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{{Organizzazione
|Nome = Libere Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani
|Nome ufficiale2 = Libere A.C.L.I.
|Nome ufficiale3 = Federazione delle Libere Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani
|Abbreviazione = Libere ACLI
|Tipo = [[associazione di promozione sociale]]
|Fondazione = 7 febbraio [[1971]]
|Fondatore = [[Gaetano Peretti]]
|Scioglimento = [[1973]]
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|Area = Italia
|Presidente = Carlo Borrini
|Naz presidente = Italia
|Lingua =
|Membri = 120000
|Anno membri = 1971
|Bilancio =
|Anno bilancio =
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|Anno volontari =
|Motto =
|Logo =
}}
Le '''Libere ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani)''' sono un movimento di lavoratori cattolici italiani fondato il 7 febbraio 1971 per scissione dalle [[Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani]] in conseguenza della svolta socialista di Vallombrosa del 1970.
Movimento di lavoratori cattolici italiani fondato il 7 febbraio 1971 per scissione dalle [[Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani]] a conseguenza della svolta socialista di Vallombrosa del 1970. Il movimento Libere ACLI promosse un nuovo tipo di modello di sviluppo socio economico ispirato dal [[realismo dinamico]] di [[Tommaso Demaria]] alternativo al tipo di sviluppo marxista-socialista e al tipo liberal- capitalista. Dopo il ritiro delle proposte socialiste, come movimento in parte confluì nell'[[Movimento Cristiano Lavoratori|MCL]] ed in parte rientrò nelle ACLI e continuò la sua azione sul piano culturale tramite il ''Movimento Ideologico Cristiano Lavoratori MICL''<ref>{{Cita libro|autore=Movimento Ideologico Cristiano Lavoratori|titolo=Punti orientativi ideologico-sociali|anno=1974|editore=Luigi Parma|città=Bologna}}</ref>, il ''Movimento Ideoprassico Dinontorganico'' e pubblicazioni di testi e periodici quali ''Nuova Presenza Cristiana'' e ''Nuove Prospettive''.▼
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== Storia ==▼
▲== Storia ==
[[File:Sette Domande Libere Acli 1971.JPG|miniatura|L'
=== L'ipotesi "socialista" delle ACLI 1969-1970 ===
Le ACLI nacquero nel 1944 per volontà della Chiesa
Sotto la presidenza di [[Livio Labor]] e poi di [[Emilio Gabaglio]], le ACLI, che incarnavano il fronte dei lavoratori cattolici, con il Congresso di Torino del 1969 e con il Convegno di Vallombrosa del 1970 imboccarono una via socialista che, tra i vari contenuti, proponeva il ripudio del capitalismo, la lotta tra classi sociali ed una interpretazione in chiave marxista dei Vangeli, in parte sostenuta da influenti sacerdoti come padre [[Bartolomeo Sorge]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Bartolomeo Sorge Questa nuova visione socialista adottata dalle ACLI era considerata dai vescovi della CEI ==== I primi dissensi ====
▲[[File:Sette Domande Libere Acli 1971.JPG|miniatura|L' opuscolo redatto nel febbraio 1971 con il contributo primario del prof. Tommaso Demaria che costituisce il manifesto politico e culturale delle Libere ACLI]]
Seguirono alcune riunioni a Roma di dirigenti nazionali e responsabili locali nel gennaio del 1971, che ipotizzavano un’azione di rottura con le ACLI nazionali. Ci fu anche una raccolta di firme per promuovere una scissione, ma a quelle riunioni non seguì alcuna azione concreta. Il 1º febbraio 1971 le minoranze dissenzienti e la gioventù aclista autonoma chiesero alla presidenza un congresso straordinario per verificare con la base la scelta della ''svolta socialista'', richiesta che venne loro rifiutata<ref>{{Cita news|titolo=Polemica nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=2 febbraio 1971|p=5}}</ref>.
=== La frattura e la fondazione delle Libere ACLI dell'Italia Settentrionale ===▼
▲=== La frattura e la fondazione delle ''Libere ACLI dell'Italia Settentrionale'' ===
La dirigenza ACLI Nazionale prontamente condannò la scissione attribuendola ad un esiguo numero di alcune sezioni locali e senza la partecipazione di dirigenti nazionali e proponendo l'espulsione degli scissionisti<ref>{{Cita news|autore=|titolo=ACLI: gli scissionisti differiti ai Probi Viri|pubblicazione=Corriere della sera|data=9 febbraio 1971|p=15}}</ref>.▼
[[File:Per un impegno ideologico cristiano di ALC FEDERACL.JPG|miniatura|Il libretto che descrive la scelta culturale del realismo dinamico promosso dalle Libere ACLI come tipo di sviluppo
Don Giuseppe Macario era un sacerdote di Torino, attivo nell’assistenza ai profughi dell’Istria<ref>{{Cita news|titolo=E' morto don Macario Parroco dei profughi|pubblicazione=Stampa Sera|data=7 marzo 1983|p=5|citazione=A Torino don Macario (fratello del senatore Luigi Macario, ex leader della Clsl) era assai conosciuto e stimato per numerose opere sociali che aveva realizzato e per essere stato il «parroco delle Casermette»: circa 4 mila profughi giuliani ai quali don Macario aveva assicurato assistenza spirituale e materiale nelle ex casermette di via Guido Reni.|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1025_02_1983_0063_0005_19050920/}}</ref> e nel mondo cattolico del lavoro, nonché fratello di [[Luigi Macario]].
Don Macario fu indirizzato dal deputato [[Michelangelo Dall'Armellina]] a contattare [[Gaetano Peretti]], presidente della sezione ACLI di Avesa<ref>{{Cita web|url=http://www.mclavesa.it/?page_id=28|titolo=MEMORIE DI UN PRESIDENTE|autore=Giorgio Ceoletta|citazione=... convocato il consiglio delle A.C.L.I. di Avesa, sotto la spinta di Gaetano Peretti si decide di fare la scissione...|accesso=11 agosto 2019|dataarchivio=12 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200812205853/http://www.mclavesa.it/?page_id=28|urlmorto=sì}}</ref>, frazione di Verona.
La stampa riportò la notizia sui quotidiani l'indomani battezzando il movimento scissionista come le ''Libere ACLI.'' Il fatto ebbe una risonanza nazionale in quanto sanciva la frattura del fronte dei lavoratori cattolici e la motivazione fu individuata da subito come dovuta alla incompatibilità ideologica tra la "ipotesi socialista", e la natura originaria delle ACLI fedele alla DSC.▼
Peretti era uno dei dissenzienti più convinti e, con don Macario, coordinò una riunione di responsabili di sezioni locali che ambivano al rifiuto dell’ipotesi socialista e alla separazione dalle ACLI nazionali, per il 7 febbraio 1971 nel Dopolavoro Ferroviario in via Sammartini a Milano. Don Macario avvertì Peretti che sarebbe stato presente all'incontro il prof. [[Tommaso Demaria]], docente dell’[[Università Pontificia Salesiana|Ateneo Salesiano]], per garantire le basi teoretiche e la correttezza rispetto al magistero della dottrina cattolica del nuovo movimento che si prospettava di costituire<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Gaetano Peretti|titolo=Maria... Tu qui?|anno=2002|editore=Copigraph|città=Verona}}</ref>.
Nei giorni successivi vi fu un crescendo di adesioni alle Libere ACLI e a piccoli gruppi i dirigenti della minoranza ACLI iniziarono a dimettersi per confluire nelle Libere ACLI. I ''liberi aclisti'' provvedettero a pubblicare nell'opuscolo ''Sette domande sulle A.C.L.I. e la svolta di Vallombrosa e sette risposte delle "Libere A.C.L.I"'' il manifesto ideologico del nuovo movimento fondato sul [[realismo dinamico]] di [[Tommaso Demaria]]<ref>{{Cita libro|autore=LIBERE A.C.L.I.|titolo=Sette domande sulle A.C.L.I. e la svolta di Vallombrosa e sette risposte delle " Libere A.C.L.I.", a cura di Tommaso Demaria|anno=1971|editore=Centro Studi|città=Milano}}</ref>''.'' L'opuscolo inviato tra gli altri anche a [[Papa Giovanni Paolo I|Albino Luciani]] allora Patriarca di Venezia, servì anche per confermare alle autorità ecclesiastiche la correttezza nei confronti del Magistero della Chiesa Cattolica<ref>{{Cita news|autore=Federazione Nazionale▼
▲[[File:Per un impegno ideologico cristiano di ALC FEDERACL.JPG|miniatura|Il libretto che descrive la scelta culturale del realismo dinamico promosso dalle Libere ACLI come tipo di sviluppo socio economico alternativo alla "ipotesi socialista" ed alla marxista ed al tipo liberal-capitalista ]]
Le LIbere ACLI ebbero il loro atto costitutivo ufficiale a Roma il 2 maggio 1971 con la deposizione dello statuto provvisorio presso un notaio. Furono presenti come fondatori 200 delegati da 39 diverse provincie<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Da scissionisti di 39 provincie. Fondate le Libere Acli.|pubblicazione=Corriere della sera|data=03 maggio 1971|citazione=o nate ufficialmente le « ACLI libere », costituite dagli scissionisti in 39 province. Il testo dello statuto provvisorio è stato depositato stamani davanti a un notaio: esso regolerà la vita associativa—è detto in un comunicato — fino al primo congresso nazionale. I duecento delegati riunitisi a Roma hanno quindi approvato un documento che si articola nei seguenti punti:...}}</ref>. Carlo Borrini, vice presidente dimissionario delle ACLI, divenne presidente delle Libere ACLI il 12 maggio 1971<ref>{{Cita news|autore=Agenzia Italia|titolo=Borrini Presidente delle "Libere Acli"|pubblicazione=LA STAMPA|data=13 maggio 1971|p=11}}</ref>.▼
Alla riunione, presieduta da Peretti<ref>{{Cita news|autore=S.d.M.|titolo=Frattura nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=8 febbraio 1971|p=3}}</ref>, erano presenti anche Ettore Bandieri e Adriano Nardo di Torino, Abele Gallaverna e Angelo Del Pietro di Novara. Dopo la relazione del prof. Demaria sui fondamenti teoretici che rendevano necessari il rifiuto dell’ipotesi socialista, la scissione e la proposta di una nuova e diversa proposta cristiana, venne proclamata, alla presenza dei giornalisti di numerose testate nazionali, la fondazione delle ''Libere ACLI dell'Italia Settentrionale''.
Venne approvato uno statuto provvisorio<ref>{{Cita news|autore=S.d.M.|titolo=Frattura nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=8 febbraio 1971|p=3|citazione=L'assemblea tenutasi ieri a Milano, presso il Dopolavoro Ferroviario di via Sammartini (fra i partecipanti erano numerosi dipendenti delle Ferrovie dello Stato), ha visto la presenza di delegati di molte province settentrionali, tra gli altri, il professor Gaetano Peretti, presidente di un grosso gruppo aclista di Verona e insegnante di filosofia in quella città, che dirigeva i lavori; il dottor Ettore Bandieri di Torino, vicesegretario nazionale delle ACLI dei ferrovieri; Adriano Nardo, presidente di un circolo ACLI di Torino; Abele Gallaverna e Angelo Del Pietro di Novara. È stato approvato lo statuto provvisorio delle «libere ACLI»}}</ref>.
Nessun dirigente nazionale ACLI prese parte a questa fondazione, che fu opera dei responsabili locali di sezioni di Torino, Novara, Alessandria, alcuni rappresentanti di sezioni dell’Emilia, di Milano ed altre località della Lombardia, e altri ancora dal Veneto: Mestre, Porto Marghera, Vicenza, Verona, Chioggia e Venezia<ref name="ref_A">{{Cita news|autore=Lamberto Furno|titolo=Minaccia di estendersi la scissione nelle ACLI|pubblicazione=La Stampa|data=11 febbraio 1971|p=18}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Lamberto Furno|titolo=Contro la "scelta socialista". Minaccia di estendersi la scissione nelle Acli. Gli oppositori alla linea del presidente Gabaglio si sono riuniti a Roma|pubblicazione=La Stampa|data=11 febbraio 1971|p=18|citazione=Dopo la costituzione delle «Libere Acli dell'Italia settentrionale», avvenuta domenica scorsa a Milano|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,18/articleid,0135_01_1971_0035_0018_5136161/}}</ref>.
Nel giugno 1971 i vescovi della CEI ritirano gli assistenti ecclesiastici alle ACLI Nazionali<ref>{{Cita news|autore=F.D.S.|titolo=DOPO IL RITIRO DEL «CONSENSO» DEI VESCOVI Le Acli non hanno più gli assistenti ecclesiastici|pubblicazione=Corriere della Sera|data=10 giugno 1971|p=4}}</ref>e il 19 giugno 1971 avviene la così detta ''sconfessione delle ACLI di Paolo VI''<ref>{{Cita news|autore=|titolo=ACLI: il Papa conferma il distacco dalla Chiesa Parlando alla conferenza episcopale Paolo VI ha deplorato che il movimento abbia voluto qualificarsi politicamente «scegliendo per di più una linea socialista, con le sue discutibili e pericolose implicazioni dottrinali e sociali|pubblicazione=Corriere Della Sera|data=20 giugno 1971|pp=1-2|citazione=Città del Vaticano, 19 giugno. Il totale e pieno appoggio del Pontefice all'operato dell'episcopato italiano per il ritiro del « consenso » alle ACLI è stato manifestato questa mattina da Paolo VI, che ha rivolto un discorso ai vescovi a conclusione dell'ottava assemblea generale della conferenza episcopale italiana.}}</ref>''.''▼
▲La dirigenza ACLI
▲La stampa riportò la notizia sui quotidiani l'indomani, battezzando il movimento scissionista come le ''Libere ACLI
▲Nei giorni successivi vi fu un crescendo di adesioni alle Libere ACLI e, a piccoli gruppi, i dirigenti della minoranza ACLI iniziarono a
L'opuscolo, inviato tra gli altri anche a [[Papa Giovanni Paolo I|Albino Luciani]], allora Patriarca di Venezia, servì anche per confermare alle autorità ecclesiastiche la correttezza nei confronti del magistero della Chiesa cattolica<ref>{{Cita news|autore=Federazione Nazionale Libere ACLI|titolo=Lettera al Patriarca di Venezia Albino Luciani: rassicurazioni all'Episcopato sulla fedeltà al Magistero della Chiesa Cattolica|pubblicazione=Archivio Storico del Patriarcato di Venezia|città=Venezia|data=11 marzo 1971|citazione=Le sette domande e risposte esprimono una netta condanna della scelta socialista, “dottrinalmente negativa e praticamente illusoria e nefasta”, sostengono come alternativa al “socialismo di Vallombrosa” la proposta delle Libere ACLI, “alternativa organico-dinamica” al capitalismo e al socialismo e ribadiscono “piena aderenza al Magistero e piena disciplina rispetto all’Autorità” come normale conseguenza della propria concezione sociale organico-dinamica (poiché “chi si sente persona-cellula del super organismo dinamico religioso cristiano che coincide col Corpo Mistico e con la Chiesa, non può avere altro atteggiamento”)}}</ref>.
▲Le
Carlo Borrini, vicepresidente dimissionario delle ACLI, divenne presidente delle Libere ACLI il 12 maggio 1971<ref>{{Cita news|autore=Agenzia Italia|titolo=Borrini presidente delle "Libere Acli"|pubblicazione=La Stampa|data=13 maggio 1971|p=11}}</ref>.
Nel maggio 1971 la minoranza ACLI con le ''Libere ACLI'' controllò 15 province, per una stima di 120.000<ref>{{Cita web|url=https://www.mcl.it/Notizie/cattolici-per-un-progetto-dicembre-2002-18180|titolo=Cattolici per un progetto. Il ricordo degli inizi|sito=Movimento Cristiano Lavoratori|data=2002|lingua=it|citazione=I tempi sono maturi per qualcosa di nuovo. Da una parte il vulcanico Carlo Borrini organizza un nuovo raggruppamento, in futuro chiamato MOCLI, al quale aderiscono 120.000 militanti circa, soprattutto delle province nelle quali le Acli erano particolarmente radicate, e che si riconoscevano in una linea di impegno sociale e politico legatissima al movimento dei lavoratori, ma aliena dalla lotta di classe e dalla voglia di confluenza nel Pci o nel Psi. Parallelamente si danno da fare anche Giovanni Bersani e Michelangelo Dell’Armellina, entrambi deputati Dc, chiamando attorno a sé i loro fedelissimi. Soffrono più di ogni altra cosa la lacerazione del rapporto con la Chiesa, la rottura delle forme, la violazione delle tradizioni, e decidono di dar vita ad una sorta di corrente che poi sarà chiamata FEDERACL (che contava all’epoca circa 70 mila aderenti).|accesso=7 febbraio 2021}}</ref>–150.000<ref>{{Cita news|autore=Redazione|titolo=Le ACLI valutano oggi le decisioni della Conferenza Episcopale. Prese di posizione dalla Lombardia, dalla Sardegna e dalla Sicilia — La minoranza chiede le dimissioni della presidenza|pubblicazione=L'Unità|data=11 maggio 1971|p=2|citazione=...e chi invece vuol uscirne per confluire nelle così dette Libere ACLI. Il documento votato segna un compromesso. La richiesta delle dimissioni della presidenza (priva di realismo se si pensa che la minoranza controlla solo 15 province)...|url=https://archivio.unita.news/issue/1971/05/11}}</ref> tra iscritti ed aderenti ai servizi ACLI.
▲Nel giugno 1971 i vescovi della CEI
Gli esponenti delle Libere ACLI con delusione dovettero constatare nonostante la sconfessione delle ACLI, alle Libere ACLI non veniva espressa alcuna preferenza dalla gerarchia ecclesiastica.
==== Il Movimento Cristiano dei Lavoratori Italiani
Le Libere
==== La
[[File:NUOVA PRESENZA CRISTIANA RICOSTRUZIONE INTESTAZIONE ANNO III.JPG|miniatura|
L'8 dicembre 1971, a Roma, si
==== Il Movimento Cristiano Lavoratori MCL ====
MoCLI e FederACL, ed alcune delle sezioni appartenenti alle Libere ACLI, si
Prima delle scissioni, le
=== Dalle Libere ACLI al MICL e poi al MID ===
Le sezioni delle ''Libere ACLI'' rimaste fedeli all’impostazione culturale del realismo dinamico tentarono in ogni modo di ottenere, prima dalla FederACL<ref>{{Cita|Demaria|s.v.}}</ref>, e poi dal neonato MCL, un avallo o almeno un'accettazione a costituire un laboratorio di studi e approfondimenti sulla nuova linea culturale del realismo dinamico. A seguito del rifiuto di questa istanza da parte del MCL, diedero vita al ''Movimento Ideologico Cristiano Lavoratori'' (MICL).
▲[[File:NUOVA PRESENZA CRISTIANA RICOSTRUZIONE INTESTAZIONE ANNO III.JPG|miniatura|757x757px|NUOVA PRESENZA CRISTIANA , il periodico trimestrale stampato dal 1975 e redatto da [[Gaetano Peretti]] con Gaetano Bellorio e Stefano Fontana . Collaborarono con la pubblicazione di articoli [[Ugo Sciascia]], [[Alfredo Meocci]], [[Tommaso Demaria]], Lucia Ruina ed altri.]]
Una volta superata la "svolta socialista" delle ACLI per opera del nuovo presidente [[Marino Carboni]], a partire dal 1973 le Libere ACLI considerarono esaurita la loro funzione come movimento di lavoratori e continuarono la loro opera sul piano culturale nel ''Movimento Ideoprassico Dinontorganico'' (MID), tramite corsi al ''Fraterno Aiuto Cristiano'' (FAC) di Roma, con [[Paolo Arnaboldi]], [[Giacomino Costa]] e [[Tommaso Demaria]].
[[Gaetano Peretti]], Gaetano Bellorio e Stefano Fontana<ref>{{Cita news|autore=Stefano Lorenzetto|titolo=Verona racconta. Stefano Fontana. «Figlio di comunista, ho per santo un anticomunista»|pubblicazione=L'Arena|data=24 gennaio 2021|pp=1, 19|citazione=A chi deve la sua formazione? Quando nel 1970 vi fu la svolta socialista delle Acli, impressa da Livio Labor, mi ritrovai sulla sponda opposta con il filosofo Gaetano Peretti e il suo allievo Gaetano Bellorio, che abitava nel mio stesso palazzo. I due fondarono le Libere Acli e mi spinsero a interessarmi di dottrina sociale della Chiesa. ... Come nacque? Avevo da poco fondato un trimestrale ed ero impegnato in...|url=https://www.stefanolorenzetto.it/articoli/Fontana_Stefano.pdf}}</ref>, con il coinvolgimento di [[Ugo Sciascia]], diedero vita alla redazione prima del periodico ''Nuova Presenza Cristiana'' e poi della rivista filosofica ''Nuove Prospettive'', pubblicati fino al 1991.
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore=Giovanni Bersani |titolo=M.C.L. Movimento Cristiano Lavoratori: una risposta ai problemi dei lavoratori e della società italiana: formazione, azione, partecipazione |anno=1976 |editore=Movimento Cristiano Lavoratori |città=Milano |lingua=it |cid=Bersani}}
* {{Cita libro |autore=Carlo Felice Casula |altri=con la collaborazione di Alberto Scarpitti |titolo=Le ACLI, una bella storia italiana |collana=Teoria e storia della formazione |anno=2008 |editore=Anicia |
* LIBERE A.C.L.I., ''Sette domande sulle A.C.L.I. e la svolta di Vallombrosa e sette risposte delle " Libere A.C.L.I."'', a cura di Tommaso Demaria, Milano, Centro Studi, 1971.▼
*
* {{Cita libro |autore=Movimento Ideologico Cristiano Lavoratori
▲*
▲*{{Cita libro|autore=Carlo Felice Casula|altri=con la collaborazione di Alberto Scarpitti|titolo=Le ACLI, una bella storia italiana|collana=Teoria e storia della formazione|anno=2008|editore=Anicia|ISBN=978-88-7346-493-8}}
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.lovatti.eu/a/acli.htm Giovanni XXIII, Paolo VI e le ACLI] di Maurilio Lovatti
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