San Vincenzo (Genova): differenze tra le versioni
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|superficie = 0.685
|abitanti =
|anno = 2022
|nomeAbitanti =
|patrono =
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== Demografia ==
L'"unità urbanistica" di San Vincenzo, che come detto comprende anche l'antico sestiere di [[Portoria]], ha una popolazione di {{formatnum:
I dati storici disponibili riguardano la ex circoscrizione di Portoria nel suo complesso, con le due unità urbanistiche di S.Vincenzo e [[Carignano (Genova)|Carignano]]. La storia demografica della ex circoscrizione risente delle vicissitudini urbanistiche della zona. La popolazione, {{formatnum:35877}} abitanti al primo [[censimento]] del 1861, sale a 40.260 nel 1901, dato che rappresenta il "massimo storico". Da allora, con la trasformazione di questi antichi quartieri popolari in un'area destinata a centri direzionali e attività del terziario, ha inizio un vistoso calo demografico. Gli abitanti, ancora 35.007 nel 1936, si riducono a 20.021 nel 1961,<ref name="demografia">Comune di Genova - Ufficio Statistica, Atlante demografico della città, luglio 2008.</ref> fino agli attuali 12.331, di cui 5.323, come già accennato, nella sola unità urbanistica di San Vincenzo.<ref name="statistica_genova"/>
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==== Piazza Colombo ====
{{vedi anche|Piazza Colombo}}
[[File:Genova, piazza colombo di notte.JPG|thumb|left|Piazza Colombo, veduta notturna]]Fu progettata intorno al 1830 dal Barabino e realizzata intorno al 1840 dal Resasco, su terreni in precedenza adibiti ad orti. La piazza, situata all'incrocio tra via Colombo e via Galata, ha forma quadrata ed è circondata da quattro edifici a portici, oggi animati da bancarelle di libri e negozi di antica tradizione.
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Al centro della piazza nel 1861 fu collocata la [[fontana]] seicentesca del "Genio Marino", già a Ponte Reale.<ref name="sagep"/><ref name="itinerari_portoria"/>
==== Via Galata ====
[[File:2005 1017-Genova0026.JPG|thumb|L'antica pasticceria ''Panarello'', all'angolo tra via Galata e via S. Vincenzo]]In origine questa via, conosciuta come ''[[Crêuza|Crosa]] Larga'', andava dal convento delle Brignoline fino al colle di Carignano e comprendeva anche parte della strada attualmente corrispondente a via [[Cesarea di Antiochia|Cesarea]]. Rettilinea, taglia perpendicolarmente via S. Vincenzo e via Colombo e termina oggi in via XX Settembre.
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Al centro di piazza Colombo si trova la [[fontana]] seicentesca del "Genio Marino", qui trasportata dal Ponte Reale. Il "barchile" barocco, realizzato nel 1643 da [[Giovanni Battista Orsolino|G. B. Orsolino]] su disegno di Ottavio e [[Pietro Antonio Corradi]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-antonio-corradi_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia di Pietro Antonio Corradi, con cenni al "barchile" di Ponte Reale, sul sito dell'Enciclopedia Treccani]</ref> per incarico dei protettori del [[Banco di San Giorgio]], aveva la funzione di rifornire d'acqua le navi in porto.
Inaugurato nel 1646, fu successivamente abbellito con la statua di [[Jacopo Garvo]], raffigurante una [[
Il monumento nel 1861 fu trasferito con delibera municipale in piazza Colombo, con funzione di [[abbeveratoio]] per le bestie da soma dei venditori di frutta e verdura e per i [[Equus caballus|cavalli]] dei [[tram]] in servizio per la Val Bisagno.<ref name="sagep"/><ref name="itinerari_portoria"/><ref>[http://www.acquedottogenova.altervista.org/126-link%20fontana%20piazza%20colombo.htm La fontana di piazza Colombo sul sito www.acquedottogenova.altervista.org]</ref>
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L'istituto fu fondato all'inizio dell'Ottocento da padre [[Ottavio Assarotti]] (1753-1829), dell'ordine degli [[Chierici regolari poveri della Madre di Dio delle scuole pie|Scolopi]]. Il religioso, rimasto colpito da un giovane [[Sordomutismo|sordomuto]], che nonostante la sua menomazione e la mancanza di istruzione mostrava una vivace intelligenza, volle insegnargli a comunicare con l'ausilio di gesti ed in seguito anche con la scrittura. In poco tempo, egli accolse altri cinque sordomuti, aprendo così a Genova, nel 1802, la prima scuola dedicata a loro, la terza in Italia dopo quelle di Roma e di Napoli. L'istituto nel 1805 ottenne, grazie ad un decreto dell'imperatore [[Napoleone Bonaparte]]<ref>All'epoca la Liguria era stata annessa all'[[Primo Impero francese|Impero Francese]].</ref>, il riconoscimento pubblico e nel 1811 gli fu assegnata una sede nell'ex monastero delle suore [[Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida|Brigidine]] che, ristrutturato da [[Gaetano Cantone]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/gaetano-cantoni_res-b8c351b4-87e9-11dc-8e9d-0016357eee51_%28Dizionario-Biografico%29/ Biografia di Gaetano Cantone sul sito dell'Enciclopedia Treccani]</ref>, iniziò a funzionare nel dicembre dell'anno seguente. In questa sede furono installati laboratori e officine per insegnare ai giovani sordomuti i mestieri allora più richiesti:[[calzolaio|calzolai]], [[fabbro|fabbri]] e [[falegname|falegnami]] per i maschi, [[sarto|sarte]] e [[ricamatrice|ricamatrici]] per le femmine.
L'istituto era all'epoca all'avanguardia e numerosi studiosi venivano da tutta Italia per apprendere i metodi di insegnamento dell'Assarotti. L'attività didattica proseguì anche dopo la morte del fondatore con i suoi successori, seguendo l'evoluzione delle metodologie di insegnamento.<ref name="itinerari_portoria" /><ref>[http://www.storiadeisordi.it/2007/06/14/istituto-nazionale-dei-sordo-muti-e-chiesa-della-nostra-signora-della-misericordia-di-genova-newsletter-della-storia-dei-sordi-n-266-del-12-giugno-2007/ L'Istituto Nazionale dei Sordo Muti e la chiesa della Nostra Signora della Misericordia di Genova] sul sito www.storiadeisordi.it</ref><ref name="assarotti">[http://www.fondazioneassarotti.it Sito della Fondazione Padre Assarotti]</ref>
Nel 1927, l'istituto ottenne il riconoscimento di scuola pubblica statale, con nuovi programmi didattici. Il complesso fu gravemente danneggiato durante la [[seconda guerra mondiale]] e ricostruito nel 1946. Nel 2003 lo storico istituto ha cambiato il proprio stato giuridico e la denominazione in "Fondazione Padre Assarotti - Istituto Sordomuti ONLUS Genova".<ref name="assarotti"/>
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