Alhazen: differenze tra le versioni
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{{NN|medici|marzo 2016}}
{{Bio
|Nome = Alhazen
|Cognome =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Bassora
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|LuogoMorte = Il Cairo
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 900
|Epoca2 = 1000
|Attività = medico
|Attività2 = filosofo
|Attività3 = matematico
|AttivitàAltre = , [[fisico]] ed [[astronomo]]
|Nazionalità =
|Immagine = Alhazen
}}<ref>{{Cita web|titolo=OPTICS – Encyclopaedia Iranica|url=http://www.iranicaonline.org/articles/optics|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|titolo=Ibn al-Haytham {{!}} Arab astronomer and mathematician|url=https://www.britannica.com/biography/Ibn-al-Haytham|sito=Encyclopedia Britannica|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web|titolo=Ibn al-Haytham {{!}} Infoplease|url=https://www.infoplease.com/encyclopedia/people/science-and-technology/mathematics-biographies/ibn-alhaytham|sito=Columbia Encyclopedia|lingua=en|accesso=4 aprile 2018|dataarchivio=1 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180301104124/https://www.infoplease.com/encyclopedia/people/science-and-technology/mathematics-biographies/ibn-alhaytham|urlmorto=sì}}</ref> Fu uno dei più importanti e geniali scienziati del mondo [[islam]]ico (ed in genere del principio del secondo millennio). È considerato l'iniziatore dell'[[Ottica|ottica moderna]].
== Gli studi e le speculazioni ==
Originario delle aree della [[Mesopotamia]] (attuale [[Iraq]]<ref>All'epoca chiamata ''ʿIrāq ʿarabī'', ossia "Iraq arabo", contrapposta alle regioni persiane occidentali confinanti, indicate con l'espressione ''ʿIrāq ʿajamī'', "Iraq persiano".</ref>), vi crebbe studiando [[religione]] e conoscendo le scienze attraverso gli insegnamenti dei religiosi locali, fra Bassora e [[Baghdad]]
Figlio di un agiato dignitario, i suoi studi erano inizialmente diretti verso carriere che oggi si potrebbero definire di pubblica amministrazione; fu anche nominato ''[[visir]]'' per la provincia di Bassora,
== L'arrivo in Egitto ==
Si trasferì ancora giovane in [[Egitto]], dove avrebbe operato per il resto dei suoi giorni. Vi giunse, secondo una versione (una [[leggenda]] per alcuni storici), per invito dell'[[Imam|Imām]] [[al-Hakim|al-Ḥākim]] della dinastia dei [[Fatimidi]]
Tornato alla capitale dovette subire la sprezzante umiliazione di al-Ḥākim che, rinnegandone le qualità "professionali", accusandolo cioè di non possedere le qualità di uno scienziato, gli assegnò un posto da impiegato - diremmo oggi - di concetto. Temendone però l'ira, perché al-Hākim era un eccentrico [[tiranno]] che si era distinto, sì, per un costante ed importante [[mecenatismo]], ma anche per una fredda crudeltà, Ibn al-Haytham si finse pazzo per una dozzina d'anni, sino alla morte violenta dell'Imām ([[1021]]).
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Restituì alcune opere perdute all'intera umanità: ''[[Le coniche]]'' di [[Apollonio di Perga]] erano in otto libri, dei quali l'ultimo era andato perduto. Ibn al-Haytham fu capace di rielaborare deduttivamente (e proseguendo i ragionamenti dei libri precedenti) il libro mancante, dandone una stesura del tutto compatibile con la possibile originaria.
Ma le traduzioni (fra le quali rilevano gli ''Elementi'' di [[Euclide]] e l{{'}}''[[Almagesto]]'' di [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]]) lo introdussero anche alla speculazione personale su molte delle materie analizzate, risultando in approfondimenti e riformulazioni che sarebbero rimaste per molti secoli di importanza capitale. La parte più rilevante dei suoi studi è raccolta in 25 [[saggio|saggi]] di [[matematica]] ed in 45 ricerche di [[fisica]] (a lui è attribuita la prima, consistente stima dello spessore dell'atmosfera) e [[metafisica]], oltre alla sua [[autobiografia]] del [[1027]].
Fu soprattutto nell'[[ottica]] che le sue ricerche produssero risultati d'eccezione. Studiando l'ottica euclidea, enunciò teorie sulla [[prospettiva]], della quale focalizzò il suo interesse sui tre punti fondamentali (il punto di vista, la parte visibile dell'oggetto e l'[[illuminazione]]), riformulando i modelli geometrici che ne descrivevano le relazioni.
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=== Demolizione delle vecchie teorie sull'ottica ===
In epoche successive sarebbe stato considerato il maggior esponente della "scuola araba" dell'ottica anche perché i suoi studi furono di notevole influenza nella demolizione delle vecchie [[teoria|teorie]] sulla natura e sulla diffusione delle [[immagine|immagini]] visive:
In seguito si era cominciato a parlare di "''scorze''" (o "''èidola''") sostenendo che particelle di ogni oggetto osservato (sorta di "[[ombra|ombre]]" che ne riproducevano la forma ed i [[colore|colori]]) si staccassero dall'oggetto per raggiungere l'occhio umano (sebbene questa teoria non potesse spiegare l'accesso all'[[occhio]] delle "ombre" di grandi [[montagna|montagne]] se non supponendo una misteriosa progressiva riduzione [[dimensione|dimensionale]] in corso di tragitto).
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Della scuola araba dell'ottica, ibn al-Haytham è in genere considerato il primo e massimo, [[Genio (filosofia)|geniale]], esponente. Fu grazie ai suoi studi che si poterono formulare nuove ipotesi, fresche anche per mancanza di inerzie [[cultura]]li, e che lo studio di queste materie ebbe la possibilità di costituirsi in "[[scuola]]", destinata a formare un numero (per i tempi assai rilevante) di studiosi specialistici.
Un elemento che attrasse la sua attenzione fu la persistenza delle immagini [[retina|
Demolita così la teoria dei raggi visuali, Alhazen si rifece a quella delle scorze, supponendo stavolta che l'acquisizione delle informazioni luminose fosse sì dovuta ad un agente esterno, ma che questo non rilasciasse "ombre", viaggianti in forma di "scorze" appositamente in direzione dell'occhio dell'osservatore, bensì delle "scorzettine", emesse dall'oggetto in tutte le direzioni. Per questo, dovette affrontare una ipotesi di scomposizione rudimentalmente particellare di ciascuno degli oggetti osservati, ed attribuire a ciascuna infinitesima componente di ciascun oggetto la capacità di emissione di scorzettine in ogni direzione.
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=== La specialità della luce solare ===
La considerazione delle caratteristiche dell'[[illuminazione]], ormai senza più dubbio attribuita all'effetto della luce solare, unita alla considerazione delle sensazioni dolorose arrecate dall'osservazione diretta del massimo
Intuì dunque una sorta di [[forza (filosofia)|forza]], di [[energia]] emessa dal Sole (ma non pervenne ad una sua precisa definizione), tanto forte da suscitare la produzione di informazioni visive provenienti dagli oggetti e troppo forte per l'occhio, che di tali scorzettine doveva riceverne, non produrne.
Questa sorta di [[radiazione]] gli consentì di ipotizzare che il [[colore]] fosse effetto d'una radiazione secondaria, emessa dagli oggetti colorati che fossero stati sollecitati da un agente primario, come la luce del Sole; si spinse ad ipotizzare, per primo, che la luce solare illuminasse la [[Luna]] e che questa la riflettesse sulla [[Terra]].
Sintetizzando, ibn al-Haytham introdusse l'ipotesi che (come poi sarebbe stato sviluppato dalla teoria corpuscolare) la [[vista|visione]] dipendesse da un agente esterno (il ''[[lumen]]'', concetto innovativo rispetto alla ''[[luce (filosofia)|lux]]'') e che le informazioni fornite dai ''lumen'' fossero in realtà un [[flusso]] di particelle materiali emesse dagli oggetti.
=== La camera oscura e le illusioni ottiche ===
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=== La tesi Hockney-Falco ===
A una conferenza scientifica nel febbraio 2007, [[Charles M. Falco]] ipotizzò che il lavoro sull'ottica di Ibn al-Haytham potesse avere influenzato gli artisti rinascimentali,<ref>Charles M. Falco, [https://ieeexplore.ieee.org/document/4555635 Ibn al-Haytham and the origins of modern image analysis]</ref> idea portata avanti anche dall'antropologo dell'immagine Hans Belting<ref>[https://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2023/01/20/hans-belting-immagini-storia-arte-fotografia/#more-30809 A cosa servono le immagini] di Michele Smargiassi, la Repubblica.</ref>
==Opere==
* [[Libro dell'Ottica]]
== Note ==
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== Bibliografia ==
* María Luisa Calvo Padilla, ''El pionero de la luz: Alhacén y su Libro de la Óptica'', Madrid, Ediciones Complutense, 2019.
* [[George Sarton]], ''Introduction to the History of Science'', Huntington, N.Y., R. E. Krieger Pub. Co., 1975.
* H.J.J. Winster, "The optical researches of Ibn al-Haytham", in ''Centaurus'', III (1954), pp. 190–210.
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Treccani|ibn-al-haitham-abu-ali-al-hasan-ibn-al-hasan}}
* {{cita web | 1 = http://www.ba.infn.it/~fisi2005/evangelista/deluca/capitolo1.html | 2 = La teoria delle scorzettine di Alhazen | accesso = 12 novembre 2020 | urlarchivio = https://archive.is/20121218184301/http://www.ba.infn.it/~fisi2005/evangelista/deluca/capitolo1.html | dataarchivio = 18 dicembre 2012 }}
{{Controllo di autorità}}
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