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== Caratteristiche ==
[[File:Santorini Vista dall'alto.jpg|thumb|left|Veduta panoramica da Fira, capitale dell'isola di Santorini, sull'Egeo]]
È un'isola [[vulcano (geologia)|vulcanica]], originariamente circolare, con una laguna marina interna e un ampio [[cratere vulcanico|cratere]], posto circa 20 km a sud-ovest dalla costa interna proprio al centro della laguna. L'acqua del mare penetrava attraverso l'unica via d'accesso ai porti interni, delimitata ai lati da due scogliere. L'attuale conformazione semicircolare è il frutto di successive eruzioni vulcaniche, che hanno fatto collassare la caldera e determinato l'ingresso del mare sul lato occidentale.
 
La capitale dell'isola è [[Fira]]. Il secondo centro abitato che si trova a nord dell'isola è [[Oia (Grecia)|Oia]] (<small>AFI:</small> {{IPA|[ˈi.a]|el}}), antico centro rinomato per i suoi [[mulino a vento|mulini a vento]]. Un'altra località dell'isola è [[Imerovigli]], vicino a Fira. Oltre a queste cittadine, molto strutturate dal punto di vista turistico e da cui si possono ammirare i tramonti sul [[mar Egeo]], sono degni di nota alcuni centri minori interni come Pyrgos, l'antica capitale dell'isola, e Megalochori. Il punto più alto dell'isola è il ''monte Profitis Illas'' a 567&nbsp;m. È un piccolo vulcano con una piccola [[caldera]].
 
Le principali risorse economiche sono date dal turismo, dall'esportazione della [[pozzolana]] e dalla produzioniproduzione di vini pregiati: nell'isola si produce un ottimo [[vino]] dal sapore dolce e molto corposo, il Vin santo, da non confondere con l'omonimo vino toscano.
 
[[File:Asinelli a Santorini.jpg|thumb|left|Asinelli e pony erano un tempo il mezzo di trasporto più usato nelle salite a Fira, mentre ora sono una nota attrazione turistica]]
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L'isola in origine era di forma circolare con il cratere vulcanico al centro, come l'odierna [[isola di Vulcano]]. Fu devastata e sventrata in parte da un'apocalittica [[Eruzione minoica|eruzione del vulcano]] avvenuta tra il 1627 a.C. e il 1600 a.C. (datazione stabilita da Sturt W. Manning, nel [[2006]], attraverso accurate analisi al [[Carbonio 14|C14]] e dendrocronologiche) che fece collassare il cratere centrale, che fu invaso successivamente quasi del tutto dal mare, lasciando emerse le parti esterne, creando l'attuale forma dell'isola, simile ad un anello, con resti della [[caldera]] centrale.
 
Fu la più imponente eruzione avvenuta in [[Europa]] documentata in epoca storica<ref name="Oppenheimer2003">{{cita pubblicazione|cognome=Oppenheimer|nome=Clive|titolo=Climatic, environmental and human consequences of the largest known historic eruption: Tambora volcano (Indonesia) 1815|lingua=en|rivista=Progress in Physical Geography|volume=27|edizione=2|data=2003|abstract=S|pp=230–259230-259|doi=10.1191/0309133303pp379ra|url=http://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1191/0309133303pp379ra|accesso=24 dicembre 2017}}</ref><ref name="McCoy2002">{{cita conferenza|lingua=en|autore=McCoy, FW, & Dunn, SE|formato=PDF|titolo=Modelling the Climatic Effects of the LBA Eruption of Thera: New Calculations of Tephra Volumes May Suggest a Significantly Larger Eruption than Previously Reported|url=https://www.agu.org/meetings/cc02babstracts/McCoy.pdf|abstract=S|editore=American Geographical Union|data=2002|città=Thera, Grecia|accesso=24 dicembre 2017|dataarchivio=19 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181119091615/https://www.agu.org/meetings/cc02babstracts/McCoy.pdf|urlmorto=sì}}</ref> e, secondo alcune teorie, avrebbe avuto conseguenze devastanti per la [[civiltà minoica]]: sarebbe stata, infatti, la principale causa dell'inizio del suo completo declino; secondo studi recenti, l'eruzione del vulcano provocò dapprima una pioggia di pomici e ceneri, successivamente di ciottoli più grossi e infine della caratteristica [[pomice]] rosa che ha reso celebre l'isola. Quindi il vulcano esplose: un getto di materiali e di gas compressi surriscaldati raggiunse la stratosfera ad una velocità di 2.000&nbsp;km/h, con conseguenze rilevate dall'[[Africa]] alla [[Scandinavia]], dal [[Golfo Persico]] a [[Gibilterra]]. Le ceneri furono sparse per molti chilometri e oscurando la luce solare alterarono, probabilmente, albe, tramonti e condizioni meteorologiche.
 
Alcune teorie basate sui rinvenimenti archeologici trovati a Creta indicano che uno [[tsunami]], probabilmente associato all'eruzione, colpì le aree costiere di Creta e può avere duramente devastato gli insediamenti minoici<ref name="BBCWave">{{cita web|lingua=en |cognome=Lilley |nome=Harvey |data=20 aprile 2007 |titolo=The wave that destroyed Atlantis|editore= BBC Timewatch |url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/6568053.stm |accesso=9 marzo 2008}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=Pareschi, M.T., Favalli, M. e Boschi, E.|url=http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1029/2006GL027205/full|titolo=Impact of the Minoan tsunami of Santorini: Simulated scenarios in the eastern Mediterranean|rivista=Geophysical Research Letters|accesso=24 dicembre 2017|volume=33|data=2006|doi=10.1029/2006GL027205|lingua=en|p=L1860}}</ref> anche se una più recente teoria ipotizza che molto del danno provocato ai siti fosse dovuto a un grande terremoto che precedette l'eruzione di Thera<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Panagiotaki M.|titolo=The impact of the eruption of Thera in the Central Palace sanctuary at Knossos, Crete|rivista=Mediterranean Archaeology & Archaeometry|volume=5|data=2007|edizione=2|url=http://www.rhodes.aegean.gr/maa_journal/issues2007b.html|accesso=24 dicembre 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081229053207/http://www.rhodes.aegean.gr/maa_journal/issues2007b.html}}</ref>.
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[[File:Atlantis_Kircher_Mundus_subterraneus_1678.jpg|thumb|left|Mappa dell'immaginaria [[Atlantide]], da ''Mundus subterraneus'' di [[Athanasius Kircher]]]]
L'isola di Santorini, agli inizi del [[1200]] venne ceduta come principato ai [[Repubblica di Venezia|veneziani]], diventando la [[Diocesi di Santorino|sede del vescovo cattolico]]. Fu il veneziano [[Giacomo Barozzi di San Moisè|Giacomo Barozzi]] a darle il nome attuale, per la presenza sull’isola di una cappella dedicata a Sant'Irene, situata nei pressi di una baia che faceva da porto alla flotta veneziana.<ref>{{Cita libro|nome=Giulio|cognome=Guidorizzi|nome2=Silvia|cognome2=Romani|titolo=Il mare degli dei: Guida mitologica alle isole della Grecia|url=https://books.google.it/books?id=RgI1EAAAQBAJ&pg=PT33&dq=&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&source=gb_mobile_search&sa=X&ved=2ahUKEwiN_6Smj_z7AhWTgf0HHdZWCY4Q6AF6BAgIEAM#v=onepage&q&f=false|accesso=2022-12-15|data=2021-06-25|editore=Raffaello Cortina Editore|lingua=it|ISBN=978-88-3285-337-7}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.in2greece.com/santorini/isola.html|titolo=Santorini|accesso=9 febbraio 2023}}</ref>
Il principato dei veneziani ([[Ducato di Nasso]]) comprese le isole di Santorino e Thira e le mantenne fino alla metà del [[XVI secolo]]. Tale principato riconosceva alle famiglie la gestione dell'isola, essendo d'importanza strategica nella [[Repubblica Veneta]].
 
Ciò non fermò le incursioni ottomane: l'isola infatti fu conquistata dall'ammiraglio [[Ottomani|ottomano]] [[Piyale Paşa]] nel 1576, ed il ducato fu affidato dal sultano a [[Giuseppe Nasi]]. Ripresero a loro volta le incursioni veneziane, l'isola fu interessata nelle varie [[Guerre turco-veneziane|guerre ottomane-veneziane]] fino alla metà del [[XVIII secolo]].