Angelo Mai: differenze tra le versioni
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{{F|vescovi italiani|arg2=teologi|ottobre 2021}}
{{Cardinale
|nome
|immagine
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|didascalia
|stemma=Escudo de Angelo Mai (cropped).jpg
|ruoliricoperti=
*[[Cardinale|Cardinale presbitero]] di [[Sant'Anastasia (titolo cardinalizio)|Sant'Anastasia]] <small>(1838-1854)</small>
*Prefetto della [[Congregazione dell'Indice dei libri proibiti|Congregazione dell'Indice dei Libri Proibiti]] <small>(1843-1848)</small>
*Prefetto della [[Congregazione sopra la correzione dei libri della Chiesa orientale|Congregazione sopra la Correzione dei Libri della Chiesa Orientale]] <small>(1849-1854)</small>
*Prefetto della [[Congregazione del Concilio]] <small>(1851-1853)</small>
*[[
*[[Biblioteca Apostolica Vaticana|Bibliotecario]] di [[Santa Romana Chiesa]] <small>(1853-1854)</small>
|nato
|ordinato = 10 ottobre [[1806]] dal [[vescovo]] [[Giovanni Battista Lambruschini]]▼
|diacordinato=20 settembre [[1806]] dal [[vescovo]] [[Giovanni Battista Lambruschini]]
|
|deceduto={{Calcola età3|1854|9|9|1782|3|7}} a [[Castel Gandolfo]]
▲|pubblicato = 12 febbraio [[1838]] da [[papa Gregorio XVI]]
}}
{{Bio
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|Attività = cardinale
|Attività2 = teologo
|Attività3 = filologo classico
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , celebre per il ritrovamento da parte sua di alcuni frammenti perduti del ''[[De re publica]]'' di [[Marco Tullio Cicerone]]
}}
== Biografia ==
Il futuro cardinale nasce a [[Schilpario]] il 7 marzo 1782 in una famiglia modesta ma abbastanza agiata, figlio di Angelo Mai (carbonaio, dei Maifredi) e di Pietra Mai (dei Batistei). La famiglia di Angelo era composta, oltre che dai due genitori, da cinque figli di cui due morirono piccoli. I discendenti furono i figli della sorella Angela e quelli dello zio Manfredo che aveva preso sotto tutela la famiglia dopo la morte del padre. Il fratello Pecino Pietro non ebbe figli.
Tra il [[1815]] e il [[1819]] rinvenne l'epistolario dello scrittore latino [[Marco Cornelio Frontone]], opera indispensabile per conoscere meglio la vita imperiale e privata di imperatori quali [[Marco Aurelio]], [[Lucio Vero]] ed [[Antonino Pio]]. Scoprì, nel dicembre del [[1819]], ampi frammenti di una delle più importanti opere politiche di [[Marco Tullio Cicerone]]: il ''[[De re publica]]''. La scoperta avvenne in un manoscritto [[palinsesto (filologia)|palinsesto]] bobbiese (Vat. Lat. 5757) che riportava il ''Commenti ai Salmi'' di Sant'[[Agostino d'Ippona|Agostino]] (scritto nel VII secolo). Mai si aiutò con reagenti chimici a base di tannini ( ad esempio l'acido gallico) che gli permisero di portare alla luce ampie parti dell'opera ciceroniana (I-V libro).▼
Quattro sono i periodi principali della sua vita: quello bergamasco dal 1782 al 1799; quello della preparazione religiosa dal 1799 al 1810; quello milanese dell’Ambrosiana dal 1810 al 1819 e quello romano dal 1819 al 1854. La sua esistenza fu condizionata dagli eventi politici di quel periodo, dalla venuta di Napoleone a quello della Repubblica romana del 1849.
Nel [[1815]] scoprì la più importante delle orazioni di [[Iseo (oratore)|Iseo]] (Περὶ τοῦ Κλεωνύμου κλήρου, "Per l'eredità di Cleonimo").▼
Rimasto orfano del padre in tenera età, sotto tutela del predetto zio e del parroco del paese, viene avviato agli studi elementari in parrocchia, poi nel 1796 alle vicine scuole di [[Clusone]], quindi al seminario vescovile di Bergamo. Con l'invasione francese di Napoleone il seminario fu chiuso e Angelo tornò a casa.
Nel [[1821]], in maniera analoga, scoprì i cosiddetti [[Fragmenta Vaticana|Vaticana Fragmenta]] che contengono passi dei giuristi Paolo, [[Papiniano]], [[Ulpiano]] e passi di costituzioni imperiali, in particolar modo di [[Diocleziano]].▼
Successivamente nel 1799 si recò a [[Colorno]] presso i [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]], dove compi il noviziato e studiò filosofia insieme ad altri due suoi compaesani. Nel 1803 si trovava nel Convitto san Rocco di Parma dove studiò l’ebraico.
Angelo Mai è una figura fondamentale anche per lo studio degli [[Apocrifi dell'Antico Testamento]]. Attorno al 1825 acquisì per la Biblioteca Vaticana un manoscritto del testo etiopico del [[Libro di Enoch]] proveniente dalla Biblioteca del Card. [[Leonardo Antonelli]], rendendolo per la prima volta disponibile alla ricerca internazionale.<ref>Angelo Mai, ''Scriptorum veterum nova collectio 5'', Roma, 1831, part II, p.100.</ref> Mai ignorava l'origine del manoscritto, ma è stato recentemente dimostrato che esso proveniva dall'esploratore [[James Bruce]] che lo aveva donato al papa [[Clemente XIV]] durante una sua visita a Roma nel dicembre 1773.<ref>Gabriele Boccaccini, "James Bruce’s 'Fourth' Manuscript: Solving the Mystery of the Provenance of the Roman Enoch Manuscript (Vat. Et. 71)," ''Journal for the Study of the Pseudepigrapha'' 27.4 (2018): 237-263.</ref> Nel 1844 Mai pubblicò anche dei frammenti greci inediti dello stesso [[Libro di Enoch]], da lui scoperti alla Biblioteca Vaticana in una nota ai margini di un manoscritto dell'XI secolo.<ref>''Novae patrum bibliothecae'', Romae, Typis sacri Consilii propagando christiano nomini, 1844. Cf. [http://www.4enoch.org/wiki4/index.php?title=Category:Enochic_Studies--1800s 4 Enoch: The Online Encyclopedia of Second Temple Judaism].</ref>▼
Non tornò mai più al paese natale.
Dopo un periodo vissuto a Napoli nel 1804 per far rinascere la Compagnia di Gesù nel 1806 si ritrasse a Roma presso il Collegio Romano per sostenere l'esame di teologia e di filosofia, Nel 1808 a Orvieto venne ordinato sacerdote, entrò nella compagnia di Gesù e si dedicò agli studi di paleografia. Per motivi politici fu costretto a tornare nella sua provincia natale e a mettersi in viaggio per Milano, dove visse per qualche anno. Dal 1810 fu ammesso tra gli scrittori e i dottori della Biblioteca Ambrosiana per la classe delle lingue orientali, vi rimase fino al 1819.
Nel 1819 torna a Roma, lascia la Compagnia di Gesù e viene nominato da Pio IX prefetto della Biblioteca Vaticana, successivamente fu elevato alla porpora cardinalizia da Gregorio XVI il 12 febbraio 1838. Grande studioso classico attese per un quarantennio alla ricerca e alla pubblicazione di testi, anche se con metodo filologico imperfetto e sommario; mediante lo studio dei palinsesti, che solo con lui diventò sistematico, giunse a grandiose scoperte di testi classici. Fra l’altro, uno straordinario ritrovamento riguardò la scoperta dei libri della “De repubblica” di Cicerone per il quale Giacomo Leopardi dedico una canzone intitolata “[[Ad Angelo Mai|ad Angelo Maj]]”.
==L'ode di Leopardi==▼
Gli studi filologici ed i conseguenti eccezionali ritrovamenti e i recuperi operati prima alla Biblioteca Ambrosiana e in seguito alla Biblioteca Vaticana, non sono da attribuire solo a circostanze fortunate, ma furono il frutto di una ricerca sistematica, di una costante e intelligente inclinazione e applicazione all'indagine. Si occupò molti altri incarichi con svariati argomenti. Apprese che con l'uso di una spugna imbevuta di acido gallico, estratto dalle noci di galla polverizzate e inumidite, si poteva rendere visibile l'inchiostro sbiadito del testo abraso e riportare alla luce antiche e preziose testimonianze.
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▲Angelo Mai è una figura fondamentale anche per lo studio degli [[Apocrifi dell'Antico Testamento]]. Attorno al 1825 acquisì per la Biblioteca Vaticana un manoscritto del testo etiopico del [[Libro di Enoch]] proveniente dalla Biblioteca del Card. [[Leonardo Antonelli]], rendendolo per la prima volta disponibile alla ricerca internazionale.
Nel 1853 ad Albano Laziale fece testamento: destinò del denaro ai poveri di Schilpario, ai suoi segretari e servitori e stabilì che la sua ricca biblioteca fosse stimata e venduta; in caso di acquisto da parte del papa, sarebbe stata venduta alla metà del prezzo. E così avvenne. Muore improvvisamente a Castel Gandolfo nel 1854, dove si era recato per riposo e forse per sfuggire al colera che in quei giorni mieteva vittime a Roma. Gli furono tributati solenni funerali sia a Bergamo, nella basilica di S. Maria Maggiore, sia a Roma dove fu seppellito, alla presenza di Pio IX e di numerosi cardinali, nel transetto sinistro della basilica di S. Anastasia al Palatino (di cui aveva il titolo presbiteriale), in un superbo sarcofago monumentale ad opera dello scultore neoclassico Giovanni Maria Benzoni, con un epitaffio da lui stesso dettato.
Il paese natio riconoscente gli dedicò la piazza principale (già della Croce) prossima alle case avite su una delle quali fu apposta una lapide. Nella chiesa del paese venne posizionato un monumento con busto nella navata e un ritratto in sagrestia.
[[File:Busto_di_Angelo_Maj_-_Chiesa_S._Antonio_da_Padova_-_Schilpario_(Foto_Luca_Giarelli).jpg|miniatura|[[Schilpario]], Busto di Angelo Mai]]
[[File:Schilpario-
▲== L'ode di Leopardi ==
Nel gennaio del [[1820]], appena un mese dopo che Mai ebbe scoperto alcuni frammenti del terzo, quarto e quinto libro del "De re publica" di Cicerone, [[Giacomo Leopardi]] gli dedicò una notissima canzone, intitolata «''Ad Angelo Mai''».
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di voler soddisfare a ciascuno, e fa in ultimo il suo comodo".
==
*A Roma si trova inoltre un centro culturale che porta il nome dell'illustre letterato.▼
▲File:Schilpario-Lapide ad Angelo Mai.jpg|<div align="center">Lapide sulla casa natale</div>
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{
* Gianni Gervasoni, ''Angelo Mai'', Milano 1924.
* Gianni Gervasoni, introduzione alla versione del ''Pro Archia poeta'' di Cicerone, 2ª ed., Brescia 1928.
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* [[Giuseppe Ungaretti]], ''L"Angelo Mai" del Leopardi'', in ''Vita di un uomo. Saggi e interventi'', Milano, Mondadori, 1974.
* {{cita pubblicazione|autore=Gianna Gardenal|titolo=Angelo Mai e il Terzo Mitografo Vaticano|pubblicazione=Lettere Italiane|volume=37|numero=2|pp=220-229|anno=1985|jstor=26263445}}
* {{cita pubblicazione|autore1=John Alcorn|autore2=Dario Del Puppo|titolo=Leopardi's Historical Poetics in the Canzone "Ad Angelo Mai"|url=https://archive.org/details/sim_italica_spring-1995_72_1/page/21|pubblicazione=Italica|volume=72|pp=21-39|anno=1995|lingua=en|doi=10.2307/479966}}
* {{cita pubblicazione|autore=Francesco Lo Monaco|titolo="In codicibus … qui bobienses inscribuntur": scoperte e studio di palinsesti bobbiesi in Ambrosiana dalla fine del Settecento ad Angelo Mai (1819)|pubblicazione=Aevum|volume=Anno 70, Fasc. 3|pp=657-719|anno=1996|jstor=20860668}}
* {{Cita libro |titolo=La mia vita |autore=[[Luca de Samuele Cagnazzi]] |curatore=[[Alessandro Cutolo]] |città=Milano |editore=Ulrico Hoepli |anno=1944 |cid=Cagnazzi |pp=187-188 |url=https://it.scribd.com/document/425645662/Luca-de-Samuele-Cagnazzi-La-mia-vita}}
* C. Castelli, ''Angelo Mai scopritore ed editore dei classici: metodi, scoperte, risultati'', in ''Storia della Biblioteca apostolica vaticana'', 5: ''La Biblioteca vaticana dall'occupazione francese all'ultimo Papa Re (1797-1878)'', ed. A. Rita, Città del Vaticano, 2020, pp. 174–192, ISBN 8821010295.
* C. Castelli, ''La condivisione difficile: Angelo Mai editore di Frontone da Milano a Roma'', in ''Filologia e società: Episodi e contesti lungo la storia'', ed. F. Gallo, Milano, 2021, pp. 309–332, ISBN 8868944707.
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Miranda|id=bios1837.htm#Mai|titolo=MAI, Angelo}}
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