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'''Castel Cellesi''' è una [[Frazione (geografia)|frazione]] del [[comune]] di [[Bagnoregio]], in [[provincia di Viterbo]].
'''Castel Cellesi''' è un villaggio situato nel punto d'incontro tra [[Toscana]], [[Umbria]] e [[Lazio]] settentrionale nella [[Valle del Tevere]]<ref>Castel Cellesi infatti è a 27 km dall'Oasi WWF di Alviano (TR), a 43 km da Amelia (TR), a 46 km da Tuscania (VT), a 52 km da Todi (PG), a 70 km da Tarquinia (VT), a 81 km dalla Cascata delle Marmore (TR), a 101 km da Assisi (PG), a 150 km da Siena, a 160 km dall'Aeroporto Internazionale di Fiumicino (RM) e a 190 km da Firenze.</ref>, all'interno di un vasto territorio a bassa antropizzazione, fatto di altopiani, vallate, dirupi, ruscelli, zone rurali, boschi. Oggi costituisce una [[frazione geografica|frazione]] del [[comune]] di [[Bagnoregio]], in [[provincia di Viterbo]]. Conta approssimativamente 150 abitanti, di cui una trentina stranieri del nord Europa<ref>{{Cita web |url=http://www.lastradabagnoregio.it/public/lastrada/img/pdf/pag59.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=20 agosto 2013 |dataarchivio=21 febbraio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140221195714/http://www.lastradabagnoregio.it/public/lastrada/img/pdf/pag59.pdf |urlmorto=sì }}</ref>: la cifra varia giacché pochi castellani lavorano in paese, e Roma attrae per le sue possibilità lavorative, mentre diversi sono i casi di pensionati che si ritirano nel borgo acquistando un immobile a poco prezzo.▼
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== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
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Castel Cellesi sorge su uno dei bracci protesi verso il [[Tevere]] dell'altipiano attraversato dalla strada provinciale Teverina<ref>Il nome "teverina" è abbastanza diffuso per nominare diverse strade comunali o provinciali della media Valle del Tevere. Nel caso in questione, tale strada è detta più propriamente Teverina nel tratto tra Viterbo (come prosecuzione di via Francesco Baracca) e Celleno, mentre diventa Bagnorese tra Celleno e Bagnoregio.</ref>, così come Bagnoregio e Civita e, separatamente, l'altra frazione bagnorese, Vetriolo. In realtà, mentre l'altipiano rimane a 450 metri [[s.l.m.]], delimitato dal Rio Chiaro a sud e dal Rio Torbido a nord, Castel Cellesi scende a 370 metri circa, perché sorge alla fine di esso. L'unica strada attualmente percorribile la congiunge alla Teverina per un percorso di 4,5 km. La strada che, a valle, congiunge Castel Cellesi con San Michele in Teverina e [[Civitella d'Agliano]], e dunque con il Tevere e soprattutto l'autostrada A1, è attualmente non percorribile, visto che sorge in una zona non coperta da manutenzione stradale e in parte franata: è in corso (post elezioni comunali 2009) un dibattito politico legato al costo di rifacimento.
Dal cimitero del paese è possibile vedere la media valle del Tevere, e alcuni paesi umbri del versante opposto, addossati sulla montagna.
In tale posizione, con orientamento E-S-E, equidistante dai centri di maggior rilievo<ref>[[Viterbo]] e [[Orvieto]] (TR): entrambi distanti 26
▲In tale posizione, con orientamento E-S-E, equidistante dai centri di maggior rilievo<ref>[[Viterbo]] e [[Orvieto]] (TR): entrambi distanti 26 km, una mezz'ora scarsa di macchina.</ref>, Castel Cellesi dista 10 km da Bagnoregio (VT) e 12 da [[Civita di Bagnoregio]] (VT), 15 km da [[Montefiascone]] (VT) e 25 km da [[Bolsena]] (VT).
Castel Cellesi è in una zona circondata da diversi laghi, oltre al corso del Tevere: il [[Lago di Bolsena]] e il [[Lago di Vico]] tra quelli naturali, il [[Lago di Corbara]] e il Lago di [[Alviano]] (sede di un'Oasi del WWF) tra quelli artificiali.
[[Classificazione sismica]]: zona
=== Clima ===
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[[Classificazione climatica]]: zona E, 2279 GR/G
{{immagine grande|Panoramacellesi.jpg|1300px|3=<div align="center">Panorama di Castel Cellesi da Vetriolo</div>}}
== Storia ==
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Castel Cellesi era dunque una piazza chiusa, costituita dalle case dei contadini del feudo, la quale comunicava con il resto del territorio attraverso la "Porta di Sopra" (verso Bagnoregio, anticamente detta Bagnorea) e la "Porta di Sotto" (Castel Piero, attualmente San Michele in Teverina), ricavate dal muraglione che raggruppava le case.
La
Successivamente il feudo è passato al primogenito Alessandro e poi al secondogenito Francesco. In seguito fu venduto al Conte Cini prima ed al Conte Tomba dopo.
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Castel Cellesi risulta essere base di partenza per una delle bravate della banda del Crudo (Niccola Porta, detto così perché nelle taverne chiedeva il vino ''crudo'') composta oltre che dal capo da Francesco Vincenzi e Lanno Mattioli, che a Castel Cellesi avevano incontrato altri criminali e fatto insieme nuovi progetti. Ma questa fu la loro ultima "avventura" insieme: il Porta verrà definitivamente catturato, mettendo termine alla propria "carriera" criminale, e condannato a 25 anni di lavori forzati scontati per intero.
Il 20 settembre 1874 in località Sterpeti viene sequestrato Cosimo Colesanti, benestante bagnorese, da due briganti che chiesero 7 000 scudi di riscatto alla sua famiglia, tramite lettera scritta di pugno del sequestrato. Attraversando le asperità orografiche tipiche della zona, arrivarono quindi in località Madonna del Nespolo: qui il Colesanti, in cambio di una somma complessiva di 13700 lire mandata dai familiari ai rapitori, veniva nottetempo abbandonato. Gli autori del sequestro erano:
* Antonio Dobici (n. 1843, muratore, appena evaso dalla camera di custodia del Tribunale di Viterbo il 16 settembre 1874, "marciava sempre col calamaio in saccoccia per scrivere le lettere di ricatto")<ref>"... presentato il detenuto Antonio Dobici col di lui compagno di cella Simonetti Giovan Maria, si fecero perquisire minutamente tanto sulle loro persone, vestimenta e giaciglio. E dopo minutissime e accuratissime indagini, ebbero a estrarre dall'ano del Dobici Antonio un pezzo di tubo di canna della lunghezza di cm 4,5 circa, entro il quale si rinvennero accuratamente piegati tre biglietti del valore di Lire 1.000 cadauno [...]. Più tardi interrogato, il Dobici ammise che quei soldi provenivano dal ricatto Colesanti". Verbale dalla perquisizione condotta alle 19,30 del 24 marzo 1875.</ref>;
* Andrea Pecci (n. 1833, di Castel Cellesi, di famiglia benestante, al suo secondo reato, ma che non godeva di buona fama in paese per via della sua pessima condotta, come testimonia in uno scritto il sindaco di Castel Cellesi. Il Pecci è morto nel [[Castello Orsini (Soriano nel Cimino)#Carcere|carcere]] di [[Soriano nel Cimino|Soriano]] nel 1877);
* Martino Cocciola (n. 1833, di Castel Cellesi, pluricondannato, morto nel 1898 nella casa di reclusione di Piombino).<ref>"Il giorno 23 novembre dell'anno decorso (1872) mentre un Brigadiere e un carabiniere della stazione di Celleno verso le 4 pomeridiane si trovarono nella parte di territorio di Castel Cellesi denominato Piano de' Molini udirono due individui discorrere in prossimità di un fosso e appiattitosi viddero venir verso di loro i detti individui che il Brigadiere riconobbe per Coronato Troscia e Martino Cocciola. Essendo quest'ultimo colpito da un mandato di cattura del Giudice Istruttore di Grosseto il Brigadiere intimò ad entrambi di fermarsi, ma loro esplosero dopo una brevissima sosta contro i carabinieri tre colpi di fucile di cui erano dotati, due colpi il Cocciola che aveva il fucile a canna doppia, e il terzo da parte del fucile a canna singola del Troscia. A tale esplosione e alla fuga che presero sia il Cocciola che il Troscia, i carabinieri spararono anch'essi contro i fuggenti due volte ma senza colpirne alcuno. Inseguirono allora il Cocciola ma, non potendo camminare velocemente a causa del cattivo terreno, non lo raggiunsero, quantunque foss'egli pure rallentato dal caricare il fucile; però a un certo punto cadde e nel cadere abbandonò il fucile, che raccolto dai carabinieri insieme a quello abbandonato dal Troscia fu sequestrato. Procedettero poi all'arresto del Troscia nella sera stessa, come, in seguito di mandato di cattura per questo fatto spiccato dal Giudice Istruttore di questo Tribunale, fu da altri carabinieri arrestato il Cocciola" sentenza del Tribunale di Viterbo del 28 marzo 1873.</ref>
Parte dell'incasso del sequestro fu messo in comune col Rufoloni, altro brigante viterbese, nel momento in cui Dobici e Cocciolla vi si unirono a generare "l'autunno caldo" del 1874. Accadde infatti che, terminati i soldi Colesanti fu organizzato il sequestro Gori (35 000 lire di richiesta) per cui furono battute le campagne di tutta la Teverina, da Orvieto a Montefiascone, Bagnoregio, Castiglione, Civitella d'Agliano e Castel Cellesi.<ref>Rufoloni (30 anni di lavori forzati e 5 di sorveglianza speciale), Dobici (25 e 5), Pecci (10 e 5) e Cocciola (25 e 5) furono i "protagonisti" della prima sentenza, il 2 giugno 1876, con cui veniva "inaugurata" la nuova sede della Corte d'Assise di Viterbo (ex Chiesa dei Carmelitani Scalzi): è la cosiddetta ''causa Rufoloni'' (vedi Antonio Mattei, Brigantaggio sommerso, Scipioni Editori)
Nel settembre 1876 viene sequestrato Bernardino Cesarei di San Michele in Teverina da tre briganti. Squadre di carabinieri di Bagnoregio, Civitella d'Agliano e Celleno riuscirono a liberarlo dopo uno scontro a fuoco con i rapitori, che avevano chiesto un riscatto di 300 scudi, subito pagato dalla famiglia Cesarei. Gli autori del sequestro erano:
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I tre vengono descritti dal sindaco di Castel Cellesi come nullafacenti, ubriaconi, biscazzieri, prodighi.
A partire da una lettera di richieste e minacce scritte in pessimo italiano, consegnatagli il 15
Un discorso a parte merita il Brigante Bracherosce, la cui vera identità rimane sconosciuta. Nella memoria popolare degli abitanti di Castel Cellesi è sempre esistito, in relazione a “Le Grotte di Bracherosce”, probabile covo e oggi punto di riferimento delle campagne circostanti Castel Cellesi. Forse, per timore, i suoi contemporanei non hanno mai associato pubblicamente, al soprannome, il suo vero nome.
=== Resistenza al nazifascismo ===
[[Alberto Cozzi]]<ref>{{Cita web|url=https://www.anpi.it/biografia/alberto-cozzi|titolo=Alberto Cozzi {{!}} ANPI|autore=Anonimo|sito=www.anpi.it|lingua=it|accesso=2023-11-10}}</ref> nato da genitori originari di Castel Cellesi, viveva a [[Valle Aurelia (Roma)|Valle Aurelia]] a Roma, giovane apprendista meccanico durante la [[Resistenza italiana|resistenza]] al [[nazifascismo]] si unì alla formazione [[Partigiano|partigiana]] "Stella Rossa" partecipando a numerose azioni di sabotaggio, quando si rese conto di essere stato individuato, lasciò Roma e si spostò dai suoi parenti a Castel Cellesi, dove continuò la lotta contro i [[Nazifascismo|nazifascisti]] con la Banda partigiana "Colleoni"<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=ELETTRITV: Antonio Saliola racconta il padre Remo Saliola comandante partigiano di Celleno|lingua=it-IT|accesso=2023-11-10|url=https://www.youtube.com/watch?v=zOwoWs1EqUE}}</ref>. Durante un'azione di sabotaggio si apprestava a far saltare in aria un deposito tedesco di munizioni quando, tradito da un confidente della polizia, fu catturato dai fascisti.
Trasferito a Roma, resistette agli interrogatori e alle torture a [[Museo storico della Liberazione|via Tasso]], davanti ai giudici che lo processavano, mantenne un contegno fermo e dignitoso. Condannato a sette anni di carcere in considerazione della giovane età, fu rinchiuso nel [[Carcere di Regina Coeli]]. Fu trucidato il 24 marzo 1944'','' alle [[Fosse Ardeatine]], con gli altri 334 martiri prelevati dai nazifascisti in seguito all'azione di guerra dei [[Gruppi di Azione Patriottica|GAP]] Gruppi di Azione Patrottica a [[Attentato di via Rasella|via Rasella]].
A Castel Cellesi ad Alberto Cozzi stata intitolata la scuola elemetare. Ad Alberto Cozzi è stata conferita la ''Medaglia d'oro al valor militare alla memoria'':
{{Onorificenze
|immagine = Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare (alla memoria)
|collegamento_onorificenza = Valor militare
|motivazione = Diciottenne animato da viva fede patriottica, subito dopo l'armistizio, con decisione e con ardimento esemplari, prodigava ogni sua attività nella lotta di liberazione distinguendosi, in pericolose circostanze, per costante dedizione, per iniziativa e per coraggio. Caduto, per delazione, in mani tedesche, brutalmente interrogato e barbaramente seviziato, manteneva esemplare contegno, nulla rivelando. Al processo rivendicava su di sé ogni responsabilità riuscendo a far assolvere un suo compagno. Alle Fosse Ardeatine immolava la giovane vita agli ideali di Patria e di Libertà.
|luogo = Roma, settembre 1943 - 24 marzo 1944<ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=14067|titolo=Cozzi Alberto|editore=quirinale.it|accesso=2 maggio 2017}}</ref>.
}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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* [[Chiesa di San Girolamo (Castel Cellesi)]]
* [[Chiesa del Santo Sepolcro (Castel Cellesi)]]
{{immagine grande|panoramacellesi001.jpg|1300px|3=Panorama di Castel Cellesi}}▼
Secondo la guida "Teverina: storia, arte, cultura" redatta a cura del Consorzio Teverina, che raggruppa tutti i comuni della zona, l'area tra Castel Cellesi e Celleno è densa di luoghi archeologicamente e storicamente importanti, ma la cui scoperta e rivalutazione e costantemente messa in pericolo dai tombaroli, con ovvie conseguenze per la crescita economica locale.
▲{{immagine grande|panoramacellesi001.jpg|1300px|3=Panorama di Castel Cellesi}}
=== Bosco di Carbonara ===
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Poco oltre sorgeva il centro abitato di Castel Fiorentino, di cui però non rimane traccia, e Castel Rocchette oggi trasformato in agriturismo, con parte delle mura antiche, una chiesetta e una residenza signorile, sorto in epoca medievale su un preesistente abitato etrusco-romano.
[[File:
== Economia ==
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== Infrastrutture e trasporti ==
Una strada, a monte, collega Castel Cellesi alla S.P. Teverina, da cui poi si possono raggiungere la S.S. Cassia,
Sono presenti un Ufficio con funzione di Delegazione Comunale e un Circolo sportivo dilettantistico culturale- A.s.d.c., "I CASTELLANI", sorto il 13 marzo del 2016, grazie all'intervento del Comune di Bagnoregio per iniziativa di privati cittadini. Il circolo, unico punto d'incontro, di ristoro e di aggregazione sociale degli anziani e dei giovani, gestisce un campo di calcio a cinque strutturato anche per il tennis, un campo per le bocce ed un piccolo parco giochi per i bambini e all'interno stesso del Circolo, un piccolo spaccio di prodotti confezionati di prima necessità alimentari e non riservato ai soci, essendo ormai da tempo il paese sprovvisto di un negozio alimentare.▼
▲Una strada, a monte, collega Castel Cellesi alla S.P. Teverina, da cui poi si possono raggiungere la S.S. Cassia, La S.S. Umbro-Casentinese, Viterbo, Montefiascone, Bolsena, Orvieto, ecc. Una seconda strada, a valle, potrebbe collegare il paese con i vicini San Michele in Teverina e Civitella d'Agliano, e quindi l'autostrada A1 in poco più di 20 minuti: tale strada tuttavia è al momento non percorribile.
Insistono entrambi all'interno di una ex scuola elementare, dedicata ad [[Alberto Cozzi]] (partigiano insignito di medaglia d'oro al valore militare, ucciso alle Fosse Ardeatine il 24
▲Sono presenti un Ufficio con funzione di Delegazione Comunale e un Circolo sportivo dilettantistico culturale- A.s.d.c., "I CASTELLANI", sorto il 13 marzo del 2016, grazie all'intervento del Comune di Bagnoregio per iniziativa di privati cittadini. Il circolo, unico punto d'incontro,di ristoro e di aggregazione sociale degli anziani e dei giovani, gestisce un campo di calcio a cinque strutturato anche per il tennis,un campo per le bocce ed un piccolo parco giochi per i bambini e all'interno stesso del Circolo,un piccolo spaccio di prodotti confezionati di prima necessità alimentari e non riservato ai soci,essendo ormai da tempo il paese sprovvisto di un negozio alimentare.
▲Insistono entrambi all'interno di una ex scuola elementare, dedicata ad [[Alberto Cozzi]] (partigiano insignito di medaglia d'oro al valore militare, ucciso alle Fosse Ardeatine il 24-03-1944).
Nella zona di Campi Nuovi è presente un campo di calcio regolamentare.
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== Altro ==
* In diversi momenti della sua storia recente, Castel Cellesi come altre località del Viterbese è stata indicata quale luogo ricco di [[Radon]] (cancerogeno, presente nel tufo delle costruzioni e del sottosuolo) e [[Arsenico]] (velenoso, presente nell'[[acqua potabile]] in parti superiori al massimo consentito)<ref>Per uno stato generale delle acque italiane vedi [http://www.repubblica.it/cronaca/2010/04/23/news/dall_acqua_dei_rubinetti_rischi_per_neonati_e_ragazzi_sostanze_tossiche_cinque_volte_superiori_alla_norma-3561524/ Dai rubinetti rischi per neonati e ragazzi "Sostanze tossiche 5 volte superiori al lecito" - Repubblica.it] mentre per quanto riguarda le deroghe ai divieti di potabilità della Commissione Europea vedi http://roma.corriere.it/cronaca/articoli/2010/11/22/COMM_NATIVE_C_2010_7605_F_IT_DECISION_DE_LA_COMMISSION.pdf
* Da Castel Cellesi è possibile ammirare un panorama quasi a 360
* Nando Artemi, anziano pensionato di 76 anni, originario di Castel Cellesi, scomparso domenica 15 novembre 2009 dalla casa di riposo "San Raffaele Arcangelo" di Bagnoregio, viene trovato senza vita in circostanze poco chiare vicino al cimitero di Bagnoregio il 18 novembre 2009, dopo tre giorni di estenuanti ricerche da parte di forze dell'ordine, vigili del fuoco e volontari della Protezione Civile. Del caso si era occupata anche la trasmissione “[[Chi l'ha visto?]]” su [[Rai 3]].
* Castel Cellesi è comparsa in epoca recente sui giornali suo malgrado, perché paese originario del [[1º Maresciallo]] Tecnico Meccanico di Aeromobile (TMA) della [[Brigata Friuli|Brigata Aeromobile Friuli]] Massimiliano Biondini, perito insieme agli altri membri dell'equipaggio di un elicottero [[Agusta-Bell AB 412]] (MILAN 63 B) dell'[[Esercito Italiano]] precipitato nella notte del 30-31 maggio 2005 in [[Iraq]].<ref>[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/05_Maggio/31/militari.shtml Corriere della Sera - Le quattro vittime italiane dell'elicottero] La salma del maresciallo Biondini è stata tumulata nel cimitero di Castel Cellesi dopo i funerali di Stato avvenuti a Viterbo. https://www.youtube.com/watch?v=q7SCIBPVtQQ https://www.youtube.com/watch?v=hEA4_HMA7aQ</ref>
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== Note ==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Valle del Tevere]]
* [[Alberto Cozzi]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* https://www.anpi.it/biografia/alberto-cozzi
{{portale|Lazio}}
[[Categoria:Comuni del Lazio soppressi]]
[[Categoria:Frazioni di Bagnoregio]]
[[Categoria:Valle del Tevere]]
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