Palmira: differenze tra le versioni
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'''Palmira''' (in [[Lingua palmirena|palmireno]] [[File:Tdmr.png|65x65px]], ''Tadmor'', "palma"; [[Greco antico|greco]] Παλμύρα, ''Palmyra'', come in [[lingua latina|latino]]; in [[aramaico]], ''Tadmor'', {{arabo|تدمر}}, ''Tadmur''), chiamata anche la ''Sposa del Deserto'', fu in tempi antichi una delle più importanti [[città della Siria]], e per un certo periodo capitale dell'importante [[Regno di Palmira]], un [[impero]] di breve durata governato dalla regina [[Zenobia]] in contrasto con l'[[impero romano]] nel III secolo d.C. La piccola cittadina moderna nei pressi delle rovine porta lo stesso nome e si trova nel [[Governatorato di Homs]].
Il sito archeologico ha subito gravissimi danni durante la [[guerra civile siriana]], a opera di sistematiche distruzioni del gruppo [[Jihādismo|terrorista]] dello [[Stato Islamico (organizzazione)|Stato Islamico]] nel 2013, ma è stata riconquistata dalla Siria nel 2016.
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È stato per lungo tempo un vitale centro carovaniero, tanto da essere soprannominata la ''Sposa del deserto'', per i viaggiatori e i mercanti che attraversavano il deserto siriaco per collegare l'Occidente (Roma e le principali città dell'impero) con l'Oriente (la Mesopotamia, la Persia, fino all'India e alla Cina), che tra il I e il III secolo d.C. ebbe un notevole sviluppo.
Il nome [[lingua greca|greco]] della città, ''Palmyra'' (Παλμύρα), è la fedele traduzione dall'originale [[aramaico]], '''Tadmor''', che significa 'palma', per la presenza di [[Phoenix dactylifera|palme tipiche del deserto]] nell'oasi attorno a cui sorge. Secondo le ''[[Antichità giudaiche]]'' di [[Giuseppe Flavio]] (AI, VIII), il nome le fu attribuito dal re [[Salomone]] e fu condiviso anche dai Greci.<ref>{{cita libro|autore=Valeria Smedile|autore2=Elena Caliri|autore3=Vincenzo Fera|url=https://iris.unime.it/retrieve/handle/11570/3132291/217233/Valeria%20Smedile%20-%20Dinamiche%20politico-economiche%20e%20fenomeni%20culturali%20a%20Palmira%20nei%20primi%20tre%20secoli%20dell%27Impero.pdf|formato=pdf|titolo=Dinamiche politico-economiche e fenomeni culturali a Palmira nei primi tre secoli dell'impero|
== Storia ==
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{{Vedi anche|Seleucidi}}
Quando i Seleucidi presero il controllo della [[Siria (regione storica)|Siria]] nel 323 a.C. la città fu abbandonata a sé stessa e divenne indipendente. Palmira fiorì come città carovaniera durante il I secolo a.C., come ci testimonia lo [[storico]] [[Ebrei|giudeo]] [[Flavio Giuseppe]], nel secolo successivo, sviluppando un proprio dialetto semitico e un proprio alfabeto. Anche se la Siria era divenuta provincia romana nel 64 a.C., pare che Palmira abbia mantenuto una certa autonomia e la città era tanto ricca che, nel 41 a.C., [[Marco Antonio]] cercò di occuparla per saccheggiarla ma fallì nel tentativo.
==== Romani ====
{{Vedi anche|Limes orientale}}▼
[[File:The Scene of the Theater in Palmyra.JPG|thumb|left|Il [[teatro romano (architettura)|teatro romano]].]]
[[File:PalmyraAncientAvenue.JPG|thumb|Il [[decumano massimo]] della città.]]
▲{{Vedi anche|Limes orientale}}
In seguito Palmira fu annessa ufficialmente alla [[provincia romana]] di Siria, verso il 19 d.C., durante il regno di Tiberio (14-37), e con [[Nerone]] (54-68) fu integrata nella provincia. In quegli anni lo scrittore [[Plinio il Vecchio]], nel suo [[Naturalis Historia]], descrive Palmira mettendone in rilievo la ricchezza del suolo e la sua importanza per il ruolo che ricopriva come principale via di commercio tra [[Persia]], [[India]], [[Cina]] e l'impero romano. Sotto [[Tiberio]] era già così ricca che costruì il [[Tempio di Bel|santuario di Baal]], con il tempio dedicato a Baal, a Yarhibol (il Sole) e Aglibol (la Luna) e con la cooperazione degli sceicchi nomadi l'autorità di Palmira fu riconosciuta dalle oasi del deserto, tanto da renderla un vero e proprio stato. Nel 24 avevano fondato una colonia sull'Eufrate e avevano un fondaco a Vologasia, città del regno dei Parti, da dove raggiungevano le coste del [[golfo persico]], dove arrivavano le navi provenienti dall'India.
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Palmira, benché fosse in una posizione strategica sia per l'impero romano che per quello [[parti]]co, non era mai stata coinvolta nelle guerre tra le due potenze, ma dopo che nel 224 il fondatore della dinastia sasanide [[Ardashir I]] ascese al potere, a partire dal 230 il commercio palmireno diminuì a causa dell'occupazione sasanide della [[Cappadocia]] (Nisibis cadde nel 237) e della Mesopotamia; la città di [[Carre (città)|Carre]] nel territorio tra il [[Tigri]] e l'Eufrate cadde nel 238. Negli anni seguenti le incursioni dei [[Sasanidi]] continuarono con continuità anche sotto il regno del successore di Ardashir, [[Sapore I|Shapur I]], che arrivò a minacciare Antiochia. In questo contesto si inserì la figura di [[Settimio Odenato|Odenato]].
Odenato, discendente della famiglia gentilizia palmirena dei Settimi, che ricevette la [[cittadinanza romana]], quando nel 193 parteggiò per [[Settimio Severo]] contro [[Pescennio Nigro]] venne nominato governatore della [[Syria (provincia romana)|provincia di Siria]] da [[Valeriano]]. Nel 260, dopo che Valeriano fu sconfitto a [[Edessa (Mesopotamia)|Edessa]] e venne catturato, Odenato intervenne in aiuto dei Romani e inseguì sino a [[Ctesifonte]] l'esercito sasanide che, sconfitto dal generale [[Ballista|Callisto]], si stava ritirando. Durante tale azione Odenato riuscì a procurare notevoli perdite al nemico e l'impresa fu apprezzata dall'imperatore [[Gallieno]], figlio di Valeriano, e dopo che Odenato, durante la ribellione dei [[Macriani]] nel 261, sconfisse e uccise il generale Callisto, gli conferì il titolo di ''Dux Romanorum'' e "Corrector totius Orientis". I titoli indicavano una generica preminenza, ma non il governo effettivo, che spettava ai governatori romani. In seguito Odenato però si proclamò anche ''re dei re'' indicando che stava creando uno Stato autonomo. Fu per merito di Odenato che negli anni successivi i Persiani non effettuarono altre incursioni.
==== Regno indipendente di Zenobia di Palmira ====
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[[File:Impero romano 260.png|thumb|Il regno di Palmira alla sua massima estensione, in verde]]
[[File:Zenobia regina di Palmira.jpg|left|thumb|Bassorilievo rinvenuto a Palmira, [[Museo Nazionale di Damasco]]: possibile ritratto di Zenobia.]]
Nel 268, a seguito di un complotto politico (ordito dalla moglie di Odenato, Zenobia)<ref>[[Maconio]] forse era stato sobillato dall'imperatore Gallieno, con la promessa di metterlo al posto di Odenato, ma molto più probabilmente da [[Zenobia]], che voleva che a Odenato succedesse uno dei suoi figli e non [[Settimio Erodiano|Hairan]] che era figlio della prima moglie del marito.</ref>, [[Settimio Odenato|Odenato]] e il figlio maggiore Hairan furono assassinati da [[Maconio]]<ref>Maconio non riuscì a succedere allo zio (o cugino) perché fu assassinato subito dopo.</ref>, cugino o nipote (a seconda delle fonti) di Odenato. Poco dopo la morte del governatore (re dei re), sua moglie [[Zenobia]] prese il potere in nome del figlio minorenne [[Vaballato]], con il sogno e l'ambizione di creare un impero d'Oriente da affiancare all'impero di Roma. Il disinteresse apparente degli imperatori romani e la morte, nel 269, dell'imperatore [[Claudio il Gotico|Claudio II]] e del fratello
Nel 270 Zenobia nominò comandante supremo delle truppe palmirene l'abile generale [[Zabdas]], e lo inviò in suo nome all'attacco delle province romane di Arabia, Palestina ed [[Egitto]], conquistandole. L'Egitto aveva una notevole importanza per il fatto che, dopo la chiusura delle vie carovaniere del nord, il commercio con l'India passava proprio da quella regione. Allora Zenobia si spinse con le sue truppe a nord, conquistò la [[Cappadocia]] e la Bitinia arrivando sino alla città di [[Ankara|Ancira]]. Zenobia però non aveva l'approvazione del Senato di Roma, inoltre non tutte le legioni di stanza in Oriente la seguirono. In quello stesso anno (270) Aureliano viene acclamato imperatore dalle legioni del [[Limes romano|limes]] danubiano.
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==== Tempio di Al-lāt ====
[[File:Lion in the garden of Palmyra Archeological Museum, 2010-04-21.jpg|thumb|Il ''[[Leone di Al-lāt]]'' nei giardini del [[Museo archeologico di Palmira]] (distrutto nel 2015).]]
Il tempio, dedicato alla dea pre-islamica [[Allat|Al-lāt]], venne distrutto
==== Tempio di Baal-hamon ====
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File:HPIM3140.JPG|L'interno
File:HPIM3146.JPG|Parete esterna
File:HPIM3145 2.JPG|I propilei che, prima della distruzione, non
File:HPIM3131.JPG|Ampio cortile interno con duplice colonnato e muro di cinta
File:HPIM3144.JPG|Bassorilievo della processione in onore di Baal (in groppa al dromedario) su un frontone
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{{vedi anche|tempio di Baalshamin}}
[[File:HPIM3190.JPG|thumb|Area e ''[[tempio di Baalshamin]]'' (prima della distruzione del 2015).]]
Il [[tempio di Baalshamin]] (il ''signore del cielo''), consacrato nel 130, era dedicato a una divinità paragonabile a [[Mercurio (divinità)|Mercurio]] ed era gestito da una tribù nomade{{
Con l'avvento del [[cristianesimo]], nel V secolo, il tempio venne trasformato in una chiesa.
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[[File:Palmyre - théâtre pano.jpg|upright=1.4|thumb|Panoramica del teatro, con scena e cavea (prima del danneggiamento).]]
Il teatro è un tipico [[teatro romano (architettura)|teatro romano]] edificato nella seconda metà del II secolo ed era conservato in ottime condizioni. Era dotato di un [[palcoscenico]] che misurava 45,5 × 10,5 metri, accessibile attraverso due scalinate, e da un [[proscenio]] decorato da varie nicchie e colonne in [[stile corinzio]]. La [[cavea]] ha un diametro di 92 metri.
[[File:Teatro romano di Palmira, scena.jpg|thumb|La scena del teatro
Nel gennaio del 2017 la facciata del Teatro è stata fatta esplodere dall'auto-proclamato [[Stato Islamico (organizzazione)|Stato Islamico]]<ref name="RefA" />.
==== Agorà e Senato ====
[[File:HPIM3179.JPG|thumb|Il colonnato dell'agorà.]]
L'agorà ({{lang-grc|ἀγορά}}, da ἀγείρω = radunare), il [[Forum (luogo)|foro]] delle città romane, costruita all'inizio del II secolo, presenta una pianta quadrangolare (84x71 metri), con portici sui quattro lati.
Le colonne presentano delle mensole che erano sormontate da statue. Presso l'angolo sud-ovest dell'agorà sorgeva una basilica rettangolare (815 metri x 12) che si suppone potesse servire per i banchetti.
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://whc.unesco.org/en/list/23|titolo=Scheda UNESCO}}
* {{cita web|url=https://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode=&sll=5.878857,-162.073481&sspn=0.043287,0.054502&ie=UTF8&hq=&hnear=Palmira,+Hims,+Siria&t=h&layer=x&g=Palmyra+siria&ll=34.550168,38.271486&spn=0.00448,0.0109&z=17|titolo=Posizione Palmira su Google maps}}
* {{cita web | url = http://users.unimi.it/progettopalmira | titolo = Palmira. Missione Archeologica Italo-Siriana dell'Università degli Studi di Milano | accesso = 3 ottobre 2010 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200619182452/http://users.unimi.it/progettopalmira | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://www.romadailynews.it/attualita/palmira-lisis-distrugge-due-antichi-mausolei-0256255|titolo=Palmira, l'Isis distrugge due antichi mausolei}}
* Daniele Trucco, [https://web.archive.org/web/20160306171047/http://nexusedizioni.it/it/CT/il-leone-di-palmira-riflessione-in-due-atti-su-una-distruzione-4947?parentSlug=cultura-27&fixed_cms=sezioni Il leone di Palmira]
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[[Categoria:Città romane in Siria]]
[[Categoria:Regni arabi preislamici]]
[[Categoria:Distruzioni del patrimonio artistico]]
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