Prima di tornare definitivamente in Sicilia, pare che avesse soggiornato a [[Roma]]: è stato individuato nella [[Basilica di Sant'Apollinare (Roma)|Basilica di Sant'Apollinare]] un dipinto raffigurante san [[Josemaría Escrivá de Balaguer]] firmato da Zarcone e datato 1994.
 
== Note ==