Federico Barbarossa: differenze tra le versioni

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Origine dell'epiteto Barbarossa
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Nota dice che fu incoronato a Monza
 
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|successore1 = [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]]
|titolo2 = [[Re d'Italia]]<br/>[[File:Corona ferrea monza (heraldry).svg|60px]]
|incoronazione2 = 11 aprile [[Monza1155]], 11 aprile [[1155Monza]]
|titolo3 = [[Duca di Svevia]]
|sottotitolo3 = come '''Federico III'''
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|madre = [[Giuditta di Baviera, duchessa di Svevia|Giuditta di Baviera]]
|data di nascita = [[1122]]
|luogo di nascita =
|data di morte = 10 giugno [[1190]]
|luogo di morte = [[Göksu|Saleph]]
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}}
 
Prima dell'elezione imperiale, Federico era per eredità [[duca di Svevia]] (1147-1152, con il nome di Federico III). Era figlio del duca [[Federico II di Svevia (duca)|Federico II]] (detto "il Guercio"), della dinastia degli [[Hohenstaufen]], e di [[Giuditta di Baviera, duchessa di Svevia|Giuditta]], figlia del duca di Baviera [[Enrico IX di Baviera|Enrico IX]], del casato rivale dei [[Welfen]]. Federico, quindi, discendeva da due delle più importanti famiglie in Germania, rendendolo una scelta accettabile per i [[Principe elettore|principi elettori]] dell'Impero.<ref name=britannica>{{britannica|id=biography/Frederick-I-Holy-Roman-emperor|nome=Frederick I}}</ref> In effetti, questa visione riflette soprattutto il punto di vista di [[Ottone di Frisinga]], il più importante biografo medievale di Federico, il quale sosteneva appunto che lo scontro tra Staufen e Welfen aveva "spesso disturbato la pace dello Stato" e che l'elezione di Federico faceva ben sperare in una pacificazione, estremamente necessaria per un Paese, la Germania, prostrata dalla [[lotta per le investiture]]. Tale ricostruzione, che serviva sostanzialmente a giustificare la notevole esclusione alla successione del figlio di [[Corrado III di Svevia|Corrado III]], [[Federico IV di Svevia]], trovò eco in particolare nella Germania ottocentesca: nel 1866, [[Giorgio V di Hannover|Giorgio V]], [[re di Hannover]] della casa di Welfen, prese le parti dell'[[Impero austriaco]] contro il [[Regno di Prussia]]. La contrapposizione tra Welfen e Staufen rappresentava più una proiezione dei moderni che non un dato storico. Ad esempio, Federico aveva rapporti personali più stretti con i parenti Welfen del lato materno.<ref>{{cita|Freed|pp. XXVII-XXVIII}}.</ref>
 
Tale ricostruzione, che serviva sostanzialmente a giustificare la notevole esclusione alla successione del figlio di [[Corrado III di Svevia|Corrado III]], [[Federico IV di Svevia]], trovò eco in particolare nella Germania ottocentesca: nel 1866, [[Giorgio V di Hannover|Giorgio V]], [[re di Hannover]] della casa di Welfen, prese le parti dell'[[Impero austriaco]] contro il [[Regno di Prussia]]. La contrapposizione tra Welfen e Staufen rappresentava più una proiezione dei moderni che non un dato storico. Ad esempio, Federico aveva rapporti personali più stretti con i parenti Welfen del lato materno.<ref>{{cita|Freed|pp. XXVII-XXVIII}}.</ref>
Fu eletto [[re di Germania]] a [[Francoforte sul Meno|Francoforte]] il 4 marzo 1152 e poi incoronato [[re dei Romani]] il 9 marzo ad [[Aquisgrana]]. Succedette allo zio paterno [[Corrado III di Svevia|Corrado III]]. Federico ottenne la successione cedendo il [[ducato di Baviera]] al cugino [[Enrico il Leone]], che si era visto sottratto il ducato da Corrado, così stabilizzando la propria posizione in Germania.<ref name=treccani>{{treccani|federico-i-imperatore-detto-il-barbarossa|Federico I imperatore, detto il Barbarossa}}</ref><ref>{{cita|Freed|p. XIX}}.</ref><ref>{{cita|Freed|p. 60}}.</ref> Nel 1155 fu incoronato [[re d'Italia]] a Monza<ref>{{Cita libro|titolo=Giannetto opera che ottenne il premio promesso dalla societa formata in Firenze per la diffusione del metodo di reciproco insegnamento all'autore del piu bel libro di lettura morale ad uso de' fanciulli di L. A. Parravicini: “Giannetto” 2. 2|url=https://www.google.it/books/edition/Giannetto_opera_che_ottenne_il_premio_pr/YPJnovBF2gkC?hl=it&gbpv=1&dq=Federico+Barbarossa+incoronato+Pavia&pg=PA195&printsec=frontcover|accesso=16 febbraio 2025|data=1851|editore=a spese di G. e G. Cimmaruta|lingua=it}}</ref> e il 19 aprile nella basilica di San Michele a [[Pavia]]<ref>{{Cita libro|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Pavia città regia: Storia e memoria di una capitale altomedievale|url=https://www.google.it/books/edition/Pavia_citt%C3%A0_regia/j2whEAAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=Federico+Barbarossa+incoronato+Pavia&pg=PA107&printsec=frontcover|accesso=16 febbraio 2025|data=21 giugno 2011|editore=Viella Libreria Editrice|lingua=it|ISBN=978-88-8334-622-4}}</ref>, richiamando le incoronazioni al medesimo titolo dei re longobardi e di altri, come Berengario. Il 18 giugno dello stesso anno [[papa Adriano IV]] lo incoronò Imperatore nella [[basilica di San Pietro in Vaticano]] a [[Roma]].<ref>{{cita|Freed|p. 147}}.</ref>
 
Fu eletto [[re di Germania]] a [[Francoforte sul Meno|Francoforte]] il 4 marzo 1152 e poi incoronato [[re dei Romani]] il 9 marzo ad [[Aquisgrana]]. Succedette allo zio paterno [[Corrado III di Svevia|Corrado III]]. Federico ottenne la successione cedendo il [[ducato di Baviera]] al cugino [[Enrico il Leone]], che si era visto sottratto il ducato da Corrado, così stabilizzando la propria posizione in Germania.<ref name=treccani>{{treccani|federico-i-imperatore-detto-il-barbarossa|Federico I imperatore, detto il Barbarossa}}</ref><ref>{{cita|Freed|p. XIX}}.</ref><ref>{{cita|Freed|p. 60}}.</ref> Nel 1155 fu incoronato [[re d'Italia]] a Monza<ref>{{Cita libro|titolo=Giannetto opera che ottenne il premio promesso dalla societa formata in Firenze per la diffusione del metodo di reciproco insegnamento all'autore del piu bel libro di lettura morale ad uso de' fanciulli di L. A. Parravicini: “Giannetto” 2. 2|url=https://www.google.it/books/edition/Giannetto_opera_che_ottenne_il_premio_pr/YPJnovBF2gkC?hl=it&gbpv=1&dq=Federico+Barbarossa+incoronato+Pavia&pg=PA195&printsec=frontcover|accesso=16 febbraio 2025|data=1851|editore=a spese di G. e G. Cimmaruta|lingua=it}}</ref> e il 19 aprile nella basilica di San Michele a [[Pavia]]<ref>{{Cita libro|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Pavia città regia: Storia e memoria di una capitale altomedievale|url=https://www.google.it/books/edition/Pavia_citt%C3%A0_regia/j2whEAAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=Federico+Barbarossa+incoronato+Pavia&pg=PA107&printsec=frontcover|accesso=16 febbraio 2025|data=21 giugno 2011|editore=Viella Libreria Editrice|lingua=it|ISBN=978-88-8334-622-4}}</ref>, richiamando le incoronazioni al medesimo titolo dei re longobardi e di altri, come Berengario. Il 18 giugno dello stesso anno [[papa Adriano IV]] lo incoronò Imperatore nella [[basilica di San Pietro in Vaticano]] a [[Roma]].<ref>{{cita|Freed|p. 147}}.</ref>
Il termine ''sacrum imperium'' apparve per la prima volta in un documento di cancelleria datato al marzo del 1157.<ref>{{cita|McGrade|p. 187, nota 12}}.</ref>
 
Il termine ''sacrum imperium'' apparve per la prima volta in un documento di cancelleria datato al marzo del 1157.<ref>{{cita|McGrade|p. 187, nota 12}}.</ref> La cancelleria imperiale concorse a rielaborare e riaffermare il potere temporale assoluto dell'imperatore, sulla scorta di un rinnovamento del diritto romano operato dalle università di Bologna e Padova. Dell'imperatore era concepita la superiorità rispetto a tutti gli altri re (definiti ''reguli'', 'piccoli re'): egli era individuato come diretto emissario della volontà divina. Queste affermazioni avevano comunque un sapore sostanzialmente teorico, dato che l'Imperatore non ebbe mai la forza di attentare al potere temporale degli altri re dell'Europa cristiana.<ref>{{cita|Rovan (I)|pp. 40-41}}.</ref> Barbarossa riaccese comunque il confronto tra Papato e Impero (e lo stesso accadrà con suo nipote [[Federico II di Svevia|Federico II]]), dopo che la [[lotta per le investiture]] aveva trovato un accomodamento con il [[Concordato di Worms]] del 1122.<ref>{{cita|Rovan (I)|p. 40}}.</ref> Barbarossa fu perciò a lungo in contrapposizione con [[papa Alessandro III]], cui oppose diversi antipapi di elezione imperiale, nel tentativo di controbilanciare il potere papale che dominava gli stati tedeschi dopo Worms.<ref name=britannica/>
 
La lotta per affermare il potere imperiale condusse Barbarossa all'organizzazione di diverse spedizioni nell'Italia settentrionale. La prima spedizione avvenne nell'ottobre del 1154. Ad una prima [[dieta di Roncaglia]] pretese di riappropriarsi dei diritti regi di cui si erano impossessati i [[Comune (storia medievale)|Comuni]] italiani. Fu in questa occasione che ottenne la corona d'Italia. Fu poi a Roma, dove soppresse il Comune, consegnandone uno dei capi, [[Arnaldo da Brescia]], al papa, che lo incoronò imperatore. Nel 1158 tornò in Italia: a novembre convocò una seconda dieta a Roncaglia, dove emanò la ''[[Constitutio de regalibus]]'', documento che definiva la sua ambizione assolutistica.<ref name=treccani/> Nel 1162 distrusse [[Milano]], che gli si era opposta. Nel 1166, in seguito alla morte di [[Guglielmo I il Malo]], re di Sicilia, Barbarossa organizzò una quarta spedizione italiana, che determinò la formazione di una [[Lega Lombarda]] tra le città dell'Italia settentrionale e si concluse in disastro. In una quinta spedizione, Barbarossa fu sconfitto dalla Lega Lombarda nella [[battaglia di Legnano]] (1176).<ref name=britannica/>
 
L'epiteto "Barbarossa" ({{Tedesco|Rotbart}}) non sorse con Federico in vita e non ebbe alcuna diffusione nella Germania medievale. Fu piuttosto adottato dai [[Firenze|Fiorentini]], per la prima volta nel 1298, per distinguere Federico I da [[Federico II di Svevia|Federico II]]. È peraltro possibile che l'epiteto discendesse da un intento ingiurioso, dato che nel Medioevo i [[capelli rossi]] erano associati alla malizia e all'[[Ira (psicologia)|ira]]. Federico I, del resto, non era rosso, ma [[biondo]].<ref>{{cita|Freed|p. XVIII}}.</ref> La prevalenza di questo epiteto italiano nell'uso tedesco successivo (ma anche inglese), riflette la centralità delle campagne italiane nella sua carriera.
L'epiteto "Barbarossa" ({{Tedesco|Rotbart}}) fu dato dagli italiani, per essere poi mantenuto dallo stesso Federico. medievale in quanto apprezzava il suono della parola
 
Barbarossa morì nell'odierna Turchia meridionale, impegnato nella [[Terza crociata]], cui aveva giurato di partecipare ad una dieta a Magonza del 1188: annegò nel fiume [[Saleph]] (l'antico Calicadno), nei pressi di [[Seleucia in Cilicia]].<ref name=treccani/> È generalmente considerato uno dei più grandi imperatori medievali. Il suo senso della legge e del potere imperiale determinarono la sua ostinata opposizione ai principi tedeschi, ai comuni italiani e al Papa. Tutto ciò concorse, nell'Ottocento, a che i romantici tedeschi ne esaltassero la figura, quale rappresentante dell'unità tedesca.<ref name=britannica/>
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Radevico viveva di una prebenda del capitolo della cattedrale di [[Frisinga]]. Era forse originariamente di condizione servile. Egli non poteva pretendere di avere accesso all'Imperatore come era stato per Ottone. Rimase a corte fino alla primavera del 1159, cercando di ottenere materiali dai prelati che avevano accesso al sovrano. La sua fonte principale fu in quel periodo il protonotario Enrico di Würzburg. Nei due libri che finirà per aggiungere alle ''Gesta'', Radevico si rivolgerà direttamente a Federico in una sola occasione, a testimonianza della condizione radicalmente differente rispetto a quella del maestro.<ref name=freed.xxvi/> Egli ebbe però modo di vederlo in persona e la sua descrizione (come anche quella di [[Acerbo Morena]]) permette di ipotizzare che la cosiddetta [[Testa di Cappenberg]], un reliquiario in bronzo dorato in cui Ottone di Cappenberg porrà dei capelli dell'[[apostolo Giovanni]] (reliquia che aveva ottenuto dal duca Federico II), raffiguri il Barbarossa. In particolare, Radevico descrive il Barbarossa attribuendogli capelli biondi e una barba "rossastra". La descrizione, però, sembra ricalcare quella che [[Apollinare Sidonio]] fece di [[Teodorico II (Visigoti)|Teodorico II]] e quella che [[Eginardo]] fece di [[Carlomagno]]. La descrizione di Acerbo è più succinta e non menziona la barba rossastra.<ref>{{cita|Freed|pp. 22-23}}.</ref>
 
In generale, Radevico è una fonte molto meno affidabile rispetto ad Ottone, senza contare che un quarto del suo testo è occupato da citazioni e parafrasi dalla [[Bibbia]]. La sua biografia si ferma al febbraio 1160, con il riconoscimento dell'[[antipapa]] [[Vittore IV (antipapa Ottaviano de' Monticelli)|Vittore IV]] al concilio di Pavia. Probabilmente interruppe la propria opera perché Enrico di Würzburg aveva lasciato la corte per una missione diplomatica a [[Costantinopoli]].<ref>{{cita|Freed|pp. XXVI-XXVII}}.</ref>
 
Radevico inviò il testo di Ottone e la sua integrazione, che doveva essere terminata nel giugno del 1160, a [[Ulrico I di Dürrmenz|Ulrico di Dürrmenz]], cancelliere imperiale, e a Enrico di Würzburg, perché revisionassero ed emendassero il testo. Esistono copie della versione depositata al palazzo reale di Haguenau (che però non ci è giunta) e queste differiscono in modo sostanziale dalle copie della versione originale che Radevico deve aver conservato a Frisinga.<ref name=freed.xxvi/>
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Tutti questi diritti rivendicati dall'imperatore però cominciarono a scontentare anche le città filo-imperiali, con la vistosa eccezione di Cremona sicura alleata in tutta questa fase. Milano si ribellò apertamente e conquistò il comune di [[Trezzo sull'Adda|Trezzo]], seguita dalle ribellioni di Brescia e di Crema. Vista la mala parata, Federico, che dopo Roncaglia aveva liberato parte delle sue truppe, chiese urgenti rinforzi, che arrivarono guidati da Enrico il Leone e dallo zio di entrambi [[Guelfo I di Toscana]], che veniva a prendere possesso dei suoi domini in Italia. Erano accompagnati dall'imperatrice [[Beatrice di Borgogna]]. Nel marzo del 1159 Barbarossa entrò a [[Como]] accolto ancora trionfalmente dalla popolazione e dal vescovo Ardizzone che gli consegnò simbolicamente le chiavi della città, mentre a luglio con il determinante appoggio di Cremona mise si occupò dell'[[assedio di Crema]], che si arrese dopo sette mesi e fu rasa al suolo.
 
Intanto era ripresa la controversia con il pontefice sulla questione del primato del papa, che aveva portato all'esasperazione [[papa Adriano IV|Adriano IV]], che pensava di scomunicare l'imperatore, quando il papa improvvisamente, il 1º settembre morì. Il 7 settembre, la maggioranza dei [[cardinale|cardinali]] [[Conclave del 1159|elesse come papa Rolando Bandinelli]] che prese il nome di [[papa Alessandro III|Alessandro III]], e che rappresentava la continuità della politica di Adriano in appoggio ai Comuni, mentre un'esigua minoranza votò per il cardinale [[Antipapa Vittore IV|Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani]], buon amico di Federico<ref>Ottaviano dei Crescenzi Ottaviani, legato papale in Germania presso [[Corrado III di Svevia|Corrado III]], tra il 1150 e il 1151, fece la conoscenza di Federico, giovane duca di Svevia, stabilendo con lui rapporti cordiali e amichevoli.</ref>, che prese il nome di Vittore IV e che cercava una politica di intesa coll'imperatore. Federico convocò un concilio a [[Pavia]], nel febbraio 1160, a cui Alessandro rifiutò di comparirvi e, dato che risposero solo i vescovi tedeschi e del nord Italia, il sinodo riconobbe papa Vittore IV, che scomunicò Alessandro III che, a sua volta, scomunicò sia Vittore IV sia l'imperatore.
 
[[File:Milan leaders surrender to Barbarossa Year1162.jpg|thumb|upright=1.6|1º marzo 1162 i consoli di Milano davanti a Federico Barbarossa chiedono clemenza]]
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== Bibliografia ==
* {{Citacita libro|autore=[[Franco Cardini]]|titolo=Il Barbarossa. Vita, trionfi e illusioni di Federico I Imperatore|edizione=Collezione Le Scie|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1985}}
* {{cita libro|autore=John Freed|titolo=Frederick Barbarossa: The Prince and the Myth|città=New Haven|editore=Yale University Press|anno=2016|url=https://doi-org.wikipedialibrary.idm.oclc.org/10.12987/9780300221169|lingua=en|cid=Freed}}
* {{Citacita libro|autore=Paolo Grillo|titolo=Legnano 1176. Una battaglia per la libertà|edizione=Collana Storia e Società|editore=Laterza|città=Roma|anno=2010|isbn=978-88-420-9243-8|cid=Grillo, 2010}}
* {{Citacita libro|autore=Paolo Grillo|titolo=Le guerre del Barbarossa. I comuni contro l'imperatore|edizione=Collana Storia e società|editore=Laterza|città=Roma|anno=2014|isbn=978-88-581-1171-0}}
* {{cita pubblicazione|autore=H. Koeppler|anno=1939|titolo=Frederick Barbarossa and the Schools of Bologna|rivista=The English Historical Review|numero=216|volume=54|pp=577-607|url=https://www-jstor-org.wikipedialibrary.idm.oclc.org/stable/554698|lingua=en|cid=Koeppler}}
* {{cita conferenza|curatore=Raoul Manselli|curatore2=Josef Riedmann|titolo=Federico Barbarossa nel dibattito storiografico in Italia e in Germania|conferenza=Atti della settimana di studio, [Trento] 8-13 settembre 1980|collana=Annali dell'Istituto storico italo-germanico|volume=quaderno 10|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=1982|url=https://books.fbk.eu/media/pubblicazioni/Q_10_PDF_completo.pdf|SBN=MIL0026306|cid=Manselli e Riedmann}}
* {{cita pubblicazione|autore=Michael McGrade|titolo='O rex mundi triumphator': Hohenstaufen Politics in a Sequence for Saint Charlemagne|rivista=Early Music History|anno=1998|volume=17|pp=183-219|editore=Cambridge University Press|url=https://www-jstor-org.wikipedialibrary.idm.oclc.org/stable/pdf/853883.pdf|lingua=en|cid=McGrade}}
* {{Citacita libro|autore=Federico Rossi Di Marignano|titolo=Federico Barbarossa e Beatrice di Borgogna. Re e regina d'Italia|editore=Mondadori|città=Milano|anno=2009|isbn=978-88-04-58676-0}}
* {{cita pubblicazione|autore=[[Joseph Rovan]]|anno=1992|titolo=I. Esquisse historique|rivista=Commentaire|numero=57(1)|pp=37-41|url=https://shs-cairn-info.wikipedialibrary.idm.oclc.org/revue-commentaire-1992-1-page-37?lang=fr&ref=doi|lingua=fr|cid=Rovan (I)}}
* {{cita pubblicazione|autore=[[Joseph Rovan]]|anno=1992|titolo=II. Apogée de l'Empire : de Frédéric Barberousse à Frédéric II (1152-1250)|rivista=Commentaire|numero=57(1)|pp=41-50|url=https://shs-cairn-info.wikipedialibrary.idm.oclc.org/revue-commentaire-1992-1-page-41?lang=fr|lingua=fr|cid=Rovan (II)}}
* {{Citacita libro|autore=Rudolph Wahl|titolo=Barbarossa|traduttore=Giorgio Agosti|edizione=Collana [[Biblioteca di cultura storica]] n.19|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1945}}
* {{Citacita libro|autore=Ernst Wilhelm Wies|titolo=Federico Barbarossa. Ritratto di un imperatore e di un'epoca|titolooriginale=Kaiser Friedrich Barbarossa. Mythos und Wirklichkeit|annooriginale=1990|traduttore=Aldo Audisio|edizione=Collana La Storia|editore=Rusconi|città=Milano|anno=1991, 1996|isbn=978-88-18-18013-8}}
 
== Voci correlate ==