Glasnost': differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|l'album dei [[Barclay James Harvest]]|Glasnost (album)}}
{{F|politica|settembre 2018}}
'''''Glasnost<nowiki>'</nowiki>''''' ({{russo|гла́сность}} {{Link audio|Ru-glasnost.ogg|<small>ascolta</small>}}, {{IPA|[
== Storia ==
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== Obiettivi ==
La finalità di Gorbačëv nell'introdurre la trasparenza nel dibattito politico e nella società civile in
== Aree di influenza ==
Mentre nell'occidente la nozione di ''glasnost<nowiki>'</nowiki>'' è associata con la [[libertà di parola]], lo scopo principale di questa politica era di rendere la direzione del paese trasparente e aperta al dibattito, ampliando la partecipazione rispetto alla ristretta cerchia degli ''[[apparatčik]]'', che esercitavano un controllo totale sulla vita pubblica, oltre che sull'economia.<ref>{{de}} Peter Bruhn
La ''glasnost<nowiki>'</nowiki>'' diede nuove libertà alle persone, come quella di parola, un cambiamento radicale nel sistema sovietico, nel quale la censura e la soppressione delle critiche al governo e al partito è sempre stata fondamentale. Introdusse anche una maggiore libertà per i mezzi di comunicazione di massa. Verso la fine degli [[anni '80]] il governo
== Effetti ==
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Inoltre, grazie alla ''glasnost<nowiki>'</nowiki>'', si acquisì una maggiore consapevolezza degli orrori commessi dal partito comunista e dal regime sotto la guida di [[Iosif Stalin|Stalin]]: dopo la denuncia di [[Nikita Sergeevič Chruščëv|Nikita Sergeevič Chruščёv]], che aveva condannato il [[culto della personalità]] di Stalin, vi era stato un limitato (per quanto scioccante) dibattito pubblico sulle atrocità che erano state perpetrate. In seguito alla sua defenestrazione era subentrata una "normalizzazione" che aveva riportato in secondo piano la consapevolezza della propria storia. La visione idilliaca e propagandistica della vita sovietica, che era stata per lungo tempo presentata al mondo e al popolo dalle fonti di informazione ufficiali, venne rapidamente smantellata, mettendo in luce tutti gli aspetti negativi della società, cosa che avrebbe progressivamente minato le fondamenta del sistema sovietico, fino a determinarne il crollo.
L'apertura politica, peraltro, continuò a produrre conseguenze inaspettate: alle elezioni per le assemblee regionali delle [[Repubbliche dell'Unione Sovietica|repubbliche costituenti]], i [[nazionalismo|nazionalisti]] presero il sopravvento; così, tanto più Gorbačëv indeboliva i mezzi di repressione politica, tanto più indebolita ne usciva la capacità del governo di [[Mosca (Russia)|Mosca]] di imporre il proprio volere sulle repubbliche sovietiche. Durante gli [[anni 1980|anni ottanta]] crebbero molto le tendenze indipendentistiche, soprattutto per le [[Paesi
A partire dalla metà degli [[Anni 1980|anni ottanta]] le repubbliche baltiche si avvalsero delle novità introdotte da ''glasnost<nowiki>'</nowiki>'' e ''perestrojka'' per difendere i loro diritti alla difesa dell'ambiente, dei monumenti storici e, in seguito, della sovranità e dell'indipendenza. A queste rivendicazioni il [[Cremlino]], che nel 1989 abbandonerà la [[dottrina Brežnev]], reagì in modo assai diverso dalla sua tradizione, rinunciando ad immediati interventi repressivi, come ad esempio fu invece il caso della [[rivoluzione ungherese del 1956]] e, successivamente, per la [[Cecoslovacchia]] nel [[1968]]. Questa circostanza provocò malumori nei settori conservatori del partito e dell'[[Armata Rossa]].
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Il rinascente nazionalismo finì per costituire un'autentica sfida per la sopravvivenza dell'Unione. Gli interventi ci saranno, tardivi, come l'attacco militare alla Torre della Televisione di Vilnius del 13 gennaio 1991 che causò la morte di 14 indipendentisti lituani e il ferimento di alcune centinaia<ref>{{cita news|url=https://www.secoloditalia.it/2015/01/quali-glasnost-perestrojka-nel-1991-gorbaciov-invase-lituania/|titolo=Ma quali glasnost e perestrojka, nel 1991 Gorbaciov invase la Lituania|nome=Antonio|cognome=Pannullo|data=9 gennaio 2015|sito=Secolo d'Italia|accesso=20 marzo 2019}}</ref>, ma il processo disgregatore centrifugo era già a uno stadio irreversibile (la [[Repubblica Socialista Sovietica Lituana|RSS Lituana]], ad esempio, aveva dichiarato l'indipendenza dall'Unione Sovietica l'11 marzo 1990).<ref>{{cita news|url=http://www.limesonline.com/ventanni-e-non-sentirli-i-paesi-baltici-dopo-il-crollo-dellurss/30500|titolo=Vent’anni e non sentirli: i paesi baltici dopo il crollo dell’Urss|nome=Alessandro|cognome=Di Simone|data=19 dicembre 2011|sito=Limes|editore=GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.|accesso=20 marzo 2019}}</ref>
L'ascesa del nazionalismo portò anche a una serie di tensioni [[etnia|etniche]]. Per esempio, nel febbraio [[1988]], il [[Nagorno Karabakh]], una regione a prevalenza etnica [[
Le libertà che scaturivano dalla ''glasnost<nowiki>'</nowiki>'' permisero un maggiore contatto dei cittadini sovietici con il [[civiltà occidentale|mondo occidentale]], soprattutto gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Furono allentate le restrizioni per i viaggiatori, permettendo un maggiore contatto culturale e una certa apertura economica. Per esempio, un luogo di ritrovo particolarmente importante era presso [[San Francisco]] nel [[Dakin Building]], da allora di proprietà del [[Filantropia|filantropo]] americano Henry Dakin che ebbe intensi contatti con la Russia:<blockquote>Nella seconda metà degli [[Anni 1980|anni ottanta]], quando la ''glasnost<nowiki>'</nowiki>'' e la ''perestrojka'' portarono alla dissoluzione dell'[[Unione Sovietica|URSS]], il Dakin Building fu la sede di una serie di gruppi il cui obiettivo era facilitare i contatti tra [[Stati Uniti d'America]] e Russia. Tra questi, il "Centro per le iniziative USA-URSS", che aiutò più di mille americani a visitare l'Unione Sovietica e più di 100 cittadini sovietici a visitare gli Stati Uniti.<ref>''Cyberspace'', San Francisco Chronicle, Page A-14, November 20, 1995</ref></blockquote>
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