Tempio di Giove Ottimo Massimo: differenze tra le versioni

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{{NN|architettura|agosto 2023}}
{{Sito archeologico
|Nome = Tempio di Giove Ottimo Massimo
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Le grandi dimensioni testimoniano l'importanza di Roma all'epoca dei re etruschi e probabilmente erano state decise con la volontà di fare di Roma la sede della lega federale latina, al posto del tempio sul ''mons Albanus''.
 
S[[File:City of Rome during time of republic.jpg|left|upright=1.4|thumb|Il Campidoglio in età repubblicana, illustrazione tratta dal libro "Geschichtsbilder" pubblicato nel 1896 di [[Friedrich Polack]] ]]
 
iSi raccontava che durante la costruzione del tempio le numerose divinità delle cappelle che si trovavano sul luogo scelto, accettarono di ritirarsi, per lasciare il posto al signore degli dèi. Solamente il dio [[Termine (divinità)|Termine]] si rifiutò di partire, e si dovette includere la sua cappella all'interno del tempio. Dato però che la sua effigie doveva ergersi sotto il cielo, fu praticata una apertura sul tetto del tempio a suo uso esclusivo. Poiché il dio Termine era stato persino in grado di opporsi all'autorità di Giove, alcuni auguri predissero che i confini dello stato romano non sarebbero mai receduti.<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', I.55</ref>
 
All'inizio del [[III secolo a.C.]] il frontone venne abbellito con una quadriga bronzea, che sostituì la precedente fittile, mentre nel [[192 a.C.]] vi vennero apposti degli scudi dorati dagli edili curuli [[Marco Emilio Lepido]] e [[Lucio Emilio Paolo Macedonico|Lucio Emilio Paolo]]. Nel 179 a.C. i censori [[Marco Emilio Lepido (console 187 a.C.)|Marco Emilio Lepido]] e [[Marco Fulvio Nobiliore]] restaurano alcune aree del tempio, segno di una struttura pensata per parti affiancate e sovrapposte non collegate omogeneamente tra loro.
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[[File:Tempel Jupiter Optimus.JPG|upright=1.4|thumb| Il Tempio su retro [[Denario]] romano]]
 
Il tempio fu quasi totalmente distrutto da un incendio nell'[[83 a.C.]] e con esso i [[Libri sibillini]], che vi erano conservati<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], IV, 61.</ref>. La ricostruzione in pietra, voluta da [[Lucio Cornelio Silla]], fu affidata a [[Quinto Lutazio Catulo (console 78 a.C.)|Quinto Lutazio Catulo]] che la terminò nel [[69 a.C.]], conservando fedelmente la pianta e l'aspetto precedenti: secondo alcune fonti Silla fece prelevare per questa ricostruzione due colonne del [[tempio di Zeus Olimpico]] a [[Atene]]. Interventi di restauro si ebbero sotto [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]], e Svetonio aggiunge che:
{{Citazione|[...] e così [Augusto] fece portare al santuario di Giove Capitolino sedicimila libbre d'oro, con pietre preziose e perle per un valore di cinquanta milioni di [[sesterzi]].|{{cita|Svetonio|''Augustus'', 30}}.}}
Sappiamo anche che durante il consolato di [[Druso maggiore]] nel [[9 a.C.]], quasi fosse un presagio di sventura per il figlio adottivo del ''princeps'', il tempio fu danneggiato da una tempesta e da alcuni fulmini caduti sulla città di [[Roma (città antica)|Roma]].<ref name="DioneLV,1,1">{{cita|Cassio Dione|LV, 1.1}}.</ref>
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L'edificio del secondo tempio andò in fiamme il 19 dicembre 69, quando scoppiarono i combattimenti tra le truppe di [[Vespasiano]] e i difensori della città durante l'[[Guerra civile romana (68-69)|Anno dei Quattro Imperatori]]. Come nuovo imperatore, Vespasiano si affrettò a ricostruire il tempio e incaricò il cavaliere [[Lucio Giulio Vestino]] di farlo. Il nuovo edificio - ancora una volta più magnifico del precedente - fu consacrato nel 75.
 
Già nell'80, il terzo edificio bruciò in un grande incendio nella città di Roma. [[Domiziano]], imperatore dall'81, eresse il quarto e più grandioso edificio, destinato a durare nei secoli successivi. Sia il tetto che le porte erano pesantemente dorati. Secondo [[Plutarco]], il costo della sola doratura ammontava a 12.000 talenti d'argento, una cifra enorme.<ref>[[Plutarco]], ''[[Vite parallele]]'', XV.3</ref>
 
Durante il [[Sacco di Roma (455)|sacco di Roma del 455]], il tempio di Giove Capitolino fu danneggiato e spogliato dai [[Vandali]] di re [[Genserico]], per attestato dello storico [[Procopio di Cesarea]]:
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I resti delle fondazioni più estesi si vedono all'interno del [[Museo Nuovo Capitolino]], mentre un lato della parte posteriore è di fronte al giardino di piazzale Caffarelli.<ref name=musei>[https://www.museicapitolini.org/it/museo/scavi/giardino_romano Gli scavi su Musei Capitolini]</ref> L'angolo anteriore destro infine si trova sulla via del Tempio di Giove.
 
La decorazione del tempio originario, risalente alla fine del VI secolo a.C., è stata rinvenuta nel 2014, permettendo per la prima volta di ricostruire l'aspetto del tempio nella fase più antica. Gli elementi lignei del tetto e degli architravi erano rivestiti con lastre in terracotta e altri elementi di eccezionali dimensioni decorati a rilevorilievo e riccamente dipinti, secondo uno schema definito di 'seconda fase' (riferito ai sistemi decorativi dei templi etrusco laziali) che proprio con il Tempio di Giove Ottimo Massimo ebbe la sua prima espressione. Il tempio, divenuto subito famoso, costituì un modello per l'architettura sacra mutuato fino al II secolo a.C. nella realizzazione delle decorazioni fittili di numerosi templi in Italia.
 
Le lastre originarie furono sostituite parzialmente con nuove terrecotte agli inizi del IV secolo a.C e di nuovo alla fine del III - inizi del II secolo a.C. Questi materiali furono gettati negli strati utilizzati per costituire la piazza antistante il tempio, la cosiddetta Area Capitolina, tra il primo e il secondo quarto del II secolo a.C.
 
Altri materiali del tempio vennevennero riutilizzati, come un capitello, da cui fu scolpito alla fine del XVI secolo da [[Flaminio Vacca]] un leone mediceo, oggi alla [[Loggia della Signoria|Loggia dei Lanzi]]
 
== Area capitolina ==
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Templi minori, sacelli, trofei e statue monumentali occupavano l'area: più volte si dovette procedere a fare spazio trasportando statue e trofei altrove, come nel [[179 a.C.]] o all'epoca di [[Augusto]], che trasferì numerosi monumenti al [[Campo Marzio (antichità)|Campo Marzio]].
 
Un resto di uno di questi tuttora conservato è la fondazione quadrata in [[opera cementizia]] con scaglie di [[selce]] che venne scoperta nel XIX secolo aprendo via del Tempio di Giove e che oggi è tagliata in due dalla stessa strada. Alcuni identificano qui il [[podio]] del [[tempio di Giove Custode]], edificato da [[Domiziano]] in ricordo del periodo scampato durante l'assedio del Campidoglio da parte dei seguaci di [[Vitellio]]{{citazioneSenza necessariafonte|, ma la forma quadrata non sembra compatibile con l'edificio, almeno a giudicare da uno dei pannelli con le imprese di [[Marco Aurelio]] a [[palazzo dei Conservatori]]. Si potrebbe trattare invece del ''Tensarium'' (edificio per la custodia delle ''tensae'', i carri sacri usati per le sacre processioni delle immagini divine) o dell{{'}}''Ara gentis Iuliae''.}}
 
Tra i templi veri e propri c'era [[tempio di Fides|quello di Fides]], sul lato meridionale dell'area, e il [[tempio di Ops]], leggermente più a nord. Molti materiali franati sono stati rintracciati nella sottostante [[area di Sant'Omobono]]. Tra questi ci sono i frammenti di un basamento in marmo nero con Vittorie e trofei a rilievo, che doveva essere la base del gruppo bronzeo della ''Consegna di [[Giugurta]] dal re [[Bocco I|Bocco di Mauretania]] a [[Lucio Cornelio Silla|Silla]]'': anche per questa rappresentazione, che escludeva qualsiasi contributo di [[Gaio Mario|Mario]] nella guerra, i rapporti tra i due uomini si deteriorarono rendendo inevitabile la contesa (oggi i resti sono nel [[Museo Capitolino]]). Poco distante venne scoperta anche una statua di [[Armodio e Aristogitone|Aristogitone]], uno dei [[Tirannicidio|tirannicidi]], copia di un gruppo di [[Crizio]] e [[Nesiote]] posto nell'[[Agorà di Atene]] nel [[476 a.C.]]: la presenza di una tale opera sul Campidoglio è significativa ed è forse da mettere in relazione con la cacciata di [[Tarquinio il Superbo]] ([[509 a.C.]]), avvenuta subito dopo l'uccisione di [[Ipparco (figlio di Pisistrato)|Ipparco]] e l'espulsione del tiranno [[Ippia (tiranno)|Ippia]] (rispettivamente il [[514 a.C.|514]] e il [[510 a.C.]]).
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* [[Filippo Coarelli]], ''Guida archeologica di Roma'', Arnoldo Mondadori Editore, Verona 1984.
* [[Ranuccio Bianchi Bandinelli]] e [[Mario Torelli]], ''L'arte dell'antichità classica, Etruria-Roma'', [[UTET]], Torino 1976.
* Francesco Galluccio, " ''Il mito torna realtà. Le decorazioni fittili del Tempio di Giove Capitolino dalla fondazione all'età medio repubblicana''", in "''Campidoglio mito, memoria, archeologia''", a cura di Claudio Parisi Presicce e Alberto Danti, (catalogo mostra, Musei Capitolini, 1º marzo - 3 luglio 2016), Roma 2016, pp.&nbsp;237 - 256.
*Karolina Kaderka e Pier Luigi Tucci, "The Capitoline Temple of Jupiter. The Best, the Greatest, but not Colossal", Römische Mitteilungen (Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts, Römische Abteilung) 127 (2021), pp. 146-187&nbsp;146–187: https://publications.dainst.org/journals/rm/article/view/3668/7359
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://penelope.uchicago.edu/Thayer/I/Gazetteer/Places/Europe/Italy/Lazio/Roma/Rome/_Texts/PLATOP/Aedes_Jovis_Capitolini**.html|Aedes Jovis Capitolini}}
* {{cita web|http://www.archeoroma.com/Campidoglio/tempio_di_giove_capitolino.htm|Tempio di Giove capitolino}}