Pietro I Orseolo: differenze tra le versioni
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{{Monarca
|nome = San Pietro I Orseolo
|stemma = Doge Pietro Orseolo_I.png
|
|immagine = San Rocco (Venice) - Statue of Saint Peter Orseolo.jpg
|legenda = Statua di [[Giovanni Marchiori]] raffigurante Pietro I Orseolo, [[Chiesa di San Rocco (Venezia)|Chiesa di San Rocco]] (facciata)
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|successore = [[Vitale Candiano]]
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|luogo di nascita =
|data di morte = [[10 gennaio]] [[987]] o [[988]]
|luogo di morte = [[Abbazia di San Michele di Cuxa]]
|sepoltura =
|dinastia = [[Orseolo]]
|consorte = [[Felicia Malipiero]]
|
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
|inizio regno = [[976]]
|fine regno = [[978]]
}}
{{Santo
|nome= San Pietro Orseolo
|note=
|nato= fine anni [[920]]
|morto= [[abbazia di San Michele di Cuxa]] ([[Francia]]), 10 gennaio [[987]] o [[988]]
|
|beatificazione= [[1027]]
|canonizzazione= 18 aprile [[1731]]
|ricorrenza= [[10 gennaio]]
}}
{{Bio
|Nome = San Pietro I
|Cognome = Orseolo
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte = Abbazia di San Michele di Cuxa
|GiornoMeseMorte = [[10 gennaio]]
|AnnoMorte = [[987]] o [[988]]
|Epoca = 900
|Attività = doge
|Nazionalità = italiano
|FineIncipit = è stato il 23º [[Doge (Venezia)|doge]] del [[Ducato di Venezia]] dal [[976]] al [[978]]
|Categorie = no
== Biografia ==
=== Origini e prime notizie ===
Fu il primo membro della famiglia [[Orseolo]] a distinguersi nella vita politica veneziana. Sposò [[Felicia Malipiero|Felicia]], da cui ebbe l'[[Pietro II Orseolo|omonimo figlio]], che fu a sua volta doge dal [[991]] al [[1009]], e una figlia di cui non si conosce il nome, sposata a Giovanni [[Morosini (famiglia)|Morosini]].
Secondo la testimonianza di [[Giovanni da Venezia|Giovanni diacono]], al momento della sua rinuncia al dogato nel [[978]] non aveva più di cinquant'anni, pertanto sarebbe nato verso la fine degli [[anni 920]].
Il primo documento a citarlo risale invece al giugno del [[960]], quando sottoscrisse un decreto del doge [[Pietro IV Candiano]] che inibiva il commercio degli schiavi. Il suo nome compare anche in un documento del luglio [[971]] con cui lo stesso doge, su pressione dei Bizantini impegnati contro i [[Fatimidi]], vietava ai Veneziani la vendita di armi e legname ai saraceni.
Tutto ciò fa capire come già in quel periodo l'Orseolo rivestisse una posizione di un certo prestigio all'interno della società lagunare.
=== Dogato ===
Nel [[976]], probabilmente il 12 agosto, fu eletto doge. Sostituì Pietro IV Candiano, ucciso il giorno precedente dagli avversari che si opponevano alla sua vicinanza con la [[dinastia ottoniana]], in contrasto con gli interessi marittimi del [[Ducato di Venezia|Ducato]] e la sua tradizionale equidistanza tra i due imperi. Evidentemente l'Orseolo apparteneva a questa fazione.
La sua elezione avvenne a conclusione di un'assemblea riunita nella [[basilica di San Pietro di Castello|cattedrale di San Pietro di Castello]], poiché sia il [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo ducale]], sia la [[basilica di San Marco|cappella ducale di San Marco]] erano stati danneggiati dai rivoltosi che avevano appiccato un incendio per stanare il Candiano.
La sua prima azione di governo fu la regolazione dei rapporti patrimoniali con la vedova del predecessore, Waldrada, figlia del marchese [[Uberto di Toscana]] e parente dell'imperatrice [[Adelaide di Borgogna (imperatrice)|Adelaide]]. Al termine delle trattative, nel settembre [[976]], la donna rinunciò ad ogni rivendicazione, riconfermando quanto stabilito il 25 ottobre successivo. Rimaneva irrisolta la questione dei beni sequestrati ai Candiano, rivendicati dal figlio di Pietro IV, il [[patriarca di Grado]] [[Vitale Candiano (patriarca)|Vitale]], sostenuto dall'imperatore [[Ottone II del Sacro Romano Impero|Ottone II]].
Successivamente l'Orseolo si occupò del restauro degli edifici colpiti dalla rivolta; tra l'altro, commissionò a [[Costantinopoli]] la famosa [[Pala d'oro]]. Il 17 ottobre [[977]] si accordò con il conte d'[[Istria]] Sicardo in favore dei commerci veneziani nella regione.
=== Abdicazione ===
Nonostante questi successi, la politica del doge continuava ad essere fortemente osteggiata dai sostenitori dei Candiano, sostenuti dall'imperatore germanico. Forse fu proprio questi a suggerire l'arrivo in laguna di Guarino, abate di [[Abbazia di San Michele di Cuxa|San Michele di Cuxà]], che tornava da un pellegrinaggio a [[Roma]]. Il monaco incontrò il doge e cercò di convincerlo ad abdicare e a ritirarsi dal mondo.
Pietro non accolse la proposta, ma nell'estate del [[978]] Guarino tornò a Venezia, assieme al giovane [[san Romualdo]] e a un eremita di nome Marino. In questa occasione il doge cedette e, nella notte del 31 agosto dello stesso anno<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=Anna Rapetti|titolo=Il doge e i suoi monaci. Il monastero dei Santi Ilario e Benedetto di Venezia fra laguna e terraferma nei secoli IX-X|rivista=Reti Medievali Rivista|editore=Firenze University Press|volume=|numero=18, 2 (2017)|p=18|ISSN=1593-2214}}</ref>, lasciò di nascosto il Ducato e raggiunse un luogo non lontano dal [[Abbazia di Sant'Ilario|monastero di sant'Ilario]]<ref>"non procul a Sancti Illarii monasterio"</ref> (che raggiunse evidentemente via acqua)<ref name=":0" /> per poi proseguire via cavallo per [[Vercelli]] e quindi al monastero di Cuxà nei Pirenei<ref name=":0" /> assieme ai tre monaci, al genero Giovanni Morosini e a Giovanni Gradenigo.
Al di là dell'interpretazione di questa scelta (dettata da motivazioni religiose secondo Giovanni diacono, politiche secondo [[Pier Damiani]]), dopo di essa prevalse la fazione avversa, tanto che il suo successore fu [[Vitale Candiano]], omonimo e parente del patriarca gradense.
Morì il 10 gennaio del [[987]] o del [[988]] a Cuxà, dove fu sepolto.
== Canonizzazione e iconografia ==
Nel [[1027]] fu proclamato beato dalla chiesa di Roma, ed il suo corpo venne portato all'interno della chiesa di Cuxa. Intervennero poi molti spostamenti, finché il 6 dicembre [[1644]] le sue ossa furono chiuse in una cassa di legno dorato esposta sopra un altare dedicato a san Romualdo, cui venne aggiunto anche il suo nome.
Il 18 aprile [[1731]] fu proclamato santo da [[Clemente XII]]. La [[Serenissima]] chiese di avere delle reliquie e ottenne tre ossa della gamba sinistra. Queste arrivarono a Venezia nel [[1732]] ed il 7 gennaio [[1733]] vennero depositate nella [[Basilica di San Marco (Venezia)|Basilica di San Marco]], dentro un'urna d'argento. Il 7 febbraio [[1732]] si svolse una sontuosa cerimonia e alla messa solenne cantò il celebre sopranista [[Carlo Broschi|Farinelli]]. Da questa data, il Senato stabilì che il 14 gennaio di ogni anno si svolgesse una messa solenne, alla presenza del doge, in cui venivano esposte le reliquie di san Pietro Orseolo. Nel [[1790]], al tempo della rivoluzione francese, per timore dei sacrilegi l'ultimo abate di Cuxa portò le reliquie nella chiesa di San Pietro di [[Prades (Pirenei Orientali)|Prades]].
Oggi è [[Santi Patroni della Città di Venezia|compatrono secondario]] di [[Venezia]].
Un suo ritratto è conservato nella chiesa dell'Assunta annessa alla [[Oratorio della Ca' di Dio|Ca' di Dio]] a Venezia, ed un mosaico del XIII-XIV secolo nella cappella del battistero della basilica di San Marco lo raffigura vestito da monaco e con il corno ducale in mano. Al suo ritratto, nella galleria dei dogi del palazzo ducale, fu aggiunta l'aureola dopo la canonizzazione.
La moglie Felicita è compresa in un elenco di beati veneziani, benché non sia stata proclamata dalla Chiesa.
== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
* {{DBI
|nome = PIETRO Orseolo, santo
|nomeurl = santo-pietro-orseolo
|autore = Marco Pozza
|anno = 2015
|pagine =
|volume = 83
|accesso = 1º dicembre 2017
}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Dogi della Repubblica di Venezia|Doge di Venezia]]
|periodo = [[976]]-[[978]]
|precedente = [[Pietro IV Candiano]]
|successivo = [[Vitale Candiano]]
|immagine = Flag of Republic of Venice (1659-1675).svg
}}
{{Dogi di Venezia}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Santi canonizzati da Clemente XII|Pietro Orseolo]]
[[Categoria:Dogi della Repubblica di Venezia]]
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