Piazza del Plebiscito: differenze tra le versioni

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Ho detto ti amo napoli
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Nel 1860 era ancora ufficialmente il Regno di Sardegna: cambiò nome in Regno d'Italia solo 17 marzo 1961.
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{{nota disambigua|l'omonima piazza di [[Ancona]]|Piazza del Plebiscito (Ancona)}}
{{Torna a|Piazze di Napoli}}
 
{{Opera urbana
|nome = Piazza del Plebiscito
|nomiPrecedenti = tiLargo amodi napoliPalazzo <333o Regio Foro Ferdinandeo
 
|altriNomi =
|immagine = Piazza P.Plebiscito - panoramioNapoli.jpg
|didascalia = Vista della piazza verso la basilica di San Francesco di Paola
|siglaStato = ITA
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== Storia ==
[[File:Piazza del Plebiscito, Napoli, ITA, III.jpg|miniatura|left|Piazza del Plebiscito. Vista completa.]]
 
=== Da Largo di Santo Loise a Largo di Palazzo ===
{{dx|[[File:Piazza del Plebiscito, Napoli, ITA, III.jpg|miniatura|left|Piazza del Plebiscito. Vista completa.]]}}
Uno slargo nel sito sul quale insiste oggi piazza Plebiscito esisteva già intorno al 1543 in conseguenza alla costruzione di un [[palazzo Vicereale]], voluto da [[Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga]]; l'intervento, diretto dagli architetti [[Ferdinando Manlio]] e [[Giovanni Benincasa (architetto)|Giovanni Benincasa]], richiese infatti l'espropriazione di parte del terreno dei conventi di Santo Spirito e di San Luigi per realizzare «una spianata» e una strada «innanzi la chiesa di Santo Loise».<ref>{{cita|Colletta|diapositiva 2|TC}}.</ref>
 
Fu solo con l'edificazione dell'attuale [[Palazzo Reale (Napoli)|palazzo Reale di Napoli]], tuttavia, che ebbe effettivamente inizio la storia di piazza Plebiscito. Il progetto venne affidato a [[Domenico Fontana]], che - memore della lezione romana - decise di rivolgere la nuova residenza vicereale non più verso la «strada Toledana», bensì verso il nascente slargo, opportunamente livellato così da fornire una scenografica quinta architettonica alla costruenda fabbrica.<ref>{{cita|Colletta|diapositiva 3|TC}}.</ref> In questo modo, l'architetto ebbe anche l'opportunità di far dialogare tra di loro «lo spazio chiuso della vecchia città e lo spazio aperto della marina», come ricordato da [[Giulio Carlo Argan]].<ref>{{cita|Colletta|diapositiva 5|TC}}.</ref>
 
Una volta completato il palazzo Reale lo slargo, finalmente battezzato «largo di Palazzo», divenne rapidamente il centro vitale della città, oltre che un'area pubblica di rappresentanza di tutto rilievo. «Polo decisionale e centro della vita cortigiana», il Largo ebbe anche il merito di creare un polo d'attrazione per la classe aristocratica e nobile, ancora restia a insediarsi oltre il perimetro del [[centro storico di Napoli|centro storico]].<ref>{{cita|Colletta|diapositiva 6|TC}}.</ref>
=== Il Largo di Palazzo in età vicereale e borbonica ===
[[File:Foto wittel.jpg|thumb|''Veduta del Largo di Palazzo'' di Gaspar van Wittel]]
Quando il potere vicereale si insediò stabilmente nel palazzo Reale, il Largo non aveva una conformazione adeguata di piazza. I diversi viceré che si susseguirono nel tempo, d'altro canto, non si occuparono di predisporre un progetto urbanistico di vasto respiro, cercando invece di restituire una configurazione architettonica unitaria mediante l'allestimento di numerose e ricche «sistemazioni effimere». Nel primo ventennio del Seicento, per esempio, il lato del Largo rivolto verso il mare venne abbellito con diversi elementi scultorei, tra cui una [[Fontana del Gigante|maestosa fontana a tre archi]] progettata da [[Pietro Bernini]] e [[Michelangelo Naccherino]], ed un colossale busto di Giove rinvenuto a [[PozzuoliCuma]], meglio noto come ''Gigante di Palazzo''.<ref>{{cita|Colletta|diapositiva 7|TC}}.</ref>
[[File:Vesuvio dalla Piazza del Plebiscito, Napoli.JPG|miniatura|left|Vista del [[Vesuvio]] dalla piazza.|alt=]]
Non di rado, inoltre, il Largo veniva abbellito da scenografici addobbi, spesso allestiti in occasione di eventi legati alla famiglia reale, come attestato nelle incisioni di [[Nicolas Perrey]]. Per il primo intervento architettonico di rilievo bisognerà attendere gli ultimi decenni del Settecento, quando venne costruito su progetto di [[Francesco Sicuro]] il Palazzo per i Ministri di Stato borbonici: l'edificazione di questa fabbrica, infatti, comportò l'adozione di una nuova sistemazione viaria, oltre che profonde mutazioni urbanistiche.<ref>{{cita|Colletta|diapositiva 10|TC}}.</ref>
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[[File:Nápoly (4).jpg|thumb|La chiesa di San Francesco di Paola in una foto d'epoca|left]]
 
=== Piazza di San Francesco di Paola ===
Con il ristabilimento sul trono di Napoli di re [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]], avvenuto nell'ambito della [[Restaurazione]], i lavori per l'erezione del Foro Gioacchino vennero bruscamente interrotti. Re Ferdinando, infatti, mal gradiva le intenzioni murattiane di costruire un edificio centrale consacrato ai fasti dei Napoleonidi, e antiteticamente decise di edificare sulla stessa area un «Foro Ferdinandeo», con la conseguente realizzazione di una chiesa cristiana consacrata a [[san Francesco di Paola|Francesco dida Paola]], come voto nei confronti di quel santo che aveva intercesso per lui affinché si restaurasse la corona borbonica. Il disegno generale della piazza e i due palazzi gemelli, invece, vennero conservati.<ref>{{cita|Colletta|diapositiva 17|TC}}.</ref>
 
Per la realizzazione della fabbrica religiosa, venne indetto un nuovo Bando di Concorso, vinto dall'architetto luganese [[Pietro Bianchi (architetto)|Pietro Bianchi]]. Il Bianchi collocò al termine dell'emiciclo due statue equestri, di Carlo e Ferdinando di Borbone (la cui realizzazione venne commissionata al [[Antonio Canova|Canova]]), ed edificò un'esedra porticata a semicerchio, senza continuità verso il retrostante quartiere di [[Pizzofalcone]], così da conferire alla piazza un tono maggiormente aulico e monumentale.<ref>{{cita|Colletta|diapositiva 18|TC}}.</ref>
 
La piazza Ferdinandea, o di San Francesco di Paola, venne solennemente inaugurata nel 1846.<ref>{{cita|Colletta|diapositiva 20|TC}}.</ref>
 
=== XX e XXI secolo ===
{{Doppia immagine|destra|Plaza and church of San Francesco di Paola, Naples, Italy-LCCN2001700916.jpg|205|38846 Schieramento Allievi Nunziatella.jpg|220|Piazza Plebiscito in una foto a colori scattata tra il 1890 e il 1900|Piazza Plebiscito con la cerimonia del 229º Anniversario della fondazione della Scuola Militare Nunziatella, nel 2016}}
 
L'attuale nome della piazza fu scelto dopo che il [[Plebisciti risorgimentali|plebiscito del 21 ottobre 1860]] decretò l'annessione del [[Regno delle dueDue Sicilie]] al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]], che assunse dal 17 marzo 1861 il nome di [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].
 
Nel [[1885]] al centro della piazza venne installata una monumentale fontana, elaborata su progetto di [[Federico Travaglini]] in occasione dell'inaugurazione del nuovo acquedotto del Serino. Alla cerimonia di attivazione della fontana, avvenuta il 10 maggio, parteciparono Re [[Umberto I]] e la sua consorte [[Margherita di Savoia|Margherita]]<ref>Francesco Starace, ''L'acqua e l'architettura: acquedotti e fontane del regno di Napoli'', Edizioni del Grifo, 2002</ref>. La fontana, venne smontata nellanegli primaanni metà'10 del XX secolo successivo,e ritornòconservata nellanei piazzadepositi centocomunali. anni dopo la suaNel prima installazione, nel [[1985]], in occasione del centenario dell'inaugurazione dell'acquedotto del Serino, venne posizionata una copia della fontana originale, mai più ritrovata, e anche questa volta fu in seguito smontata.<ref>Attilio Wanderlingh, ''Storia fotografica di Napoli: 1985-1993. Dal "grande freddo" degli anni '80 alla svolta di Bassolino'', Intra moenia, 2001</ref>
 
Nel 1963 un'ordinanza comunale trasformò la piazza in un parcheggio pubblico per far fronte all'incremento incontrollato di autovetture in città.<ref>{{cita libro|autore=Romualdo Marrone|titolo=Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Napoli|anno=2015|editore=Newton Compton Editori|ISBN=8854185027}}</ref> La piazza rimase così deturpata (fra l'altro, oltre al parcheggio vi era anche un'estesa area di stazionamento dei bus del trasporto pubblico a ridosso della carreggiata, ed accolse perfino un ampio cantiere per la realizzazione della [[Linea Tranviaria Rapida]] verso la fine degli anni ottanta) fino a quando nel [[1994]], in occasione del vertice dei [[G7]], la giunta [[Antonio Bassolino|Bassolino]] le restituì dignità, dapprima sostituendo l'asfalto della carreggiata a ridosso di Palazzo Reale con i più tradizionali basoli, e poi pedonalizzandola ''in toto''.<ref>{{cita libro|autore=Antonio Bassolino|anno=1996|titolo=La repubblica delle città|p=16|editore=Donzelli Editore}}</ref>
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Piazza del Plebiscito può essere suddivisa in due parti distinte: la prima è ai piedi della Basilica e segue una conformazione semicircolare, mentre l'altra - al di sotto dell'asse di chiusura dell'emiciclo - ha una forma rettangolare, determinata nei lati brevi dalle cortine dei palazzi gemelli e nel lato lungo dal profilo del palazzo Reale.
 
Nei centri dei due quarti di cerchio in cui è frammentato l'emiciclo, lungo l'asse di chiusura del colonnato, si ergono isolate nella piazza le due statue equestri di [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] (iniziatore della dinastia borbonica) e di suo figlio [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando I]]; la prima realizzata da [[Antonio Canova]], mentre la seconda, iniziata dallo stesso Canova e completata con l'inserimento del cavaliere dallo scultore napoletano [[Antonio Calì]].
 
Come già accennato, la piazza lateralmente è chiusa da due edifici simmetrici ed identici, gli odierni [[palazzo della Prefettura (Napoli)|palazzo della Prefettura]] (verso l'entroterra) e [[palazzo Salerno]] (verso il mare). Questi due, fronteggiandosi, formano un ampio spazio di passeggio finalmente delimitato dal palazzo Reale di Napoli; in questo modo, si viene a creare una scenografica piazza rettangolare con esedra porticata a semicerchio, come nelle intenzioni del Bianchi.
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==Collegamenti==
*Stazione metropolitana [[File:Metropolitana di Napoli - Linea 1 logo.svg|18px]] [[File:Metropolitana di Napoli - Linea 6 logo.svg|18px]] [[Municipio (metropolitana di Napoli)|Municipio]]
*Stazione metropolitana [[File:Metropolitana di Napoli - Linea 6 logo.svg|18px]] [[Chiaia (metropolitana di Napoli)|Chiaia]]
*[[Funicolare Centrale]]
 
== Note ==