Jean-Marie Leclair: differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:Jean-Marie Leclair.jpg|thumb|Jean-Marie Leclair]]
{{Bio
|Nome = Jean-Marie
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|AnnoNascita = 1697
|LuogoMorte = Parigi
|GiornoMeseMorte = 22 o 23 ottobre
|AnnoMorte = 1764
|Epoca = 1700
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== Biografia ==
[[File:Guido_Rimonda.jpg|thumb|[[Guido Rimonda]] con il violino di Leclair.]]
Nato a [[Lione]] nel [[1697]], dal [[1716]], si dedicò, come il padre, al [[violino]] e all'arte della danza, che però verrà presto abbandonata. A [[Torino]], intorno al [[1726]], conobbe [[Giovanni Battista Somis]] e, nonostante risiedesse a [[Parigi]], continuò i suoi studi a Torino. Fu appunto in questo periodo che conobbe il celebre [[flautista]] tedesco [[Johann Joachim Quantz]], che in quel periodo si trovava in [[Italia]].
<br>Nel frattempo, dopo essere rimasto vedovo nel [[1730]], si risposò con Louise Roussel, ed ebbe da lei un'unica figlia che eserciterà in seguito la stessa professione del padre. Nel [[1734]] conobbe il violinista piemontese [[Guignol]] e, dopo alcune divergenze, decise nel [[1737]], di recarsi nei [[Paesi Bassi]], dove aveva già una certa fama. Quattro anni dopo conobbe [[Pietro Locatelli]] ad [[Amsterdam]], e per i successivi due anni prestò servizio all'[[L'Aia|Aia]], godendo dei favori della principessa [[Anna d'Orange]]. Nel [[1743]], tornò a [[Parigi]], e per un anno fu al servizio dell'infante Don [[Filippo di Spagna]], al quale dedicò i suoi concerti dell'opera X. Negli anni successivi lo troviamo a Lione e a Parigi, dove venne assunto, nel [[1748]], per suonare come solista nel teatro privato del duca di [[Gramont]]. Lo stesso anno lasciò la moglie. Divenne sempre più solitario, misantropo, tormentato da malattie immaginarie, e finì per rinchiudersi in una casa-fortezza in un quartiere periferico di Parigi, con l'unica compagnia del suo inseparabile violino: un bellissimo [[Antonio Stradivari|Stradivari]] del [[1721]].
 
Nato a [[Lione]] nel [[1697]], dal [[1716]], si dedicò, come il padre, al [[violino]] e all'arte della danza, che però verrà presto abbandonata. A [[Torino]], intorno al [[1726]], conobbe [[Giovanni Battista Somis]] e, nonostante risiedesse a [[Parigi]], continuò i suoi studi a Torino. Fu appunto in questo periodo che conobbe il celebre [[flautista]] tedesco [[Johann Joachim Quantz]], che in quel periodo si trovava in [[Italia]].
Vuoi per mano di un parente che non gli aveva perdonato di aver abbandonato la famiglia, vuoi per opera di un altro musicista invidioso del suo talento, il 22 o il 23 ottobre del [[1764]] Jean-Marie Leclair fu ucciso con una pugnalata alla schiena.
<br>Nel frattempo, dopo essere rimasto vedovo nel [[1730]], si risposò con Louise Roussel, ed ebbe da lei un'unica figlia che eserciterà in seguito la stessa professione del padre. Nel [[1734]] conobbe il violinista piemontese [[Guignol]]Giovan Pietro Ghignone, (naturalizzato francese col nome di Jean-Pierre Guignon) e, dopo alcune divergenze, decise nel [[1737]], di recarsi nei [[Paesi Bassi]], dove aveva già una certa fama. Quattro anni dopo conobbe [[Pietro Locatelli]] ad [[Amsterdam]], e per i successivi due anni prestò servizio all'[[L'Aia|Aia]], godendo dei favori della principessa [[Anna d'Orange]]. Nel [[1743]], tornò a [[Parigi]], e per un anno fu al servizio dell'infante Don [[Filippo di Spagna]], al quale dedicò i suoi concerti dell'opera X. Negli anni successivi lo troviamo a Lione e a Parigi, dove venne assunto, nel [[1748]], per suonare come solista nel teatro privato del duca di [[Gramont]]. Lo stesso anno lasciò la moglie. Divenne sempre più solitario, misantropo, tormentato da malattie immaginarie, e finì per rinchiudersi in una casa-fortezza in un quartiere periferico di Parigi, con l'unica compagnia del suo inseparabile violino: un bellissimouno [[Antonio Stradivari|Stradivari]] del [[1721]].
<br>Si era tanto isolato dal mondo che fu trovato soltanto due giorni più tardi, riverso a terra nella sua stanza. E, come i presenti notarono subito con stupore e compassione, stringeva ancora al petto ciò che aveva di più caro, ovvero il suo [[Stradivari]] rosso.
La mano destra irrigidita di Leclair aveva ormai lasciato sulla tavola del violino una macchia scura, incancellabile, che da allora in poi avrebbe costituito una caratteristica peculiare di quel prezioso Stradivari, che a tutto il [[Terzo millennio]] (a seguito di vari passaggi di proprietà) è custodito e utilizzato dal [[violinista]] italiano [[Guido Rimonda]].
 
== Lo stile ==
Leclair cercò nelle sue opere di conciliare i gusti francese e italiano, sfruttando la tematica del primo e la tecnica del secondo, e nonostante l'evidente influenza di Somis nelle sue composizioni, la continua ricerca del colore resta un'importante caratteristica dello stile francese.
 
== Bibliografia ==
*Boris Schwarz, ''Leclair and His Time'', in ''Great Masters of the Violin: From Corelli and Vivaldi to Stern, Zukerman and Perlman'', London, Robert Hale, 1983, pp. 117-124
* Albert Borowitz, ''Finale Marked Presto: The Killing of Leclair'', in «The Musical Quarterly», Vol. 72, No. 2 (1986), pp. 228-238
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{IMSLP|id=Leclair%2C_Jean-Marie|cname=Jean-Marie Leclair}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|musica classica|biografie}}
 
[[Categoria:Compositori classici|Leclair, Jean-Marie]]