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{{Bio
|Nome = Abū Bakr Muḥammad ibn Zakariyyā al-Rāzī
|Nome = Katzy
|Cognome =
|PostCognomeVirgola = {{farsi|أبو بكر محمد يحيى زكريای رازی}}, noto anche col nome di '''al-Razi''', o '''ar-Razi''', o '''Ibn Zakariyya ''' e in latino col nome di '''Rhazes''' o '''Rasis'''
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|Didascalia = Miniatura europea di al-Rāzī nel libro tradotto da [[Gherardo da Cremona|Gerardo da Cremona]] ''Recueil des traités de médecine'' ([[1250]]-[[1260]], che raffigura un medico mentre raccoglie in un contenitore l'[[urina]] di un malato.)
}}
 
Fu uno dei più grandi filosofi, medici e chimici [[Iran|iraniani]].
 
== Biografia ==
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A tal riguardo l'[[Enciclopedia Britannica]] nel [[1911]] recitava: "Le fonti più degne di fiducia sull'esistenza precoce di questa malattia sono da attribuire ad al-Rāzī (IX secolo), che descrisse chiaramente i sintomi, la patologia (spiegata con una teoria umorale o fermentativa) e con prescrizioni per il suo trattamento".
 
Il primo libro scritto da al-Rāzī a parlare del vaiolo fu l{{'}}''al-Jadarī wa l-ḥaṣba'' (Libro sul vaiolo e il morbillo). La metodologia medica è basata sulla mancanza di dogmatismo e sulla fiducia [[Ippocrate|ippocratica]] verso le osservazioni cliniche. Ecco un esempio delle sue descrizioni:
 
: ''La comparsa del vaiolo è preceduta da febbre continua, dolore al dorso, prurito nel naso e attacchi di paura durante il sonno. Questi sono i sintomi più particolari della sua comparsa, soprattutto dolore al dorso con febbre, assieme anche a bruciori che i pazienti sentono su tutto il corpo, gonfiore del viso che, con il tempo, va e viene; colore infiammato e un rossore intenso negli occhi, una pesantezza dell'intero corpo, forte spossatezza i cui sintomi sono lo sbadigliare e lo stirarsi, dolore alla gola e al petto, con una leggera difficoltà nel respirare, tosse, secchezza del respiro, saliva spessa, e voce rauca, dolori e pesantezza della testa, inquietudine, nausea e ansia (con la differenza che l'inquietudine, la nausea e l'ansia sono più frequenti con il morbillo che con il vaiolo), bruciori nel corpo intero, colon infiammato, e un rosso intenso e brillante delle gengive''.
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=== Scritti e libri ===
[[File:Al Razi Receuil de traite de medecine translated by Gerard de Cremone Second half of 13th century.jpg|thumb|Traduzione del ''Recueil des traités de médecine'', ad opera di [[Gherardo da Cremona|Gerardo da Cremona]], [[1250]]-[[1260]]]]
{{vedi anche|Almansore}}
[[File:Al Razi Receuil de traite de medecine translated by Gerard de Cremone Second half of 13th century.jpg|thumb|Traduzione del ''Recueil des traités de médecine'', ad opera di [[Gherardo da Cremona|Gerardo da Cremona]], [[1250]]-[[1260]]]]
* '''''Al-Ḥāwī''''' ({{arabo|كتاب الحاوي في الطب|Kitāb al-ḥāwī fī ṭibb}}, cioè "Il libro che raccoglie le notizie sulla medicina").
::Questa monumentale enciclopedia in nove volumi (edizione Hayderabad 1955-1971) (conosciuta in Europa anche con il titolo di ''Continens Liber''), è formata da estratti da medici greci, persiani, indiani, in traduzione araba, e contiene anche le considerazioni e la critica di alcuni medici greci, specie Galeno, e anche didei filosofi greci [[Aristotele]] e [[Platone]], e comprende opinioni innovative su molti argomenti.
''Al-Ḥāwī'' non è un'enciclopedia medica convenzionale, ma una raccolta postuma dei quaderni di appunti di al-Rāzī, comprendenti tanto le conoscenze desunte da altri libri quanto osservazioni originali su malattie e le relative terapie, basate sulla sua esperienza clinica. Molto importante è la notissima monografia sul vaiolo, la prima che descrive questa malattia. È stato tradotto in latino nel [[1279]] da [[Faraj ben Salim|Faraj ben Sālim]] (Ferraguth), un medico ebreo che effettuò tale lavoro in [[Sicilia]] con altri collaboratori per [[Carlo I d'Angiò]], e in seguito ebbe un'influenza considerevole in Europa. Il ''Nonus liber Almansoris'' è stato commentato anche da [[Giovanni Matteo Ferrari da Grado]].
 
* '''''Man lā yaḥḍuru ṭabīb''''' ({{arabo|من لا يحضر طبيب}}, lett. "Colui che non ha a disposizione un medico", ossia "Consigli medici per il grande pubblico")
 
::Al-Rāzī fu probabilmente il primo medico persiano a scrivere un manuale medico contenente rimedi diretti a un grande pubblico. Lo dedicò ai poveri, ai viaggiatori e ai normali cittadini, affinché lo potessero consultare per il trattamento dei disturbi più comuni quando un medico non fosse disponibile. Questo libro è di notevole interesse per la storia della farmacia, poiché libri simili erano molto popolari fino al XX secolo. Al-Rāzī descrisse nei 36 capitoli i componenti degli alimenti e dei farmaci che potevano essere reperiti presso un farmacista, un mercato, in cucine ben attrezzate, o negli accampamenti militari. Quindi, ogni persona intelligente avrebbe potuto seguire le relative istruzioni e preparare le ricette adeguate con buoni risultati.
::Le malattie trattate nel libro sono: emicrania, raffreddore, tosse, depressione e malattie dell'occhio, dell'orecchio e dello stomaco. Per esempio, prescrisse per un'emicrania febbrile: "2 parti di ''duhn'' (estratto oleoso) di [[Rosa (botanica)|rosa]], mescolato con 1 parte di aceto, imbevuto in un panno e premuto sulla fronte". Suggerì come lassativo, "una bevanda preparata con 7 dramme (unità di peso pari a circa 1,7 g) di fiori di [[Viola (botanica)|viola]] secchi, macerati e ben mischiati con 20 [[pera|pere]], filtrate e con l'aggiunta di 20 dramme di [[Saccarosio|zucchero]]". Nei casi di depressione al-Rāzī suggerì diverse prescrizioni, tutte che includevano [[papaver]]i o il relativo estratto ([[oppio]]) oppure steli di [[Cuscuta]] (''[[Cuscuta epithymum]]'') o entrambi. Come rimedi per la cura degli occhi, raccomandò compresse di [[mirra]], [[Crocus sativus|zafferano]] e [[franchincenso]], ognuna di 2 dramme, mescolate con 1 dramma di [[arsenico|arsenico giallo]]. Ogni compressa doveva essere sciolta in una quantità sufficiente di acqua di [[Coriandrum sativum|coriandolo]] e la soluzione ottenuta doveva essere usata come [[collirio]] per l'occhio.
 
* '''''Shukūk ʿalā Jālīnūs''''' ({{arabo|شكوك على جالينوس}}, lett. "Dubbi su Galeno")
 
:: In questo libro al-Rāzī conferma il proprio pensiero e l'autonomia nei confronti del mondo greco, contestando addirittura [[Socrate]] e [[Aristotele]] sul concetto di [[dicotomia]] fra mente e corpo, ed asserendo che il benessere generale del paziente trae origine da un benessere mentale. In altre parole: "mente sana in corpo sano". Critica la presunta superiorità della lingua greca, la [[cosmologia (filosofia)|cosmologia]] e il tipo di visite mediche proposte dai pensatori greci.
::Collegò la medicina con la filosofia e dichiarò che una corretta pratica medica richiedeva un pensiero indipendente. Segnalò che le descrizioni di Galeno non erano in accordo con le sue personali osservazioni cliniche per quanto riguardava la patologia febbrile. E in alcuni casi asserì che la sua propria esperienza clinica superava quella di Galeno. Criticò aspramente la teoria di Galeno riguardo al fatto che il corpo umano fosse composto da quattro sostanze distinte (umori), in equilibrio fra loro, e che la malattia fosse l'esito di uno squilibrio fra essi.
::Questo pensiero lo portò a criticare anche la collegata teoria di [[Aristotele]] dei [[Elementi (filosofia)|quattro elementi]] (fuoco, aria, terra e acqua). Gli esperimenti alchemici di al-Rāzī, infatti, gli suggerirono altre qualità della materia, quali la salinità e l'infiammabilità (o carattere untuoso e carattere solforoso) che non trovano spiegazione nella teoria tradizionale dei quattro elementi.
:: Questo insieme di critiche attirò su al-Rāzī accuse di ignoranza e arroganza, anche se egli espresse ripetutamente elogi e ringraziamenti nei confronti di [[Galeno]].
::Nel libro al-Rāzī elencò quattro ragioni per le quali i grandi uomini cadono in errore:
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== Alchimia ==
Le fonti dell'alchimia prendono origine dal ''Corpus ErmeticusErmeticum'', testo attribuito a [[Ermete Trismegisto]] (Ermete Tre Volte Grande), spesso identificato col dio egiziano [[Toth]], inventore dell'alchimia e dio della sapienza.<br />
Il ''Corpus ErmeticusErmeticum'' fu conosciuto da vari filosofi ed alchimisti arabi e le tradizioni alchemiche iniziarono a circolare fin dal [[VII secolo|VII secolo d.C.]] nel mondo islamico, in cui gli alchimisti erano spesso medici, come al-Rāzī.<br />
Le loro ricerche alchemiche portarono spesso alla scoperta di numerose invenzioni mediche e chimiche che hanno gettato le fondamenta per lo sviluppo futuro di entrambe le discipline scientifiche.
 
L'interesse di al-Rāzī per l'alchimia e la sua convinzione nella possibilità di [[trasmutazione]] di [[metallo|metalli]] leggeri in [[argento]] e [[oro]] furono documentate circa mezzo secolo dopo la sua morte nel testo di [[Ibn al-Nadim|Ibn al-Nadīm]] ''Le pietre dei filosofi'' (''Lapis Philosophorum'' in latino). Ibn al-Nadīm ha attribuito una serie di dodici libri ad al-Rāzī, più i sette supplementari, compresa la sua confutazione alle tesi di [[al-Kindi|al-Kindī]] riguardanti le critiche alla validità dell'alchimia. Al-Kindī (801-873) aveva operato nella cosiddetta ''[[Bayt al-Ḥikma]]'', ovvero ''Casa della Saggezza'', costruita per volere del [[califfo]] [[Abbasidi|abbaside]] [[al-Maʾmūn]] a [[Baghdad]] ed era stato un filosofo avversario dell'alchimia.
 
La posizione di al-Rāzī nei confronti dell'alchimia, come pure nei confronti della medicina, può essere situata all'interno della corrente filosofica dell'[[Ilemorfismo|ilomorfismoilemorfismo]], teoria per cui tutti gli esseri sono composti di materia e forma.
 
Rifiutò l'uso delle cosiddette pozioni magiche poiché per al-Rāzī la magia non aveva spiegazioni razionali, anche se non rifiutava l'idea che i miracoli esistessero, pur concependoli come semplici fenomeni naturali non ancora spiegati.
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::* la quantità di calore (fuoco) usata, e i 'corpi' e le 'pietre', ''('al-ajsād' e 'al-aḥjār')'' che hanno o meno la possibilità di essere trasformati in altre sostanze.
::* l'uso di un mordente liquido che colora rapidamente e permanente alcuni metalli per una vendita più lucrosa.
::Riprendendo un testo dell'[[VIII secolo]] sugli amalgami attribuito a Ibn Ḥayyān (Jabir/[[Jabir ibn Hayyan|Geber]]), al-Rāzī descrive i metodi e le procedure di colorazione di un oggetto d'[[argento]] per imitare l'[[oro]] e le tecniche per la rimozione di questa colorazione al fine di ottenere di nuovo l'argento. Inoltre descrive anche la [[doratura]] e l'[[argentatura]] di altri metalli ([[allume]], sali di [[Calcio (elemento chimico)|calcio]], [[ferro]], [[rame]] e tuzia o [[ossido di zinco]]), come pure come i colori da usare perché non si appannino o mutino nel tempo. Il motivo della descrizione di queste procedure non è quello di ingannare, ma piuttosto una deliberata scelta tecnica ed economica. Questo diventa evidente dalle citazioni dei prezzi di mercato e del grande merito che attribuisce agli artigiani e agli alchimisti, scrivendo che i risultati dei loro sforzi potranno "render loro lo sguardo esattamente come oro!". Tuttavia non manca chi afferma che vi fosse in realtà un altro motivo per una descrizione così accurata dei metodi e delle operazioni, vale a dire quello di produrre qualcosa che assomigliasse all'oro per poterlo vendere rapidamente al fine di aiutare un buon amico che aveva bisogno di denaro contante.
::La descrizione minuziosa di queste tecniche alchemiche di doratura e di argentatura dei metalli hanno portato molti biografi musulmani a concludere che al-Rāzī fosse un gioielliere prima di dedicarsi allo studio dell'alchimia.
:: Di grande interesse è la classificazione dei [[minerale|minerali]] in sei divisioni, che mostra una connotazione chimica moderna:
::# Quattro SPIRITI (''al-arwāḥ''): [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]], [[cloruro d'ammonio]], [[zolfo]] e solfato d'[[arsenico]] ([[orpimento]] e [[realgar]]).
::# Sette CORPI (''al-ajsād''): [[argento]], [[oro]], [[rame]], [[ferro]], [[grafite]], [[zinco]] (kharsind) e [[Stagno (elemento chimico)|stagno]].
::# Tredici PIETRE (''al-aḥjar''): piriti [[marcasite]] (''marqashita ''), [[magnesio|magnesia]], [[malachite]], [[Tuccia|tuzia]] ossido di zinco ''(tutiya)'', [[talco]], [[Lapislazzuli|lapislazulilapislazzuli]], [[gesso (minerale)|gesso]], [[azzurrite]], [[Ossido di magnesio|magnesia]], [[ematite]] (ossido di ferro), ossido di arsenico, [[mica]] ed [[Asbesto|amianto]] e [[vetro]] (allora identificato come fatto da sabbia e da alcali di cui il cristallo trasparente damasceno è considerato la cosa migliore),
::# sette VETRIOLI (''al-zajāt''): [[allume]] (''al-shubūb'') e vetrioli di colore bianco (''qalqadzs''), nero, rosso, giallo (''qulqutar'') e verde (''qalqand'') (solfati impuri di ferro, di rame, ecc.).
::# sette BORATI: fra cui il [[natron]] e il borato di sodio impuro.
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* '''''Sirr al-asrār''''' ({{arabo|سر الأسرار}}, "Il Segreto dei Segreti")
::Questo è il libro di al-Rāzī più famoso ed ebbe molta notorietà anche in Occidente. Vi tratta con sistematicità dellele operazioni chimiche di base, ed è di straordinario interesse per la storia della farmacia.
 
== Filosofia ==
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:Al-Rāzī credeva che un medico competente dovesse essere anche un [[filosofia|filosofo]] ben conscio dei problemi fondamentali riguardanti l'esistenza:
 
"Egli proclamava l'assolutismo dello [[spazio euclideo]] e il tempo [[Meccanica (fisica)|meccanico]] come i naturali fondamenti del mondo in cui gli uomini vivevano, ma risolse il problema delle infinità esistenti, sintetizzando tale visione con la teoria atomica di [[Democrito]], che riconobbe la materia come esistente in forma di entità indivisibili e comprensibili.<br />
La continuità dello spazio, tuttavia, permane a causa dell'esistenza del [[vuoto (fisica)|vuoto]], o una regione di materia mancante… tale visione è sorprendentemente vicina ai sistemi ideati dagli scienziati europei [[John Dalton]] e [[Max Planck]], così come ai risultati sperimentali e ai lavori teorici di astronomi moderni quali [[Halton Arp]] e di filosofi oggettivisti quali [[Michael Miller (filosofo)|Michael Miller]].<br />
Il progresso, per tutti questi uomini, non deve essere ostacolato da una selva di idee relativiste contraddittorie e casuali che risultano in un miscuglio metafisico invece che in una solida base intellettuale.<br />
Persino in merito al compito del filosofo, al-Rāzī lo considera come un progresso oltre il livello dei maestri del singolo, espandendone l'accuratezza e lo scopo della dottrina ed elevandone individualmente sulsu di un piano intellettualmente superiore" (G. Stolyarov II).<br />
Al-Rāzī è noto per esser stato un libero pensatore e filosofo [[islam]]ico, visto che gli erano ben note le scienze dell'[[antica Grecia]] e visto che il suo approccio alla chimica era quasi naturalistico. Inoltre era ben istruito sulla teoria della musica, così come molti altri scienziati islamici del tempo.
 
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Tale dottrina dell'intelletto è notevolmente discordante rispetto alle dottrine dei contemporanei di al-Rāzī, che generalmente sono Neoplatonici o Aristotelici, o aderenti a qualche forma delle due scuole.<br />
I rimanenti tre principi [[spazio (fisica)|spazio]], [[materia (fisica)|materia]] e [[tempo]], costituiscono i componenti non animati del mondo. Lo spazio è definito dalla relazione tra le [[particella elementare|particelle]] singole della materia, o [[Atomo|atomi]], e il vuoto che le circonda.<br />
Più grande è la densità degli atomi del materiale, più solido e pesante l'oggetto risultante; al contrario, più grande è la porzione di vuoto, più leggero e meno solido sarà l'oggetto. Tempo e materia hanno entrambi forma assoluta, limitata e generica. Così si ha materia assoluta – pura estensione&nbsp;– che non dipende dal luogo, come se ci fosse un tempo, in tal senso, che non è definito o limitato dal [[moto (fisica)|moto]].<br />
Il tempo assoluto di al-Rāzī è, come la materia, [[infinito (filosofia)|infinito]]; cioè trascende il tempo che Aristotele confinò alla misura del moto. Al-Rāzī, nel caso di tempo e materia, sapeva bene in cosa il suo pensiero differiva da Aristotele ed accettò pienamente e capì le conseguenze inerenti alle sue posizioni anti-Peripatetiche" (Paul E. Walker).<br />
È evidente che la maggior parte dei suoi pensieri derivino dall'[[Islam]], come è dimostrato nel libro: ''La Metafisica''.
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* {{Cita libro|autore=M.M.Sharif|titolo=A History of Muslim Philosophy|città=Wiesbaden|editore=Otto Harrassowitz|anno=1963|volume=1|pp=642-656}}
* {{Cita libro|Paul|Kraus|Opera Philosophica}} È la sola edizione dei testi filosofici e dei frammenti di al-Rāzī al momento esistente. ''Abi Bakr Mohammadi Filii Zachariae Raghensis or Opera Philosophica, fragmentaque quae supersunt.'' Collegit et edidit Paulus Kraus. Pars Prior. Cahirae 1939.
È stato pubblicato solo il primo volume, dal momento che il suicidio di P. Kraus ha impedito l'uscita del secondo volume, per la realizzazione del quale aveva già raccolto una vasta quantità di materiale. Tutto questo materiale, dopo la sua morte, è passato all{{'}}'''Istituto Francese di Archeologia Orientale''' aldel [[Il Cairo|Cairo]] ed è ancora in attesa di pubblicazione.
* {{Cita libro|cognome=Walker|nome=P.|titolo=The Political Implications of al-Razi's Philosophy}} in {{Cita libro|autore=C. Butterworth (ed.)|titolo=The Political Aspects of Islamic Philosophy|città=Cambridge (Stati Uniti)|editore=Harvard University Press|pp=61-94|anno=1992}}
* {{Cita libro|K.|Motazed|Mohammad Zakaria Razi}}
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== Bibliografia ==
[[File:Al-Razi, - itaCibaldone, circac. 1493 - 2034786BEIC IE7906286.jpg|thumb|''Cibaldone'', 1493]]
 
[[File:Al-Razi - ita, circa 1493 - 2034786.tif|thumb|Frontespizio del ''Cibaldone'', 1493]]
* {{Cita libro|cognome=Rhazes|titolo=Cibaldone|editore=Matteo Capcasa|città=Venezia|anno=1493 circa|url=https://preserver.beic.it/delivery/DeliveryManagerServlet?dps_pid=IE7906286}}
 
|cognome=Rhazes
|titolo=Cibaldone
|città=Venezia
|accesso=10 maggio 2015
|anno=circa 1493
|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=2034786&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL3&pds_handle=}}
=== Fonti antiche ===
{{div col|2}}
* {{Cita libro|autore=Ibn al-Nadīm|titolo=Fihrist|editore=Flügel|pp=299 e seguenti}}
* {{Cita libro|autore=Saʿīd al-Andalusī|titolo=Ṭabaqāt al-umam|p=33}}
* {{Cita libro|autore=ibn Juljul|titolo=Ṭabaqāt al-aṭibbāʾ wa l-ḥukamāʾ|editore=Ayman Fuʾād Sayyid|città=Il Cairo|anno=1355/1936|pp=77–7877-78}}
* {{Cita pubblicazione|autore=al-Biruni|titolo=Epitre de Beruni, contenant le repertoire des ouvres de Muhammad|rivista=Zakariya ar-Razi|editore=P. Kraus|città=Parigi|anno=1936}}
* {{Cita libro|autore=al-Bayhaqī|titolo=Tatimma Siwān al-Ḥikma|editore=M. Ghafi|città=Lahore|anno=1351/1932}}
* {{Cita libro|autore=al-Qifṭī|titolo=Taʾrīkh al-ḥukamāʾ|editore=Lippert|pp=27–17727-177}}
* {{Cita libro|autore=Ibn Abī Uṣaybiʿa|titolo=ʿUyun al-anbāʾ fī Ṭabaqāt al-aṭibbāʾ|volume=I|pp=309–21309-21}}
* {{Cita libro|autore=Abū l-Faraj ibn al-ʿIbrī (Bar-Hebraeus)|titolo=Mukhtaṣar Taʾrīkh al-duwal|editore=A. Salhani|p=291}}
* {{Cita libro|autore=Ibn Khallikān|titolo=Wafayāt al-Aʿyān|editore=Muḥyi al-Dīn ʿAbd al-Ḥamīd|città=Il Cairo|anno=1948|numero=678|pp=244-47}}
* {{Cita libro|autore=al-Ṣafadī|titolo=Nakt al-Himyan|pp=249–50249-50}}
* {{Cita libro|autore=Ibn al-ʿImād|titolo=Shadharāt al-dhahab|volume=II|p=263}}
* {{Cita libro|autore=al-ʿUmarī|titolo=Masālik al-ṬAbsār|volume=V, Parte 2|pp=301-03}} (copia fotostatica nella Dār al-Kutub al-Miṣriyya) del [[Il Cairo|Cairo]].
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=== Studi moderni ===
{{div col|3}}
* {{Cita pubblicazione|nome=G.S.A.|cognome=Ranking|titolo=The Life and Works of Rhazes|rivista=Proceedings of the Seventeenth International Congress of Medicine|città=Londra|anno=1913|pp=237–68237-68}}
* {{Cita libro|J.|Ruska|Al-Biruni als Quelle fur das Leben und die Schriften al-Razi's|rivista=Isis|volume=V|anno=1924|pp=26–5026-50}}
* "Al-Razi als Bahnbrecher einer neuer Chemie", in: ''Deutsche Literaturzeitung'', 1923, pp.&nbsp;118–24.
* ''Die Alchemie al-Razi's der Islam'', Vol. XXII,pp.&nbsp;283–319.
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[[Categoria:Filosofi medievali]]
[[Categoria:Medici medievali]]
[[Categoria:Nati in Iran]]
[[Categoria:Medicina araba]]
[[Categoria:Uomini universali]]