Et in Arcadia ego (Guercino): differenze tra le versioni

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{{notaTorna disambiguaa|l'iscrizione su alcuni dipinti|[[Et in Arcadia ego]]}}
{{Opera pittoricad'arte
 
{{Opera pittorica
| immagine=Et-in-Arcadia-ego.jpg
| grandezza immagine=290px<!-- larghezza seguita da "px" (opzionale) -->
| titolo=Et in Arcadia ego
| artista=[[Francesco Barbieri detto il Guercino]]
| annodata = 1618-1622
| opera = dipinto
| tecnica = [[pittura a olio|olio]] |supporto=su [[pittura su tela|tela]]
| altezza=82
| larghezza=91
| città=[[Roma]]
| ubicazione=[[GalleriaGallerie nazionalenazionali d'arte antica|Galleria Nazionalenazionale did'arte Palazzo Barberiniantica]]
}}
'''''Et in Arcadia ego''''' è un dipinto a olio su tela (82x91 cm) realizzato dal [[Guercino]] e attualmente conservato presso la [[Galleria nazionale d'arte antica di palazzo Corsini]] a [[Roma]]. Citato per la prima volta come opera di Guercino nell'ínventario di [[Antonio Barberini (cardinale 1627)|Antonio Barberini]] del [[1644]] (Lavin 1975, p. &nbsp;168), il dipinto passò nel [[1812]] al ramo [[Colonna]] di Sciarra, con un'attribuzione a [[Bartolomeo Schedoni]] che lo conservò fino al [[1911]] quando [[Hermann Voss]] la restituì a Guercino.<ref>Luigi Ficacci, ''Guercino'', Giunti Editore, 1991 p.28 e sgg.</ref>
 
In diretta connessione con l'''[[Apollo]] e [[Marsia (Guercino Firenze)|Apollo e Marsia]]'' della Galleria Palatina, eseguito da [[Guercino]] per il [[Granduca di Toscana]] nel [[1618]], nel quale compare lo stesso gruppo dei due pastori. Secondo Mahon ([[1968]]) la tela Barberini non può essere esistita come composizione indipendente prima del dipinto fiorentino, ma è stata eseguita successivamente e trasformata nel tema morale autonomo del [[memento mori]] con l'aggiunta del teschio con il verme e il moscone, e della scritta "[[Et in Arcadia ego]]". Opera giovanile di [[Guercino]] eseguita dopo il suo viaggio a [[Venezia]], dove erano particolarmente diffuse le allegorie moraleggianti, ma prima del suo soggiorno [[roma]]no ([[1621]]-[[1623|23]]), la tela è stata datata tra il [[1618]] (Mahon) e il [[1622]] (Wild).
 
L'iconografia del ''[[memento mori]]'' in ambito pastorale, derivata dalle [[Egloghe]] di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], ebbe ampia diffusione in ambito veneziano e romano a partire dal [[Rinascimento|periodo rinascimentale]], viene qui esplicitato con l'aggiunta dell'inscrizione per la prima volta nella storia dell'arte e della letteratura (Cola, [[1996]]).<ref>Richard Adams, ''Maia'', Loeschar-Chiantore, 1964 p.350 e sgg.</ref>
 
La frase riportata alla base del dipinto può tradursi letteralmente, "Anche in Arcadia io": dove ''Et'' sta per ''etiam'' (anche) e viene sottinteso: ''sum'' (sono presente) o ''eram'' (ero).
Sembra quindi volersi intendere con l'iscrizione <ref>Reinhard Brandt, ''Filosofia nella pittura: da Giorgione a Magritte'', Pearson Italia S.p.a., 2003, p.256</ref>
* sia l'onnipresenza nel tempo e nello spazio della [[morte (filosofia)|morte]] (''sum'' - Io sono presente anche in Arcadia),
* sia la transitorietà di fronte alla morte della gloria letteraria del defunto (eram - Anche io ero in, facevo parte dell', Arcadia).<ref>Bruno Mario Damiani, Bárbara Louise Mujica, ''Et in Arcadia ego: essays on death in the pastoral novel'', 1990</ref>
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
In diretta connessione con l'[[Apollo]] e [[Marsia]] della Galleria Palatina, eseguito da [[Guercino]] per il [[Granduca di Toscana]] nel [[1618]], nel quale compare lo stesso gruppo dei due pastori. Secondo Mahon ([[1968]]) la tela Barberini non può essere esistita come composizione indipendente prima del dipinto fiorentino, ma è stata eseguita successivamente e trasformata nel tema morale autonomo del memento mori con l'aggiunta del teschio con il verme e il moscone, e della scritta "[[Et in Arcadia ego]]".
* {{cita pubblicazione | titolo=Guercino's Et in Arcadia ego : a commentary on the interpretations | autore = Ivana Panochová | rivista = Umění / Institute of the History of Art of the Academy of Sciences of the Czech Republic | volume = 51 | anno= 2003 | pp = 3-12}}
Opera giovanile di [[Guercino]] eseguita dopo il suo viaggio a [[Venezia]], dove erano particolarmente diffuse le allegorie moraleggianti, ma prima del suo soggiorno [[roma]]no ([[1621]]-[[1623|23]]), la tela è stata datata tra il [[1618]] (Mahon) e il [[1622]] (Wild).
 
== Altri progetti ==
L'iconografia del ''[[memento mori]]'' in ambito pastorale, derivata dalle [[Egloghe]] di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], ebbe ampia diffusione in ambito veneziano e romano a partire dal [[Rinascimento|periodo rinascimentale]], viene qui esplicitato con l'aggiunta dell'inscrizione per la prima volta nella storia dell'arte e della letteratura (Cola, [[1996]]).
{{interprogetto}}
 
{{portale|pittura}}
[[Categoria:Dipinti]]
 
[[enCategoria:EtDipinti indel Arcadia ego (Guercino)]]
[[Categoria:Dipinti nella Galleria nazionale d'arte antica]]
[[Categoria:Dipinti a soggetto simbolico]]
[[Categoria:DipintiPan]]