Giorgio Parodi: differenze tra le versioni

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{{Infobox militare
|Nome = Giorgio Parodi
|Immagine = Giorgio parodi 1935.jpg
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|Religione =
|Nazione_servita ={{ITA 1861-1946}}
|Forza_armata =[[Regia Marina]]<br />[[Regia Aeronautica]]
|Arma =
|Corpo =
|Specialità =[[Idrovolante|Idrovolanti]]<br />[[Aereo da ricognizione|Ricognizione]]<br />[[Cacciabombardiere|Cacciabombardieri]]
|Unità =
|Reparto=[[252ª Squadriglia]]<br />[[260ª Squadriglia]]<br />[[241ª Squadriglia]]<br/>
|Anni_di_servizio = 1914-1945
|Grado =[[Sottotenente di vascello]]<br /> [[Capitano|Capitano pilota]]
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre =[[Prima guerra mondiale]]<br />[[Guerra d'Etiopia]]<br />[[Seconda guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie = [[Battaglia delle Alpi Occidentali]]
|Comandante_di = [[50º Stormo|50º Stormo Assalto]]
|Decorazioni =[[Giorgio Parodi#Onorificenze|vedi qui]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
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|Altro =
|Note =
|Ref =dati tratti da ''Grande Enciclopedia Aeronautica''<ref name=M6p482>{{Cita|Mancini 1936|p. 482}}.</ref>
}}
{{Bio
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|Sesso = M
|LuogoNascita = Venezia
|GiornoMeseNascita = 15 aprile
|AnnoNascita = 1897
|LuogoMorte = Genova
|GiornoMeseMorte = 18 agosto
|AnnoMorte = 1955
|Epoca = 1900
|Attività = aviatore
|Attività2 = militare
|Attività3 = imprenditore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , veterano della [[Primaprima guerra mondiale]],; combattecombatté anche durante la [[Guerra d'Etiopia]] e la [[seconda guerra mondiale]], venendo decorato con cinque [[medagliamedaglie d'argento al valor militare|Medaglie d'argento]] e una di bronzo al [[Valor militare|BronzoRicompense al valor militare|valor militare]]. InsiemeFondò acon [[Carlo Guzzi]] e [[Giovanni Ravelli]] fu cofondatore delll'azienda motociclistica [[Moto Guzzi]]
}}
{{Citazione|Preoccupatevi degli interessi del nostro Paese più che del vostro. Non circondatevi di troppi agi; non sottraetevi al servizio militare, né al pagamento delle tasse. Siate indulgenti con gli altri e severi con voi stessi. Prego Iddio che i vostri figli siano la gioia della vostra vita come voi lo siete per me.| dalla lettera-testamento di Giorgio Parodi ai figli.<ref>[[Massimo Zamorani]], ''Il pilota «lattuga» che fondò la Guzzi'', Il Giornale, 18 agosto 2005.</ref>}}
 
==Biografia==
Nacque a [[Venezia]] nel 1897,<ref name=Pannullo>Antonio Pannullo, ''Giorgio Parodi, l'asso dell'aviazione fascista che fondò la Moto Guzzi'', ''Il Secolo d'Italia'', Genova, 18 agosto 2015.</ref> figlio di [[Emanuele Vittorio Parodi|Emanuele Vittorio]], noto armatore [[Genova|genovese]], e; si arruolò volontario nelnella [[Regia Marina]] allo scoppio della [[prima guerra mondiale]] e, ed in quanto non ancora maggiorenne, dovette chiedere il permesso paterno.<ref name=Pannullo/> Partì con il proprio motoscafo, ma qualche tempo dopo si appassionò al mondo dell'aviazione.
Il 2° Capo Meccanico Parodi chiese, ed ottenne, di conseguire il brevetto di [[Pilota (aviazione)|pilota]] e poi di [[pilota militare]], volando a bordo degli [[idrovolante|idrovolanti]] [[Macchi L.3]] della [[252ª Squadriglia]] basata all'[[Isolaisola di Sant'Andrea (Venezia)]].
Nell'estate del [[1917]] fu decorato con una prima [[MedagliaRicompense al valor militare|medaglia d'argento al valor militare]]<ref name=Pannullo/> per aver partecipato a numerose missioni.<ref group=N>Si trattava di 16 missioni di ricognizione e di 12 da bombardamento.</ref>
 
Passato alla [[260ª Squadriglia]] su [[Macchi M.5]], il 24 febbraio 1918 Parodi viene abbattuto dall'asso [[Franz Gräser]] su [[Albatros D.III]], riuscendo a rientrare ammarando in zona italiana.
Successivamente, mentre attaccava un pallone da osservazione nemico fu a sua volta attaccato da un [[aereo da caccia]], rimanendo ferito, ma riuscì a rientrare alla base con il suo velivolo. Per questo fatto fu decorato con una seconda Medagliamedaglia d'argento al valor militare. Trasferito dal mese di maggio ai velivoli della caccia terrestre della [[241ª Squadriglia]] del [[Lido di Venezia]], conseguì due vittorie aeree in 26 missioni operative, e fu decorato con una terza Medagliamedaglia d'argento al valor militare.<ref name=Pannullo/>
Il 6 agosto 1917, su uno [[Hanriot HD.1]], abbatteabbatté un dirigibile Drachen ed un ricognitore Brandenburg vicino a [[San Stino di Livenza]].
In quel periodo conobbe alla Stazione idrovolanti di Venezia il meccanico di aerei [[Carlo Guzzi]],<ref name=Pannullo/> col quale condivideva la passione per le [[motocicletta|moto]] e le corse motociclistiche.<ref group=N>Insieme a Guzzi e Parodi avrebbe dovuto esserci come socio anche l'aviatore, e comilitone,commilitone Giovanni Ravelli, mache quest'ultimoperò decedette in un incidente aereo nel corso del 1919. L’aquila d’oro ad ali spiegate che si vede su tutte le moto della Guzzi, rappresentanorappresenta la presenza eterna di Giovanni Ravelli nella società, e fu adottata per espresso desiderio di Parodi e Guzzi.</ref> Grazie ala un prestito di duemila1.000 [[Lira italiana|Lirelire]]<ref name=Pannullo/> ottenuto dal padre, il 15 marzo [[1921]] fondò a Genova la "Società Anonima [[Moto Guzzi]]", insieme al suo amico Carlo. La produzione cominciò in un piccolo stabilimento a [[Mandello del Lario]] innell'attuale [[provincia di Lecco]].<ref name=Pannullo/>
 
La prima moto sviluppata dai due fu la ''G.P.'', nome derivato dalle iniziali di Guzzi e Parodi. "G.P." erano però anche le sue iniziali, per cui Giorgio, onde evitare fraintendimenti e con un grande gesto di lealtà e di generosità verso il progettista Carlo Guzzi, decise di cambiare il nome della moto commerciale derivata dalla G.P. (la ''Normale'') in ''Moto Guzzi'', riservandosi la scelta del logo con l'aquila d'oro, simbolo degli aviatori militari.<ref name=Pannullo/>
 
Rimasto sempre appassionato al mondo aeronautico, fu promotore della costituzione della sezione genovese del Reale Aero Club d'Italia (RAeCI)<ref group=N>Che nel [[1936]] cambiò la denominazione in Reale Unione Nazionale Aeronautica (RUNA).</ref>
Nel corso del [[1935]] partì, di nuovo volontario, per la [[guerra d'Etiopia]]<ref name=L5p43>{{Cita|Lioy 1965|p. 43}}.</ref>, dove ottenne un'altra medaglia di [[Valor militare|bronzo al valor militare]] per un attacco a volo radente effettuato sull'[[Aeroporto di Addis Abeba-Bole|aeroporto]] di [[Addis Abeba]].<ref name=L5p76>{{Cita|Lioy 1965|p. 76}}.</ref>
 
[[File:Statua a Giorgio Parodi.jpg|sinistra|miniatura|Statua a Giorgio Parodi presso il Belvedere di Mura delle Cappuccine a Genova]]
Arruolatosi volontario per la terza volta allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]], il 15 giugno [[1940]], durante una ricognizione fotografica sul porto di [[Tolone]], il bimotore [[Fiat B.R.20|Fiat B.R.20 Cicogna]] da lui pilotato venne colpito da un caccia [[Dewoitine D.520]], incendiandosi. Egli rimase ai comandi per consentire ai sopravvissuti dell'equipaggio<ref group=N>Due membri dell'equipaggio del B.R.20 rimasero uccisi nell'azione.</ref> di lanciarsi, prima di [[Paracadute|paracadutarsi]] a sua volta in [[mare]].
Trasferito successivamente in [[Africa settentrionale italiana|Africa Settentrionale]] nel maggio [[1941]], entrò in servizio nel [[50º Stormo|50º Stormo Assalto]]<ref name=U7p153>{{Cita|Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977|p. 153}}.</ref>, venendo decorato con una quarta Medagliamedaglia d'argento<ref group=N>Il suo comandante l'aveva proposto per la concessione della [[Medaglia d'oro al valor militare]], che non fu accettata.</ref> nel maggio 1942<ref name=U7p154>{{Cita|Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977|p. 154}}.</ref>, quando decollò alla ricerca di un aereo non rientrato dalla missione. Durante il lungo volo sul [[Deserto del Sahara|deserto]], un motore andò in avaria ed esplose, causandogli serie ferite al volto. Malgrado ciò fornì al secondo le indicazioni per il rientro e, una volta atterrato, riferì sulle ricerche e diede istruzioni su come continuarle, dopodiché; venne poi operato, ma le gravi lesioni gli causarono la perdita di un occhio e non poté più volare.
Nel [[1954]] contribuì a finanziare parte della "Scuola materna comunale Aldo Natoli" insieme al fondatore Commendatore Aldo Natoli a [[Lierna]] sul lago di Como, creando un metodo prescolastico innovativo.
Nel [[1954]] contribuì a finanziare parte della "Scuola materna comunale Aldo Natoli" insieme al fondatore, il commendatore Aldo Natoli, a [[Lierna]] sul [[lago di Como]], creando un metodo prescolastico innovativo.
Parodi, che fu mentore della pioniera dell'aviazione [[Carina Massone Negrone]], morì il 18 agosto [[1955]]<ref name=Pannullo/>, lasciando una figlia (Marina) e due figli (Roberto e Andrea) nati in seguito al matrimonio (avvenuto a [[Genova]] nel novembre del [[1937]]) con [[Cais di Pierlas|Elena Cais dei conti di Pierlas]], nipote del famoso storico nizzardo [[Eugenio Cais di Pierlas]].
 
A Genova, nel quartiere di Albaro, la strada che unisce via Angelo Orsini e Via Puggia è intitolata a Giorgio Parodi, "aviatore pluridecorato al valor militare", mentre nel quartiere di Carignano gli è dedicata una statua<ref>{{Cita web|url=https://www.genova24.it/2021/05/ecco-la-nuova-statua-di-giorgio-parodi-linaugurazione-con-lo-show-delle-frecce-tricolori-2-259812/|titolo=Ecco la nuova statua di Giorgio Parodi: l’inaugurazione con lo show delle Frecce Tricolori|accesso=29 maggio 2021}}</ref>.
 
==Lo sport==
Giorgio Parodi fu un grande appassionato degli sport motoristici. Sui campi di gara si presentava spesso sotto lo [[pseudonimi dei piloti|pseudonimo]] di "Lattuga",<ref name=Pannullo/> come al tempo usavano molti piloti delle famiglie nobili o molto conosciute, per riservatezza. Aveva scelto tale nomignolo perché definiva una verdura tra le più umili, privo di ogni enfasi e adatto a sottolineare il principio di essenzialità che caratterizzò tutta la sua vita.
 
Nel periodo tra le due guerre fu pilota istruttore e da competizione. Vinse l'[[Avioraduno]] Sahariano tenutosi a [[Tripoli]] nel 1935,<ref>''Il genovese Giorgio Parodi vince l'avioraduno sahariano'', in ''Le vie dell'aria'', 9 giugno 1935.</ref> e poi il IV Avioraduno del Littorio, tenutosi a [[Rimini]] il 15 luglio [[1939]]. Nello stesso anno e a bordo dello stesso aereo [[SocietàSAI AeronauticaAmbrosini Italiana Ambrosini7|SAI 7]], conquistò il primato mondiale di velocità di volo in circuito chiuso sulla distanza di 100&nbsp;km, alla media di 392&nbsp;km/h.
 
Nel campo motociclistico Parodi rappresentò la vera anima sportiva della Moto Guzzi, in perenne "lotta" con il socio Carlo Guzzi che avrebbe preferito dedicare i suoi preziosismi tecnici esclusivamente a migliorare l'affidabilità, le prestazioni e il comfort della produzione di serie.<ref name="Perrone">Gianni Perrone, ''Moto Guzzi 4 "La Romana"'', ''[[Moto Storiche]]'' - 12/1997, [[Editoriale C&C]], [[Milano]].</ref>
 
L'attività sportiva della Guzzi, sotto la direzione di Parodi, fu improntata alla minuziosa attenzione e controllo di ogni particolare, oltre che a uno spirito di competizione che si rifaceva alle norme cavalleresche osservate dagli aviatori della prima guerra mondiale.<ref name=Perrone/>
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|nome_onorificenza = Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza = Decorazioni militari italiane
|motivazione =''Osservatore d'idrovolante compiva numerosissime missioni sul territorio nemico efficacemente difeso, e si dimostrava sempre instancabile ed entusiasta nonostante che varie volte il suo apparecchio venisse colpito. Golfo di Trieste-Costa Istriana, 19 agosto 1917''.<ref>[http://www.grsaaa.altervista.org/Parodi.pdf Associazione Arma Aeronautica Genova - Gruppo Ricerche Storiche - Giorgio Parodi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160303192330/http://www.grsaaa.altervista.org/Parodi.pdf |data=3 marzo 2016 }}.</ref>
|luogo =''Golfo di Trieste-Costa Istriana, 19 agosto 1917''<ref>[http://www.grsaaa.altervista.org/Parodi.pdf Associazione Arma Aeronautica Genova - Gruppo Ricerche Storiche - Giorgio Parodi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160303192330/http://www.grsaaa.altervista.org/Parodi.pdf |data=3 marzo 2016 }}.</ref>
|data =Decreto Luogotenenziale 20 gennaio 1918
}}
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|nome_onorificenza = Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza = Decorazioni militari italiane
|motivazione =''Ardito pilota di idrovolanti da caccia dimostrodimostrò eccezionale spirito aggressivo nell'attaccare, prima da solo a cento metri di quota, un pallone drago difeso da numerose mitragliatrici, e poi un apparecchio nemico staccatosi da un gruppo di altri otto, dai quali egli stesostesso era riuscito con facile manovra a disimpegnarsi. Pur ferito ad una gamba, con grande abilità portò in salvo l'apparecchio nelle nostre linee fra l'ammirazione di quanti avevano assistito alla sua brillante condotta. Basso Piave, 24 febbraio 1918''.
|luogo =''Basso Piave, 24 febbraio 1918.''
|data =Decreto Luogotenenziale 11 aprile 1918
}}
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|nome_onorificenza = Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza = Decorazioni militari italiane
|motivazione =''DapprimeDapprima osservatore, poi pilota di idrovolanti, eseguiva dodici missioni di bombardamento e sedici di ricognizione sul nemico. Divenuto pilota di aeroplani da caccia, eseguiva ventisei missioni sul nemico e ssotenevasosteneva sei combattimenti aerei, ottenendo due vittorie.pilota Pilota di grande arditezza e valore. Grado-Venezia, settembre 1917-novembre 1918'' .
|luogo =''Grado-Venezia, settembre 1917-novembre 1918.''
|data =Decreto Luogotenenziale 29 febbraio 1920
}}
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|nome_onorificenza = Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza = Decorazioni militari italiane
|motivazione =''Pilota di velivolo di provata audacia e di non comune perizia, compiva un'aspra e difficile ricognizione su munitissimi campi nemici nel momento in cui su quei cieli si combatteva una furiosa battaglia. Attaccato dalla caccia avversaria reagiva con oculata freddezza e con appropriata manovra. Colpito gravemente, collaborava nella condotta del velivolo sopportando stoicamente il dolore e tacendo ai compagni di volo il proprio stato e la sua carne lacerata. Con il velivolo in fiamme attendeva al suo posto il sacrificio che i camerati incolumi si fossero lanciati con il paracadute per provvedere, a sua volta, solo dopo immani sforzi, alla propria salvezza. Cielo di Cannet de Maures, 15 giugno 1940'' .
|luogo =''Cielo di Cannet de Maures, 15 giugno 1940.''
|data =
}}
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|nome_onorificenza = Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza = Decorazioni militari italiane
|motivazione =''Menomato alla mano destra per precedente ferita riportata in combattimento, chiedeva di essere nuovamente destinato ad un reparto di impiego. Durante un'azione bellica, avuto l'apparecchio danneggiato seriamente dall'azione avversaria, anziché lanciarsi subito col paracadute, tentava di riportare il velivolo alla base e si lanciava solo quando veniva a trovarsi nell'impossibilità di perseguire lo scopo. Pur di rimanere in linea occultava una ferita prodottasi nel toccare terra. In successivo volo di ricerche di nostri piloti sperduti in zone desertiche, per lo scoppio di un cilindro, rimaneva gravemente ferito al viso. Incurante delle ferite guidava il secondo pilota che così poteva rientrare alla base, ove coadiuvava ad occuparsi dei dispersi, fino al suo trasporto all'ospedale. Con stoica fermezza subiva l'asportazione di un occhio. Cielo dell'Africa Settentrionale Italiana, giugno 1941-maggio 1942''.
|luogo =''Cielo dell'Africa Settentrionale Italiana, giugno 1941-maggio 1942.''
|data =
}}
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|nome_onorificenza = Medaglia di bronzo al valor militare
|collegamento_onorificenza = Decorazioni militari italiane
|motivazione =''Abile pilota costante esempio di ardimento ed entusiasmo, partecipava a numerosi voli sul nemico distinguendosi particolarmente negli attacchi di bombardamento leggero e mitragliamento a volo rasente nei quali, noncurante la violanteviolenta reazione avversaria che colpiva l'apparecchio in più punti, infliggeva al nemico perdite rilevanti. Cielo di Anderley, 10 febbraio 1936-Cielo di Addis Abeba, 4 aprile 1936''.
|luogo =''Cielo di Anderley, 10 febbraio 1936-Cielo di Addis Abeba, 4 aprile 1936.''
|data =
}}
 
== Note ==
=== Annotazioni ===
<references group=N/>
 
=== Fonti ===
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|cognomeautore=Chris Dunning|nome= Chris|titolo=Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943|editore=Oxford University Press|città=Oxford|anno=1988|lingua=ingleseen|ISBN=1-871187-01-X|cid=Dunning1988Dunning 1988}}
*{{cita libro|cognomeautore=Paolo Ferrari|nome=Paolo|coautoriautore2=Giancarlo Garello|titolo=L'Aeronautica italiana. Una storia del Novecento|editore=Franco Angeli Storia|città=Milano|anno=2004|ISBN=88-464-5109-0|cid=Ferrari,Garello2004 Garello 2004}}
* {{cita libro|cognomeautore1=Roberto Gentilli|nomeautore2=Paolo Varriale|titolo=I Reparti dell'Aeronauticaaviazione Militareitaliana Italiananella Grande Guerra|anno=1999|editore=Ufficio Storico dell'Aeronauticadello MilitareStato maggiore Aeronautica|città=Roma|anno=1977|cid=Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977GentilliVarriale}}
*{{cita libro|cognomeautore=Lioy|nome=Vincenzo|titolo=L'ItaliaI in Africa. L'operaReparti dell'Aeronautica. EritreaMilitare Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2Italiana|editore=IstitutoUfficio PoligraficoStorico dellodell'Aeronautica StatoMilitare|città=Roma|anno=19651977|cid=LioyUfficio Storico dell'Aeronautica Militare 19651977}}
*{{cita libro|cognomeautore=ManciniVincenzo (a cura di)Lioy|nometitolo=L'Italia Luigiin |titolo=GrandeAfrica. EnciclopediaL'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2|editore=EdizioniIstituto AeronauticaPoligrafico dello Stato|città= MilanoRoma|anno=19361965|cid=ManciniLioy 19361965}}
* {{cita libro|cognomeautore=Molteni|nome=Mirko|titolo=L'aviazioneLuigi italianaMancini 1940-1945(a cura Azioni belliche e sceltedi)|titolo=Grande operativeEnciclopedia Aeronautica|editore=OdoyaEdizioni Aeronautica|città=Bologna Milano|anno=2012|ISBN=978-88-6288-144-91936|cid=MolteniMancini 20121936}}
* {{cita libro|autore=Mirko Molteni|titolo=L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative |editore=Odoya |città=Bologna |anno=2012|ISBN=978-88-6288-144-9|cid=Molteni 2012}}
*I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentili e Paolo Varriale, 1999.
 
;Periodici
==Pubblicazioni==
*{{cita pubblicazione |autore=Fabio Mannu|data= |anno=1999|mese=marzo|titolo=La 5ª Squadra Aerea da El Alamein a Tunisi|rivista=Aeronautica|editore=Associazione Arma Aeronautica|città=Roma|numero=3|pp=16-17|cid=Mannu 1999}}
*{{cita pubblicazione |autore=Antonio Pannullo |giorno= 18|anno=2015|mese=agosto|titolo=Giorgio Parodi, l'asso dell'aviazione fascista che fondò la Moto Guzzi|rivista=Il Secolo d'Italia|città=Genova|cid=Pannullo 2015}}
*{{cita pubblicazione |autore=|data= Ferdinando Pedriali|anno=1995|mese=novembre|titolo=Biplani d'assalto in Africa Settentrionale|rivista=Rivista Storica|editore=Coop. Giornalisti Storici a.r.l.|città=Roma|numero=10|pp=14-25|cid=Pedriali 1995}}
 
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Moto Guzzi}}
 
{{VoceLibro|Storia della famiglia Cais di Pierlas}}
 
{{Portale|aviazione|biografie|grande guerra|seconda guerra mondiale|sport}}
 
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[[Categoria:Medaglie d'argento al valor militare]]
[[Categoria:Medaglie di bronzo al valor militare]]
[[Categoria:Imprenditori italiani]]
[[Categoria:Fondatori di impresa]]
[[Categoria:Moto Guzzi]]
[[Categoria:Personalità del settore dei trasporti]]