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Denominazione
 
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{{Divisione amministrativa
|Nome=Ionadi
|Panorama=Jonadi Pizzeria L'arco.jpg
|Didascalia=Piazza S. Nicola
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|Divisione amm grado 2=Vibo Valentia
|Amministratore locale=Fabio Signoretta
|Partito=[[lista civica]] "Per Jonadi" - [[Radicali Italiani|Radicali]]
|Data elezione=1213-6-2022
|Data istituzione=
|Abitanti=4386
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens/index.php?anno=2020&lingua=ita Dato Istat] - Popolazione residente al 30 aprile 2020 (dato provvisorio).
|Aggiornamento abitanti=30-4-2020
|Sottodivisioni=Baracconi, Case Sparse, Nao, Vena
|Divisioni confinanti=[[Filandari]], [[Mileto (Italia)|Mileto]], [[San Costantino Calabro]], [[San Gregorio d'Ippona]], [[Vibo Valentia]]
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|Mappa=Map of comune of Jonadi (province of Vibo Valentia, region Calabria, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Ionadi nella provincia di Vibo Valentia
|Sito=http://www.comune.ionadi.vv.it/
}}
 
'''IonadiJonadi''' (erroneamente noto in passato anche come '''JonadiIonadi''', ''Jonàdes'', Ιωνάδες in [[greco bizantino]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:4386Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Vibo Valentia]] in [[Calabria]]., Finonell'area algeografica [[1992]]dell'altopiano eradel inmonte [[provincia di Catanzaro]]Poro.
 
== Geografia fisica ==
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== Storia ==
A parte un breve testo, intitolato "''Comune di Jonadi Cenni Storici"'', risalente al 1982 e redatto dal sindaco dell'epoca, l'avvocato Antonino Cordopatri, non esistono testi di pubblico dominio recanti informazioni storiche sul paese. Certo è che il paese fu casale di Mileto, del quale seguì le vicende. Appartenne a Ruggero Lauria, ai Sanseverino di Marsico, ai Ruffo di Montalto, ai Sanseverino di Bisignano e ai Silva.
 
Nel 1807, per volere di Giuseppe Bonaparte (con decreto francese del 19 gennaio 1807) fu proclamata l'autonomia "dell'università di Jonadi" facente parte della provincia di Calabria Ultra e distretto di Mileto. Il primo sindaco fu Giuseppe Mesiani, che duròrimase in carica fino a tutto il 1811.
 
Nel 1810 passò a far parte dal circondario di Mileto a quello di Monteleone (l'attuale Vibo Valentia) e nel 1818 prese il nome di "comune di Jonadi". Nel 1812, dai documenti presenti nell'archivio comunale, risultano esservi due sindaci: Giuseppe Maria Falduti e Gaetano Carlizzi, rispettivamente sindaci di [[Nao]] e di Jonadi.
 
Nel 1879 entrò a far parte, nella regione Calabria, della costituita provincia di Catanzaro con la quale rimase sino al 1992, anno in cui passò sotto l'attuale provincia di Vibo Valentia.
 
===Simboli===
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 9 ottobre 1981.<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?4429|titolo=Ionadi|accesso=10 giugno 2024|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
; Stemma
{{citazione|[[Trinciato]] da una banda ristretta di rosso: il primo d'azzurro, ad un [[destrocherio]] tenente nel palmo della mano una [[Colomba (araldica)|colomba]] d'argento; il tutto sormontato da una [[Cometa (araldica)|cometa]] d'oro, caricata delle lettere A M intrecciate in caratteri maiuscoli di nero; il secondo di verde, al rudere di un tempio ionico al naturale, sormontato da una [[Cornucopia (araldica)|cornucopia]] d'oro piena di viole. Ornamenti esteriori da Comune.<ref name="Statuto">{{cita testo|url= https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/statuto-comune-vv-ionadi.pdf |autore= Comune di Jonadi |titolo= Statuto comunale |posizione= Art. 2 c. 4
''Comune (Territorio - Sede - Segni distintivi)'' }}</ref>}}
; Gonfalone
{{Citazione|Drappo troncato di rosso e d'azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello STEMMA sopra descritto con la iscrizione centrata in argento: Comune di Jonadi; le parti di metallo ed i cordoni sono argentati. L'asta verticale è ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.<ref name="Statuto"/>}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Numerosi sono gli edifici di culto presenti nel comune (ben cinque nel capoluogo e due nella frazione di Nao) a testimonianza della devozione di questa piccola comunità.
 
La Chiesa[[chiesa Matricematrice]], dedicata a santa Maria Maggiore, di età rinascimentale, custodisce al suo interno un piccolo ciborio marmoreo e un ciclo di tele settecentesche tra cui spicca una rappresentazione dell{{'}}''Ascensione di Gesù Cristo'', posta dopo l'ultimo restauro come pala d'altare.
 
La Chiesachiesa di San Nicola, risalente al XIV secolo ma pesantemente rimaneggiata alla fine del '700, nel suo interno presenta una ricca decorazione in stile rococò e conserva, nella navata sinistra, la statua di ''[[Santa Fara]]'', alla quale gli ionadesi sono molto devoti .
 
La Chiesachiesa della Madonna degli Angeli, edificata nel XVI secolo, che custodisce, nel pregiato reliquario offerto da Dondon Orazio Falduti, la Candela apparsa miracolosamente, la mattina del sabato 23 del mese di maggio 1626, al venerando sacerdote Giovan Battista De Gennaro, che stava celebrando sull'altare consacrato alla Madonna, la santa Messamessa con l'assillante preoccupazione che le due piccole candele da lui procurate non sarebbero state sufficienti per ultimare il “Santo Ufficio”. Notevole la pala d'altare tardo rinascimentale, raffigurante la ''Madonna del Rosario'', attribuita a [[Giuseppe Maria Crespi]] detto lo Spagnolo.
 
Le altre due chiese del capoluogo sono la chiesa della Madonna Addolorata e la piccola chiesa di San Rocco.
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Nel periodo natalizio, per le caratteristiche viuzze della parte vecchia del paese, si svolgeva il suggestivo Presepe vivente. Questa tradizione, più che trentennale, vedeva la partecipazione di gran parte della popolazione. In tale occasione venivano preparati i dolci tipici del periodo, tra cui le "zeppole". Particolare rilevante, nella rappresentazione di antichi mestieri, era l'utilizzo di utensili oramai caduti in disuso, come ad esempio "'u tilaru", il telaio, su cui le donne tessevano scialli e coperte.
 
La sacra rappresentazione terminava con l'arrivo dei Re Magi alle suggestive cavità rupestri, scavate in antichità per l'estrazione delladel calacarenitecalcare gessoso, che si trovano all'inizio del paese nei pressi degli antichi lavatoi pubblici chiamati "funtana vecchja", ove le donne erano solite recarsi per lavare la propria biancheria.
 
A causa del rischio di crollo delle cavità, questa tradizione è caduta in disuso.
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== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|23 aprile [[1995]]|9 giugno [[1996]]|Giuseppe Nicola Gradia|[[lista civica]]|[[sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec
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|Giuseppe Nicola Gradia
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|[[sindaco]]
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== Note ==
<references/>
<references/><ref>{{Cita web|url=http://www.jonadi.it|titolo=Jonadi un luogo nel cuore|lingua=it|accesso=2018-03-18}}</ref>
 
== Bibliografia ==
* Sac. Serafino Avenoso, Raffaele Currà. ''Cenni storici del miracoloso Quadro della Madonna degli Angeli che si venera in Jonadi''., Ionadi, 1990.
* Antonino Cordopatri, ''Comune di Jonadi cenni storici'', Ionadi, 1982.
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.comune.ionadi.vv.it/|Comune di Ionadi}}[http://www.jonadi.it]
* {{cita web|http://www.prolocoionadi.it|Pro Loco Ionadi}}
 
{{Comuni della provincia di Vibo Valentia}}