Processo Enimont: differenze tra le versioni

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{{C|la voce dice che Andreotti fu tra i destinatari e tuttavia non pare entrare nel processo. Si veda anche la talk.|storia|giugno 2013}}
[[File:Cusani Spazzali processo Enimont.jpg|miniatura|[[Sergio Cusani]] imputato nel processo Enimont con il suo avvocato [[Giuliano Spazzali]]]]
 
Per '''processo Enimont''' s'intende il principale processo giudiziario della stagione di ''[[Mani pulite]]'', svoltosi a [[Milano]] tra il [[1993]] e il [[2000]], che vide coinvolti i maggiori esponenti politici della [[Prima Repubblica (Italia)|Prima Repubblica]] accusati, insieme ad alcuni imprenditori (tra cui molti del gruppo [[Ferruzzi]], padronapadrone della [[Montedison]]), di aver versato e aver intascato una maxi-tangente di circa 150 miliardi di lire: soldi utilizzati per finanziare i partiti in maniera illegale (il cosiddetto ''[[Finanziamento illecito ai partiti|finanziamento illecito]]''). Si scoprì che buona parte di quei soldi (circa 2/3) passò per conti detenuti presso l'[[Istituto per le Opere di Religione]], versati sotto forma di [[titolo di Stato|titoli di Stato]].
{{citazione|Sono sempre stato al corrente della natura non regolare dei finanziamenti ai partiti e al mio partito. L'ho cominciato a capire quando portavo i pantaloni alla zuava [...] In Italia il sistema di finanziamento ai partiti e alle attività politiche in generale contiene delle irregolarità e delle illegalità, io credo, a partire dall'inizio della storia repubblicana. Questo è un capitolo, che possiamo anche definire oscuro della storia della democrazia repubblicana, ma da decenni il sistema politico aveva una parte, non tutto, una parte del suo finanziamento, che era di natura irregolare o illegale; e non lo vedeva solo chi non lo voleva vedere e non ne era consapevole solo chi girava la testa dall'altra parte. I partiti erano tenuti ad avere dei bilanci in parlamento, i bilanci erano sistematicamente dei bilanci falsi, tutti lo sapevano, ivi compreso coloro i quali avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo [...]|[[Bettino Craxi]], deposizione al processo Cusani-Enimont, 17 dicembre [[1993]]}}
 
Per '''processo Enimont''' s'intende il principale processo giudiziario della stagione di ''[[Mani pulite]]'', svoltosi a [[Milano]] tra il [[1993]] e il [[2000]], che vide coinvolti i maggiori esponenti politici della [[Prima Repubblica (Italia)|Prima Repubblica]] accusati, insieme ad alcuni imprenditori (tra cui molti del gruppo [[Ferruzzi]], padrona della [[Montedison]]), di aver versato e aver intascato una maxi-tangente di circa 150 miliardi di lire: soldi utilizzati per finanziare i partiti in maniera illegale (il cosiddetto ''[[Finanziamento illecito ai partiti|finanziamento illecito]]''). Si scoprì che buona parte di quei soldi (circa 2/3) passò per conti detenuti presso l'[[Istituto per le Opere di Religione]], versati sotto forma di [[titolo di Stato|titoli di Stato]].
 
==Il reato==
Le tangenti vennero pagate dal finanziere [[Raul Gardini]]<ref>Una prima rimessa finanziaria, che sarebbe avvenuta nel 1989 a ridosso della mancata approvazione del decreto-legge sulla defiscalizzazione delle operazioni di fusione tra ENI e Montedison, non è mai venuta in rilievo nel processo come autonomo capo di imputazione: v. {{cita libro| Giampiero | Buonomo | Lo scudo di cartone | 2015 | [[Rubbettino Editore]]|p = 38 |ISBN = 9788849844405}}, nota 63.</ref> perché si arrivasse alla conclusione di un accordo che non andava in porto, l'affare [[Enimont]] (fusione dei due poli della chimica, l'[[EniEniChem]], a controllo statale, e la [[Montedison]], privata),<ref>La scalata di [[Enimont]] (società paritetica per il 40% statale e per un altro 40% dei Ferruzzi) da parte di Gardini non era andata in porto e si era giunti a una guerra legale e finanziaria tra lo stesso Gardini e l'Eni per aggiudicarsi l'intera azienda. Nel novembre [[1990]] il [[Governo Andreotti VII|governo Andreotti]] per porre fine alla vicenda decide l'acquisizione da parte dello stato di Enimont: l'Eni rileva così il 40% della [[Montedison]] a un prezzo nettamente superiore a quello di mercato per 2805 miliardi di [[lira (moneta)|lire]] (2,1 miliardi di [[euro]]) e il gruppo ravennate esce di scena. I sospetti si concentrarono sulla defiscalizzazione della quota di Enimont che l'Eni compra ai Ferruzzi, per ottenere la quale Gardini sborsa una "maxi-tangente".</ref> attraverso l'intermediario [[Sergio Cusani]], dirigente del gruppo [[Ferruzzi]] (azionista di maggioranza della Montedison). La "tangente" passò per buona parte (circa 2/3, pari a 90 miliardi di [[lira (moneta)|lire]]), sotto forma di titoli di Stato (in gran parte [[Certificato di credito del tesoro|CCT]]), attraverso conti speciali detenuti presso lo [[Istituto per le Opere di Religione|IOR]] (che garantiva le giuste coperture per la sua natura ''[[Società offshore|off shore]]''), avendo come destinatari personaggi di rilievo della politica, o legati a tale personaggi indirettamente, come nel caso di [[Giulio Andreotti]]<ref>Il nome di Andreotti presso lo Ior era adeguatamente coperto sotto "''omissis''" e il deposito che vi faceva riferimento non era in alcun modo legato al suo reale intestatario. Sotto la denominazione di "''[[Fondazione Cardinale Francis Spellman]]''" e la facciata delle finalità benefiche, si svolgeva una grossa movimentazione di somme di denaro; i miliardi del conto residui sarebbero dovuti andare al [[Senatore a vita (ordinamento italiano)|senatore a vita]] Andreotti nel 2001, alla morte di De Bonis (''dominus'' dello IOR), come espressamente indicato nelle volontà testamentarie dello stesso inizialmente, ma nel 1993 le disposizioni testamentarie di De Bonis vennero modificate e fu deciso che i soldi sarebbero rimasti nella banca vaticana.</ref> (che si è scoperto dopo il processo detenere un conto attraverso prestanome nella banca vaticana, intestato a "Fondazione [[Francis Joseph Spellman|Cardinale Francis Spellman]]") e [[Arnaldo Forlani]] (anche attraverso il suo cassiere [[Severino Citaristi]]), al [[Partito Socialista Italiano|PSI]] di [[Bettino Craxi]] (con l'intermediazione di [[Mauro Giallombardo]]).<ref name=vaticanospa>[[Gianluigi Nuzzi]], ''Vaticano S.P.A'', [[Chiarelettere]], Milano 2012, p. 74 ss e ''passim''</ref><ref>{{cita web|autore= Eric Frattini |url= http://books.google.it/books?id=jgRXYUErAc4C&pg=PT40&lpg=PT40&dq=fondazione+francis+spellman&source=bl&ots=xBljukICkc&sig=qOADT_l0chmI0BJFWPb5OYOM_z4&hl=it&sa=X&ei=Q9e5UbGULs_X7Abz0oCgDg&ved=0CGoQ6AEwBw|titolo=I corvi del Vaticano |accesso=13 giugno 2013}}</ref> Va precisato tuttavia che la figura di Andreotti rimase sempre estranea al processo.
[[File:Craxi-dipietro-processoenimont17dic1993.jpg|miniatura|[[Antonio Di Pietro]] durante la testimonianza di [[Bettino Craxi]] (1993)]]
 
Il numero di politici, [[ministro della Repubblica Italiana|ministri]], partiti (quasi tutti quelli dell'arco parlamentare, compreso il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e la [[Lega Nord]]), intermediari, membri del CDA dell'ENI coinvolti fu molto numeroso. La gestione del passaggio di denaro venne affidata direttamente all'allora direttore ''de facto'' dello IOR, Monsignor [[Donato De Bonis]] (che si occupò di trasformare gran parte dei titoli in denaro liquido da stornare su banche estere, utilizzato come provvigione ai politici), e a diversi intermediari tra cui Carlo Sama (appartenente al gruppo [[Ferruzzi]]), il costruttore Domenico Bonifaci (che ricavò la gigantesca [[plusvalenza]] trasformata poi in titoli di stato che servì per le tangenti), Sergio Cusani (consulente Montedison) e il [[giornalista]] [[p2|piduista]] [[Luigi Bisignani]].<ref name=vaticanospa /><ref>{{Cita news |nome=Ferruccio |cognome=Pinotti |url=https://www.corriere.it/cronache/cards/grandi-intuizioni-raul-gardini-l-uomo-che-invento-chimica-verde/avventura-imprenditoriale-unica-col-vento-poppa_principale.shtml |titolo=Le grandi intuizioni di Raul Gardini, l’uomo che inventò la «chimica verde» |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=2018-09-14}}</ref><ref>{{cita libro|autore=[[Marco Travaglio]]|titolo=La scomparsa dei fatti|editore=[[Il Saggiatore (casa editrice)|Il Saggiatore]]|città=Milano |anno=2008| pp= 92-93}}</ref> In una lettera del direttore dello IOR [[Angelo Caloia|Sergio Caloia]] (dopo la sostituzione di [[Donato De Bonis|De Bonis]]) al [[Angelo Sodano|cardinal Sodano]] si legge:
{{citazione|Mi trovo di fronte a un problema che è di dimensioni enormi e finora non immaginabili. Oltre a quello che Lei già conosce (e che all'ordine di una quarantina di miliardi) è emersa, da approfondimenti in corso, l'esistenza di una lista di titoli di credito che lo IOR potrebbe aver acquistato nel 1991 per un importo molto più elevato [...] ciò che rende gravissima la situazione è che la lista proviene da Cusani (dirigente MotedisonMontedison, ndr) che ha informato i giudici sui titoli passati attraverso lo IOR. Sono il risultato di pagamenti di tangenti a uomini politici, per importi certamente ritornati a loro in forma pulita. È l'esatta replica di meccanismi del passato. |[[Gianluigi Nuzzi]], ''Vaticano Spa'', [[Chiarelettere]], Milano 2012, p. 93}}
 
Le chiamate in correità che alimentarono le indagini vennero, una volta venuta alla luce la trama, dai dirigenti di Montedison Carlo Sama e [[Giuseppe Garofano]]<ref>{{cita news|titolo=IL TRIBUNALE CONFERMA BENI FERRUZZI SEQUESTRATI |url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/08/28/il-tribunale-conferma-beni-ferruzzi-sequestrati.html|rivista=Repubblica|data=28 agosto 1993|accesso=1º marzo 2019|autore=RINALDO GIANOLA}}</ref>.
 
Tra gli imputati figuravano noti esponenti politici, come [[Renato Altissimo]] (segretario del [[Partito Liberale Italiano|PLI]] ed ex [[ministero della Salute|ministro della Sanità]]), [[Umberto Bossi]], leader della [[Lega Nord]], [[Bettino Craxi]] (segretario del PSI e presidente del Consiglio dal [[1983]] al [[1987]]), [[Gianni De Michelis]] ([[ministro degli esteri]] dal [[1989]] al 1992), [[Arnaldo Forlani]] (segretario della DC e presidente del Consiglio tra il [[1980]] e il [[1981]]), [[Giorgio La Malfa]], segretario del [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]], [[Claudio Martelli]] (vicesegretario del PSI e [[ministero della giustizia|ministro della Giustizia]] tra il 1991 e il [[1993]]), [[Carlo Vizzini]], segretario del [[Partito Socialista Democratico Italiano|PSDI]]. Personaggi dell'opposizione come Bossi e Alessandro Patelli<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/gennaio/04/Patelli_idraulico_diplomato_leghista_che_co_0_9401043162.shtml Patelli, idraulico diplomato e leghista che si è dato del " pirla "]</ref>, tesoriere della Lega Nord, e [[Primo Greganti]] del [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] erano ugualmente imputati.
{{citazione|Sono sempre stato al corrente della natura non regolare dei finanziamenti ai partiti e al mio partito. L'ho cominciato a capire quando portavo i pantaloni alla zuava [...] In Italia il sistema di finanziamento ai partiti e alle attività politiche in generale contiene delle irregolarità e delle illegalità, io credo, a partire dall'inizio della storia repubblicana. Questo è un capitolo, che possiamo anche definire oscuro della storia della democrazia repubblicana, ma da decenni il sistema politico aveva una parte, non tutto, una parte del suo finanziamento, che era di natura irregolare o illegale; e non lo vedeva solo chi non lo voleva vedere e non ne era consapevole solo chi girava la testa dall'altra parte. I partiti erano tenuti ad avere dei bilanci in parlamento, i bilanci erano sistematicamente dei bilanci falsi, tutti lo sapevano, ivi compreso coloro i quali avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo [...]|[[Bettino Craxi]], deposizione al processo Cusani-Enimont, 17 dicembre [[1993]]}}
 
Cusani fu l'unico tra gli imputati a chiedere e ottenere la procedura di [[Giudizio immediato|rito immediato]], e perciò il suo procedimento venne stralciato dal troncone principale. Tutti i politici che saranno poi imputati nel Processo Enimont, vennero già ascoltati in questa fase in quanto imputati in reato connesso.
{{Vedi anche|Mani_pulite#Il_processo_Cusani}}
 
Il processo Cusani ebbe un grosso effetto mediatico, tanto da essere trasmesso in [[Televisione|TV]] sulle reti [[Rai]], dando molta popolarità a uno degli accusatori, il [[Pubblico ministero|sostituto procuratore]] [[Antonio Di Pietro]], che durante le udienze utilizzò strumenti informatici (ai tempi una scelta innovativa nei processi italiani) e si distinse per l'impiego di una retorica ricca di espressività {{citazione necessaria|(in seguito definita come "''dipietrese''")}} che lo caratterizzò come personaggio pubblico di successo anche nel suo successivo impegno politico.
 
Assai meno seguito - anche perché svoltosi in buona parte durante la [[Seconda Repubblica (Italia)|Seconda Repubblica]] e costellato da tecniche dilatorie degli imputati, pochi dei quali accettarono di comparire in aula - fu il troncone principale del processo Enimont, dal quale derivarono le condanne per i restanti imputati.
 
==Sentenze==
=== Sentenza di primo grado ===
La sentenza di primo grado<ref name=":0">[http://www.kaosedizioni.com/schtangenti_maxitangente.htm Sentenza di 1º grado] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081221234919/http://www.kaosedizioni.com/schtangenti_maxitangente.htm |data=21 dicembre 2008 }}</ref> venne emessa il 28 aprile 1994<ref>[https://www.jstor.org/stable/23189258?seq=1#page_scan_tab_contents Sentenza Primo Grado Cusani]</ref><ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1994/06/01/Cronaca/CUSANI-LE-MOTIVAZIONI-DELLA-SENTENZA_181100.php Motivazioni Sentenza Primo Grado Cusani]</ref> (per Sergio Cusani) ed il 27 ottobre [[1995]] con le seguenti condanne;
 
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*[[Bettino Craxi]] (ex. Segr. politico PSI): 4 anni.
*[[Mauro Giallombardo]] (ex. Segr. amministr. PSI): 3 anni e 6 mesi.
*[[Luigi Bisignani]] (postinointermediario del tangentonepagamento): 3 anni e 4 mesi.
*[[Severino Citaristi]] (ex. Segr. amministr. DC): 3 anni.
*[[Arnaldo Forlani]] (ex. Segr. politico DC): 2 anni e 4 mesi.
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*[[Egidio Sterpa]] (ex deputato PLI): 6 mesi.
*[[Michele Viscardi]] (DC): 6 mesi.
*[[Michele D'Adamo]]: 4 mesi (sentenza per cui è intervenuta riabilitazione).
*[[Filippo Fiandrotti]] (PSI): 4 mesi.
*[[Giorgio Casadei]]: 4 mesi.
Il 21 febbraio [[1996]] venne emessa la sentenza riguardo alla posizione di [[Carlo Vizzini]] (PSDI), che venne condannato a 10 mesi.
 
=== Sentenza di 2º gradod'appello ===
La sentenza d'appello<ref name=appello>[{{Cita web |url=http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1997/06/08/LA204.html |titolo=Confermate tutte le altre condanne] |accesso=10 dicembre 2009 |dataarchivio=13 marzo 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120313014450/http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1997/06/08/LA204.html |urlmorto=sì }}</ref> del processo ENIMONTEnimont venne emessa il 7 giugno [[1997]], con le seguenti condanne:
 
*[[Sergio Cusani]] (Montedison): 6 anni.
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*[[Egidio Sterpa]]: 6 mesi.
*[[Filippo Fiandrotti]]: 4 mesi.
*[[Paolo Pillitteri]]: assolto<ref>{{cita web|url=http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1997/06/08/LA204.html|titolo=Al processo Enimont assoluzione per Pillitteri|accesso=10 dicembre 2009|dataarchivio=13 marzo 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120313014450/http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1997/06/08/LA204.html|urlmorto=sì}}</ref>
 
Accolti i seguenti patteggiamenti<ref name=appello/> tra la Procura e gli imputati:
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Il primo verdetto della [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]] arrivò il 21 gennaio [[1998]], condannando in via definitiva [[Sergio Cusani]] a 5 anni e 10 mesi.
 
Il 13 giugno arrivarono le altre condanne definitive;:<ref name="test4">[http://archiviostorico.corriere.it/1998/giugno/14/Enimont_definitive_condanne_co_0_98061413895.shtml Enimont, definitive le condanne], Corriere della Sera, 14 giugno 1998</ref><ref name="test5">{{collegamentoCita interrottoweb|1url=[http://archiviowww.lastampaarchiviolastampa.it/LaStampaArchiviocomponent/mainoption,com_lastampa/Historytask,search/tmpl_viewObj.jsp?objidmod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,0550_01_1998_0161_0006_7340110/|titolo=2186106 Enimont: tutti condannati, ma niente carcere]|autore=Susanna Marzolla|datesito=aprile[[La 2018Stampa]]|data=14 giugno 1996|botp=InternetArchiveBot6|accesso=17 }},luglio La2024|urlarchivio= Stampahttps://web.archive.org/web/20240717095156/http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,0550_01_1998_0161_0006_7340110/|dataarchivio=17 14luglio giugno 19982024|urlmorto=no}}</ref>
 
*[[Arnaldo Forlani]]: 2 anni e 4 mesi.
*[[Severino Citaristi]]: 3 anni.
*[[Giuseppe Garofano]]: 3 anni.
*[[Carlo Sama]]: 3 anni.
*[[Luigi Bisignani]]: 2 anni e 6 mesi.
*[[Romano Venturi]]: 1 anno e 8 mesi.
*[[Alberto Grotti]]: 1 anno e 4 mesi.
*[[Renato Altissimo]]: 8 mesi.
*[[Umberto Bossi]]: 8 mesi.
*[[Alessandro Patelli]]: 8 mesi.
*[[Giorgio La Malfa]]: 6 mesi e 20 giorni.
*[[Egidio Sterpa]]: 6 mesi.
 
Il 10 luglio venne confermata la condanna di 1 anno e 8 mesi per [[Paolo Cirino Pomicino]], mentre per [[Bettino Craxi]] e [[Claudio Martelli]] venne deciso che si doveva rifare il processo d'appello; Craxi venne condannato a 3 anni in 2º grado il 1º ottobre [[1999]] ma si ebbe l'estinzione del reato per decesso dell'imputato quando, in pendenza di pronuncia della Cassazione, il 19 gennaio [[2000]] Craxi morì in [[Tunisia]]. Per quanto riguarda la posizione di Martelli, il 21 marzo [[2000]] la Cassazione lo condannò definitivamente ad 8 mesi, confermando la sentenza d'appello.
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==Bibliografia==
* ''La sporca storia dell'Enimont. La chimica italiana fra incidenti e tangenti'', in: {{cita libro | titolo = L'ambiente illegale. Viaggio di Legambiente nel Mal Paese dei signori delle tangenti, degli appalti, dell'abusivismo | curatore = [[Michele Anzaldi]], [[Erasmo D'Angelis]], Enrico Fontana, Sebastiano Venneri | altri = introduzione di [[Ermete Realacci]] e [[Mauro Paissan]] | anno = 1993 | editore = [[Legambiente]] / [[il manifesto]] | città = Roma | sbn = LO10309062}}
* Gianluigi Nuzzi, [http://www.sibari.info/images/stories/FILEPDF/vaticanos.p.a..pdf ''Vaticano S.p.A. Da un archivio segreto la verità sugli scandali finanziari e politici della Chiesa''], {{pdf}} [[Chiarelettere]], 2009. ISBN 978-88-619-0067-7.