Marcione: differenze tra le versioni
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{{F|vescovi greci|arg2=teologi|dicembre 2024}}
{{Bio
|Nome = Marcione
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|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = [[160]] circa
|Epoca = 100
|Attività = vescovo
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}}
I suoi insegnamenti antigiudaici furono rilevanti nel cristianesimo del [[II secolo]], continuando poi ad essere influenti nei secoli successivi, e furono percepiti come una notevole minaccia dai [[Padri della Chiesa]], in particolare dalla [[Chiesa cattolica|Chiesa di Roma]], che poi emerse vittoriosa dalla lotta contro le altre correnti dei primi secoli per essere confermata nel [[concilio di Nicea]] (325).<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.alessandriaoggi.info/sito/2016/11/23/marcione-non-era-un-eretico-ma-un-seguace-fedele-di-san-paolo/#:~:text=di%20Marco%20La%20Rosa%20%E2%80%93%20Marcione,considerata%20eretica%20dalla%20chiesa%20primitiva.|titolo=Marcione non era un eretico ma un seguace fedele di San Paolo|sito=Alessandria Oggi|data=2016-11-23|accesso=2025-02-25}}</ref>
Per sostenere le proprie dottrine, Marcione raccolse il primo canone cristiano di cui si ha notizia, che comprendeva dieci [[lettere di Paolo]] e un vangelo (probabilmente il ''[[Vangelo secondo Luca]]'' epurato di alcune parti), detto ''Vangelo di Marcione'';<ref>[http://www.ccel.org/ccel/schaff/hcc2.v.xiii.xvi.html Eusebio, ''Storia ecclesiastica'']; sull'identificazione del vangelo di Marcione con quello secondo Luca si veda David Salter Williams, "Reconsidering Marcion's Gospel", ''Journal of Biblical Literature'' 108 (1989), p.477-96.</ref> allo stesso tempo rigettava
== Biografia ==
La vita di Marcione è nota esclusivamente attraverso le testimonianze dei suoi avversari, che peraltro fanno una certa confusione sulle date che lo riguardano.<ref name="tyson27">Tyson, p. 27.</ref>
Marcione visse a [[Sinope]] del [[Ponto]], una città sulla costa meridionale del [[Mar Nero]]. [[Quinto Settimio Fiorente Tertulliano|Tertulliano]] sosteneva che fosse un armatore. Secondo altre fonti, Marcione era figlio del [[vescovo]] di Sinope, che lo cacciò dalla Chiesa locale perché aveva sedotto una vergine;<ref>Epifanio di Salamina, ''Panarion adversus omnes haereres'', XLII, II</ref>
Quali che fossero i motivi, ad un certo punto della sua vita, raccolse delle lettere di raccomandazione dai suoi concittadini e si mise in viaggio per l'[[Asia Minore]], dove fece opera di [[evangelizzazione]]. In questo periodo fu collegabile ad un certo [[Cerdone]] (latino: ''Cerdo''), ma le fonti non sono concordi se questi fosse un maestro o un discepolo di Marcione.<ref>[[Ireneo di Lione]] afferma che Marcione diffuse le teorie di Cerdone, [[Tertulliano]] riporta l'opinione che fu Cerdone a dare forma alla teologia di Marcione (Tyson, p. 26).</ref>
Marcione si recò poi a [[Roma]], dove si trovava una delle maggiori comunità cristiane; fece una notevole donazione alla Chiesa romana (200.000 sesterzi, pari a metà del reddito necessario per entrare a far parte dell'[[ordine equestre]]) e fu un membro rispettato della comunità romana per diversi anni.<ref name="tertullianopraeser30">Tertulliano, ''De Praeser.'', XXX.</ref> {{cn|Secondo alcune fonti, inizialmente seguì le idee proto-ortodosse, poi presentò alla comunità la sua idea, che incontrò una pessima accoglienza, che il vangelo cristiano fosse qualcosa di totalmente nuovo rispetto alla Bibbia ebraica, e Marcione fu costretto ad abbandonare la Chiesa di Roma}}.
=== Interpretazioni della vita di Marcione ===
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Si può quindi dare per molto probabile che Marcione fosse un vescovo, forse un assistente o un [[Diocesi suffraganea|suffraganeo]] di suo padre a Sinope. Essendo caduto in disgrazia presso il padre, si recò a Roma, dove, quale navigatore o armatore e quindi grande viaggiatore, poteva essere già conosciuto e dove la sua ricchezza gli ottenne influenza e posizioni. Anche se Tertulliano suppone che sia stato ammesso in comunione con la Chiesa di Roma ed Epifanio dice che l'ammissione gli fu rifiutata, le due tesi possono essere facilmente riconciliate: basta intendere in Tertulliano la mera appartenenza o la comunione e in Epifanio l'accettazione delle sue pretese episcopali. La sua dignità episcopale è stata menzionata da almeno due dei primi scrittori cristiani. Il primo, ([[Ottato di Milevi]], IV sec.) scrive come "da vescovo sia divenuto un [[apostata]]" , e il secondo, ([[Origene Adamantio]])<ref>''Der Dialog des Adamantius περὶ τῆς εἰς θεὸν ὀρθῆς πίστεως. De recta in deum fide'', a cura di W. H. van de Sande Bakhuyzen, Leipzig 1901.</ref> narra di come i suoi seguaci si chiamino [[Marcioniti]], dal nome di un vescovo, invece di essere chiamati Cristiani dal nome di Cristo.
La sua rottura finale con la Chiesa di Roma avvenne nell'autunno del 144. Per questo motivo i Marcioniti contavano 115 anni e 6 mesi dai tempi di Cristo all'inizio della loro setta. Sebbene Marcione sembra avesse fatto causa comune con [[Cerdone]], lo [[gnosticismo|gnostico]] [[Siri (gruppo etnico)|siro]] che in quel tempo si trovava a Roma, sembra improbabile che la sua dottrina derivi da quella gnostica. Ireneo riferiva (''Adversus Haereses'', III) che in un incontro a Roma Marcione chiese a [[Policarpo di Smirne]]: "Ci riconoscete?" ed ebbe come risposta: "Io riconosco te come il primogenito di [[Satana]]". Questo incontro probabilmente avvenne nel [[154]]. A quel tempo Marcione e le sue dottrine erano molto conosciute, per questo motivo [[Giustino (filosofo)|Giustino]] nella sua ''Prima Apologia'' (scritta intorno al [[150]]), descriveva l'eresia di Marcione come sparsa dappertutto. Questo periodo, dal 144 al 150, sembrava, a molti [[Eresiologia|eresiologi]], un tempo troppo corto per un successo così prodigioso, pertanto si supponeva che Marcione fosse attivo in [[Asia Minore]] ben prima della sua venuta a Roma. [[Clemente Alessandrino]] (''Stromata'', VII, 106) lo definiva il più vecchio contemporaneo di [[Basilide]] e [[Valentino (filosofo)|Valentino]], ma in tal caso, quando giunse a Roma, doveva essere un uomo di mezza età e una sua precedente opera di propaganda in Oriente non è impossibile.
Che la ''[[Chronicon Edessenum|Cronaca di Edessa]]'' situi l'inizio del Marcionismo nel [[138]] favorisce questa possibilità. Tertulliano, nel [[207]] (la data del suo ''Adversus Marcionem'', IV), riferiva che Marcione professò penitenza e accettò come condizione per la sua riammissione nella Chiesa di far ritornare sulla retta via coloro che aveva traviato, ma la morte glielo impedì. La data precisa della sua morte è ignota, ma probabilmente avvenne intorno al [[160]].
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La prima descrizione della dottrina di Marcione risale a [[Giustino (filosofo)|Giustino]], che diceva: "Con l'aiuto del [[diavolo]] Marcione ha contribuito in ogni paese alla [[blasfemia]] e al rifiuto di Dio quale Creatore del mondo". Il Demiurgo ha quindi creato tutti gli uomini, ma scelse di eleggere gli ebrei quale suo popolo e così diventò il dio degli ebrei. La prospettiva [[teologia|teologica]] di Marcione è quindi limitata alla ''[[Bibbia]]'' e la sua lotta con la Chiesa cattolica sembra una semplice battaglia di testi: l<nowiki>'</nowiki>''Antico Testamento'' contiene una parte di verità, [[Mosè]] ed i [[Profeta|Profeti]] sono i messaggeri del Demiurgo, il Messia ebreo verrà sicuramente a fondare un regno millenario per gli ebrei sulla terra, ma il messia ebreo non ha nulla a che fare con il Cristo figlio del Buon Dio Invisibile, Indescrivibile (''ἀόρατος ἀκατανόμαστος ἀγαθὸς θεός'').
Proprio grazie al Cristo, inviato per liberare l'uomo dalla tirannia del suo creatore, il Buon Dio si è rivelato sia al Demiurgo, che ne ignorava l'esistenza, sia alle sue creature. Non si sa se Marcione ammettesse o no la [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]]. Cristo è davvero il Figlio di Dio, ma è anche semplicemente "Dio", senza ulteriori qualifiche, infatti, il ''[[Vangelo di Marcione]]'' iniziava con le parole "Nel quindicesimo anno dell'[[Imperatore]] [[Tiberio Claudio Nerone|Tiberio]] Dio discese in [[Cafarnao]] ed insegnò agli ebrei". Questa manipolazione del testo evangelico è comunque una testimonianza del fatto che, nelle diverse realtà cristiane della prima metà del II secolo, la Divinità di Cristo
Per Marcione, tuttavia, Cristo era il Dio Manifestato, non il Dio [[incarnazione|Incarnato]]. La sua [[Cristologia]] era quella [[Docetismo|Docetista]], che rifiutava la storia dell'infanzia. Il Redentore di Marcione era un ''Deus ex machina'' del quale dice beffardamente Tertulliano: "Improvvisamente un Figlio, improvvisamente Cristo!". Questi (Cristo, che non è il [[Messia]] atteso dagli ebrei) proclamò la nuova legge d'amore e riscattò l'umanità dal pesante giogo del suo creatore. Marcione, per far comprendere la vita di Cristo, usò la storia dei tre [[angelo|angeli]] che mangiarono, camminarono, e conversarono con [[Abramo]] e che tuttavia non avevano un vero corpo umano (Adv. Marc., III,
La dottrina marcionita ebbe notevole diffusione e perdurò per diversi secoli, sebbene sia andata degenerando e scindendosi in varie [[setta|sette]]: il demiurgo o Dio cattivo si venne confondendo con il principio del male o [[Satana]], e i due dèi, che nella dottrina originaria non erano mai entrati in aperto conflitto, si confusero con i due princìpi opposti del bene e del male, in eterno contrasto fra loro, degli [[gnosticismo|gnostici]] e dei [[manicheismo|manichei]]; anzi il marcionismo divenne uno dei principali veicoli dello gnosticismo e del manicheismo.
L'[[etica]] di Marcione era molto severa: prevedeva una rigorosa [[astinenza dalle carni|astinenza]] alimentare, la proibizione del matrimonio e la preparazione costante al [[martirio (Cristianesimo)|martirio]]. I nuovi convertiti, se sposati, dovevano immediatamente sciogliere il matrimonio e abbandonare il coniuge. Marcione battezzava solamente quelli che non vivevano nel matrimonio: vergini, vedove, celibi, ed [[Eunuco|eunuchi]] (Tert., ''Adv. Marc.'', I, XXIX); tutti gli altri rimanevano [[catecumeno|catecumeni]]. D'altra parte l'assenza di divisioni tra catecumeni e persone battezzate, nelle cerimonie marcionite, scandalizzò i cristiani ortodossi dell'epoca. Secondo quanto riporta Epifanio i seguaci di Marcione digiunavano il [[sabato]] per spirito di opposizione al Dio ebreo che fece del sabato un giorno di festa. Il mondo materiale era disprezzato e lo Stato era considerato con indifferenza.
== Le opere ==
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# [[Ireneo di Lione]] (circa 176) anch'egli contemporaneo di Marcione volle scrivere un lavoro particolare per confutare Marcione, ma non terminò mai l'opera (Haer., I, 27, 4; III, 12 13); in ogni caso, nella sua opera ''Contro tutte le eresie'', da qualche informazione sulle tesi di Marcione e riporta la frase di [[Policarpo]]: ''io ti conosco primogenito del diavolo''.
# Rodone (180-192) scrisse un trattato contro Marcione. L'opera è perduta, ma esistono riferimenti di Eusebio di Cesarea.
# [[Quinto Settimio Fiorente Tertulliano]], la fonte principale delle nostre informazioni, scrisse l[[Contro Marcione|'''Adversus Marcionem'']], in cinque libri, tra il 205 e il 212, e si riferisce a Marcione in molti dei suoi lavori: ''[[Le prescrizioni contro gli eretici|De praescriptiones haereticorum]]'', ''[[La carne di Cristo|De Carne Christi]]'', ''[[La resurrezione dei morti o della carne|De resurrectione mortuorum o carnis]]'', e ''De Anima''. Il suo lavoro ''Adversus [[Apelle (gnostico)|Apelle]]'' è andato perduto.
# Pseudo Tertulliano (probabilmente [[Commodiano]]), scrisse un lungo poema in esametri contro Marcione.
# Pseudo Tertulliano (probabilmente [[Vittorino Afro]]) scrisse un ''Ad Justinum Manichaeu, Contra Duo Principia Manichaeorum'' (circa 240).
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* M.J. Lagrange ''Saint Paul ou Marcion'' Revue Biblique 41 (1940) pp. 5–30
* J. Knox, ''Marcion and the New Testament: An Essay on the Early History of the Canon'', Chicago 1942
* {{cita libro|nome=E.C.|cognome= Blackmann|titolo=Marcion and his Influence|anno=2004|url=https://archive.org/details/marcionhisinflue0000blac_b3g8|città=Londra|lingua=en|data= 1948|ISBN=978-1592447312}}
* H. Langerbeck, ''Zur Auseinandersetzung von Theologie und Gemeindeglauben in der r?mischen Gemeinde in den Jahren 135-165'', in Id.,'' Aufsätze zur Gnosis'', Goettingen 1967, pp. 167–179
* Ugo Bianchi, ''Marcion: Théologien biblique ou docteur gnostique?'', Vigiliae Christianae, 21 (1970) pp. 41–49
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