Alhazen: differenze tra le versioni
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|Nome = Alhazen
|Cognome =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Bassora
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|LuogoMorte = Il Cairo
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 900
|Epoca2 = 1000
|Attività = medico
|Attività2 = filosofo
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|AttivitàAltre = , [[fisico]] ed [[astronomo]]
|Nazionalità = arabo
|Immagine =
}}<ref>{{Cita web|titolo=OPTICS – Encyclopaedia Iranica|url=http://www.iranicaonline.org/articles/optics
== Gli studi e le speculazioni ==
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== L'arrivo in Egitto ==
Si trasferì ancora giovane in [[Egitto]], dove avrebbe operato per il resto dei suoi giorni. Vi giunse, secondo una versione (una [[leggenda]] per alcuni storici), per invito dell'[[Imam|Imām]] [[al-Hakim|al-Ḥākim]] della dinastia dei [[Fatimidi]]
Tornato alla capitale dovette subire la sprezzante umiliazione di al-Ḥākim che, rinnegandone le qualità "professionali", accusandolo cioè di non possedere le qualità di uno scienziato, gli assegnò un posto da impiegato - diremmo oggi - di concetto. Temendone però l'ira, perché al-Hākim era un eccentrico [[tiranno]] che si era distinto, sì, per un costante ed importante [[mecenatismo]], ma anche per una fredda crudeltà, Ibn al-Haytham si finse pazzo per una dozzina d'anni, sino alla morte violenta dell'Imām ([[1021]]).
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Restituì alcune opere perdute all'intera umanità: ''[[Le coniche]]'' di [[Apollonio di Perga]] erano in otto libri, dei quali l'ultimo era andato perduto. Ibn al-Haytham fu capace di rielaborare deduttivamente (e proseguendo i ragionamenti dei libri precedenti) il libro mancante, dandone una stesura del tutto compatibile con la possibile originaria.
Ma le traduzioni (fra le quali rilevano gli ''Elementi'' di [[Euclide]] e l{{'}}''[[Almagesto]]'' di [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]]) lo introdussero anche alla speculazione personale su molte delle materie analizzate, risultando in approfondimenti e riformulazioni che sarebbero rimaste per molti secoli di importanza capitale. La parte più rilevante dei suoi studi è raccolta in 25 [[saggio|saggi]] di [[matematica]] ed in 45 ricerche di [[fisica]] (a lui è attribuita la prima, consistente stima dello spessore dell'atmosfera) e [[metafisica]], oltre alla sua [[autobiografia]] del [[1027]].
Fu soprattutto nell'[[ottica]] che le sue ricerche produssero risultati d'eccezione. Studiando l'ottica euclidea, enunciò teorie sulla [[prospettiva]], della quale focalizzò il suo interesse sui tre punti fondamentali (il punto di vista, la parte visibile dell'oggetto e l'[[illuminazione]]), riformulando i modelli geometrici che ne descrivevano le relazioni.
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=== Demolizione delle vecchie teorie sull'ottica ===
In epoche successive sarebbe stato considerato il maggior esponente della "scuola araba" dell'ottica anche perché i suoi studi furono di notevole influenza nella demolizione delle vecchie [[teoria|teorie]] sulla natura e sulla diffusione delle [[immagine|immagini]] visive:
In seguito si era cominciato a parlare di "''scorze''" (o "''èidola''") sostenendo che particelle di ogni oggetto osservato (sorta di "[[ombra|ombre]]" che ne riproducevano la forma ed i [[colore|colori]]) si staccassero dall'oggetto per raggiungere l'occhio umano (sebbene questa teoria non potesse spiegare l'accesso all'[[occhio]] delle "ombre" di grandi [[montagna|montagne]] se non supponendo una misteriosa progressiva riduzione [[dimensione|dimensionale]] in corso di tragitto).
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=== La specialità della luce solare ===
La considerazione delle caratteristiche dell'[[illuminazione]], ormai senza più dubbio attribuita all'effetto della luce solare, unita alla considerazione delle sensazioni dolorose arrecate dall'osservazione diretta del massimo
Intuì dunque una sorta di [[forza (filosofia)|forza]], di [[energia]] emessa dal Sole (ma non pervenne ad una sua precisa definizione), tanto forte da suscitare la produzione di informazioni visive provenienti dagli oggetti e troppo forte per l'occhio, che di tali scorzettine doveva riceverne, non produrne.
Questa sorta di [[radiazione]] gli consentì di ipotizzare che il [[colore]] fosse effetto d'una radiazione secondaria, emessa dagli oggetti colorati che fossero stati sollecitati da un agente primario, come la luce del Sole; si spinse ad ipotizzare, per primo, che la luce solare illuminasse la [[Luna]] e che questa la riflettesse sulla [[Terra]].
Sintetizzando, ibn al-Haytham introdusse l'ipotesi che (come poi sarebbe stato sviluppato dalla teoria corpuscolare) la [[vista|visione]] dipendesse da un agente esterno (il ''[[lumen]]'', concetto innovativo rispetto alla ''[[luce (filosofia)|lux]]'') e che le informazioni fornite dai ''lumen'' fossero in realtà un [[flusso]] di particelle materiali emesse dagli oggetti.
=== La camera oscura e le illusioni ottiche ===
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=== La tesi Hockney-Falco ===
A una conferenza scientifica nel febbraio 2007, [[Charles M. Falco]] ipotizzò che il lavoro sull'ottica di Ibn al-Haytham potesse avere influenzato gli artisti rinascimentali,<ref>Charles M. Falco, [https://ieeexplore.ieee.org/document/4555635 Ibn al-Haytham and the origins of modern image analysis]</ref> idea portata avanti anche dall'antropologo dell'immagine Hans Belting<ref>[https://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2023/01/20/hans-belting-immagini-storia-arte-fotografia/#more-30809 A cosa servono le immagini] di Michele Smargiassi, la Repubblica.</ref>
==Opere==
* [[Libro dell'Ottica]]
== Note ==
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== Bibliografia ==
* María Luisa Calvo Padilla, ''El pionero de la luz: Alhacén y su Libro de la Óptica'', Madrid, Ediciones Complutense, 2019.
* [[George Sarton]], ''Introduction to the History of Science'', Huntington, N.Y., R. E. Krieger Pub. Co., 1975.
* H.J.J. Winster, "The optical researches of Ibn al-Haytham", in ''Centaurus'', III (1954), pp. 190–210.
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* {{Collegamenti esterni}}
* {{Treccani|ibn-al-haitham-abu-ali-al-hasan-ibn-al-hasan}}
* {{cita web | 1 = http://www.ba.infn.it/~fisi2005/evangelista/deluca/capitolo1.html | 2 = La teoria delle scorzettine di Alhazen |
{{Controllo di autorità}}
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