Chiusdino: differenze tra le versioni

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Con la conquista del ''Regnum Langobardorum'' compiuta da [[Carlo Magno]] nel [[773]] ed il nuovo assetto da lui conferito alla Toscana con la creazione dei ''[[comitatus (divisione amministrativa)|comitati]]'', più o meno corrispondenti alle circoscrizioni ecclesiastiche, e dei [[Conte|conti]], il castello di Chiusdino, situato all'interno dell'ampia [[diocesi di Volterra]], venne a trovarsi nel ''comitatus'' istituito in quella città.
 
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Fino all'[[XI secolo]], l'insediamento di Chiusdino poteva ricondursi al suo nucleo centrale, sulla sommità della collina, chiuso da una cinta muraria dal perimetro piuttosto breve, sulla quale si apriva una porta ancor oggi conservata. In tale spazio si possono ancora osservare resti di murature non sempre regolari, a grandi [[bozze]] sommariamente squadrate. All'interno di tale cinta, la chiesa di San Michele Arcangelo e presso la porta del castello la [[chiesa di San Martino (Chiusdino)|chiesa di San Martino]]. Il castello era talmente esiguo da essere considerato strategicamente ininfluente, ma fra la fine dell'[[XI secolo]] e l'inizio del [[XII secolo]], forse a seguito dello sviluppo dell'agricoltura impresso a quelle terre dalla presenza dell'[[abbazia di Serena]] o forse in relazione alla coltivazione delle miniere d'argento dei vicini castelli di [[Miranduolo]] e di [[Montieri]], si ingrandì tanto da diventare motivo di contesa fra il [[vescovo]] di Volterra ed i conti [[della Gherardesca]].