Gaio Mario: differenze tra le versioni

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|Gens = [[Gens Maria|Maria]]
|data di nascita = [[157 a.C.]]
|luogo di nascita = [[Arpino|CereataeArpinum]]
|data di morte = 13 gennaio [[86 a.C.]]
|luogo di morte = [[Roma]]
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*[[Assedio di Numanzia]]
|Altro_lavoro = [[Console (storia romana)|Console]] della [[Repubblica romana]]
|Decorazioni=[[Trionfo]]
}}
{{Bio
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|PreData = {{latino|Gaius Marius}}, <small>[[Scrittura e pronuncia del latino|pronuncia classica o ''restituta'']]</small>: {{IPA|[ˈɡaː.ɪ.ʊs ˈmarɪ.ʊs]}};<ref>Il ''praenomen'' "Gaio" è forma corretta rispetto al pur comune "Caio". La forma "Caio", infatti, si è diffusa a seguito di un'errata interpretazione dell'abbreviazione epigrafica "C." (vedi, tra gli altri, Gian Biagio Conte, Emilio Pianezzola, Giuliano Ranucci, ''Dizionario della lingua latina'', Firenze, Le Monnier, 2000, sub voce ''Gaius'': «il fraintendimento dell'abbr., in cui la G si scriveva, per conservazione di grafia arcaica, C., ha generato la forma "Caio"»).</ref> nelle [[epigrafe|epigrafi]]: <small>C·MARIVS·C·F·C·N</small>; {{lang-grc|Γαίος Μάριος|Gaios Marios}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = CereataeArpinum
|LuogoNascitaLink = Arpino
|GiornoMeseNascita =
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|Epoca = II a.C.
|Epoca2 = I a.C.
|Attività = militaregenerale
|Attività2 = politico
|Nazionalità = romano
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[[File:Giugurta moneta.gif|left|thumb|Moneta raffigurante [[Giugurta]], il re [[Numidia|numida]], nemico di [[Repubblica romana|Roma]].]]
 
Come abbiamo visto, la famiglia di Mario era per tradizione [[Clientelismo|cliente]] dei Metelli, e Cecilio Metello aveva appoggiato la campagna elettorale di Mario per il tribunato. Sebbene i rapporti con i Metelli si fossero in seguito deteriorati, la rottura non dovette essere definitiva, tanto è vero che [[Quinto Cecilio Metello Numidico|Q. Cecilio Metello]], console nel [[109 a.C.]], prese con sé Mario come suo legatoluogotenente nella [[Guerre contro Giugurta|campagna militare]] contro [[Giugurta]]. I [[Legatus|legati]] erano originariamente semplici rappresentanti del Senato, ma, gradualmente, era invalso l'uso di adibirli a compiti di comando alle dipendenze dei comandanti generali.
Quindi, molto probabilmente; Metello ottenne che il Senato nominasse Mario legato, in modo che potesse servire alle sue dipendenze nella spedizione che si accingeva a compiere in [[Numidia]]. Nel lungo e dettagliato racconto che [[Gaio Sallustio Crispo|Sallustio]] ci fa di questa campagna militare, non si fa menzione di altri legati, e ciò lascia pensare che Mario fosse quello di rango più elevato, nonché braccio destro dello stesso Metello. Questo rapporto conveniva a entrambi, in quanto, mentre Metello si avvantaggiava dell'esperienza militare di Mario, questi rafforzava le sue possibilità di aspirare in seguito al consolato. Va osservato che, se la gravità della rottura con Metello del [[119 a.C.]], alla luce di quanto avvenne in seguito, fu probabilmente riferita in modo esagerato, quella che si determinò riguardo alla condotta della guerra in Numidia fu invece molto più seria e foriera di conseguenze.
 
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=== Riforma militare del sistema di reclutamento (107 a.C.) ===
{{Vedi anche|Riforma mariana dell'esercito romano|Esercito romano|Legione romana}}
[[File:Centurio 70 aC - cropped.jpg|thumb|upright=0.7|Moderna ricostruzione di un [[centurione]] [[roma]]no. Mario riformò l'[[Esercito romano|esercito]] dell'epoca allargando il reclutamento a tutti i [[Cittadinanza romana|cittadini romani]].]]
{{Vedi anche|Riforma mariana dell'esercito romano|Esercito romano|Legione romana}}
Mario aveva un estremo bisogno di raccogliere truppe fresche e, a questo scopo, introdusse una profonda riforma del sistema di reclutamento, foriera di conseguenze di un'importanza di cui lui stesso, al momento, probabilmente non comprese la portata. Tutte le riforme agrarie attuate dai Gracchi si basavano sul tradizionale principio secondo cui erano esclusi dal servizio di leva i cittadini il cui reddito era inferiore a quello stabilito per la quinta classe di censo. I [[Gracchi]], con le loro riforme, avevano cercato di favorire i piccoli proprietari terrieri, che da sempre avevano costituito il nerbo degli eserciti romani, in modo da fare aumentare il numero di quelli che avevano i requisiti per essere arruolati.
Nonostante i loro sforzi, tuttavia, la riforma agraria non risolse la crisi del sistema di arruolamento, che aveva avuto lontana origine dalle sanguinose [[guerre puniche]] del secolo precedente. Si cercò quindi di trovare una soluzione semplicemente abbassando la soglia minima di reddito per appartenere alla quinta classe da 11.000 a 3.000 [[Sesterzio|sesterzi]], ma nemmeno questo fu sufficiente, tanto che già nel [[109 a.C.]] i consoli erano stati costretti a derogare dalle restrizioni sugli arruolamenti imposte dalle leggi graccane. Nel [[107 a.C.]] Mario ruppe ogni indugio e decise di arruolare senza alcuna restrizione riguardo al censo e alle proprietà fondiarie del potenziale soldato.
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=== Guerra in Numidia (107 a.C.) ===
[[File:East Numidia.jpg|thumb|left|upright=1.4|Cartina della [[Numidia]] all'epoca di [[Giugurta]].]]
{{Vedi anche|Guerre contro Giugurta|Bellum Iugurthinum}}
[[File:East Numidia.jpg|thumb|left|upright=1.4|Cartina della [[Numidia]] all'epoca di [[Giugurta]].]]
Ben presto Mario si rese conto che concludere la guerra non era così facile come egli stesso si era in precedenza vantato di poter fare. Dopo essere sbarcato in Africa verso la fine del [[107 a.C.]] costrinse Giugurta a ritirarsi in direzione sud-ovest verso la [[Mauritania]]. Nel 107 suo questore era stato nominato [[Lucio Cornelio Silla]]<ref name="ReferenceA"/>, rampollo di una nobile famiglia patrizia caduta economicamente in disgrazia. A quanto pare Mario non fu contento di avere alle proprie dipendenze un simile giovane dissoluto, ma, inaspettatamente, Silla dimostrò sul campo di possedere grandi qualità di comandante militare.
Nel [[105 a.C.]] [[Bocco I|Bocco]], re di Mauritania e suocero di Giugurta, nonché suo riluttante alleato, si trovò di fronte l'esercito romano in avanzata. I romani gli fecero sapere di essere disponibili a una pace separata e Bocco invitò Silla nella sua capitale per condurvi le trattative. Anche in questa circostanza Silla si dimostrò particolarmente abile e coraggioso; in effetti, Bocco rimase a lungo dubbioso se consegnare Silla a Giugurta oppure, come poi avvenne, Giugurta a Silla. Alla fine, Bocco fu convinto a tradire Giugurta, che fu subito consegnato nelle mani dello stesso Silla.
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=== Cimbri e Teutoni (107-101 a.C.) ===
[[File:Cimbrians and Teutons - it.png|thumb|upright=1.4|Le migrazioni dei Cimbri durante il [[II secolo a.C.]]]]
{{Vedi anche|Guerre cimbriche}}
[[File:Cimbrians and Teutons - it.png|thumb|upright=1.4|Le migrazioni dei Cimbri durante il [[II secolo a.C.]]]]
{{Campagnabox Guerre cimbriche}}
L'arrivo in [[Gallia]] del [[Germani|popolo germanico]] dei [[Cimbri]], quasi immediatamente seguito dalla loro schiacciante vittoria sulle truppe di [[Marco Giunio Silano]], il cui esercito venne infatti del tutto sbaragliato dall'orda nemica, aveva indotto ad un ammutinamento'insurrezione a catena delle tribù [[galli]]che delle regioni meridionali recentemente assoggettate dai Romani. Nel [[107 a.C.]] il console [[Lucio Cassio Longino]] venne completamente sconfitto da una tribù gallica transalpina, e l'ufficiale di grado più elevato fra quelli sopravvissuti ([[Gaio Popilio Lenate]]), figlio del console dell'anno 132, riuscì a mettere in salvo quanto restava delle forze romane solo dopo aver ceduto metà degli equipaggiamenti e aver subito l'umiliazione di far marciare il proprio esercito sotto il giogo, in mezzo allo scherno dei vincitori.
L'anno successivo ([[106 a.C.]]) un altro console, [[Quinto Servilio Cepione (console 106 a.C.)|Quinto Servilio Cepione]], marciò contro le tribù stanziate nella zona di [[Tolosa]], che si erano ribellate a Roma, e si impossessò di un'enorme somma di denaro custodita nei santuari dei templi (il cosiddetto ''[[Aurum Tolosanum|Oro di Tolosa]]'' o ''[[Aurum Tolosanum]]''). La maggior parte di questo tesoro sparì misteriosamente durante il trasporto verso Massilia (l'odierna [[Marsiglia]]) e, molto probabilmente, fu lo stesso Cepione che ordinò il finto furto per impossessarsi dell'oro. Cepione fu confermato nel comando anche per l'anno successivo, mentre uno dei nuovi consoli, [[Gneo Mallio Massimo]], si unì a lui nelle operazioni in Gallia meridionale. Al pari di Mario, anche Mallio era un ''[[Homo novus|uomo nuovo]]'', e la collaborazione fra lui e Cepione si dimostrò subito impossibile.
I Cimbri e i [[Teutoni]] erano entrambi composti da tribù di ceppo germanico che, nel corso delle proprie migrazioni, erano apparse sul corso del [[Rodano|fiume Rodano]] proprio mentre l'esercito di Mallio si trovava nella stessa zona. Cepione, che era accampato sulla riva opposta del fiume, si rifiutò in un primo momento di venire in soccorso del collega minacciato, decidendosi ad attraversare il fiume solo dopo che il Senato gli aveva ordinato di cooperare con Mallio. Tuttavia egli si rifiutò di unire le forze dei due eserciti, e si mantenne a debita distanza dal collega. I Germani approfittarono della situazione e, dopo aver sbaragliato Cepione, distrussero anche l'esercito di Mallio il 6 ottobre del [[105 a.C.]] presso la città di [[Orange (Francia)|Arausio]].
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=== Resa dei conti con i popoli germanici (102-101 a.C.) ===
[[File:Mario vincitore dei Cimbri.jpg|upright=1.4|thumb|Francesco Saverio Altamura, ''Mario vincitore dei Cimbri'', 1863 circa]]
{{Vedi anche|Battaglia di Aquae Sextiae|Battaglia dei Campi Raudii}}
[[File:Mario vincitore dei Cimbri.jpg|upright=1.4|thumb|Francesco Saverio Altamura, ''Mario vincitore dei Cimbri'', 1863 circa]]
Nel [[102 a.C.]] i Cimbri dalla Spagna tornarono in Gallia, e, insieme con i Teutoni, decisero di invadere l'Italia. Questi ultimi avrebbero dovuto puntare a sud dirigendosi verso le coste del Mediterraneo, mentre i Cimbri dovevano penetrare nell'Italia settentrionale da nord-est attraversando il [[passo del Brennero]] (”per alpes Rhaeticas”). Infine i [[Tigurini]], la tribù celtica loro alleata che aveva sconfitto Longino nel [[107]] pensavano di attraversare le [[Alpi]] provenendo da nord-ovest. La decisione di dividere in questo modo le loro forze si sarebbe dimostrata fatale, poiché diede ai Romani, avvantaggiati anche dalle linee di approvvigionamento molto più corte, la possibilità di affrontare separatamente i vari contingenti, concentrando le proprie forze laddove era di volta in volta necessario.
 
Nel frattempo Mario aveva organizzato nel migliore dei modi la propria armata. I soldati erano stati sottoposti a un addestramento che mai in precedenza si era visto, ed erano abituati a sopportare senza lamentarsi le fatiche delle lunghe marce di avvicinamento, dell'allestimento degli accampamenti e delle macchine da guerra, tanto da meritarsi il soprannome di ''muli di Mario''.<ref>[[Sesto Giulio Frontino]], ''[[Strategemata]]'', IV, 1.7.</ref> Dapprima decise di affrontare i [[Teutoni]], che si trovavano in quel momento nella provincia della [[Gallia Narbonense]] e si stavano dirigendo verso le Alpi. In un primo momento rifiutò lo scontro, preferendo arretrare fino ad ''Aquae Sextiae'' (l'attuale [[Aix-en-Provence|Aix en Provence]]), un insediamento fondato da [[Gaio SestioSextio CalvoCalvino]], [[Console (storia romana)|console]] nel [[109 a.C.]], in modo da sbarrare loro il cammino. Alcuni contingenti di [[Ambroni]], avanguardia dell'esercito dei [[Germani]], si lanciarono avventatamente all'attacco delle posizioni romane, senza aspettare l'arrivo di rinforzi, e 30.000 di essi rimasero uccisi. Mario schierò poi un contingente di 30.000 uomini per tendere un'imboscata al grosso dell'esercito dei Germani, che presi alle spalle e attaccati frontalmente, furono completamente sterminati e persero 100.000 uomini,<ref>150.000 uomini secondo altre fonti, vedi [[Velleio Patercolo]], ''[[Historiae Romanae ad M. Vinicium consulem libri duo]]'', II, 12.</ref> e quasi altrettanti ne furono catturati.
 
[[File:Tiepolo Vercellae.jpg|left|thumb|''Battaglia di Vercelli'', 1725-1729 del [[Giambattista Tiepolo|Tiepolo]].]]
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=== Guerra sociale (95-88 a.C.) ===
[[File:Sulla Glyptothek Munich 309.jpg|left|thumb|upright=0.8|Busto di [[Lucio Cornelio Silla]], il rivale di Mario.]]
{{Vedi anche|Guerra sociale}}
[[File:Sulla Glyptothek Munich 309.jpg|left|thumb|upright=0.8|Busto di [[Lucio Cornelio Silla]], il rivale di Mario.]]
Durante gli anni di assenza di Mario da Roma, e subito dopo il suo ritorno, Roma conobbe alcuni anni di relativa tranquillità. Nel [[95 a.C.]], tuttavia, venne approvata una legge che decretava che tutti coloro che non fossero cittadini romani, cioè coloro che provenivano da altre città italiche, dovessero essere espulsi da Roma. Nel [[91 a.C.]] [[Marco Livio Druso (tribuno)|Marco Livio Druso]] fu eletto tribuno e propose una grande distribuzione di terre appartenenti allo Stato, l'allargamento del Senato e la concessione della cittadinanza romana a tutti gli uomini liberi di tutte le città italiche. Il successivo assassinio di Druso provocò l'immediata insurrezione delle città-Stato italiche contro Roma, e la [[Guerra sociale]] (da ''socii'', gli alleati italici) degli anni [[91 a.C.]] - [[88 a.C.]] Mario fu chiamato ad assumere, insieme con Silla, il comando degli eserciti chiamati a sedare la pericolosa rivolta.
 
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Finita la guerra in Italia si aprì un nuovo fronte in Asia, dove [[Mitridate VI del Ponto|Mitridate]], re del [[Ponto]], nel tentativo di allargare verso occidente i confini del suo regno, invase la [[Grecia]]. Posto di fronte alla scelta se affidare il comando dell'inevitabile guerra contro Mitridate a Silla o Mario, il Senato, in un primo momento, scelse Silla. In seguito, tuttavia, quando il tribuno della plebe [[Publio Sulpicio Rufo]], appoggiato da Mario, cercò di far passare una legge per distribuire gli alleati italici nelle tribù cittadine, in modo da influenzare con il loro voto i comizi, nacque uno scontro nel quale il figlio del console [[Quinto Pompeo Rufo]] trovò la morte.
 
Silla, sfuggito alla confusione, si rifugiò nella casa dello stesso Mario. Intanto la legge venne approvata e le tribù che adesso contenevano anche i nuovi cittadini fecero passare una legge secondo la quale veniva affidata a Mario la guerra contro Mitridate. Intanto nell'88 a.C. Silla aveva già raggiunto l'esercito a Nola e Mario fece mandare due tribuni per riportarlo a Roma. Ma l'esercito uccise i tribuni e Silla con esso marciò alla volta di Roma. Mario, dichiarato nemico pubblico da Silla, all'arrivo di questi abbandonò precipitosamente l'Urbe, rifugiandosi in un primo tempo tra le paludi di [[Minturnae]]. I magistrati locali decretarono la sua morte per mano di uno schiavo cimbro, il quale, però, mosso a compassione o intimorito per la sua fama, non diede corso all'esecuzione. Plutarco, in Marium, scrisse che i Minturnesi, mossi a compassione, lo aiutarono a imbarcarsi sulla nave di Beleo, diretta in l'Africa, ove visse per un po' di tempo in esilio. Data l'assenza di Mario, [[Gneo Ottavio (console 87 a.C.)|Gneo Ottavio]] e [[Lucio Cornelio Cinna (console 87 a.C.)|Lucio Cornelio Cinna]] furono eletti consoli nell'[[87 a.C.]], mentre Silla, nominato proconsole, si mise in marcia verso oriente con l'esercito.
 
=== Settimo consolato e morte (86 a.C.) ===
[[File:Gaius Marius sitting in exile-Internet Archive.jpg|upright=0.8|thumb|Mario in esilio.]]
Mentre Silla conduceva la sua campagna militare in Grecia, a Roma il confronto fra la fazione conservatrice di Ottavio, rimasto fedele a Silla, e quella popolare e radicale di Cinna si inasprì sfociando in aperto scontro. A questo punto, nel tentativo di avere la meglio su Ottavio, Mario, insieme con il figlio, rientrò dall'[[Africa]] con un esercito ivi raccolto e unì le proprie forze a quelle di Cinna, che aveva radunato truppe filomariane ancora impegnate in Campania contro gli ultimi ''[[Guerra sociale|socii]]'' ribelli. Gli eserciti alleati entrarono in Roma, di modo che Cinna fu eletto console per la seconda volta e Mario per la settima. Seguì una feroce repressione contro gli esponenti del partito conservatore: Silla fu proscritto, le sue case distrutte e i suoi beni confiscati. TuttaviaMa nel primo mese del suo mandato, all'età di 71 anni, Mario morì nell'86 a.C.- Dopo la morteall'età di quest'ultimo71 anni. Cinna divenne di fatto il padrone della repubblica e mantenne il consolato per altri due anni di seguito fino all'84 a.C. per poi morire, vittima di un ammutinamento, mentre si dirigeva con l'esercito verso la Grecia. Il busto bronzeo di Gaio Mario si trova collocato attualmente nel Municipio di [[Minturno]].
 
L'armata di Silla, dopo aver conclusoConclusa vittoriosamente la campagna nel Ponto, Silla rientrò in Italia sbarcando a [[Brindisi]] nell'[[83 a.C.]], e sconfisse il figlio di Mario, [[Gaio Mario il Giovane]], che morì in combattimentobattaglia a ''[[Palestrina|Praeneste]]'', a circa 50 chilometri da Roma. [[Gaio Giulio Cesare]], nipote della moglie di Mario, sposò una delle figlie di Cinna. Dopo il ritorno di Silla a Roma si instaurò un regime di restaurazione che perpetrò le più feroci repressioni, tanto che [[Gaio Giulio Cesare]] (che era nipote della moglie di Mario e aveva sposato una delle figlie di Cinna) fu costretto a fuggire in [[Cilicia]], dove rimase fino alla morte di Silla nel [[78 a.C.]]
Il busto bronzeo di Gaio Mario si trova collocato attualmente nel Municipio di [[Minturno]]. <br />
 
Lo storico greco riferisce anche che Gaio Mario ebbe una relazione di lunga data con un comandante che era al contempo un erudito intellettuale spiccatamente filoellenico, che gli dedicò vari epigrammi molto raffinati e a carattere omoerotico.<ref>{{cita video | curatore = Marina Mattei (Sovrintenza ai Musei Capitolini) | autore = Marina Mattei | autore2 = [[Maddalena Crippa]] | url = https://www.youtube.com/watch?v=0-WIs97t64Y | titolo = Luce sull'archeologia - Le idi di marzo a Largo Argentina - Incontro | data = 4 marzo 2015 | città = Roma | editore = Teatro di Roma | sito = Youtube | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170329115818/https://www.youtube.com/watch?v=0-WIs97t64Y/ | urlmorto = no | accesso = 16 dicembre 2019 | dataarchivio = 29 marzo 2017 }}, al minuto 29:00 e al min. 32:00.</ref>
 
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* Giuseppe Antonelli, ''Gaio Mario'', Roma 1995.
* [[Jérôme Carcopino]], ''Silla'', Milano 1981.
* {{cita libro|autore=[[Luciano Canfora]]|titolo=Giulio Cesare. Il dittatore democratico|url=https://archive.org/details/giuliocesareildi0000canf|editore=Laterza|anno=1999|lingua=it|cid=Canfora 1999|isbn=88-420-5739-8}}
* {{Cita libro|autore=J. Carcopino|titolo=Giulio Cesare|traduttore=Anna Rosso Cattabiani|editore=Rusconi Libri|anno=1981|lingua=it|cid=Carcopino 1981|isbn=88-18-18195-5}}
* {{cita libro|autore=[[André Piganiol|Piganiol André]]|titolo=Le conquiste dei romani|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1989|lingua=it|cid=Piganiol 1989|isbn=88-04-32321-3}}