Brendola: differenze tra le versioni

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|Panorama=Brendola, centro storico.JPG
|Didascalia=
|Bandiera=Brendola-Gonfalone.png
|Voce bandiera=
|Stemma=Brendola-Stemma.png
|Voce stemma=
|Stato=ITA
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|Partito=[[lista civica]] Uniti per Brendola
|Data elezione=11-6-2017
|Data rielezione=12-6-2022
|Data istituzione=
|Abitanti=6551
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens/index.php?anno=2020&lingua=ita Dato Istat] - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
|Aggiornamento abitanti=30-11-2020
|Sottodivisioni=Pedocchio, San Valentino, San Vito, Vo' di Brendola<ref>{{pdf}}{{cita web|url=http://incomune.interno.it/statuti/statuti/brendola.pdf|titolo=Comune di Brendola - Statuto|editore=[[Ministero dell'interno]]|accesso=11 ottobre 2013}}</ref>
|Divisioni confinanti=[[Altavilla Vicentina]], [[Arcugnano]], [[Montebello Vicentino]], [[Montecchio Maggiore]], [[Sarego]], [[Val Liona]], [[Zovencedo]]
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}}
 
'''Brendola''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|['brɛndolaˈbrɛndola]|it}}, ''Brèndoła'' in [[lingua veneta|veneto]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:6551Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Vicenza]] in [[Veneto]].
 
== Geografia fisica ==
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L'area pianeggiante si articola nel settore centro-occidentale del comune e si incunea all'interno dei colli; è stata talvolta, prima del [[XX secolo]], a carattere paludoso, a causa dei continui allagamenti che hanno interessato la zona<ref name="Rossi, Storato p. 90">{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 90|Rossi}}.</ref>.
 
Terra ricca d'acqua e sorgenti, il fiume principale è il ''[[Brendola (fiume)|Brendola]]'', che raccoglie i ruscelli discendenti dai colli del territorio, il maggiore dei quali è il ''rio Scarantello'', affluendo poi nel [[Guà]]; a Brendola ha origine anche parte del [[Canale Bisatto]], che affluisce nel [[Fratta (fiume)|fiume Fratta]] nei pressi di [[Vescovana]] ([[Provincia di Padova|PD]]), percorrendo circa {{M|70&nbsp;|u=km}}. Il sottosuolo, specialmente in zona ''Rondole'', accoglie varie [[Falda acquifera|falde acquifere]] comunicanti con alcune [[Risorgiva|risorgive]]<ref name=PortaDeiBerici/>. Nella zona coltivata tra ''San Valentino'' e ''<nowiki>Vo'</nowiki>'', i canali circostanti confluiscono in un'area lacustre chiamata ''Laghetto'' o ''Palù''<ref>{{cita web|url=http://brendoladialoga.it/bacino-del-palu-testato-e-funzionante/|editore=brendoladialoga.it|titolo=Bacino del Palù: testato e funzionante|data=18 dicembre 2012|accesso=13 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150214002603/http://brendoladialoga.it/bacino-del-palu-testato-e-funzionante/|dataarchivio=14 febbraio 2015|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà. La cartografia cinquecentesca riporta già i nomi "Il Paludo" e "Il Palù"|p. 102|Rossi}}.</ref>.
 
=== Clima ===
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=== Preistoria ed epoca antica ===
Il primo ritrovamento avviene nel [[1682]]<ref name=RossiP81>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 81|Rossi}}.</ref>, molto interessante data la scarsa attenzione mostrata all'epoca verso i reperti: si tratta di una tomba di epoca romana. Ma la scoperta dei reperti più antichi si fa nel [[1995]], anno in cui in una zona tra pianura e colli è stata rinvenuta una strada risalente al [[Neolitico]]<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|pp. 77-7877–78|Rossi}}.</ref>. Verso le aree in cui l'acqua scorre in piano, poi, gli archeologi hanno recuperato attrezzi di ogni genere ed epoca, dall'[[Età della Pietra]] all'[[Età del Ferro]], prova del fatto che Brendola fosse un luogo insediato sin dagli albori della civiltà<ref name=RossiP81/>. Ci sono anche tracce di culto del tutto simile a quello dei [[paleoveneti]], come dimostra il ritrovamento di un bronzetto della [[Reitia|dea Reitia]]<ref name=RossiP81/> (tra l'altro ritenuta protettrice delle acque).
 
L'influenza di Roma è arrivata solo nel [[148 a.C.]], anno di costruzione della [[via Postumia]], dal quale i reperti romani aumentano consistentemente, con ritrovamenti di case in zona ''Orna'' e nei pressi delle sorgenti, e di monete (la più antica è di [[Tiberio]], [[22 a.C.]])<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 83|Rossi}}.</ref>. Attraverso Brendola fu eretta anche la "regia" strada ''[[Tavernelle (Veneto)|Tabernulae]]''-''[[Lonigo|Leonicum]]''<ref name=RossiP84>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 84|Rossi}}.</ref>.
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Placate le invasioni, i [[Ordine di San Benedetto|monaci benedettini]] avviano la paziente bonifica del territorio brendolano, grazie alla quale la popolazione torna ad avvicinarsi alla pianura con nuovi insediamenti e coltivazioni più ampie. Tuttora è possibile osservare i "terrazzamenti" ingegnati dai benedettini lungo alcuni versanti dei colli brendolani, per agevolare la coltivazione (uno di questi è in via Valle). Durante le dominazioni [[longobarda]] e [[carolingia]] ([[568]]-[[888]]) la zona vede un periodo di pace e benessere, nonché integrazione tra i popoli (ai piedi del castello si trova un [[mausoleo]] longobardo con un "protocapitello"); seguono però quasi due secoli di saccheggi da parte degli [[Ungheri]], che facevano razzie delle città non murate<ref name=RossiP60>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 60|Rossi}}.</ref>.
 
Grazie all'imperatore germanico [[Ottone I di Sassonia]] le invasioni terminano<ref name=RossiP60/>: nella seconda metà del [[X secolo]] ordina la costruzione di un castello fortificato eretto attorno al colle più popolato di Brendola, con una ''Rocca'' sulla sommità, la ''Rocca dei Vescovi'' che è arrivata ai giorni nostri. Come descritto nei documenti citati nella nota sul toponimo, dal [[1000]] al [[1084]] inviano 7 "diplomi" ai vescovi di Vicenza contenenti le liste dei centri urbani concessi in [[feudo]] dal [[Sacro Romano Impero]] al [[vescovado]]<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|pp. 61-6361–63|Rossi}}.</ref>. La vita brendolana però è centrata fuori dal castello, rimasto luogo di riparo per gli abitanti e di residenza vescovile. Il popolo si riuniva in quella che ora è ''Piazza del Popolo'' per dibattere sulle questioni cittadine, di fronte al luogo sacro già intitolato a [[san Michele Arcangelo]], come recita il più antico documento originale stilato dal comune di Brendola, datato 25 gennaio [[1197]]<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 66|Rossi}}.</ref>:
{{Citazione|...presso la chiesa di S. Michele, poiché il comune di Brandola era rimasto oppresso dal male dei debiti, convocato il consiglio di quella terra e la maggior parte degli uomini dello stesso comune, trovarono accordo alla vendita riguardo ai boschi...|Comune di Brendola, verbale del 25 gennaio 1197|...in apud ecclesia Sancti Michaelis, cum cummune de Brendulis male debitorum remasisset oppressum, convocato consilio illius terrae et maiore parte hominum ipsius communis, concordati sunt vendere de nemoribus...|lingua=la}}
Tra il [[XII secolo|XII]] e il [[XIII secolo]] si verifica la costante perdita di potere dei vescovi, con Brendola che viene ripetutamente conquistata dai [[Da Romano]], costringendo i vescovi a ripararsi nel ''Castello'', e restituita dagli imperatori tedeschi. Nel [[1250]] anche il castello fu preso d'assalto da [[Ezzelino III da Romano|Ezzelino III]]<ref name=RossiP69>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 69|Rossi}}.</ref>, che pretese pure la riscossione delle rendite dai brendolani; sarà beato [[Bartolomeo da Breganze]], nel [[1259]] a porre definitivamente fine al dominio. Ci perviene un atto del 29 dicembre [[1262]]<ref name=RossiP69/> che descrive un'assemblea tenuta da Bartolomeo e dai sei uomini rappresentanti della comunità di Brendola per chiarire la nuova giurisdizione vescovile (si legge «''si riconosce al Vescovo la proprietà della Rocca e del Castello''»).
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Nel [[XIV secolo]] Brendola si vede di nuovo contesa, principalmente tra gli [[Scaligeri]] (Verona) e i [[Carraresi]] (Padova), lotta che però ha termine definitivo il 28 aprile [[1404]], giorno in cui [[Vicenza]] si consegna spontaneamente alla [[Repubblica di Venezia]], alla quale tutta la popolazione (specialmente rurale) è devota, in particolar modo per il benessere e la protezione portati<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 71|Rossi}}.</ref>.
Il castello viene restaurato nel [[1417]] per ordine del nuovo doge [[Tommaso Mocenigo]]<ref>{{cita libro|autore=Associazione Laboratorio Brendola|titolo=La Chiesetta Revese nella storia vicentina e brendolana|anno=1998|editore=Publigrafica Editrice|città=Altavilla Vicentina}} p. 14</ref> così i brendolani e persino gli abitanti dei paesi vicini si sentono sicuri di riempire il castello di scorte di cibo, animali e beni di vario genere. Quando i milanesi giungono al castello in cerca di preda non sembra vero di trovare tanta abbondanza; i brendolani non si opposero (a causa dei controversi rapporti tra [[Ducato di Milano|Milano]] e Venezia) rischiando però di apparire traditori della Serenissima. Il senso di colpa e il timore di una reazione negativa porta la popolazione, non del tutto rassicurata dall'amnistia garantita dai generali veneziani locali, a scrivere al [[Doge (Venezia)|Doge]] in persona, chiedendo la conferma che arriva:
{{Citazione|1=Noi [[Francesco Foscari]], per grazia di Dio doge delle [[Tre Venezie|Venezie]] [...] porgiamo un affettuoso saluto.<br />Vi rendiamo noto che i fedeli sudditi della località di Brendola del distretto vicentino ci hanno fatto pervenire una lettera a loro inviata dall'illustre conte [[Francesco Sforza|Francesco]] [...] datata li 11 luglio [[1439]]: ce l'hanno inviata perché sia confermata con la nostra autorità.<br /><div align="center">[...]</div>Noi doge Francesco Foscari confermiamo questa nostra ducale, ne ordiniamo l'osservanza e ne garantiamo l'autenticità, apponendo la ''Bolla di Piombo''.<br /><div align="center">[...]</div>Amnistia dunque e perdono. Possiamo ben dire che se ci fu perdono ci fu una qualche colpa. Ma fu saggezza non infierire su gente tanto provata.|2=Francesco Foscari, ''ducale'' tradotta, 12 settembre [[1440]]<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|pp. 72-7372–73|Rossi}} ([http://www.comune.brendola.vi.it/include/mostra_foto_allegato.php?servizio_egov=ev3&idBlocco=6&idTesto=9 qui parzialmente digitalizzata])</ref>}}
All'epoca Brendola conta circa di 800 abitanti<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 74|Rossi}}.</ref>.
 
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Gli anni tra il [[XVI secolo|XVI]] e il [[XVIII secolo]] passano per Brendola senza particolari eventi, perso ormai il ruolo centrale privata del suo castello, sotto la protezione di Venezia. È questo però il periodo nel quale vengono prodotte mappe di Brendola in grandi quantità, ampie e ad alto dettaglio, con censimenti dei corsi d'acqua e delle partizioni dei campi. La piana brendolana viene inoltre inondata spesso in quest'epoca, anche a causa dell'incuranza e della cattiva gestione idrologica da parte di [[Montecchio Maggiore|Montecchio]]: l'acqua sempre più che abbondante è tale da registrare due uniche occasioni di secca totale, eventi per i quali la comunità inviano al ''Ministero'' richieste di aiuto che ci sono pervenute (l'ultima grave siccità è del [[1639]])<ref name="Rossi, Storato p. 90"/>. Un dipinto del [[1743]] mostra però anche una scena di vita sfarzosa, presso ''Villa Anselmi''<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 25|Rossi}}.</ref>.
 
Secondo degli atti municipali rinvenuti, al 14 febbraio [[1773]] il centro di Brendola contava 1.546{{formatnum:1546}} abitanti<ref name=Abitanti>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|pp. 93-9493–94|Rossi}}.</ref>.
 
=== Epoca contemporanea ===
Il [[XIX secolo]] inizia con la [[caduta della Repubblica di Venezia]] ad opera di [[Napoleone Bonaparte]]: con il [[Trattato di Campoformio]] Brendola entra a far parte dell'[[Arciducato d'Austria]], nell'[[Impero austriaco]], poi del [[Regno Lombardo-Veneto]], retto dai [[Sovrani d'Austria|sovrani austriaci]]. Le vicende politiche però non toccano più di tanto la vita del paese, composta dalle grandi famiglie residenti nelle corti e attive nella coltivazione e l'allevamento, nemmeno con l'instaurazione del [[Regno d'Italia]].
 
Tra gli eventi di fine secolo memorabili si cita una eccezionale rotta del fiumicello Brendola del [[1882]], dopo la quale l'intera comunità si è attivata per la ricostruzione degli argini offrendo materiale e manodopera<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|pp. 90-9190–91|Rossi}}.</ref>.
 
Il 24 maggio [[1915]] l'Italia dichiara guerra all'[[Impero austro-ungarico]]: alla prima occasione di richiesta di fedeltà alla patria contro i precedenti occupatori, Brendola risponde con 735 cittadini arruolati (cioè oltre un terzo dei maschi, uno per famiglia), di cui 65 perdono la vita e ben 12 vengono decorati al valor militare per le encomiabili azioni (tra cui l'aviatore [[Ferruccio Marzari]])<ref name=GrandeGuerra>{{pdf}}{{cita web|url=http://www.comune.brendola.vi.it/include/mostra_foto_allegato.php?servizio_egov=ev3&idBlocco=6&idTesto=8|editore=Comune di Brendola|autore=Isabella Bertozzo|titolo=La Grande Guerra a Brendola|data=ottobre 2008|accesso=5 novembre 2013|dataarchivio=5 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131105135518/http://www.comune.brendola.vi.it/include/mostra_foto_allegato.php?servizio_egov=ev3&idBlocco=6&idTesto=8|urlmorto=sì}}</ref>. I militari brendolani sono particolarmente impegnati sui territori vicentini luogo di aspra battaglia, il [[Pasubio]] e il [[monte Grappa]] (in particolare nella vittoriosa [[Seconda battaglia del monte Grappa]]). Brendola diventa un vero e proprio quartiere militare, in cui vengono convogliati quando possibile i soldati per riposo o preparazione prima di giungere al fronte: nell'anno [[1917]] hanno alloggiato in totale 150.000 militari<ref name=GrandeGuerra/> e in Villa Piovene venne istituito un circolo militare obbligatorio per tutti gli [[Ufficiale (forze armate)|ufficiali]]. Dopo 3 anni viene comunicato l'armistizio, con il bilancio per Brendola sopracitato. Viene eretto il monumento ai caduti di fronte al municipio (oggi spostato in Piazza della Vittoria).
 
Negli [[Anni 1930|anni trenta]] e [[Anni 1940|quaranta]] a Brendola arriva la meccanizzazione agricola e iniziano a vedersi le prime vetture (davanti all'ingresso inferiore di Villa Maffei a Vo' era posto il primo distributore di benzina di gestione [[Texaco]]<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 28|Rossi}}.</ref>).
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=== Simboli ===
[[File:Brendola-Stemma.pngsvg|right|200 px]]
Lo stemma è stato riconosciuto con DCG del 14 dicembre 1932.<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/50af2ca2-03bc-46b8-8f0d-37a8ed3860e8/311-brendola|titolo=Bozzetto dello stemma del Comune di Brendola|accesso=14 ottobre 2024|sito=ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref>
{{Citazione|1=<div align="center">Il [[BenitoCapo del governo primo ministro segretario di MussoliniStato|Capo del Governo]]<br />Decreta<br />spettare al Comune di Brendola,<br />in Provincia di Vicenza,<br />il diritto di fare<br />uso dello stemma comunale<br />che è: ''d'azzurro, al leone d'oro''.<br />[[Roma]], addì 14 dicembre [[1932]]</div>|2=Il Cancelliere della [[Consulta araldica]]<ref name=Stemma>{{cita web|url=http://www.comune.brendola.vi.it/sa/sa_p_testo.php?menu=10035&sa=1&tipohtml=1&rrfupro=/sa/sa_p_testo.php&nodo=4&&idservizio=10035&x=ccf21e63326fece15206803ba3bda3f4&fun=10035&abi=0&server=&ente=c024015&DOABKPR=24&sigla=E2&&nodo=nodo1|editore=Comune di Brendola|titolo=D'azzurro, al leone d'oro|accesso=9 ottobre 2013}}</ref>}}
Il [[Leone (araldica)|leone rampante]] è frequentemente usato in araldica, e quando è dorato simboleggia maggior pregio. Non è dal 1932 che il leone rappresenta Brendola, come dimostrano gli elenchi dei beni ecclesiastici brendolani del [[1444]] in cui figura una [[Pianeta (liturgia)|pianeta]] con un leone<ref name=Stemma/>. Il [[Blu Savoia|colore blu]] invece ha probabili origini dai [[Savoia (famiglia)|Savoia]].
 
Il gonfalone è stato concesso solo il 3 febbraio [[1998]] dal Presidentepresidente della Repubblica [[Oscar Luigi Scalfaro]], coned è un "''drappo di giallo''" econ "''ricami d'argento''", mentre la cravatta (il nastro che lega le fronde di [[alloro]] e [[quercia]]) è tricolore anziché [[blu savoiaSavoia]] come nello stemma.
 
=== Ricorrenze ===
L'allora sindaco Dal Monte indìce nel [[1984]], in seguito ai ritrovamenti dei documenti, la celebrazione a cadenza secolare dell'anniversario dell'entrata del nome di Brendola negli [[atto amministrativo|atti ufficiali]] del [[Sacro Romano Impero]], ricorrenza da celebrare unitamente alla [[Brendola#Festa di San Rocco|Festa di San Rocco]]; nell'anno di indizione è stato quindi celebrato il 900º anniversario<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 59|Rossi}}.</ref>.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{NN|architettura|febbraio 2015}}
[[File:Chiesetta Revese Brendola Vi.JPG|thumb|left|La ''Chiesetta Revese'']]
{{Sequenza immagini
{{Galleria
|larghezza= 215
|titolo=
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Ai due lati del [[presbiterio]] sono esposti due dipinti di [[Francesco Maffei]]: sant'[[Alberto degli Abati]] e sant'[[Angelo da Gerusalemme]].
 
==== Duomo di Brendola "Incompiuta" ====
[[File:Incompiuta, Brendola (fronte).JPG|thumb|Facciata dell'''Incompiuta''.]]
In un tempo in cui il [[campanilismo]] a Brendola era molto aspro, i 4quattro parroci di Brendola costituirono nel [[1926]] un comitato per costruire una nuova chiesa atta ad unire tutti i brendolani sotto un unico campanile, che fosse centrale anche geograficamente. Il 14 ottobre [[1928]] il vescovo [[Ferdinando Rodolfi]] giunse al ''Cerro'', l'area acquistata per la costruzione, dando il suo benestare per l'avvio dei lavori. Sotto il progetto dell'architetto Fausto Franco si posò la prima pietra il 3 ottobre [[1931]] e da subito il progetto si servì dell'unione di forza di molti brendolani di ogni frazione, rigorosamente volontari, usando le pietre del Monte Comunale e la sabbia del [[Guà]], procedendo con una tale fretta da chiedere al vescovo il permesso di poter lavorare di domenica. Nell'estate del [[1933]] erano già visibili le colonne erette; quando l'arciprete si ammalò 2 anni dopo, i lavori non cessarono e i capi di famiglia continuarono a portare materiale e costruire. Sulla cima della facciata viene posta una imponente statua di San Michele Arcangelo alta 4 m, scolpita da Giuseppe Zanetti.<ref>{{pdf}}{{cita web|url=http://www.giuseppevisona.altervista.org/attachments/article/44/articoli%202001.pdf|autore=Giuseppe Visonà|titolo=Un progetto mai completato|data=2001|accesso=11 ottobre 2013}}</ref>
 
In piena [[Seconda guerra mondiale]] però, il cantiere si bloccò senza più ripartire, per cause ancora non completamente chiare. L'edificio, alto 28,5 m e ampio {{M|1124|ul=m2}}, resta ''incompiuto e'' a un passo dal completamento, ben visibile sul colle del ''Cerro''; mai stato consacrato - e restando un'opera al grezzo con solo le strutture -, viene lasciato al degrado per più di 60 anni, durante i quali vengono proposti vari progetti<ref>{{cita web|url=http://www.studiodallalibera.com/studi-e-ricerche/item/1063-progetto-per-il-recupero-incompiuta-a-brendola|titolo=Progetto per il recupero "Incompiuta" a Brendola|editore=studiodallalibera.com|accesso=11 ottobre 2013}}</ref> senza mai alcuna conclusione. Nel [[2009]] viene finalmente approvato un progetto di riqualificazione<ref>{{cita web|url=http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=45566|autore=Filippo Lovato|titolo=L'Incompiuta prende forma dal parcheggio, con qualche polemica|editore=[[Il Gazzettino]]|data=30 agosto 2008|accesso=11 ottobre 2013}}</ref>, i lavori hanno preso il via nel [[2011]].
 
Durante i [[terremoti dell'Emilia del 2012]], la testa della statua dell'Angelo dell'Incompiuta subiscesubì una sollecitazione tale da spezzarsi<ref>{{cita web|url=http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/364009_brendola_il_terremoto_tagliala_testa_dellangelo_dellincompiuta/|autore=Isabella Bertozzo|titolo=Brendola, il terremoto "taglia" la testa dell'angelo dell'Incompiuta|editore=[[Giornale di Vicenza]]|data=20 maggio 2012|accesso=11 ottobre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131105140437/http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/364009_brendola_il_terremoto_tagliala_testa_dellangelo_dellincompiuta/|dataarchivio=5 novembre 2013}}</ref>; rimasta intatta, è statafu riposizionata il mese successivo.
 
=== Architetture civili ===
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==== Cimitero Maggiore ====
{{Sequenza immagini
{{Galleria
|larghezza= 215
|titolo=
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==== Rocca dei Vescovi ====
[[File:Rocca dei vescovi2 Brendola.jpg|thumb|La Rocca sovrasta Brendola]]
Dell'antica sede del potere che sovrasta Brendola e del suo ruolo negli anni si tratta nella parte di [[Brendola#Storia|storia]] di questa voce.
 
Il castello è, a cavallo tra il [[XX secolo|XX]] e [[XXI secolo]], oggetto di ricorrenti restauri e ritrovamenti: scoperte del [[2008]] e del [[2009]] sono le mura sepolte facenti parte di un fabbricato a più piani, posto a ridosso della cinta muraria, del quale è stato individuato il perimetro su cui è rinvenuto chiaramente l'originale ingresso principale al castello. Accanto a una porta secondaria inoltre è stato ritrovato un bacino interrato per l'acqua, rivestito con calce e tritume di cotto fine, del diametro di 6 m, al centro del quale si trova ben conservato un [[pozzo (Venezia)|pozzo veneziano]] in mattoni in grado di raccogliere e filtrare le acque<ref name=C&C/>. Nel [[2013]] sono stati tracciati i confini delle mura principali (osservabili in numerose cartine medievali) ed è stata individuata una cerchia muraria secondaria; nello stesso anno sono stati eseguiti dei lavori di ricostruzione dei muri portanti dell'edificio principale nel versante nord-est.
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=== Siti archeologici ===
Brendola presenta molteplici aree di ritrovamenti archeologici, alcuni dei quali scoperti alla fine del ventesimo secolo o ancora più tardi (l'ultima è un'ascia del [[Neolitico]] trovata nel marzo [[2013]]<ref>{{cita web|url=http://www.prolocobrendola.it/In%20Paese/IN%20PAESE%20101%20-%20Aprile%202013.pdf#page=8&zoom=100,398,736|editore=In Paese|autore=Igino Zimello|titolo=Al museo un'ascia neolitica di pietra trovata a Brendola|data=aprile 2013|accesso=5 novembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131105134129/http://www.prolocobrendola.it/In%20Paese/IN%20PAESE%20101%20-%20Aprile%202013.pdf#page=8&zoom=100,398,736|dataarchivio=5 novembre 2013}}</ref>). Le zone più interessate sono quelle della Rocca, di Madonna dei Prati e del Palù, in cui sono state reperite grandi quantità di oggetti preistorici di ogni tipo<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 78|Rossi}}.</ref>, alcuni più recenti incisi con scritte, costituiti di [[argilla]], minerali, ossa e talvolta [[bronzo]]<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 82|Rossi}}.</ref>. La maggior parte dei ritrovamenti sono stati spostati ed esposti al [[Brendola#Musei|Museo Archeologico di Brendola]].
 
=== Aree naturali ===
Come già esposto parlando del [[Brendola#Territorio|territorio]], nella parte est-nordest del comune è sito un ampio bosco sorvegliato dalla guardia forestale, la ''Pineta'' di Brendola. Essa si estende lungo le pendici del colle a nord (sconfinando ad Altavilla) e a sud (fino quasi a S. Valentino), coprendo anche parte del Monte Comunale. Il parco è fitto di percorsi e sentieri di varia lunghezza e difficoltà<ref>{{pdf}}{{cita web|url=http://www.vicenzanatura.org/assets/colli%20berici/pdf_uscite_sentieri/pagine_2_3_prima_sezione.pdf|editore=vicenzanatura.org|titolo=Prima sezione Colli Berici - Uscite e sentieri|accesso=5 novembre 2013|dataarchivio=5 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131105134601/http://www.vicenzanatura.org/assets/colli%20berici/pdf_uscite_sentieri/pagine_2_3_prima_sezione.pdf|urlmorto=sì}}</ref>, tra cui alcuni con viste panoramiche e scorciatoie per giungere a Brendola attraverso il bosco<ref>{{cita web|url=http://www.colliberici.it/?pg=pagina&id=128|editore=colliberici.it|titolo=Zona Escursionistica dei Berici occidentali|accesso=5 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131105135546/http://www.colliberici.it/?pg=pagina&id=128|dataarchivio=5 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref>, anche dedicati a [[mountain bike]] o [[trial]].
 
== Società ==
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Ogni anno, nella prima settimana di marzo, si svolge una festa dedicata a [[San Rocco]]. Già dal [[1485]] ci sono testimonianze di devozione al santo, con la costruzione di una chiesetta a lui dedicata in piazzetta del Vicariato, e un dipinto del [[1600]]<ref name=SMichele/>. Secondo la tradizione, Brendola fu risparmiata dall'epidemia di peste del [[Nord Italia]] del [[1743]] grazie all'intercessione del santo e da allora San Rocco è patrono del paese; come [[ex voto]], si svolge ogni 3 marzo una processione per le vie del centro, con eventi culturali durante la settimana<ref name=SMichele/>.
 
Dal [[1983]] fino al [[2009]] si è svolto, in segno di unione, il Palio dei 4 Campanili, evento in cui abitanti delle quattro parrocchie di ogni età si sfidavano in giochi medievali, partecipando in abiti quattrocenteschi; il palio si è svolto in memoria del palio svoltosi nel [[1440]] per il perdono del doge, del quale si è scritto nella sezione dedicata alla [[Brendola#Epoca medievale|storia di Brendola]]<ref>{{cita web|url=http://www.prolocobrendola.it/In%20Paese/IN%20PAESE%20118%20-%20Novembre%202014.pdf|editore=prolocobrendola.it|autore=Vittorio Maran|titolo=Manifestazioni storiche: il Palio dei quattro campanili|data=novembre 2014|accesso=21 marzo 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402133202/http://www.prolocobrendola.it/In%20Paese/IN%20PAESE%20118%20-%20Novembre%202014.pdf|dataarchivio=2 aprile 2015}}{{pdf}} p. 11</ref>.
[[File:Santa Bertilla.jpg|thumb|upright=0.7|S. Bertilla]]
 
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Mentre il ''centro storico'' di Brendola corrisponde alla parte urbana compresa tra il ''Cerro'' e la ''Rocca'', dal [[XVII secolo]] in poi le abitazioni si sono inevitabilmente estese in pianura, dove ora si trova il centro principale.
 
La conformazione del territorio (le cime dei colli e i fiumi) ha fatto sì che i confini amministrativi fossero già definiti dal [[XIII secolo]], a grandi linee gli stessi confini di oggi. Sono state disegnate (e giunte ai giorni nostri) molte mappe di Brendola, la maggior parte delle quali costruite per essere allegate alle domande di utilizzo dei terreni e delle acque presso il "Magistrato dei Beni Inculti" di Venezia. Tra le più significative pervenute, un disegno dell'intero territorio datato 17 aprile [[1568]]<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|pp. 102-108102–108|Rossi}}.</ref> nel quale si distinguono: ''"Giesia de Brendole"'', la nuova chiesa di S. Michele; ''"Rocca de Brendole"'', chiamata ora Rocca dei Vescovi; ''"Locho detto Cavo de Là"'', ciò che tuttora è il ''Cao de là'' (letteralmente, "l'altro capo [della corda]"), la zona opposta a Brendola rispetto alla piana; ''"S. Vio e la Chosta"'', riconducibile a "S. Vito e la chiesa"; ''"Strada de la Ciexa"'', la nuova ''Bocca D'Ascesa'' (SP12)<ref>Per quanto "ciexa" sia assonante ad "ascesa", letteralmente in veneto significa tuttora "chiesa".</ref>; ''"Pradi et paludo della Communità di Brendole"'' e ''"Locho ditto El Palù"'' (luogo detto "il Palù"), la parte pianeggiante contornata dai colli dedita alla coltivazione, l'area più bassa è ancora chiamata Palù; ''"Ponte de Carbonara"'', oggi "via Carbonara", che conduce dal ''Cerro'' a Vo'; ''"Pradi de ser Zuan Revexe"'' (Prati del signor Giovanni Revese), adiacenti a ciò che adesso è ''contrà Revese''.
 
In una seconda cartina disegnata il 30 ottobre [[1689]]<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 115|Rossi}}.</ref> appare inoltre ''"Il Piochio"'', l'odierna frazione di Pedocchio.
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Il centro antropico di Vo' ha origini preromane, come testimoniano i (seppur modesti) ritrovamenti [[paleoveneti]] rinvenuti nei pressi della località. Vo' però diventa zona importante per la vita dei brendolani con la costruzione del castello: il centro sorge sulla via che collega Brendola alla ''Regia Strada Vicenza-Lonigo'' (via realizzata su un lembo di terra leggermente rialzato dove non arrivava la palude), diventando un'area di passaggio, da cui ha origine il nome, prima '''Vadum''' e già dal [[1208]] '''Vado'''<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 67|Rossi}}.</ref> (diventato poi ''<nowiki>Vo'</nowiki>'' in lingua veneta). Il passaggio per "il Vo'" è stato importante proprio perché Vo' è adiacente ai colli che portano alla Brendola storica ma si estende in pianura, lungo i corsi d'acqua: il grano coltivato a Montebello e Meledo, per essere portato al riparo al castello di Brendola, doveva passare per Vo', dove grazie ai vari mulini costruiti era possibile macinarlo direttamente lungo il cammino.
 
Nel corso dei secoli, intorno ai mulini si sono estese le abitazioni dei contadini, stabilitisi al Vo' restando prossimi alla zona agricola di Brendola, estensione urbana progredita unitamente alla messa in sicurezza da alluvioni delle terre circostanti (le prime case del Vo' sono comunque ai piedi dei colli e sul Monte dei Martiri). Sin dalle origini quindi Vo' è concepita come parte integrante del territorio di Brendola; una grande pianta della piana brendolana realizzata tra aprile e maggio del [[1691]] riporta annotato "''Contrà del Vo' sotto Brendola''"<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|pp. 116-117116–117|Rossi}}.</ref>.
 
La piccola comunità di Vo' ha sviluppato lungo il [[II millennio]] una devozione verso [[Stefano protomartire|Santo Stefano martire]] (è plausibile che il Monte dei Martiri sia per questo così chiamato): lungo le contrade del Vo' si contano 7 capitelli dedicati al santo<ref>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|p. 36|Rossi}}.</ref>, eretti in epoche diverse, mentre a lui è intitolata la chiesa della frazione costruita nei primi del '900. Al [[2012]] Vo' conta circa {{formatnum:1500}} abitanti.
 
==== Pedocchio ====
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==== Altre località del territorio ====
[[File:Frazione San Vito, Brendola (VI).jpg|thumb|La frazione San Vito]]
Le [[località abitata|località abitate]] che non godono dello ''status'' di frazione sono: Arcisi, Ca' Nova, Ca' Vecchie, Goia, Muraroni, Orna, Ponticelli, Rondole<ref name=SMichele>{{cita libro|autore=Giuseppe Storato|titolo=La chiesa di San Michele a Brendola|anno=1990|editore=Tipografia Stella|città=Sarego}}</ref><ref name=localita>{{cita|Rossi, Storato, Dalla Via, Visonà|pp. 114-117114–117|Rossi}}.</ref><ref>{{cita|Morsolin|p. 27|Morsolin}}.</ref><ref>{{cita libro|autore=Mario Dalla Via|titolo=Chiesa di S.ta Maria al prato di Brendola|anno=2003|editore=La Grafica & Stampa Editrice|città=Vicenza}}</ref>.
 
== Economia ==
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Per quanto riguarda l'agricoltura e l'allevamento, l'intero territorio è dedito alla coltivazione di [[cereali]], [[ortaggio|ortaggi]] (e [[frutta]]), [[frumento]] e [[foraggio|foraggi]]; molto importante è anche la coltivazione di [[Vite (botanica)|viti]] e [[Olea europaea|ulivi]]. L'allevamento è centrato su [[bovinae|bovini]], [[suini]] (antica è la pratica del ''fare el mas-cio'') ed è presente anche l'[[avicoltura]].
Dal secondo dopoguerra Brendola ha sviluppato un ampio settore industriale, con stabilimenti attivi in settori come l’abbigliamento<ref>{{cita web|url=http://volcar.it/la-storia/|editore=volcar.it|titolo=La storia|accesso=21 marzo 2015|dataarchivio=8 marzo 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150308132720/http://volcar.it/la-storia/|urlmorto=sì}}</ref>), il legno, l'editoria, la chimica, i materiali da costruzione (importanti produttori sono Aristoncavi<ref>{{cita web|url=http://www.aristoncavi.com/italian/azienda/storia.php|editore=aristoncavi.com|titolo=Storia|accesso=21 marzo 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150302061934/http://www.aristoncavi.com/italian/azienda/storia.php|dataarchivio=2 marzo 2015|urlmorto=sì}}</ref> e La Triveneta Cavi<ref>{{cita web|url=http://www.latrivenetacavi.com/it/ltc_azienda.aspx|editore=latrivenetacavi.com|titolo=Azienda|accesso=21 marzo 2015|dataarchivio=2 aprile 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402133735/http://www.latrivenetacavi.com/it/ltc_azienda.aspx|urlmorto=sì}}</ref>) e gli articoli in plastica. Altre aziende del territorio operano nella metalmeccanica (in produzione di macchine per l'agricoltura, la silvicoltura e l'ufficio), l'elettronica, l'automobilistica, cantieristica, l'edile, la gioielleria e l'oreficeria, articoli sportivi, giocattoli e giostre, produzione di gas.
Nel terziario sono attive più imprese di consulenza informatica e di ambito bancario. Per quest'ultimo in particolare, si cita la [[Cassa Rurale ed Artigiana di Brendola Credito Cooperativo|Cassa Rurale e Artigiana di Brendola]], organo tuttora indipendente con 29 filiali<ref>Nel 2014.</ref> in provincia e in regione, aperto per volere dei brendolani stessi unitisi per la fondazione dell'istituto di credito, avvenuta il 21 giugno [[1903]]<ref>{{cita web|url=http://www.crabrendola.it/template/default.asp?i_menuID=41680|editore=crabrendola.it|titolo=La storia|accesso=20 febbraio 2015}}</ref>.
 
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|[[1998]]
|Luciano Mussolin
|[[Lega Nord]]-[[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]]
|[[Sindaco]]
|
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|[[2008]]
|Mario Dal Monte
|[[Lista Civicacentrismo|Centro]]
|[[Sindaco]]
|
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|[[2017]]
|in carica |Bruno Beltrame
|[[Centrodestra]]
|Uniti per Brendola
|[[Sindaco]]
|
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Ha sede nella località la società calcistica Brendola Calcio, che disputa la [[Prima Categoria]] e ha sempre militato in campionati di livello regionale.
 
Dal 1988 è possibile praticare nel territorio il golf<ref name=Golf>{{cita web|url=http://www.golfclubcolliberici.it/il-campo/18-buche-18-sfide-18-emozioni.html|titolo=18 buche, 18 sfide, 18 emozioni|editore=golfclubcolliberici.it|accesso=11 ottobre 2013|dataarchivio=5 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131105135108/http://www.golfclubcolliberici.it/il-campo/18-buche-18-sfide-18-emozioni.html|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Nel [[1985]] viene fondata la Polisportiva Brendola<ref name=Poli>{{cita web|url=http://www.polisportivabrendola.it/sp-chi.html|titolo=Chi siamo|editore=polisportivabrendola.it|accesso=11 ottobre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131105140136/http://www.polisportivabrendola.it/sp-chi.html|dataarchivio=5 novembre 2013}}</ref>, attiva in 20 discipline, tra cui [[pallacanestro]], [[pallavolo]], [[tennis]] e [[karate]]<ref name=Poli/>.
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== Bibliografia ==
* {{Bibliografia|AAVV| AA.VV., ''I Colli Berici, natura e civiltà'', Verona, Athesis Editrice, 1988}}.
* {{Bibliografia|Rossi| Vittoria Rossi, Giuseppe Storato, Mario Dalla Via e Giuseppe Visonà, ''Uno sguardo su Brendola'', Altavilla Vicentina, Publigrafica Editrice, 1993}}
* {{Bibliografia|Cevese| Renato Cevese, ''Le ville vicentine'', Treviso, Edizioni Canova, 1954}}.
* {{Bibliografia|Girardi| A. Girardi, ''Escursioni nei Colli Berici'', Verona, Cierre Edizioni, 1991, ISBN 9788885923140}}978-88-85923-14-0.
* {{Bibliografia|Macca| [[Gaetano Maccà]], ''Storia del territorio vicentino (Brendola)'', Caldogno, 1813}}.
* {{Bibliografia|Morsolin|cita libro|Bernardo |Morsolin, ''|Brendola - Ricordi storici'', |1879|Edizioni Forni-Burato, 1879|cid=Morsolin}}
* {{Bibliografia|AAVV| AA.VV., ''I Colli Berici, natura e civiltà'', Verona, Athesis Editrice, 1988}}
* {{Bibliografiacita libro|Rossi| autore=Vittoria Rossi, Giuseppe Storato, Mario Dalla Via e Giuseppe Visonà, ''|titolo=Uno sguardo su Brendola'', |città=Altavilla Vicentina, |editore=Publigrafica Editrice, |anno=1993|cid=Rossi}}
* {{Bibliografia|Girardi| A. Girardi, ''Escursioni nei Colli Berici'', Verona, Cierre Edizioni, 1991, ISBN 9788885923140}}
 
== Voci correlate ==
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* {{cita web|http://www.prolocobrendola.it|Sito Turistico e culturale della Pro Loco di Brendola}}
* {{cita web|http://www.saladellacomunita.com|Sito della Sala della Comunità a Vo' di Brendola}}
* {{cita web | 1 url= http://www.piccoledolomiti.info | 2 titolo= Sito Turisticoturistico delle Valli Agno e Chiampo | accesso = 3 luglio 2019 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190125073617/http://www.piccoledolomiti.info/ | dataarchivio = 25 gennaio 2019 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.colliberici.it|Comprensorio dei Colli Berici}}