Giuseppe Piermarini: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Giuseppe Giorgio Pietro Baldassarre
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|GiornoMeseNascita = 18 luglio
|AnnoNascita = 1734
|NoteNascita= <ref name=BNF>{{Cita web|lingua=EN|url=https://data.bnf.fr/ark:/12148/cb14863639r|titolo=Giuseppe Piermarini (1734-1808)|sito=[[Biblioteca nazionale di Francia|BnF]]|data=19 marzo 2025|accesso=30 aprile 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20190527042503/https://data.bnf.fr/fr/14863639/giuseppe_piermarini/|dataarchivio=27 maggio 2019|urlmorto=no}}</ref>
|LuogoMorte = Foligno
|GiornoMeseMorte = 18 febbraio
|AnnoMorte = 1808
|NoteMorte=<ref name=BNF/>
|Epoca = 1700
|Attività = architetto
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Giuseppe Piermarini, ritratto di Martin Knoller.jpg
|Didascalia = Giuseppe Piermarini ritratto da [[Martin Knoller]] nella seconda metà del [[XVIII secolo]], [[Museo teatrale alla Scala]]
}}
== Biografia ==
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Giuseppe Piermarini nacque
Terminati gli studi Piermarini tornò nelle terre natali, esercitandosi con la copia di monumenti classici e progettando piccoli edifici e chiese di campagna; pur rischiando di rimanere intorpidito dalla quiete provinciale della natia Foligno, fu provvidenzialmente chiamato a Caserta dal Vanvitelli, che volle avvalersi della collaborazione del Piermarini in ambito grafico. Il confronto tra Piermarini e l'erigenda fabbrica casertana è da considerarsi «esperienza esclusivamente didattica (...) mediazione solo conoscitiva (...) ma illuminante per la comprensione della complessa articolazione di linguaggio e di riferimenti, della sintassi vanvitelliana».<ref name=m/>
Nel 1769 Piermarini si recò a Milano al seguito di Vanvitelli, chiamato dal Conte di Firmian per restaurare il regio Palazzo Reale. Il suo progetto, tuttavia, non piacque alla corte di Vienna e pertanto egli lasciò ogni incarico al giovane allievo. Il Piermarini intervenne nel Palazzo Reale con grande decoro, in forme squisitamente neoclassiche: questa committenza gli procurò grande successo, tanto che nel 1770 ricevette la nomina a imperial regio architetto e ispettore delle fabbriche per tutta la Lombardia, con la quale egli consacrò definitivamente la propria affermazione sociale.<ref name=tr/>▼
▲Nel 1769 Piermarini si recò a Milano al seguito di Vanvitelli, chiamato dal Conte di Firmian per restaurare il regio [[Palazzo Reale (Milano)|Palazzo Reale]]. Il suo progetto, tuttavia, non piacque alla corte di Vienna e pertanto egli lasciò ogni incarico al giovane allievo. Il Piermarini intervenne nel Palazzo Reale con grande decoro, in forme squisitamente neoclassiche: questa committenza gli procurò grande successo, tanto che nel 1770 ricevette la nomina a imperial regio architetto e ispettore delle fabbriche per tutta la Lombardia, con la quale egli consacrò definitivamente la propria affermazione sociale.<ref name=tr
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=== Piermarini ''valente'' architetto ===
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[[File:Accademia nazionale virgiliana, Giuseppe Piermarini, Mantova.jpg|thumb|left|[[Accademia nazionale virgiliana]], [[Mantova]]]]
Da questo momento in poi Piermarini si spese in un'attività senza tregua, che durerà per circa trent'anni. Nel 1771 concorse con [[Antonio Galli da Bibbiena]] per la realizzazione della sede dell'Accademia di Mantova: la commessa fu vinta dal Piermarini, il quale riuscì a tener dignitosamente testa alle aspre critiche che gli vennero rivolte (anche a causa dell'autorevolezza del soccombente Bibbiena), erigendo il Palazzo tra il 1773 e il 1775.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.mantova.gov.it/index.php/cultura/mantova-citta-di-cultura/poli-culturali/240-accademia-nazionale-virgiliana-di-scienza-lettere-ed-arti|accesso=15 novembre 2016|titolo=Accademia Nazionale Virgiliana di Scienza Lettere ed Arti}}</ref>
[[File:Università pavia2.jpg|thumb|La facciata dell'[[Palazzo centrale dell'Università di Pavia|università di Pavia]]]]
Giuseppe Piermarini fu incaricato nel 1771 dal cancelliere [[Wenzel Anton von Kaunitz-Rietberg]] di rinnovare l'[[Università degli Studi di Pavia|università di Pavia]], che in quegli anni, su iniziativa dell'imperatrice [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]], era in grande espansione. Tra il 1771 e il 1782, il Piermarini ridisegnò la facciata del [[Palazzo centrale dell'Università di Pavia|palazzo centrale dell'ateneo]], i cortili e progettò l'aula magna, poi detta [[aula Foscoliana]]. Nel 1776 fu incaricato dal direttore dell'[[Orto botanico di Pavia|Orto Botanico]] [[Giovanni Antonio Scopoli]] della progettazione delle serre dell'[[Orto botanico di Pavia|Orto]] (poi in parte modificate nell'Ottocento da [[Luigi Canonica]]<ref>{{Cita web|url=https://ortobotanico.unipv.eu/le-collezioni-e-le-serre/serre/serre-di-scopoli/|titolo=Serre di Scopoli {{!}} Ortobotanico|autore=Dante Spizzi|lingua=it-IT|accesso=2021-10-21}}</ref>).
==== Villa Reale di Monza ====
Tra il [[1777]] e il [[1780]], invece, egli fu impegnato nella costruzione della [[Villa Reale di Monza]] per conto dell'arciduca [[Ferdinando d'Asburgo-Este|Ferdinando d'Asburgo]], il quale volle una comoda reggia di soggiorno che risultasse utile anche per i vari patrizi dislocati nel territorio lombardo. Piermarini, riuscendo a conciliare la razionalità neoclassica con le esigenze culturali e funzionali di una realtà suburbana, progettò un edificio ben esemplificativo del suo spirito d'arte, mostrandosi assai sensibile alla lezione casertana di Vanvitelli specialmente nella trattazione dei giardini, dei giochi d'acqua e nella disposizione dei viali e degli sfondi.
[[File:Review of reviews and world's work (1890) (14784098375).jpg|thumb|left|Immagine ottocentesca della [[villa Reale di Monza]]]]
==== Palazzo Belgioioso ====
In virtù del prestigio acquisito con la direzione della fabbrica monzese Piermarini progettò una cospicua mole di palazzi, specialmente a Milano: oltre al Palazzo Reale (del quale abbiamo già parlato) e senza ricordare quelli poi demoliti, suoi sono il [[palazzo Greppi]] (1778), i palazzi Casnedi, Mellerio,
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▲In virtù del prestigio acquisito con la direzione della fabbrica monzese Piermarini progettò una cospicua mole di palazzi, specialmente a Milano: oltre al Palazzo Reale (del quale abbiamo già parlato) e senza ricordare quelli poi demoliti, suoi sono il palazzo Greppi (1778), i palazzi Casnedi, Mellerio, Morigia; la fronte verso il giardino del palazzo Cusani; la facciata verso il giardino del palazzo Litta; il portale del palazzo di Brera (1780); il palazzo del Monte di Pietà (1782-1783). Particolarmente famoso è il [[Palazzo Belgioioso (Milano)|palazzo Belgioioso]] (1777), dove Piermarini trasfuse nell'eleganza e nel rigore della facciata la fantasia maturata a Caserta al fianco del Vanvitelli. Fu assai attivo anche in ambito urbanistico, progettando per iniziativa dell'arciduca Ferdinando i [[Giardini pubblici Indro Montanelli|giardini pubblici di Porta Venezia]] e la piazza dell'Arcivescovado, e aprendo via Santa Radegonda, asse di collegamento col Teatro alla Scala.<ref name=tr/>
[[File:Milano - Il progetto del Piermarini per il teatro alla Scala - 1779.jpg|thumb|Giuseppe Piermarini, ''Progetto per il Teatro alla Scala'' (1779)]]
È proprio a Piermarini, infatti, che si deve il [[Teatro alla Scala]], da lui costruito fra il 1776 e il 3 agosto 1778, giorno in cui fu solennemente inaugurato con ''[[L'Europa riconosciuta]]'' di [[Antonio Salieri]]. Il progetto si distinse ben presto per gli accorgimenti visivi, le qualità acustiche e la studiata dislocazione dei passaggi, delle scale, degli accessi e dei servizi; la facciata, invece, è caratterizzata dalla presenza di elementi del linguaggio classico che, fondendosi, danno vita a uno stile severo e lineare, tipicamente neoclassico. Tali caratteristiche furono sentitamente lodate da [[Pietro Verri]], [[Ugo Foscolo]] e, in particolare, da [[Stendhal]], il quale ritenne la Scala «più bel teatro del mondo, quello che dà il massimo godimento musicale. È impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo».<ref>{{cita web|editore=Focus|accesso=15 novembre 2016|titolo=La storia del teatro della Scala|data=3 agosto 2016| url=http://www.focus.it/cultura/storia/inaugurazione-teatro-alla-scala-storia}}</ref> La Scala, comunque, fu seguita dalla costruzione del teatro milanese della Cannobbiana (ora demolito), del teatro di Mantova (1782-1783) e di quello di Monza, sempre del Piermarini.<ref name=tr
=== Ultimi anni e morte ===
A lato dell'attività concretamente progettuale, Piermarini proseguì la sua carriera architettonica intraprendendo anche la strada dell'insegnamento, a partire dalla nomina a professore di Architettura Superiore all'Accademia di Brera nel 1796. Trascorse i suoi ultimi anni nella quiete idillica di Foligno, dove poté finalmente dedicarsi alle sue passioni giovanili (scienza e matematica), non mancando tuttavia di eseguire qualche lavoro nella cattedrale cittadina.<ref name=m>{{cita web|url=http://www.librari.beniculturali.it/opencms/export/sites/dgbid/it/documenti/Profilo_Piermarini.pdf|accesso=15 novembre 2016|titolo=Profilo di Giuseppe Piermarini|editore=Ministero per i Beni e le Attività Culturali}}</ref>
Morì
== Note ==
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