Costabile Carducci: differenze tra le versioni
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Nato a [[Capaccio]], nell'attuale via Sant'Agostino (detta anche via del Rosario), da Antonio e Giuseppina Verduzio, poco si sa della sua vita prima dell'attività politica. Carducci, da giovanissimo, dimostrò la sua posizione antiborbonica e dovette misurare le sue ambizioni sociali e politiche nel clima statico di un territorio comunale dominato dal convergente potere delle famiglie dominanti, i Bellelli e i De Marco, le quali, secondo la definizione di [[Leopoldo Cassese]], «strette da parentela e da vincoli di interesse, dominavano la vita comunale e non consentivano che altri potessero pretendere di gareggiare con loro»<ref>[[Leopoldo Cassese]], ''Scritti di storia meridionale'', [[Pietro Laveglia editore]], Salerno, 1970, p. 165</ref>.
Intraprese a [[Napoli]] gli studi universitari in legge ma non conseguì la laurea. Fu impiegato dell'ufficio registro prima a Capaccio e poi a Vallo della Lucania. Fu conciliatore ad Altavilla Silentina, gestì la scafa sul [[Sele]] dei principi Doria, appaltò i servizi postali della provincia di Salerno, fu proprietario di una taverna a Paestum e gestì l'hotel Europa a [[Salerno]].
Nel [[1848]], abbracciate le idee [[Carboneria|carbonare]], capeggiò i moti nel [[Cilento]]. Ottenuta la Costituzione, Carducci rivestì il ruolo di colonnello comandante nella ''guardia nazionale'' di Salerno. Ma quando la monarchia [[Borboni di Napoli|borbonica]],
Il 14 giugno dello stesso anno, insieme a [[Ferdinando Petruccelli della Gattina]] ed altri rivoluzionari, tentò di organizzare delle sommosse in [[Calabria]], ma l'esercito borbonico represse ogni manifestazione e Carducci tentò di riparare nel Cilento. Durante il tragitto fu costretto da una tempesta a sostare a [[Maratea]] e, il 4 luglio, approdò sulla ''spiaggia del Porticello'' (presso [[Acquafredda (Maratea)|Acquafredda]]). Lì fu raggiunto dal [[sacerdote]] Vincenzo Peluso di [[Sapri]], uomo fidato dei Borboni, che, fingendo di essere loro alleato, uccise molti dei suoi compagni e lo fece prigioniero. Successivamente, nello stesso giorno, dopo essere stato esposto al pubblico ludibrio, Carducci fu portato nella pineta di Acquafredda e lì fu ucciso con un colpo di pistola in pieno viso.
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==Note==
<references/>
==Bibliografia==
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*Gaetano Puca-Antonio Infante, ''Costabile Carducci eroe nazionale?'', a cura della libera associazione culturale di Capaccio Costabile Carducci, 1988.
*Gaetano Puca, ''Costabile Carducci da Capaccio (SA) ad Acquafredda di Maratea (PZ)'' Ed. la ginestra Capaccio (SA) 2008.
*[[Franco Maldonato]], ''Teste Mozze'', Iride-Rubbettino, Soveria Mannelli 2015.
== Collegamenti esterni ==
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