David De Rohan: differenze tra le versioni
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==Storia==
[[Pierre de Rohan]] era maresciallo francese
La Signoria fiorentina commissionò l'opera al giovane Michelangelo, che firmò un contratto per l'esecuzione di un ''David'' bronzeo, il 12 agosto [[1502]], senza però richiedere al suscettibile artista di eseguire una copia di un'opera esistente. L'anticipo concesso di 20 fiorini d'oro fu contabilizzato nelle spese della guerra con Pisa. L'artista si mise subito al lavoro, ma la lavorazione andò per le lunghe ed è documentata la corrispondenza tra la Signoria, gli ambasciatori fiorentini presso la corte francese e lo stesso De Rohan, relativa al ritardo nella consegna. Tuttavia verso la fine del 1503 la statua doveva essere stata già gettata, visto un nuovo pagamento di 20 fiorini. Sebbene giù fuso il ''David'' aveva bisogno, come era solito nella tecnica della [[cera persa]] usata all'epoca, di lunghe rinettature a cui Michelangelo non mise mai mano. Nel frattempo il maresciallo Pierre de Rohan era caduto in disgrazia alla corte di Francia e la questione della statua rimase in sospeso fino al 1508. Nel frattempo la diplomazia fiorentina aveva individuato come proprio referente a corte il tesoriere [[Florimond Robertet]], anch'egli appassionato dell'arte italiana, ed a lui aveva promesso in dono la statua michelangiolesca. Ripresero dunque i ripetuti solleciti della Signoria a Michelangelo, ormai lontano da Firenze, perché portasse a compimento l'opera. Finalmente si decise, nell'ottobre [[1508]], di dare incarico a [[Benedetto da Rovezzano]] per completare la rifinitura, e il 6 novembre di quell'anno la statua veniva spedita in Francia, passando via [[Arno]] fino a [[Cascina (Italia)|Cascina]], poi via terra fino a [[Livorno]] e di lì imbarcandola via mare nel dicembre del 1508. Pochi mesi dopo gli sforzi fiorentini furono premiati e Pisa riconquistata<ref>Luca Gatti, op. cit., 1994. pp. 433-472.</ref>.▼
▲La Signoria fiorentina commissionò l'opera al giovane Michelangelo, che firmò un contratto per l'esecuzione di un ''David'' bronzeo, il 12 agosto
L'opera, arrivata a destinazione, venne collocata sopra una colonna, all'[[Hôtel d'Alluye]], il palazzo di Robertet a Blois, ma in un inventario del 1532 risulta essere stata spostata nel cortile del [[castello di Bury]]. Tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, in data imprecisata, la statua fu spostata nel [[castello di Villeroy]], non lontano da [[Mennecy]], ma da allora se ne perdono le tracce, a parte un accenno in una descrizione del castello di Villeroi del 1755; all'epoca si era persa probabilmente la memoria di chi fosse l'autore del bronzo. Probabilmente l'opera michelangiolesca finì distrutta nel corso dei disordini della Rivoluzione francese<ref>Luca Gatti, op. cit., 1994. pp. 433-472.</ref>.▼
▲L'opera, arrivata a destinazione, venne collocata sopra una colonna, all'[[Hôtel d'Alluye]], il palazzo di Robertet a Blois, ma in un inventario del 1532 risulta essere stata spostata nel cortile del [[castello di Bury]]. Tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, in data imprecisata, la statua fu spostata nel [[castello di Villeroy]], non lontano da [[Mennecy]], ma da allora se ne perdono le tracce, a parte un accenno in una descrizione del castello
==Descrizione==
L'opera risulta da varie testimonianze eseguita ad altezza naturale. Non esistono copie e si può solo ipotizzarne la definizione stilistica e l'iconografia. Si sono registrati vari tentativi di identificazione dell'opera, nessuno arrivato a soluzioni definitive. Courajod (1885) indicò un piccolo ''David'' del [[Louvre]] già in proprietà Pulszky, più probabilmente però copia del ''[[David Martelli]]'' di [[Donatello]]; un'altra statua, in verità di scarso valore, è stata additata nel [[Rijksmuseum (Amsterdam)|Rijksmuseum di Amsterdam]]; un ''David'' bronzeo al [[Museo nazionale di Capodimonte]] attribuito anche ad [[Antonio del Pollaiolo]]. Esiste poi un bozzetto in terracotta in [[Casa Buonarroti]], da alcuni accostato al perduto ''David''.
Un disegno autografo al [[Cabinet des Dessins]] del [[Museo del Louvre]] (n. 714)<ref>[https://collections.louvre.fr/ark:/53355/cl020001235 Scheda]</ref> ha raccolto maggiori consensi come studio per il bronzo perduto.
==Note==
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==Bibliografia==
* {{cita libro|Umberto
==Voci correlate==
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