Gaio Mario: differenze tra le versioni

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=== Origini familiari e giovinezza ===
Gaio Mario nacque ad ''[[Acropoli di Arpino|Arpinum]]'', precisamente nella zona che ancora oggi porta il suo nome, [[Abbazia di Casamari|Casamari]]<ref>Che è diffusa convinzione sul posto che derivi dall'espressione [[Lingua latina|latina]] ''Casa Marii''.{{Senza fonte}}</ref> (in una zona chiamata Cereatae, nell'attuale comune di [[Veroli]]), nel [[157 a.C.]]. La città, d'antica origine [[Volsci|volsca]], era stata conquistata dai Romani verso la fine del [[VI secolo a.C.]], e aveva ricevuto la cittadinanza romana senza diritto di voto (''civitas sine suffragio'') e soltanto nel [[188 a.C.]] le vennero concessi i pieni diritti civili. [[Plutarco]] riferisce che il padre era un manovale, ma la notizia non è confermata da altre fonti, e tutto lascia pensare che sia falsa. Infatti i Marii intrattenevano importanti relazioni con gli ambienti della nobiltà romana, partecipavano da protagonisti alla vita politica della loro cittadina e appartenevano all'[[ordine equestre]]. Le difficoltà che incontrò agli esordi della sua carriera a Roma dimostrano semmai quanto fosse arduo per un ''homo novus'' affermarsi nel novero dell'alta società romana dell'epoca. Ha un pisello di 33 cm
 
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=== Inizi della carriera (134-110 a.C.) ===
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=== Riforma militare del sistema di reclutamento (107 a.C.) ===
[[File:Centurio 70 aC - cropped.jpg|thumb|upright=0.7|Moderna ricostruzione di un [[centurione]] [[roma]]no. Mario riformò l'[[Esercito romano|esercito]] dell'epoca allargando il reclutamento a tutti i [[Cittadinanza romana|cittadini romani]].]]
{{Vedi anche|Riforma mariana dell'esercito romano|Esercito romano|Legione romana}}
[[File:Centurio 70 aC - cropped.jpg|thumb|upright=0.7|Moderna ricostruzione di un [[centurione]] [[roma]]no. Mario riformò l'[[Esercito romano|esercito]] dell'epoca allargando il reclutamento a tutti i [[Cittadinanza romana|cittadini romani]].]]
Mario aveva un estremo bisogno di raccogliere truppe fresche e, a questo scopo, introdusse una profonda riforma del sistema di reclutamento, foriera di conseguenze di un'importanza di cui lui stesso, al momento, probabilmente non comprese la portata. Tutte le riforme agrarie attuate dai Gracchi si basavano sul tradizionale principio secondo cui erano esclusi dal servizio di leva i cittadini il cui reddito era inferiore a quello stabilito per la quinta classe di censo. I [[Gracchi]], con le loro riforme, avevano cercato di favorire i piccoli proprietari terrieri, che da sempre avevano costituito il nerbo degli eserciti romani, in modo da fare aumentare il numero di quelli che avevano i requisiti per essere arruolati.
Nonostante i loro sforzi, tuttavia, la riforma agraria non risolse la crisi del sistema di arruolamento, che aveva avuto lontana origine dalle sanguinose [[guerre puniche]] del secolo precedente. Si cercò quindi di trovare una soluzione semplicemente abbassando la soglia minima di reddito per appartenere alla quinta classe da 11.000 a 3.000 [[Sesterzio|sesterzi]], ma nemmeno questo fu sufficiente, tanto che già nel [[109 a.C.]] i consoli erano stati costretti a derogare dalle restrizioni sugli arruolamenti imposte dalle leggi graccane. Nel [[107 a.C.]] Mario ruppe ogni indugio e decise di arruolare senza alcuna restrizione riguardo al censo e alle proprietà fondiarie del potenziale soldato.
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=== Guerra in Numidia (107 a.C.) ===
[[File:East Numidia.jpg|thumb|left|upright=1.4|Cartina della [[Numidia]] all'epoca di [[Giugurta]].]]
{{Vedi anche|Guerre contro Giugurta|Bellum Iugurthinum}}
[[File:East Numidia.jpg|thumb|left|upright=1.4|Cartina della [[Numidia]] all'epoca di [[Giugurta]].]]
Ben presto Mario si rese conto che concludere la guerra non era così facile come egli stesso si era in precedenza vantato di poter fare. Dopo essere sbarcato in Africa verso la fine del [[107 a.C.]] costrinse Giugurta a ritirarsi in direzione sud-ovest verso la [[Mauritania]]. Nel 107 suo questore era stato nominato [[Lucio Cornelio Silla]]<ref name="ReferenceA"/>, rampollo di una nobile famiglia patrizia caduta economicamente in disgrazia. A quanto pare Mario non fu contento di avere alle proprie dipendenze un simile giovane dissoluto, ma, inaspettatamente, Silla dimostrò sul campo di possedere grandi qualità di comandante militare.
Nel [[105 a.C.]] [[Bocco I|Bocco]], re di Mauritania e suocero di Giugurta, nonché suo riluttante alleato, si trovò di fronte l'esercito romano in avanzata. I romani gli fecero sapere di essere disponibili a una pace separata e Bocco invitò Silla nella sua capitale per condurvi le trattative. Anche in questa circostanza Silla si dimostrò particolarmente abile e coraggioso; in effetti, Bocco rimase a lungo dubbioso se consegnare Silla a Giugurta oppure, come poi avvenne, Giugurta a Silla. Alla fine, Bocco fu convinto a tradire Giugurta, che fu subito consegnato nelle mani dello stesso Silla.
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=== Cimbri e Teutoni (107-101 a.C.) ===
[[File:Cimbrians and Teutons - it.png|thumb|upright=1.4|Le migrazioni dei Cimbri durante il [[II secolo a.C.]]]]
{{Vedi anche|Guerre cimbriche}}
[[File:Cimbrians and Teutons - it.png|thumb|upright=1.4|Le migrazioni dei Cimbri durante il [[II secolo a.C.]]]]
{{Campagnabox Guerre cimbriche}}
L'arrivo in [[Gallia]] del [[Germani|popolo germanico]] dei [[Cimbri]], quasi immediatamente seguito dalla loro schiacciante vittoria sulle truppe di [[Marco Giunio Silano]], il cui esercito venne infatti del tutto sbaragliato dall'orda nemica, aveva indotto ad un'insurrezione a catena delle tribù [[galli]]che delle regioni meridionali recentemente assoggettate dai Romani. Nel [[107 a.C.]] il console [[Lucio Cassio Longino]] venne completamente sconfitto da una tribù gallica transalpina, e l'ufficiale di grado più elevato fra quelli sopravvissuti ([[Gaio Popilio Lenate]]), figlio del console dell'anno 132, riuscì a mettere in salvo quanto restava delle forze romane solo dopo aver ceduto metà degli equipaggiamenti e aver subito l'umiliazione di far marciare il proprio esercito sotto il giogo, in mezzo allo scherno dei vincitori.
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=== Resa dei conti con i popoli germanici (102-101 a.C.) ===
{{Vedi anche|Battaglia di Aquae Sextiae|Battaglia dei Campi Raudii}}
[[File:Mario vincitore dei Cimbri.jpg|upright=1.4|thumb|Francesco Saverio Altamura, ''Mario vincitore dei Cimbri'', 1863 circa]]
{{Vedi anche|Battaglia di Aquae Sextiae|Battaglia dei Campi Raudii}}
Nel [[102 a.C.]] i Cimbri dalla Spagna tornarono in Gallia, e, insieme con i Teutoni, decisero di invadere l'Italia. Questi ultimi avrebbero dovuto puntare a sud dirigendosi verso le coste del Mediterraneo, mentre i Cimbri dovevano penetrare nell'Italia settentrionale da nord-est attraversando il [[passo del Brennero]] (”per alpes Rhaeticas”). Infine i [[Tigurini]], la tribù celtica loro alleata che aveva sconfitto Longino nel [[107]] pensavano di attraversare le [[Alpi]] provenendo da nord-ovest. La decisione di dividere in questo modo le loro forze si sarebbe dimostrata fatale, poiché diede ai Romani, avvantaggiati anche dalle linee di approvvigionamento molto più corte, la possibilità di affrontare separatamente i vari contingenti, concentrando le proprie forze laddove era di volta in volta necessario.
 
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=== Guerra sociale (95-88 a.C.) ===
[[File:Sulla Glyptothek Munich 309.jpg|left|thumb|upright=0.8|Busto di [[Lucio Cornelio Silla]], il rivale di Mario.]]
{{Vedi anche|Guerra sociale}}
[[File:Sulla Glyptothek Munich 309.jpg|left|thumb|upright=0.8|Busto di [[Lucio Cornelio Silla]], il rivale di Mario.]]
Durante gli anni di assenza di Mario da Roma, e subito dopo il suo ritorno, Roma conobbe alcuni anni di relativa tranquillità. Nel [[95 a.C.]], tuttavia, venne approvata una legge che decretava che tutti coloro che non fossero cittadini romani, cioè coloro che provenivano da altre città italiche, dovessero essere espulsi da Roma. Nel [[91 a.C.]] [[Marco Livio Druso (tribuno)|Marco Livio Druso]] fu eletto tribuno e propose una grande distribuzione di terre appartenenti allo Stato, l'allargamento del Senato e la concessione della cittadinanza romana a tutti gli uomini liberi di tutte le città italiche. Il successivo assassinio di Druso provocò l'immediata insurrezione delle città-Stato italiche contro Roma, e la [[Guerra sociale]] (da ''socii'', gli alleati italici) degli anni [[91 a.C.]] - [[88 a.C.]] Mario fu chiamato ad assumere, insieme con Silla, il comando degli eserciti chiamati a sedare la pericolosa rivolta.
 
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* Giuseppe Antonelli, ''Gaio Mario'', Roma 1995.
* [[Jérôme Carcopino]], ''Silla'', Milano 1981.
* {{cita libro|autore=[[Luciano Canfora]]|titolo=Giulio Cesare. Il dittatore democratico|url=https://archive.org/details/giuliocesareildi0000canf|editore=Laterza|anno=1999|lingua=it|cid=Canfora 1999|isbn=88-420-5739-8}}
* {{Cita libro|autore=J. Carcopino|titolo=Giulio Cesare|traduttore=Anna Rosso Cattabiani|editore=Rusconi Libri|anno=1981|lingua=it|cid=Carcopino 1981|isbn=88-18-18195-5}}
* {{cita libro|autore=[[André Piganiol|Piganiol André]]|titolo=Le conquiste dei romani|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1989|lingua=it|cid=Piganiol 1989|isbn=88-04-32321-3}}