Concilio Vaticano II: differenze tra le versioni
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{{Concilio ecumenico
|nome = Concilio Vaticano II
|immagine = Second Vatican Council by Lothar Wolleh 006.jpg| I padri conciliari escono dalla [[basilica di San Pietro]] a conclusione di una seduta|
|luogo = {{SCV}}
|data = 11 ottobre [[1962]] - 8 dicembre [[1965]]
|accettato = [[Chiesa cattolica|cattolici]] (XXI)
|precedente = [[Concilio Vaticano I]]
|successivo = ''nessuno''
|convocato = [[
|presieduto = [[
|partecipanti = circa 2450
|argomenti = La Chiesa nel [[modernità|mondo moderno]], [[
|documenti = quattro costituzioni, nove decreti e tre dichiarazioni (vedi [[Documenti del Concilio Vaticano II]])
|Gruppi scismatici =
|scismatici = [[Fraternità sacerdotale San Pio X]]<br/>[[Sedevacantismo]]<br/>[[Sedeprivazionismo]]<br/>[[Chiesa cattolica palmariana]]}}
{{Concili della Chiesa cattolica}}
Il '''Concilio Ecumenico Vaticano II''', abbreviato come '''Vaticano II''', è stato il ventunesimo e il più recente [[concilio ecumenico]] della [[Chiesa cattolica]]
La sua convocazione fu annunciata da [[papa Giovanni XXIII
La prima sessione iniziò nell'ottobre 1962 e si interruppe a seguito della morte del Pontefice il 3 giugno dell'anno seguente. Le altre tre sessioni furono convocate e presiedute dal suo successore [[papa Paolo VI]], fino al termine dei lavori l'8 dicembre 1965, solennità dell'[[Immacolata Concezione]]. I vescovi cattolici discussero gli argomenti riguardanti la vita della Chiesa e la sua apertura alle istanze
L'importanza del Concilio Vaticano II è stata paragonata a quella del [[Concilio di Trento]] (1545-1563), e il suo ruolo nel XX secolo e nel futuro della Chiesa è ancora oggetto di dibattito storico e dottrinale<ref name="RosaCracco2001">{{Cita libro|autore=Gabriele De Rosa, Giorgio Cracco|titolo=Il papato e l'Europa|url=http://books.google.com/books?id=cGNilPheXA8C&pg=PA237|anno=2001|editore=Rubbettino Editore|isbn=978-88-498-0222-1|p=237}}</ref>. Pertanto, come il Concilio di Trento è stato il concilio della [[Controriforma]] (o "prima riforma cattolica"), il Concilio Vaticano II è stato chiamato il concilio della "seconda riforma cattolica".
== Storia ==
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Fin dalla sospensione del [[Concilio Vaticano I]], interrotto nel [[1870]] a causa della [[presa di Roma]], l'orientamento generale delle gerarchie ecclesiastiche era di riprenderne le sessioni per completare i lavori lasciati in sospeso.<ref name=Riccardi>Andrea Riccardi, ''Il Papa all'origine del Concilio,'' in ''Concilio Vaticano II. Ricerche e documenti. 4'', 2004, pp. 25-40.</ref> Nell'enciclica ''[[Ubi Arcano Dei Consilio]]'' del [[1922]] [[papa Pio XI]] aveva manifestato il proposito di riprendere il Vaticano I,<ref>{{Cita web|http://www.vatican.va/holy_father/pius_xi/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_19221223_ubi-arcano-dei-consilio_it.html|Testo integrale dell'enciclica Ubi Arcano Dei Consilio|17 aprile 2013}}</ref> e, a questo scopo, aveva inviato a cardinali e vescovi una lettera chiedendo il loro parere sulla ripresa dell'assise. L'iniziativa, tuttavia, sfumò a causa della vastità del dibattito e della [[questione romana]] ancora aperta.<ref name=Riccardi/>
Anche [[Papa Pio XII|Pio XII]] aveva valutato la possibilità di riprendere le sessioni del concilio o di indirne uno nuovo, affidando la questione al [[Sant'Uffizio]], dove una piccola commissione incominciò a lavorare su queste ipotesi il 15 marzo [[1948]]. Nel febbraio dell'anno seguente papa Pacelli istituì la commissione speciale preparatoria, nominando [[Francesco Borgongini Duca]] come presidente e il gesuita Pierre Charles come segretario. La commissione concluse che una mera ripresa del Vaticano I non sarebbe stata in grado di affrontare i numerosi nuovi problemi, sorti nella Chiesa dal 1870 ad allora, e la convocazione di un nuovo concilio avrebbe comportato notevoli difficoltà in merito alla sua organizzazione e impostazione.<ref>Andrea Riccardi, ''Preparare il Concilio: Papa e Curia alla vigilia del Vaticano II'', in ''Le Deuxième Concile du Vatican (1959-1965)'', Collection de l'École Française de Rome, 113, Roma, 1989, pp. 181-184.</ref> Sentito il parere della commissione, il 4 gennaio [[1951]]
La decisione di Pio XII fu motivata principalmente dal fatto che, nel corso del suo pontificato, erano sorte in ambiti protestanti francesi, olandesi e tedeschi numerose tendenze teologiche innovatrici, le quali, sfruttando l'assise conciliare, avrebbero potuto insinuarsi nella dottrina cattolica.<ref>Benny Lai, ''Il Papa non eletto: Giuseppe Siri, cardinale di Santa Romana Chiesa'', Roma e Bari, Laterza, 1993, p. 179.</ref>
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Nel settembre 1959, la Penitenzieria Apostolica concesse l'[[indulgenza]] per la preghiera ufficiale di invocazione dello Spirito Santo sui padri conciliari.<ref>{{cita web| url =https://www.radiospada.org/2013/07/immagine-rara-il-conc-vat-ii-smentito-dal-testo-di-un-santino-per-il-suo-buon-esito-1959/ | titolo =Immagine rara. Il Conc. Vat. II smentito dal testo di un santino “per il suo buon esito” (1959)| data=28 luglio 2013}}</ref> Tale atto segnò l'inizio di un esteso periodo di preghiera in preparazione dei lavori del Vaticano II.
Il 25 dicembre [[1961]] Giovanni XXIII firmò la [[costituzione apostolica]] ''
Il 1º luglio [[1962]] pubblicò inoltre l'[[enciclica]] ''[[Paenitentiam Agere]]'', nella quale si invitavano [[clero]] e [[laicato]] a «prepararsi alla grande celebrazione conciliare con la [[preghiera]], le buone opere e la penitenza», ricordando che nella [[Bibbia]] «ogni gesto di più solenne incontro tra Dio e l'umanità [...] è stato sempre preceduto da un più suadente richiamo alla preghiera e alla penitenza»
=== L'apertura ===
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La diversità non era più rappresentata dalle sole Chiese cattoliche di [[Chiesa cattolica uniate|rito orientale]], ma anche dalle Chiese [[America Latina|latino-americane]] e [[africa]]ne, che chiedevano maggiore considerazione per la loro "diversità". Non solo: al Concilio parteciparono per la prima volta, in qualità di osservatori, anche esponenti delle altre confessioni cristiane diverse da quella cattolica, come ad esempio quelle ortodosse e protestanti.
Tuttavia, Giovanni XXIII e Paolo VI affermarono che il concilio non avrebbe dovuto proclamare nessuna nuova verità dogmatica cui credere sotto pena di peccato e tale da necessitare dell'assistenza infallibile dello Spirito Santo.<ref>{{cita web|url=http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3864_Nitoglia_Fatto_dogmatico_Bergoglio_e_papa.html|titolo=Realtà e validità di un Concilio Ecumenico|autore=don [[Curzio Nitoglia]]|citazione=- Cfr. GIOVANNI XXIII, ''Allocuzione nella solenne inaugurazione del Concilio'', 11 ottobre 1962: PAOLO VI, ''Omelia durante la IX Sessione del Concilio'', 7 dicembre 1965, ripetuta il 16 gennaio 1966; J. RATZINGER, ''Discorso alla Conferenza Episcopale Cilena'', Santiago del Cile, 13 luglio 1988, in “Il Sabato”, n.° 31, 30 luglio-5 agosto 1988: «Il Concilio Vaticano II si è imposto di non definire nessun dogma, ma ha scelto deliberatamente di restare ad un livello modesto, come semplice Concilio puramente pastorale».}}</ref> Il 7 dicembre 1965 [[Paolo VI]] dichiarò:<ref>{{Cita web|url=https://alleanzacattolica.org/qual-e-lautorita-dottrinale-dei-documenti-pontifici-e-conciliari/|titolo=QUAL È L'AUTORITÀ DOTTRINALE DEI DOCUMENTI PONTIFICI E CONCILIARI?|autore=Alleanza Cattolica|sito=Alleanza Cattolica|data=1975-02-11|lingua=it-IT|accesso=2024-06-25}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/speeches/1965/documents/hf_p-vi_spe_19651207_epilogo-concilio.html|titolo=Epilogo del Concilio Ecumenico Vaticano II: Allocuzione durante l'ultima Sessione Pubblica (7 dicembre 1965) {{!}} Paolo VI|sito=www.vatican.va|accesso=2024-06-25}}</ref>
{{quote|Il Magistero della Chiesa non ha voluto pronunciarsi con sentenze dogmatiche straordinarie|Paolo VI, 7 dicembre 1965, in ''Insegnamenti di Paolo VI'', vol. III, Roma 1966, p. 722}}
Pertanto, fu un concilio "ecumenico" nel senso letterale del termine, poiché coinvolse tutta l'ecumene, ma non nel senso ordinariamente inteso di un concilio appartenente al cosiddetto [[Magistero della Chiesa cattolica|magistero]] straordinario o solenne, di cui fanno parte anche i pronunciamenti del papa ''[[ex cathedra]]''. Essendo parte del magistero ordinario e autentico, si ritiene assistito dallo Spirito Santo, ma privo del [[doni dello Spirito Santo|carisma]] dell'[[infallibilità della Chiesa|infallibilità]] (se non per i dogmi proclamati da altri concili e ivi ripresi).<ref>{{cita web|url=https://www.sanpiox.it/archivio/articoli/crisi-nella-chiesa/459-se-vi-possa-essere-un-errore-nei-documenti-del-magistero|titolo=Se vi possa essere un errore nei documenti del Magistero}}</ref> Lo stesso papa Giovanni lo definì un concilio "a carattere prevalentemente pastorale".<ref>Citazione: "Per questo [per ribadire la dottrina] non occorreva un Concilio. Ma dalla rinnovata, serena e tranquilla adesione a tutto l’insegnamento della Chiesa […] lo spirito cristiano, cattolico e apostolico del mondo intero attende un balzo in avanti verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze in corrispondenza […] all’autentica dottrina studiata ed esposta secondo le forme dell’indagine e della formulazione letteraria del pensiero moderno. Altra è la sostanza dell’antica dottrina del depositum fidei, ed altra è la formulazione del suo rivestimento: ed è di questo che devesi – con pazienza se occorre – tener gran conto, tutto misurando nelle forme e proporzioni di un magistero a carattere prevalentemente pastorale".Come citato in {{Cita web|url=http://www.diocesinovara.it/60-anniversario-concilio-vaticano-ii/|titolo=Concilio Vaticano II: il significato della sua intenzione pastorale|autore=andrea79|sito=Diocesi di Novara|data=2022-10-11|lingua=it-IT|accesso=2024-06-25}}</ref> Fu il primo concilio pastorale della storia, in senso tecnico. Secondo la Santa Sede:
{{quote|Giovanni XXIII volle un concilio pastorale e di aggiornamento. Questo suo pensiero fu da alcuni interpretato in senso riduttivo e distorto. Nella sua prima enciclica ''[[Ad Petri Cathedram]]'', 29 giugno 1959, egli precisò che il concilio principalmente intendeva promuovere l'incremento della fede, il rinnovamento dei costumi e l'aggiornamento della disciplina ecclesiastica. Esso avrebbe costituito uno spettacolo di verità, unità e carità, e sarebbe stato per i fratelli separati un invito all'unità voluta da Cristo. [...] Aprendo il concilio, il Papa l'11 ottobre 1962 dichiarò che il fine principale di esso era di ''custodire ed insegnare in forma più efficace il sacro deposito della dottrina cristiana''; e indicò le linee di questo esercizio magisteriale. L'auspicato rinnovamento nella vita e nella missione della Chiesa deve compiersi nella fedeltà ai sacri principi, alla dottrina immutabile, seguendo le orme dell'antica tradizione: «Il concilio vuole trasmettere pura e integra la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti».[...] La pastoralità del Vaticano II consiste nello studiare ed approfondire la dottrina, ''esprimendola in modo che possa essere meglio conosciuta, accettata ed amata''. Senza pronunciarsi con sentenze dogmatiche e straordinarie, il Vaticano II avrebbe espresso, con la voce della carità pastorale, il suo insegnamento su molte questioni che al presente impegnano la coscienza e l'attività dell'uomo; non si sarebbe rivolto soltanto all'intelligenza speculativa, ma avrebbe parlato all'uomo di oggi qual è.|{{cita web|url=https://www.vatican.va/jubilee_2000/magazine/documents/ju_mag_01051997_p-21_it.html|autore=Mons. [https://www.mercoglianonews.it/2014/07/stamani-scoperta-la-lapide-commemorativa-dedicata-alla-memoria-di-mons-vincenzo-carbone/ Vincenzo Carbone] (collaboratore della Segreteria Generale del Concilio Vaticano II per volere di Giovanni XXIII)|titolo=Il Concilio Vaticano II: luce per la Chiesa e per il mondo}} }}
=== L'elezione di Paolo VI ===
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== Il "dopo-concilio" ==
{{Vedi anche|Fraternità Sacerdotale San Pio X}}▼
Le aspettative per i risultati del concilio, visto da molti come una «nuova [[Pentecoste]]», furono ampie sia tra il [[clero]] che il laicato, ma rimasero in molti casi irrealizzate. Lo stesso [[Paolo VI]] espresse questo parere, annotando allo stesso tempo la perdita di importanza della Chiesa nella società:
{{Citazione|[Sembra che] da qualche fessura sia entrato il fumo di [[Satana]] nel tempio di Dio. Non ci si fida più della [[Chiesa (comunità)|Chiesa]], ci si fida del primo profano che viene a parlarci da qualche giornale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita [...] Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la [[storia della Chiesa]]. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza. Predichiamo l'[[ecumenismo]] e ci distacchiamo sempre di più dagli altri. Cerchiamo di scavare abissi invece di colmarli.|Omelia del 29 giugno 1972<ref>{{cita web|http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/homilies/1972/documents/hf_p-vi_hom_19720629_it.html|autore=Papa Paolo VI|data=29 giugno 1972|accesso=3 novembre 2009|titolo=Omelia in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo}}</ref>}}
Negli anni immediatamente successivi al Concilio, [[papa Paolo VI]] e i suoi successori dovettero infatti fare i conti con una profonda emorragia di sacerdoti e religiosi che interpretarono l'attenzione al mondo in maniera diversa dall'effettiva [[Dottrina della Chiesa cattolica|dottrina cattolica]]. Prese forza il movimento dei "[[preti operai]]", già attivo dal [[secondo dopoguerra]] in Francia, ma che dopo il Concilio trovò nuovo vigore grazie anche all'approvazione da parte dello stesso Paolo VI di tale pratica, precedentemente ritenuta illegittima da [[Pio XII]] e [[Giovanni XXIII]]. Nacquero le "[[Comunità cristiana di base|Comunità cristiane di base]]" le quali, soprattutto in [[Sudamerica]], testimoniando la vitalità delle Chiese locali assunsero una dimensione assai rilevante che dura ancora oggi. Sempre in America Latina, molti teologi seguaci della [[teologia della liberazione]] abbracciarono la [[Marxismo|lotta marxista]]. Da parte opposta, monsignor [[Marcel Lefebvre]] rifiutò invece la riforma della liturgia e altri pronunciamenti di "apertura" del concilio, tra cui quelli sull'[[ecumenismo]], ponendosi di fatto in una situazione di rottura con la Chiesa di Roma, fino alla costituzione di una gerarchia episcopale e sacerdotale non approvata dal papa.
▲{{Vedi anche|Fraternità Sacerdotale San Pio X}}
=== L'ermeneutica del Concilio ===
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Una prima difficoltà riguardo all'attuazione dei documenti conciliari fu l'interpretazione del Concilio stesso e dei suoi documenti. Infatti, Giovanni XXIII aveva indicato come scopo del Concilio quello di «approfondire ed esporre» la «dottrina certa e immutabile» della Chiesa<ref name=gaudet />, mentre alcuni dei pronunciamenti del Concilio stesso sembravano contraddire alcuni elementi della dottrina tradizionale (soprattutto in merito all'[[ecumenismo]] e alla [[libertà di coscienza]]). Per questo, il Concilio fu considerato da alcuni una vera e propria rivoluzione della dottrina della Chiesa: sia da parte dei "progressisti" (che valutavano positivamente l'apertura al mondo del concilio) sia da parte di alcuni ambienti [[Cattolici tradizionalisti|tradizionalisti]] (che al contrario erano fortemente critici verso questi pronunciamenti di apertura).
La questione della corretta interpretazione del Vaticano II è stata così affrontata a lungo da storici e teologi, facendo emergere due "ermeneutiche" prevalenti: l'ermeneutica della continuità, secondo la quale il Concilio va interpretato alla luce del [[magistero della Chiesa]] precedente e successivo al Concilio e l'ermeneutica della discontinuità, che attribuisce al Concilio un valore in quanto evento cruciale, di rottura con il ''depositum Fidei'' tradizionale. La prima linea interpretativa è stata sostenuta da tutti i papi da [[
=== Vita ecclesiale ===
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==== La riforma liturgica ====
[[File:StMarysWestMelbAltar.jpg|miniatura|Consacrazione di un altare ''versus populum'' (rivolto verso il popolo)]]▼
{{vedi anche|Riforma liturgica}}
▲[[File:StMarysWestMelbAltar.jpg|miniatura|Consacrazione di un altare ''versus populum'' (rivolto verso il popolo)]]
Una delle principali conseguenze del concilio fu la riforma della liturgia e la definizione del nuovo [[messale|rito]] per la [[Messa]], elaborata da una Commissione liturgica presieduta da [[Annibale Bugnini]] (nominato già ai tempi di [[Pio XII]]).
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* [[Brunero Gherardini]], ''Concilio Vaticano II. Il discorso mancato'', Lindau, Torino, 2011
* Brunero Gherardini: ''A domanda risponde. In dialogo con Karl Barth sulle sue "Domande a Roma" '', Frigento: Casa Mariana Editrice, 2011 (ISBN 978-88-905611-1-5). Una ragionata risposta alle domande sul Concilio Vaticano II poste da Karl Barth nel 1967 nel suo "Ad limina apostolorum."
* {{cita libro | titolo = L'altra Chiesa. A cinquant'anni dal Concilio Vaticano II | altri = testi di [[Andrea Riccardi]], [[Giancarlo Zizola]], [[Luigi Barzini (1908-1984)|Luigi Barzini]], [[Carlo Bo]], [[Jean Daniélou]], [[Marco Nozza]] | anno = 2012 | editore = [[RCS Periodici]] | città = Milano | sbn =
* [[Stefano Manelli]] e Padre [[Serafino Maria Lanzetta]] (a cura di), ''Concilio Vaticano II, un concilio pastorale. Analisi storico-filosofico-teologica'', Frigento: Casa Mariana Editrice, 2011 (ISBN 978-88-905611-2-2). Con saggi di Roberto De Mattei, Brunero Gherardini, Florian Kolfhaus, Padre Serafino Maria Lanzetta, Rosario Sammarco, Athanasius Schneider
* [[Otto Hermann Pesch]], ''Il Concilio Vaticano II. Preistoria, svolgimento, risultati, storia post-conciliare'', Brescia, [[Queriniana (casa editrice)|Queriniana]], 2015<sup>2</sup>
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/index_it.htm I documenti del Concilio Vaticano II] (fonte utilizzata per la redazione della voce)
* [http://www.intratext.com/IXT/ITA0128/ Testo] con concordanze, lista delle parole e lista di frequenza
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